«Ohi! Siete il capitano della Isabel?»

Javier annuì all’inglese ubriaco sperando che bastasse a soddisfarlo. Che illuso.

«Un fetido traditore, ecco chi è! Chiedetegli perché ha disertato la Marina Spagnola.»

Il capitano strinse la presa sulla bottiglia e lasciò che l’odore pungente di Rum e salsedine lo distraesse dalla rabbia che covava.

«Voglio sapere come ha convinto trenta buoni marinai inglesi a seguirlo!»

Non avrebbe sopportato l’ennesimo insulto. «Con l’oro dei saccheggi, signori miei.»

Un irlandese dai denti marci scattò in piedi. «È la regina frigida a pagarvi!»

«La regina Elisabetta vi permette di solcare il mare e razziare spagnoli.» Javier mandò giù l’ennesimo sorso di quella brodaglia. «Se uno dei miei bottini equivale a tre dei vostri dovreste incolpare la vostra inettitudine, non una Regina a migliaia di leghe da qui.»

L’irlandese si avventò su Javier, che lo colpì con un diretto; infranse la bottiglia su un altro uomo ma udì il suono dei grilletti.

Peccato. Sperava che la sua tomba sarebbe stata il mare.

Invece sapeva bene che la sua boccaccia l’avrebbe fatto ammazzare.

I colpi non partirono: un’ombra pugnalò al fianco un corsaro e poi con un altro fendente aprì la gola al secondo marinaio che impugnava l’archibugio.

Nella locanda calò un silenzio di morte per qualche istante, dopodiché tutti tornarono alle donne sulle loro ginocchia o alla bottiglia tra le loro mani.

Le meraviglie del Nuovo Mondo.

«Voi sì che siete un gentiluomo: come posso ripagare il mio debito?»

Lo sconosciuto inclinò la testa ma Javier non poté leggere il suo viso, nascosto da un cappello a falda larga. L’uomo accennò alla bottiglia infranta.

«Che spreco di Rum.»

Si allontanò con passo deciso e Javier non seppe dire perché, ma preferì lasciarlo andare.

*

«Capitano!»

Raggs attirò la sua attenzione, ma Javier ebbe occhi solo per lo sconosciuto che attraversava la passerella. Quando furono faccia a faccia, l’uomo si tolse il cappello e…

Una donna.

«È tempo di pagare il vostro debito, Capitano Salinas.»

Le labbra screpolate dal sole si tesero in un sorriso scaltro: la sorpresa tratteggiata sul volto di Javier doveva divertirla parecchio.

«E come?»

«Ho bisogno di un passaggio» replicò lei come si trattasse di un’ovvietà.

«Una donna sulla nave è una sventura.»

«Non lo sono stata l’altra notte, quando vi ho salvato la vita. Se solo sapeste tenere la bocca chiusa…»

Il cappello aveva nascosto un folto groviglio di ricci; la pelle della donna era scura quanto la sua… Era una bastarda, figlia di qualche corsaro inglese e una schiava negra*.

«Da cosa fuggite?»

Javier credette di scorgere una scintilla di vulnerabilità in quei grandi occhi scuri, ma poi lo sguardo della donna tornò implacabile.

«Dalla stessa bestia che perseguita voi: il disprezzo.» Sostenne lo sguardo dell’uomo con una ferocia che gli suscitò ammirazione. «Non vi implorerò: ho smesso di farlo da tanto tempo.»

«Capitano, siamo pronti a salpare!»

La fierezza negli occhi della donna lo inghiottì.

Forse non erano poi così diversi.

«Levate l’ancora!»

Ad attenderli, la libertà.



​Note: i temi di questa edizione erano "cucina" e "ancora"; ho scelto la seconda.
​Ho usato la parola "negra" non come un'offesa, ma per rimanere fedele al linguaggio dell'epoca.