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Autore: TheBrainStealer    28/05/2018    0 recensioni
Hekseville, mattino.
Le due guardiane della città si svegliano e vanno a fare il loro solito giro di perlustrazione quando improvvisamente si verificano una serie di eventi che costringeranno Syd a dir loro la verità: Hekseville e Jirga Para Lao sono minacciate da un terribile individuo.
i tre per la prima volta devono affrontare una minaccia introvabile nascosta nella popolazione.
tra delitti e eventi terribili, la caccia a Diva inizia....
ATTENZIONE: SPOILER.
SE NON AVETE ANCORA GIOCATO (O GUARDATO I GAME-PLAY) AI DUE TITOLI POTRESTE NON CAPIRE ALCUNI ELEMENTI DEL GIOCO OPPURE RICEVERE DEGLI SPOILER.
Questa è la mia prima fan-fiction e ho deciso di scriverla su uno dei giochi a parer mio più belli.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 1: AULDNOIR
17 mesi più tardi…
Era mattino, e il sole splendeva in un cielo senza nuvole sopra i tetti della città.
Kat aprì gli occhi…
Si voltò ancora intorpidita verso l’altra parte del letto mentre le coperte ancora la ricoprivano del tutto.
A fianco a lei c’era Raven la quale, ancora addormentata, la abbracciava nel sonno.
La cosa non la stupì, piuttosto le fece apparire un sorriso sulle labbra: dopotutto la sua migliore amica l’aveva vista tornare dal nulla dopo averla attesa per un anno intero.
Adesso erano passati più di due da quando si erano ritrovate, ma lei non era ancora intenzionata a lasciarla andare anche solo per un attimo.
Del resto, l’altra shifter aveva abitato nella casa-tubo e aiutato a mantenere l’ordine durante la sua assenza, sperando ogni giorno di poter sentire di nuovo la voce della persona per la quale provava un affetto sconfinato.
Malgrado potesse sembrare una persona un tantino fredda, Raven nascondeva un lato estremamente dolce che iniziò lentamente a far intravedere (molto probabilmente solo a Kat) da quando l’amicizia che consolidarono ai tempi in cui iniziarono a lavorare insieme molto tempo prima aveva fatto crollare una piccola parte del muro che si era costruita tra lei e il mondo intero.
Un lampo si accese nella testa della ragazza bionda.
Che ore sono?
Probabilmente si era fatto un po' tardi…
<< Raven >>
La sagoma raggomitolata sotto le coperte si mosse emettendo solo qualche suono.
<< mmm…sì? >>
<< mi sa che dobbiamo svegliarci, altrimenti rischiamo di fare ta… >>.
Non ebbe il tempo di finire la frase che l’altra era già scivolata fuori dal letto per poi iniziare a prepararsi per la giornata, le si leggeva in faccia una nota di felicità che forse solo Kat sarebbe stata in grado di intercettare.
Si…Raven era davvero contenta di riaverla al suo fianco…
Entrambe erano a prepararsi quando un suono penetrò attraverso la tenda che fungeva da intermezzo tra l’abitazione di fortuna che si trovava nell’impianto fognario di Auldnoir e il fuori: era il clacson del mezzo che guidava Syd, il quale parcheggiò la sua moto per poi scendere quasi al volo davanti al tessuto che lo divideva dalle due ragazze.
Costui indossava i suoi vestiti a righe grigie e nere, un tempo appartenenti al suo alter ego.
“Buongiorno carissime! Siete pronte per il vostro giro di perlustrazione?”
<< sì…solo due minuti >> risposero entrambe all’unisono.
Egli restò immobile davanti alla “porta d’ingresso” che divideva lui dalle due ragazze per poi blaterare qualche parola.
<< ehm…sentite…mi servirebbe un favore >>
Kat, ormai pronta, si affacciò da dietro la tenda con un’espressione preoccupata: quando Syd chiedeva un favore c’era da aspettarsi di tutto. Purtroppo, stavolta non poteva evitare…
<< sì, dicci pure >>
L’uomo si schiarì la gola per poi continuare.
<< potreste perlustrare anche la zona di Jirga Para Lao? >>
Il modo sfacciato di chiedere quel favore e la grandezza del medesimo fecero diventare per qualche istante la faccia della ragazza rossa per la rabbia.
<< Andiamo Syd! Sai benissimo che quella zona dovevi perlustrarla tu! >>
Questo si irrigidì un pochino a causa della reazione della giovane, ma poi riprese a parlare con un atteggiamento un po’ preoccupato.
<< a dire il vero ho avuto un cambio di programma. Mi hanno richiesto a una riunione con i membri del corpo di polizia di Jirga Para Lhao che si terrà a Vendecentre…quindi non ci sarà nessuno a perlustrare la loro zona, a meno che…ehm…non ci andiate voi due >>
Kat vide il suo sguardo di e si arrese.
<< uffa! Io e Raven volevamo prenderci un gelato da Aujean dopo…così non faremo mai in tempo! >>
Il poliziotto sorrise lievemente.
<< allora facciamo che sono in debito con voi di un gelato? >>
L’altra shifter sbucò fuori dalla tenda.
<< affare fatto >>
Il loro amico si rimise allora sulla moto per poi salutarle.
<< grazie mille per il favore, sono in debito con voi >>
La regina della gravità lo guardò attentamente guidare il suo mezzo per volare via mentre pensava che quella era l’ennesima volta che diceva quella frase.
Pochi secondi dopo Kat iniziò a brontolare.
<< uffa! Quello tira sempre fuori qualche assurdità. Però non posso dirgli di no quando si tratta della sicurezza della gente >>
Raven la guardò e, dopo qualche secondo, iniziò a parlare.
<< ehi Kat, ti propongo una cosa: che ne dici se andiamo ad Auldnoir e ci prendiamo il nostro gelato? Aujean ha rimesso il suo chiosco davanti alla fontana e lo terrà lì fino alla fine della settimana. Una volta mangiato inizieremo da lì la nostra ronda >>
Gli occhi dell’amica si illuminarono.
<< Questo sì che è ragionare! E poi…a stomaco pieno si lavora molto meglio! >>
<< allora è deciso >>
A quel punto le due giovani donne chiamarono i loro guardiani stellati per poi iniziare a far levitare i loro corpi splendenti.
Sfrecciarono quindi verso la piazza della fontana, mentre le due si mescolavano con l’aria di tranquillità trasmessa da Auldnoir che fischiava nelle loro orecchie.
Una sensazione oramai divenuta una routine che tuttavia risultava essere piacevole come se ogni volta fosse la prima.
Non ci volle molto prima di arrivare.
E infatti eccolo lì: il chiosco che vendeva i gelati era aperto e al proprio posto come Raven lo aveva ricordato giusto il giorno prima.
Pochi minuti dopo le due erano davanti al baracchino a mangiare i coni che avevano appena acquistato e a osservare la gente.
Improvvisamente il silenzio causato dalla fame fu interrotto dalla ragazza dai capelli scuri.
<< Kat, hai notato lo sguardo preoccupato di Syd quando se ne stava andando? >>
<< a dire il vero no…ero piuttosto scocciata dalla sua richiesta. Dici che era preoccupato? >>
<< direi di sì. A me sembrava piuttosto ansioso. Spero non gli sia successo niente >>
<< beh…in questo caso gli chiederò più tardi come sta…anche se secondo me è solo sp… >>
SPLAF
In contemporanea al rumore che era stato sentito, un uomo che camminava vicino alla fontana venne proiettato dentro di essa e le due shifter avrebbero giurato di aver visto le cervella della persona schizzare fuori dalla testa per spiattellarsi sulla parte bassa del monumento.
Accanto allo sfortunato, c’era un ancor più sfortunato bambino che sgranò gli occhi e irrigidì tutto il corpo alla vista di quell’evento durato una frazione di secondo, mentre la gente intorno aveva già iniziato a correre e a urlare.
Istintivamente Kat e Raven buttarono a terra i loro coni gelato per poi partire subito all’azione: la prima a portare via il bambino e la seconda a cercare di aiutare il poveraccio che stava galleggiando in acqua, anche se avevano entrambe la sensazione che sarebbe servito a ben poco.
Kat prese il ragazzino nel suo campo di stasi e notò che aveva ancora gli occhi che fissavano nel vuoto.
L’altra, intanto, si ritrovò davanti ad uno spettacolo orrendo: l’uomo galleggiava nell’acqua oramai diventata completamente rossa con un grosso buco in testa mentre i resti della sua materia cerebrale colavano sulla parte in marmo della fontana a pochi centimetri da lei.
“ Gli hanno sparato in testa! ”
Tuttavia, non avevano molto tempo per pensare: là, in mezzo alla piazza, potevano essere un bersaglio facile e colpirle con un colpo d’arma da fuoco in quel momento sarebbe stato un gioco da ragazzi.
Si girò intorno per vedere se potesse anche solo intravedere il colpevole.
“ Niente…ha commesso un omicidio in pieno giorno eppure non lo vedo. In ogni caso non posso lasciare qui questo pover’uomo! Devo anche avvertire Kat che stare qui potrebbe costarci caro… ”
<< Kat…via di qui! >>
A queste parole la sua alleata iniziò a correre verso un luogo sicuro mentre la ragazza iniziò a manovrare la gravità in modo da formare un campo di stasi e portare via il defunto.
Con la voglia di vomitare alle stelle, Raven iniziò a cadere verso l’alto per poi sfrecciare via in un luogo sicuro mentre la scia di sangue proveniente dalla vittima proiettava a terra una grossa strisciata rossa qualunque percorso prendesse la giovane.
Kat mise una mano davanti agli occhi del bambino mentre volava accanto alla sua amica, per poi fare cenno di atterrare.
Erano entrambe sconvolte: durante le loro numerose esperienze a fianco della giustizia avevano visto accadere molte cose. Videro Alias mettere delle bombe a Endestria, videro più volte l’incolumità di tutta la città essere compromessa. Avevano pure visto il mondo sull’orlo della distruzione…ma mai avevano assistito a un episodio così violento e così disumano…
Inoltre, era stato particolarmente brutale, accaduto così in fretta e senza tante cerimonie…un perfetto omicidio sotto il naso di tutti.
In un attimo, una normalissima giornata si era trasformata in un inferno.
Il piccoletto si abbandonò in un abbraccio disperato tra le braccia della ragazza, crollando in un pianto trattenuto fin troppo tempo.
<< Raven, ora siamo al sicuro…io vado a cercare la madre di questo ragazzino, tu vai a chiamare Syd, non so cos’altro fare >>
Ci vollero alcuni secondi prima che la faccia della persona al suo fianco riprendesse colore.
<< d’accordo…allora vado >>
Non disse nient’altro, si limitò piuttosto a volare verso Vendecentre, dove il loro amico stava intanto continuando la riunione con gli esponenti della polizia di Jirga Para Lao.
Kat sussurrò alcune parole al piccoletto che aveva tra le braccia.
<< tranquillo, è tutto finito…andiamo a cercare la mamma >>
E così avrebbero fatto, con la speranza della ragazza di non versare anche lei qualche lacrima.
La giovane dai capelli corvini aveva lasciato il cadavere alle sue spalle per poi chiedere gli occhi all’ormai defunto uomo di mezza età: la polizia lo avrebbe comunque trovato entro poco tempo. Prima di partire e continuò il suo viaggio con la mente che non riusciva a produrre neanche il più semplice dei pensieri, facendo si che il suo volo verso la sua destinazione fosse accompagnato da una spiacevole sensazione di vuoto dentro la sua testa.
Si vide scorrere i piccoli palazzi e casette di Auldnoir sotto di sé, per poi continuare un po' nel vuoto oltre il confine del piccolo paese.
Niente…non riusciva a pensare ancora a niente…
Dovette aspettare di vedere i primi grandi edifici di Vendecentre che circondavano le grandi piazze piene di vita prima di potersi tranquillizzare un po’.
Vedere questa parte di Hekseville la tranquillizzò: era bello vedere un posto dove ancora vigevano la vita e la tranquillità.
Raven emise un sospiro prima di atterrare davanti al palazzo dove sapeva avrebbe trovato Syd.
Si diresse subito verso l’ingresso: non importava se le persone non autorizzate non venivano fatte passare, la questione era troppo seria.
Una guardia la vide e si rivolse a lei.
<< salve Raven, posso fare qualcosa per te? >>
La ragazza rispose senza tante cerimonie, con un volto che trasmetteva serietà e ansia allo stesso tempo.
<< fammi entrare… >>
<< mi dispiace ma questa è una riunione molto importante e nessuno può entrare eccett… >>
<< lasciami entrare maledizione! >>
L’uomo sembrò essere spaventato dalla lieve luminescenza blu emessa dal suo corpo e mostrò una resa attraverso un piccolo inchino e indicandole con un gesto della mano la porta d’ingresso.
La shifter si aggiustò i lunghi capelli neri e rossi smossi dalla sfuriata, per poi entrare all’interno dell’edificio.
Non ci volle poco tempo prima di trovare la sala giusta: l’edificio era veramente grande e c’erano cartelli ovunque che indicavano le numerose sale e gli uffici riservati alle varie cariche del corpo di polizia di Hekseville.
Raven riuscì tuttavia a trovare l’ubicazione giusta, aiutata dal fatto che nel periodo in cui i militari di Jirga Para Lhao, sotto l’ordine degli ex consoli che governavano quel paese, le avevano controllato la mente, insegnandole ad eseguire gli ordini dell’uomo di questa o quella carica militare.
Per quando esercito e polizia siano diversi, questo aiutò comunque la ragazza, anche se l’esperienza che le aveva insegnato queste cose non fu certo piacevole.
Nello stesso momento, Syd e altre persone piuttosto importanti parlavano tra di sé un una sala riunioni riservata solo alle massime autorità, fino a quando un impiegato del posto non bussò all’ingresso annunciando l’arrivo di una persona desiderosa di incontrare una dei soggetti.
<< nessuno può entrare qui dentro >> disse un uomo che indossava abiti palesemente appartenenti alla cultura delle persone importanti del paese che da poco più di due anni confinava con Hekseville.
Per tutta risposta, la shifter sfondò la porta cercando con lo sguardo il suo amico, il quale la riconobbe subito e si alzò in piedi.
<< Raven, che ci fai qui?! Non potresti entrare! >>
<< Syd, sbrigati! Dobbiamo mostrarti una cosa! >>
Le altre persone della sala iniziarono a protestare a causa dell’irruzione, borbottando frasi sulla segretezza di quell’incontro e altre questioni”
<< sono occupato con questa riunione e adesso devo anche fare in modo che tu non finisca nei guai! >>
Raven alzò la voce, cercando di imporsi a quella che lei riteneva un inutile fiscalità.
<< accidenti Syd! Io e Kat abbiamo appena visto un uomo venire giustiziato! >>
Il silenzio calò nella stanza e la giovane vide l’uomo tornare a sedere.
Syd batté i pugni sul tavolo.
<< MALEDIZIONE! >>
Si mise poi le mani tra i capelli, sotto lo sguardo preoccupato di Raven.
Tutte le persone della camera si alzarono lentamente per poi avviarsi verso l’uscita senza neanche guardare colei che aveva irrotto nelle loro conversazioni: la riunione era finita.
La ragazza, inizialmente scossa dallo svolgersi della situazione, aspettò che rimanesse solo Syd, il quale era rimasto seduto in silenzio a guardare il tavolo, per poi avviarsi verso di lui.
<< Syd…che succede? >>
L’uomo non disse nulla, e il tempo sembrava rallentare come se volesse dar loro la possibilità di prendersi tutti i momenti necessari per calmarsi e chiarire le cose.
<< Syd… >>
Questo alzò lo sguardo verso i suoi occhi.
<< non posso dirti niente >>
Il modo in cui lo disse la fece preoccupare ancora di più: non lo aveva mai visto così esasperato.
Poco dopo però, iniziò ad insistere…non poteva essere questa la risposta alla sua richiesta di aiuto dopo quello che aveva visto.
<< Syd, dimmi che accidenti sta succedendo! >>
L’altro cambio espressione, ora più seria che preoccupata.
<< se te lo dicessi rivelerei dei segreti di stato. Inoltre…tu e Kat potreste ritrovarvi in una situazione di pericolo… >>
<< siamo già state in pericolo! Ci è morto un poveraccio davanti e per tirarlo fuori ho dovuto…t-tirarlo fuori mentre il sangue…tutto quel sangue… >>
Non si accorse che un paio di lacrime stavano scorrendo lungo il volto.
<< Syd…giuro che se non mi dici cosa cazzo sta succedendo il prossimo a morire sarai tu! >>
L’uomo la guardò sconvolto…la poveretta doveva essere sotto uno stato di shock e, se lo era una persona come lei, non osava immaginare la povera Kat.
Alla fine, egli si arrese.
<< e va bene…verrò con te >>
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Auldnoir, due ore dopo
Syd ascoltò la storia delle due amiche, cercando di annotare più dettagli possibile su un taccuino che era solito portare con sé.
Durante il racconto le due si davano il turno e, dal momento che la regina della gravità aveva un carattere piuttosto sensibile, Raven fu quella che dovette fornire maggiori dettagli, mentre l’amica (quando non era il suo turno) cercava di trattenere le lacrime, spesso senza successo.
Alla fine, ci su un minuto di silenzio, seguito da una richiesta di Kat, la quale si stava sforzando per parlare senza avere il contrasto del dolore che provava dentro di lei.
<< noi ti abbiamo detto ciò che abbiamo visto…adesso raccontaci del casino che sta succedendo >>
Lui la guardò: Kat era sempre stata una persona solare e amichevole. Ogni volta che la vedeva non poteva trattenere un sorriso: la giovane riusciva sempre a trasmettere serenità alle persone che la circondavano e riusciva allo stesso tempo a mantenere il coraggio e la volontà ferrea quando le persone avevano bisogno di aiuto.
Eppure era lì…con gli occhi arrossati dalle lacrime che non riusciva a trattenere e il volto in un’espressione che stavolta trasmetteva una tristezza fuori dal comune.
Non poteva dirle di no. Anche se Syd, sotto i panni di Alias, aveva sempre agito sotto copertura nei suoi confronti, stavolta aveva la sensazione che a questo punto sarebbe stato peggio non dir loro la verità che altro.
E poi la sua faccia…le loro facce…
L’uomo inizio finalmente il suo discorso.
<< sebbene possa sembrare strano, la riunione a cui stavo partecipando oggi e l’uccisione alla fontana sono molto probabilmente correlati >>
Ricevette come risposta degli sguardi perplessi che lo incitavano a continuare.
<>
Raven lo guardò severa mentre Kat disse quello che molto probabilmente stavano pensando entrambe.
<< come hai potuto nasconderci una cosa del genere? Potevamo fare qualcosa! E invece siete stati tutti nascosti a fare gli affari vostri…con che faccia adesso ci chiedi scusa? >>
Syd non se la prese, era chiaro che la sua giovane amica non era ancora in grado di ragionare in modo totalmente lucido, piuttosto si limitò a rispondere.
<< non potevo dirvelo perché vi avrei messo in serio pericolo >>
Ebbe appena il tempo di finire la frase prima che l’altra ricominciò.
<< da quanto tempo va avanti questa storia? >>
Lui si guardò i piedi e si aggiustò i capelli, poi aggiunse quasi sussurrando: <>
Kat sbottò, cominciando a gridargli contro.
<< un anno?! Hai idea di cosa avremmo potuto fare in un anno?! Accidenti Syd! Potevamo salvare un sacco di gente! Quante vittime ci sono state?! >>
la guardò negli occhi.
<< cinquantadue…cinquantatré con oggi… >>
Gli occhi della regina della gravità riuscirono per un attimo a diventare addirittura più rossi di quanto non lo fossero già.
<< accidenti a te Syd! >>
Quest’ultimo cambio improvvisamente tono, diventando più serio.
<< volevo dirvelo, lo giuro! Ma mi dissero di non rivelare nulla a nessuno. Hanno addirittura dato lo stesso ordine ai familiari e ai conoscenti delle vittime. Inizialmente avevo persino pensato di ignorare la direttiva per dirlo a voi e a voi soltanto…avete sempre avuto la mia piena fiducia >>
Raven si introdusse nel discorso.
<< e allora perché non lo hai fatto? >>
Syd si blocco di colpo, tornando al suo stato mite.
<< perché, man mano che andavano avanti le indagini, iniziai a notare che tutti quelli coinvolti in esse venivano uccisi a uno a uno. Poliziotti, indagatori…persino le spie. Quelli che non hanno subito nessuna ingiuria sono coloro che sanno poco o niente. Decisi quindi di tenermi questo fardello per proteggervi…non volevo che vi accadesse qualcosa di male. Avevo paura che l’assassino venisse a prendervi >>
Calò il silenzio e l’uomo si guardò le scarpe sotto lo sguardo delle due che, aspettandosi di avere un lieve sollievo chiamando il suo aiuto, si ritrovarono invece il morale ancora più a terra.
La bionda regina della gravità interruppe quella strana pausa.
<< quindi…il criminale è uno solo? >>
<< molti miei colleghi ritengono che si tratti di un’organizzazione criminale mai io non ci credo. Penso che il colpevole sia uno a causa del fatto che tutti i suoi delitti hanno una cosa in comune >>
 << che cosa? >> chiesero le due all’unisono.
<< sono tutti perfetti: nessuna traccia lasciata, nessun testimone, nessun rumore sentito da persone vicine…l’assassino uccide e se ne va sparendo del tutto…fino a quando non ci lascia un altro corpo da portar via >>
Syd continuò: << è troppo abile anche per noi. Sapete…almeno in passato quando la città era in pericolo sapevamo chi dovessimo affrontare. Qui invece…non sappiamo niente. La gente muore e noi della polizia non possiamo fare nulla. Mi sento così impotente davanti a tutto questo…e inoltre oggi ha compiuto il suo primo omicidio in pubblico. Non che cambi molto però: anche stavolta ha fatto il suo sporco lavoro ed è sparito sotto gli occhi di tutti, anche di quelli delle pattuglie che erano di zona. Nessuno lo ha mai nemmeno visto. Tuttavia, gli abbiamo affibbiato un nome in codice: DIVA >>
Kat lo guardò con occhi dolci, le dispiaceva vederlo in queste condizioni e le dispiaceva ancor di più essersi arrabbiata con lui.
<< ehi Syd...ti aiuteremo noi adesso! Giusto Raven? >>
<< giusto! Non possiamo permettere che questa cosa continui! >>
Lui alzò lo sguardo preoccupato.
<< ragazze…statene fuori…vi prego. Io mi ritengo fortunato ad essere qui a parlare con voi. Se iniziate ad indagare anche voi lui lo scoprirà. Non so come faccia ma DIVA sa sempre tutto e se scopre che vi siete immesse in questa storia…io non voglio neanche immaginarlo! >>

i suoi occhi si erano lievemente inumiditi. Voleva davvero un gran bene alle due, ma sapeva anche che le sue parole erano inutili: il loro senso di giustizia era così potente che avrebbero fatto di tutto per le persone di Hekseville e di Jirga Para Lao, anche se questo significava metterle in pericolo.
 
 
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Cambio personaggio.
Auldnoir, ubicazione sconosciuta, un’ora dopo il delitto alla fontana.
La figura se ne stava immobile a guardare da lontano la piazza della fontana quasi del tutto vuota, a contemplare lo schizzo di sangue che veniva lavato via dal monumento dagli addetti.
Quella persona era stata in isolamento parecchi mesi pur di immettersi in questa nuova società al meglio che poteva.
Aveva dovuto imparare la loro lingua, capire le leggi del posto e trovarsi un eventuale riparo.
Ma adesso era lì, a muoversi per la città come se ci abitasse da sempre.
Ancora non aveva capito come il suo risveglio fosse avvenuto in un posto così particolare.
Italia, Francia, Germania, America e Giappone…dove erano finiti tutti i paesi che conosceva? Quanto lontano si trovava da essi in questo momento?
Ad ogni modo non aveva nostalgia di casa: il posto era perfetto. Il soggetto aveva imparato che un luogo vale l’altro…bastava solo rispettare le regole.
Aveva girato in largo tutti i luoghi possibili: aveva iniziato a girare per Auldnoir, evitando il più possibile il contatto con la gente: non poteva sapere quanto le persone del posto fossero gentili con gli stranieri.
Subito dopo aver esplorato i luoghi più accoglienti, si concentrò sui posti più angusti: fogne, condotti, bassifondi e qualsiasi altro luogo potesse essere visto.
Auldnoir, Pleajeune, Endestria e Vendecentre…ormai non erano più un segreto: aveva applicato lo stesso metodo di esplorazione per tutte le aree di Hekseville subito prima aver ripetuto tutti i passaggi per le varie zone di Jirga Para Lao.
In più, aveva imparato alla perfezione la loro lingua allenandosi giorno e notte nella pronuncia di quello che sembrava uno strano mix di francese e giapponese.
Per fortuna che di lingue ne sapeva già una dozzina…una più non avrebbe certo fatto la differenza, anche se non avere nessun riferimento alle sue origini aveva fatto in modo che ci mettesse più tempo delle altre volte.
Ora però non aveva più importanza. Aveva tutto quello che serviva: un luogo dove vivere, la perfetta conoscenza di questo posto e soprattutto…un lavoro.
E ora eccolo lì, a muoversi tra la gente come se niente fosse: camminava, parlava e scherzava coi passanti e soprattutto…raccoglieva informazioni.
Era quello che sapeva fare meglio…raccogliere continuamente informazioni su tutto e su tutti.
Scrutava, osservava e annotava, per poi imparare tutto a mente e distruggere i fogli che aveva appena studiato a fondo.
Tutto ciò che faceva era svolto alla perfezione. Era l’unico modo che conosceva per andare avanti.
La sagoma si alzò in piedi dal tubo di scarico sul quale era accovacciata per poi incamminarsi verso il luogo dove aveva visto correre via le due shifer dopo aver reagito all’evento a cui avevano assistito.
Comprendeva perfettamente il loro stato d’animo: anche l’individuo aveva assistito a quell’atto eseguito con particolare freddezza…anche se non aveva reagito come quelle due: di cose ne aveva viste così tante da non scomporsi neanche un po’.
Aveva visto tutto quello che per molti era sbagliato in quasi tutte le parti del mondo dal quale proveniva, e certamente un omicidio non era certo un problema. Lo era però per questa gente abituata a una vita tranquilla dove eventi di questo tipo erano più unici che rari…anche se non si comprende comunque tanto scalpore dal momento che più volte sia Hekseville che Jirga Para Lao avevano rischiato di essere cancellate dall’esistenza.
Tuttavia, c’èra una spiegazione…molto probabilmente la popolazione è sempre stata abituata a vedere pericoli esterni alla loro città oppure in grande mostra. Stavolta il pericolo era tra loro.
“ La psicologia di queste persone è particolare ma altrettanto affascinante ”, pensò.
Adesso era nelle vicinanze di quella che tutti chiamavano “ la regina della gravità ”.
Era da sola a consolare il bambino che era vicino alla fontana in attesa che si calmasse per andare a cercare insieme a lui la madre.
A momenti sarebbe certo partita, altrimenti non si sarebbe mai fatta trovare in tempo in questo posto per incontrare la sua amica.
Aveva sentito tutto: volevano chiedere aiuto a Syd e sicuramente lo avrebbero fatto venire qui.
Non li segui…sapeva già che avrebbero trovato la madre del bambino e comunque non era di suo interesse.
Aspettò dunque immobile in attesa che tornassero.
Infatti, non attese a lungo: dopo poco più di cinque minuti Kat era di nuovo al suo posto e, ignara del fatto che qualcuno la stava osservando da ormai parecchio tempo, si abbandono in un pianto che, seppur non troppo rumoroso, riusciva a far capire a chi guardasse la tristezza che lei provava.
Sembrava molto abbattuta: per la prima volta aveva davanti ai suoi occhi il corpo di una persona che non era riuscita a salvare neanche lontanamente, riscoprendo il fatto che nulla è davvero impossibile, anche il fallimento di una buona azione…e infatti eccola lì a piangere a causa del senso di impotenza che le si era scaraventato contro di punto in bianco.
La figura memorizzava ciò che vedeva e cercava di ricordarsi altre questioni nello stesso momento: aveva molto su cui riflettere.
Improvvisamente apparvero due figure dal cielo: era Raven che trasportava Syd nel duo campo di stasi.
Ecco…adesso era il momento più vitale…ora le orecchie sarebbero dovute rimanere ben tese.
Ascoltò tutto quello che veniva detto durante la conversazione tra i tre: la riunione, le indagini le morti durante le medesime e soprattutto, l’intenzione delle due di allearsi con il loro amico detective.
Questo però non sorprese certo la persona nascosta: era tutto così ovvio…
Ad ogni modo non poteva più stare lì…aveva delle commissioni da svolgere e adesso che aveva trovato un buon lavoro non poteva certo battere la fiacca.
E l’individuo in questione prendeva il suo lavoro molto seriamente…
 
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Casa-tubo.
Le due erano tornate all’abitazione ricavata da uno scarico fognario.
Ormai erano tardo pomeriggio e i primi sprazzi di tramonto cercavano timidamente di farsi spazio tra gli edifici e i tubi dell’impianto fognario dove Kat e Raven stavano finalmente trovando un po’ di pace per la prima volta in quella giornata, con la mente libera di parlare in modo più chiaro e lucido.
<< hey Raven >>
<< sì Kat >>
<< a me non importa se Syd non vuole che indaghiamo sul caso…voglio comunque dare una mano alla città...voglio fare ciò che è giusto >>
L’altra si voltò verso di lei guardandola negli occhi.
<< Kat, non mi importa quale decisione prenderai. Io sarò al tuo fianco >>
<< grazie Raven >>
Adesso la bionda regina della gravità aveva abbassato lo sguardo mentre il suo viso indossava un sorriso appena accennato.
La sua amica la guardò un pò perplessa.
<< Kat, non aver paura…ce la faremo >>
<< no…non è quello >>

Raven non capiva…
<< stavo solo pensando a Eto…non so il perché >>
Kat era riuscita a tornare a Hekseville, ma ancora non riusciva a staccarsi dalla mente il suo passato. Aver scoperto che circa cento anni prima lei si chiamava Alua e governava la città che si trovava in cima al pilastro del mondo era stato piuttosto sconvolgente. Dopo tutto questo tempo, si era comunque impegnata a scacciare via il suo passato e adesso Hekseville era la sua casa e il luogo dove si trovavano anche tuti i suoi amici.
Eppure, ogni tanto le memorie della città di Eto tornavano a tormentarla per un pochino. Non era una cosa che durava molto, ma quando accadeva si doveva darle il tempo di passare senza alcuna fretta…e Raven lo sapeva.
L’altra shifter sapeva cosa volesse dire avere un passato incerto o frustrante. Da quando aveva staccato il piano esistenziale di Sachya dal suo per salvare i bambini dal dover cadere nella parte più in basso del pilastro del mondo, lei non poteva ricordare che un’accozzaglia di frammenti di memoria riguardanti qualcosa di incerto.
Malgrado non potesse più ricordare i ragazzini e l’arca dove non sarebbero più dovuti andare, il nome Sachya la faceva cadere in una strana sensazione di malinconia.
E infatti le era venuto in mente proprio quello. Le due sapevano di essere in qualche modo connesse tra loro, e quando una pensava al proprio passato (che si ricordasse in modo definito o meno), l’altra faceva lo stesso, per poi provare entrambe le stesse sensazioni.
Raven passò dolcemente un braccio intorno alle spalle della sua amica.
<< non mi importa chi fossi, per me sei e rimarrai sempre Kat >>
Quest’ultima le sorrise, posando la testa sulla spalla della ragazza dai capelli neri e rossi.
<< grazie Raven. Prima ero incerta ma adesso so di avere la forza di continuare…andiamo a scovare quel maledetto…nessuno ha il diritto di terrorizzare la nostra città senza dover vedersela con noi >>
L’altra shifter sorrise: << ben detto! Muoviamoci! >>
Le due iniziarono a parlare sul da farsi, ricordando le parole di Syd riguardanti la segretezza del caso: anche se avessero informazioni a qualcuno che conosceva la verità non avrebbero ottenuto niente…nessuno aveva il permesso di dire niente (e forse non c’era neanche qualcuno che avesse il coraggio di farlo).
Dunque, la soluzione era una sola: un setaccio a fondo di Hekseville e Jirga Para Lao.
Ma come potevano trovare una sola persona in un’area così grande?
Questo era un bel problema.
A un certo punto Kat ebbe un’illuminazione.
  << hey Raven, forse mi è venuta un’idea…anche se probabilmente ti sembrerà folle >>
<< nessuna idea è folle in questi casi. Coraggio dimmi tutto! >>
Il morale delle due era salito e non era certo intenzionato a scendere.
<< e se andassimo da Aki? >>
<< beh…può essere un’idea…perché no…magari poi potremmo fare un giro di ispezione laggiù >>
Dusty e Xii le guardavano con aria incuriosita, capendo che entro poco sarebbero dovuti entrare in azione.
<< forza ragazzi, si parte! >> chiamarono entrambe all’unisono.
Nel cielo, due corpi sfrecciavano, uno illuminato di rosso e l’altro di blu.
Oltrepassando il confine di Auldnoir riuscivano già a vedere il passaggio dal giorno alla notte man mano che si avvicinavano al quartiere dei divertimenti, godendosi tutte le sfumature che il tramonto offriva.
Continua…
 
 
   
 
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