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Autore: Lady Moonlight    28/05/2018    1 recensioni
Sequel di “Cicatrici”.
Precipitata su Midgard per volere di Hela, Freya è trovata dallo SHIELD all’interno di una piramide. Creduta morta, su Asgard Frigga scruta il destino in un nuovo quadro mentre Thor si appresta a sedare le rivolte nate dopo la sconfitta di Aster e degli elfi oscuri.
Sulla Terra si verificano strani eventi e al contempo sogni confusi popolano la mente di Freya. Tony Stark cerca un modo per dare vita al suo nuovo progetto, Ultron, e, in un punto remoto dell’universo, Nebula porta a compimento il volere del padre, Thanos.
Loki, convinto che la guerriera sia ancora viva, tenta di scoprire cosa le sia successo, rischiando però di far piombare Asgard nuovamente nel caos.
[…]Il Collezionista è un essere strano. Freya lo conosce da cinquecento anni ormai e sebbene il suo corpo sia parzialmente invecchiato nel tempo, è chiaro che in realtà quella forma sia una mera finzione.
Freya preferisce evitare di contrariarlo quando ha a che fare con lui.
“Mi piacerebbe averti nelle mia collezione un giorno, tu e la collana” le dice indicando il monile dei nani. “Amo le cose luccicanti” confessa. “Naturalmente avresti una gabbia tutta per te.”
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nick Fury, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 10: La regina di Hel

 

 

 

Hela incrocia le gambe sul suo trono di ossa e osserva con fastidio crescente la presenza di Odino davanti a sé. L’unico occhio buono del re brilla in modo sinistro e minaccioso.

“Le tue visite sono sempre sgradite” decide di dire, rivolgendosi al vecchio orbo. In tutta risposta, Odino lancia un sacco ai suoi piedi, ma lei non lo raccoglie.

“E sgradevole è parlare con te”

Hela ridacchia e gli mostra il lato del viso che sembra appartenere a un cadavere. “Mi chiedevo quando ti saresti fatto vedere. Hai atteso più di quanto pensassi per giungere qui.”

“Il Ragnarok è alla porte” sentenzia Odino.

“E la tua morte imminente. Eppure eccoti qui, ancora a cercare di impedire l’inevitabile.”  La regina di Hel sospira, e il suo sguardo volge verso l’esterno del palazzo.

Le spalle di Odino sono curve, le rughe del viso profonde. “Tu sei la sola a ricordare. Le Norne non mi hanno voluto riferire nulla del fato che ci attende.”

Hela incrocia le mani tra loro. “Il tuo destino è ineluttabile, lo sai. Eppure ti permetterà di salvare più di una delle persone a te tanto care. Un fato simile non tutti possono vantarlo.”

Un sorriso amaro affiora sulle labbra del Padre degli Dei. “So che questa volta sarà diverso.”

“Sì, lo credo anche io. Il Ciclo è mutato. Forse sarà diverso, forse impediremo l’arrivo di questo Ragnarok. I tempi non sono maturi, le pedine non sono state posizionate. Gli ingranaggi del Ragnarok sono-“

“Inceppati. “

“Allora perché non dirmelo? Perché nascondermi che Freya è viva?”

“La risposta è nella domanda. Tu non ricordi, Padre degli Dei. Sei cieco al futuro e orbo al passato. È la prima volta che accade, quasi l’universo si prendesse gioco di tutti noi.”

“Brísingamen non si è destata. È in balia di mani mortali e la sua padrona…”

Odino stringe la presa su Gungnir. La lancia è la sola cosa che può proteggerlo da lei, da Hel, e la dea della morte la fissa con disprezzo. Se non fosse per quel dettaglio avrebbe già provato a ucciderlo e verificato così la teoria per cui le regole del Ragnarok possano essere modificate o meno.

Hela stringe i pugni. “Tutto ciò è molto noioso, molto frustrante, molto… fastidioso.”

Le anime di alcuni mortali sfilano davanti a loro e lei sorride mentre le sente pronunciare il nome del loro assassino.

“Vanadis” sibilano all’unisono, per poi scomparire tra la nebbia e le colonne della sua fortezza. Altre morti per mano di Freya, altro sangue che giunge a Hel come promemoria su chi sia realmente la figlia di Víli.

Hela dirige nuovamente lo sguardo verso Odino, rivolgendosi a lui come il vecchio ormai inutile che è divenuto.

“Dimmi cosa desideri davvero. Tanta strada solo per espormi le tue lamentele? Avresti potuto inviare uno dei tuoi corvi, invece sei qui.”

“Loki” dice Odino con un sospiro.

“Sì? Cosa vuoi sapere del mio sposo mancato?” Hela stringe la mano sulla coscia, i capelli neri che fluttuano nell’aria. “Sfortunatamente non è qui. O, forse è una fortuna, dal tuo punto di vista?”

Odino sbatte Gungnir sul terreno con fare furente. “Ha cominciato a fare ricerche. Accumula manoscritti e vecchi libri. Le Gemme. Le Gemme dell’Infinito. Giungerà a questa conclusione.”

Hela vorrebbe ridere in faccia al Padre degli Dei, ma stanno accadendo cose troppo strane in questo Ciclo e lei non sa più dove volgere lo sguardo. Midgard e i mortali potenziati, Víli e Skaði morti, Freya in possesso di Brísingamen da anni immemori, perfino Frigga è…

“Temi possa scoprire che le reliquie che tieni ad Asgard sono solo dei falsi? Si è sempre dimostrato intelligente… Un dettaglio come questo non potrà sfuggirgli.”

Odino emette un verso strozzato e borbotta qualcosa su Thor che lei non comprende.

“Oh, aspetta!” strilla Hela come una bambina felice. “Sei turbato perché…” La regina di Hel non po’ fare a meno di ridere in modo isterico e discontinuo. “Ma guarda, all’improvviso il potente Odino è divorato dai sensi di colpa per aver cresciuto un figlio e non averlo saputo capire.” Hela si alza in piedi. “In realtà non dovrei esserne sorpresa, visti i precedenti. Ingannato da tuo fratello, tuo figlio e tua nipote!” I capelli le cadono come un sudario sul volto, prima che lei li tiri indietro.

“Ah, concedimi il tempo per crogiolarmi di questi tuoi fallimenti!”

“Basta così!” tuona la voce di Odino.

“Oh, no, non può finire così. Volevi conoscere ciò che ci attende, Padre degli Dei, e conoscenza io ti darò” sentenzia, chinandosi a raccogliere la sacca che l’altro aveva gettato ai piedi del suo trono.

Ne rotolano fuori tre mele dorate e Hela le solleva con sguardo avido e intenso. Le carezza come una madre farebbe con il figlio, ne assapora il profumo, e con cura le ripone sul posto ormai vuoto dello scranno.

“Mele di Idhun. Frutti nati dall’unico albero il cui seme è stato generato da Yggdrasil” pronuncia Odino.

“Il cui potere è donare vita a chi la sta perdendo” mormora lei in risposta. “Il nettare di queste mele ti ha prolungato la vita, re degli Dei, ma il loro potere non può più impedire l’inevitabile.”

Hela alza gli occhi, piacevolmente colpita da una scoperta che non aveva considerato. “Stai morendo. Ecco perché sei qui, la motivazione reale… e offri a me ciò che è concesso solo al re della città dorata e a pochi altri eletti.”

Hela fissa con avidità crescente i tre frutti lucenti. La mano le trema e poco le importa se Odino ha potuto notare quella debolezza. Quelle mele sono destinate a rimanere invitanti e gustose in tutti i secoli a venire, perfino su Hel. E se le mangiasse, per un breve periodo, perfino la parte del suo corpo marcio e putrescente potrebbe divenire vivo e bello come la metà sana. Non osa nemmeno immaginarne il gusto, lei che è abituata al sapore della cenere. Desidera quei frutti quanto Loki vorrebbe essere riconosciuto da Odino come un figlio degno di fiducia.

“Considererai saldato il mio debito e quelli dei miei figli” afferma il Padre degli Dei. “Non avrai su di noi alcuna pretesa.[i]

“Sì” acconsente Hela, socchiudendo gli occhi. “Accettabile.”

“E mi consentirai di parlare con mio fratello.”

Víli” pronuncia Hela, quasi ridendo. “A quanto pare, Padre degli Dei, il tuo animo è rimasto scosso dal tradimento di tuo fratello.”

Odino la ignora. “Quando arriverà il momento, tu mi consentirai di prendere parte al Ragnarok, di condurre in battaglia i miei guerrieri per l’ultima guerra.”

“Parole avventate. Se tu ricordassi non faresti a me questa richiesta.”

“Cosa significa?”

Hela non risponde e a fatica distoglie lo sguardo dalle mele. “Finiamola qui, Odino. Il tuo tempo su Hel sta finendo e i morti reclamano la loro regina. Parla con tuo fratello, se proprio desideri, non te lo impedirò.”

Odino annuisce e improvvisamente uno dei suoi corvi compare sulla sua spalla, comodamente appollaiato come se ci fosse sempre stato.

“Ti avverto però che non troverai sollievo dalle sue parole.” Hela l’oltrepassa, ma per qualche ragione decide di voltarsi un’ultima volta.

“Faresti bene a tornare ad Asgard. Perché cercare barlumi di speranza dove non ve n’è?” Hela schiude le labbra. “Presto verrai nuovamente da me, Padre degli Dei, e quando lo farai non avrai più un luogo a cui fare ritorno.”

 

***

 

 

Natasha non è per nulla contenta di come sono andate le cose. Tutti gli uomini del commando armato sono morti e i due sopravvissuti si sono uccisi con una pasticca di cianuro. Quel particolare ancora la tormenta e, per qualche ragione, non le piace l’idea che Steve lo verrà a sapere.

Freya è andata a lavarsi dal sangue che aveva addosso e Natasha preferisce non pensare troppo alla fine che ha fatto l’uomo dato alle fiamme. L’odore della carne bruciata impregna tutta la hall del centro benessere e alcuni ospiti del resort hanno vomitato quando sono usciti correndo dal palazzo.

Il cadavere è coperto con un telo, ma i presenti che hanno visto ciò che è accaduto spettegolano su Freya e di ciò che ha fatto.

“Mostro” sussurrano impauriti, quando parlano di lei.

Natasha pensa a Bruce, alle stesse parole che feriscono Banner più di una scarica di proiettili. La gente penserebbe lo stesso di lei se raccontasse il suo passato? I pensieri vagano…

E poi le torna in mente Odessa. La missione che quasi l’ha uccisa e l’uomo dal volto mascherato, che a volte popola ancora i suoi incubi.[ii]

Scuote la testa e sposta l’attenzione sulla stanza che Freya e Pepper stanno lasciando in quel momento. La guerriera sta rispondendo a una domanda dell’altra donna, le labbra strette in un’espressione tesa.

Dovrebbe essere furiosa con lei, ma Natasha può solo emettere un sospiro di sollievo quando Freya la raggiunge con i capelli bagnati e gocciolanti.

“La prossima volta” la ammonisce con un’occhiata nervosa “rifletti prima di agire e aspettami.”

La guerriera sembra sentirsi a disagio per quel rimprovero, ma annuisce, chinando il capo verso il basso. Pepper sospinge Freya da parte e le asciuga i capelli con un asciugamano.

Natasha la riterrebbe una scena tenera, se non avesse visto il macello che quasi un’ora prima l’asgardiana ha scatenato lì dentro.

Sta proprio riflettendo su quello, quando una squadra dello SHIELD fa irruzione in tenuta d’assalto e fucili spianati.

C’è anche Steve tra loro e Natasha gli fa cenno di raggiungerla. Lo informa su quanto avvenuto prima che strane idee possano passargli per la mente. Il Capitano non è felice di trovare in quel caos Pepper e Freya e i suoi occhi si adombrano quando vede i due uomini che si sono suicidati con il cianuro.

“Pensavo che la guerra fosse finita più di cinquant’anni fa…”

“C’è sempre qualche idiota a piede libero nel mondo, Steve” lo rassicura Natasha. “Il veleno è un’arma efficace per i devoti a una causa.”

“E la causa di oggi qual era?”

Natasha tace e si stringe nelle spalle. Non è la prima volta che mente al Capitano e nemmeno sarà l’ultima. Scambia un’occhiata con Freya e l’asgardiana non fa nulla per mutare la sua decisione.

“Forse cercavano Pepper” azzarda, sperando di risultare convincente. “Avrebbero potuto chiedere a Tony un riscatto milionario.”

Steve si piega sull’uomo carbonizzato e scuote la testa in un chiaro segno di disapprovazione. “Questa situazione non mi piace per niente” le rivela, mentre gli uomini dello SHIELD caricano i cadaveri sui furgoni.

“Ho un brutto presentimento” conclude e Natasha non può che essere d’accordo.

 

***

 

Alexander Pierce schiaccia con furia il pulsante di accetta chiamata e tamburella le dita della mano sul tavolo della cucina. È nervoso, tutta  quella situazione imprevista lo rende ansioso, come se Fury dovesse comparire di punto in bianco nel suo appartamento.

“Ebbene?” esordisce. Le notizie che gli giungono non sono per nulla incoraggianti.

Quindici minuti dopo, il desiderio di scagliare il cellulare contro il muro è vivido e pressante. Afferra una mela dalla fruttiera e la getta a terra, il succo che cola lungo le lucide piastrelle.

Ha perso dieci dei suoi uomini più fidati in quella missione, ma l’asgardiana è libera e la Romanoff è viva e vegeta. È una fortuna che tutto il commando sia morto e che quegli uomini non facessero parte del personale SHIELD.

A volte, vorrebbe semplicemente dare il via all’ordine finale del HYDRA, tuttavia si impone di mantenere la mente lucida. Il progetto Insight si sta lentamente avviando al suo completamento e Alexander non può permettersi errori in questa fase dell’operazione.

“Non mi resta che usare lui” mormora, mentre un espressione soddisfatta si fa largo sul suo viso.

Cammina fino alla cassaforte, che tiene celata dietro un Van Gogh, e digita i codici di accesso. È quasi con timore che prende tra le mani il libro rosso con una stella nel centro.

“C’è un lavoro che devi svolgere per me, sergente Barnes.” Accarezza la carta con fare quasi paterno. ”È giunto il tempo del tuo risveglio.”

Alexander Pierce sfiora un’ultima volta la superficie del quaderno e sorride. “Che ne diresti di incontrate nuovamente un vecchio amico?”

 

 

 

 
 

[i] In riferimento alla “Materia Oscura” usata da Odino per spedire Thor sulla Terra, come accennato in Cicatrici e prima ancora “The Avengers”. In sostanza è  annullato qualsiasi tipo di debito contratto con Hela.

[ii] Riferito al Soldato d’Inverno. Se ne parla di ciò in Captain America: Winter Soldier.


 

Note: Confesso! Adoro scrivere di Hela perché posso inserire un sacco di frasi criptiche! LOL

Come avete letto, ora è entrato in scena anche Alexander Pierce e il caro Winter Soldier! Ammettetelo: stavate tutti aspettando Bucky! ù.ù
Sì, come avete visto ho deciso di proseguire, almeno per ora, la pubblicazione anche su EFP. Tuttavia non garantisco frequenza e regolarità^^

 






 

   
 
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