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Autore: LadySweet    28/05/2018    1 recensioni
Tommy Oliver è tornato a fare il power ranger dopo anni, per sconfiggere qualcosa che lui stesso aveva contribuito a creare, pensando di essersi lasciato il passato alle spalle. Quello che non sa è che proprio il suo passato tornerà da lui travolgendo il suo presente e cambiando il suo futuro, per sempre. Tutto inizia con una strana scia di morti misteriose ed una antica profezia da svelare....
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una strada cittadina, di notte, poco illuminata. Tommy camminava senza sapere esattamente dove stesse andando, quando istintivamente si fermò davanti ad una casa, una delle tante della fila. Guardò la porta, poi fisso tutte le finestre da quel lato della casa, fino a che dietro una di quelle non sentì il pianto di un neonato. Attese che qualcuno andasse a curare il piccolo ma dopo una manciata di minuti nessuno era sopraggiunto, e il pianto del bambino si intensificava. Così decise di entrare in casa e andare a vedere di cosa avesse bisogno. Quando però entrò in casa, noto che la parte della struttura era completamente distrutta, con qualche piccolo focolare qui e la e tanto, troppo fumo. La cosa lo allarmò talmente tanto che corse su per le scale seguendo il pianto del bambino per capire in quale stanza si trovasse. Quando fu davanti alla porta giusta fece fatica ad aprirla, poiché questa era ostacolata da due corpi esanimi a terra: un uomo e una donna giacevano a terra senza vita accanto alla culla del neonato che continuava a piangere con quanto fiato aveva in corpo. Tommy si avvicinò al corpo dell'uomo, che era il più vicino, ma non riconobbe il suo volte. Riconobbe invece il volto della donna... il volto di Kimberly. Poi guardò il bambino e lo prese in braccio. Questo smise di piangere, assunse una espressione maligna mentre il suo volto mutava in quello di un adulto e scoppiò in una risata inquietante, per poi rivolgersi a lui dicendogli: è finita!
In quel momento Tommy aprì gli occhi e si alzò di scatto mettendosi a sedere sul letto: era fradicio di sudore, aveva le pulsazioni a mille e le mani gli tremavano. Diamine, di tutti gli incubi quello era decisamente il peggiore. Si stese nuovamente sul letto per qualche minuto, finché non smise completamente di tremare, poi andò direttamente a farsi una bella doccia e indossare qualcosa di fresco e pulito. Mentre toglieva le lenzuola dal letto bussarono alla porta.
< Buongiorno > disse Hayley
< Buongiorno a te... > disse lui con voce stanca e poco convinto che quello fosse un buon giorno.
< Nottataccia?? >
< Indovinato... >
< Altri incubi? >
< Si, ma questa volta era diverso dal solito. Ed è stato ancora più brutto! >
< Ti va di parlarne davanti ad un bel caffè? >
< Meglio un the... sono già abbastanza agitato di mio. >
< E the sia! > disse la ragazza, scendendo in cucina, e mettendo un pentolino d'acqua sul fuoco.
Tommy la raggiunse dopo poco, e le raccontò del sogno avuto quella notte, di come era rimasto sconvolto dal trovare Kimberly a terra morta, ma che quel bambino (che aveva interpretato essere il suo) aveva cambiato volto... e gli aveva detto quella frase.
< E' finita... cosa è finita? >
< Mi piacerebbe molto saperlo. Ci sto pensando da quando mi sono svegliato, ma non riesco a collegare i pezzi. Mi manca l'anello centrale che mette insieme tutti i tasselli!! > disse esasperato Tommy passandosi una mano fra i capelli.
Era davvero in un bel casino: metà dei suoi amici erano morti, la donna che amava era stata rapita proprio quando si erano appena ritrovati e per giunta aveva perso suo figlio (avuto con un altro), il suo migliore amico era scomparso anche lui senza una traccia, e in tutto questo lui era ancora in alto mare, perso nella cecità dell'ignoranza.
< Hei professore, non ti abbattere! Vedrai che una soluzione la troviamo. Dopotutto sei sopravvissuto a migliaia di minacce quando combattevi per Zordon che... >
< Aspetta un attimo! > la interruppe Tommy. < Non abbiamo ancora letto con attenzione gli altri file del fascicolo. Ci siamo concentrati solo sull'8b. Dobbiamo esaminare il resto del fascicolo e trovare i file mancanti. Sono sicuro che tutto questo ha a che fare con Zordon! >
< Comincio a pensarlo anche io. Ma non saprei più dove cercare; è vero che sono una hacker molto dotata, ma anche io ho i miei limiti, certe cose sono inaccessibili anche per me >
< Forse non dovremmo andare troppo lontano a cercare le risposte che cerchiamo... > disse Tommy, con lo sguardo perso nel vuoto, o dentro un'idea.

La storia che Rubinia aveva appena raccontato, portò alla mente di Kimberly molti pensieri, che trovò decisamente familiari: troppe coincidenze, troppi dettagli, troppe situazioni.
< Perché non ti è piaciuta la mia storia Kimberly? Dopotutto ha un lieto fine, no? >
< Un lieto fine... per te!! Una pazza che conquista l'universo non è un lieto fine per nessuno. Se poi conti che la stessa pazza ha rapito un bambino innocente per farne la sua arma personale diventa ancora più spaventoso. >
< E tu sai cosa vuol dire... perdere un figlio. Non è vero Kimberly? > disse Rubinia mentre si avvicinava alla donna, poggiandole un braccio attorno alle spalle. Kimberly immaginava dove sarebbe andata a parare, ma sentire quelle parole pronunciate ad alta voce la sconvolse, come se avessero preso un coltello e riaperto la ferita nel suo cuore. Poi però tutto fu chiaro nella sua mente, mentre la perfida Rubinia sghignazzava prima sommessamente, poi sempre più forte fino a scoppiare in una risata malefica delle sue. Kimberly in quel momento rivisse la storia che aveva appena sentito, abbinandoci i ricordi più brutti della sua vita, e tutto acquistò un senso. Era stata lei a commissionare il rapimento del suo bambino!!
< Finalmente ci sei arrivata... lo deduco dalle lacrime che stanno cadendo dai tuoi occhietti. Ma non temere, come hai visto mi sono presa molta cura del nostro bambino, e adesso è un guerriero invincibile! Dovresti essere orgogliosa di lui!! > disse Rubinia continuando a sghignazzare. Nel frattempo la rabbia di Kimberly continuava a ribollire dentro di lei, come lava incandescente di un vulcano, pronta ad esplodere per riversarsi su quella pazza maledetta che le aveva rovinato la vita. Strinse i pugni più forte che poteva, conficcandosi quasi le unghie nella carne, cercando di trattenersi dal colpirla: sapeva che se l'avrebbe fatto sarebbero arrivati gruppi di guardie armate pronte a farla fuori, e sapeva anche che sarebbe arrivato lui, suo figlio. Pensarlo faceva strano: quel ragazzo che fino a qualche minuto prima odiava per il modo in cui l'aveva trattata, adesso lo vedeva con occhi diversi. Come poteva essere quello il piccolo? In che incubo era caduta? Non era forse meglio restare nella convinzione che fosse morto? Faceva meno male che vederlo ridotto in quel modo. Ma mentre pensava a tutto questo la rabbia montava ancora di pi, come uno tsunami, e non ce la fece più. Si aggrappò a due ricordi: la prima volta che tenne in braccio suo figlio appena nato, e l'ultimo bacio con Tommy, quello di qualche (forse) ora prima, e decise che se doveva morire, almeno sarebbe stata una mano “amica” ad ucciderla, quella di suo figlio.
Attese ancora qualche secondo, che Rubinia si girasse ancora intenta a sproloquiare su se stessa, e con uno scatto fulmineo saltò da terra e con una mano afferrò la testa di quella pazza, sbattendole la faccia a terra. Mise talmente tanta forza sulla sua nuca per tenerla in basso che diventò rossa e le vene della sua mano si ingrossarono.
< Tu. Sei. Una. Maledetta. STRONZA!! > disse, scandendo ogni parola mentre batteva ripetutamente il viso di Rubinia contro il pavimento. Poi si alzò in piedi e le tirò un grosso calcio in un fianco, facendola rotolare a qualche metro di distanza, ma non si avvicinò. Rimase a distanza, a prendere fiato e ad ascoltare i lamenti della sua nemica.
Rubinia dopo qualche secondo in cui si contorse, tentò a fatica di rialzarsi. Aveva la fronte tumefatta da cui usciva del sangue che le colava in mezzo agli occhi e lungo il naso, si teneva la pancia con una mano ed aveva il fiatone. La guardava dritto negli occhi, con una espressione maligna e spaventosa, senza dire una parola. Lo stesso faceva Kimberly. Rimasero parecchi secondi a fissarsi immobili, ognuna a studiare l'altra. Poi Rubinia schioccò le dita e dai lati oscuri del salone comparvero due file di guardie come quelle all'entrata, che si misero attorno a lei con le armi puntate su di lei, pronti a spararle. E dalla porta del salone apparve anche lui, il suo James, anche se sospettava non riconoscesse più quel nome... il realtà non sapeva nemmeno se lui fosse a conoscenza di chi lei fosse. Ma non poteva distrarsi, era circondata e senza via di fuga, ma non si sarebbe arresa senza combattere: aveva la possibilità di vendicarsi e lo avrebbe fatto, almeno per se stessa, e decise che sarebbe morta cercando di portare all'inferno con se più brutti ceffi che avrebbe potuto. Così si mise in posizione d'attacco e restò in attesa.
Il giovane appena entrato nella sala corse direttamente verso Rubinia per sincerarsi delle sue condizioni e lo intravide lanciarle un'occhiataccia.
< Tranquillo mio prediletto, non è nulla che non si possa curare. Dopotutto è così che reagisce una madre ferita... dico bene mia cara?? > disse riferendosi a Kimberly.
< Che intendete dire madre? > chiese il giovane. La donna ordinò alle guardie di aprirsi e lasciarli passare. Poi prese il figlio per mano e lo portò davanti a Kimberly.
< Dimmi Jaghar, sai dirmi chi è questa donna? >
< Una tua prigioniera >
< E sai dirmi il suo nome? >
< Dovrebbe chiamarsi Kimberly >
< Ti dice niente questo nome? >
< No madre... >
< Pensaci bene, rifletti, guardala dritto negli occhi... non ti torna in mente nulla? >
Jaghar guardò Kimberly fisso per qualche momento, tentando di fare spazio nella sua mente annebbiata. Ci pensò a lungo, poi il suo sguardo cambiò: da sottili e concentrati i suoi occhi diventarono grandi e pieni di sorpresa.
< Ricordo i suoi occhi, e una canzoncina.... ma nient'altro. Che significa tutto ciò madre? > chiese Jaghar voltandosi verso Rubinia.
< Ohh mio caro, allora qualcosa dentro di te è rimasto. Beh tu sei il ragazzo più fortunato dell'universo e sai perché?? Perché hai due madri! Ta-da! > disse la donna come se gli avesse appena fatto un regalo. In effetti il giovane rimase sorpreso, ma non fu tanto felice del regalo.
< Che scherzo è mai questo madre? Ho forse fatto qualcosa di sbagliato che vi ha contrariata e mi state punendo?? Vi chiedo umilmente scusa e non vi deluderò mai più!! > disse Jaghar inginocchiandosi ai piedi di Rubinia con gli occhi pieni di lacrime che a stento tratteneva. Ma la donna sorrise e si piegò davanti al figlio < Tu non mi hai mai deluso figlio mio. Questa non è una punizione, ma la crude verità. Questa donna, questo essere insulso che per prima con i suoi amichetti ha rovinato i miei piani di conquista, è la stessa donna che ti ha messo al mondo. > gli disse alzandogli il viso con un dito. < Sai bene che ci stiamo vendicando di tutti loro per essersi messi in mezzo ai miei piani, e ho ucciso gran parte dei suoi amichetti, ma il semplice omicidio dopo un po' diventa noioso, e un giorno sono venuta a conoscenza di una profezia che la riguardava, ed è li che sei entrato in gioco tu mio prediletto. >
< Di che diavolo stai parlando?? Che cos'è questa profezia di cui parli?? > chiese Kimberly esasperata.
< Davvero non lo sai? Zordon non vi ha mai detto nulla? >
< Di che cosa??? >
< Del suo Erede!! >
< Erede? Di che diavolo stai parlando?? Zordon non ha eredi! Ce lo avrebbe detto altrimenti! >
< Ne sei proprio sicura? > Kimberly ci pensò per qualche secondo. In effetti Zordon non aveva mai parlato di se, si era limitato a dire che Rita lo aveva confinato fra due dimensioni e che non poteva uscire, ma tutta quella che era stata la sua vita prima di quell'evento era rimasta un segreto. Le dispiaceva ammetterlo, ma per una volta quella pazza poteva aver ragione. < Zordon come tu lo conosci, è un millesimo di quello che era un tempo, il più grande guerriero dell'universo... e l'uomo più bello che avessi mai visto. >
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Ciao a tutti!
Ragazzi scusatemi tantissimo per il ritardo! Purtroppo sono iniziati gli esami all'università e passo più tempo sui libri che il resto, ma non ho intenzione di abbandonare la storia. State tranquilli! L'unica cosa che cambierà sarà la frequenza di uscita dei capitoli che al posto di uno alla settimana, diventeranno uno ogni due settimane (almeno per il periodo degli esami) in modo che posso conciliare studio e scrittura! Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Alla prossima
-LadySweet- 

 

   
 
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