Anime & Manga > Black Lagoon
Segui la storia  |       
Autore: devil_may_cry_wrath_92m    29/05/2018    1 recensioni
La fine di un lavoro l'inizio di qualcosa di molto più pericoloso, un viaggio che segnerà profondamente Revy e Rock
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Revy, Rock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Da tre giorni l’obitorio della polizia ospitava due “guest star” d’eccezione: il corpo di Yukio Washimine, figlia del defunto boss del clan omonimo e una specie di gigante che era stato identificato come Ginji “L’affettauomini” un sicario della Yakuza che si pensava ritirato dalla scena del crimine da molto tempo, addirittura che fosse morto “Bè ora lo è davvero” mormorò il medico legale mentre osservava il cadavere dell’uomo; guardò poi il corpo di Yukio e pensò tristemente che era un peccato: una così bella ragazza, sicuramente piena di sogni e speranze ora era soltanto un corpo freddo e immobile sul suo tavolo pronta per l’autopsia; non che ce ne fosse bisogno la causa della morte era evidente una ferita autoinflitta con una spada che aveva attraversato il collo , il decesso era stato immediato ma le pratiche burocratiche erano quel che erano e senza un’autopsia ufficiale la polizia non avrebbe potuto finire di compilare le scartoffie necessarie al rapporto sull’indagine e svolgere così il lavoro vero. Per quanto riguardava la morte di Ginji era un altro paio di maniche, il foro, provocato dal proiettile 9 millimetri estratto dalla testa dello yakuza era bastato per far capire la causa della morte a chiunque, il vero problema era un’ altro. Stando alla ricostruzione, Ginji aveva affrontato ed era stato ucciso da qualcuno, qualcuno armato con due pistole modello beretta m92, Il numero dei bossoli di proiettile ritrovati sul luogo del delitto aveva permesso alla scientifica di determinare quante e quali armi da fuoco erano state utilizzate ma ,come era stato detto, era un altro il problema. Da quello che la polizia aveva ricostruito, una delle due armi o forse tutte e due, erano state distrutte dalla spada di Ginji, la stessa arma che era poi stata utilizzata dalla giovane Yukio per suicidarsi, la presenza di olio che viene usato di solito per lubrificare le pistole e che era stato ritrovato sulla lama della spada era una prova evidente della fine che aveva fatto l’arma o le armi da fuoco utilizzate per uccidere lo yakuza il fatto è che per quanto quelli della scientifica avessero cercato, le fantomatiche armi da fuoco non erano saltate fuori, l’unica arma presente era solamente quella spada e nient’altro e questo era davvero un problema per le indagini. “Una prova che sparisce è una rogna” “Allora?” “Tutto a posto. I campioni di sangue sono stati alterati nessuno potrà risalire ai vostri…” “Veda di non fare il furbo signor Takeyama, so che non c’è la pistola” disse la voce al cellulare dell’assistente del medico legale. Takeyama era terrorizzato e al tempo stesso furioso: aveva alterato delle prove di un’indagine per omicidio e l’unica cosa che aveva ricevuto era stato solo un va all’inferno, il suo benefattore e ricattatore non si rendeva conto che lui rischiava dai dieci a i quindici anni di galera per questo “favore”. Takeyama aveva chiamato l’uomo al telefono benefattore perché tre giorni fa, questi gli aveva messo sul suo conto corrente dei soldi, denaro a sufficienza per levarsi di torno gli allibratori con i quali era indebitato fino al collo a causa del maledetto vizio del gioco che aveva, ma era uscito da un guaio solo per piombare in un’ altro ancora più grave, l’uomo aveva detto di avere delle foto di Takeyama mentre vendeva a uno spacciatore delle sostanze che aveva trafugato dall’obitorio dove lavorava e minacciava di consegnarle ai suoi superiori se non gli avesse fatto un piccolo favore; “Cosa vuole?” Aveva domandato Takeyama dopo che il misterioso individuo gli aveva inviato sul computer delle copie delle foto incriminanti per fargli capire che non mentiva “Deve far sparire tutto ciò che riguarda l’omicidio Washimine” e così aveva fatto ma adesso Takeyama aveva un problema ancora più grosso; la pistola che aveva ucciso Ginji “ l’affettauomini” era sparita e non per causa sua, quando era arrivato sul luogo del delitto insieme alla scientifica non aveva trovato niente se non sangue e una spada che aveva prontamente provveduto a “sistemare” in modo che alla polizia non servisse a niente. “Ascolti, glielo giuro i-io n-non ho trovato nessuna pistola, solamente sangue, bossoli di proiettile e…” “E quella spada. Come vede so già tutto signor Takeyma” “Se qualcuno ha preso quella pistola non sono stato io. Non sto facendo il furbo” “Lo spero signor Takeyama, per il suo bene. E’ brutto passare quindici anni in galera per occultamento di prove, soprattutto se si ha trent’anni e una fidanzata così giovane” Takeyama adesso se la stava facendo davvero sotto dalla paura, quel tipo sapeva anche di Midori, la sua ragazza “Midori Kurokawa, venticinque anni in procinto di laurearsi in legge all’università di giurisprudenza di Tokyo, vive ancora con la sua famiglia composta da i sua madre, suo padre e suo fratello minore. Il padre ha il grado di ispettore capo nella polizia di Tokyo, dubito che vorrebbe come genero un uomo che per pagare i suoi debiti di gioco ha venduto sostanze stupefacenti a uno spacciatore e ha anche fatto sparire delle prove da una scena del crimine. Forse potrebbe essere lui a metterle le manette” Takeyama cercò di controllarsi come meglio poteva ma l’unica cosa che ottenne fu di biascicare delle parole che sembravano squittii di un ratto “V—vi sto d—dicendo l—a verità. Non ho io quella maledetta pistola!” Per tutta risposta la linea cadde, Takeyama si accasciò a terra, passandosi una mano tra i folti capelli neri mentre con l’altra teneva il cellulare e ascoltava, come inebetito, il continuo segnale della linea caduta. “Questo è un guaio capitano” disse Boris rivolgendosi a Balalaika dopo che questa aveva chiuso il contatto con Takeyama. La donna non disse niente, per alcuni minuti rimase con quegli occhi che sembravano due lame di ghiaccio fissi nel vuoto e con le dita delle mani congiunte, Boris, era il suo braccio destro e ben sapeva che il suo capitano quando era in quello stato era perché stava pensando il da farsi. Balalaika alzò la testa, allungò una mano e prese un sigaro dalla scatola sulla sua scrivania e lo accese. Per un lungo istante, il leader della mafia russa nominata Hotel Moscov, fissò gli anelli di fumo poi con un sospiro disse: “Cero che Rock e Two Hands ce ne stanno dando di complicazioni eh, sergente?” “Crede che Takeyama abbia detto la verità? Che la pistola non l’abbia presa lui?” “Sì, l’hai sentita anche tu la sua voce. Persino dall’interfono si capiva che se la stava facendo sotto dalla paura” Boris a volte restava sorpreso dall’abilità del suo capitano, non tanto per aver trovato un tipo corruttibile come Takeyama, quello era stato facile grazie agli ottimi contatti che l’Hotel Moscov aveva nel mondo del crimine che comprendeva di tutto, dalla prostituzione fino alle scommesse clandestine e fu in quell’ambito che uno dei loro informatori gli aveva parlato di Masahiro Takeyama l’assistente del medico legale, un tipo che aveva le mani un po’ troppo bucate. Lo avevano tenuto sotto sorveglianza grazie ai loro uomini a Tokyo e ora sapevano vita e miracoli di quel fesso. Non era stato difficile procurarsi delle foto di lui che vendeva sostanze rubate da dove lavorava agli spacciatori, quello che veramente sorprendeva Boris era scoprire che il suo capitano fosse così brava a imitare una voce maschile, non aveva avuto bisogno di nessun apparecchio per modificarla, solo un fazzoletto sulla cornetta del telefono, poi aveva parlato tenendo la voce roca ma comunque ben chiara in modo tale che chiunque dall’altro capo del telefono potesse sentirla. “Quindi che cosa facciamo?” “Per adesso diremo a Dutch che i suoi soci sono al sicuro. E’ quella pistola mancante il problema” “Già perché qualcuno l’ha presa?” “Non lo so. Ma sono certa che Two hands non la prenderà bene” disse Balalaika, alzandosi dalla sua scrivania e guardando fuori dalla finestra del suo palazzo. Le luci della città di Roanapur gli illuminarono il viso devastato dalle cicatrici da ustioni che glielo attraversavano, brutto da vedersi ma per lei quelle cicatrici erano motivo di orgoglio, erano le sue medaglie che aveva portato con sé dalla guerra in Afghanistan, insieme ai suoi uomini, tutti veterani della prima linea come lei. “Comunque non ci riguarda. Quello che Dutch ci ha chiesto di fare noi lo abbiamo fatto. Adesso tocca a quei due pulirsi il culo da soli” “Ce la faranno? Two hands sicuramente ma Rock…” “Lo Japonski è più duro di quello che sembra è arrivato a provare a dirmi che cosa dovevo fare con quella ragazzina” rispose Balalaika con un ghigno. Nello stesso momento a Tokyo “Sei riuscito a prenderla quindi?” “Sì, ho dovuto solo ammazzare un coglione che lavorava al porto e che l’aveva presa per cercare di rivenderla. Che scemo, rivendere una pistola a pezzi” disse l’uomo all’altro mentre gli mostrava i resti della beretta m 92 di Revy che Ginji aveva distrutto nel loro scontro. “Dov’è adesso?” “Il corpo del fesso? In un container diretto in Cina. Ma posso farti una domanda?” “Cosa vuoi sapere?” “Perché hai voluto questi rottami?” “Mi servono. Farò tornare questi rottami alla loro forma originale e poi li userò per uccidere una puttana di mia conoscenza e non ti preoccupare, sarai ben pagato per questo servizio e se mi aiuterai a trovare altri tizi per seppellirla la tua ricompensa sarà raddoppiata” “Allora cosa aspettiamo? prepariamo il funerale per questa…” “Revy. Revy “Two hands”
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Black Lagoon / Vai alla pagina dell'autore: devil_may_cry_wrath_92m