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Autore: Lellaofgreengables    29/05/2018    1 recensioni
Marina e Domenico
Torino 1981.Marina è una giovane archeologa che vive la vita con estremo impegno, mentre Domenico fa del disimpegno la sua bandiera e dopo aver lavorato come animatore sulle navi crociere e nei villaggi vacanze , sogna il successo in una delle televisioni private emergenti dei primi anni '80.
Marina si divide tra il ricordo di un bambino che le aveva donato un cuore di metallo e che era stato uno dei suoi due migliori amici, e il dolore per una storia d'amore finita male con il suo ex professore.
L'amore può unire due poli apparentemente opposti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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In quell'autunno del 1981 le famiglie Costa - Ferraris e Strano lottavano con le loro ossessioni. Benedetta si rese conto che non desiderava più fotografare solamente la famiglia e la campagna e che forse era giunto per lei il momento di tornare a rendere la sua passione una professione. Ciccio era ossessionato dal suo amore impossibile per Clara, che a sua volta era concentrata sui vari ragazzi che ogni giorno si alternavano per accompagnarla a scuola. Persino Fortunato si rese conto che al mondo non esisteva solo la scienza.  L'amore entrò nella vita del gemello di Domenico quando la rivoluzionaria Caterina irruppe nel suo laboratorio all'interno dell'Università. La giovane doveva scappare alla polizia che stava caricando i suoi compagni e Fortunato decise di aiutarla perché era stato colpito da un vero colpo di fulmine. 

Quando tornò a casa dopo quell'incontro trovò il suo gemello al telefono.

"No, Emilio. Non tornerò. Con i villaggi turistici ho chiuso." annunciò Domenico al suo interlocutore. Poi dopo aver agganciato si rivolse al gemello dicendo: "Oggi per me è un gran giorno". Fortunato rispose: "Anche per me, Domenico. Anche per me."

Se l'ossessione di Fortunato si chiamava Caterina, quella del suo gemello era la televisione. 

Il sogno di Domenico era poter portare i suoi spettacoli in tv, permettendo ai suoi spettatori di rilassarsi dopo una giornata faticosa. Non tutti infatti la sera amavano rilassarsi con dei libri, come facevano Marina e Fortunato.  Il talento per lo spettacolo era stato una salvezza per Domenico. Era stato bocciato per ben quattro volte in prima media e aveva visto i suoi amici prendere la licenza e iscriversi al liceo. Marina e Fortunato insieme agli altri coetanei del palazzo erano ormai entrati nel mondo dei adolescenti mentre lui era rilegato ancora in quel limbo chiamato infanzia. Marina lo considerava ancora un bambino solo perché era rimasto fermo in prima media e credeva che tutti i suoi problemi fossero legati alle figurine da scambiare. Suo padre Salvatore non faceva altro che elogiare il suo gemello, che veniva definito come il grande scienziato della famiglia mentre lui veniva considerato un  grande buono a nulla. Dopo il loro primo giorno di scuola al liceo, Fortunato e Marina stavano studiando insieme. Lei disegnava cuoricini perché si era presa una cotta per un tale di nome Patrizio, che poi sarebbe diventato il suo fidanzato.  Fortunato invece ripeteva l'alfabeto greco. "Alfa, beta, gamma". Il ruolo di Domenico era quello di stare sdraiato sul divano a giocare con la colla, che faceva aderire al palmo della sua mano. Stufo di quel divertimento iniziò a provocare Fortunato, deconcentrandolo.  Il suo gemello allora lo inseguì fino in bagno, nel quale Domenico si chiuse a chiave.  Fortunato esplose contro di lui con cattiveria:  "Impara la tabellina del due invece di tormentare noi.  Perché se tu non vuoi combinare nulla nella vita, noi invece si.  Ignorante." Il cuore di Domenico si spezzò in quel momento, mentre Fortunato riprendeva a ripetere l'alfabeto greco e Marina non si accorgeva di nulla al di fuori dei cuoricini che stava disegnando sul suo quaderno.  Il sentirsi inadeguato aveva spinto Domenico a compiere alcuni furti in una cartoleria e questo lo aveva posto ancor più in cattiva luce agli occhi di Salvatore.  Scoprire di essere dotato per il ballo e per la recitazione gli aveva salvato la vita perché aveva compreso di essere anche lui bravo in qualcosa. 

Vittorio Costa era ossessionato dal pensiero di sistemare le cose dopo dieci anni di assenza, per dimostrare alla sua ex compagna, che nel frattempo aveva accompagnato Ettore negli Stati Uniti, che era in grado di gestire la situazione. Per prima cosa decise di aggiustare il vecchio Ciao di Anna per regalarlo a Clara. Ma i suoi progetti sulla sorella minore di Marina non erano finiti lì. Desiderava far riappacificare Clara e Giacomo e quindi propose di portarli in campeggio in Svizzera. 

Marina era a Napoli e trascorreva tutti i giorni agli scavi, con le mani sporche di terriccio e un un casco giallo sulla testa. Il suo lavoro la rendeva felice ma anche lontano dai suoi cari doveva mantenere il ruolo della mediatrice. 

Suo padre la chiamò una sera in albergo. 

"Ho sistemato il Ciao della mamma, le ho proposto di partire insieme a suo fratello per la Svizzera e lei mi tratta come se fossi il nemico." le disse Vittorio. 

"Papà, sei stato via per dieci anni e non è facile aggiustare tutto. Clara soffre ancora per la vostra separazione. Vedrai che si sistemerà tutto." lo rassicurò Marina.

"Anche se sono stato via per molti anni, resto vostro padre." replicò Vittorio. 

"Ti prometto che le parlerò. La farò ragionare io." si impegnò Marina.

"Grazie, tesoro. Sapevo di poter contare sulla persona più saggia della nostra famiglia." la ringraziò l'uomo, prima di augurarle la buonanotte e di porre fine alla comunicazione. 

Il giorno dopo Marina Ferraris si prese una pausa dagli scavi e si recò nella cabina telefonica che era vicina al sito dove lavorava.  Compose il numero  di telefono di casa e come previsto fu Clara a risponderle.  Le due sorelle iniziarono a confrontarsi su Leopoldo. 

"Guarda che è il migliore nel suo campo." le fece notare Marina. 

"Non sto parlando di questo. Dico solo che piuttosto che mettermi con lui, io mi sarei sparata." il tono di Clara era viperino. Possibile che quella secchiona di sua sorella potesse accontentarsi di una persona tanto noiosa. 

Marina capì che era giunto il momento di tirare fuori il discorso legato alle lamentele del padre. 

"Papà dice che lo tratti sempre male" disse Marina. 

"Papà torna dopo dieci anni e pretende di aggiustare tutto quello che era rotto. Non è riuscito a mettere a posto nemmeno il Ciao di mamma. E ora vuole aggiustare il rapporto tra me e Giacomo." si lamentò Clara.

Marina sorrise e aggiunse: "Non essere troppo dura con lui. Ciao scemetta."

Clara salutò la sorella con un "Ciao quattrocchi." Poi l'archeologa pose fine alla telefonata. Dietro di lei apparve Leopoldo, che stava aspettando il suo turno per telefonare. 

Marina lo abbracciò e gli chiese: " Devi telefonare a tua moglie?" 

"Ma cosa ti viene in mente?" le rispose lui con un sorriso strano. 

"Scherzavo. Comunque tua moglie è straordinaria. Si è rassegnata alla vostra separazione senza fare alcuna recriminazione." Marina sorrise.

"Si, lei è una donna in gamba." fu la risposta del professore. 

"Più di me?" domandò l'archeologa. 

"Ma cosa dici?" la rassicurò Leopoldo, stringendola in un abbraccio e baciandola. 

Nel frattempo il capo di Teresa, l'ingegnere Marchisio era stato ferito da una pallottola sparata da qualcuno che indossava lo stesso braccialetto che Caterina aveva perso nel laboratorio di Fortunato, e che poi la ragazza avrebbe regalato al giovane Strano. 

Ma anche Salvatore Strano aveva la sua ossessione: per dimostrare di essere un imprenditore come Vittorio e Marchisio, si era fissato che l'affare del futuro sarebbero stati i bunker antiatomici prodotti in Svizzera. Teresa era preoccupata perché considerava quel progetto una grande idiozia e anche Vittorio nutriva molti dubbi in proposito. Una sera, prima di uscire per andarsi a divertire in qualche locale, Domenico entrò in cucina e trovò la madre intenta a cucinare il padre a fare i calcoli per il suo progetto dei bunker. 

"Ve lo dico per primi. Da domani basta con le navi da crociera e con i villaggi vacanze." annunciò. In realtà la prima persona a cui il ragazzo aveva comunicato la notizia era stata proprio Marina. 

"Ma che vuoi rimanere disoccupato?" si preoccupò Teresa. 

"Ma quale disoccupato, mamma. Me ne vado alla televisione. Avete capito?" rispose estasiato Domenico, che aveva contattato i capi di  Sabaudia Tv e ottenuto un provino con uno dei responsabili.

"Anche io sono stato chiamato da quelli della Svizzera.  Per il brevetto svizzero dei bunker. Sono stanze perfette, con l'aria pulita e tutto." fece notare un Salvatore piuttosto ossessionato al figlio. 

"Solo che a me pare una mossa azzardata. Ne ho parlato con l'ingegner Marchisio e lui condivide il mio pensiero. Nei hai discusso con Vittorio?" ribatté Teresa preoccupata, mentre Domenico leggeva l'articolo di giornale dedicato al progetto del bunker. 

"Chi è Vittorio? La mia balia? E poi, mia cara Teresa, l'istinto imprenditoriale non l'avete solo tu e questo Marchisio." si indispettì Salvatore. 

"Secondo me   oggi i  soldi si fanno con la televisione e non con la paura della guerra. , papà." ribatté Domenico, salutando i genitori. 

"Si, esci. Divertiti che alle cose importanti ci penso io..." borbottò Salvatore, continuando a fare i suoi calcoli. 

Fortunato passava ore  in bagno  e un giorno fu Domenico ad intercettarlo. Visto che non gli piaceva il modo in cui si era vestito il fratello, l'aspirante stella della tv rimodernò il look del gemello, che era chiaramente innamorato. Ma l'uscita di Fortunato con Caterina fu un autentico disastro. 

Ma anche l'ossessione di Domenico per la televisione non andò come Strano aveva immaginato. Infatti il dirigente di Sabauda  Tv gli fece delle avance, alle quali l'animatore rispose con un pugno.  Il ragazzo però non avrebbe mollato e avrebbe trovato un altro modo per sfondare nel mondo delle televisioni private. 

Marina aveva la sua ossessione deposta  nel palmo delle sue mani: si trattava del cuoricino che le aveva regalato Domenico anni prima. 

"Ma che carino." le disse Leopoldo riferendosi al cuore di metallo.

"Me lo ha regalato Domenico quando eravamo bambini. Si tratta di un portafortuna." rispose lei pensando al gesto dolce che aveva compiuto anni prima quel giullare. 

"Non pensavo che il principe del disimpegno avesse anche un lato dolce." mormorò Leopoldo, baciandole il collo.

"Domenico è pieno di difetti ma è sempre protettivo verso le persone che ama." Lo difese Marina. Per un attimo la ragazza desiderò che Domenico accompagnasse Fortunato a Napoli per la visita agli scavi. Però sapeva che non sarebbe mai accaduto. Appartenevano a mondi troppo diversi. 

 

 

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