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Autore: MaryFangirl    30/05/2018    1 recensioni
Sei mesi dopo la vicenda di Sonia Field, Ryo ha cominciato a comportarsi diversamente, tanto da far preoccupare chi gli è più vicino. Il timore nei confronti del partner porta Kaori a fare ciò che ritiene necessario per aiutare Ryo a ritornare in sé. [Storia leggermente AU].
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Quasi due ore più tardi, Kaori si piazzò di fronte allo specchio. Era stata trasformata e a fatica riusciva a riconoscere il proprio riflesso. Era stata truccata, le era stata data una parrucca e un altro outfit alla moda.
"Kaori, cosa c'è?" chiese Eriko. "Non ti piace il vestito che ho scelto? Forse ti piaceva di più quello verde?"
"No, no, è bellissimo" disse Kaori. "Solo che...so che lo abbiamo già fatto, ma faccio fatica a credere che questa sia io"
"Certo che sei tu" sospirò Eriko. "Perché non riesci a credere alla tua bellezza? Tutto ciò che ho fatto io è renderla più evidente", si avvicinò poi a Kaori per darle un paio di orecchini e una collana.
"Non hai ancora detto perché hai deciso di rifarlo" disse Eriko. "Hai deciso di buttarti e di dire a Saeba la verità su di te e sui tuoi sentimenti?"
Kaori abbassò la testa. Era troppo imbarazzata per dire a Eriko che non aveva intenzione di rivelare la sua identità a Ryo nemmeno questa volta. Mentre veniva truccata, Kaori aveva pensato alla prima volta in cui era diventata la sua 'Cenerentola' e aveva deciso che era il modo migliore per approcciare il problema.
-Ryo non vorrebbe trascorrere una serata del genere con me...non parlerebbe con me...ma magari lo farà con Cenerentola- pensò, -è l'unica cosa che posso fare per renderlo felice, come ha suggerito Miki-.
"Io...io stavo pensando di provare a parlare con Ryo stasera" disse infine, titubante. Eriko sorrise e batté le mani. "Lo sapevo" disse. "Buon per te, Kaori. È ora che tu gli dica quello che provi veramente"
Kaori annuì e fece del suo meglio per sorridere. Non voleva mentire a Eriko, ma non poteva nemmeno dirle l'intera verità.
-Proverò a dirgli cosa provo- si disse. -Ma Ryo non saprà che sono io. È l'unico modo in cui riesco ad aiutarlo al momento-
Dopo aver terminato con Eriko, Kaori si mise alla ricerca di un telefono. Era riluttante all'idea di fare quella chiamata, ma sapeva che era cruciale per il suo piano.
-Ora sarò in debito con lei- rifletté Kaori, frustrata. -Sarà meglio che non esageri quando lo riscuoterà.-
Kaori tirò su il telefono e presto una voce comparve dall'altra parte.
"Sì, parla il detective Nogami"
"Saeko, sono io...ricordi di cos'abbiamo parlato ieri? Io, uhm...ho bisogno che tu mi faccia un favore".
 
 
Quasi due ore dopo, Ryo era seduto ad un fast food, masticando svogliatamente un hamburger. Fissava fuori dalla finestra, finché non notò il riflesso di qualcuno che camminava verso di lui.
"Non sei la persona più facile da rintracciare in questi giorni"
Vide Saeko di fronte a lui, con la traccia di un sorriso sul volto. Lo ricambiò.
"Eppure, sei riuscita a trovarmi" disse. "Allora, mi stavi cercando? Hai finalmente intenzione di ripagare un po' di debiti?"
"Non lo farò direttamente" disse, il suo sorriso aumentò. "Ma ti farò un favore che credo valga almeno sette mokkori"
"Oh?" replicò Ryo, intrigato.
"Una donna è passata dal mio ufficio oggi, cercando te" continuò Saeko. "A quanto pare, è venuta dall'America solo per vederti"
Ryo mise da parte il suo panino, posando un gomito sul tavolo e inclinandosi verso di lei, il mento appoggiato sulla mano.
"Cosa vuole?" chiese. "Ti ha dato un nome?"
"Nessun nome" rispose Saeko. "Studia all'estero ed è in Giappone per una vacanza. Voleva davvero rivederti, ed è passata al commissariato nel tentativo di trovarti. Per fortuna, ero presente quando ha cominciato a fare domande, quindi sono riuscita a parlarle prima di chiunque altro", tirò poi fuori una busta dalla borsetta.
"Mi ha detto di darti questa" disse. "Ha detto che ti spiegherà diverse cose tra cui dove la puoi incontrare, se decidi di vederla"
"Rispondi a una domanda, Saeko" disse Ryo. Saeko batté le palpebre per via del suo tono serio, ma poi dovette resistere all'urgenza di roteare gli occhi quando il suo solito sciocco ghigno gli apparve sulla faccia.
"È una bellezza?" ridacchiò. Saeko rise e si allontanò da lui.
"Oh, lo è" disse. "Ma mi domando...mi domando se sarai in grado di apprezzare davvero la sua bellezza"
Saeko si voltò e se ne andò, lasciandosi alle spalle un Ryo confuso. Aprì la busta e lesse la lettera stampata che c'era dentro. Qualche secondo dopo, i suoi occhi e la sua bocca si aprirono.
-Questa...questa è...-
Ryo si alzò e infilò la lettera nella tasca. Gli ci era voluto un secondo per decidere di presentarsi all'appuntamento, ma aveva bisogno di tempo per prepararsi.
 
 
Kaori era seduta in un bar da sola, stringendo il suo drink. Era arrivata da quasi un'ora per consentirsi di calmarsi e di pensare a come avrebbe agito durante la serata. Aveva ordinato un drink per placare i nervi.
Non aveva pensato, però, al numero di uomini che ci volevano provare con lei.
"Mi scusi, signorina, ma non ho potuto fare a meno di rimanere incantato dalla sua bellezza. Non è di questo mondo"
"Cosa ci fa una bellezza come te in un posto come questo? Ancora meglio, come posso convincerti a venire a casa mia?"
"Qualcuno le ha mai detto che fa vergognare la stessa Venere?"
"Che fiore delicato...lascia che io sia la tua ape..."
Aveva fatto del suo meglio per rifiutare gli approcci, ma si stava stancando nel dover trovare nuove scuse per dire di no.
Qualche secondo dopo aver respinto un altro spasimante, Kaori crollò sullo sgabello. Doveva ammettere che era gratificante attirare tanta attenzione da tutti quegli uomini, ma la maggior parte di loro era lontana dal tipo di persone che avrebbe voluto incontrare. In più, desiderava stare un po' da sola così da prepararsi per ciò che sarebbe successo.
"Cenerentola...sei tornata. Forse per un altro ballo?"
Kaori sussultò e si voltò, vedendo Ryo dietro di lei. Indossava lo stesso completo dell'ultima volta in cui lei aveva interpretato quel ruolo. Non che le dispiacesse. Kaori lo aveva ammirato la prima volta e questa volta non fu diverso.
Sentiva la faccia accaldata mentre cercava di parlare. Il modo in cui la guardava, il sorriso gentile sul suo volto...si era quasi dimenticata quanto ne era rimasta colpita l'ultima volta che erano usciti insieme e non aveva pensato a come avrebbe gestito le proprie emozioni. Fu allora che capì che non sarebbe stata una serata facile.
-Non si tratta di me- si ricordò. -Si tratta di Ryo-, il pensiero le diede il coraggio che le serviva per proseguire con il piano.
"Ry-Saeba" disse, correggendosi. "Sono così felice che tu sia venuto a incontrarmi"
Ryo le si avvicinò e sollevò un dito. "Te l'ho già detto, Ryo è sufficiente" disse. "Ora, andiamo?"
 
 
I due stavano camminando a braccetto lungo il marciapiede, Kaori si godeva quel contatto ravvicinato.
"Ammetto che sono rimasto sorpreso di ricevere quella lettera da te" disse Ryo. "Come sei riuscita a fuggire ai tuoi studi?"
Kaori deglutì a fatica, ma non si scompose. Aveva trascorso del tempo a pensare a risposte da dare a potenziali domande come quella.
"I miei genitori pensano che io sia in Thailandia" disse. "Sono riuscita a persuadere alcuni amici per ingannarli, e ho preso un aereo per il Giappone. Non potrò rimanere qui a lungo, altrimenti scopriranno la verità"
"Quindi, anche questa volta è solo per una sera, vero?" disse Ryo, la voce dolce. Kaori annuì e rabbrividì appena.
"Mi dispiace, Ryo. Vorrei che potessimo passare più tempo insieme. Ma io..." le parole si fermarono quando lui l'avvolse con un braccio, stringendola ulteriormente mentre camminavano.
"È okay" disse. "Un'altra sera con Cenerentola è comunque un regalo prezioso per me"
Kaori arrossì anche se sentiva una lieve rabbia.
-Ryo non mi parla mai così. Non mi ha mai detto queste cose...sono la sua partner e per lui conto meno di una donna che ha incontrato solo una volta. Ma è per questo che lo sto facendo...così che lui possa dire le cose che vuole e che deve...così che io possa dirgli le cose che ha bisogno di sentire...-
"Non...non ho dimenticato, sai" disse Kaori. "Il nostro primo appuntamento. Ci ho pensato così tante volte negli ultimi mesi. È un ricordo che tengo stretto nel cuore"
Dicendo quelle parole, Kaori sentì il proprio cuore martellarle nel petto. Nella sua mente, aveva ripetuto tutte le cose che voleva dire, ma ciò non cambiava il fatto che quanto aveva appena detto fosse letteralmente la verità...e aveva atteso l'opportunità di poterglielo svelare.
"È per questo che ho colto l'occasione di rivederti" disse Kaori, sforzandosi al meglio per sorridere.
"Non sei preoccupata di quello che potrebbe accadere se venissi scoperta?" le chiese Ryo. "Se la verità venisse scoperta?"
Per un attimo, Kaori andò nel panico. Quando aveva trovato l'orecchino nella tasca dei jeans dopo il primo appuntamento, aveva pensato che forse lui aveva capito. Ma poi aveva pensato che si era semplicemente mischiato al resto dei vestiti ed era caduto in tasca. Adesso, però, qualcosa nel modo in cui Ryo le pose quelle domande la riportò a chiedersi se lui non sapesse la verità.
Tuttavia, riuscì a calmarsi e a ritrovare la voce.
"Sono un po' preoccupata" confessò. "Ma non m'importa. Accetto il rischio per passare questi momenti con te"
Ryo sorrise ancora e le prese una mano fra le proprie.
"Allora prometto di trasformare questa serata in un altro meraviglioso ricordo che potrai tenere nel cuore" disse.
 
 
I due si fermarono per una cena leggera in un locale all'aperto e alla fine condivisero anche il caffè. Parlarono un po', ma l'espressione contenta sul viso di Ryo convinse Kaori che, a volte, anche il silenzio andava bene.
-È quello che intendeva Miki- pensò. -L'opportunità di rilassarsi, la pace...è quello di cui Ryo ha bisogno.-
Anche se il cuore le doleva, sorrise per come lui divorava il suo piatto mentre di tanto in tanto si soffermava a guardarla.
Quando finirono, tornarono a passeggiare lungo le strade.
"La città...è così bella di sera" disse Kaori.
"È vero" disse Ryo. "Ho trascorso molte ore a vagare per queste strade. L'energia intorno a me, il mistero, la gente, le opportunità a ogni angolo...sento tutto questo quando sono qui"
"Ami questa città, vero?" chiese Kaori. Ryo rise. Risuonò sia giocoso che malinconico.
"Suppongo di sì. Fa parte della mia vita da così tanto tempo, non riesco a immaginare di andarmene. Ogni tanto, però..."
"Ogni tanto, però?" disse lei, stringendogli un po' di più il braccio.
"Ogni tanto, penso che mi piacerebbe scappare da questo posto. Così tante cose qui sono sporche e putride. A volte, è facile pensare che è ciò che c'è sempre stato e che ci sarà sempre. A volte, penso che mi piacerebbe fuggire verso un posto dove nessuno potrebbe trovarmi e dove nessuno saprebbe chi sono"
Kaori lo guardò, sorpresa. Non si era resa conto che nutriva simili pensieri e sentirlo mentre ne parlava ad alta voce fu una rivelazione.
-Probabilmente ogni tanto si stanca di essere il grande City Hunter...di doversi guardare alle spalle in continuazione...di doversi preoccupare di chi gli sta intorno. Chi non vorrebbe scappare da tutto questo?-
"Perché rimani?" chiese, incapace di fermarsi.
"In parte perché so che questi pensieri sono di passaggio" disse Ryo, lo sguardo fisso di fronte a sé. "In parte perché non posso fuggire da chi sono e lasciarmi alle spalle questa città. Ma, più importante, è che troppe cose mi legano qui"
"Cose che ti legano qui?" disse parole. "Intendi obblighi?"
"Suppongo che alcune persone la vedano così" disse Ryo. "Ma per me, ci sono troppe ragioni e persone importanti qui...ragioni e persone che non potrei mai abbandonare"
Si avvicinarono a una passerella pedonale e osservarono le macchine sfrecciare in una sequenza di luci.
"Quando mi sento scoraggiato o provo l'esigenza di scappare, trascorro del tempo a camminare per queste strade, andando nei miei posti preferiti" continuò. "Non riesco sempre a cancellare le brutte sensazioni, ma alla fine mi ricordo sempre tutte le ragioni per cui rimango qui"
Ryo fece una pausa e Kaori gli si avvicinò di più.
-È questo che stai facendo, Ryo?- si chiese Kaori. -Tutti quei giorni e quelle notti in cui eri fuori casa...eri alla ricerca di promemoria per cui rimani? Un tentativo di fare pace col tuo posto nel mondo?-
"E tu?" chiese lui, interrompendo la sua scia di pensieri. "Ho la sensazione che tu stia cercando qualcosa. Forse posso aiutarti a trovarlo"
Kaori distolse lo sguardo. "Io...io stavo..." tentò di trovare un modo per rimandare la conversazione e l'ispirazione la colpì sotto forma di una sala giochi.
"Guarda Ryo, una sala giochi" disse, "Andiamo. Ci siamo divertiti un sacco l'ultima volta"
Ryo batté le palpebre, ma poi un largo sorriso apparì sul suo volto.
"Certo, andiamo".
 
 
"Ahah" Kaori rise leggermente più tardi, di fronte a uno dei videogiochi. "Finalmente ho un punteggio più alto del tuo"
"Non è possibile" mise il broncio Ryo. "Probabilmente c'è un difetto nella macchina"
"Perché non puoi ammettere che ti ho battuto?" chiese Kaori.
"Perché sono un genio quando si tratta di sparare" replicò Ryo.
"Sparare? Intendi dire che spari parecchio?" disse Kaori, attenta a mantenere la sua mascherata. Ryo sollevò le sopracciglia e rise.
"Certo" disse. "Ho una collega insistente che cerca sempre di farmi fare cose noiose e senza senso. Quindi, vengo qui spesso per evitarla. Ora sono un esperto nello sparare in tutti questi videogiochi"
Kaori non poté fare a meno di accigliarsi.
-Idiota, allora è questo uno dei posti in cui va per evitare di distribuire volantini e di trovare lavoro-
Le mani di Kaori si contrassero ed era a un passo dal recuperare un martello per colpirlo, ma all'ultimo secondo si frenò.
"Ahahah, che c'è?" rise lui, nervoso di fronte al suo cipiglio.
"Niente" scattò lei. -Devo ricordarmi questo posto in futuro quando tenta di sgattaiolare dal lavoro-, Kaori fece un profondo respiro e addolcì l'espressione. "Niente, davvero" disse lei. "Ryo, andiamo da qualche altra parte. Hai detto che ci sono posti in cui ti piace andare, posti che ti ricordano perché ami questa città. Per favore, puoi portarmi in uno di questi?", pensò poi a come doveva sembrare e abbassò lo sguardo. "Scusa...non voglio insistere. Se non vuoi..."
Ryo sorrise e le porse il braccio. Kaori rispose aggrappandovisi con entrambe le braccia. Mentre gli si faceva vicina, rilasciò un sospiro. Erano trascorse solo un paio di ore, ma si stava già abituando al suo affetto e al potergli stare così vicina...non come collega, ma come donna.
"Non preoccuparti" disse lui. "Sarà un piacere. Ti porto nel mio posto preferito".
  
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