Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Azaliv87    30/05/2018    2 recensioni
E se Jon avesse la possibilità di riportare in vita una persona importante? E scoprisse di non essere ciò che era? E se anche Dany avesse questa possibilità? Questa è la domanda che mi sono posta, e da quest'idea mi è venuta in mente la storia che vi narrerò. Parto a raccontare le vicende dalla fine della sesta serie televisiva, grosso modo, quindi (avviso chi non ha visto questa stagione) potete trovare degli spoiler. Per il resto è tutta una mia invenzione. Dopo essermi immersa nel mondo di Martin ed essermi affezionata ai suoi personaggi con Tales of Wolf and Dragon, ho deciso di cimentarmi in questo What if e vedere fino a che punto può spingersi la mia fantasia.
Per chi avesse già letto l'altra mia ff, ritroverà conseguenze, personaggi e riferimenti alla prima storia.
Buona lettura e non vi preoccupate se ogni tanto rallento la pubblicazione, non sono mai bloccata, ma ho periodi in cui devo riordinare le idee e correggere ciò che ho già scritto prima di aggiornare!!
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ognuno a cavallo dei propri destrieri intrapresero la lunga cavalcata. Lord Tyrion, Sansa, Bran e Arya cavalcavano a coppie in fila indiana. Mance Rayder era al centro della colonna con la sua piccola arpa alla mano. C’erano poi alcuni uomini del nord, oltre agli immacolati della regina. Samwel Tarly, era stato richiesto da Jon, sotto l’insistenza di un irritabile Viserys, che pareva contrario alla scelta di consentire a quel gruppo di persone di assistere ai suoi allenamenti, ma voleva accertarsi che, nell’eventualità fosse accaduto un incidente o servissero delle cure immediate, vi fosse un maestro nei dintorni. Gilly ovviamente non aveva voluto restare al castello, e si era portata dietro anche il piccolo Sam.
Lyanna li osservava ora seduti tutti e tre sulla parte frontale del carro, ripensando a quando sarebbe stata simile l’immagine della sua famiglia per come avrebbe dovuto essere. Rivederla in loro in parte le scaldava il cuore, in parte la faceva soffrire.
Inizialmente il frastuono delle chiacchiere aveva sormontato il debole calpestio degli zoccoli attutito dalla neve, poi il freddo aveva serrato la bocca di molti, ma non degli uomini del nord. Tenaci, forti, resistenti guerrieri, abituati a quel clima e alle avversità di quei luoghi.
Dapprima cominciarono a canticchiare un lungo ronzio indistinto di voci sommesse. Ognuno sembrava invocare gli dei con un canto tutti suo, poi presero tutti a intonare la stessa melodia che pure Lyanna conosceva bene, ma si limitò a seguirla mentalmente senza mai aprire bocca. Jon al suo fianco fece uguale. In breve le parole arrochite e aspre divennero un unico coro.
 
 
 
When winter comes                                                       Quando arriva l’inverno
When life is frozen                                                        Quando la vita è congelata
When the moors they hide away under the snow         Quando le brughiere si nascondono sotto la neve
Fingers of doom                                                            Dita di morte
Will clutch the chosen                                                    Stringeranno il prescelto
All beasts will shiver,                                                    Tutti gli animali rabbrividiscono,

from the lion to the crow                                                Dal leone al corvo

When winter comes                                                       Quando arriva l’inverno
When times are starkest                                                 Quando i tempi sono più duri
When the wailing of the wolves                                      Quando il lamento dei lupi

fades with the sun                                                         Svanisce col sole
The wilds are numb                                                       Le terre selvagge sono assiderate
The days are darkest                                                      I giorni sono più bui
The fates of many cease to rest on                                 I destini di molti cessano di riposare

Wall will not hold the winter                                         La Barriera non terrà l’inverno
Over and under crawl                                                    Sopra e sotto striscia
Wall will not hold the winter                                         La Barriera non terrà l’inverno
All in the way will fall                                                 Tutto a modo suo cadrà

 
When winter comes                                                       Quando arriva l’inverno
When thrones are idol                                                    Quando i troni sono idoli
When the brave they cower under eyes of blue             Quando i coraggiosi si accucciano al blu degli occhi
The rising roar                                                                Il ruggito cresce
The endless cycle                                                            Il ciclo infinito
Turns the darkest myths of yesterday to truth                Trasforma i miti più oscuri di ieri in verità

Wall will not hold the winter                                         La Barriera non terrà l’inverno
Over and under crawl                                                    Sopra e sotto striscia
Wall will not hold the winter                                         La Barriera non terrà l’inverno
All in the way will fall                                                 Tutto a modo suo cadrà

Wall will not hold the winter                                         La Barriera non terrà l’inverno
Over and under crawl                                                    Sopra e sotto striscia
Wall will not hold the winter                                         La Barriera non terrà l’inverno
All in the way will fall                                                  Tutto a suo modo cadrà

 
 
 
Mance stimolato dalla melodia, cominciò a pizzicare le corde della sua arpa, forse conoscendo il motivo, o solo con l’intento di accompagnare quel canto. Successivamente quando il coro terminò, il bardo non smise di suonare, continuando a tener compagnia al gruppo, cadenzando la marcia con la sua musica. Intonò diverse ballate per tutto il tragitto verso la vecchia fortezza abbandonata, così da far passare il tempo.
-Lord Corvo… o forse ora ti dovrei chiamare Re Corvo? – scherzò il bruto – …se il drago ti arrostisce, posso farne una ballata? – mostrò una smorfia di derisione.
-Fai come ti pare, Mance. – rispose seccato Jon, senza nemmeno più voltarsi. Dopo l’ennesima affezionata provocazione aveva deciso di non dargli più molta corda.
-Se la tua graziosa sorella vorrà accompagnare la mia musica, comporrò una favolosa melodia, per ricordare le tue eroiche gesta di oggi. – irrise ancora l’uomo accostandosi al fianco di Sansa e strizzandole l’occhio, ammiccante.
-Non sono sua sorella, ma sua cugina. – precisò la giovane indignata. Stava eretta con la schiena sulla sua docile puledra bruna ramata. Jon si volse verso di lei, donandole un dolce sorriso – Se comporrete una melodia abbastanza decorosa, potrei anche decidere di vocalizzare qualcosa, ma le parole sarò solamente io a sceglierle! – sollevò il mento autorevole e ricambiò il sorriso con il Re del Nord.
-Allora mi dovrò mettere d’impegno. – aggiunge il bruto.
-Se con la tua improvvisazione farai scendere una lacrima sulla guancia di mia sorella, potrei mettere da parte ogni avversità nei tuoi confronti, dato che ora patteggiamo per la stessa causa. E potrei addirittura pagarti anche da bere! – gli comunicò Benjen con un ghigno ironico, ma quando si rivolse a sua nipote cambiò la sua espressione, mostrandosi decisamente più tenero – per te, Sansa, farò giungere a Winterfell un carico di stoffe pregiate di Myr! – la ragazza lo guardò raggiante.
-Un valido incentivo allora per fare del mio meglio! – poi sembrò ragionarci su – Ma non ho alcun interesse ad arrecare ulteriori tormenti alla mia adorata zia. – scambiò un sorriso bendisposto con Lyanna, la quale addolcì gli occhi, ma non rise. Per qualche istante nessuno parlò e solo suono dell’arpa continuò a tener loro compagnia, assieme ai passi felpati degli zoccoli sulla neve e al tintinnio delle briglie.
-Ricordo una vecchia scommessa che Brandon aveva fatto con i suoi amici… – cominciò a raccontare Benjen, facendo un cenno con gli occhi in direzione della sorella – Quei pochi bardi che riuscivano a raggiugere Winterfell cantavano sia ballate allegre che tragiche. Speravano nella seconda ipotesi, usando quello come incentivo per consolare le lacrime delle pulzelle più sensibili… io ridevo a questo, credendolo un gioco, e mi usavano per avvicinarle. Poi, quando loro si ritiravano, io tornavo al mio posto e, al contrario di tutte le altre donne presenti nella sala, Lya era probabilmente l’unica a restare impassibile a quelle canzoni. Girava voce che avesse il cuore gelido e l’anima dell’inverno. Non versava mai una lacrima per nessuna di quelle ballate, quando invece le altre si scioglievano come neve al sole… Solo una volta l’ho vista piangere alla voce di un bardo e non potevo crederci… E me lo ricorderò a vita quel giorno! – precisò mostrando un sguardo da furetto birbante. Notando che Lyanna lo stava fissando, assottigliando gli occhi dispettosamente – Ecco perché ti ho chiesto se erano vere lacrime o se stavi sbavando per il compositore! Non ti avevo mai vista così presa, nemmeno con il buon Domeric Bolton! – Sansa si agitò all’improvviso. Le sue spalle ebbero un sussulto a quel nome e il suo labbro inferiore tremò.
-Bolton…? – chiese.
-L’unico figlio legittimo che ebbe Lord Roose dal suo primo matrimonio. La giovane e bella lady Bethany gli diede solo un erede forte e in salute, ma… non era come lui se lo aspettava. A parte l’aspetto, aveva preso gran poco dei Bolton, e questo era solo che un bene per lui! – specificò l’uomo con gli occhi rivolti al passato – Era un ottimo cavallerizzo; il sangue di sua madre era stato decisamente un valido alleato. I Ryswell sono conosciuti in tutto il Nord per eccellere nell’equitazione. Seppur suo padre andasse fiero di questo, desiderava diventasse un giorno un ottimo lord e un valoroso cavaliere. Così all’età di sette anni lo mandò a Barrotown dai Dustin dove rimase per altri quattro, come paggio di sua zia Barbrey, promessa a quel depravato di William. – sorrise amabilmente al ricordo di quell’uomo – poi lord Roose andò a riprenderlo e lo portò a Winterfell. Fu in quell’occasione che lo conoscemmo pure io e Lya. Lei ovviamente ne approfittò subito per sfidarlo ad una gara equestre e per la prima volta la vedemmo arrivare seconda al traguardo. – lanciò un’occhiata complice a sua sorella che però non colse quel segnale come avrebbe pensato – Roose aveva in mente di presentarlo a mio padre per ottenere la mano della giovane lady di Winterfell, ma i suoi piani non andarono a buon fine e non passò nemmeno un altro anno che decise di spedirlo da Lord Redfort nella Valle, proprio come aveva fatto il lord vostro nonno con vostro padre. Pare quasi che Roose volesse che suo figlio ripetesse gli stessi passi dei miei fratelli, oppure era stato proprio nostro padre ad imporre una simile prova per prendere tempo. Ma come sappiamo poi accettò la proposta di Robert in un baleno. – si grattò il naso con la punta del pollice – Tuttavia Domeric aveva un’indole diversa dal classico uomo del nord. Sebbene eccellesse anche nell’arte della spada e non aveva l’animo da guerriero. Una volta tornato a nord, fece una breve sosta a Winterfell prima di recarsi a Dreatfort, e ricordo che Bran colse l’occasione per sfidarlo a duello per diletto o forse per dargli modo di mostrarsi agli occhi di nostro padre. – sorrise e ammiccò nuovamente in direzione di sua sorella, la quale apparve rammentare pure lei quel momento, alzando gli occhi al cielo e mal celando un sorriso. Benjen continuò allora – Nonostante questo era anche un apprezzabile suonatore d’arpa… forse l’unico vero bardo nato nelle nostre terre negli ultimi cinquant’anni. – arricciò le labbra in un sorriso – Era composto, riservato e di piacevole compagnia; non assomigliava per nulla a quel burbero di suo padre. Amava i libri e la lettura, era portato per la musica, per l’arte e la poesia. Adorava i cavalli e… mia sorella. – le fece una linguaccia – …E lei era follemente innamorata di lui! – concluse sogghignando. Jon aggrottò le sopracciglia attonito, guardando prima lui e poi sua madre.
-Io non sono mai stata innamorata di Dom! – precisò offesa la donna, voltandosi sul cavallo.
-Come no! Lui però amava gli spiritelli dei boschi che vestivano di azzurro e coglievano le rose blu per metterle tra i capelli. – sorrise sornione – Non faceva altro che cantare della loro bellezza… e qualcuno stava ore ad ascoltarlo, segretamente nascosta dietro agli arazzi… Quelle volte che non lo convincevi a suonare per te al Parco degli Dei! –
-E’ successo una sola volta e non era ciò che tu ti ostini ancora a pensare! – Lyanna era sempre più infastidita dalle sue allusioni – E tengo a precisare che era una semplice canzone che ha scritto, al fine di farsi perdonare per la sua vittoria in quella stupida gara coi cavalli che ha preteso suo padre e non io! – espose irritata – Avevamo undici anni, converrai con me, che eravamo solo dei bambini. –
-Se nostro padre non avesse avuto alte aspirazioni, molto probabilmente saresti andata in sposa a lui. Ricordo che lo sentii dire una cosa del genere a maestro Walys… “Non sarebbe una brutta idea unire le casate Stark e Bolton con un matrimonio. Quel ragazzo ha l’aria di essere benedetto dagli dei. Se accettassi la richiesta di suo padre, potrei assicurarmi la fedeltà dei Bolton per gli anni a venire e non temere più quel loro continuo voler primeggiare sul Nord.” – sorrise amaramente – Nostro padre ne sapeva sempre una più del diavolo. E ci aveva azzeccato dopotutto: tu da sempre avevi un debole per i bardi dai capelli lunghi… anche al Principe Drago piacevano le fatine vestite in azzurro? Quindi quella ghirlanda di rose dell’inverno era studiata per completare l’opera? – Lyanna si tolse un guanto e glielo lanciò contro inviperita.
-La vuoi piantare di dire idiozie? – la sua collera fece ridere tutti, tranne Jon che rimase un po’ sulle sue. Sansa provò a distogliere l’attenzione vedendo che la sua zia era notevolmente a disagio.
-Qual era questa canzone che ti ha fatto piangere, zia? – chiese curiosa. Gli occhi della lupa del nord divennero lucidi, era chiaro che non avesse alcuna voglia di ricordare quei momenti, non in quel frangente almeno. Affrettò il cavallo per allontanarsi appena di più da loro.
-Non sono bravo a memorizzare le parole, non conosco il titolo di quella ballata e mai l’ho più sentita da allora, ma ricordo che era un canto di amore e morte… – fu Benjen a riprendere la parola, notando che sua sorella si era nuovamente chiusa in se stessa – Beh, si da il caso che quello fosse il luogo giusto per temi lugubri come quello, dato il suo aspetto tetro e in rovina. Il castello di Harrenhal ha sempre avuto una brutta fama. Si vocifera che l’intera fortezza sia infestata dai fantasmi o sia addirittura maledetta a causa degli orrori avvenuti all’interno delle sue mura per l’arroganza di Harren il Nero. Alcuni sostengono che sia il suo stesso fantasma a presiederlo e a far capitare eventi sfortunati ai proprietari che ne hanno preso possesso. C’è addirittura chi pensa che abbia osato mescolare il sangue umano alla malta per costruirlo… –
-Ci sono stata in quel forte. – si intromise Arya – Il castello è orrendo da ogni prospettiva, ma non credo minimamente a questa assurda storia. –
-Degna erede di tua zia! La pensava nella stessa maniera appena lo ha visto… Ma pare che un argentea figura nascosta fra le fronde degli alberi le abbia mostrato quanta bellezza si celava al suo interno e le ha fatto cambiare idea in meno di una settimana. – fece un ghignetto malvagio – Chissà qual era il nome di questa divina apparizione!? – Lyanna lo fulminò con uno sguardo acido.
-Chi? Dimmelo, zio, sono curiosa! – lo incitò Arya, sottovalutando completamente il discorso come una perfetta figlia dell’estate.
-Shhh, Arya! Possibile che proprio non ci arrivi? – Sansa ottenebrò sua sorella con uno sguardo di rimprovero, e affinché non facesse un’altra gaffe, aggiunse tenendo la voce bassa – Era colui che ha composto quella canzone. E’ semplice da capire. –
-E brava Sansa! L’arguzia l’hai presa da casa Stark e più precisamente da me! – Ben le sorrise, ma si rivolse ad Arya con lo stesso tono dolce e carezzevole – Piccola lupa, il Principe Drago era il più bravo bardo che io avessi mai udito in vita mia. Da quello che si diceva aveva composto più ballate lui di Bael il Bardo. – poi vedendo che suo nipote aveva posato uno sguardo incerto su di lui, chiarì – Sì, Jon, sto parlando del tuo vero padre… – il ragazzo aprì la bocca per dire qualcosa, ma non gli uscì nemmeno una parola. Aggrottò invece le sopracciglia e posò gli occhi su sua madre e comprese quindi il motivo del suo silenzio. Benjen però non lo ritenne un motivo valido per zittirsi – …nonché fratello maggiore dei nostri graditi ospiti. – allargando un braccio, lanciò un sorriso ammiccante anche nella direzione dei due draghi, come a invitarli ad intervenire.
 
 
 
 
 
Dany accostò la sua cavalla dal manto argento chiaro a quello di suo fratello. Entrambi cavalcavano dietro al gruppetto degli Stark e avevano quindi ascoltato senza problemi tutti i loro discorsi.
-Parlano di te, Lekia… E di quella tua splendida canzone. – mormorò fiera e compiaciuta, sicuramente molto più di lui. Un istante dopo i suoi occhi diventarono maliziosi e accattivanti – E anche di un certo amante segreto della tua lady… – rise malevola – Ne eri al corrente? – lo punzecchiò, quasi avesse letto nella sua mente un’incertezza al riguardo. Lui spostò appena il volto dalla donna dal mantello grigio, di spalle, tre file avanti, per posarlo sulla bionda figura al suo fianco.
-Sono estremamente deliziato dal semplice fatto che ti rallegrino taluni diffamatori chiacchiericci. – digrignò a denti stretti, fingendo noncuranza, ma lei lo conosceva fin troppo bene.
-Suvvia, non essere così acido… - sospirò allegramente – Pensavo saresti potuto intervenire nel dialogo, se solo ti fossi svelato. –
-Nostro zio Aemon ti avrebbe rimproverato di non indugiare mai sullo stesso argomento più di tre volte. – ringhiò avverso.
-Qualsiasi cosa che ti riguarda viene sempre moltiplicato per tre… è un caso? – sorrise dispettosa – devo quindi aspettarmi che spunti forse un altro figlio illegittimo? – notò il modo iroso in cui serrò la mascella. Era estremamente furioso e forse era meglio non continuare a stuzzicarlo ulteriormente.
Dany comprese che quello non doveva essere il momento adatto per intrattenere con lui nessun tipo di discorso. Probabilmente per suo fratello quella giornata era partita già male, quando si era svegliato all’alba, di soprassalto, a causa del brutto sogno fatto.
Era entrato in camera sua, senza nemmeno bussare, scombussolato e agitato. I capelli completamente sciolti. Indossava un paio di pantaloni scuri e una camicia sgualcita, grondante di sudore. Lei si era tirata su, scostando le coperte, e, ancora fortemente assonnata, si era seduta sul ciglio del letto. Gli aveva appoggiato una mano sulla schiena, sentendo quella sgradevole sensazione umidiccia del tessuto che si appiccicava alla sua pelle. Se c’era una cosa che la impressionava fortemente era che non aveva mai avvertito neanche un minimo sentore di cattivo odore provenire da lui; nemmeno dopo un duro allenamento con la spada. E anche in quel momento emanava solamente di una strascicata fragranza di vetiver della sua sensuale colonia da barba. Doveva essersi rasato la sera precedente, bene attento a curare il suo aspetto, senza mai trascurarsi. Aveva appoggiato il mento sulla sua spalla, sussurrandogli appena poche parole “Raccontami ciò che affligge la tua anima.”
Non erano servite tante altre suppliche per convincerlo, ma passò comunque diverso tempo prima che lui si decidesse ad esporre quel tremendo incubo. Diceva di aver visto una bufera in agguato, delle figure apparivano nel candore che li circondava. Il loro nemico sembrava aspettarli e ormai erano circondati. Il bianco li avvolgeva, il freddo li attanagliava e nemmeno il fuoco dei draghi bastava a dar calore e far luce. Poi improvvisamente erano  apparsi dei coni di ghiaccio dal suolo. Gli Estranei erano entrati in guerra e pareva conoscessero il loro avversario… e sapessero anche come abbattere un drago. Miravano ai loro punti vitali, alle parti più indifese e con quelle aste cercavano il bersaglio. Era come se lui fosse uno dei draghi. E pensasse non solo alla sua salvezza, ma anche a quella dei suoi fratelli. Drogon aveva intercettato il dardo scagliato e lo aveva preso tra le sue fauci, muovendo lateralmente il collo, per poi frantumarlo in mille pezzi. Rhaegal per poco non era stato colpito ad un’ala, ma prontamente aveva virato, scansandosi da un secondo lancio. Nessuno dei due però aveva più visto Viserion. Lo sentivano, non era distante. Rhaegal si era allora fiondato alla sua ricerca. Lo aveva infine trovato, in estrema difficoltà, e si era prontamente messo a difenderlo da altri attacchi, ma venne colto alla sprovvista da una seconda fonte di lancio. Una lunga picca di ghiaccio giunse alle loro spalle, Viserion sarebbe stato colpito, ma Rhaegal si mise in mezzo, sacrificandosi. Il drago color crema fece in tempo a vedere solo lo spintone acuminato bianco e rosso che fuoriusciva dalle scaglie verdi del collo del fratello. Il ruggito del drago si perse nell’esplosione di fuoco che ne conseguì. Viserion aveva urlato con tutto il fiato che aveva, distrutto dal doloro di non aver salvato il suo compagno… ma per il drago verde non c’era più alcuna speranza. Rhaegal cadde al suolo e con un tremendo boato si spense la sua vita.
Le fiamme avevano avvolto tutto e Rhaegar aveva avvertito la sensazione di essere tornato nelle sembianze umane.
Il drago verde stava ora riverso su un fianco, le zampe inermi, il lungo collo disteso sulla neve imbrattata dal suo sangue che si stava ghiacciando. Le fiamme che ancora fuoriuscivano dalla ferita e si stavano tramutando in ossidiana. Rhaegar, nelle vesti di un fantasma bianco, si era avvicinato a lui in rispettoso silenzio, appoggiando una mano sulla fronte del suo primo destriero e aveva pianto la sua perdita. “Quasi sentivo morire una parte di me…” aveva terminato così il racconto.
Dany era in lacrime. Solo il pensiero di poter mai perdere uno dei suoi figli, la devastava, ma sentiva che sarebbe stato uguale anche se si fosse trattato di Rhaegar o di Jon.
Aveva abbraccio forte suo fratello e lo aveva poi aiutato a levarsi la camicia, inumidendo un asciugamano con dell’acqua per lavargli il petto e asciugargli le lacrime. Quella brutta cicatrice, testimoniava terribilmente, quanto fosse facile uccidere un drago e sperava che le creature che cavalcavano avrebbero avuto una corazza più resistente.
 
-Comprendo che questa per te possa non essere una situazione particolarmente accettabile – cominciò, conscia anche del fatto che era stato estremamente contrario ad accettare la richiesta di Jon di portare anche Lyanna e tutti gli Stark con loro, lasciando Winterfell incustodita – Non so perché ti sia ostinato tanto a far cambiare idea al tuo dōna zaldritsos, quando hai la possibilità di portare la tua famiglia in gita per alcuni giorni. –
-Mi chiedi anche il perché? – aveva sbraitato indispettito – Temo che quest’oggi il tuo vero obbiettivo sia quello di risvegliare il drago, mia cara Headus! – Ebrion aveva nitrito percependo lo stato d’animo del suo padrone – Saremo in balia degli eventi, in un luogo fin troppo esposto e senza la protezione di alte mura di pietra. Abbiamo trascorso lì questi ultimi giorni e abbiamo constatato che razza di posto sia. Abbiamo con noi un numero scarso di uomini e… -
-E tre draghi. – finì lei la frase per lui, con un’aria scocciata e annoiata, guardandosi le unghie di una mano, come per fargli capire che stava nuovamente esagerando.
-Già… tre draghi. – redarguì secco con amarezza – Non sto parlando di profezie, ma di numeri –
-E io di potenza bellica. Credi che sia una sprovveduta? Credi che lo sia Jon? Siamo vissuti senza di te per tutto questo tempo, sappiamo cavarcela! – lo vide zittirsi e serrare le labbra e si pentì di aver usato quelle parole – Ti prego, perdon… -
-Parliamo di potenza bellica allora. – la interruppe lui serio – Se gli Estranei possono ingrandire il loro esercito con i mostri caduti, significa che dovremmo stare molto attenti al numero di uomini che manderemo a combattere. Considerando questo primo punto, dobbiamo provvedere a sferrare in campo forze che loro non possono ipoteticamente battere. Ed è per questo che facciamo entrare in gioco i draghi. Ne possiedi tre. Un valido aiuto e forse una vittoria assicurata, se solo… fossero davvero controllati come quelli dei nostri avi. – Dany lo scrutò accigliata, ma non ebbe il tempo per ribattere, che lui prese nuovamente la parola – Il tuo drago per quanto sia enormemente pauroso, è anche altamente indomabile, volubile e irascibile. Solo se ne ha voglia ti da ascolto e per quanto tu ci abbia provato, lui continua a fare sempre di testa sua – decretò tetro – Il mio attuale drago mi fronteggia costantemente, quasi non mi riconoscesse come suo padrone; è come se si sentisse umiliato di aver preso un avanzo. Sono certo che anche tu lo percepisci indistintamente. – la guardò solo per un istante, poi riprese l’elenco – E infine abbiamo Rhaegal… -
-…Che paradossalmente è divenuto più mansueto da quanto ha cominciato a fare le fusa al tuo zoklītsos, tradendoti palesemente. – provò a cambiare nomignolo, usando l’epiteto del lupo, invece che del drago, nella speranza che avrebbe rallegrato il suo umore nero.
-Resta sempre un drago pericoloso e imprevedibile e Jon ancora non lo gestisce appieno. –
-Jon sa cavarsela molto bene con lui… ha avuto un gran maestro. – avanzò, convinta di toccare un punto debole della sua anima, ma inutilmente.
-Non è la mia unica preoccupazione. – Viserys tornò a fissare di fronte a sé – Lyanna non ha sangue Targaryen nelle vene e dovrò stare costantemente in allerta, impedendole di avvicinarsi ai draghi per nessun motivo. La conosco fin troppo bene e so che niente la ferma! Sarebbe capace anche di andare da loro e a dirgliene quattro, se per una qualche ragione Rhaegal dovesse fare a Jon qualcosa che non apprezza. È capacissima di minacciarlo, o peggio ancora tiragli un pugno sul naso, e temo la reazione di Rhaegal. Drogon ha già provato a fare di lei un antipasto, quando eravamo a Harrenhal; non voglio rischiare che accada una cosa simile. – era impossibile riuscire a calmarlo oggi, ma non sapeva dirsi il motivo. Eppure una vocina dentro di lei le suggeriva che erano tutte scusanti.
-Sii sincero… - azzardò allora – Sei davvero in apprensione per la vita della tua coraggiosa lady, che fronteggia senza paura sia draghi con le ali che quelli a due zampe, o sei solo furioso perché hai appena scoperto che mentre tu eri a bighellonare alla Fortezza Rossa in attesa che la tua dolce fatina dei ghiacci volasse da te, lei invece si faceva una romantica liaison con il suo personale arpista del nord? Musica, cavalli, libri… la tua esatta copia in versione Bolton a quanto pare. – lo vide in procinto di protestare, ma non glielo permise – Ho fatto bene i conti, mio caro. Se lei aveva undici anni, tu non eri ancora sposato e potevi averla… Se solo avessi usato quel tuo prezioso naso da tartufo nella direzione giusta, cogliendo da lontano la sua fragranza floreale, potevi usare la scusante di andare a salutare zio Aemon e chiedere ospitalità ai lupi di Winterfell. – imitò l’annusare di un cane.
-Kydȳptakson sȳz kesos… - Sarebbe bello, essere misurato tradusse mentalmente – hae ñuhor ānogar. – come il mio sangue. Dany sbuffò esasperata. La stava ridimensionando con della pessima ironia, solo per farla zittire. “Il sangue che scorre nelle vene di un drago non si può certo definirsi misurato…” eppure nella sua affermazione sentiva uno strano enigma quasi certamente riconducibile al suo erede. “Mi stai forse ridicolizzando, tirando in ballo Jon?” Assottigliò lo sguardo minacciosa, aspettandosi un secondo assalto, che però non avvenne.
Rhaegar si era limitato a farle un semplice cenno di rispettoso saluto col capo, prima di dare di speroni al proprio cavallo, per allontanarsi da lei e portarsi verso la giumenta pezzata di Arya che stava seduta scomposta sulla sella, annoiata da quella lenta andatura.
Lo sentì cominciare ad intrattenere con lei un dialogo nettamente differente da quello che aveva appena avuto con lei, ma che quasi rivelava una natura completamente nuova di suo fratello. Nell’immediato le nacque quel solito fastidio che provava ogni qual volta una donna lo avvicinava e cominciava a civettare con lui, con eloquenti intenzioni a ricevere sua attenzioni. Seppure con Arya la casistica fosse discordante, non riusciva ad accettarlo comunque e una parte di lei, risvegliava quel sentore di allerta. Già una volta una lupa ha bussato alla porta del suo cuore e lui l’ha lasciata entrare… i suoi occhi d’ametista fissarono la giovane lupa alla sua sinistra, prima di spostare la sua attenzione anche sulla donna più avanti.
Inasprita, spronò il suo cavallo candido inserendosi nel gruppo dei lupi, facendosi spazio in maniera probabilmente arrogante tra Sansa e Tyrion. Il nano la osservò con incredulità, mentre la lupa rossa invece fece fatica a destreggiarsi con la sua puledra ramata. Lei ignorò bellamente l’aria arcigna che Tyrion le lanciò, allungando il passo per accostarsi al fianco dello Stark più anziano.
-Ho intuito da diverso tempo che stavate parlando di mio fratello maggiore; raccontatemi qualcosa di lui. –
Tutti la osservarono basiti: era la prima volta che la regina si mostrava così partecipe in una discussione che non fosse inerente ad Estranei, Draghi o battaglie.
-Mi spiace, regina Daenerys, vorrei potervi essere di maggiore aiuto, ma purtroppo non ho avuto il piacere di conoscere da vicino vostro fratello, se non una sola volta, quando l’ho ammonito di avere riguardo per mia sorella. – affermò Benjen, portando il volto verso Lyanna che cavalcava di fronte a loro. Non si era più voltata nella loro direzione. Jon girò il capo verso Dany per un solo istante, pareva essere stato attratto dalla sua voce, ma poi anche lui pose il suo sguardo verso l’orizzonte di fronte a loro, esattamente come sua madre. Cucciolo di lupo, che segue le direttive di sua madre, per paura di contraddirla. Si ritrovò a pensare innervosita.
-A quanto pare non avete riscosso molto successo nel vostro ammonimento. – gli sorrise amichevole la Targaryen che continuava a voler attirare la sua attenzione.
-Presumibilmente no... – affermò tedioso e riflessivo – ma sono certo che se ora mi si ripresentasse l’occasione avrei un maggiore vantaggio! – continuò assottigliando gli occhi e zittendosi improvvisamente, riflettendo meglio sui suoi pensieri. Dany lo fissò confusa su quelle parole e lo squadrò in volto. L’uomo si prese ancora del tempo prima di continuare – Dovreste andare dal vostro fedele cavaliere: Barristan, il Valoroso. Credo sia la persona più indicata per parlarvi di lui. Era una delle Guardie Reali al servizio di vostro padre, ma prima di lui anche di vostro nonno. Certamente lo ha visto crescere e sono sicuro ricordi molti aneddoti inerenti al Principe Drago. – continuò Benjen disinteressato, lanciando un’occhiata in tralice all’altro principe che stava intrattenendosi con sua nipote – ma anche vostro fratello Viserys dovrebbe rammentare qualcosa su Rhaegar. Era ancora un ragazzino prima che si scatenasse la guerra, ma già abbastanza grande per comprendere il coraggio di un uomo. –
Il volto di suo fratello però rimase nascosto dietro una maschera di indifferenza. Osservava le lande innevate alla loro sinistra e il volo basso di Rhaegal e Viserion che solcavano le pianeggianti coltri bianche che li circondavano. Due fratelli completamente differenti sia nell’aspetto che di carattere, eppure tra di loro enormemente legati. Intuì che Rhaegar sicuramente stata ripensando al sogno fatto quella notte. Dany rifletté che in parte entrambi gli ricordavano due sfaccettature diverse ma appartenenti ugualmente al carattere di suo fratello maggiore: mite, empatico e taciturno, come il drago verde, e riottoso, cauto e veemente come quello chiaro, eppure non c’era verso di separarli. Nati, cresciuti liberi; incarcerati e liberati assieme. Avevano molto in comune, ma erano diversi come il giorno e la notte. Avevano sviluppato uno strano rapporto simbiotico, che incuteva gelosia perfino in Drogon, a volte Dany lo percepiva, e ora si erano pure scambiati lo stesso padrone… “Tutto questo non ha senso… gli antichi libri dicevano che i draghi esigevano un cavaliere per volta.” Le aveva detto Tyrion, quando era venuto a conoscenza del cambio di fedeltà di Rhaegal. Eppure quella era la realtà e Dany sentiva che i mutamenti potevano anche non essere terminati qui.
 
 
 
 
 
Per qualche tempo cavalcarono lentamente, in silenzio. Lyanna si accarezzava distratta l’anello al dito, cercando di ricacciare indietro i ricordi del passato che la tormentavano e concentrandosi unicamente su quelli dolci e allegri. Sotto il cuoio le sue dita distinguevano la forma del grande rubino ovale e liscio, circondato dagli arabeschi in argento a cui era finemente incastrato.
-E’ da un po’ che mi ronza nella testa un pensiero… – disse improvvisamente Jon. Sua madre si destò dalle sue riflessioni e posò lo sguardo su di lui, che si voltò a guardarla con quegli occhi scurissimi, quasi neri – Voglio la rivincita! –
-Adesso? – Lyanna era rimasta colpita da quella tempestività, tanto che aveva sussultato sulla sella e Whitefog si era lamentata con un nitrito sordo. La donna del nord però aveva capito ripreso il suo contegno impeccabile, perfettamente conscia di cosa lui stava alludendo – Perché ritieni che adesso sia il momento adatto? –
-Perché ho appena scoperto che hai perso contro il figlio di Roose Bolton. – sorrise mostrando un volto speranzoso – Quindi si è offuscata tutta quest’aurea di imbattibilità che ti circondava! – scherzò di rimando. Lei assottigliò gli occhi e gonfiò le guance accanita.
-Ero poco più di una bambina! – reagì.
-E ora dimostri avere appena cinque anni in più… - continuò lui, era chiaro che non ammettesse un suo rifiuto.
-Facciamo anche sei. – puntualizzò la donna, mettendo il broncio.
-Che differenza potrebbe mai fare? – la derise – Siamo in definitiva coetanei, e sul piano pratico siamo allo stesso livello; sufficientemente riposati e lo stesso vale per i nostri destrieri. Né Obsidian né White sono ancora stati fatti andare al galoppo quest’oggi. E la strada di fronte a noi è appena stata battuta dalle sentinelle. Non corriamo alcun rischio, per cui non vedo motivo per rinunciare alla mia rivincita. – lei lo fissò scettica, aggrottando la fronte. Stava cercando una giustificazione per sottrarsi e quella sua improvvisata l’aveva presa impreparata. Mentre continuava a studiarla attentamente, lo vide mutare improvvisamente espressione, cambiando anche tattica. Odiava quella peculiarità già in Rhaegar, ma ritrovarla in Jon era paradossalmente rincuorante. Il giovane la osservò allora carezzevole e con un’improbabile aria da furbetto – Devo presupporre mia lady che avete timore di perdere? – pure lo stesso modo di provarmi ha ereditato? Jon, è il sangue di drago che ti sta suggerendo di chiamarmi lady? ma ogni sua domanda rimase senza risposte, dato che il ragazzo stava continuando nella sua sfida – Oppure cominci a risentire degli anni che sono passati, mamma? – la punzecchiava conscio che qualcosa di quelle parole l’avrebbero fatta sbottare.
-Non provare a darmi della vecchia! – gli occhi della donna lo squadrarono di irritazione – Né della codarda! – divennero poi complici – Ho festeggiato meno giorni del nome di te a conti fatti per cui quello che potrebbe risentire dei primi acciacchi di senilità dovresti essere tu, mio caro! –
-A dire il vero, sorellina, per nascita sei la più anziana di tutti gli Stark presenti. – la canzonò Benjen, intromettendosi nelle loro chiacchiere.
-Morditi quella dannata lingua, Ben, se non vuoi che spiattelli a tutti le tue prodi gesta in sella al tuo primo ronzino! –
-Spelacchio era un valido compagno di… sventure. – asserì orgoglioso – Hullen lo dovette sopprimere mio malgrado quando si slogò entrambe le zampe anteriori. –
-Ero presente! – puntualizzò lei – Mentre tu stavi a letto con un bel bernoccolo sulla fronte per quella spettacolare caduta. – rise sorniona.
-Chissà di chi era la colpa! – l’avversò lui – Se non avessi mosso quel fottuto legnetto, mai si sarebbe imbizzarrito e io non sarei caduto. – le lanciò un’occhiataccia.
-L’idea era mia, ma Brandon mi ha dato una mano, quindi non puoi dare a me tutte le colpe! – Lyanna voltò la sua cavalcatura facendo un giro completo su di sé, ma senza arrestare la sua marcia.
-Povera rosellina! Sia mai che tocchiamo il tesoro più prezioso del lupo selvaggio! – la canzonò spavaldo. Lei allora socchiuse gli occhi minacciosa.
-Vuoi che mi metta a raccontare ai tuoi nipoti degli audaci tiri di spada al Parco degli Dei? – gli rivolse un’occhiata in tralice tornando a cavalcare al fianco di Jon che se la rideva sotto ai baffi – Torniamo a noi, lupetto impertinente… -
-Sono tutto orecchie. – la sorprese lui – Facciamo chi arriva primo al ponte? – propose in trepidante attesa.
-Te ne pentirai, piccolo figlio dell’estate. – lo derise Benjen – L’ho imparato a mie spese molto tempo fa – decretò frustrato – Perfino quel cinghiale di Robert avrebbe protestato per lo spreco di vino che tua madre ha osato sciupare sulla mia persona! – fece una linguaccia maligno.
-Quindi ti tieni fuori, zio? – gli chiese il giovane alzando un sopracciglio subdolo, quasi difendendola. Questo la spronò a continuare la predica contro suo fratello.
-Non vedi che ormai è anziano? Non ce la fa più! – lo schernì Lyanna di rimando, muovendo le redini della sua giumenta.
-Lya, non te ne approfittare troppo. Mentre tu riposavi beata nell’ultimo ventennio, io mi sono spaccato il culo al Castello Nero. – schioccò la lingua infastidito – Il Vecchio Corvo mi mandava sempre a cercare questo grattacapi che ora si spaccia per il miglior bardo del nord e che tuo figlio ospita nella casa di nostro padre! – indicò col pollice Mance Rayder che ghignò sentendosi preso in causa.
-Cammini notevolmente infruttuosi per te, corvo ghiacciato. – Ben gli lanciò un’occhiata torva.
-E’ ciò che ti ho sempre lasciato credere, mio caro! – poi tornò a prestare la sua attenzione a madre e figlio – In quanto a te, sorellina, ora ti mostrerò quanto bravo sono diventato! Ma non piangere, quando arriverai al traguardo con la lingua di fuori come una cagnolina da salotti! –
-A chi avresti dato della cagnolina da salotti, randagio pulcioso con la coda mozza? –
-E riserva le lacrime per la canzone di nostra nipote, regina delle nevi! – Lyanna lo fulminò con lo sguardo a quell’epiteto.
-Ti pentirai di quello che hai osato dire… ! – ma suo fratello gli fece una linguaccia, tra l’iralità collettiva. Gli anni potevano anche essere passati, ma dentro erano rimasti i bambini di una volta.
-Io faccio compagnia a Bran. – Sansa adeguò la sua andatura a quella di suo fratello, affiancandolo e rinunciando alla competizione. Non era molto brava a cavalcare, o almeno non a velocità sostenute.
-Io invece ci sto. – disse improvvisamente Daenerys. Sia Jon che Lya si voltarono sbalorditi – Perché tanto stupore? Sono vissuta anni tra i clan Dothraki, so che per voi sono visti solo come dei barbari, ma a Essos sono molto temuti e vengono chiamati anche i signori dei cavalli. –
-Uhm, in pratica Ryswell selvaggi! – la interruppe pensoso Benjen – Lya, ti esorto ad approfondire la conoscenza di questi aitanti guerrieri, sono certo che ti troverai a tuo agio! – la donna gli sferrò un calcio ad uno stinco.
-Ho sposato uno dei loro Khal e ho montato il suo regalo di nozze: una purosangue argentata. – continuò la regina rivolta a Jon, quasi volesse apparire ai suoi occhi – Quindi penso di sapere come si cavalca! – nei suoi occhi c’era la fierezza di una Khaleese. Lyanna non seppe quale motivo la fece pensare che suo figlio avesse preferenza di vederla restare nelle file indietro. C’era sicuramente qualcosa che non le aveva detto, ma quello non era certo il momento per indagare oltre.
-Bene allora siamo in quattro. – Benjen inquadrò i presenti che partecipavano, poi parlò all’altra sua nipote dandole però le spalle – Arya, tu che fai? –
-Vorrei partecipare. – disse atona – Ma Wildbreath non è in estro oggi… - mostrò rassegnazione.
-Lekia, vieni anche tu. – la regina si volse verso suo fratello. Lyanna si mosse nervosa sulla sella udendo quel termine in alto valyriano.
-Preferirei passare... Haedus. – rispose Viserys atono.
-Ti è parso per caso che la frase fosse un interrogativo o che io abbia iniziato la frase con un “se a vostra altezza compiace” ? – ora era diventata seria. Lui rimase in silenzio per alcuni istanti, poi alzò lo sguardo e si impettì furioso, ma lei non parve badarci e solo quando lui si avvicinò a cavallo di Ebrion gli disse ancora – Hai forse timore di farti battere? –
Lyanna notò che aveva usato lo stesso pretesto che Jon aveva adoperato con lei. Il principe sospirando, diede un colpo coi talloni ai fianchi del suo stallone nero, accostandosi però a Jon sulla destra. Il ragazzo lo stava guardando e gli lanciò un sorriso incoraggiante.
-Chiedo venia, vostra maestà, per l’arroganza mostrata da mia sorella, ma temo non abbiano ancora inventato delle museruole per draghi. – affermò con voce ancora infastidita, alzando lo sguardo per fissarla alla fine della frase. Il giovane sorrise a quella battura e cercò di nasconderlo mettendosi una mano sulle labbra.
-Se è per questo esistono quelle per i cani, ma di fatto a mia sorella non sono mai riuscito a metterla. – si antepose Benjen arrivandogli dalla parte opposta – Potrei chiedere il vostro intervento, la prossima volta che ringhia? – Viserys si zittì all’istante e rimase a studiarlo serio.
-Devo raccontare a tutti di quella volta che sei rimasto appeso alle fronde di un abete per tutta la notte, incastrato con la tua cintura ad un ramo, mentre scappavi da quel mostruoso… - enfatizzò Lyanna usando due dita di entrambe le mani per figurare le virgolette – …coniglio? –
-Ero convinto si trattasse della volpe demoniaca con cui la Vecchia Nan continuava a terrorizzarmi! – si giustificò lui.
-Certo… - ghignò lei – Infatti i conigli hanno fattezze molto simili alle volpi, soprattutto nelle dimensioni e nelle lunghe orecchie. – lo derise ridendo.
-Ti sei scordata delle zampe e della coda… te ne do atto, sono diversi come animali, ma… - e mostrò un’aria da birbante, proprio come faceva da giovane – le sorelle sanno essere petulanti come le vecchie che raccontano certe fiabe! – Lyanna lo frustò con le redini.
-Se i due piccioncini hanno finito di battibeccarsi, darei inizio alle danze. – Mance si posizionò poco distante da loro e mosse le dita sull’arpa per dare il via a quella sfida.
Appena le corde emisero il loro usuale suono, i cinque cavalli partirono e sfrecciarono seguendo il sentiero imbiancato, alzando neve al loro passaggio. Lyanna in breve fu in testa, seguita a ruota da Jon. Benjen li rincorreva. Era plausibile che i lupi conoscessero in maniera egregia il loro ambiente, ma nemmeno i draghi si diedero per vinti. Per qualche istante Viserys rimase dietro a sua sorella, controllando la sua postura, correggendola e consigliandola. Quando si accorse che i due in testa si stavano allontanando troppo, allora la lasciò, superandola senza problemi. Arrivò alle spalle del guardiano della notte, che oltrepassò dopo una breve competizione, facendo una finta per poi scartarlo di lato, fino a raggiunse il giovane Re del Nord. I due ben presto si scoprirono alla pari, in alcuni momenti Jon lo superava, in altri perdeva terreno, eppure per quanto tentasse, non riusciva a superarlo né in velocità, né in scaltrezza. Fianco a fianco si trovavano a superare piccoli avvallamenti, tronchi semi sommersi dal candore ghiacciato e collinette di neve che esplodevano in mille cristalli quando uno zoccolo lo calpestava. Lyanna era in vantaggio di due balzi appena, per alcuni istanti, la raggiunsero e cavalcarono tutti e tre alla stessa velocità, guardandosi e sapendo che quella competizione avrebbe dovuto dare un solo vincitore. Poi la donna con un sorrisetto astuto, incitò la sua puledra, abbassando la schiena sulla criniera dell’animale, quasi avesse dato loro la vana speranza di avere una qualche possibilità di batterla. Le sue gonne e il mantello svolazzavano al vento e si ritrovarono a mangiare i cristalli di ghiaccio che si alzavano al suo passaggio.
Alla fine fu lei la prima a superare il ponte e fece ancora un giro del piazzale in attesa che Jon e Viserys sopraggiungessero. Il principe, quando si accorse di una lastra di ghiaccio di fronte a sé, tirò le redini per deviare la direzione di Ebrion, e questo permise a Jon di anticipare l’ostacolo ordinando a Obsidian di saltarlo e vincere così quella loro competizione personale. Il Re del Nord raggiunse sua madre, seguito dal suo avversario che scuoteva la testa per questa insofferente sconfitta.
Poco dopo arrivò anche la regina dei Draghi. Benjen invece aveva mollato a metà strada e procedeva adagio solitario, osservando i suoi avversari e alzando una mano per salutarli da lontano. Arya lo stava raggiungendo, con la lentezza della sua giumenta che non era per niente invogliata a galoppare.
-Voi non siete semplici zokla… ve lo dico io! – disse Dany annaspando. Aveva il fiatone, faticava addirittura a parlare – Dove nascondete le ali sui vostri cavalli? – Jon e Lyanna risero. Il principe Viserys tenne le redini con una mano e si chinò sul collo di Ebrion per accarezzargli la criniera.
-Dopo questa schiacciante sconfitta hai un tantino abbassato la cresta, Haedus? – la provocò. La giovane gli fece una linguaccia.
-Ti credi così imbattibile? Io posso almeno usare la scusante di aver trovato difficoltà a destreggiarmi sulla neve, ma tu sei stato battuto su tutti i fronti da loro che avevi a portata di tiro. – lo apostrofò.
-Mi vedo costretto a onorare la loro superiorità. Uno Stark avrebbe dovuto vincere in un torneo quale miglior cavallerizzo dei Sette Regni. Peccato questo non sia mai avvenuto. – Viserys puntò il volto verso la lady. Lyanna pensò di rispondere con altrettanta sicurezza.
-Non amiamo partecipare ad effimere dimostrazioni di potere, quando possiamo dimostrare il nostro valore in altri modi. –
-Il clima e il territorio in cui viviamo ci temprano, ma non ci rendono inclini a favorire eventi quali tornei o competizioni reali. Come avete visto poco fa, principe Viserys, il terreno è imprevedibile quando la neve e il ghiaccio lo ricoprono. – Jon provò a mostrare la sua vena diplomatica.
-Neve e ghiaccio, hanno distratto un vecchio drago brontolone e sputa fiamme… che sia un caso, lekia? – Dany gli sorrise civettuola e procace.
-Regina Daenerys non intendevo umiliare il principe vostro frat… - provò a spiegare Jon.
-Voi no di certo, ma io sì. – lo interruppe lei senza mezzi termini – Proponetemi qualunque cosa per farmi dimenticare questa pessima performance. – Viserys alzò gli occhi al cielo e si sollevò sulla schiena, spostando il capo lateralmente. Lyanna rimase a fissare la regina dei draghi interdetta.
-Vi posso proporre uno scambio… - suo figlio stava riflettendo serio, tenendo il capo chino – Vi insegnerò a cavalcare nelle terre del Nord, e mentre vostro fratello continuerà ad istruirmi nell’antica lingua, chiedo a voi di insegnatemi a… cavalcare un drago. – si propose Jon spensierato.
Lyanna si voltò a fissarlo sbalordita. Hai certamente preso da me quest’avventatezza, Jon. Sostenne ripensando che quell’identica espressione, assomigliava molto al primo dialogo che aveva intrattenuto col suo principe d’argento mentre danzavano nella Sala dei Cento Focolari e che era poi passata alla storia con: “voglio cavalcare un drago!” Inspiegabilmente incrociò lo sguardo con Viserys che sorrideva senza un vero motivo preciso.
-Detta così, potrei anche pensare che vogliate approfittare della situazione per passare del tempo in privato con me. – gli occhi viola della regina indugiarono su quelli grigi del giovane re. Jon divenne rosso dalla vergogna e cominciò a balbettare. Viserys scosse il capo, le sue labbra si incurvarono ancora di più, irritando Lyanna a dismisura.
-Dany, azzardi a sostenere che ti abbia per caso fatto un’avance? – le domandò con estrema ironia, cercando di tastare il terreno.
-Devo pensare che non lo sia, dunque? – lei giocò alla stessa maniera e Jon sbarrò gli occhi terrorizzato, cercando di incrociare lo sguardo con sua madre. Lyanna gli trasmise tutta la sua determinazione, ma preferì non dire ancora nulla. Voleva prima capire che gioco stavano facendo.
-Temo tu debba passare oltre a questo consueto modo di esprimersi nelle terre del nord. Un tempo una persona a me cara soleva dire che la gente nata e vissuta in questi luoghi ha un dialogo molto meno sibillino di quello dorniano, Haedus, eppure altrettanto diretto e inequivocabile. – la voce profonda del principe era destabilizzante, tuttavia Lyanna si ritrovò a mordersi un labbro perché Rhaegar aveva detto una cosa molto simile in sua presenza molti anni addietro e si domandava come Viserys ne fosse venuto a conoscenza.
-Non era mia intenzione… - cercò di giustificarsi allora il ragazzo – intendevo solo… - ma la regina scoppiò a ridere.
-Vi stavamo prendendo in giro Jelmor Dārys. – affermò con tranquillità – Non mi permetterei mai di fornirvi alcun pretesto per farvi inginocchiare ai miei piedi… qualcuno penso mi morderebbe! –
Lyanna però non prese bene quello scambio di battute.
-Jon non sarà ricordato come un altro re inginocchio! – ringhiò feroce.
-Nessuno mai vi chiederà un simile pegno, milady. – intervenne il principe dei draghi serio.
-E non trattateci come bestie selvatiche che azzannano i propri nemici! –
-La seconda parte della mia asserzione difatti non era riferita a voi, lady Stark! – Daenerys la fissò autoritaria, con quegli occhi ingannevoli.
Lyanna sentiva le lacrime per il nervoso pizzicarle gli occhi. Voltò allora il cavallo e lo incitò a riprendere la corsa verso la fortezza ormai abbandonata da tempo. Non si sarebbe mai mostrata in lacrime di fronte a loro.
Si rincuorò solo di aver usato quelle parole così da rammentare a suo figlio quale atteggiamento avere, ma spettava a lui ora tenere testa ai suoi avversari, e non voleva assistere all’esito finale di quel discorso.
Il terrore che una nuova guerra fosse alle porte la destabilizzava, ma questa battaglia non era quella contro gli estranei, bensì di nuovo ghiaccio e fuoco a combattersi fra loro… oppure uniti tra loro… Possibile che ancora una volta il destino possa mai richiedere un simile danno al regno?
 
 
 
 
 
Note dell’autore:
 
E torno anche con questa storia! Come già vi accennavo nelle note del precedente capitolo siamo sulla strada di questa fortezza abbandonata (altamente inventata da me, seppur presente almeno nei libri, se la mia memoria non mi inganna – sapete, scrivere e leggere in contemporanea a volte mi fa molta confusione e non riesco più a separare le due cose).
 
Per passare il tempo, inizialmente gli uomini del Nord intonano una canzone. Si intitola When Winter Comes dei Miracle of Sound, hanno creato un video fan made in onore lo trovate su YouTube. Adesso io non so se la canzone fosse nata a prescindere da Asoiaf o fosse stata ideata proprio per Asoiaf, però penso che sia azzeccatissima (piccola precisazione in realtà direbbe Walls quindi barriere o muri, io ho modificato mettendola al singolare così da citare la nostra Barriera). La prima volta che l’ho ascoltata mi ha fatto pensare ad una di quelle canzoni che i guerrieri intonano prima di una battaglia, ma ho deciso di inserirla in questo momento perché era carina anche come semplicemente inno del nord che accomuna tutti i vari personaggi. Ovviamente anche Lyanna la conosce, e lo stesso vale per Jon, ma non essendo entrambi portati per la musica, preferiscono non vocalizzare i suoni delle parole (notare che Rhaegar se la ride sotto i baffi, maledetto!). Lo stesso fa Sansa, ma la sua motivazione è differente e incentrata unicamente perché lei è una lady; e questa, se avrete modo di ascoltarla, è una canzone cantata da uomini.
Comunque mi sarebbe piaciuto far cantare madre e figlio solo per creare una scena dove Viserys si metteva una mano sul volto disconoscendo i suoi parenti per essere così stonati, ma avendo la maschera la scenetta non avrebbe reso… chi lo sa che non glielo faccio fare più avanti quando leverà via ogni schermo!?
 
Successivamente abbiamo un Mance che stuzzica Jon e a catena, Benjen che fa uguale con Mance, quasi a protezione del nipote, anche se parte poi a provocare sua sorella intavolando un simpatico discorso che mette in risalto un personaggio completamente nuovo, ma che in Tales aveva fatto già la sua comparsa in alcuni ricordi di Lyanna, se non sbaglio proprio nel primo capitolo.
<Not even Lord Rickard's daughter could outrace him.” Mentre in italiano è stato tradotto con “Neanche la figlia di lord Rickard riuscì a batterlo nella corsa.” La differenza è minimale, ma nella versione inglese sembra più un paragone bello e semplice come quello che si evince tra Arya e Lyanna sempre sulla destrezza dell’equitazione (ovviamente in questo caso noi sappiamo che le due non si sono mai incontrate realmente), invece nella traduzione di Altieri pare più che sia avvenuta una vera e propria sfida tra il Bolton e la Stark, a discapito di Lyanna. Purtroppo mi sono lasciata fuorviare da questa dilettevole competizione, ovviamente fantasie e ship annesse, per creare invece una mia versione dei fatti. Quindi non prendetela per vera, dato che non si conosce la data di nascita di Domeric, e non si sanno tante altre cose a riguardo, ma il fatto che Roose abbia fatto fare a suo figlio tutti gli stessi spostamenti dei figli di Rickard Stark mi ha aiutato a formulare questa mia ipotesi, che però ho scoperto molto presumibilmente sbagliata. Ma ho trovato anche un’immagine in internet su Domeric e Lyanna, che ho già provveduto a pubblicare sul gruppo della Torre, dove un disegnatore, forse delle mie stesse idee, li ha ritratti mentre tengono i loro due cavalli e si guardano. Ecco perché ho deciso di tenere in piedi comunque questa piccola storiella che avrà un suo riscontro anche in Tales 2, dove apparirà proprio Domeric in carne ed ossa. Anche perché poverino, mi piace tanto come personaggio nel suo piccolo è apprezzabile, migliore del fratello e del padre sicuramente e mi ricorda molto Rhaegar in tutto. Buono e gentile con un genitore che invece vuole solo il potere a discapito dei sentimenti del suo stesso figlio, che tutto sommato secondo me se avesse avuto la possibilità di avere Lyanna, mica si sarebbe poi tanto lamentato. E per la brutta fine che poi farà, almeno che gli dia un piccolo spazio nella mia opera, anche se forse la storia risulta forzata.>>
 
Passiamo ora al pov di Daenerys. Comincia subito pure lei con qualche battutina a minimizzare suo fratello, ma scopriamo anche quanto Rhaegar stia mostrando la sua debolezza alla sorella, andando a piangere e sfogarsi per un banale brutto sogno.
 

 
Fraser e bave a parte torniamo a noi; Dany cerca in qualche modo di istigare Rhaegar a farsi partecipe alla vita della sua famiglia, perché non sa davvero quale sia la ragione di questo suo occultamento, rispetta la sua decisione ma non l’accetta del tutto. E lui soprattutto non le ha davvero detto cosa Bran ha visto nella sua visione, ecco perchè lei si ostina a continuare su questa strada. Dopo un piccolo battibecco tra loro, che vede Rhaegar enormemente frustrato per tutta una serie di cose assieme, e Dany che dispettosa gli fa notare una cosuccia poco simpatica, alla fine i due si dividono. Lui cerca la compagnia di Arya, meno incline a prenderlo in giro e da quello che abbiamo potuto notare tra i due pare si sia allacciato una strana sintonia che tutto sommato può anche non essere così strana. Dany invece va alla scoperta di informazioni proprio su quel fratello che tutti pensano morto da decenni, ma si trova un Benjen abbastanza restio a parlargliene, come se avesse qualcosa da tenere nascosto… non sembra anche a voi? Chissà quali sono davvero le sue intenzioni. E infine Dany pone il lettore all’attenzione di un problema su cui mi sono imbattuta fin da subito in questa ff dal momento in cui ho inserito Rhaegar come cavaliere di drago. Ovvero gli ho fatto usare dapprima l’unico drago che avrei poi voluto vedere a Jon, quando poi ho scoperto che i draghi scelgono solo un proprietario per volta e solo alla morte del primo padrone allora posso decidere se farsi cavalcare da un altro… insomma mi sono dovuta ingegnare per dare una spiegazione anche su questo, tanto per non incasinarmi poco la vita!
 
E perché non finire con una bella competizione equestre coinvolgendo sia lupi che draghi? Ovviamente ho spronato i personaggi che più mi servivano a partecipare, inserirne anche altri avrebbe solo rallentato ulteriormente la narrazione e non sarebbe servito a nulla. E’ bello però vedere come si cagnano Lyanna e Benjen prima di cominciare e quasi allo stesso modo anche Dany che in maniera molto singolare costringe Rhaegar a prepararsi, con autorevolezza proprio come una vera regina. Però non prendetemela come arroganza la sua, io la vedo molto signora nell’ordinargli di partecipare, insomma non lo ha minimizzato, né lo ha offeso o nemmeno costretto con minacce. Gli ha solo fatto notare che nella sua frase non vi erano se o ma… un metodo che più avanti vedrete da chi lo ha ereditato. In Tales vi verrà mostrata questa peculiarità in un personaggio da tutti amato, ecco perché prima vi dicevo che non è arroganza la sua, ma solo autorità alla quale Rhaegar può solo arrendersi.

Perdonate se i testi delle canzoni non sono ben delineati ma nel mio file originale sono prefetti, qui invece cambiano completamente e per quanto io cerchi di sistemarli poi una volta pubblicato si spostano ancora. E dato che sono una frana completa con i computer vi prego di oltrepassare a questa imperfezione. Basterebbe solamente che inserissi solo la canzone in lingue originale, ma a me personalmente piace anche poter leggere appieno il suo significa e dato che non mastico bene l'inglese come invece farei con un bel vassioio di bignè, ho sempre bisogno del traduttore sotto mano. Ecco perchè troverete spesso le traduzioni affianco che però risultano un pochettino svolazzanti come la "n" nella firma di Rhaegar Targaryen.
 
Bene penso di aver usato più parole nelle note che in tutta la trama del capitolo, perdonate questa mia prolassi, ma ultimamente tendo a dilungarmi tantissimo anche nel quotidiano. Spero che questa nuova avventura possa piacervi, per il momento non potete ancora immaginarvi cosa vi aspetta, ma entriamo più nel vivo nelle emozioni e nei rapporti di molti.
 
Alla prossima!
Azaliv
   
 
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