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Autore: JAPAN_LOVER    30/05/2018    2 recensioni
Misa fece spallucce e, inarcando maliziosamente un sopracciglio, punzecchiò il ragazzo rachitico che le era affianco:
“Non sarai mica gay, Ryuzaki?”
“No, Misa – rispose lui, con la solita voce priva di emozioni – non sono affatto gay!”
“Allora dimostramelo – lo incalzò, con tono di sfida – baciami!”



Sospettata di essere il secondo Kira, Misa era tenuta sotto stretta sorveglianza al Quartier generale. Questo, in fondo, le stava bene perché avere accanto un Light che sembrava non volerne sapere niente di lei, era più facile da riconquistare.
Se è vero che le migliori armi di seduzioni per una donna sono la bellezza e la gelosia, lei su queste cose era sicurissima di poter contare.

L era il più grande detective del mondo impegnato sul caso Kira. Lucido, freddo, razionale, era disposto a ricorre a ogni mezzo pur di catturare il suo nemico. Figuriamoci se si fosse fatto scrupoli ad approfittare di un’ingenua e innamoratissima modella, per raggiungere i suoi scopi.

Uniti da un tacito accordo, chi per primo tra i due verrá meno al patto?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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VISITA A SORPRESA


Misa si era sciolta i codini e spazzolava accuratamente le sue ciocche bionde, davanti alla specchiera.
“Senti, Rem – disse la modella – mi spieghi perché non posso vedere la durata della mia vita, anche se ho gli occhi di uno shinigami?”
Da quando aveva fatto lo scambio con Rem, Misa non faceva altro che vedere fluttuare sulla testa della gente nomi e durate vitali. Tuttavia, il suo riflesso allo specchio le rivelava soltanto, a caratteri iridescenti, il suo nome di battesimo.
“Il possessore di un quaderno deve solo sapere la durata vitale di colore che uccide – le spiegò pazientemente Rem – uno shinigami non può conoscere la durata vitale di un suo simile e lo stesso vale per gli esseri umani che entrano in possesso del death note!”
Misa annuì. Era contenta di non riuscire a vedere la sua durata vitale, dopotutto era consapevole che non le restasse moltissimo da vivere. Lo scambio degli occhi con Rem le era costato metà del suo tempo mortale.
Poi, con destrezza, la modella raccolse in una retìna il groviglio di capelli dorati. Dopo di che, applicò sul capo una parrucca castana, inforcò un paio di occhiali dalla montatura squadrata e ripassò sulle labbra un lucidalabbra chiaro.
L’immagine riflessa dello specchio era quello di una ragazza, nella quale neanche lei riusciva a riconoscersi. Ciò che Misa vedeva, somigliava più a una timida liceale con un caschetto sbarazzino castano e l’uniforme scolastica alla marinaretta.
“Ecco fatto!” cinguettò Misa, orgogliosa del risultato.
Misa si scattò qualche foto come ricordo e, impaziente, uscì di casa.
Era sicura che Kira si sarebbe presentato all’appuntamento. Aoyama era un quartiere molto grande, ma se fosse venuto, lei lo avrebbe senz’altro notato con i suoi occhi.
“Sei sicura non voler rinunciare? – le domandò ancora una volta Rem, preoccupata – e se quell’uomo avesse cattive intenzioni?”
“Non se ne parla! – protestò Misa ostinata – non capisci, Rem? Questa potrebbe essere la mia unica occasione di incontrare Kira!”
Inoltre, la bionda si tormentava ancora per aver sacrificato la vita di persone innocenti. Arrivata a quel punto, sarebbe andata fino in fondo.
“Come vuoi!” disse piano lo shinigami, sempre e comunque pronta a guardarle le spalle.
Quella mattina le strade di Aoyama erano davvero molto affollate. Davanti agli occhi di Misa si accalcavano un sacco di volti, accompagnati da nomi e durate vitali. Si domandò se tutto quel sovraccarico di informazioni, un giorno o l’altro, non l’avrebbe fatta ammattire.
Passeggiava da diverse ora, ma ancora nessuna traccia di un individuo del quale non poteva desumere la durata vitale.
“Uff… – sospirò Misa, entrando in un caffè – credo che mi riposerò un attimo!”
La modella, abbastanza a suo agio in quella divisa scolastica, prese posto a un tavolo davanti alla finestra che dava sul viale principale della zona di Aoyama.
“Chissà che tipo è Kira… – disse Misa, gustando il gelato alla panna che aveva ordinato – non vedo l’ora di incontrarlo, di parlare con lui. Chissà quanti anni ha e se abbiamo qualcosa in comune…”
Rem non poté che sorridere bonariamente, davanti agli occhi languidi e sognanti di Misa, che tutto ad un tratto si spalancarono.
“Trovato! – sussultò la ragazza, sistemandosi le lenti sul naso – Yagami…e di nome fa….Tsuki? Che nome strano, ma è l’unico di cui non riesco a leggere la durata vitale. Deve essere per forza lui!”
Misa, felice, fissò bene quel nome nella mente.
Rem seguì lo sguardo assorto ed estasiato di Misa e, fuori dalla finestra, vide passare un ragazzo alto e castano in mezzo a un gruppo di coetanei. Mentre quel giovane si allontanava, ridendo e scherzando insieme ai suoi amici, la modella lo seguì con gli occhi finché non sparì. Misa non poteva vederlo, ma sulla testa di quel ragazzo gravitava uno shinigami.
“Ma come? Non vai da lui?” domandò perplessa Rem, vedendo Misa finire con tutta calma il gelato.
“Mica posso andare a salutarlo e a presentarmi fra tutta quella gente – rispose Misa – adesso che so come si chiama sarà facile fare qualche ricerca e trovarlo! Dopotutto ha un nome così particolare!”
La ragazza ingurgitò un ultimo cucchiaio di gelato e, soddisfatta, se ne tornò dritta a casa.

Tornata nel suo appartamento, Misa si disfò della parrucca e di quell’uniforme scolastica, gettandole nell’immondizia che al mattino dopo sarebbe finito nel cassonetto in fondo alla strada. Poi, si stiracchiò e aprì la TV.
“Che giornata! – sospirò, stanca ma felice – era certo che finalmente oggi avrei trovato Kira, ma proprio non me l’aspettavo che fosse così giovane…e che poi fosse così fico!”
La bionda non riusciva a trattenere un sorrisino compiaciuto. Senza perdere tempo, accese il computer e iniziò la sua ricerca. Dopotutto, nell’era di internet era facile trovare informazioni sulla gente: volente o nolente, i dati base di ciascuno sono alla portata di chiunque.
“ Guarda, Rem! Si scrive TSUKI come LUNA, ma si legge LIGHT – constatò Misa, colpita – che nome fantastico! E poi senti che roba: in seconda e in terza media è stato campione di tennis al torneo nazionale, quest’anno ha avuto l’onore di tenere il discorso delle matricole, durante la cerimonia di inizio anno all’università di Tokyo”
“Deve essere molto in gamba…” rispose semplicemente lo shinigami.
“Su, andiamo!” disse la ragazza, alzandosi impetuosamente dalla sedia.
“Dove vuoi andare a quest’ora?” trasalì Rem.
“A presentarmi, no?” cinguettò Misa.
“Ah, da lui…” sospirò lo shinigami, alzando gli occhi al cielo.
La bionda, non riuscendo proprio a contenere il suo entusiasmo, non attese oltre. Ripose il suo dath note in borsa, si infilò un cardigan scuro – andando a coprire il top in pizzo nero e la minigonna dello stesso colore – e uscì frettolosamente fuori.
Rem la seguì in silenzio, senza obbiettare. Erano passate le 9 PM di sera, quando giunsero davanti a una villetta monofamiliare. Misa controllò ancora una volta l’indirizzo che si era appuntata su un foglio e suonò il campanello.
Ad aprire la porta fu una ragazzina in pigiama rosa e con i capelli castani raccolti indietro in una coda di cavallo.
“E tu chi sei?” domandò l’adolescente, con aria perplessa.
La modella si morse le labbra. Come suo solito no aveva riflettuto a lungo e forse era un pò tardi per una visita.
“Buona sera, mi chiamo Misa Amane – si presentò, chinando il capo mortificata – sono venuta a portare a Light un quaderno molto importante, che oggi ha dimenticato all’università!”
“S…si, aspetta che lo chiamo!” balbettò Sayu, la sorellina più piccola di Light.
La ragazzina salì di corsa le scale per andare a chiamare il fratello.
Dopo qualche minuto d’attesa, uscì il ragazzo che aveva adocchiato nel pomeriggio ad Aoyama, chiudendosi la porta alle spalle. Sulla sua testa fluttuava solo il suo nome: LIGHT YAGAMI. Kira era proprio lui.
Light, con espressione severa, lasciò che fosse lei a parlare per prima.
La ragazza chinò la testa e si presentò.
“Sono Misa Amane! Ti ho visto oggi ad Aoyama e non ce l’ho fatta a resistere – disse tirando fuori il death e porgendoglielo – ecco…questo è il mio quaderno!”
Light deglutì e, afferrando quel quaderno, vide apparire dietro quella ragazza bionda, uno shinigami molto diverso da Ryuk.
“D’accordo. Entra, ma reggimi il gioco!” le ordinò il ragazzo perentorio.
Quando Light aprí la porta, ad attenderli nell’atrio con curiosità c’erano Sayu e Sachiko, la madre.
“Entra pure…” disse Light, questa volta con tono ospitale.
“Davvero posso? – cinguettò Misa – che bello…”
“Mamma, potresti portarci del tè? – domandò Light – è stata così gentile da riportarmi un quaderno che avevo dimenticato!”
“Oh si! Certo, tesoro – rispose Sachiko – chi è questa bella ragazza?”
Light avvolse le spalle di Misa con il braccio e la tirò a sé, facendola sussultare.
“E’ la mia ragazza – rispose semplicemente lui, conducendo l’ospite su per le scale – ve ne avevo già parlato, no?”
Una volta chiusa la porta della camera, l’espressione affabile di Light tornò ad incupirsi. Fece accomodare Misa sulla sedia girevole della scrivania, mentre lui andò a sedersi di fronte, sul letto.
“Parla! – le ordinò – come hai fatto a capire che ero io?”
“Ah, già. Tu non hai fatto lo scambio degli occhi – rispose Misa – con gli occhi di uno shinigami si possono vere il nome e la durata vitale delle persone, ma non è possibile vedere la durata vitale di un altro possessore del quaderno!”
Light trasalì, si voltò per un attimo alle sue spalle, ma tornò subito a focalizzare l’attenzione sulla sua ospite.
“Ti rendi conto che se ti avessero presa sarebbe stato un bel guaio? – le fece notare, severo – avresti rivelato il mio segreto!”
“No, io non lo farei mai!” gli assicurò Misa.
“Non puoi saperlo!” sbottò Light, incrociando le braccia.
“E comunque non è successo. Se d’ora in avanti seguirò i tuoi consigli, sono sicura che non mi cattureranno! – rispose la bionda con fare propositivo – io sarò i tuoi occhi e potrò vedere il nome di L! E perciò…” cercò di dire Misa timidamente, con un po’ di esitazione.
“Vai avanti – la incalzò Light, spazientito – e perciò, cosa?”
“….fammi diventare la tua ragazza!” disse Misa tutto d’un fiato, arrossendo visibilmente.
“La mia ragazza?” trasalì Light, non aspettandosi certo una conclusione del genere.
“Sì, la tua ragazza!” rispose lei, con fermezza.
Light cercò di contenere la sua irritazione. Davanti a lui c’era il secondo Kira, un individuo il cui potere omicida era infinitamente superiore al suo. Doveva stare molto attento e procedere con cautela, o avrebbe anche potuto ucciderlo.
“Temo non sia possibile – tentò di spiegarle – ad Aoyama hanno triplicato le videocamere di sorveglianza e se tu eri lì, puoi star certa che ti hanno ripresa e lo stesso vale per me. Quindi, cerca di capire: se qualcuno dovesse vederci insieme, rischiamo di passare guai seri…te lo assicuro!”
Misa sfilò dalla borsa il cellulare e gli mostrò le foto che si era scatta quel pomeriggio.
“Guarda, questa sono io oggi in giro per Aoyama!” disse Misa, sedendosi sulla ginocchia di Light.
Il ragazzo castano si domandò da dove fosse saltata fuori quella ragazza capricciosa e sfrontata, che si prendeva tutte quelle libertà.
Ryuk, alle spalle di Light, sghignazzò divertito e, guardando le foto, esclamò:
“Effettivamente non sembra affatto lei!”
Light cercò di reprimere quel senso di fastidio. Già poteva immaginare che quella ragazza le avrebbe dato del filo da torcere.
“Si, ma le impronte? – osservò Light, senza darsi per vinto – sui nastri mandati alla Sakura TV ci sono le tue impronte!”
“Non sono le mie impronte, ma quelle di una mia amica che vive nel Kansai” si affrettò a spiegare Misa.
“E questa tua amica che fine ha fatto?” la incalzò Light, aggrottando la fronte.
Misa si morse le labbra.
“Se tu dovessi ordinarmi di ucciderla, lo farò – disse lei, sforzandosi di trattenere le lacrime – se non ti fidi a tal punto di me, ecco prendi il mio quaderno! Se te lo do soltanto in prestito, continuerei ad esserne la proprietaria e non perderò il potere degli occhi, dico bene Rem?”
“Sì, è così…” rispose lo Shinigami, tenendo i suoi occhi liquidi e gialli fissi su quel ragazzo.
“In questo modo i non posso ucciderti, mentre tu potresti sempre farlo – continuò Misa esasperata – ma ti prego, fidati di me!”
Light sgranò gli occhi. Non riusciva a credere all’assurdità di quei discorsi: quella ragazza piombata dal nulla in casa sua sembrava disposta a tutto, pur di avere la sua fiducia e aiutarlo.
“Cosa ti spinge a tanto?” domandò lui, piano.
“Tu sei Kira – spiegò Misa, mentre una lacrima solcava il suo viso – lui ha giustiziato il ladro che un anno fa ha ucciso i miei genitori. Io venero Kira dal profondo del cuore e da quando sono entrata in possesso di questi poteri, il mio sogno è sempre stato quello di incontrarlo e di essergli utile… per questo ho fatto lo scambio degli occhi…solo per incontrarti!”
Light avvolse in un abbraccio quella ragazza bionda, seduta sulle sue gambe, e la baciò lungamente sulle labbra. Misa ebbe un sussulto ma, felice, rispose teneramente a quel bacio.
‘Non sarò il suo ragazzo, ma niente mi vieta di recitarne la parte – pensò tra sé Light – mi conviene tenerla buona, almeno fino a quando non troverò il modo di farle uccidere L!’
“E va bene, Misa. Sarò il tuo ragazzo – sussurrò lui – d’ora in poi, gli occhi che hai pagato al prezzo di metà della vita, saranno la mia arma. Anche tu sarai la regina di un nuovo mondo!”
“Light…” gemette lei.
L’atmosfera rovente che improvvisamente si era levata nella stanza, fu interrotta bruscamente dall’arrivo di SachiKo. La donna arrossì, trovando i due ragazzi teneramente abbracciati sul letto.
“Oh, scusate!” disse imbarazzata la signora Yagami, lasciando il vassoio con il tè sul ripiano del comò.
“Mamma…” protestò Light.
“Si, caro…me ne vado!” rise la donna, uscendo rapidamente.
Misa si morse le labbra, imbarazzata e abbracciò ancora una volta Light. Non poteva credere di esser riuscita a convincere un ragazzo così cauto e sospettoso.
“Farò di tutto perché tu possa amarmi, Light – sussurrò lei – io sento di amarti già così tanto…”
Light la strinse nuovamente a sé e le accarezzò piano la chioma dorata. Con Misa dalla sua parte, sarebbe riuscito a sbarazzarsi facilmente di L del quartier generale al gran completo. Dopo di che, avrebbe fatto fuori anche quella ragazza impulsiva: non poteva lasciarla vivere a lungo, dato che era venuta a conoscenza della sua vera identità.
Il ghigno perfido e soddisfatto stampato sulle labbra di Light, fece rabbrividire una Rem già molto diffidente.
***
***
***
CIAO A TUTTI!
FINALMENTE SI ENTRA NEL VIVO DELLA STORIA. MI SCUSO PER LA LENTEZZA E LA MONOTONIA DEI PRIMI CAPITOLI, MA DOVEVO INTRODURRE LA STORIA.
QUI, LIGHT – SE E’ POSSIBILE – E’ ANCORA PIU’ SUBDOLO DELL’ORIGINALE. NELL’ANIME DICE APERTAMENTE A MISA DI FINGERE DI ESSERE IL SUO RAGAZZO, MENTRE QUI LA INGANNA SEMPLICEMENTE.
VI RINGRAZIONE COME SEMPRE DI CONTINUARE A SEGUIRE LA MIA STORIA,
A PRESTOO : )
JAPAN _ LOVER < 3
   
 
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