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Autore: Master Chopper    30/05/2018    1 recensioni
[Versione corretta e completa di Stella d'Argento: www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2725875
Questa storia non presenta i personaggi originali dell'opera Fairy Tail, ma solo OC]
Nel continente di Tellius, il Regno di Alaustria è l'unico a possedere delle gilde dove i maghi possono prestare servizio i nome del bene e della pace. Un mago però, sembra non appartenere a nessuna gilda, in cerca di un ambizione che nemmeno lui conosce.
Il destino gli riserverà incontri importanti, vittorie, conquiste, sconfitte, perdite... ma al termine della fiaba, comincerà la leggenda?
Genere: Avventura, Demenziale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stella d'Argento:La Stella non si eclissa [REMASTERED] 

Nota Autore: Essendo un capitolo rilasciato dopo tanto(sigh) tempo dal precedente, vi lascio un sommario per chi non avesse voglia di rileggere tutto.

Continente di Tellius, Regno di Alaustria. Corex Claymore, mago conosciuto come Stella d’Argento, ha intenzione di fondare una gilda e per questo è alla ricerca di maghi potenti. A lui si sono uniti Akiko Dixon, Ryoko Hoshika e Shark Kraner (rispettivamente una maga delle piante, una maga dei portali ed un mago del Take Over e di un incantesimo che gli permette di nuotare nel terreno). Nel Regno però sembra star iniziando una misteriosa combutta per spodestare le Gilde, ed uno degli incaricati di dare la caccia a Corex è un certo Padre Einsof, addestratore di assassini.

Capitolo Cinque: Demone.

 

“ Nooo! Poveri pesciolini !”

Urlava una voce straziata tra le coste del Mar Antico.

“ Ma se ci hai anche aiutato a catturarli !”

Rispose una ragazza, stanca di quelle lamentele.

 

Corex Claymore lanciò uno sguardo al tramonto sopra le teste di loro quattro. In lontananza era possibile intravedere gli edifici di Portarea, e lì erano diretti per vendere il pesce pescato in una lunga giornata al mare.

Ryoko stringeva tra le mani la pesante rete, stracolma di animali acquatici di ogni genere, ancora vivi e vegeti, ma incapacitati ad uscire per via della presa ferrea della castana.

Tuttavia sembrava essere Shark Kraner, la nuova aggiunta al loro team, ad essere intenzionato a liberarli. Infatti il cenerino piangeva lacrime disperate, cercando ogni tanto di strappare di mano la rete alla compagna di viaggio. Inutile dire che durante il tragitto si erano ritrovati a litigare un paio di volte, mentre Akiko sorrideva imbarazzata cercando di riappacificarli.

 

Stranamente fu qualcos’altro a distrarli in quel momento: una carovana incrociò la loro strada, diretta nella direzione da dove provenivano.

I ragazzi sollevarono lo sguardo incuriositi, così come fece il cocchiere in testa. L’uomo si sfilò il cappello, asciugandosi la fronte sudata sotto l’afa pomeridiana e salutandoli.

“ Anche voi vendete pesce, giovani ?” Sorrise gentilmente, senza smettere di proseguire.

Shark fu in procinto di urlare un categorico “No !”, ma la maga dei portali gli tappò la bocca con una mano, annuendo al suo posto.

L’uomo alla guida li guardò allora stupito.

“ Ma allora che aspettate? Vi farò una confidenza: un mio collega ci ha appena svelato che al villaggio di Agakure, qui nelle campagne, i prezzi di mercato sono aumentati !”

E detto ciò, facendo il segno di restare in silenzio, spronò i cavalli con le briglie.

 

Tutti si voltarono allora verso Shark.

“ Uhn mfurfahano uh …” Iniziò a bofonchiare il cenerino.

“ Ryoko, forse dovresti togliere la mano dalla sua bocca.” Sorrise imbarazzata Akiko all’amica, e quella, ancor più a disagio, rimediò subito all’errore.

Riprendendo la capacità di parlare correttamente, il ragazzo proseguì:

“ Agakure è un piccolo villaggio tradizionale, per quel che ne so. Anche se sono nato qui, è da anni che non mi fermo a vivere in un luogo per troppo tempo.” Ammise, incrociando le braccia al petto e guardando Corex, curioso di quale sarebbe stata la sua decisione.

“ Non saprei …” Il mago dell’anima si grattò la testa nervosamente.

“ Possiamo pur sempre provare! Alla fine, chissà, potremmo trovare altri compagni !” Lo incoraggiò ottimista la maga del verde.

 

Così, tutti e quattro, decisero di seguire le ombre allungate alla luce del tramonto, dei carri che li avevano preceduti verso Agakure.

 

 

 

|||

 

Baskerveille, stessa ora.

 

Nei bassifondi della capitale, nei vicoli dove nemmeno i malintenzionati o gli ubriaconi osavano avventurarsi per mancanza di locali o punti di ritrovo, tre ombre si agitavano alla luce ocra del sole.

In testa camminava una ragazza, seguita da un ragazzo e quella che poteva essere una bambina.

 

La ragazza aveva dei lunghi capelli biondi e vestiva un pettorale d’acciaio sopra un abito di seta bianca.

Alice Kurenai, identificata come un membro dei servizi segreti del Regno, la squadra Crimson Lady, sembrava in perfetto contrasto con il putridume delle strade che percorreva.

“ Dovremmo essere vicini.” Sussurrò, facendo trasparire una leggera tensione nella sua voce.

Appostandosi al muro che svoltava su di una strada più larga, rimase in attesa per qualche secondo.

La sua espressione determinata era immutabile.

 

“ Ma certo che siamo vicini! Le spie hanno accertato che la base di quel traditore fosse questa già da una settimana.” La bambina alle sue spalle invece non sembrò voler mantenere un profilo basso, e parlò a voce molto alta senza alcun riguardo.

Vestiva un abito nero di pizzo con la gonna a campana ed un corpetto ricamato con fiocchi rosso sangue e blu elettrico, sparsi come toppe sul vestito. Portava delle calze a righe blu e nere, e dei guanti ugualmente a righe, ma stavolta nere e rosse. Sulla testa era calata una cuffia da neonato nera, dalla quale però spuntavano le sue due trecce di capelli viola, lunghissime ed avvolte in spirali che sfioravano il terreno.

Dall’altezza e dalla giovinezza del viso sarebbe stato difficile darle più di tredici anni.

“ Oppure non ti fidi dei miei… gioielli ?” All’ultima parola la ragazzina ebbe un brivido, e sul volo si dipinse un’espressione di piacere. Sollevò la mano destra, mostrando un anello con incastonata una pietra celeste, per poi leccare l’accessorio quasi con esitazione.

 

Il ragazzo alle spalle di Alice si strinse ancor di più alla bionda, poggiando il petto sulla schiena di lei, ed avvicinando il volto al suo orecchio.

“ Sì, però è anche vero che le nostre spie non sono mai entrare all’interno della chiesa. Per cui non sappiamo chi o cosa troveremo.” Quando parlava il giovane sussurrava appena, giustificando così il doversi avvicinare molto all’ascoltatore, in questo caso Alice, che non fece una piega allo strano comportamento di lui.

Il ragazzo era molto alto e magro, con un viso scavato che lo rendeva quasi cupo, e dei capelli violacei scompigliati davanti al suo volto. Si potevano appena scorgere gli occhi arancioni, dello stesso colore di quelli della ragazzina più indietro.

Vestiva una camicia nera sbottonata, ricoperta da diverse fodere, ognuna di queste contenente per assurdo, una sigaretta con la punta accesa rivolta verso l’alto, perfettamente dritta. Queste erano almeno una ventina sul suo petto, e muovendosi spostava la nuvola di fumo creatasi attorno a sé.

 

“ Dobbiamo entrare, Alice-chan ?” Sussurrò all’orecchio della bionda, che di tutta risposta aggrottò le sopracciglia.

Con un movimento impercettibile estrasse da un fodero sulla cinta una pistola argentea dal manico bianco, e la puntò in direzione del tetto della chiesa.

I due giovani alle sue spalle compresero immediatamente cosa stesse per fare, ed entrambi cinsero almeno un braccio attorno alla vita di lei.

“ Ice Hook ”

 

Dalla canna dell’arma iniziarono a conglomerarsi misteriosi cristalli d’aria solidificata, e in un colpo solo la bocca da fuoco espulse un getto di gelo puro.

La scia di ghiaccio, dalla forma di una sfera con quattro artigli equidistanti, rimaneva attaccata alla pistola attraverso una catena, e dopo una parabola si attaccò alle tegole rovinate dell’edificio.

Alice Kurenai, senza aggiungere una parola, fece ritrarre la catena, ed insieme ai suoi compagni venne sollevata in avanti, staccandosi da terra.

Grazie al rampino di ghiaccio raggiunsero in un istante il tetto, esattamente sopra una vetrata sporca che lasciava appena filtrare i raggi del sole.

 

La ragazzina dai capelli viola scrutò le strade nei dintorni, accertandosi che non ci fosse ancora gente, per poi rivolgere un’occhiata agli altri due.

Il ragazzo individuò subito un mattone biancastro, fuori posto, e scostandolo osservò come sul legno sottostante fosse stato disegnato un cerchio con del materiale scuro, forse del catrame.

Sollevò un piede e lo abbatté sul legno vecchio, sfondandolo e rompendo l’unica barriera tra l’esterno e l’interno dell’edificio. La trave cadde per qualche metro, schiantandosi sul pavimento della chiesa con un rimbombo, accompagnato dal suo stesso eco.

I tre saltarono, atterrando più in silenzio che potessero esattamente davanti all’altare.

 

Alice fu subito in procinto di voltarsi, quando un’ombra saettò tra le colonne, raggiungendola.

La ragazza riuscì ad abbassarsi in tempo, così che la figura le passasse solamente a fianco, ma un istante dopo realizzò di un profondo taglio che le percorreva il fianco destro, partendo da sotto la spalla.

Ringhiò, e gli altri due si accorsero subito del pericolo.

L’ombra si allontanò, slittando come se muovesse ogni tanto le gambe in fondo alla sala, nel lato dell’entrata. Quando riuscirono a scorgerlo meglio, lo identificarono come una figura ricoperta da una maschera bianca e con un’armatura di ferro, armato di katana.

Ai piedi sembrava indossare un congegno simile a dei pattini, che però non producevano alcun rumore nel movimento.

 

L’ufficiale del Regno estrasse una seconda pistola argentea, sparando in rapida successione dei proiettili, agilmente evitati dal nemico, il quale continuava a muoversi tracciando  linee ondulate, studiandoli a distanza.

“ Me ne occupo io, Alice-chan.” Mormorò con un filo di voce il viola, avanzando con sguardo risoluto e sfilando una sigaretta dal taschino.

Dopo averla impugnata tra le dita, la lanciò in avanti dove si trovava l’avversario, rimanendo impassibile.

“ Smoke TNT ”

Il proiettile improvvisato iniziò a cambiare forma in volo, e prima ancora che potesse raggiungere la sua destinazione, la figura in armatura scattò in avanti, recidendola con la spada.

 

Alle sue spalle scaturì un’esplosione, proveniente dai pezzi appena recisi, ma egli non mostrò alcuna reazione, e semplicemente proseguì con la sua avanzata.

“ Cloud! Fermo, non puoi colpirlo se continui così !”

Urlò Alice al viola, senza però che lui le rivolgesse lo sguardo.

“ Lo so… per questo mi fido di te.” Sussurrò infine, impugnando una manciata di sigarette.

Le scagliò consecutivamente, e queste si trasformarono in una pioggia di piccoli candelotti di dinamite, letali ed altamente pericolosi.

Tuttavia lo spadaccino riuscì ad intercettarli al volo, e superando l’attacco azzerò completamente la distanza tra sé ed il ragazzo.

Cloud spalancò gli occhi dalla sorpresa, mentre la lama leggermente ricurva stava recidendo con un taglio netto ascendente la pelle del suo petto.

Fu questioni di secondi, e prima che la katana potesse raggiungere il pomo d’Adamo, dei proiettili sparati dalla bionda costrinsero il nemico armato ad allontanarsi.

 

Questi assunse una guardia stabile, nonostante i suoi pattini, ed impugnando la lama parallelamente al terreno, si preparò a caricare i due bersagli.

Alla velocità del suono scattò in avanti,  ed allo stesso tempo reagirono Alice e Cloud.

“ Smoke TNT ”

“ Ice Bullets ”

Il primo scagliò altre sigarette, rapidamente trasformate in candelotti, mentre la seconda sparò dalle sue pistole.

Lo spadaccino evitò i proiettili, giunti per prima, e si preparò a spazzare via gli esplosivi con dei rapidi tagli.

L’istante successivo però la lama cozzò contro una superficie più resistente, ed il tempo sembrò congelarsi.

La figura realizzò sussultando che tutte le dinamiti erano state ricoperte da uno strato di durissimo ghiaccio, e per questo la sua katana non avrebbe mai potuto tagliarli.

 

L’ingresso principale della chiesa venne illuminato dai lampi delle esplosioni, ed il corpo in fiamme dello spadaccino venne scaraventato in aria, ricadendo sul pavimento di marmo con uno schizzò di sangue.

Alice si avvicinò all’individuo, completamente immobile, e ne scostò la maschera dal viso. Una luce violastra si sollevò da lui, sparendo tra le travi del soffitto con un sussurro gelido.

La bionda socchiuse gli occhi, stringendo le labbra.

“ Era solo un normale cittadino schiavizzato dai poteri di Einsof.” Disse, e la sua voce per un attimo vacillò.

Cloud rimase in silenzio, senza esprimere alcuna emozione nel suo sguardo di ghiaccio. Alle spalle dei due una porta venne spalancata, e da dietro l’altare sbucò la ragazzina vestita in tema gothic lolita.

“ Ho trasportato tutti i dati sensibili dai documenti del prete. Non dovrebbe esserci altro.” Ridacchiò con la sua voce acuta, portando alla bocca una mano soltanto per leccare nuovamente uno dei suoi anelli.

“ Oh !” Esclamò d’un tratto, volgendo il suo sguardo al leggio in legno sull’altare, e catturando l’attenzione degli altri due.

“ Cosa c’è, Ines ?”Domandò incuriosita Alice, avvicinandosi alla ragazzina, che nel mentre aveva allargato il suo sorriso.

Quando lei e Cloud giunsero al leggio, poterono osservare che al posto di un libro sul Sacro Risveglio, c’era solo una fotografia.

La pistolera sobbalzò alla vista di un qualcosa che non avrebbe mai creduto di vedere in quel posto.

 

La fotografia ritraeva un gruppo di persone strette tra di loro per apparire insieme in quello scatto, probabilmente di una Lachrima Camera.

La bionda si riconobbe in una ragazzina al centro del gruppo, sui tredici anni, dai capelli raccolti in una sola lunga treccia e con una pistola alla cintura. Alle sue spalle, girato di tre quarti, c’era un ragazzo più alto e muscoloso, dai capelli viola coperti appena da un cappello invernale, ed al suo fianco una bambina vestita con un abitino in pizzo nero e dei lunghi riccioli dello stesso colore del ragazzo.

“ Aaaaaw !” Esclamò intenerita Ines, stringendosi ad un braccio di Alice e tirandola a sé.

“ Come eravamo cariiini !” Squittì saltellando.

La bionda però non sollevò lo sguardo dalla fotografia, intenta ad osservare le altre tre figure rimaste.

Era presente un’altra ragazza, più alta di lei e leggermente più formosa, con un volto tondo. I suoi occhi erano di un ipnotico viola chiaro, simile al blu, mentre i capelli mossi castani, dalle punte color dorato, percorrevano i fianchi fino al bacino. Mostrava un sorriso sfrontato, orgoglioso ma sicuramente felice.

Alle sue spalle c’era un uomo, intento a grattarsi la nuca con un sorriso nervoso e le gote rosse dall’imbarazzo. Il suo viso era ancora giovane, nonostante l’età troppo avanzata rispetto a tutti quei giovani, ma presentava dei brillanti occhi azzurri profondi e vivaci.

Vestiva un abito bianco dai ricami dorati, lungo fino a terra, ed i capelli neri erano portati cortissimi.

Accanto a lui un bambino dell’età di Ines, dalla carnagione nivea, con dei penetranti occhi rossi e capelli color cenere arruffati.

 

Alice lo vide, ed il suo sguardo si bloccò.

Non si voltò neppure quando il portone d’ingresso si spalancò, lasciando un rumore di passi precedere una figura in penombra all’interno della chiesa.

Non appena Ines e Cloud si voltarono, sull’attenti, l’essere in penombra si fermò.

Sollevò le mani sopra la testa, rimanendo con la luce dell’esterno proiettata sulle sue spalle.

“ Non ho intenzioni ostili nei vostri confronti, state tranquilli.” Parlò, con la voce di una giovane donna.

Alice non si voltò ancora, stringendo però i pugni sempre più forte, fino a far sbiancare le nocche.

 

“ Sono un’amica di Corex, il mio nome è Margaret Thompson… e so che anche voi siete sulle sue tracce.”

Il volto della donna era oscurato dall’ombra di un cappello di cuoio a larghe tese, lasciando visibile la sua carnagione abbronzata e dei lunghi capelli rossi e ricchi.

A quel punto la bionda sollevò lo sguardo, puntando due occhi fiammeggianti sulla nuova arrivata.

Quell’occhiata spietata, fuori controllo, sbigottì momentaneamente persino Cloud e Ines, ma la rossa, presentata come Margaret, non arretrò.

“ Siete Alice Kurosaki, Cloud ed Ines Fröman, non è così? Corex mi ha parlato di voi, e so anche che siete dei servizi segreti.”

“ Ah sì ?” Sbottò Alice, furente, per poi incamminarsi a passo rigido verso la giovane donna.

“ E perché, visto che lo sai, non sparisci immediatamente? Questa è un’area off-limit per i civili !” Arrivò ad un palmo dal naso da lei, fulminandola con i suoi occhi di ghiaccio.

“ Voglio solo trovare Corex come voi.” Rispose senza scomporsi Margaret, ma l’altra la interruppe subito.

“ Ma sentiti! Non sai niente di Corex, non sai nulla di chi è stato per noi e soprattutto, tu non eri con noi quando lavoravamo tutti insieme per il Regno! Dov’eri tu, per il tuo amico Corex, eh ?!”

 

I due fratelli Fröman rimasero in silenzio, con la testa abbassato in quell’atmosfera tanto pesante.

La donna sospirò profondamente, sfilandosi il cappello per mostrare il suo volto. Avrà avuto qualche paio di anni in più di Alice, e la superava notevolmente in altezza.

“ Quando eravamo piccoli, accidentalmente Corex mi privò permanentemente della capacità di riconoscerlo. In poche parole, anche se mi passasse davanti, non potrei vederlo o sentire la sua voce. Da allora decise di partire per cercare un modo di controllare la sua magia nella grande libreria di magia nella capitale.”

Gli occhi di Margaret erano duri, eppure talmente profondi da catturare Alice contro la sua volontà.

“ Da allora non l’ho più visto, ma talvolta mi mandava delle lettere, raccontandomi di come fosse entrato a far parte dei servizi segreti del Regno… fino a quando non mi raccontò che era stato espulso dalla squadra, e da un anno non ho più sue notizie.”

“ La squadra non perse solo lui, ma anche altri tre membri …” La voce di Ines impedì alla bionda di parlare.

“ Eppure, adesso sembra che abbiamo una pista.” Sorridendo maliziosamente, mostrò la fotografia alla rossa.

 

Al centro della foto, accanto ad una giovane Alice, c’era un ragazzino dai capelli color argento e gli occhi celesti. La sua testa era stata cerchiata con una penna rossa, e sulla foto rimaneva ancora la scritta: “ Corex Claymore. Agakure, solstizio d’estate”.

 

 

 

|||

 

“ Ringraziando il nostro wannabe Master, mi sa che abbiamo guadagnato soldi a sufficienza per pagarci ben UNA serata d’albergo... per poi tornare nuovamente al verde.” Ryoko enfatizzò la parola, gettandosi a peso morto sulla ringhiera, esausta dalla lunga giornata.

“ Ma sei scema? Non pensi a tutti quei poveri pesciolini, venduti per acquistare due camere ?!” Le urlò contro una voce, proveniente dal piano superiore.

La castana si sporse solo per guardare in cagnesco Shark, anch’egli proteso in avanti e con le lacrime agli occhi.

“ I pesciolini! I pesciolini !” Continuò a piagnucolare il ragazzo, e la maga dei portali dovette far ricorso a tutta la sua pazienza per trattenersi.

“ Su, non fate così !” Sorrise Akiko, abituata ai litigi fra i due. Avanzò verso la ragazza, guardando oltre la sua testa, sul panorama di fronte a loro.

“ Dopotutto ci siamo potuti permettere questo.”

Con ottimismo, il suo sguardo si rivolse al di sotto della balconata, dove una lunga strada illuminata da candele serpeggiava tra case in legno e risaie.

Il villaggio di Agakure vive a stretto contatto con la natura e la tradizione di Alaustria, respirando aria pura di mare, portata attraverso i colli che lo circondavano. Gli abitanti, in vista della stagione estiva, avevano iniziato a sfoggiare per le strade i loro yukata, con colori tenui di notte e più vividi di giorno.

I bambini si rincorrevano agitando nastri, essendo vestiti da creature mitologiche, forse spiriti o mostri, tra le gambe dei passanti. La luna piena illuminava quella notte così silenziosa, nonostante le luci delle lanterne sembrassero già un cielo stellato tra le montagne.

 

Ryoko ed Akiko avevano indossato i loro yukata dopo il bagno, rispettivamente di color porpora e verde scuro, dai temi simili che inneggiavano alla bella stagione.

Al piano superiore, nella seconda stanza affittata in quell’albergo, Shark continuava a lamentarsi delle zanzare, mulinando in aria una scopa. Lui si era rifiutato di indossare quegli abiti di cotone, fin troppo caldi a suo parere, e vestiva ancora la camicia ed i bermuda.

“ Non so voi, ma sto iniziando ad avere fame.” Ammise la maga del verde, rivolgendosi a Ryoko. La compagnia annuì, distraendosi dalle preoccupazioni sui soldi.

“ E tu ?” Domandò ancora la ragazza, sporgendosi e volgendo lo sguardo alla balconata superiore.

Un gorgoglio rumoroso risuonò nella notte, e le due maghe ridacchiarono divertite, ignorando la risposta a quel punto ovvia del cenerino.

“ E Corex ?”

A quella domanda il ragazzo ammutolì, lasciando le due nel silenzio.

“ Shark ?” Ripeté Ryoko un po’ più forte, convinta che l’altro non l’avesse sentita.

Il surfista rizzò il naso in alto, ignorando i continui richiami delle compagne di viaggio. Voltandosi, rientrò nella camera.

“ Effettivamente è in bagno da quando siamo arrivati.” Mormorò ad alta voce, avanzando verso la porta scorrevole in canne di bambù che separava lo spazio per i materassi dal bagno.

 

Senza pensarci due volte la spalancò, facendo capolino nella piccola stanza.

“ Oi Corex! Andiamo a mang- ah !”

Tuttavia le parole gli scemarono di colpo non appena si accorse che neppure lì si trovava l’albino.

Una corrente di vento gli scosse i capelli: sollevando lo sguardo la vide provenire da una finestra all’altezza del soffitto.

 

 

|||

 

 

Ammantata con un lungo mantello svolazzante nella notte, una figura fece la sua entrata nel cimitero tradizionale di Agakure.

Il vento aveva spento le torce, lasciando che il buio regnasse tra i santuari sparsi nell’aia.

Sembrava che la gente del villaggio non utilizzasse lapidi, bensì solo fotografie del defunto e ciotole per le offerte sopra la sua bara, eppure un’enorme pietra tombale spiccava dal terreno. Sembrava quasi una stele appartenente ad un’altra cultura, per quanto fosse fuori luogo.

Sulla sua sommità, un’ombra in pieno contrasto con il cielo notturno stellato, si voltò non appena percepì la presenza ammantata.

 

“ Da quanto tempo, Corex !”

Il ragazzo si sollevò in piedi, restando in bilico, eppure spalancando le braccia come in segno di affetto. Sorrideva gioioso, con i suoi occhi rossi spalancati ed il vistoso tatuaggio rosso sulla pelle pallida.

Ai suoi piedi, l’albino si sfilò il mantello, lasciandolo trasportare dal vento gelido del camposanto.

“ Mi hai chiamato soltanto per una rimpatriata, Sasha ?” Lo interruppe, con voce ferma. Distese le dita, per poi serrare la mano a pugno.

“ Anche se fosse, sarebbe soltanto un’occasione per due amiconi di rivedersi.” Sorrise il misterioso individuo, spiccando un balzo verso l’alto.

“ Non sono amico dei traditori.” Mormorò Corex, e voltandosi trovò il ragazzo a pochi metri da lui.

 

A quel punto il cenerino smorzò il suo sorriso.

“ Non mi pare tradire unirsi ad una giusta causa.” Dal retro del suo gilet estrasse un cilindro di ferro, e lo fece roteare tra le dita.

“ Comunque sia, noi della Red K abbiamo bisogno del tuo cadavere… e hanno voluto mandare me, essendo io il tuo grande amicone.” Con uno scatto il cilindro si allungò in entrambe le direzioni, trasformandosi in un’asta alta quanto Sasha.

Il tatuaggio sotto l’occhio del ragazzo si illuminò di rosso, ed improvvisamente da dei fori su di un’estremità del bastone si solidificarono due lame cremisi incredibilmente lunghe. La falce aveva la forma della lettera K.

“ Non sono proprietà di nessuno !” Ruggendo, Corex sollevò il pugno e la sua magia iniziò a condensarsi.

“ Soul Wave ”

Scagliò rapidamente il suo attacco, che sorvolò parallelamente il terreno, sotto lo sguardo sereno del ragazzino.

“ Corex, Corex …” ridacchiò Sasha, prima di far roteare tra le mani la falce ed impugnarla verticalmente.

“ Pioggia del Demone di Sangue  ”

 

Sferrò un fendente laterale, e nel momento in cui le lame cozzarono contro l’incantesimo, un’esplosione di scintille e magia illuminò a giorno il cimitero.

L’attacco di Corex era stato nullificato, e quando l’albino recuperò la vista, si accorse di aver appena perduto il suo avversario.

“ Ti ricordavo più forte …” Sussurrò spietata la voce del ragazzino, e lui rabbrividì percependola esattamente alle sue spalle.

Si voltò appena in tempo per scorgere un’occhiata di disgusto mista a folle sadismo, proveniente da brillanti occhi rossi.

“ Aghi del Demone di Sangue  ”

- La magia di Sasha …- Ricordò fin troppo tardi Corex, sollevando più veloce che potesse le braccia a difesa del torace e della testa.

- Il Devil Slayer del Sangue !-

Nulla l’aveva preparato a battersi contro un altro possessore di Magia Unica, tanto meno in quell’area così buia e colma di anfratti: a ragion per cui, quando giganteschi aghi rossi provenienti dai più microscopici schizzi di sangue del precedente attacco saettarono verso di sé, si affidò seriamente alla fortuna.

Decine di lame trapassarono il suo corpo, perforandogli una gamba, la pancia, entrambe le braccia e la spalla sinistra. Ritrovandosi ormai immobilizzato, grugnì di dolore, osservando come lasciandosi trapassare una mano da parte a parte, avesse evitato che una punta lo centrasse in piena fronte.

 

“ Decisamente. Nell’esercito non ti saresti mai fatto bloccare così, anche se so benissimo che questo attacco non basterà a fermarti.”

Gli si rivolse contro Sasha, squadrandolo con tono sprezzante. Camminava verso la sua gabbia, posando accuratamente i piedi lungo gli aghi di sangue rosso scuro e solidificato.

“ Comunque sia ora che il mio attacco ti ha colpito, sei stato contaminato dal sangue del Devil Slayer… in parole povere, un veleno che ti renderà presto capace appena di muovere la pupilla. Mi dispiace non poterti uccidere qui, ma sono queste le regole.” Il giovane ragazzo dai capelli color cenere talvolta sorrideva pronunciando quelle parole, accompagnato dal suono metallico delle sue suole rinforzate ad ogni passo compiuto.

Si accovacciò sulle ginocchia, ritrovandosi faccia a faccia con il suo nemico.

“ So bene che non puoi privarmi di un’abilità con il tuo potere… e ormai dovresti aver capito da te che privarti della vista, dell’udito o dell’equilibrio in queste situazioni rischierebbe solo di intralciarti.”

Un assassino mediocre non sarebbe mai stato così sicuro di se stesso, perché l’inconsapevolezza del potere del nemico è un’incognita che può spaventare anche gli sciocchi. Al contrario, Sasha era a piena conoscenza di Corex e di tutti i suoi assi nella manica.

“ Mi sei davvero mancato, Corex.” Sussurrò il ragazzo all’orecchio dell’avversario, con una dolcezza infinita, in perfetto contrasto con i suoi denti aguzzi e gli occhi scarlatti.

“ Corvi …” Rispose soltanto l’albino, a testa bassa.

L’altro dapprima pensò di aver sentito male, quando un tonfo alle sue spalle non lo sorprese.

 

- Cosa è stato ?!- In un istante Sasha era saltato sull’attenti, intimorito dall’idea che il suo avversario stesse agendo per vie che lui non poteva prevedere.

Scrutò sul terreno fangoso del cimitero, illuminato appena da qualche lanterna in lontananza. Un altro suo senso, l’olfatto, gli era d’intralcio: la puzza di morte era troppo intensa per poter percepire l’odore di altri intrusi.

Un secondo tonfo nel buio questa volta venne intercettato da una lama di sangue.

“ Si può sapere che diavolo stai facendo ?” Sbraitò il ragazzo, finalmente voltandosi verso l’imprigionato avversario. Fu allora che una luce celeste gli illuminò il viso.

“ Speravo che tutto il trambusto prima o poi li avrebbe spaventati …” Corex, facendosi forza nonostante le ferite, aveva appena ricoperto i suoi due pugni con l’energia opaca della sua magia.

Dal cielo oscuro continuavano a precipitare come un acquazzone decine e decine di corvi.

 

Per poter evocare un incantesimo, la Magia Unica Soul Magic necessita di privare di un’abilità un essere vivente. Animali di piccoli dimensioni non sono sufficienti per poter generare un attacco potente, ma se aumentato il numero dei sacrifici il discorso cambia.

In quel momento tutti i corvi, abitanti del cimitero, avevano perso la loro capacità di volare per permettere a Corex di contrattaccare.

Sasha sussultò, ritraendosi istantaneamente non appena riconobbe la vibrazione nell’aria che precede la Soul Magic. Non fu abbastanza veloce, ed una colonna di energia magica lo investì dal basso, distruggendo tutti i suoi aghi di sangue solido.

“ Soul Geyser ”

 

Un boato fece tremare il camposanto, mentre la luce spettrale si stagliava fino al cielo.

L’oscurità venne annullata per qualche secondo, fino a quando l’attacco cessò e ci fu solo silenzio.

Corex ricadde sulle ginocchia, e da tutte le sue ferite ricominciò a fiottare sangue. Ogni arto era riempito di fori, persino le spalle ed una caviglia ormai testimoniavano che non si sarebbe più potuto muovere.

Strinse i denti per soffocare il dolore, mentre a stento l’unica mano che lo reggeva in equilibrio tremava.

“ Ti odio.”

Una voce proveniente dall’oscurità e dai cumuli di lapidi distrutte lo sorprese, facendogli alzare il capo di scatto.

Due occhi rossi risplendevano nel buio, e ad ogni passo verso di lui Sasha emergeva sempre di più alla luce della luna. Il corpo del ragazzo pareva essersi trasformato, ed a stento ricordava un umano.

 

 “ Devil Drive  ”

Come cocci rotti da una pelle di porcellana, frammenti del suo viso si scollavano per cadere a terra, svelando una consistenza rossa e pulsante attorno a quegli occhi rossi.

I capelli di Sasha ora sventolavano alla pressione dell’energia magica appena rilasciata, ed in continuo aumento ad ogni passo. La falce di sangue aveva perso la sua lama, ed ora il bastone di ferro giaceva impalato in una lapide. Lui non ne aveva più bisogno per combattere, questo era il messaggio che Sasha stava lasciando a Corex.

“ Si può sapere che problemi hai? Arrenditi e basta.” Una crepa più grossa si arrampicò lungo la sua tempia, lasciando che al di sotto un corno nodoso e scuro spuntasse al lato della fronte.

L’ira del cenerino, percettibile dalla violenza del suo sguardo e di come ogni suo muscolo fosse teso in ricerca di un momento per attaccare, si rifletteva sull’intensità del suo nuovo incantesimo.

“ Lo sai anche tu che nessuno può battere un Devil Slayer dopo che è entrato in Devil Drive! È la mia forma più forte, potrei spazzare via questa intera città se solo lo volessi.” Digrignò i denti, ormai diventati zanne acuminate.

 

Corex lo guardava dal basso della sua posizione indifesa e ferita. La luce cremisi emanata dall’aura magica nemica si rifletteva sulle gocce di sudore che gli imperlavano la faccia.

“ Mi stai dicendo che… se mi arrendessi mi risparmieresti una morte così atroce ?” Riuscì a dire con fatica, fronteggiando lo sguardo iracondo di Sasha.

“ No.” Rispose duramente l’altro, ormai arrivatogli ad un metro di distanza, per poi fermarsi sul posto.

“ Voglio solo farti capire quanto sia stato stupido da parte tua non arrenderti prima.”

Il Devil Slayer sollevò la mano in direzione dell’albino, rimanendo in silenzio.

 

In un istante tutte le ferite di Corex si illuminarono di una luce innaturale, al punto che il ragazzo sussultò colto alla sprovvista.

“ Cos-?” Non conosceva per niente quel potere, ma ci volle meno di un secondo prima che una runa magica si attivasse sotto i suoi piedi, al minimo scintillio nelle pupille di Sasha.

“ Esecuzione del Demone di Sangue  ”

Il sangue che ancora sgorgava dalle ferite emanò dapprima degli sbuffi di fumo quasi impercettibili, per poi trasformarsi istantaneamente in fiumi incandescenti che presero ad incendiare interamente il corpo di Corex.

“ Waargh !” Ringhiò per l’immenso dolore l’albino, crollando a terra mentre il suo corpo veniva avvolto da fiamme rosse come il sangue. Con le mani ad agguantarsi i capelli, aveva gli occhi spalancati ed i denti contratti per cercare di soffocare altre urla strazianti.

“ Argh!! A-aah…” Boccheggiava ormai da qualche secondo, prossimo a perdere il senno per la sofferenza. Non si trattava di semplice combustione: sentiva le fiamme scavare buchi dentro il suo corpo, come una colonia di formiche in cerca della superficie quando vengono sepolte.

 

Sasha rimase imperturbabile per la maggior parte del tempo, ovvero circa trenta secondi, dopodiché tirò un grosso sospiro colmo di secchezza.

“ Se smetti di urlare però mi togli tutta la soddisfazione.” I suoi capelli si afflosciarono sul volto e la pelle caduta ricrebbe, mentre invece il corno demoniaco si dissolse in una nuvola di fumo. In un secondo aveva abbandonato il potenziamento del Devil Drive, ed ormai con sguardo distante ed inumano si lasciava riscaldare da quella pira umana colma di dolore.

“ Mi ha fatto piacere conoscerti, Corex… Spero che in qualsiasi modo l’organizzazione voglia riutilizzarti, lo faccia togliendoti per sempre quel sorriso presuntuoso di dosso.”

E proprio mentre l’assassino aspettava che il suo avversario bruciasse fino a diventare cenere, questi si alzò da terra senza più emettere un suono. La velocità con cui si sollevò di colpo rimettendosi in piedi, per poco non gli strappò un urlo di sorpresa.

 

“ No…” Fu sul punto di rantolare, stupito, quando l’altro lo interruppe con una semplice occhiata glaciale.

Nonostante le fiamme lo investissero, divorandolo e non accennando a placarsi, il mago soprannominato Stella d’Argento non lasciava che l’attacco gli strappasse un solo tremore.

“ Cosa credi di ottenere nel toglierti la percezione del dolore ?!” Sbraitò Sasha, muovendo istintivamente un passo all’indietro.

“ Morirai lo stesso! Non c’è modo che tu possa… salvarti.” Corex aveva iniziato ad avanzare quando dalla guancia del ragazzo scivolò la prima goccia di sudore.

- Merda! Ho utilizzato tutta la mia magia !- Si maledisse, e l’istante successivo l’albino lo raggiunse con uno scatto.

L’ultima cosa che vide furono i suoi occhi azzurri, nello stesso istante in cui gli venne rifilato un pugno rivestito di magia dell’anima in pieno volto.

 

“ Soul Wave ”

“ Vai all’inferno !” Esplose Corex, sollevando con quel singolo colpo mirato il suo avversario di dieci metri da terra, in un’esplosione di polvere e terra attorno a sé che si espanse distruggendo le lapidi più vicine.

 

 

 

Squadra Ronsengarden: Fu una squadra dei servizi segreti del Regno di Alaustria, la quale perse notorietà e soprattutto venne svelata agli occhi di tutto dopo quello che venne etichettato come l’Incidente. In seguitò all’Incidente, ben tre membri vennero espulsi dalla squadra, di cui due divennero ricercati. La squadra era formata da giovani ragazzi dotati di grandi poteri magici, sotto la guida di un mentore, conosciuto come Padre Einsof.

I nomi dei membri erano: Lilian Babic, Sasha Boundon, Corex Claymore, Alice Kurenai, Dereck Einsof, Cloud Fröman ed Ines Fröman.

 

 

Nome: Shark Kraner;

Età: 18;

Incantesimo: Take Over- Squalo di Terra;

Ama: Il surf;

Odia: Il freddo;

Note: Racconta spesso di aver conosciuto una sirena quando era piccolo, e che ella lo avrebbe salvato dall’annegare. Divennero grandi amici, lei gli insegnò a nuotare, ma prima che Shark potesse farle vedere quanto fosse diventato bravo, scomparve lasciandogli un biglietto: “Non cercarmi.” Da allora non ha più smesso di viaggiare per mare, con la speranza di ritrovarla. Il tatuaggio di una sirena ed uno squalo che si inseguono sul suo braccio è dedicato a lei. Sembra avere dei denti aguzzi da squalo anche quando non usa la sua magia.

 

 

Angolo Autore:

Welcome back! Dopo quasi un anno, wow! Non pensavo fosse passato così tanto tempo dall’ultimo aggiornamento. Per mettermi in pace con me stesso cercherò di aggiornare un altro capitolo in staffetta.

Nella storia originale il combattimento Corex vs Sasha era andato molto diversamente: i poteri del Devil Slayer del Sangue erano stati usati poco, in quanto speravo di utilizzare di più il suo personaggio in futuro.

Inoltre anche i personaggi di Cloud ed Ines erano presenti nella storia originale, la seconda solo menzionata ed il primo apparso in un capitolo. Avevano entrambi un ruolo indefinito, qui ho deciso di reintegrarli come sottoufficiali del Regno, compagni di Alice e… conoscenti di Corex.

Alla prossima!

P.S: Per coloro appassionati di Danganronpa: sto scrivendo una fan fiction sul rispettivo fandom qui su EFP. Non contiene pesanti spoiler sulla serie, ma se proprio volete andare sul sicuro vi basterà guardare la prima stagione dell’anime. Il prossimo capitolo verrà rilasciato a breve, se non vi dispiace mi piacerebbe che ci faceste un salto per darmi quattro pareri.

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3744611

Thank you!

                                 

 

   
 
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