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Autore: alessandroago_94    31/05/2018    6 recensioni
Altra raccolta di componimenti poetici molto semplici.
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Serpi

SERPENTI&DELINQUENTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leggo solo offese;

un popolo dalle mille pretese,

non si capisce più niente,

tutti con la lingua biforcuta come il serpente.

E pronti a mordere;

terrore

finanziario,

terremoto

tutt’altro che bonario;

non scuote la Terra, bensì le borse,

e fermano anche le corse

in bicicletta,

poiché pare ci siano buche;

tornano di moda le mucche,

no, le pecore,

per pulire giardini pubblici,

poiché nessuno lo fa più.

Ma questo è l’inferno, forse?

Il caos?

Non ci capisco più niente,

ti bombardano in tv,

in ogni tg,

sui social poi la guerra

è multimediale,

nazionale,

la gara a chi la spara più grossa.

Han detto che è morto il fratello sbagliato

solo perché non ha promosso un aborto;

un aborto di governo,

in partenza già morto,

gridano

alla prevaricazione ogni benedetto giorno,

ma che si vuole?

È che richiedono espulsioni,

cercano Alì Babà e i quaranta ladroni

tra squadriglie di cafoni

che gridano e poi si vendono

ai migliori offerenti,

ai migliori proventi;

guadagnano milioni

e magari si fingono laureati,

così fanno i trilioni

li vanno a spendere ad Antigua,

volo ai Caraibi

passando per l’Indonesia

e la Tasmania;

là ci sono bellissime ville

 e i nomi di persone illustri non sono affatto rari.

Polemiche;

esplodono

come le bandiere che vogliono fare sventolare.

Giunoniche

le pretese,

non contarci che essere possano uscirne

illese,

e c’è chi ha paura,

chi ha un risparmio deve nasconderlo

deve agguantarlo

perché c’è un qualche tarlo

che premedita di bruciarglielo;

c’è chi l’ha presa come un lutto,

chi grida assassini,

chi medita casini,

chi coltiva affari birichini

e chi si dedica ai vari giochini

di moda al momento,

perché un giorno ci si odia,

l’altro ci si innamora,

quello dopo finisce in tragedia;

dimora

in fiamme

la notte

oscura

Gerusalemme,

Betlemme,

non si conosce più

la retta via smarrita,

si prosegue la propria partita

personale

in solitaria,

perentoria

la richiesta di chi necessita

di una mano,

chi non ce la fa veramente più,

e nessuno che ti aiuta,

che ti ascolta,

che sia lì per te,

a risollevarti offrendoti un tè,

che ti porge una mano

o parole gentili.

È una realtà sanguinaria,

che vive nello spettro delle recessioni,

delle retrocessioni,

delle distorsioni,

delle fatidiche illusioni;

ad ognuno di noi

il compito di districare il vero dal falso,

ma non basta,

non basta la telecamera

in cui ci si riprende mentre

si urla,

si insulta,

si accusa liberamente

si cerca a tutti costi un delinquente

con fare impertinente

e ci si finge intransigente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

La poesia non vuole giudicare nulla e nessuno, né far politica. Assolutamente.

La verità è che nei giorni scorsi ogni volta che accedevo ai social era tutto pieno di insulti, di video aberranti, di discorsi senza capo né coda portati avanti a caso da persone a caso, appunto.

Al di là di ciò che accade, sono rimasto sconvolto dalla portata di tutta questa violenza verbale… una cosa allucinante. Imporsi sugli altri urlando come pazzi, gridando nelle piazze contro i passanti, insultando gratuitamente il prossimo… davvero terribile, a mio avviso. Mi sono vergognato io al posto loro.

Ecco, la mia ispirazione poetica di questa settimana non è riuscita ad andare oltre a tutto ciò. Perdonate e scusate la mia poesia, se la ritenete biasimevole. Io stesso vi chiedo scusa. Ma tutto ciò mi ha lasciato davvero molto scosso, talmente tanto da non riuscire a mettere una pietra sopra a cose che sarebbe meglio non sapere o dimenticare subito.

 

 

   
 
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