Capitolo 23: Royal Opera House
15 marzo 1993
Sono ben due settimane che con Alla suono poco il pianoforte e canto tantissimo.
Papà mi sta portando da lei.
“Secondo te perché Alla si è fissata con il canto?”
Il papà, incredibilmente, sorride.
“Tra poco lo scoprirai”.
Lo guardo storto, perché capisco che lui già lo sa.
“Non puoi dirmelo tu?”
“No”.
Sbuffo facendo più rumore possibile, ma papà ancora ride.
“Buona lezione” mi dice, quando si ferma davanti a casa di Alla.
“Sì” rispondo, fingendomi offeso.
Scendo dalla macchina e lo sento ancora ridacchiare ma non ci faccio caso e citofono alla porta di Alla.
Mi pare di sentire quella parola che lei dice sempre, che probabilmente vuol dire avanti in russo.
Biliot o una cosa del genere. Una parola buffa, comunque.
Entro e mi siedo al pianoforte, come sempre.
“Buongiorno, Alla” saluto e lei mi fa un cenno con la testa.
È un po’ troppo russa, sul serio. Sembra sempre così fredda.
Non canta ma mi passa un foglio che io prendo tra le mani.
In cima c’è scritto in grande Royal Opera House, e sotto il volantino dice che ci saranno delle audizioni per un posto nel prossimo spettacolo teatrale.
Guardo Alla, gli occhi spalancati.
“E… e allora?” chiedo, quasi timoroso.
“Dovresti provarci” risponde, fissandomi negli occhi e costringendomi ad abbassare di nuovo lo sguardo su quel foglio.
“Non so proprio se ci riesco, ci sarà tantissima gente molto più br…” ma non posso finire la frase perché lei mi interrompe.
“Niet Mica, niet! Non dire questo, ti sei già allenato”.
Sobbalzo dallo sgabello e capisco che tutte quelle lezioni di canto sono servite per questo e ne rimango un po’ sorpreso. Forse se Alla me lo sta proponendo vuol dire che pensa che io possa farcela.
Mi fermo un attimo a pensare.
Un teatro, un teatro vero.
Alla fine è quello che io vorrei fare e se Alla, che è sempre così dura con me, crede che io possa farcela allora forse dovrei provarci davvero. Anche se non dovessi passare il provino avrei avuto comunque la possibilità di cantare qualche nota in quel teatro.
“Va bene, ci provo” dico alla fine e mi pare di scorgere l’ombra di un sorriso sul suo volto. La prima ombra di un sorriso, una cosa incredibile.
“Continueremo a prepararci, manca ancora un mese. Posso anche accompagnarti poi”.
Di nuovo, la guardo stupito. Ci deve tenere tanto a questa cosa.
“Sì” rispondo quindi, facendole io un sorriso, uno dei pochi che le abbia mai fatto.
Lei annuisce e poi inizia la sua lezione.
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Buon pomeriggio a tutti!
Davvero poco da dire alla fine di questo capitolo, se non che nel prossimo, ovviamente, vedremo il piccolo Mica alle prese con le audizioni.
Come al solito grazie a tutti quelli che stanno leggendo e un grazie ancora più speciale a chi mi lascia qualche riga.
Ci vediamo presto!
Lara