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Autore: Maki Tsune    01/06/2018    1 recensioni
Quale storia si potrebbe raccontare se i personaggi di Miraculous avessero vissuto nel periodo di fine 1800 proprio durante la costruzione della Tour Eiffel e dell'Esposizione Universale? Questa storia mostra i personaggi non più adolescenti ma nella prima fase adulta, (20-25 anni) che affrontano la vita e le difficoltà senza miraculous magici ma comunque con maschere, mistero, amicizia e amore.
Genere: Comico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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“Marinette. Credo che quella persona davanti alla finestra, tutto solo e con aria triste sia la persona che stai cercando.” Le bisbigliò Alya all’orecchio.
“Come?” Marinette guardò verso le finestre e quando i suoi occhi azzurri lo trovarono tra la gente, il suo cuore iniziò a scalpitare. “Oh, Alya. Guardalo. È perfetto anche quando è malinconico.”
“Spero che non glielo dirai in faccia.”
“Eh? Come? Ma no! Non potrei… cioè no… sì… non potrei parlargli… oooh” sospirò “non ce l’ho davanti e già non riesco a parlare.”
Alya ridacchiò. “Ti voglio bene, ma a volte sei proprio irrecuperabile.”
Merci beaucoup, Alya. Mi aiuti molto, sai?” disse sarcastica.
“Vuoi che ti aiuti? Che ti faccia da spalla?”
“Sarebbe gradito. Cosa potrei fare?”
“Intanto andare lì e poi chiedergli di ballare.”
“Cosa? Ballare? NO… gli calpesterei i piedi e… e…”
“E ti stai facendo prendere dall’agitazione per niente. Sei una brava ballerina. Sei talentuosa, Marinette! Abbi più fiducia in te!” Disse Alya seccata ma mantenendo un tono basso.
Marinette lo guardò ancora da lontano, rimanendo vicina all’entrata della sala.
“E se poi non fosse lui? Farei una brutta figura.”
“Allora vai lì e chiediglielo.”
“E cosa dovrei dirgli? Sei Adrien?” sospirò sognante “Il fantastico e perfetto Adrien dei miei sogni?”
“Se riesci a dirglielo.” Rise ironica. “So che ne saresti capace, ma se non vuoi che scappi ti consiglio di non farlo. Però puoi sempre scoprirlo.”
“E come?”
“Non lo so! Inventati qualcosa! Lo fai sempre. Sii te stessa ma non troppo te stessa.”
“Non sei di aiuto, Alya!”
“Ah, davvero? Vuoi un aiuto più concreto? Bien, allora respira, fatti coraggio e…” la spinse verso di lui “buttati!”
“Uaa!” la spinta di Alya la fece barcollare in avanti e, perdendo l’equilibrio, cadde per terra avvicinandosi molto ad Adrien.
“Mn?” Adrien si girò e vide una bella ragazza dai capelli corvini in un vestito rosso seduta ai suoi piedi.
“State bene?” le domandò porgendole la mano per rialzarsi.
Il cuore di Marinette sussultò e le gote presero colore mentre la mano chiusa al petto si avvicinò alla mano del suo presunto amore, con i loro sguardi che si perdevano uno negli occhi dell’altro.
“Voi siete?” chiese Adrien curioso dopo averla aiutata ad alzarsi, poiché non riuscì a riconoscerla.
“Ma-Ma-Maldestramente mortificata.”
Adrien rimase basito per un attimo. Non era quello che intendeva e la risposta lo fece sorridere.
“Per cosa? Non avete fatto nulla. L’importante è che stiate bene.”
Oui. Merci.” Disse con aria sognante, finendo di sistemarsi il vestito.
 “Allora… è tutto di vostro gradimento qui alla festa?”
Oui…t’est magnifique.” Si risvegliò “Cioè, no.. la festa… la festa è magnifica. Sì insomma, l’allestimento, i tavoli, le candele… eheh… tutto…” sospirò “magnifico..” disse guardandolo mantenendo l’aria sognante. Poi si ricordò che poteva non essere l’uomo che sperava.
Adrien era un po’ turbato. “Quindi… vi state divertendo?”
“Sì. No... Non lo so. Insomma… Sono arrivata da poco. Ho provato a far amicizia con le persone che ci sono… Ma con scarsi risultati.”
“Non le conoscete?” Adrien la guardò sorpreso.
“Con queste maschere è difficile riconoscere tutti.” Si girò per osservare i presenti e le piume della maschera solleticarono il naso del giovane uomo, cui le diede ragione poiché non riusciva ancora a riconoscere la dama dietro la maschera a pois che aveva di fronte.
Preso alla sprovvista, Adrien starnutì.
Marinette si girò verso il ragazzo e lui starnutì di nuovo.
“Vi sentite bene? Volete un fazzoletto?”
 “Non disturbatevi. È solo un’allergia.” Starnutì di nuovo.
“Oh. A me?” chiese Marinette confusa.
Adrien sorrise divertito. “Più o meno.” Fece un passo indietro e prima di starnutire riuscì a indicare e guardare le piume della maschera nel mentre si portò il braccio a coprirsi il naso.
Marinette si toccò il viso tastando la maschera. “Oh. Siete allergico alle piume? Non lo sapevo. Sono davvero, davvero mortificata. Però posso toglierle.”
“Non vorrei mai farvi rovinare una….una… a…aah…atchoo!...” Tirò su con il naso. “Scusate…dicevo… una meravigliosa maschera a causa mia.” Si schiarì la voce.
“Non è un problema. L’ho creata io e le posso sempre aggiungerle di nuovo.” Prese un fazzoletto dalla borsetta in coordinato con il vestito e lo porse all’uomo. “Ecco prendete.”
Adrien vide il fazzoletto in stoffa rosa con un merletto nero tutto attorno. Un fiore bianco e rosa vicino alle iniziali MD.
“Insisto.” Disse Marinette prima che il mascherato potesse obiettare.
Lui sorrise e annuì. “Merci.” Alzò appena la maschera da gatto nero, facendoci passare il fazzoletto da sotto, e si soffiò il naso dandole le spalle, per galanteria.
Marinette non sapeva cosa fare e si girò sperando in un aiuto dell’amica, ma ciò che vide le fu insolito e, anzi, poteva quasi rinfacciarglielo in modo amichevole.
 
“Posso servirle dello champagne?” domandò un cameriere di colore.
“Anche se sono una serva?” rispose Alya.
“Beh, lo sono anche io. Visto? Abbiamo già qualcosa in comune.” Il cameriere con gli occhiali tondi la guardò sorridendole.
“Sfacciato.” Sussurrò Alya ricambiando il sorriso.
“E avete un bellissimo sorriso, mademoiselle.”
“Cosa vi fa pensare che non sia madame?”
“Perché siete una serva. Lo avete detto voi.”
“E anche irriverente.” Ghignò sempre più compiaciuta.
“Sono irriverente se chiedo il vostro nome?”
Ci pensò. “Sì. Lo siete.”
Lui rise. “Allora non ho speranze nel saperlo?”
Sorrise ancora e cedette. “Alya. Mi chiamo Alya.”
“Un bellissimo sorriso accompagnato a un altrettanto bellissimo nome.”
“Ma voi siete qui per lavorare o per adescare le persone?”
“Non adesco nessuno, se non voi. Allora… Gradite lo champagne?” le mostrò il vassoio d’argento, ma Alya guardò esitante i calici semi vuoti.
“Avanti, è una festa!” Provò a incoraggiarla.
“Mi dite il vostro nome in cambio?” Alya allungò la mano.
“Nino.” Disse senza batter ciglio e Alya rise prendendo un calice.
“Potreste passare dei guai, sapete?”
“Per aver servito una gentildonna?”
“Per aver servito una serva. Buffo, n’est pas?”
Oui. Ma non preoccupatevi per me.” Si guardò attorno e le sussurrò “Il proprietario è mio amico.”
Alya sgranò gli occhi sorpresa.
“Un amico… davvero?” disse incredula e sarcastica.
“Lo so, può sembrare strano che uno di colore abbia un amico bianco e addirittura ricco, ma cosa posso farci se sono simpatico.”
Alya rise ancora. “Vi state sopravvalutando?”
“Affatto. Sono certo delle mie capacità e… un po’ forse lo faccio. Ma se non ci si sopravvaluta in questo mondo difficile per noi, non si riesce a guardare avanti e vedere il bello della vita.”
Alya lo guardò negli occhi sorpresa. “Una buona filosofia, ma sopravvalutarsi può essere anche pericoloso. Quando lo si è troppo e qualcosa sfugge al controllo finendo male, potrebbe essere un duro colpo al proprio ego. E forse l’ego è quello che vi fa andare avanti.”
“No. Désolé. Mi fa andare avanti la speranza. Il fatto che c’è possibilità per noi. E parte tutto nell’avere un ami che ti ritiene amico senza guardare il colore della pelle.”
Vide che Alya ci stava riflettendo e lo capì. Il suo sguardo si posò su Marinette che, in modo imbranato, stava cercando di aiutare il giovane uomo.
“Champagne?” chiese Marinette ad Adrien, ma lui lo guardò spiazzato.
“Ehm…”
“No?... Certo..no.. Meglio di no. Che sciocca, eheh. Vado a cercarle dell’acqua, forse è meglio.” Si allontanò da lui cercando dell’acqua tra il buffet, cui il cibo stava svanendo pian piano.
Alya sbuffò e sorrise. “C’est vrai. Hai perfettamente ragione. C’è speranza. Ma per la mia amica sembra di no, perciò ti devo lasciare. Almeno potrai riprendere il tuo lavoro in pace.”
“In pace sicuramente, ora che so il vostro nome, Alya.”
“Non usarlo troppo.” Rise andando verso Marinette.
   
 
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