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Autore: ChrisAndreini    01/06/2018    5 recensioni
[Marichat-Spoiler seconda stagione]
Dopo un akuma particolarmente difficile e una giornata davvero stancante, Marinette riflette sulla sua vita amorosa sul balcone di casa sua. Una visita inaspettata metterà in dubbio molte cose che credeva di conoscere su sé stessa e la sua cotta.
#-Alla fine è solo un modello assoggettato al padre. Cosa ci trovi in lui?-
#-È un ragazzo gentilissimo, sempre pronto ad aiutare gli altri. Si impegna molto in quello che fa ed è sempre disponibile. E…- si interruppe, chiedendosi esattamente cosa altro gli piacesse di Adrien. Fu sorpresa nel notare che non conosceva la sua cotta bene come pensava, oltre i suoi doveri e i suoi hobby.
#-Tu, invece? Cosa ci trovi in Ladybug?-
Da questo incontro partirà una serie di eventi che scombussoleranno e scambieranno i mondi dei due supereroi parigini.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Under the bright stars

Capitolo 2

 

Marinette passò i giorni successivi molto sulle sue, ignorando senza cattiveria i tentativi di Alya di capire cosa le stesse succedendo e perché fosse così distante, soprattutto dopo che Adrien l’aveva invitata al cinema.

Ma il problema principale era proprio quello, anche se non aveva alcun senso.

Solo che sembrava davvero assurdo che proprio nel momento in cui finalmente Marinette aveva deciso di lasciar perdere il biondino che da mesi le faceva battere il cuore come azionato da un manipolo di farfalle impazzite, lui le chiedesse di uscire.

A che scopo? Perché? Cosa intendeva lui con la frase “Ti va di uscire”? Intendeva come amici, o stava sperando di ottenere qualcosa di più?

Era ormai abbastanza certa che ad Adrien non sarebbe mai piaciuta, e ci era stata così male che aveva trattato malissimo Chat Noir, e forse si era sbagliata?!

Chat Noir… da quando aveva deciso di fare spazio nel suo cuore il supereroe e collega ci si era fiondato come fosse un negozio con saldi al 90%. 

E Marinette non sapeva più chi amare.

Certo, dopo l’invito al cinema la situazione tra Adrien e Chat Noir aveva visto passare Adrien in vantaggio pronto a scacciare il nuovo concorrente. Dopotutto Adrien era lì da molto tempo, era normale che un invito così caloroso, con quegli occhi semi-distrutti dal sonno ma sempre brillanti e incantevoli la conquistasse nuovamente e completamente. 

Ma quello che fermava ancora Marinette dall’andare a casa sua e dichiarargli amore eterno, oltre alla sua timidezza, era il fatto che Chat Noir, nonostante tutto, era riuscito ad entrare nel suo cuore, evento che aveva in sé dell’incredibile. 

Senza contare che, quando l’aveva visto dalla finestra girare furtivo con un pacco in mano, e poi aveva scoperto che le aveva ricomprato la sdraio solo perché non l’aveva aggiustata alla perfezione… nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per lei, e ora il suo cuore era diviso in due metà che si tiravano a vicenda e rischiavano di spezzarlo.

Da una parte un ragazzo come lei che però era lontano anni luce in un certo senso, dall’altra un supereroe con cui una relazione sembrava impossibile ma quasi più fattibile, per lei.

E il giorno del cinema arrivò fin troppo presto, senza che Marinette avesse preso una decisione o avesse fatto ordine nella sua testa e nel suo cuore.

Dopotutto lei e Adrien non avevano avuto molto modo di parlare, e non aveva visto Chat Noir né come Marinette, né come Ladybug, dato che non c’erano stati akuma da quando avevano discusso.

-Tikki… che devo fare?- chiese attraverso il cuscino doveva aveva buttato la testa. Mancavano un paio d’ore all’appuntamento e lei voleva avere almeno un po’ di ordine in testa, oltre a doversi preparare, e non aveva idea di cosa mettere.

Il kwami si posò sulla sua testa e le accarezzò dolcemente i capelli.

-Marinette, devi solo seguire il tuo cuore- le consigliò in tono mite.

-Ma è difficile!- si lamentò lei, girandosi abbastanza da farsi capire oltre il cuscino. Tikki le volò accanto per guardarla negli occhi -È come se il mio cuore fosse diviso in due metà identiche. Perché è così complicato? Come si possono amare due persone contemporaneamente. A volte mi dico che sarebbe molto più facile se sapessi chi è Chat Noir- tornò a seppellire il volto nel cuscino.

Tikki non sapeva come consigliarle, da una parte le dispiaceva molto per la sua protetta, dall’altra le veniva quasi da ridere per l’assurdità della situazione, anche se confermava solo il fatto che i due ragazzi fossero fatti l’uno per l’altra. Provò ad essere confortante.

-Non devi pensare ai tuoi sentimenti, solo provarli. Lascia parlare il tuo cuore e troverai la risposta quando meno te l’aspetti- la rassicurò. Marinette tornò a guardarla e le sorrise.

-Grazie Tikki- le fece una carezza con il dito, poi decise di alzarsi e prepararsi. 

Il suo kwami aveva ragione, lei pensava troppo, e quel pomeriggio al cinema era la sua grande occasione, non doveva permettere a supereroi gatti con la battuta troppo facile di rovinarle l’occasione di fare finalmente colpo sulla cotta che aveva da mesi.

Tikki accese la TV, per seguire le canzoni di Clara Nightingale, ma purtroppo non fece in tempo neanche a mettere il giusto canale, perché Nadja stava annunciando in diretta l’attacco di un nuovo akuma.

-Marinette, credo che la preparazione dovrà aspettare- la informò Tikki indicando la TV.

Marinette non riuscì a non sbuffare.

-Ma di tutti i giorni della settimana, proprio il sabato pomeriggio?!- si lamentò.

-Il crimine non dorme mai- osservò Tikki.

-Tikki, trasformami- le ordinò, e uscì subito dal balcone per dirigersi verso Place de la Concorde, dove l’attacco stava avvenendo.

Lanciò una veloce occhiata alla sdraio nuova, e sorrise tra sé.

Il fatto di dover combattere al fianco di Chat Noir aveva aggiunto una nuova sfumatura al suo dovere di supereroina, anche se non era proprio il momento migliore per incontrarlo, dato che rischiava di mandare a monte i buoni propositi appena formulati nella sua testa.

Si impose di rimanere concentrata e pensare solo a sconfiggere l’akuma nel minor tempo possibile. 

Arrivata in piazza, le si parò davanti una scena quasi comica. Un calzolaio si era arrabbiato per qualche motivo, probabilmente perché gli avevano rifiutato un modello di scarpa, a giudicare dal fatto che il suo potere da akumizzato era di controllare le persone come burattini facendo loro indossare un particolare tipo di calzatura dai colori sgargianti.

A volte Ladybug non riusciva a non trovare alcune vittime di Papillon davvero stupide, per quanto riguardava il loro potere e le loro abilità.

Si chiedeva quanto potesse essere disperato Papillon da akumizzare chiunque per la più piccola cosa.

E come mai non l’aveva mai presa di mira per via dei suoi cuori spezzati, soprattutto in quel periodo.

Non che se ne lamentasse.

Chat Noir era già arrivato, e schivava le scarpe che gli venivano lanciate con grande abilità, scherzando come suo solito.

-È davvero un bel modello di scarpe, non c’è che dire, ma io preferisco il nero, si intona con i miei occhi- 

Ladybug non trattenne un sorrisino. Le era mancato quei giorni.

Realizzò mentalmente che era decisamente il partner migliore che potesse avere, e poi scosse la testa perché non poteva pensare a questo.

-E credo che a me si addicano maggiormente i pois- aggiunse in risposta al supereroe, buttandosi contro l’akumizzato e legandolo con il suo magico yo-yo.

-Ben arrivata- l’accolse Chat Noir, in tono rilassato ma con una punta di freddezza. Ladybug sentì il cuore sprofondare. Di solito il partner l’accoglieva sempre con un adorabile “My Lady”, uno scherzoso “insettina” o qualche altro nomignolo affettuoso. Quel giorno era stranamente formale. 

Che non le avesse perdonato il suo sfogo durante l’ultimo combattimento?

Forse aveva sottovalutato la cosa, o pensava che averlo rassicurato come Marinette fosse bastato.

Rimuginò sulla cosa un secondo di troppo, e rendendosi conto dell’incertezza della ragazza, il calzolaio riuscì a liberarsi e a sbalzarla da un lato, dritta tra le braccia di Chat Noir, facendoli cadere entrambi a terra, uno sopra l’altro.

A quel punto solitamente Chat Noir faceva una battuta o si sporgeva in avanti per baciarla, in quel momento la scansò quasi subito, rimettendola in piedi e facendo altrettanto.

Marinette era sicura, Chat Noir ce l’aveva con lei, e doveva rimediare, anche se visto l’akuma agguerrito forse avrebbe dovuto aspettare la fine dello scontro.

Per fortuna il combattimento non fu particolarmente arduo, dato che il massimo potere del calzolaio era quello di controllare chiunque indossasse le sue scarpe. 

-Chat Noir! Tu occupati degli zombie, io penso all’akuma- 

Seguendo i suoi ordini come un bravo soldato, Chat tenne distratti i clienti abbastanza da permettere a Ladybug di agire indisturbata, e non ebbero bisogno né del Cataclisma né del Lucky Charm.

Ladybug poteva già immaginarsi Papillon, dovunque si nascondesse, che si prendeva la testa tra le mani lamentandosi del pessimo operato del suo akuma, ma di certo lei non era delusa. Non aveva troppo tempo da perdere.

Catturò la farfallina senza problemi e la liberò dopo averla deakumizzata con facilità. 

In men che non si dica era tutto tornato come prima.

-Cosa è successo?- chiese il calzolaio, tornato alla sua forma abituale.

Ladybug sorrise in direzione del collega, e gli porse il pugno.

-Ben fatto- 

Ma Chat non le diede retta, e senza guardarla si avviò dalla confusa vittima, per rassicurarlo.

Perdendo il sorriso, Ladybug fece altrettanto.

-È stato akumizzato, ma tranquillo, va tutto bene adesso- Chat Noir sorrise al calzolaio, e gli porse una mano per aiutarlo ad alzarsi. Lui la accettò di buon grado.

-Grazie Ladybug, grazie Chat Noir- si tolse un po’ di polvere di dosso. 

La supereroina raccolse le scarpe che avevano causato le emozioni negative, e gliele porse.

-Sono un bel modello, deve solo lavorare un po’ con i colori- lo incoraggiò, e lui le sorrise grato.

-Grazie ancora- le prese un po’ titubante e rientrò in negozio.

-È stato un akuma facile- commentò Ladybug soddisfatta, sollevando di nuovo il pugno.

-Ben…- 

-Ci vediamo la prossima volta, Ladybug- la interruppe però Chat Noir, dandole le spalle e iniziando ad allontanarsi.

Ladybug rimase un attimo interdetta e ghiacciata sul posto, poi sembrò riprendersi, e con il cuore che batteva furiosamente nel petto, si affrettò a raggiungerlo.

-Aspetta, Chat Noir!- lo chiamò. Lui si fermò, ma non si voltò.

-Mi dispiace per l’altro giorno- si scusò lei, raggiungendolo e abbassando la testa.

Chat Noir scosse la propria.

-No, hai ragione. Sono poco professionale, e sicuramente saresti meglio con un altro Chat Noir o senza partner- incrociò le braccia, cercando di non far troppo vedere quanto fosse, oltre che leggermente seccato, decisamente giù di morale.

Ladybug però se ne accorse, iniziava a conoscerlo fin troppo bene.

Ed era così raro vederlo tenere il muso che non sapeva proprio come riaggiustare la situazione, soprattutto ora che iniziava davvero a provare qualcosa per lui di ben oltre la semplice amicizia, e la cosa era tanto sbagliata quanto agghiacciante.

Optò per essere il più sincera e diretta possibile.

-Sono stata orribile, e mi dispiace. Ero distrutta per via di un problema con la mia identità segreta e non volevo riversare i miei problemi su di te. Non penso affatto che starei meglio senza di te. Noi siamo una squadra, e se ci fosse un altro Chat Noir ad affrontare il crimine accanto a me, non saresti tu, e non sarebbe affatto la stessa cosa. Sei davvero importante per me- gli aprì il suo cuore, ben conscia che forse non era una buona idea farlo così apertamente, con Papillon che sicuramente nel suo covo malefico era all’erta per ogni possibile informazione da usare contro di loro.

Ma in quel momento voleva solo che Chat Noir capisse, e che la perdonasse.

Gli mise una mano sulla spalla, e lo sentì irrigidirsi leggermente, senza però scansarsi.

-Spero davvero che mi perdonerai- aggiunse poi, a denti stretti temendo un rifiuto. Non sapeva se l’avrebbe retto, indecisa e confusa com’era quei giorni. Avrebbe seriamente rischiato di venire akumizzata.

Lo sentì rilassarsi, e si girò a guardarla, tornando sorridente come sempre.

-Perdonata, insettina. Tutti hanno delle giornate no- la rassicurò, con uno dei suoi occhiolini che fu apprezzato come mai era successo prima.

Ladybug si rese conto di aver trattenuto il fiato quando sentì di ricominciare a respirare.

Gli sorrise radiosa, e sollevò a pugno la mano che gli aveva messo sulla spalla. 

-Ben fatto?- chiese speranzosa.

-Ben fatto- la assecondò lui, battendo il proprio contro quello della ragazza.

Si guardarono sorridenti per qualche secondo, entrambi felici della pace raggiunta e dell’incomprensione chiarita, poi Chat distolse lo sguardo, come in preda ad un profondo conflitto interiore. Fece vagare gli occhi fino all’orologio della piazza, e sobbalzò, sgranandoli.

-Cavolo, devo andare! Sono in ritardo!- esclamò, e prima che Ladybug potesse ribattere alcunché, scomparve con un balzo alla vista.

Ladybug sospirò. Le cose sembravano essere tornare come prima, ma non era tanto sicura che fosse così.

Qualcosa era cambiato in lei, e anche in Chat Noir.

Ma la ragazza avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per farli ritornare ad essere come prima… o anche qualcosa in più.

Scosse la testa a quel pensiero, erano supereroi, non potevano avere una relazione. Avrebbe potuto compromettere la loro battaglia contro Papillon.

Anche se Ladybug voleva davvero mandare a monte ogni segretezza per poter stare con lui, cosa del tutto inaccettabile.

Ma non poté comunque fare a meno di chiedersi dove stava correndo. Se l’aveva completamente dimenticata e stava, da civile, andando ad un appuntamento con un’altra ragazza, magari al cinema.

Chissà che non lo incontrasse senza saperlo andandoci con… 

Sgranò gli occhi, rendendosi conto solo in quel momento che erano quasi le cinque, e lei aveva appuntamento con Adrian, Alya e Nino davanti al cinema, dall’altra parte della città.

Corse e saltò da una parte all’altra il più in fretta possibile, e arrivò appena in tempo per non perdersi l’inizio.

-Eccomi, sono arrivata!- urlò una volta tornata Marinette e girato l’angolo, aspettandosi di trovarsi dinanzi ad Alya con la sua solita espressione di un misto tra divertita e seccata.

Invece trovò un Adrien con due biglietti in mano e l’aria di chi aveva corso come una furia fino a pochi secondi prima.

-Ciao Marinette. Tranquilla sono arrivato da poco anche io. Alya e Nino sono appena entrati- le porse il biglietto, e Marinette non capì se le guance rosse erano per l’imbarazzo o per la corsa che sicuramente aveva fatto. Le proprie erano sicuramente un misto di entrambi i fattori.

-Prese tremante il biglietto, come se si trattasse di una bomba ad orologeria pronta a scoppiare, e sentiva il cuore un esplosivo di simile calibro.

Come poteva un’adolescente provare tutte quelle emozioni insieme?! Marinette trovava davvero ingiusto dover passare quegli anni in quel modo, tra dilemmi di cuore, affari da supereroina e la scuola.

A volte credeva davvero che sarebbe esplosa.

-Allora, entriamo prima che inizi il film?- le propose Adrien, indicando la porta.

Marinette annuì con veemenza, poi si impose di restare calma. Quella serata era la sua grande occasione, non doveva dimenticarlo.

Anche se i suoi buoni propositi si erano praticamente già infranti dopo il combattimento al fianco di Chat Noir di poco prima.

Si avvicinò ad Adrien cercando di non iperventilare, cercando di pensare di essere vicino a Chat Noir. Dopotutto con Chat Noir parlava tranquillamente, era un buon esempio.

…no, probabilmente non lo era. Era accanto ad Adrien, non a Chat Noir, non poteva permettersi di relazionarli.

-Vuoi dei pop corn?- le chiese indicando il bancone.

Marinette era tentata, ma non voleva fare troppo tardi, e poi non credeva di avere abbastanza soldi. Con il calzolaio akumizzato non aveva avuto tempo di prepararsi e gli spiccioli che aveva sempre con lei sarebbero bastati a malapena per il biglietto. Chissà chi le aveva anticipato i soldi. Probabilmente Alya, glieli avrebbe dovuto ridare.

-Marinette?- Adrien attirò la sua attenzione, e Marinette si riscosse dai suoi pensieri.

-Oh, no, non fa niente. Non voglio perdere il film- declinò, avviandosi in sala.

Adrien sembrò capire il suo comportamento, e annuì.

-Ok, ti raggiungo dentro allora- le fece cenno di andare e si avviò a comprarli, probabilmente per lui.

Quando Marinette entrò nella sala fu sollevata nello scoprire che stavano proiettando ancora i trailer e le pubblicità.

-Eccoti finalmente… dov’è Adrian?- chiese Alya a bassa voce, vedendola arrivare, e facendole cenno di sedersi vicino a lei.

-A prendere i pop corn- rispose lei, giocherellando con una ciocca di capelli.

-I pop corn? Ma se ha detto che…- la confusione di Alya venne interrotta dall’arrivo felino di Adrien, che si sedette accanto a Marinette offrendole una busta abbondante di pop corn con sale e una spruzzata di burro, e sfoderando per sé una scatola di biscotti al cioccolato.

-Che fortuna, non è ancora iniziato. Però ho fatto bene ad andare io, non volevo che perdessi l’inizio. Tieni- insistette affinché Marinette prendesse i pop corn, e lei li afferrò titubante.

-Aspetta, per me?- chiese confusa, e arrossendo parecchio.

-Sì! Offro io. Certo, se vuoi darmene qualcuno non rifiuto, spero ti vadano bene- Adrien le sorrise radioso, e Marinette non sapeva proprio cosa rispondere. Anche perché, erano il suo tipo di pop corn preferito.

Borbottò un flebile grazie e fu tentata di sotterrarsi quando vide che non solo Alya e Nino, ma anche alcuni tipi seduti davanti a loro li guardavano con sguardo da shipper, forse ricordando il rumor uscito qualche tempo prima che li ritraeva come fidanzati.

Per sua fortuna il film cominciò quasi subito, e gli sguardi dei curiosi di persero nello schermo.

Ma non quello di Marinette, che non riuscì a concentrarsi per neanche un minuto, troppi i pensieri che le affollavano la testa. Di certo la vicinanza di Adrien non la aiutava a placare i suoi dubbi e le sue ansie, e quando, per prendere qualche pop corn, le loro mani si incrociarono, Marinette rischiò seriamente di svenire.

Poi si impose di restare calma. Tikki aveva ragione, doveva smettere di pensare e seguire il cuore.

Erano mesi che voleva andare al cinema con Adrien, e non avrebbe avuto un brutto ricordo del momento per colpa dei suoi dubbi.

Il problema è che quando finalmente aveva deciso di godersi la serata, il film finì.

Marinette osservò a bocca aperta i titoli di coda, cercando di ricordare almeno una scena ma senza successo.

Alya era entusiasta.

-Il finale è stato spettacolare! Non mi aspettavo che lo realizzassero così, riprende i fumetti ma mi ha lasciato comunque di stucco, un colpo di scena fenomenale. Vero, Marinette?- iniziò a scuoterla, approfittando di poter finalmente parlare a voce alta senza che nessuno le dicesse niente.

Quale era il finale?!

-Sì, ha lasciato di stucco. Le supereroine hanno davvero un lavoro duro- disse sperando di non sembrare una stupida.

-Speriamo che non succeda mai una cosa del genere a Ladybug- osservò Adrien.

Cosa era successo a Majestia che Adrien non voleva che succedesse a Ladybug?!

-Perché non vorresti? Ladybug potrebbe sicuramente sopportarlo!- obiettò Alya, che confidava moltissimo nella supereroina.

Marinette si maledì mentalmente per essersi distratta. Se la cavava nei discorsi su Ladybug.

-Certo che può, dico solo che dopotutto è umana anche lei. Spero ci siano altri modi di sconfiggere Papillon- osservò Adrien.

-Qualsiasi cosa succederà in futuro, Ladybug avrà sempre Chat Noir al suo fianco, e non dovrà mai caricarsi le spalle di tutto il peso da supereroina da sola- decise di intervenire Marinette, cercando di non fare una gaffe.

Poi si prese mentalmente a pugni per aver nuovamente tirato fuori Chat Noir quando aveva deciso di non pensare più ai suoi dilemmi d’amore.

Adrien sembrò sorpreso da questa presa di posizione.

-Beh, Chat Noir non è forte come Ladybug, a volte sembra quasi più la sua spalla piuttosto che il suo partner- rifletté tra sé, quasi tristemente.

Marinette non riuscì a non irritarsi. Adrien non conosceva Chat Noir, non poteva dire quelle cose di lui.

-Questo non è vero! Chat Noir è fondamentale! Secondo me gli viene dato troppo poco credito. Senza di lui Parigi sarebbe in guai mille volte peggiori- insistette, cercando l’aiuto di Alya che dopotutto, come Rena Rouge, aveva lavorato con loro e sapeva quanto Chat Noir era importante.

-Ti sei presa una cotta per il caro gattino, Marinette?- la prese però in giro, probabilmente con l’intento amichevole di far ingelosire un po’ Adrien, ma provocandole le guance più rosse che avesse mai avuto, soprattutto visto che Adrien, a quel commento, più che ingelosirsi sembrò illuminarsi.

-Che?! Io?! Chat Noir?! No! Assolutamente no! Dico solo… mi ha salvata già due volte, o erano tre? Comunque è importante anche lui, tutto qui! E sono partner, non eroe e spalla!- parlò così velocemente che era convinta che nessuno avesse capito cosa aveva detto, ma Adrien ridacchiò.

-Sai, Marinette, sicuramente hai ragione. Forse sono solo un po’ condizionato dal fatto che Ladybug ha salvato me tantissime volte- rifletté Adrien, un po’ in imbarazzo, e Marinette si rese conto solo in quel momento che l’aveva praticamente aggredito per difendere il suo partner.

Ma perché era così difficile?!

-Oh, la scena dopo i titoli di coda, guardate!- Alya cambiò argomento, indicando lo schermo.

Marinette non capì molto di quello mostrato sullo schermo, e si segnò mentalmente di andare a cercare la trama su internet una volta tornata a casa.

Una cosa, però, in tutto quel teatrino, l’aveva capita.

A prescindere da chi avrebbe scelto alla fine, che fosse Chat Noir o Adrien o un terzo incomodo ancora non comparso, doveva assolutamente smettere da subito di andare in paranoia, e di pensare troppo a cosa fosse meglio.

Altrimenti ogni uscita tra amici sarebbe stata indimenticabile nel modo sbagliato.

Appena tornata a casa non si mise neanche in pigiama, crollò direttamente addormentata sul letto, e da una parte forse fu meglio per i suoi dubbi, perché non notò il supereroe gatto nero che passava di lì e  che le mandò un dolce bacio a distanza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Ci ho messo un po’, ma tra lo studio, gli impegni vari, il fatto che non so scrivere i combattimenti e che questo capitolo non sapevo bene come farlo, alla fine il tempo è passato senza che me ne accorgessi.

Spero comunque che il capitolo sia di vostro gradimento.

Per ora sono tutti confusi, perché non possono dimenticare una persona che hanno amato per un sacco immediatamente, ma piano piano i nuovi sentimenti li stanno travolgendo.

Spero di stare rendendo bene i loro sentimenti e che i personaggi siano abbastanza fedeli al cartone originale.

Spero di pubblicare il prossimo capitolo abbastanza presto, e le cose inizieranno a farsi decisamente più interessanti.

Diciamo solo che l’akuma di oggi era fin troppo facile e Papillon ha in mente un’arma micidiale in futuro.

O almeno spero per lui che uscirà tale, e anche per me perché il Calzolaio era di una banalità e insignificanza incredibili.

Fatemi sapere se vi piace come sta continuando.

Un bacione e alla prossima :-*

   
 
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