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Autore: ChrisAndreini    17/06/2018    3 recensioni
[Marichat-Spoiler seconda stagione]
Dopo un akuma particolarmente difficile e una giornata davvero stancante, Marinette riflette sulla sua vita amorosa sul balcone di casa sua. Una visita inaspettata metterà in dubbio molte cose che credeva di conoscere su sé stessa e la sua cotta.
#-Alla fine è solo un modello assoggettato al padre. Cosa ci trovi in lui?-
#-È un ragazzo gentilissimo, sempre pronto ad aiutare gli altri. Si impegna molto in quello che fa ed è sempre disponibile. E…- si interruppe, chiedendosi esattamente cosa altro gli piacesse di Adrien. Fu sorpresa nel notare che non conosceva la sua cotta bene come pensava, oltre i suoi doveri e i suoi hobby.
#-Tu, invece? Cosa ci trovi in Ladybug?-
Da questo incontro partirà una serie di eventi che scombussoleranno e scambieranno i mondi dei due supereroi parigini.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Under the bright stars

Capitolo 3

 

Adrien non aveva capito se la serata al cinema fosse andata bene o no.

Era talmente poco abituato ad uscire con gli amici, e soprattutto ad andare ad appuntamenti, che non aveva la più pallida idea se l’uscita al cinema fosse stata un successo o un fiasco totale.

Perché lui, personalmente, si era divertito molto, anche se per tutto il tempo aveva avuto una confusione immensa in testa per via di Ladybug.

Quando però Marinette aveva difeso Chat Noir con le unghie e con i denti, arrivando quasi a litigare con lui, era stato seriamente tentato di mettersi in ginocchio e chiederle di sposarlo, anche se forse sarebbe stato un po’ avventato, e un comportamento troppo da Chat Noir.

Comunque, al cinema, aveva cercato di fare tutto al meglio. Aveva chiesto ad Alya quale fosse il tipo di pop corn preferito da Marinette, le aveva offerto il biglietto, e pur non essendo invadente aveva provato a starle più vicino possibile. 

Forse avrebbe però dovuto seguire un qualche corso per capire come avvicinarsi di più a lei, perché come Adrien non era un bravo casanova, e a giudicare dal fatto che Ladybug non aveva mai ceduto ai suoi flirt non lo era neanche come Chat Noir.

A scuola, il lunedì dopo, stava giusto studiando un modo per chiedere a Marinette di uscire insieme, possibilmente da soli, un giorno di quelli, quando una visione spaventosa gli si parò davanti.

Lui, in qualità di supereroe parigino, aveva visto e vissuto molte scene agghiaccianti: mostri usciti da film horror amatoriali, ragazze vestite di rosa che avevano trasformato anche lui nello stesso mostro, un manipolo di piccioni assetati di sangue di cui oltretutto era allergico piombare su di lui, senza contare ogni volta che Chloe gli si gettava addosso chiamandolo con nomignoli idioti, ma niente, niente era comparabile al vedere Marinette parlare con Luka nello stesso modo impacciato con cui spesso parlava con lui, e le medesime guance rosse.

Non che avesse niente contro Luka, era un ragazzo simpatico con cui andava molto d’accordo, ma in quel momento avrebbe tanto avuto voglia di andare lì, prendere di peso Marinette e portarla il più lontano possibile dal rockettaro dallo smalto nero.

Si impose di restare calmo, e con molta nonchalance e furtività si appostò dietro l’angolo dove i due stavano parlando, cercando di non farsi vedere.

Non che fosse sua abitudine stalkerare la gente, ma era curioso, e poi doveva comunque passare da lì per andare in classe, tanto valeva ascoltare cosa le stava dicendo.

-Adrien, che stai…?- purtroppo si vedeva che non era abituato a stalkerare, perché Nino lo beccò subito. Per fortuna Adrien aveva riflessi rapidi derivati da anni di scherma e mesi da supereroe, perciò riuscì a zittirlo prima che Marinette e Luka si accorgessero di lui. 

-Allora Marinette, ti va?- stava dicendo lui.

Cosa? Cosa le andava? Di sposarlo e avere tre figli? Eh no! Luis, Emma e Hugo li avrebbe avuti con lui, non con Luka! Forse le stava proponendo di scappare insieme a viaggiare per il mondo, o…

-Oh… beh… sì… sì perché no!- rispose impacciata Marinette.

Cosa?! Voleva scappare insieme a lui e viaggare per il mondo?! Sposarlo e avere tre figli?! Si era già dimenticata di Adrien?! Era stato lento e ora l’aveva persa per sempre!

-Non avrei nulla da fare questo weekend in ogni caso- aggiunse poi la ragazza, e Adrien iniziò a riflettere che un matrimonio era troppo affrettato da organizzare entro il weekend, e scappare di solito non si programmava.

-Fantastico! Allora ci vediamo da me alle 6.00. Rose e Juleka saranno felici di averti con noi alle prove- la salutò Luka, entusiasta e sorridente, prima di sparire nella direzione opposta rispetto a dove Adrien stava appostato.

Ah… erano solo le prove del gruppo. Niente di cui preoccuparsi.

…No! Era molto preoccupante! Perché Luka la invitava alle prove del suo gruppo?! Perché Marinette ci andava?! E poi sarebbero state a casa sua! Tante cose potevano succedere nelle case degli altri, e i peggiori scenari iniziavano ad invadere la mente fantasiosa di Adrien, che immerso nei suoi pensieri e scenari quasi apocalittici si era praticamente congelato su posto, ed era fermo premuto sull’angolo senza neanche essersi reso conto che Marinette era andata via, e Nino gli scuoteva la mano davanti al viso cercando di farlo tornare in sé.

-Nino! Pensi che a Marinette piaccia Luka?!- gli chiese sbloccandosi di scatto e iniziando a scuoterlo per ottenere l’informazione e per sfogare la preoccupazione.

-Ehm… io… non… ti piace Marinette?- preoccupato e confuso dal comportamento dell’amico, Nino bloccò i suoi spasmi lo fermò al muro, facendogli la vera domanda.

-Ma certo! È così gentile, simpatica e carina. A chi non piace!- rispose ovvio lui.

-Ok… ma come ti piace?- ci tenne a sottolineare Nino, con l’aria di uno che parla ad un bambino di due anni.

Adrien non sapeva rispondere. Erano ancora molti i dubbi che lo attanagliavano, ma in ogni caso non voleva che lei e Luka si sposassero ed avessero figli, per il momento. 

-Non lo so… ma pensi che a lei possa piacere Luka?!- insistette lui, incerto e preoccupato.

-Non ne ho idea, amico. Le donne sono complicate. La metà delle volte che Alya dice o fa qualcosa non ho idea di quello che intende per davvero. Ma se ti piace Marinette dovresti dirglielo. Insomma, non voglio dire che lei potrebbe avere una cotta per te, ma…- Nino provò ad incoraggiarlo velatamente a farsi avanti, ma Adrien era troppo pensieroso per rendersi conto della palese dichiarazione. Non che servisse, dato che Marinette in persona gli aveva rivelato della sua cotta.

Anche se, da quando Adrien lo sapeva, Marinette sembrava sempre più distante.

-Sabato al cinema è andata bene?- Adrien interruppe Nino pensieroso.

-A me pare di sì. Certo, la situazione si è un po’ scaldata parlando di Chat Noir, ma ognuno ha le sue idee sui supereroi di Parigi. Alya mi stava per prendere a pugni quando le ho detto che preferivo Ladybug a Rena Rouge, e non ho proprio capito perché. Però insomma,Rena Rouge non l’ho nemmeno vista in azione, Ladybug mi ha salvato più volte- gli rispose Nino, ma Adrien recepì solo la prima parte, e sospirò sognante, ricordando la difesa serrata dell’amica riguardo la sua controparte in tuta nera.

-Già, è stata così carina a difender…e Chat Noir. Certo, Alya non è stata molto gentile a dire che ha una cotta per lui però… a meno che… non ha una cotta per Chat Noir, vero?- iniziò quasi a riflettere tra sé, facendo avanti e indietro per qualche metro, ignorando l’amico che non capiva il perché di quella reazione.

-Sinceramente, Adrien, non ho idea delle cotte di Marinette. Ma se vuoi posso chiedere ad Alya. Non credo mi dirà nulla per l’”accordo femminile”, ma posso indagare- si offrì Nino seguendolo, e iniziando anche a preoccuparsi per la sua salute mentale.

-Oh… sì, non sarebbe male, grazie- acconsentì sorridendogli. Poi iniziò a rendersi conto di quanto si stesse esponendo in quel momento.

I suoi dubbi gli avevano fatto abbassare la guardia, e da fuori si rese conto che la situazione era strana. Lo sguardo del suo migliore amico, poi, non fece che confermarlo.

-Però, ecco, sii discreto. E scusami se sono strano questi giorni- cercò di salvarsi in extremis, e Nino gli sorrise, e gli diede una pacca sulle spalle, iniziando ad avviarsi in classe.

-Tranquillo. Dopo che ti sei messo a fare la doccia nel bel mezzo di un attacco akuma non mi sorprendo più delle tue stranezze- scherzò, ed entrambi si misero a ridere, ricordando quei tempi.

Simon Dice era stato uno dei più rischiosi supereroi che aveva affrontato. Aveva quasi rischiato di diventare orfano, e raramente si era infastidito tanto per un ordine di Ladybug. Aveva cercato di non darlo a vedere, e sapeva che il suo piano era stato ben calcolato e che lei aveva tutte le ragioni del mondo, per questo l’aveva seguita. Ma quando gli aveva ordinato di non badare a suo padre e concentrarsi sul cattivo, era stato seriamente tentato di non obbedirle, anche se probabilmente si sarebbe tradito e non lo avrebbe salvato solo con le sue forze. 

In confronto a Ladybug, infatti, era molto più debole, fisicamente e mentalmente. O almeno era così che si sentiva ogni volta che combattevano insieme.

Forse perché Ladybug aveva il miraculous più forte, o forse semplicemente perché per lui la maschera era una liberazione mentre per la collega una responsabilità.

 

Dopo le lezioni Nino mantenne fede alla sua promessa e andò a parlare con Alya, e non era ancora tornato quando Adrien, pronto a dirigersi a scherma per la lezione pomeridiana, e senza una preoccupazione al mondo tranne le sue pene amorose per il momento messe da parte in un angolino del suo cervello in attesa del responso del suo migliore amico, venne preso con violenza e portato nello spogliatoio.

Il suo primo pensiero fu che Papillon lo aveva trovato, ed era già pronto a combattere con le unghie e con i denti per la sua libertà, anche a costo di trasformarsi.

Ma presto, per fortuna, si rese conto che coloro che lo avevano appena rapito altri non erano che Nino e Alya.

Non abbastanza presto, comunque, perché riuscì a mandare KO Nino.

-Oh, scusa! Riflesso incondizionato- si giustificò rendendosi conto dell’errore, e aiutandolo a rialzarsi.

-A volte penso di essere circondato da superuomini- si lamentò Nino, indicando Alya, che aveva evitato la difesa di Adrian con riflessi insospettabili.

La ragazza ridacchiò imbarazzata, e cercò di cambiare argomento il più in fretta possibile.

-Allora, Adrien. Nino mi ha detto che hai una cotta per Marinette- andò dritta al sodo, bloccando Adrien al muro con un sorriso malizioso e indagatore.

Adrien lanciò un’occhiataccia all’amico, che si stava sistemando il cappello caduto quando era stato mandato al tappeto.

-Non dovevi essere discreto?- gli chiese un po’ infastidito.

-Ci ho provato, ma lei è un segugio- alzò le mani lui, lanciando alla sua ragazza un’occhiata sognante.

-Allora, è vero? Hai una cotta per Mari. Per accordo femminile io non posso dire assolutamente nulla sulla vita sentimentale della mia migliore amica, ma posso consigliarti se ne hai bisogno- gli fece un occhiolino, circondandogli il collo con il braccio con fare confidenziale.

Adrien si sentiva tremendamente a disagio e sudaticcio. 

Per la sua cotta con Ladybug non gli era mai successo.

Era anche vero che non l’aveva mai rivelata a nessuno che non fosse Plagg. Forse si sentiva vulnerabile, per questo era così in imbarazzo.

-Ehm… potrebbe piacermi. Che consigli puoi darmi?- ammise arrossendo, e Alya strinse la presa.

-Oh, lo sapevo! Finalmente! …cioè, dovresti andare da lei e invitarla ad uscire un pomeriggio!- gli suggerì pacatamente, sorridendo incoraggiante.

-Si, certo. Ma questo weekend è impegnata- osservò lui, massaggiandosi la nuca poco convinto.

-Ci sono sette pomeriggi in ogni settimana. Puoi anche chiederle di fare i compiti insieme, o invitarla venerdì o domenica. Non per forza sabato- cercò di farlo ragionare lei.

-Giusto!- le diede ragione Adrien, infiammandosi, per poi tornare meno di mezzo secondo dopo incerto -Ma dove posso invitarla? Al cinema ci siamo stati sabato…-

-Oh, per l’amor del… Adrien! Ora tu vai da Marinette e la inviti ad uscire con te! Non importa il luogo, non importa il giorno. Lo scegliete insieme. L’importante è che tu lo faccia subito!- insistette Alya, e lo cacciò fuori dallo spogliatoio dove l’aveva sequestrato.

-Tra tutti e due la faccenda è insopportabile!- commentò la ragazza, prendendosi la testa tra le mani. Nino riuscì con grosso sforzo a trattenersi dal ridere.

-Alya, la scuola è finita. Penso che Marinette sia a casa… come…?- Adrien fece spuntare nuovamente la testa da dietro la porta illustrando i suoi dubbi.

-Allora glielo chiedi domani mattina prima delle lezioni!- esclamò lei perdendo la pazienza, e cacciandolo nuovamente fuori dallo spogliatoio.

A questo punto Nino non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere.

-Forse dovremmo semplicemente rinchiuderli insieme durante un attacco akuma- suggerì tra una risata e l’altra.

-Non c’è neanche bisogno dell’akuma. Basta spingerli in una gabbia e buttare la chiave. Ma ho paura che per Adrien e Marinette potrebbe non essere così facile- scosse la testa lei, sospirando.

-Alya…- Adrien fa spuntare nuovamente la testa dentro lo spogliatoio, guadagnandosi un’occhiataccia da parte della ragazza.

-Cosa c’è ancora? Guarda che qualsiasi cosa farai a Marinette andrà bene!- sbottò.

-A dire la verità… dovrei cambiarmi per la lezione. E questo è lo spogliatoio. Posso…?-indicò l’interno, e Alya sobbalzò sorpresa. 

-Oh, certo. Giusto. Vieni, Nino. A domani, Adrien. Non mandare tutto all’aria!- gli impose. 

-Ti teniamo d’occhio, amico- Nino gli fece un occhiolino prima mentre veniva trascinato per un braccio dalla ragazza, e in pochi secondi erano entrambi spariti.

Adrien tirò un profondo sospiro.

Sarebbe andato tutto bene, e aveva tutto il pomeriggio per riflettere sul modo migliore per chiedere a Marinette di uscire, solo loro due, come amici… No! Non come amici! Come qualcosa di più. O in ogni caso per vedere se sarebbero potuti diventare qualcosa di più.

Adrien non era abituato ad avere davvero delle chances di stare con una persona. 

Con Ladybug in fondo sapeva di averne poche, e come Chat Noir flirtare gli veniva molto naturale. Ma non come Adrien.

Calmo, doveva stare calmo.

Sarebbe andato tutto bene.

Non avrebbe mandato tutto a monte!

 

“Ti va di uscire a prendere un gelato insieme un giorno di questi?”

-Hey Marinette!- il giorno dopo Adrien era convinto, sicuro, pronto a fare il grande passo… beh, non è che le stesse per chiedere di sposarlo, ma un gelato insieme sembrava un buon punto di partenza, e già una volta aveva fatto il grande errore di darle buca.

“Ti va di uscire a prendere un gelato insieme un giorno di questi?”

Si ripeteva quello che avrebbe voluto chiederle come un mantra nella testa, e lo aveva provato un sacco di volte davanti allo specchio.

“Ti va di uscire a prendere un gelato insieme un giorno di questi?”

Marinette si girò a guardarlo, Alya accanto a lei sorrise piena di aspettativa, come se finalmente tutti i suoi sogni stessero per diventare realtà.

“Ti va di uscire a prendere un gelato insieme un giorno di questi?”

-Sì, Adrien?- chiese Marinette, arrossendo appena, e sorridendo.

Quanto era adorabile quando sorrideva. Come aveva fatto Adrien a non rendersi conto prima di quanto fosse carina e dolce.

No, doveva concentrarsi.

“Ti va di uscire a prendere un gelato insieme un giorno di questi?”

-Ecco, Marinette… mi chiedevo…- Alya, alle spalle di Marinette, gli fece cenno di essere sicuro di sé, e Adrien prese un profondo respiro per caricarsi.

Marinette lo guardava senza sapere bene cosa aspettarsi.

“Ti va di uscire a prendere un gelato insieme un giorno di questi?”

-Ti va di…- purtroppo fece l’errore di guardarla negli occhi.

I suoi occhi blu erano così simili a quelli di Ladybug.

Ladybug…

-…di…ehm…- Ladybug? Perché pensava a Ladybug in quel momento. Non poteva paragonarla a Marinette. Era una cosa orribile da fare.

Un momento, cosa doveva chiederle?

La sua mente divenne bianca per un momento, e il mantra che aveva ripetuto così tanto da farlo diventare senza significato venne dimenticato di scatto.

“Ti va di… di… di cosa?!”

Voleva invitarla da qualche parte, ma al momento gli sfuggiva. Cercò di agganciarsi a stralci di pensiero per tornare a dove voleva portare Marinette.

Marinette… c’entrava il suo balcone. Sì, il giorno in cui l’aveva visitata come Chat Noir… ma quale delle volte. Non era stata solo una. La sdraio… c’entrava la sdraio? Non aveva senso.

-Adrien?- chiese Marinette, aspettandosi il continuo che il ragazzo non riusciva a darle.

-Sì, ecco… mi chiedevo se volevi… venire… no! partecipare…-

Partecipare?

Alya e Nino lo guardavano senza capire dove volesse andare a parare.

Ma la sdraio l’aveva riportato a quando Nathalie gliel’aveva regalata, perché il padre aveva indetto un concorso per assumere una nuova stagista.

-Vuoi partecipare al concorso indetto da mio padre per assumere una nuova stagista?- chiese di getto, cercando di evitare una brutta figura ma senza capire neanche cosa diamine aveva appena proposto.

Alya, Nino, il suo sé interiore, Plagg e anche Tikki nella borsa di Marinette che stava osservando discretamente tutto si esibirono in un teatrale facepalm, e Marinette abbassò lo sguardo, un po’ delusa.

-Oh… beh, è una bella responsabilità, non so se sia proprio il lavoro che fa per me- rispose lei, un po’ impacciata.

Adrien voleva sbattere la testa al muro abbastanza da avere un trauma cerebrale, ma ormai aveva mandato tutto a monte e doveva continuare la scena, almeno per non aggravare maggiormente la sua situazione.

-Sì, ma dopotutto tu sei fenomenale, e la moda ti interessa. Non solo ti interessa, sei davvero bravissima. E può aprirti le porte per diventare un’ottima stilista. E tu sei la migliore, davvero! Dovresti provarci, sono sicuro che saresti presa sicuramente e…- stava decisamente aggravando la situazione, ma Marinette sembrò apprezzare i complimenti.

-Oh, grazie mille! Beh, se ci tieni tanto potrei propormi. Non guasta nel curriculum- sorrise, un po’ a disagio.

-Già, e poi dopo la bellissima copertina che hai fatto a Jagged Stone non vedo l’ora di vedere altri tuoi lavori- insistette Adrien, cercando di complimentarla maggiormente e provando in qualche modo a trovare una strada che lo riagganciasse al discorso principale.

Incrociò lo sguardo di Alya, che gli fece muto cenno di chiedere a Marinette di uscire.

Ma non riuscì ad aprire neanche la bocca per ricominciare a parlare che la campanella suonò, e Marinette si girò verso l’entrata della scuola.

-Scusa, Adrien, devo proprio andare. Devo passare dall’armadietto prima di entrare in classe- gli riferì, prima di tornare da Alya.

-Amico, cosa diamine era quello?- chiese Nino, mettendogli una mano sulla spalla -Non ti ho mai visto così impacciato- aggiunse poi, come se volesse accertarsi che quello davanti a lui era davvero il suo migliore amico.

-Sono un grandissimo perdente!- si lamentò lui, iniziando a sbattere la testa contro il muro della scuola.

-Puoi sempre riprovarci. Quando pensavo di avere una cotta per Marinette a me è andata molto peggio, come ricorderai- Nino lo prese con la forza per evitare che si causasse una commozione cerebrale e iniziò a trascinarlo dentro la scuola.

-Su, adesso abbiamo lezione. Ti aiuteremo io e Alya più tardi- lo rassicurò.

Ma non ne ebbero il tempo.

 

La scuola era finita prima per via di un attacco akuma, sventato abbastanza in fretta, e Adrien lo trovò abbastanza provvidenziale, dato che non aveva molta voglia di confrontare Marinette così presto dopo la tremenda figuraccia fatta.

Era ancora così in imbarazzo che per la prima volta da quando era supereroe cambiò il suo giro di ronda per passare il più lontano possibile dal suo balcone in modo da non rischiare di incrociarla neanche da Chat Noir.

Incrociò però qualcuno di peggio.

-Chat Noir! Akuma nelle vicinanze?- gli chiese Ladybug raggiungendolo, atterrando accanto a lui nel tetto dove si era seduto un attimo ad osservare l’ambiente.

-Oh, Ladybug! La notte sembra tranquilla. Sto solo facendo un giro di ronda. Tu hai visto qualcosa di insolito?- le chiese cercando di essere il più normale possibile, ma da quando si era reso conto di provare qualcosa per Marinette stare accanto alla sua collega gli provocava sensazioni discordanti e aumentava sempre di più i dubbi, come il combattimento di quel pomeriggio aveva ampiamente dimostrato.

-Niente di rilevante. Il Gufo Oscuro si occupa della maggior parte dei casi minori. Tu fai spesso giri di ronda?- chiese lei in tono casuale, sedendosi accanto a lui, più vicino di quanto Adrien fosse abituato.

Forse Marinette era un caso perso e doveva rimanere fedele alla sua cotta per Ladybug.

Al momento, per quanto assurdo, sembrava quasi più facile.

-Praticamente ogni notte. Sono un animale notturno- si pavoneggiò.

Ladybug ridacchiò.

-E segui sempre lo stesso giro? Io faccio la ronda circa due o tre volte a settimana, sempre dalle stesse parti, ma non ci siamo mai incrociati mi sembra- continuò ad indagare lei, curiosa.

-Oh, sì. Di solito non faccio questo giro. Vado dalla Torre Eiffel, l’Arco di Trionfo, poi costeggio la Senna per un po’, mi fermo vicino la pasticceria dei Dupain-Cheng…- si fermò di scatto. Non doveva prendere casa di Marinette come esempio. Ladybug lo guardò sorpresa.

Chat Noir cerò di riprendersi.

-Insomma… vicino la scuola superiore. Comunque in generale seguo la Senna e poi torno indietro, e poi mi ritiro in un angolo come tutti i gatti a dormire. Sono il re dei gatti randagi- cercò di buttarla sul ridere, sperando che Ladybug non si accorgesse della sua esitazione nel nominare la pasticceria.

Le sue speranze però vennero infrante.

-So che la pasticceria dei Dupain-Cheng è la migliore di Parigi. Spero che non vai lì per rubare dolci. Non credo facciano bene ai gatti- lo provocò Ladybug.

Marinette era il loro migliore dolce… ma che diavolo stava pensando?!

-Ehi, io sono un eroe. Non rubo i dolci. Ma la vista dal loro balcone è fenomenale- si difese senza pensarci, e si pentì immediatamente di quello che aveva detto.

-C’è chi potrebbe denunciarti per effrazione o qualcosa del genere- scherzò Ladybug.

Chat Noir si prese la testa tra le mani.

-Non intendevo la pasticceria, ma la scuola. Sono confuso, ok?- cercò di giustificarsi e non arrossire. Non era mai stato così distratto e con la testa tra le nuvole, e mostrarlo a Ladybug era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare. Forse era meglio parlare con Marinette. Con lei era tutto molto più facile. Forse perché non l’aveva mai messa su un piedistallo, e l’aveva sempre considerata come una persona, nel modo giusto.

E poi parlarle era sempre stato rinfrancante.

-Giornataccia, gattino?- chiese Ladybug smettendo di scherzare, comprensiva.

Per un momento gli sembrò proprio di essere tornato sul balcone di Marinette.

-Una serie di giornate piuttosto dure. La vita dietro la maschera è…- iniziò a raccontare, alzando lo sguardo quasi convinto che lo avrebbe incrociato con la sua compagna di classe, ma gli occhi azzurri che avevano così simili erano circondati dalla maschera rossa a pois neri, e la sua sicurezza venne meno.

Non poteva mostrare le sue debolezze a Ladybug. Non si sarebbe mai sentito alla sua altezza se l’avesse fatto, e già si considerava molto inferiore.

Si alzò di scatto, scuotendo la testa, e recuperando una finta sicurezza.

-Niente di importante. Solo un po’ stanco. L’akuma di oggi era tosto- lasciò perdere.

-Chat Noir, se hai bisogno di parlare…- Ladybug sembrò delusa dal brusco cambio di comportamento, e cercò di rassicurarlo e avvicinarsi.

-No, va tutto bene, insettina. È meglio che continui la mia ronda e vada presto a dormire. Ci vediamo al prossimo attacco akuma- la salutò, scomparendo in fretta nella notte dopo averle fatto un occhiolino complice, e lasciandola sola, sul tetto, delusa e ferita.

Ma come avrebbe potuto capire, Ladybug, la perfetta Ladybug, i suoi problemi di cuore?!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Non mentirò con voi… i capitoli dal punto di vista di Adrien sono i miei preferiti da scrivere, e filano lisci come l’olio.

Scrivere questo capitolo è stato mille volte più facile del precedente, è come se non dovessi pensare più di tanto.

Le dita picchiano sulla tastiera e trascrivono i pensieri di Adrien senza che passino anche dalla mia mente.

Il fatto che ci ho messo tanto ad aggiornare è più una questione di tempo perché sono sotto esami, e sto anche partecipando ad un progetto di doppiaggio su youtube. 

Ma tralasciando…

Spero di averlo reso bene e che vi piaccia come lo sto rendendo.

Il carattere di Adrien è più insicuro rispetto a quello del cartone, ma mi baso molto su come si comporta nelle scene che vediamo tra Adrien e Ladybug, e nel cartone si nota che diversamente da come si comporta Chat Noir, Adrien è molto più imbarazzato quando parla con la sua cotta supereroina. 

Poi la mia principale ispirazione è un webcomic di Miraculous che non sto qui a spammare e adoro l’Adrien impacciato, felino e fin troppo innocente alle volte. 

Comunque mi sono divertita molto a scrivere di Alya e Nino per quel poco che compaiono e nel prossimo capitolo si tornerà a Marinette. 

Ormai sembra quasi che Adrien abbia deciso, dopotutto si trova più a suo agio con Marinette piuttosto che con Ladybug, speriamo che la ragazza rimanga fedele al modello, anche se qualcosa mi dice che il gatto la sta catturando sempre di più, e a quanto pare non è neanche indifferente al fascino rockettaro di Luka. Chissà chi sceglierà.

Appuntamento al prossimo episo… capitolo. Capitolo.

Un bacione e alla prossima :-*

   
 
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