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Autore: MissGolightly    02/06/2018    0 recensioni
Dieci anni dopo la battaglia di Hogwarts, Hermione Granger è andata avanti con la sua vita.
Vive a New York, ha un fidanzato e un ottimo lavoro. Nulla potrebbe sconvolgere il suo equilibrio.
Ma cosa succederebbe se improvvisamente la sua vita si scontrasse con quella di Draco Malfoy?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo Tredici
 
 
 
 
Hermione si guardò intorno per l'ennesima volta, cercando un viso familiare in quella stanza affollata.
Fu allora che lo vide.
Draco Malfoy, sul lato opposto della grande sala da ballo, la stava fissando.
"Che ha da guardare?"
Hermione sobbalzò e si voltò verso Ginny.
Ma quando era arrivata? Non ricordava che fosse lì, fino a poco prima.
"Di chi parli?"
"Di Malfoy. Continua a fissarti."
"È Malfoy. Fissa chiunque."
"Non come fissa te, Hermione. Ti guarda come se fossi la cosa più importante al mondo."
 
 
Hermione spalancò gli occhi.
Non era a un ricevimento insieme a Ginny. Era ancora nella stanza degli ospiti di Grimmauld Place.
Si passò una mano sul viso, spostandosi i capelli dalla faccia.
Ciò che le aveva detto Hazel il giorno precedente, continuava a tormentarla.
Possibile che Draco la guardasse davvero in quel modo e che lei non se ne fosse mai accorta?
Aveva ammesso di provare qualcosa per lei, ma Hermione aveva sempre pensato che fosse solo una cotta. Magari una cotta bella forte, ma una cotta!
Hazel, invece, con quella frase aveva lasciato intendere ben altro.
Non che a Hermione non facesse piacere, ma non sapeva se era pronta.
Voleva divertirsi, voleva frequentare Draco, ma non era certa di volere una cosa seria. Non era certa che nemmeno lui volesse una storia seria.
Si alzò svogliatamente e andò in cucina. Harry e Ginny, che stavano facendo colazione, le sorrisero appena la videro entrare.
"Caffè?" chiese Ginny alzandosi per prenderle una tazza.
Hermione annuì e si sedette a tavola.
"Hai la faccia di una che non ha dormito" osservò Harry, seduto di fronte a lei.
"Ho faticato a prendere sonno" disse Hermione.
Ginny le porse la tazza piena di caffè e si sedette accanto a lei. "Sei agitata per questa sera?"
"Giusto, questa sera esci con Malfoy!" esclamò Harry.
"Possiamo non parlare dell'appuntamento? Grazie" disse Hermione. Poi prese la tazza fumante tra le mani e bevve un sorso di caffè.
Ginny e Harry si scambiarono un'occhiata, ma rimasero in silenzio.
"Novità su Childs?" chiese Hermione.
Harry sospirò. "No. Non vuole dirci i nomi dei suoi complici. Dice che possiamo anche condannarlo al Bacio, a lui non fa nessuna differenza."
"Ma non lo condannerete al Bacio, vero?" chiese Hermione.
Quell'uomo era il responsabile di ciò che le era successo, ma era anche e soprattutto un uomo che cercava di superare la morte del figlio. Sarebbe stato troppo crudele sottoporlo al Bacio del Dissennatore.
Harry scosse la testa. "No, certo che no. Nemmeno i Mangiamorte sono stati sottoposti al Bacio. Non tutti, almeno. E poi, prima di processarlo, vogliamo ottenere qualche nome."
"A questo punto, non credo che Childs ve li dirà" disse Hermione.
"Allora dobbiamo trovare un altro modo per scoprire la verità. Non posso accettare che nel Ministero ci sia gente corrotta. Non di nuovo!"
"Harry, si tratta di politica. Ci sarà sempre gente corrotta" disse Hermione.
"Lo so. Ma questa volta hanno messo in pericolo una mia amica. Devo fare qualcosa" disse Harry alzandosi e prendendo la giacca che era appesa sullo schienale della sedia.
Si chinò su Ginny per darle un bacio e salutò Hermione, poi entrò nel camino e dopo aver gettato una manciata di metropolvere sparì.
"Hanno provato anche con il Veritaserum" disse Ginny appena Harry scomparve.
"E non ha funzionato?"
Ginny scosse la testa. "Childs è talmente convinto che le sue motivazioni siano giuste, che è riuscito a resistere. Non ha detto nemmeno una parola."
Hermione sospirò. Non poteva negare di essere preoccupata.
Childs aveva cercato di uccidere Draco, aveva tramato per portarlo esattamente dove voleva che fosse e l'aveva fatto con l'aiuto del Ministero. Anche se Childs ormai non sarebbe più stato un pericolo, al Ministero restavano persone che la pensavano come lui.
Davanti a Harry, aveva cercato di essere tranquilla e aveva reagito come se non le importasse che Childs non avesse detto una parola sui suoi complici. In realtà, tutto ciò che voleva era che quella storia finisse e che tutti i responsabili finissero ad Azkaban.
"Herm, andrà tutto bene. Ora abbiamo cose più serie di cui occuparci" disse Ginny sorridendo.
"Cose più serie di un pazzo che ha tentato di uccidermi?"
Ginny si limitò ad annuire e Hermione capì di cosa stava parlando.
L'appuntamento.
 
 
Blaise Zabini era diventato il migliore amico di Draco quasi per caso.
Al quarto anno, erano finiti seduti vicini a Pozioni e da lì non si erano più separati.
Blaise non era mai stato il tipo di ragazzo che faceva amicizia facilmente. All'apparenza, era cordiale e gentile con tutti e conosceva praticamente ogni singolo studente di Hogwarts, ma non c'era nessuno di cui si fidasse davvero. Per questo, era rimasto sorpreso quando si era reso conto di quanto si fosse legato a Draco.
Quando avevano quindici anni, si erano fatti costruire entrambi un camino nelle proprie stanze per poter viaggiare liberamente da una camera all'altra. Per anni quel passaggio era rimasto inutilizzato ma, quando Draco tornava al Manor, Blaise ne approfittava per usare quel vecchio passaggio.
Quando quel giorno Blaise uscì dal camino della camera di Draco, l'amico era ancora nel letto. Fissava il soffitto con le mani dietro la testa e sembrava non avere intenzione di alzarsi.
"Tutto ok?" chiese Blaise.
"Alla grande" rispose Draco. Ma la sua voce era spenta.
"Sono quasi le 10 e tu sei ancora a letto. Che succede?"
Draco si tirò su quanto bastava per appoggiare la schiena alla testiera del letto e disse: "Ieri ho visto Hermione."
"Oh, siamo passati da la Granger a Hermione. È un passo avanti" ironizzò Blaise.
Draco gli lanciò un'occhiataccia. Blaise sollevò le mani in segno di resa e disse: "Ok, scusa, la smetto. Vai avanti."
"L'ho baciata."
"E...?" chiese Blaise, intuendo che ci fosse dell'altro.
"E stasera abbiamo un appuntamento."
"E...?"
"E non le ho ancora detto niente della mia decisione."
"Ah, ecco qual è il problema! E perché non gliel'hai detto?"
"Secondo te?" disse Draco, come se la risposta fosse ovvia.
"Secondo me, perché sei un coglione. Ma immagino che non sia il tuo punto di vista."
Draco sospirò. Non lo avrebbe mai ammesso, ma Blaise aveva ragione.
Non esci con una ragazza che ti piace sul serio se di mezzo ci sono dei segreti che potrebbero cambiare la tua vita.
"Devi dirglielo, Draco. Devi farlo prima di stasera. Non ti perdonerebbe mai se glielo dicessi durante il vostro appuntamento."
"Se glielo dico ora, posso scordarmi l'appuntamento" disse Draco.
"E sarebbe un problema? Parliamoci chiaro: sai benissimo che appena si sarà ripresa tornerà a New York. Tu invece hai deciso di restare qui. Come pensi di poter mandare avanti una relazione, se state in due continenti diversi? Questo appuntamento, in qualsiasi modo andrà, sarà solo un appuntamento. Sarebbe davvero un problema se non ci uscissi affatto?"
"Io voglio uscire con lei, almeno una volta. A qualunque costo. Sono sempre stato una persona egoista, non puoi aspettarti che ora io smetta improvvisamente di pensare a me stesso" disse Draco.
Blaise non replicò.
Da quando conosceva Draco, in effetti, erano state poche le volte in cui lui aveva pensato prima agli altri che a sé stesso. A pensarci bene, ricordava solo un'occasione in cui aveva messo i bisogni degli altri davanti ai suoi.
 
 
 
Il quinto anno a Hogwarts era iniziato con il morale sotto i piedi per quasi tutti gli studenti.
La morte di Cedric Diggory, alla fine dell'anno precedente, aveva segnato tutti, indipendentemente dalla casa di appartenenza.
In più Harry Potter continuava a dichiarare che Voldemort fosse tornato e, nonostante tutti gli dessero del bugiardo, il dubbio si era insinuato in molte più persone di quanto sembrasse, diffondendo un clima di inquietudine.
Blaise, però, non si era fatto scoraggiare. Anzi, aveva cercato di trarre vantaggio dalla situazione “consolando” tutte le ragazze della scuola che si sentivano affrante.
Blaise era da sempre uno dei playboy della scuola. Tutte le ragazze lo sapevano eppure continuavano a cedere ai suoi corteggiamenti, forse pensando di essere la fortunata che l'avrebbe trasformato in un bravo ragazzo.
Dal canto suo Blaise, con il clima di tensione che aleggiava sugli studenti e sugli insegnanti della scuola, era diventato ancora più interessato alle ragazze. Nello specifico, da quando aveva perso la verginità con una Corvonero l'anno precedente, era interessato a portarsi a letto quante più ragazze possibile. Probabilmente per tenere la mente occupata.
Sapeva che la famiglia del suo migliore amico era vicina al Signore Oscuro ed era preoccupato per lui, anche se cercava di non farlo notare.
Era l'inizio di dicembre quando, dopo l'allenamento di Quidditch, Draco tornò in camera e trovò Blaise intento a passeggiare nervosamente da una parte all'altra della stanza.
"Che succede?" chiese Draco posando la sua scopa accanto al letto.
"Ho fatto un casino."
"Scuola, soldi o sesso?" chiese Draco.
Quando c'era qualche problema, si trattava sempre di una di quelle tre cose.
"Sesso" disse Blaise.
"Hai fatto cilecca e vuoi che vada in giro a difendere la tua virilità?" scherzò Draco.
"Peggio."
"Che hai combinato?"
"Sono andato a letto con Cindy Bailey, ma qualcosa è andato storto."
"Che vuoi dire?"
"Ha una settimana di ritardo."
"Cazzo."
"Già. Cazzo."
"E ora?"
Blaise si strinse nelle spalle. "Non lo so. L'unica opzione è andare in infermeria, ma questo vorrebbe dire mettere Madama Chips al corrente della cosa e ovviamente lei avvertirebbe i nostri genitori."
"Avvertirebbe i genitori di Cindy. Se lei non dice che sei tu il responsabile, i tuoi non sapranno niente" disse Draco.
"Draco, non voglio che Cindy faccia la figura di una che non sa nemmeno chi potrebbe essere il padre di suo figlio" disse Blaise.
Della sua reputazione non gli importava molto, ma Cindy era una brava ragazza.
"D'accordo. Me ne occupo io" disse Draco e, senza aspettare la risposta di Blaise, uscì dalla stanza.
Il giorno seguente, Cindy era andata in infermeria insieme a Draco. Aveva spiegato a Madama Chips quale fosse il problema e, quando la donna le aveva chiesto chi fosse il ragazzo che l'aveva messa in quel pasticcio, Draco si era preso la colpa.
Alla fine si era rivelato un falso allarme e non c'era stato bisogno di avvisare le famiglie, ma Blaise era stato grato a Draco per averlo aiutato.
"Grazie per avermi salvato il culo" disse Blaise qualche giorno dopo.
"Non c'è problema. I miei sono talmente presi dalle loro faccende che non gliene fregherebbe poi molto se dicessi che sto per diventare padre a quindici anni."
Blaise non rispose. Per quanto fosse triste, sapeva che Draco aveva ragione.
 
 
 
"Ti vesti così?" chiese Ginny passando davanti alla camera degli ospiti e osservando Hermione davanti allo specchio.
L'amica indossava un paio di jeans e una camicia bianca con delle aperture sulle spalle.
"Sto male?" chiese Hermione preoccupata.
"Dipende da dove andate."
"In realtà, non ne ho idea. Draco mi ha mandato un gufo dicendo che aveva organizzato una cosa speciale e di indossare scarpe comode. Non so altro" spiegò Hermione sedendosi sul letto e infilandosi un paio di stivaletti bassi.
"E a te sta bene non sapere dove andrete? Di solito non ami le sorprese" disse Ginny.
"In effetti, sono un po' tesa ma non mi sembrava il caso di tempestare Draco di domande."
Ginny sorrise e si sedette accanto a Hermione prendendo una mano tra le sue. Stava tremando, segno di quanto fosse nervosa.
"Credi che stia facendo la cosa giusta?" chiese Hermione.
"Tu credi che sia la cosa giusta?" replicò Ginny sorridendo. Non stava a lei decretare se le decisioni della sua migliore amica fossero giuste o no.
"Non lo so. Ho l'impressione che le cose stiano andando un po' troppo velocemente."
"È un'impressione tua o hai semplicemente paura di cosa pensa la gente?"
"Che vuoi dire?" chiese Hermione aggrottando la fronte confusa.
"Voglio dire che secondo me ti stai facendo tanti problemi inutili, solo perché pensi che sia passato troppo poco tempo da quanto tu e Ron vi siete lasciati" spiegò Ginny.
"Beh, ci siamo davvero lasciati da poco..."
"Sappiamo entrambe che la vostra storia è finita molto prima, in realtà. Ma perché ti fai tutti questi problemi? Non sei il tipo che solitamente si interessa all'opinione degli altri."
Hermione abbassò lo sguardo. "Per me è stato difficile anche solo ammettere di avere una cotta per Draco. Uscire con lui, sotto gli occhi di tutti, sarebbe una cosa enorme! So che quando torneremo negli Stati Uniti le cose saranno più semplici perché quasi nessuno conosce la sua vera identità, ma..."
Ginny si alzò in piedi e camminò fino alla porta, dando le spalle all'amica. Sembrava quasi che volesse nasconderle qualcosa, ma Hermione ignorò il suo comportamento pensando che Ginny fosse semplicemente stufa di sentirla parlare.
"Ok, ho capito. La smetto e mi godo l'appuntamento" disse dopo qualche secondo.
"Ecco, brava. E fai con calma, non ho intenzione di aspettarti alzata" disse Ginny sorridendo e uscendo dalla stanza.
Chiuse la porta dietro di sé e sospirò chiudendo gli occhi per un momento.
Non le piaceva avere segreti con Hermione, ma non spettava a lei dirle la verità.
Se Draco era davvero cambiato come sembrava, sarebbe stato lui e dirle tutto.
Nel tardo pomeriggio, Draco arrivò a Grimmauld Place. Era vestito in modo insolitamente casual e Ginny si chiese nuovamente dove sarebbero andati per l'appuntamento. Era estremamente curiosa!
Draco non si lasciò sfuggire indizi e, quando Hermione lo raggiunse, le chiese di tenersi a lui perché avrebbero dovuto smaterializzarsi.
"In realtà, Hermione non dovrebbe affaticarsi. Si sta ancora riprendendo dall'incidente" disse Ginny preoccupata.
"Prometto che non la farò stancare, ma questo è l'unico modo per arrivare a destinazioni in fretta" disse Draco. Poi si voltò verso Hermione e chiese: "A te sta bene?"
Hermione annuì e intrecciò le dita con quelle di Draco.
Poco dopo si ritrovò in mezzo a un prato.
Era un posto nuovo, un luogo in cui era certa di non essere mai stata ma che allo stesso tempo le sembrava familiare.
"Dove siamo?"
"In Scozia. Contea di Perth, per la precisione" disse Draco sorridendo.
"Stai scherzando?"
"Ho la faccia di uno che scherza?" disse Draco. Poi indicò un punto dietro Hermione e la ragazza si voltò seguendo il suo sguardo.
A pochi metri da loro, c'era un cerchio di pietre vagamente simile a Stonehenge.
"Craigh na dun" mormorò Hermione.
"Ma non è possibile! Non è un luogo reale!" aggiunse a voce più alta, in modo che Draco la sentisse.
"Lo so. È solo una riproduzione, ho pensato che ti sarebbe piaciuto comunque."
"Ma come hai fatto?"
"Non è stato difficile. Ho solo dovuto spostare delle pietre."
"Non parlo di quello. Intendevo, come hai fatto a sapere che mi sarebbe piaciuto?"
"Ho i miei metodi."
 
 
 
Passare da uno spazioso appartamento nell'Upper East Side a un monolocale a Brooklyn, non era una passeggiata. Soprattutto per chi ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza in una villa degna di una famiglia reale.
Nonostante questo, Draco aveva dimostrato uno spiccato senso di adattamento e si era subito messo a suo agio nell'appartamento della Granger. Anzi, era estremamente piacevole vivere tra le sue cose.
Era nell'appartamento da un paio di giorni quando, preso dalla noia, iniziò a esaminare attentamente la piccola libreria. C'erano manuali di storia, libri di cucina, vecchie edizioni di tragedie di Shakespeare, ma quello che colpì Draco fu un libro appoggiato sul ripiano in basso.
Era abbastanza spesso, avevo la copertina sgualcita e, al suo interno, alcune parti erano state evidenziate.
Sulla copertina blu, Draco lesse il nome di una certa Diana Gabaldon e, poco più in basso, il titolo del libro: Outlander.
Si rigirò il libro tra le mani, cercando la trama sul retro.
Era la storia di una donna che, negli anni Quaranta, rimane accidentalmente coinvolta in un viaggio nel tempo, ritrovandosi nella Scozia di tre secoli prima.
Di certo, non era il genere di libri a cui era abituato ma non aveva nulla di meglio da fare quindi iniziò a leggere.
 
 
 
"Come hai capito che era il mio libro preferito?" chiese Hermione mentre passeggiavano accanto al cerchio di pietre.
"È stata la copertina. E anche le sottolineature. Era un libro che, sicuramente, avevi letto molte volte quindi ho dedotto che ti piacesse."
Hermione sorrise. "Grazie. Mi piace molto questo posto."
"E aspetta di vedere il resto!"
"Di che parli?" chiese Hermione appoggiando la mano su una delle pietre.
Draco indicò una baita poco più avanti. "È una piccola proprietà della mia famiglia. Ci venivo in vacanza con i miei quando ero piccolo." 
Hermione fissò la baita con aria sognante e seguì Draco, che aveva iniziato a camminare verso la piccola casa.
"Sembra molto poco da Malfoy" disse la ragazza.
"In effetti, mio padre odiava venire qui. Preferiva il Manor, con la sua grandezza e gli elfi domestici. Ma a me e a mia madre piaceva stare qui. O almeno, mi è piaciuto fino a quando ho compiuto undici anni."
"Poi che è successo?"
"Sono andato a Hogwarts."
"Non capisco" disse Hermione confusa. Non riusciva a capire come l'inizio della scuola potesse essere responsabile di un cambio di opinioni da parte di Draco su una cosa come una baita in Scozia.
"L'estate prima del primo anno, mio padre ha passato giornate intere a spiegarmi quanto fossi fortunato a essere cresciuto in una famiglia importante come la nostra. Ho iniziato a convincermi che essere un Malfoy fosse l'unica cosa importante e che tutto il resto non contava nulla, così anche le vacanze in un posto che da piccolo adoravo hanno perso importanza."
Hermione lo guardò dispiaciuta.
Quando andavano a scuola, aveva sempre pensato che fosse semplicemente un ragazzino viziato, abituato ad avere qualsiasi cosa volesse.
In realtà, stava scoprendo che non aveva avuto un'infanzia facile e che il poter ottenere tutto ciò che voleva era solo una facciata.
Quando arrivarono alla baita, Hermione entrò titubante. Le sembrava di invadere una parte del passato di Draco e non sapeva se sentirsi a disagio per questo o sentirsi lusingata per Draco aveva deciso di condividere quel posto con lei.
All'interno, c'era una piccola cucina, un tavolo, un divano e una grande libreria che occupava quasi tutta la parete in fondo alla stanza.
Alla sua destra, Hermione notò una scala a chiocciola che portava al piano di sopra.
"È bellissima" disse Hermione guardandosi attorno.
Draco sorrise. "Sono felice che ti piaccia. Sei la prima persona che viene qui, a parte la mia famiglia."
Hermione si voltò verso di lui stupita. "Non hai ma portato nessun altro qui? Nemmeno i tuoi amici?"
Draco scosse la testa.
"Perché hai deciso di portare me?" chiese Hermione.
"Perché sei importante per me. E perché devo parlarti di una cosa e preferisco farlo in un posto in cui mi sento a mio agio."
Hermione aggrottò la fronte confusa. "Cosa devi dirmi?"
"Prima godiamoci questo appuntamento. Per il resto c'è tempo."
Hermione non replicò e lo seguì fino al tavolo, su cui Draco aveva fatto apparire due bicchieri di vino.
Avrebbe voluto sapere di cosa aveva intenzione di parlarle, ma non voleva mettergli fretta. Era ovvio che fosse un argomento che lo metteva a disagio e, per quanto lei fosse curiosa, non voleva forzarlo in nessun modo.
Dopo cena (Draco le aveva rivelato di essere andato lì nel pomeriggio a prepararla e Hermione aveva dovuto riconoscere il suo talento naturale per la cucina), si era seduti sul divano e avevano iniziato a raccontarsi aneddoti divertenti.
Si conoscevano da anni, ma in realtà nessuno dei due aveva mai conosciuto veramente l'altro.
"Ok, ecco una cosa buffa. Quando andavamo a scuola, ho sempre pensato che tu non fossi in grado di divertirti" disse Hermione a un certo punto.
"Ma davvero? Guarda che ero un ragazzino come tutti gli altri!"
"Ma stavi quasi sempre per conto tuo. Sembravi così scontroso!"
"Sì, è vero, ma questo non significa che non sapessi come divertirmi. Soprattutto con le ragazze" disse Draco lanciandole un'occhiata maliziosa.
Hermione arrossì ma non abbassò lo sguardo. "Ma davvero? Per quel che ne so, non avevi molto tempo per correre dietro alle ragazze."
"Non avevo molto tempo, ma ne avevo abbastanza."
"Eppure, non ho mai sentito nessuna parlare di te. Parlavano delle doti amatorie di Blaise, di Nott... Ma non delle tue" lo provocò Hermione.
"Stai dicendo che non sono bravo?"
Hermione si strinse nelle spalle. "Non posso giudicare. Mi baso solo sul fatto che le voci a Hogwarts correvano veloci e su di te nessuna ha mai detto nulla."
"Forse, allora, dovresti provare prima di giudicare" disse Draco avvicinandosi a lei.
Hermione non rispose. Lasciò che Draco si avvicinasse e, quando fu abbastanza vicino, lo baciò.
Draco rispose al bacio con entusiasmo e, prendendola per la vita, la trascinò sopra di lui.
Hermione si sistemò a cavalcioni sulle sue gambe continuando a baciarlo.
"Forse dovremmo andare di sopra" disse Draco mentre lasciava una scia di baci sul collo della ragazza.
Hermione sospirò godendosi la sensazione delle labbra di Draco che si posavano sulla sua pelle e disse: "No, va bene qui."
"Sicura?" chiese Draco allontanandosi e guardandola negli occhi.
Non era mai stato particolarmente attento a mettere le ragazze a proprio agio in quelle situazioni, tranne con Hazel. Ma di Hermione gli importava davvero.
Non sapeva ancora dare un nome a ciò che provava per lei, ma era sicuramente qualcosa di molto forte.
"Sicura" affermò Hermione. Poi si sfilò la camicia dalla testa, evitando di sbottonarla.
Draco sorrise malizioso e riprese a baciarla.
In un angolo del suo cervello, una vocina gli intimava di dire la verità a Hermione, ma Draco la ignorò prontamente.
Hermione era tra le sue braccia e di certo non sarebbe stato quello il momento in cui le avrebbe detto ciò che, ne era quasi certo, l'avrebbe allontanata per sempre da lui.





Author's Corner:
Eccomi con un nuovo capitolo!
Scusate per il ritardo, ma ultimamente ho avuto un sacco di impegni e mi sono concentrata su un'altra ff che ormai era giunta al termine e quindi meritava un po' più di attenzione.
Ora però sono tornata!
Allora, dove siamo arrivati?! Dunque, Draco e Hermione sono andati al loro appuntamento e Draco l'ha portata in Scozia, nel luogo in cui è ambientato il libro preferito della nostra Hermione.
In più, abbiamo capito qual è il segreto di Draco: ha deciso di restare a Londra. Ma perchè? E soprattutto, come la prenderà Hermione?
Nel prossimo capitolo ogni cosa verrà spiegata. Non temete!
Alla prossima!
   
 
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