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Autore: devil_may_cry_wrath_92m    02/06/2018    1 recensioni
La fine di un lavoro l'inizio di qualcosa di molto più pericoloso, un viaggio che segnerà profondamente Revy e Rock
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Revy, Rock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Rock non sapeva più come prendere Revy, era sempre stata maleducata e cinica, ma da quando si era ripresa era diventata a dir poco intrattabile; ogni volta che lui, Yasuke o Haruka si avvicinavano, lei prendeva la stampella, con cui si muoveva a causa della ferita che aveva al polpaccio, e andava da un’altra parte, Rock aveva accettato da tempo il caratteraccio della sua amica, ormai non ci faceva più caso, ma non poteva accettare che trattasse così le due persone che le avevano salvato la vita, soprattutto Haruka che cercava in tutti i modi di essere gentile con lei. Per esempio, quando aveva visto che Revy si rifiutava di mangiare insieme a loro in sala da pranzo aveva messo la sua razione su un vassoio e glieli aveva portati in camera sua e così continuava a fare ricevendo però sempre risposte sgarbate o sguardi di assoluta indifferenza come se quella bambina sempre sorridente e disponibile fosse stata un’appestata o un’accattona. Rock aveva detto un giorno ad Haruka: “Ti chiedo scusa per Revy lei è fatta così” a quella risposta Haruka disse: “Non c’è problema, lo so che la sorellona è arrabbiata perché gli fa male la gamba, ma sono sicura che si riprenderà. Lei è una forte” “Già, a volte troppo” aveva pensato Rock; a volte non riusciva a capirla la sua amica, quando l’aveva vista giocare con quei bambini gli era sembrata un’altra persona, gli era sembrato che si fosse gettata alle spalle quella rabbia e quella oscurità che aveva visto nei suoi occhi più di una volta, ora sembrava un leone in gabbia che attendeva la prossima preda, forse era vero quello che gli aveva detto in quel bar mentre attendevano di incontrare Balalaika in quel parcheggio sotterraneo, lei, come tutti gli abitanti di Roanapur, era solo una morta che camminava e che l’unica cosa che la rendeva diversa dagli altri morti che camminano è che lei voleva combattere contro avversari sempre più forti come Ginji e che non contava nient’altro per lei. “Ora basta! La deve smettere!” Sapeva che Revy era più di questo, l’aveva vista con tanti volti, la mercenaria, la cinica, l’assassina spietata , ma anche un’amica su cui fare affidamento e lui come suo amico non poteva stare zitto a guardarla in quello stato, arrabbiata con tutto e tutti mentre attendeva un altro avversario da macellare, se avesse continuato così prima o poi l’avrebbe vista morire, c’era andata vicino con Ginji e l’aveva fatto a causa sua, era stato lui a chiederle di portarlo da Yukio per cercare di convincerla a fermare la sua guerra con L’Hotel Moscov ma tutto era finito con la morte della ragazza e di Ginji e soprattutto con la sua amica ferita alla gamba dalla spada dello yakuza . Rock stava pensando al modo migliore per parlare alla sua amica quando sentì una voce familiare che lo chiamava: “Per la miseria, Okajima sei proprio tu?!” Rock si voltò e vide nel cortile d’ingresso del tempio c’era un uomo della sua stessa età, con i capelli neri pettinati e curati e accanto a lui una ragazza bionda ossigenata, con un abito talmente succinto che se fosse andata in giro nuda non ci sarebbe stata tanta differenza. Rock riconobbe immediatamente il tizio che gli aveva parlato Yamada un suo ex collega delle industrie Asai. Lui era uno dei tanti motivi per cui odiava il suo vecchio lavoro, oltre al dover accettare il fatto che era solo un sottoposto senza alcuna possibilità di sbocco doveva anche sopportare Yamada che dato che aveva lavorato alla divisione europea dell’azienda per un certo periodo di tempo aveva avuto occasione di visitare le filiali del gruppo Asai nel resto del mondo, America, Inghilterra, Francia, Russia e altre ancora e Rock doveva continuamente sentire le sue vanterie di tutte le donne che aveva conquistato laggiù, una volta Yamada gli aveva chiesto di cancellare dalla sua nota spese l’acquisto di una scatola di preservativi e lui lo aveva fatto, solo per sentire poi le spacconate di quel tizio su come fosse bella Bangkok e come le donne di laggiù fossero “disponibili” con un vero uomo cosa, come poi aveva aggiunto con un sorriso malizioso, Okajima non poteva sapere. “Okajima! In giro si diceva che eri morto ,cosa ci fai qui? Vuoi farti monaco?” Rock non aveva proprio voglia di perdere tempo con quello scemo e con le sue stupidaggini, doveva parlare con Revy e doveva farlo prima che lei passasse di lì; uno dei brutti vizi di Yamada è che a lui piacevano le donne in modo patologico se avesse visto Revy avrebbe cominciato a provarci con lei non curandosi della presenza della bionda ossigenata e conoscendo il carattere della sua amica e il suo stato emotivo di quei giorni temeva che sarebbe finita solo in due modi: Yamada se la sarebbe fatta nei pantaloni per la paura oppure sarebbe finito con un dente in meno e la mascella slogata per almeno sei mesi. Non che tutto questo non dispiacesse a Rock ma il fatto era che non potevano permettersi di attrare l’attenzione, erano rimasti nascosti per tre giorni e la polizia non li aveva trovati ma se Revy ne avesse fatta una delle sue… “Rock qualche problema?” Revy uscì dal tempio proprio in quell’esatto momento “Ecco, perfetto” mormorò Rock alzando gli occhi al cielo. Revy camminava senza usare la stampella, segno che stava guarendo anche se, osservando la sua andatura zoppicante, era chiaro che era lontana dal correre e saltare come una gazzella come faceva di solito. “Ehi, Okajima e questa chi è non me la presenti?” Rock, fece per rientrare nel tempio insieme a Revy ma purtroppo la bionda ossigenata che fino ad allora era stata zitta, appena vide che il suo ragazzo si stava interessando a Revy si rivolse a Rock dicendo: Ehi, tu di alla tua puttana di girare al largo!” Quelle parole bastarono per far cambiare lo sguardo di Revy “Cosa hai detto?” “Che c’è sei sorda?! Ti ho chiamato col tuo nome. Una che va con quello sfigato non può che essere una puttana” Revy si allontanò da Rock, scostando il braccio del suo compagno, saltò giù dalla pedana che correva intorno al tempio e si avvicinò a piedi scalzi a Yamada, prima che potesse dire qualcosa, Revy lo colpì con una ginocchiata nel basso ventre e poi con un gancio destro alla mascella lo fece andare a sbattere contro uno dei due pali che sorreggeva la campana per chiedere le grazie Yamada cadde a terra sputando un dente. Con uno sguardo spento ma al tempo stesso spaventoso, Revy si avvicinò alla bionda ossigenata, questa era terrorizzata, chiunque fosse la donna che aveva appena insultato non era sicuramente una puttana, Revy prese il braccio destro della donna, glielo torse, la colpì al ginocchio destro con la gamba sinistra e la mise in ginocchio poi si avvicinò abbastanza perché le sue labbra fossero a un centimetro di distanza dal suo orecchio e gli disse con voce calma ma che la rese comunque terrificante: “Stammi a sentire stronza, ho avuto uno schifo di giornata e i precedenti sono stati anche peggio. Perciò se vuoi morire ci stai andando molto vicina” La donna, aveva le lacrime agli occhi mentre Revy le parlava. Stava domandandosi chi era quella pazza quando Revy gli disse: “Per questa volta sei fortunata, ma se ti rivedo ti rompo anche le altre” “Le altre cos…aaah!” con un movimento rapido Revy gli spezzò anulare medio e indice della mano destra. Yamada si era rimesso in piedi, a causa della perdita di sangue sia dalla bocca che dal naso la sua faccia era una maschera di sangue, mise la mano in tasca, sicuramente per prendere un cellulare ma prima che potesse comporre il numero per chiamare la polizia un sasso lo colpì alla mano facendoglielo cadere, Haruka sentendo il rumore in cortile, era uscita e quando aveva visto Yamada prendere qualcosa dalla tasca, senza che ne lui ne Rock la notassero era scesa in cortile e aveva preso un sasso lì per terra colpendo la mano di Yamada. “Piccola stronza!” disse Yamada correndo verso il telefono per terra, ma prima che potesse toccarlo il piede di Rock gli calpestò la mano. “Questa me la paghi Okajima” “Sbagli” disse Revy prendendo Yamada per il bavaro del vestito e sollevandolo da terra “Ascolta Romeo! Sparisci e dimenticati di noi se provi a raccontare a qualcuno di averci visto ti assicuro che neanche l’ultima delle puttane vorrà averti come cliente, chiaro?” Yamada fece segno di sì con la testa poi, appena Revy mollò la presa si allontanò di corsa, senza neanche degnarsi di sollevare la donna che era venuta con lui, la quale lo seguì a ruota ed entrambi sparirono giù per le scale del tempio. Rock fissò la sua amica e quella rispose alla domanda che stava per farle: “Non ti preoccupare, non parlerà. Quel coglione correrà fino a casa e si nasconderà sotto il letto” “Bè questo è poco ma sicuro, ma dovevi proprio strapazzarli in quel modo?” Revy prese una sigaretta e l’accese, dopo aver fatto un tiro disse: “Era l’unico modo per levarceli di torno in fretta. Non potevamo metterci a parlare con il rischio che collegassero la tua faccia con la faccenda del massacro della famiglia Kousa. Adesso invece staranno buoni e fuori dalle scatole” “Sicura?” “Fidati. Quel tizio e quell’altra, sicuramente non ci penseranno nemmeno a tornare qui neanche se tu fossi collegato al massacro di San Valentino” Rock sorrise capendo che la sua amica lo aveva protetto ancora una volta con il suo modo di fare violento. Prima che potesse dirgli qualcosa, Revy si voltò vero Haruka e gli disse: “Bel tiro, prima marmocchietta” “Mi alleno tutti i giorni a colpire i piccioni che usano la grondaia del tempio come nido” “La prossima volta dovresti…” Revy non concluse la frase, si sentiva come con un peso sul petto, le mani sembravano percorse da una scarica elettrica, cominciò ad ansimare e a sudare, si diresse velocemente verso la campana e si appoggiò ad essa mentre continuava ad ansimare “Revy!” “Sorellona!” urlarono Rock e Haruka avvicinandosi alla ragazza “State lontani!” gli urlò di rimando Revy “Revy che cosa ti succede?” gli domandò Rock preoccupato Revy si accasciò a terra appoggiandosi con la schiena al palo su cui era finito Yamada, Rock afferrò Revy a una mano per tirarla su e lo sentì: la mano della sua amica aveva un’impercettibile tremore, tutte due constatò Rock toccando anche l’altra. Revy lo allontanò con uno spintone, “Revy, da quando hai…?” “Cominciato a tremare? Direi da ieri” “Ecco perché non vuoi mangiare con noi!” Certo, Rock, avrebbe notato che la sua amica aveva dei tremori alle mani mentre prendeva il bicchiere per bere o le bacchette per mangiare. “Prima mentre picchiavo quei due stronzi mi sentivo meglio ma poi mi è successo questo, Cazzo, non mi era mai capitato; cosa diavolo ho?” “Una cosa molto semplice” disse Yasuke uscendo dalla casa, “L’ho visto accadere a molti che sono tornati dopo una battaglia” “Che cos’ho monaco del cazzo?” Rock non poteva crederci ma in base a quello che aveva appena detto Yasuke e mettendo insieme gli indizi, il combattimento di Revy con Ginji, il tremore alle mani e quello che era successo poco fa non c’erano dubbi e disse con voce grave: “Revy… tu, hai avuto un’ attacco di panico!”
   
 
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