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Autore: Fenix_Fox    03/06/2018    0 recensioni
Eddye Nigma è un investigatore privato, tra magia, fantasmi, mostri e satanisti, la sua vita si complica, l'avventura ha inizio, seguite le sue vicende e non ve ne pentirete
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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14 Settembre 1995

 
Quella mattina mi svegliai con euforia, era sabato e avevo un appuntamento nel pomeriggio con Samantha, la cugina di Sabrina, a mezzo giorno mangiai con la mia famiglia in fretta e mi incamminai verso Mariano Comense, per prendere il treno che mi avrebbe portato a Bovisio, arrivato alla stazione c’era lei ad aspettarmi, ero emozionato, coraggioso per qualunque cosa, ma con le donne non ci sapevo proprio fare, andammo nel paese vicino, Limbiate, mangiammo un gelato e facemmo una passeggiata fino ad un parco dove passava un torrente, arrivati ad un cunicolo decidemmo di riposarci, non so cosa ci prese ma ci sentimmo attratti l’un l’altro, ci siamo guardati negli occhi e senza dire niente ci siamo baciati, lei mi guardò e mi chiese con un filo di voce e gli occhi bassi, "ma adesso siamo insieme? " e io emozionato gli feci si con la testa e così cominciò una grande storia d’amore, mi ero dimenticato che due giorni prima avevo il terrore di lei, pensai solo a quel momento e ai sentimenti che provavo, mi aveva stregato ed era fantastico, eravamo rimasti in quel parco per un bel po’, ma poi arrivò l’ora per me di tornare a casa, così andammo alla stazione di Bovisio, arrivammo in tempo, mentre sentivamo suonare la campanella che annunciava l’arrivo del treno, quel pomeriggio stupendo era purtroppo arrivato al termine e quindi tornai a casa.

La sera, dopo mangiato andai in compagnia, Sabrina era già lì che aspettava seduta su un carrello rovesciato e la testa fra le mani, io mi avvicinai e la abbracciai da dietro, con dolcezza gli diedi un forte bacio sulla guancia, lei girò la testa e mi guardò stranita, "davvero non so come ringraziarti," le dissi con un gran sorriso, "presumo che l’uscita con mia cugina sia andata bene allora?," mi chiese, ma con aria preoccupata, il mio sorriso si spense e guardai la mia amica negli occhi, " qualcosa ti preoccupa Sa?" chiesi a mia volta "ho parlato con mia mamma e gli ho detto tutto" mi confidò lei "tutto cosa?" continuai ad interrogarla, "della villa e di quello che ti è successo l’altro giorno con Sami e vuole vederti anche adesso" così dicendo si alzò dal carrello e si incamminò verso casa, io non potei far altro che seguirla.
Miriam Belli, la mamma di Sabrina, non che zia di Samantha, una donna dolce, schietta e simpatica allo stesso momento, bionda, con un fisico robusto, ci aspettava d’avanti l’ingresso di casa sua, dentro una ditta tessile, suo marito, ne era il custode, un uomo magro, alto e coi capelli scuri, aveva la stessa simpatia di Miriam, stare in loro compagnia era piacevole come essere a casa propria, "ciao Edoardo, vieni devo farti vedere una cosa" mi fece accomodare e prese da un armadio una rivista settimanale, il cui nome scritto in nero su uno sfondo rosso e una stella a cinque punte in alto a destra era l’occulto la aprì ad una pagina dove c’era una fotografia che occupava un terzo della pagina, la riconobbi immediatamente, era la villa sulla collina, "era la villa della strega Marianna belli, una mia antenata, fu bruciata al dall’inquisizione nel milleduecento settantanove con la sua stessa villa, prima di morire promise di ritornare e che si sarebbe vendicata," mi spiegò, poi girò pagina e notai un quadro, mi sembrò impossibile, era raffigurata una ragazzina ed era in tutto quella giovane che vidi la mattina di due giorni prima, quella strana ragazza che assomigliava tanto a Samantha, in fine Miriam terminò dicendo,  "settecento anni dopo la sua morte, nacque mia nipote Samantha, il tre luglio, stesso giorno e stesso mese, Edoardo, sono preoccupata per voi, dovete stare attenti, molto attenti" poi chiuse la rivista, la rimise nell’armadio e sorridendo mi chiese se volevo un biscotto fatto in casa porgendomi un vassoio pieno di tali prelibatezze.
 
A casa mia sul mio letto i pensieri si facevano strada nella mia testa, i tasselli cominciavano  ad unirsi, cominciai a capire cosa centrasse Samantha con quella storia ma non riuscivo a capire perché io, perché quella voce nella villa aveva nominato il mio nome, visto che non c’ero solo io li quel giorno, perché di quello strano sogno, tanto simile a quello di Samantha, perché l’altra mattina quella presenza indicava me e in fine perché mi sentivo tanto attratto da Samantha e terrorizzato da Marianna, se sembrano la stessa persona? A tutte queste domande non riuscivo a dare neanche una risposta, ma cocciuto come ero avrei cercato la verità a qualunque costo e non mi sarei fermato fin che non l’avrei trovata.

Quella notte sognai di nuovo la villa dall‘esterno, ma non era diroccata, ne bruciata, era una normale villa come le altre, era tarda sera, notai che la strada non era più asfaltata, le ditte e il pub che erano su quella collina non c’erano più, intorno c’era solo foresta, sembravano ricordi di un’epoca passata, come al solito mi sentivo attratto all’interno, ma questa volta, ero deciso a saperne di più, quindi raccolsi tutto il coraggio che avevo ed entrai, percorsi tutto il corridoio illuminato dalle torce ad olio appese alla parete, fino ad arrivare d’avanti a quella maledetta stanza, la porta era chiusa, io la aprì ed entrai, anche la stanza era illuminata dalle stesse torce, vidi quella strega legata ad un palo che bestemmiava e malediva la chiesa, si agitava e cercava di sciogliere i legacci, ma dopo un po’ si calmò mi guardò dritta negli occhi e mi disse "che tu sia maledetto prete, un giorno tornerò e mi vendicherò, porterò con me la distruzione della terra," mi sputò sui piedi e cominciò una risata raggelante che mi terrorizzò, mi sentì trascinare fuori e mi ritrovai di nuovo d’avanti a quei cancelli, vidi la villa che bruciava e sentì le urla strazianti di Marianna, quando mi svegliai erano ancora le tre di notte e i miei perché erano aumentati, rimasi a letto sveglio per tutto il resto della notte e intorno alle otto chiamai Samantha, "pronto Sami tutto bene?" gli chiesi facendo finta di niente, nella speranza che lei non avesse fatto quel sogno, ma io la sentivo piangere e capì che era spaventata "non preoccuparti Samantha, scoprirò cosa ci sta succedendo, vedrai che andrà tutto bene," cercai di rassicurarla "ho detto tutto a mio padre e mi ha risposto che non dobbiamo più vederci, mi dispiace" continuò singhiozzando per il dispiacere e chiuse il telefono, non lo conoscevo ancora suo padre e già lo odiavo, appoggiai la cornetta all’apparecchio telefonico, afflitto come non lo ero mai stato, il mio cuore andava a pezzi, oramai avevo perso la testa per lei, nessuno poteva tenerla lontana da me, neppure suo padre, alzai di nuovo la cornetta e composi il numero di Sabrina "pronto?" rispose ancora assonnata la mia amica "Sabri scusa se ti chiamo presto ma ho bisogno di un grosso favore."

   
 
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