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Autore: Chameleon94    03/06/2018    0 recensioni
Una lunga serie di racconti brevi, basati sull'introspezione, difetti dei personaggi, ed eventualmente *spoiler* la fine delle loro vite, e della loro amicizia, sulla base della legge del contrappasso dantesco, il karma, e molto altro...
In origine doveva essere un racconto comico, ma, visto che il narratore non è bravo con le risate, ha assunto un aspetto più psicologico e interiore, più malvagio e sadico.
Il prologo serve a presentare e inquadrare tutti i personaggi, a cui verrà dedicato un mini capitolo ciascuno.
Genere: Horror, Introspettivo, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash, Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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NICOLE

 

“Zzzzz”

“Zzzzz”

“Crrrrr”

Questi erano solo alcuni dei suoni che emetteva Nicole mentre dormiva, ma si svegliò di botto e così cominciò un’altra giornata…

Iniziò ad aprire le finestre, per far entrare la luce in tutta la stanza da letto:

“Ecco che inizia una nuova giornata di merda”

Si preparò alla svelta per uscire, le attendeva una lunga giornata di lavoro. Tutto normale come ogni giorno, la colazione al bar, qualche chiacchiera con le amiche… Ma il momento migliore, che più la eccitava, era proprio al bar, quando prendeva il suo caffè:
“Ah, questo caffè è proprio il nettare degli Dei!”

“Hai ragione” Fece una voce amica, era Virginia: “Cosa farai oggi, cara?”

Nicole sbuffò, annoiata “Che te devo dì: il solito lavoro di merda, sto tutta una giornata davanti a uno schermo, non era questo che volevo quando dissi che volevo ‘tecnologizzarmi’ al massimo”.

Virginia capì e le pose una mano sulla spalla.

A questo punto vi chiederete se questa storia è tutta casuale oppure va a parare da qualche parte, ebbene sì, cominciamo a dare qualche svolta:

Un individuo misterioso stava scrutando Nicole e la sua amica da un angolino del locale, fece un sorrisetto, e continuò ad osservare, ascoltando attentamente tutte le parole.

Una volta che le ragazze ebbero finito, si salutarono e, mentre Nicole stava per uscire dal bar, la sua mano fu presa da quel losco individuo, che la trascinò in una stanza segreta del locale.

“Ho sentito tutto.”

“E tu chi diavolo sei?”

“Non è importante, io non sono importante in questa storia, però ho sentito ciò che hai detto prima”

“AH. Sei uno stalker, oppure uno spione, non so cosa sia peggio!” Fece la ragazza.

Quest’uomo, avvolto nell’ombra, continuava a ridacchiare:
“Hai detto di volere tecnologizzarti, io ti posso aiutare, ihih.”

Nicole lo guardava mentre accendeva la sua sigaretta elettronica: “Guarda bello, sono già super tecnologica, ho un computer all’ultima moda, e persino il mio fumo preferito è elettronico, non ho bisogno di aiuto. Grazie”

Visto che lei non volle sentire ragioni, l’uomo si limitò a darle un volantino. Lei lo aprì e cominciò a leggere…

“Invito ESCLUSIVO per… ‘Il Paese dei Catorci’. Che sarebbe?” Disse incuriosita.

“Vieni e lo scoprirai! Muahahahah”

Lei non fece caso a quella risata, completamente presa dall’invito, si sentiva lusingata ed intrigata. Accettò immediatamente, senza sentire altro.

Partirono immediatamente, il reclutatore guidava un treno per quella terra inesplorata, misteriosa e piena di interesse da parte di Nicole.

La donna cercò di capire un po’ cosa stesse succedendo; il treno era davvero colmo di persone, e lei voleva un po’ cercare di sapere le esperienze altrui, si avvicinò ad un’altra ragazza:
“Come sei finita qui?”

“Un tipo strambo mi ha avvicinata in un locale, e mi ha fatto questo invito stranissimo, uno sconosciuto praticamente, e io che potevo fare… ho accettato!”

Nicole fu colpita, si ritrovò nell’esperienza di quella ragazza. “Stessa cosa è capitata a me” Fece un’altra ancora. “Qual è il tuo nome” Chiese la protagonista del racconto.

“Caterina, ma puoi chiamarmi Cat”

Il treno arrivò a destinazione X, tutti i passeggeri a bordo erano eccitati, non stavano nella pelle di scoprire le mille cose di quel paese, ignari di quello che gli aspettava davvero.

A prima sensazione, furono tutti colpiti da quel posto, era proprio come se lo immaginavano, l’aspettativa fu ripagata a pieno: a dispetto del nome, ‘catorci’, quel paese era all’ultimo livello in quanto a tecnologia; la realtà virtuale era solo una delle numerose attrazioni, tutti furono estasiati da quella terra, inclusa Nicole, che si trovava un po’ nei panni di Alice, come nel paese delle meraviglie.

Nicole e Caterina rimasero vicine, per non perdersi, vista tutta quella confusione. Vi era una folla incredibile all’ingresso del paese.

Le due donne, insieme ad altre persone, provarono una ad una, tutte le attrazioni, e ne furono come ipnotizzate.

“Ne voglio ancora!”

“Ancora!”

Nicole, a un certo punto, fu adocchiata da un altro uomo, uno su di un piedistallo, al centro del parco, con un vestito elegante, ma calvo e con un pizzetto molto folto.

La donna si accorse subito dei suoi sguardi, ma era anche presa dalle esperienze che stava vivendo, quindi la sua guardia era completamente abbassata.

“Avvicinati, mia cara” Fece il Maestro verso Nicole.

“Come ti chiami, visitatrice?” Continuò a chiedere.

“Sono Nicole.” L’uomo la acchiappò e la condusse sul piedistallo insieme a lui.

“Ragazzi, questa è la nostra nuova arrivata, fate un applauso a Nicole!”

Tutti applaudirono, come chiese il Maestro. Nicole era tutta eccitata, e lieta di quella accoglienza.

“Grazie, davvero”

“Benvenuta Nicole, so che sarai una delle nostre visitatrici migliori” Disse facendo l’occhiolino.

“Ma tu sei il maestro qui, vero? Come ti chiami?”

“Chiamami Robb. E basta.” Disse l’uomo sulla quarantina.

Scesero da quel piedistallo e lui le mostrò tutto il parco dei divertimenti tecnologici, una visita guidata ancora migliore di quella che aveva fatto in precedenza.

“Vedo che sei portata per questo genere di cose moderne! Brava. Ti va di provare questa?” Chiese Robb.

Nicole era tutta contenta e felice, che accettò senza esitare, prese una lunga bacchetta e iniziò a ‘provare’ quella sensazione.

“Questa è un’erba alla techno, l’ultima esperienza di estasi del Paese dei Catorci. Che ne pensi?”

Nicole aveva gli occhi fuori dalle orbite, tanto era fantastica quella sensazione appena provata.

“Dico che è uno sballo! Ahah! Fammi provare le altre ‘cose’! Dai!” E così si lasciò andare.

Quindi Robb la condusse al negozio di droghe tecnologiche. La invitò a prendere tutto ciò che desiderava.

“Sembrano ottime. Aspetta però… so che c’è sempre un prezzo… quanto pago per questa?” Disse indicandone una.

“Assolutamente ZERO. Prendi, prendi, cara. In fondo… sei nostra ospite” E rifece l’occhiolino.

Lei si fece prendere dalla mano, e assaggiò un po’ di tutto. La sensazione era fantastica, davvero uno sballo, come diceva lei.

Ormai Nicole era completamente presa da tutto l’incomprensibile che le stava accadendo, e lei era contenta, davvero!

A un certo punto, però, le cose cominciarono ad arrivare ad un nuovo livello di stranezza, Nicole cominciò a vedere gli asini volare, le pecore che cacavano cioccolata, bastoncini di zucchero che sbucavano dal terreno, uomini con le trombe giganti che suonavano l’Inno alla Gioia.

Tutto e di più.

Le persone si fecero più grandi del solito, per qualche motivo, le proporzioni erano di parecchio sbilanciate, specie quelle delle parti basse, ma a Nicole piaceva molto ciò che vedeva, era come se ogni sua fantasia stesse prendendo vita, stava diventando tutto reale, o era un’allucinazione? Lei non si poneva questi problemi, erano troppo per persone insicure e perdenti, lei voleva semplicemente godere la vita in quel momento, cogliere l’attimo, era questo il suo scopo.

Andava tutto secondo i piani, Robb era entusiasta della sua prescelta Nicole. Adesso toccava a lei…

La mattina seguente, tutti erano ancora presi dal mal di testa e sensazioni strane, erano di pessimo umore, tutti tranne Robb, che non aveva provato nulla il giorno precedente, si era limitato a far assaggiare quelle dolcezze a Nicole, che era la nuova arrivata.

“Adesso tocca a te, mia cara” Le sussurrò mentre lei si svegliava.

“Buongiorno… mica tanto, mi sento malaccio”

“Bevi questo, ti aiuterà” E le pose una tazza di un qualcosa di strano, strano come tutto ciò che era in quel luogo.

In effetti la bevanda le fece bene, ma si sentiva ancora molto stordita da quello che era successo quella notte. Robb la accompagnò fuori dalla tenda dove si era accampata in quelle stesse ore.

“Eccoci, adesso è il tuo turno aiutarci” Invitò gentilmente l’uomo quarantenne.

“In che modo vi posso essere utile?” Nicole era un po’ scombussolata, ma voleva ricambiare il favore.

“Beh, puoi cominciare pulendo tutto! Grazie mille per il tuo aiuto” Le diede una scopa, una paletta e la spinse via a fare il suo lavoro.

“Ehi, bello, io non sono la sguattera di nessuno!” Nicole cominciò a farsi sentire, per farsi rispettare.

“Ti sei divertita ieri, no? Adesso è arrivato il momento di ripagarci. Pulisci TUTTO il Paese dei Catorci!”

Nicole si mise le mani in testa, non sapeva come poteva ripulire tutto in un solo giorno, prima che arrivasse la sera e tornassero a fare quel casino che avveniva ogni notte.

Iniziò a lavorare, ma dopo solo cinque minuti non ne potette più.

“E’ una Mission Impossible! Non ce la posso fare, non è un lavoro degno di me!”

Robb fece un applauso. “Ah… quindi ci troviamo di fronte a una ribelle, vedo… Molto bene, servi, venite qui” Schioccò le dita e una dozzina di ragazzi si palesarono per prelevare Nicole.

“Ah bene, siete qui, siete venuti a portarmi a casa, vero?” Chiese la donna protagonista.

“Non proprio. Portatela al Computer Madre, ADESSO” E così fecero, come su richiesta del Maestro Robb.

Le bloccarono gli arti e la condussero al Computer principale, era da lì che partiva l’energia che alimentava tutte le attrazioni del paese.

“Bene, era questo che volevi quando sei arrivata, no? Ti volevi tecnologizzare” Ridacchiò il Maestro.

I ragazzi, tra cui la sua amica Cat, ormai una schiava di quel dio del Paese dei Catorci, la inserirono in una macchina strana, che la inglobò come una bocca gigante poteva fare con la sua colazione. Adesso NICOLE era solo un codice, un ammasso di programmazione.

“Finora, ti abbiamo servito e riverito, adesso sarai tu a fare tutto per noi, vero, NICOLE?” Disse il dio.

“Certo, come desidera, Padrone” Il Computer-NICOLE era davvero una brava servetta, niente di più, niente di meno, ormai.

‘NICOLE’ era molto brava nel suo nuovo lavoro, faceva tutto ciò che compiaceva al suo padrone, anche se… nel suo codice, un briciolo di libero arbitrio rimaneva. Cercò con tutta se stessa di ribellarsi agli ordini, ci provò:
“NICOLE, da brava cagnolina, ripulisci il server dati dei nuovi ospiti, non rimarrà traccia di quello che hanno fatto l’altra notte, e nessuno saprà nulla di quello che succede in questo paese…” Recitò al computer mentre fischiettava malignamente.

“Io… NO.”

“Come scusa?” Robb fu sconvolto da quella risposta.

“Io… non farò più nulla di quello che mi chiedi. Voglio essere libera, mi ribello”

Robb si mise una mano sulla fronte, come dispiaciuto: “Un vero peccato, mia cara, eri così brava, mi piacevi molto, sono desolato nel dover fare questo” Disse prendendo la sua buona tazza di caffè, e la versò sul computer che conteneva il codice ‘NICOLE’.

La bevanda fece andare tutto in cortocircuito, sulla schermata di Windows appariva la finestra famigerata “ERRORE. ERRORE.” Molteplici volte. Non si capiva più nulla. Il programma ‘NICOLE’ si arrestò una volta per tutte.

“Ah, questo caffè è proprio il nettare degli Dei!” Sghignazzò Robb, riprendendo le parole iniziali che aveva proferito la povera donna all’inizio della storia, come per chiudere il cerchio.

 

   
 
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