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Autore: Vega_95    03/06/2018    3 recensioni
Marinette è scomparsa, nessuno sa più chi lei sia. Nessuno sa più chi sia Ladybug.
Tutti si sono dimenticati di lei, a eccezione di una sola persona.
Niente più Papillon, nessuna akuma, nessun super cattivo e supereroe disturbano la normale routine dei parigini e di Adrien che si ritrova a vivere una normalissima vita da studente, ma che non riesce proprio ad accettare, non senza di lei , non con la costante sensazione di aver perso qualcosa di vitale importanza e il peso di non aver mantenuto la sua promessa: di non aver protetto la sua Ladybug.
Dov'è Marinette? Cos'è successo a Ladybug?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8
Punti di confine


Ci volle un po' per raggiungere il luogo in cui avrebbe trovato il Maestro Fu di cui gli aveva parlato Marinette.

Aveva ragione, aveva già incontrato quel vecchietto, il primo giorno di scuola. Quella camicia rossa in stile hawaiano non passava certo inosservata.
Rimase sulla porta per alcuni minuti, interdetto sul da farsi. Era stato lui a dargli l'anello di Chat Noir, ma non lo conosceva, non era sicuro di potersi fidare e affidargli uno dei tesori più preziosi di suo padre o trovare un altro modo. Si domandò se ci fosse davvero un altro modo, erano passati tre giorni dalla scomparsa di Marinette e le loro amnesie erano sempre più grandi, non aveva più molto tempo.

«posso aiutarti? »gli domandò l'anziano orientale inginocchiato su un morbido cuscino. Sentiva parecchie emozioni contrastanti nel ragazzo e provò a rompere il ghiaccio ponendogli quella semplice domanda.
«sì...» mormorò Adrien, sforzandosi di tenere bene a mente il motivo che l'aveva condotto lì e ciò di cui aveva bisogno. «ho bisogno dei miraculous! L'anello del gatto nero e gli orecchini della coccinella! » esclamò tutto d'un fiato.
 

Un silenzio glaciale calò nella stanza, l'anziano maestro si stupì di una tale affermazione e Adrien si morse la lingua per essere stato così avventato e forse un po' prepotente nella sua richiesta. Ladybug gli aveva parlato degli effetti del potere combinato dei loro miraculous, del pericolo e temette di essere frainteso.


«ehm... cioè io... volevo dire che...»
Si fermò. Prese un profondo respiro e provò a rimettere insieme le idee.

Da dove cominciare? Come poteva convincerlo ad aiutarlo? Non sembrava sapere chi fosse, come tutti, doveva essere sotto il potere dell'akuma.
Strinse forte la tracolla, indeciso sul da farsi , dopo di che estrasse il libro: «le ho portato questo» disse velocemente tendendolo verso di lui.

L'anziano maestro rimase senza parole alla vista del libro. Quel biondino aveva avuto decisamente tutta la sua attenzione e anche il suo kwami che faticò a restare nascosto alla vista del volume creduto perso.

«dove l'hai trovato? » volle sapere, ma a quella domanda Adrien non rispose. Non sapeva se poteva dirgli la verità, non ancora almeno.

Fu comprese la sua esitazione e riavere il volume tra le mani gli fu sufficiente per il momento. Gli occhi di quel ragazzo gridavano aiuto.
«siediti ragazzo» lo invitò cordialmente, capendo che non aveva cattive intenzioni.
Era rigido e impacciato, qualcosa di grave lo preoccupava e l'aveva spinto fin da lui a chiedere i miraculous; aspettò pazientemente che Adrien si sedesse prima di offrirgli una tazza di thè che l'avrebbe aiutato a calmare i nervi e riordinare le idee.
«Maestro Fu, ho bisogno del suo aiuto» disse con fermezza, dopo aver mandato giù il primo sorso di quella bevanda scura e calda, guardando l'uomo negli occhi.
«racconta» disse con altrettanta risolutezza sostenendo il suo sguardo, leggendo in lui un animo nobile e di sani principi: «perché vuoi i miraculous e in particolare quei due»
Sarebbe stato difficile spiegare come stavano le cose, ma non poteva fare altrimenti e l'anziano sembrava ben disposto ad ascoltarlo e aiutarlo.

«mi chiamo Adrien Agreste e... e sono stato scelto da lei per portare l'anello del gatto nero con il potere della distruzione» disse, consapevole che con quelle prime parole avrebbe confuso l'uomo che sembrava non conoscerlo, ma che allo stesso tempo non batté ciglio, sicuro di un continuo: «tre giorni fa io e la ragazza a cui lei ha affidato gli orecchini di Ladybug abbiamo affrontato una delle akuma di Papillon, il super cattivo che da mesi devasta Parigi al solo scopo di impadronirsi dei nostri miraculous» proseguì. Tremava al solo ricordo di quel giorno, delle discussioni con Marinette, i sentimenti contrastanti che li avevano distratti da una battaglia così importante che era costata molto a entrambi. Con un po' di coraggio e la consapevolezza di non poter modificare quel passato, proseguì nel suo racconto: «la vittima di Papillon aveva il potere di cancellare le persone, da questo mondo e... e dalla memoria delle persone» sospirò Adrien. Il quadro cominciava a completarsi abbastanza bene nella mente del maestro Fu che già aveva intuito il seguito. «Ladybug ed io eravamo... noi...avevamo appena scoperto le nostre reciproche identità... è successo per caso, è stato un incidente, lei era caduta e io avevo provato a soccorrerla, credevo di avere ancora tempo...».

Si stava agitando, i ricordi si stavano affollando nella sua mente, troppe informazioni, ancora più emozioni e poco tempo.

«cos'è successo a Ladybug? » provò a riportarlo al punto, distogliendolo da ciò che lo agitava e gli impediva di andare avanti.
«no...». Adrien aveva capito le sue buone intenzioni, ma doveva chiarire il punto: «conoscevo la ragazza dietro la maschera di Ladybug e lei conosceva me. Eravamo nella stessa classe. Il suo nome è Marinette e tre giorni fa... noi stavamo parlando, almeno ci stavamo provando, volevamo chiarire le cose tra noi. Era tutto così complicato...»
«era? »
«è... è complicato» si corresse: «e poi è arrivata Oubli. È stata colpa mia, non mi ricordavo più di lei, l'avevo incontrata una volta sola molto tempo fa, non immaginavo che dirglielo l'avrebbe offesa a tal punto... Marinette ha cercato di salvarmi da una delle sue frecce, ha usato il suo corpo come scudo e poi è scomparsa» riuscì a terminare. « e ora nessuno si ricorda più di lei, i suoi genitori, gli insegnanti, i nostri amici...»
«ma tu sì» ragionò Fu, accarezzandosi la barbetta grigia sul mento.
«forse perché è scomparsa sotto i miei occhi... non lo so. Il fatto è che da quando è scomparsa, sembra che il mondo intero sia cambiato. Abbiamo perso entrambi i nostri miraculous e l'intera città sembra essersi dimenticata di noi, di Papillon e poi c'è quest'entità che sta distruggendo tutto...» spiegò in fretta, bloccandosi poi di fronte alla verità più dura e triste: « e poi io...»

«hai iniziato a dimenticarla anche tu» concluse per lui Fu, trovando la triste e positiva risposta di Adrien. «hai detto che avete perso entrambi i miraculous, cosa vuoi dire? Come sai che è successo anche a lei?»

« a volte mi capita di vederla e sentirla. L'ho sentita a scuola, a casa sua, anche se nemmeno i suoi genitori la ricordano, nella sua stanza... non so perché succede, ma so che anche lei sta cominciando a dimenticare e si sente molto debole» spiegò, con l'apprensione che trasformava le sue parole in una raffica di informazioni date troppo velocemente e che Fu carpiva al volo e come meglio poteva.
«dove e quando l'hai sentita di preciso? » volle sapere.

Non fu facile ricordare i luoghi esatti, ma Adrien fu certo di aver sentito per la prima volta la sua voce mentre usciva dagli spogliatoi della scuola e poi sulla porta della stanza di Marinette.

«...e due notti fa è apparsa in camera mia come un fantasma e appena è scoccata la mezzanotte il suo corpo ha preso consistenza ed è successo anche l'altra notte... e l'altro giorno a scuola abbiamo parlato sul davanzale della finestra»

Più parlava e più il maestro Fu si convinceva di un fatto estremamente evidente che lo fece sorridere.

«lei sa cosa significano questi posti? » volle sapere il ragazzo, non capendo quel sorriso sul volto del vecchio.
«perché vuoi i miraculous? » gli rispose con un'altra domanda: «vuoi forse usare il loro potere combinato per riportare indietro Ladyug?»
«Marinette» precisò d'istinto Adrien andando ad appurare sempre di più l'intuizione di Fu: «no, so bene che unire i poteri degli orecchini e dell'anello richiederebbe un costo altissimo, ciò che voglio è solo riportarla indietro e credo che con l'aiuto di Tikki e Plagg io... noi... potremo farcela»

Una smorfia divertita stropicciò il viso del vecchio che si alzò allontanandosi e dando le spalle ad Adrien, incrociando le braccia dietro la schiena.

«la tua è davvero una bella storia» ammise Fu scrutando i suoi movimenti con la coda dell'occhio: «ti ringrazio per avermi riportato il libro, era da anni ormai che lo cercavo, ma non posso darti i miraculous»
«come sarebbe a dire? Marinette si fidava di lei! »scattò immediatamente: « mi ha mandato da lei perché...» si interruppe. Marinette non gli aveva mai detto di chiedere aiuto al guardiano dei miraculous, ma solo di riportargli il libro. «no... no mi scusi, ha ragione. È solo che... credevo che lei avrebbe potuto aiutarci» sospirò, nascondendosi dal se stesso riflesso nel thè.
«come ho detto, è solo una bella storia» rimarcò il vecchio.
«le assicuro che non è una storia! » esclamò Adrien: «se vuole posso dirle tutto ciò che c'è da sapere su Chat Noir, sui miei poteri e potrei parlarle per ore di quanto sia pigro, vanitoso, a volte irresponsabile e cinico Plagg e di quanto vada matto per il camembert e Ladybug... il potere del suo Lucky Charm, il suo yo-yo, la sua intraprendenza, il coraggio che ha e la sua kwami, Tikki, saggia e dolce...» .Fu l'unico modo che ebbe per dimostrare al vecchio guardiano che la sua non era solo una storia, ma la realtà.
«dimmi una cosa, Adrien, cosa significa questa Marinette, per te? » volle sapere.
Ci fu un lungo silenzio e fu certo di sentire il cuore del ragazzo sobbalzare a quella domanda.
«lei è... lei è Ladybug, la mia partner nella lotta ai super cattivi e alla difesa di Parigi ed è anche la mia compagna di scuola...» spiegò, ma c'era molto di più, qualcosa che le parole non riuscivano a dire e che temevano di rendere reale, eppure quando pensava a lei si sentiva sciogliere, le gambe tremavano, sentiva le gote andare a fuoco e il cuore battere all'impazzata: «lei è... è incredibile e fantastica, è così coraggiosa e intelligente...» cominciò a decantarla, trasognante, per poi tornare con i piedi per terra: «e Parigi ha bisogno di lei! »

«è la tua fidanzata? » cercò di essere più preciso.

«no! » esclamò, rosso in viso, il biondino: «no! no! noi... noi siamo amici! Buoni, ottimi amici! » si sbrigò a rispondere, mordendosi la lingua da solo per la valanga di bugie che stava raccontando al maestro e a se stesso.
«beh allora puoi stare tranquillo» tagliò corto Fu, facendosi poi molto serio: «sai Adrien, credo che tutta questa storia sia solo una suggestione, è facile essere influenzati facilmente alla tua età»
«ma io non...»
«e che questa ragazza non fosse una supereroina» proseguì: « insomma, non era nessuno di così importante, se nessuno se la ricorda. Dai retta a un vecchio e sbrigati a dimenticartela. Dimentica questa storia e torna a vivere la tua vita» fu l'agghiacciante consiglio del maestro Fu, che lasciò a bocca aperta lo stesso Wayzz.
«dimenticarla? » sbarrò gli occhi Adrien. Come poteva dargli un consiglio del genere? Non poteva finire in quel modo, aveva rubato un tesoro prezioso a suo padre, i suoi amici gli avevano dato completa fiducia, l'avevano aiutato in quell'impresa e stavano facendo il tifo per lui. Aveva promesso a Marinette che avrebbe lottato per riportarla a casa e ora l'unica persona in grado di aiutarli gli voltava le spalle, gli consigliava di dimenticarla e perderla per sempre. Perderla. Aveva già perso sua madre e stava per dire addio anche a Marinette.

«beh certo. I miraculous sono gioielli potenti, racchiudono grandi poteri, non li sprecherò per riportare indietro una ragazzina insignificante di cui tutti si sono dimenticati in un batter d'occhio. E di certo non esaudirò il capriccio di un ragazzino con una cottarella adolescenziale che non sa nemmeno ammettere».

Furono parole veramente crudeli e taglienti che il maestro Fu calibrò molto attentamente.
Wayzz non poté credere a ciò che aveva sentito, ma non intervenne, rimase semplicemente immobile a osservare Adrien, il suo corpo irrigidirsi, le gote rosee impallidire e gli occhi gonfiarsi di lacrime che ricacciò indietro quando allo sgomento subentrò un sentimento ancora più forte : la rabbia. I muscoli delle sue braccia si tesero stringendo forte le mani a pugno e la mascella si contrasse quasi in un ringhio. Era sul punto di esplodere e l'atteggiamento distaccato del suo maestro che lo invitava ad andarsene, gli diede il colpo di grazia facendolo scattare in piedi.

«non deve osare! » tuonò verso l'anziano: «Lei non è insignificante! Marinette è importante! È importante per me! Perché IO LA AMO! Non ha importanza che lei sia Ladybug o solo Marinette, io la amo per la ragazza fantastica e meravigliosa che è e non mi arrenderò finché non potrò dirglielo in faccia e stringerla tra le mie braccia! Non la dimenticherò mai e non l'abbandonerò, ha capito?! Quindi se esiste un modo per salvarla, me lo dica!» urlò a squarciagola al vecchio.

«molto bene» sorrise compiaciuto Fu, dirigendosi poi verso il giradischi intarsiato con antichi disegni cinesi a cui aprì uno sportellino che nascondeva un tastierino su cui compose la giusta combinazione sbloccando il meccanismo e il coperchio si aprì svelando un cofanetto da cui prese qualcosa che Adrien non vide. Era ancora senza fiato per quella dichiarazione spontanea, piena di rabbia, amore e disperazione, urlata tutta d'un respiro. Quando Fu si voltò verso di lui, aveva in mano due scatoline di forma esagonale, molto familiari ad Adrien che ne rimase stupito.

«dovevo esserne sicuro, prima di affidarteli» sorrise il vecchio guardiano.
«io non capisco» mormorò Adrien prendendo tra le mani le scatoline, guardandole stupefatto.
«pensa ai luoghi in cui lei ti è apparsa, alle situazioni» lo fece ragionare un momento, dandogli immediatamente la soluzione: «erano tutti luoghi di confine. Marinette, sta vivendo in mondo vacuo, parallelo al nostro e separata da un velo sottile» spiegò:« un velo sottile che si solleva solo in luoghi di confine» proseguì, portando particolare attenzione a quel concetto:« quei posti diventano come una specie di realtà tra due realtà, alcuni più insignificanti come porte e finestre, altri più forti, come l'ora del tramonto e ancora più importante, la mezzanotte: uno dei confini più grandi che esista. Nell'ora tra due giorni, il mondo vive a una specie di confine. La notte in cui l'hai vista sotto forma di fantasma, c'era il novilunio. Il confine tra la fine di un ciclo lunare e l'inizio di uno nuovo. Un confine abbastanza potente da avvicinarvi quel tanto che bastasse perché poteste vedervi e sentirvi »
«continuo a non capire» mormorò Adrien: «come mi aiuterà a riportarla indietro? Una volta scattata la mezzanotte lei appare per pochi minuti e poi scompare di nuovo. E perché sono l'unico a ricordarla?»
«perché nel momento in cui è scomparsa, voi eravate a un punto di confine. Anche i sentimenti mutevoli segnano un confine, anzi, il cambiamento di un cuore che batte è forse il confine più grande di tutti. Allora non eravate certi di ciò che provavate l'uno per l'altra, eravate incerti e confusi e questo vi ha aiutato a restare uniti e ricordarvi l'uno dell'altra, ma ora... beh come hai dichiarato tu stesso, non c'è più incertezza nel tuo cuore e temo neanche nel suo» sospirò.
«cosa significa? » si preoccupò Adrien.
«significa che se lei non tornerà entro l'ultimo confine di questo giorno, tu la dimenticherai e senza i tuoi ricordi a tenerla in vita, lei svanirà per sempre» gli comunicò senza troppe riserve.

«come posso impedirlo? » si allarmò immediatamente Adrien.

«dovete trovarvi in un luogo di confine ancora più potente della mezzanotte, un luogo che ha significato molto per voi, dove qualcosa è cambiato e lì varcare la soglia più grande che ci possa essere tra due innamorati» spiegò: « fate molta attenzione e scegliete il luogo più importante in assoluto, perché avrete un solo tentativo. Una volta varcato il confine, non potrete più tornare indietro e se la linea che vi separa non sarà abbastanza potente, lei sarà persa»

«come saprò quale è il confine giusto? » si preoccupò.
«questo solo il tuo cuore lo può sapere»

Adrien ci pensò a lungo, scavando nella sua mente alla ricerca del luogo più importante in assoluto, un luogo dove tutto era cambiato, dove tutto aveva avuto inizio.

«il Pont Royal! » esclamò:«è lì che abbiamo scoperto le nostre identità ed è lì che è cambiato tutto! Io ho scoperto chi c'era dietro la maschera della ragazza di cui ero innamorato e lei ha scoperto che il ragazzo di cui era innamorata ero io, cioè Chat Noir...» spiegò, convinto della sua scelta: «e lei ora è lì che mi sta aspettando»

«beh suppongo che sia un buon confine» ragionò Fu.
«non so come ringraziarla Maestro Fu» sorrise Adrien chinando il capo in segno di rispetto, finalmente in pace con se stesso e sicuro del da farsi, pronto a raggiungere la sua Marinette per dichiararle il suo amore.
«ora che sai, rischierai di dimenticarla molto più velocemente, fai attenzione» lo mise in guardia.
«non posso dimenticarla, una parte di lei è sempre con me» sorrise mostrandogli il bracciale.

Stava per uscire di corsa, quando un'ultima domanda gli sorse spontanea: «se Parigi è devastata da questa misteriosa entità, perché non ha cercato dei nuovi portatori di miraculous a cui dare i poteri? »
«forse perché non ho trovato nessuno di adatto. Infondo, viviamo questa realtà solo da pochi giorni e anche se è difficile da ammettere, tutte le persone cancellate dall'akuma hanno creato delle incongruenze nella vita di chi li circonda. Ladybug, probabilmente è l'incongruenza più grossa, visti i suoi poteri» fu l'esauriente risposta del vecchio Fu: «ora vai e riporta a casa la tua ragazza».

Pensare a lei come alla sua ragazza lo fece arrossire, ma in fondo aveva ragione e con un caldo sorriso sulle labbra lasciò chiudere la porta alle sue spalle correndo verso il Pont Royal.

***

Marinette era ancora distesa sul divano del soggiorno di casa sua, priva di forze e demoralizzata, aveva passato il pomeriggio a contemplare i graffiti sul muro, soffermandosi più volte sul volto del ragazzo a cui aveva detto addio quella notte, ormai sapeva la verità, aveva scoperto ciò che c'era nel suo cuore e tra non molto l'avrebbe dimenticato.

Nell'ultima ora non aveva fatto altro che chiamare e richiamare il numero di Adrien solo per sentire la sua voce nella segreteria, ricordando i momenti passati insieme e quelli persi. Era una voce così dolce e calma che le fece quasi dimenticare dove si trovava, mentre un dolce calore le scaldava il petto.
Ascoltava ancora la sua voce, quando la vibrazione per un messaggio ricevuto la fece sussultare staccandosi il telefono dall'orecchio. Era un messaggio sulla segreteria. La cosa ebbe dell'incredibile, credeva che il suo cellulare fosse fuori uso quando si trovava in quel mondo.
Era un messaggio di Adrien, doveva averla cercata dopo aver sentito la sua casella vocale e, seppur timorosa di sapere la sua risposta, l'idea di ascoltare ancora la sua voce, di sentirgli dire qualcosa di diverso da quelle poche parole del messaggio della sua segreteria, la spinse ad ascoltare ciò che voleva dirle.
Aveva appena iniziato a parlare quando avvicinò l'apparecchio all'orecchio, non poté tenerlo così vicino perché dopo le prime parole, il tono del ragazzo si fece più forte spaventandola. Urlò a lungo, sgridandola per il suo modo avventato di dirgli addio, per essere sparita in quel modo.

«... e ti riporterò indietro, preparati perché avremo molte cose da dirci! Ti aspetterò sul Pont Royal e lì mi dirai la verità, perché avrò trovato il modo di farti tornare , tu mi dirai ciò che credevi di poter liquidare con uno stupido messaggio in segreteria e poi mi starai a sentire, perché non sei l'unica che ha cose importanti da dire! Ti aspetterò lì, perché...»

Mise in pausa il messaggio per un momento per guardare l'ora in cui gliel'aveva mandato. Era orario di scuola, ma probabilmente una volta uscito era andato lì. Il sole era già tramontato e Adrien doveva essere da ore ad attenderla, se mai fosse stato ancora lì.
Il seguito del messaggio l'avrebbe ascoltato dopo, balzò giù dal divano riponendo il telefono in borsa e si fiondò fuori di casa correndo a più non posso verso il Pont Royal, sperando con tutta se stessa che lui fosse ancora lì e che davvero avesse trovato il modo di salvarla, magari grazie al Maestro Fu a cui sperava vivamente avesse consegnato il libro.

Come pensava Marinette, Adrien la attese per ore sul ponte, girandolo in lungo e in largo, sperando di vederla o sentirla, chiamando il suo nome, ma senza risultati. Aveva il timore che il messaggio non le fosse arrivato, ma non importava, l'avrebbe attesa per tutto il tempo necessario.
Il sole era tramontato già da un po' e la sottile falce di luna cominciava a illuminare poco a poco la città; fissava l'orizzonte e le luci riflesse nell'acqua increspata, senza mai smettere di pensare a lei. Aveva fatto tesoro della spiegazione del Maestro Fu ed era più che certo che più importante di quel luogo non ce ne fossero; lì era cambiato tutto, era stato il varco verso un nuovo capitolo della loro vita e avrebbe avuto inizio sotto quel cielo e sopra quelle acque che gli avevano fatto dono del regalo più bello: il suo viso.
Ricordò la sera in cui lui e Ladybug caddero da quel ponte e lei si ritrasformò sotto ai suoi occhi, debole e febbricitante e terrorizzata all'idea di avergli svelato la sua identità. Pensò ai sentimento contrastanti che provò in quel momento e che vennero soffocati prima dalla sua de-trasformazione e poi dall'urgenza di portare la ragazza al sicuro, impedendogli di reagire, come il suo istinto gli diceva di fare.
Seguendo i suoi ricordi, Adrien scese dal ponte per raggiungere la riva della Senna da cui erano usciti dall'acqua.

«la prima cosa che ho pensato quando l'ho vista trasformarsi sotto i miei occhi è stata: è lei, è meraviglioso » mormorò, divertito da quel pensiero che non era mai riuscito a rivelare a nessuno e che in quel momento dichiarava apertamente alle acque del fiume che avrebbero ascoltato le sue parole in una rapida corsa lungo la città, mantenendo un segreto che non vedeva l'ora di rivelarle.

***

Marinette era finalmente arrivata al Pont Royal, deserto e silenzioso, anche le acque della Senna erano immobili. Adrien non c'era, non sentiva la sua voce e non c'era nessun calore che le raccontava la sua vicinanza.
Aveva corso a perdifiato per arrivare lì il prima possibile, era esausta. Più i giorni passavano e più le forze le venivano a mancare, esattamente come la memoria. Dovette appoggiarsi al parapetto e riprendersi un momento
«se solo Tikki fosse qui...» mormorò: «lei saprebbe aiutarmi».

Non era neanche sicura che Adrien fosse ancora lì, erano passate ore intere da quando aveva registrato la nota vocale e ormai la notte era calata su Parigi.

«dove sei... Adrien! »

Lo chiamò più volte girando il ponte in lungo e in largo, forse dovevano solo trovarsi nello stesso punto per comunicare e se lui era lì, lei l'avrebbe trovato.
Camminò avanti e indietro per un'ora, finché non si arrese e si sedette a terra, non era nemmeno certa che fosse ancora lì, probabilmente era tornato a casa o l'aveva dimenticata.

Forse sarebbe dovuta andare a cercarlo lì.

C'erano troppi se e troppi ma che affollavano la sua mente, non aveva la più pallida idea di cosa fare.

Arrendersi, però, non era un'alternativa. Quante volte in quei giorni lui l'aveva sgridata per il suo scetticismo?

Marinette non si sentiva pessimista, realista piuttosto e così travolta dalle emozioni da essere incapace di ragionare a mente lucida. Scoprire l'identità di Chat Noir era stato sconvolgente per lei e le ci era voluto del tempo per rendersi conto di amarlo ancora nella sua completezza.

Quel mondo, poi, così lugubre e silenzioso, le toglieva tutte le forze per lottare e probabilmente se non fosse stato per lui che l'aveva spronata, si sarebbe lasciata andare già da molto tempo. Il messaggio in segreteria che le aveva lasciato era stato di forte impatto per lei, ancora non aveva finito di ascoltarlo, ma le era bastata quella prima parte per capire quanto fosse importante per lei e quanta forza le desse ogni volta.

Non si sarebbe arresa, avrebbe lottato per lui.

Decisa, balzò in piedi ricominciando a chiamarlo a gran voce, ma nell'esatto momento in cui pronunciò il suo nome, nel tentativo di chiamarlo, si accorse di un dettagli spaventoso: non ricordava più il suo viso, non sapeva più come fosse fatto Adrien, che forma avesse, il colore degli occhi, dei capelli.

«come puoi dire di amare qualcuno di cui non ricordi nemmeno il volto» la schernì una voce cupa e incredibilmente familiare alle sue spalle. «sei così falsa e patetica Marinette»

Se la situazione in cui si trovava non era abbastanza assurda, ci pensò quella Ladybug appoggiata al parapetto a complicarla.
Una nuova akuma? Possibile? Una falsa Ladybug, per cosa? Non aveva più il miraculous, cosa poteva volere da lei?

«smetti di mentire a te stessa e di la verità, ammetti che in realtà tu non lo ami! » disse avanzando verso di lei con fare minaccioso, puntandole l'indice contro.

«ma che... che stai dicendo? Chi sei? »

«ti meriti di trovarti in questo posto, da sola e di sparire per sempre! » la accusò avanzando a ogni passo che Marinette faceva all'indietro: «sei una bugiarda e falsa! Stai solo prendendo in giro lui e te stessa, tu non lo ami davvero. Ami il ragazzo delle copertine, quello che credi lui sia realmente» la continuò ad accusare. «meno male che lui sa chi sei e ti ha già dimenticata! »

«mi ha dimenticata? » reagì finalmente, incredula di fronte a quella verità.

Era possibile, perché farlo subito dopo averle detto quelle cose.

«immediatamente! Anzi è stato felice di togliersi il peso di dover salvare una ragazza patetica come te » continuò Ladybug avanzando finché Marinette non cadde e solo allora le afferrò il polso e strattonando il bracciale di Adrien.
«no! quello è mio! »

«no, non lo meriti! Adrien troverà di meglio di una maldestra e incapace come te! Dimenticatelo e sprofonda nell'oblio! » gridò strappandoglielo dal braccio, lasciando che le perline schizzassero per tutta la strada.
 

«no! »

Come aveva potuto fare a pezzi un oggetto così prezioso e lei come aveva potuto lasciarglielo fare?
«perché? » volle sapere.

«perché non lo meriti Marinette! Sei una codarda, egoista e viziata! Arrenditi all'evidenza e lasciati andare, non tornerai mai più da Adrien, nulla sarà più come prima. Il mondo intero si è dimenticato di te» disse la ragazza mascherata: «lui non potrà mai amare una persona insignificante come te e diciamocelo, nemmeno tu lo ami, non l'hai mai amato davvero o non saresti qui. Allora perché lottare? In fondo, Adrien non è perfetto, l'hai visto anche tu, è così... falso?» le domandò in maniera molto retorica: «sì, direi che è il ragazzo più falso che tu conosca, ha mentito a tutti su chi fosse davvero. È... insopportabile? Ovvio, infatti non ti sei mai innamorata del suo vero io, è presuntuoso e diciamocelo, non è poi questa gran bellezza. Togli il fascino della fama e non è poi nulla di speciale».

Stava passando il limite, non solo l'aveva schernita, distrutto il suo tesoro più prezioso e messo in dubbio i suoi sentimenti, stava infangando il nome di Adrien inventandosi un sacco di bugie.

Non poteva più sopportarla, sentì le forze tornarle e scattò in piedi.
«taci! Non so chi tu sia e non mi interessa, ma non ti permetterò di parlar male di Adrien, né di mettere in discussione i miei sentimenti! Adrien è il ragazzo più incredibile che io abbia mai incontrato! Mi è sempre stato accanto e mi ha dato coraggio ed è proprio per la sua forza e la sua gentilezza che io lo amo! Lo amo sia che porti una camicia bianca, sia che indossi una maschera nera! Adrien è Chat Noir e Chat Noir è Adrien e io LO-A-MO! » gridò a squarcia gola alla sua sosia in maschera che non appena le sentì morire la voce in gola sorrise avvicinandosi a lei e prendendole la mano.

«esatto, cerca di non dimenticarlo» ammiccò Ladybug prima di lanciare il suo yo-yo e svanire nella notte, lasciando Marinette interdetta e sorpresa quando scoprì che il suo bracciale non era andato distrutto, ma che era ancora legato al suo polso. Doveva smetterla di darsi per vinta e continuare a lottare per lui, per loro.

Ancora una volta il silenzio tombale di quel luogo aveva portato la sua mente a giocarle brutti scherzi, ma almeno le era servito per fare maggiore chiarezza in se stessa.
Era pronta a tornare all'attacco, quando una voce proveniente da sotto il ponte attirò la sua attenzione.
 

Adrien era lì, seduto a terra ormai da ore, aveva iniziato a lanciare ghiaia nell'acqua fingendo di parlare con Plagg: «...non è la prima volta che la aspetto così a lungo, ma lei arriva. Ladybug arriva sempre e questa sarà la volta in cui glielo dirò. Non esiterò, non mi nasconderò dietro scuse e non mi farò sviare. Non la perderò ancora. Glielo dirò ad ogni costo e...» si decise, caricandosi e preparandosi ad aprirle il suo cuore.
«dirmi che cosa? »lo interruppe una voce femminile proveniente dal ponte.
Comodamente appoggiata al parapetto, Marinette si godette la teatralità di Adrien, le sue parole e i suoi gesti, finché non lo sentì cominciare un discorso che avrebbe voluto le dicesse a quattr'occhi e allora gli fece notare la sua presenza.

«sei qui... sei arrivata». Gli sembrò di morire quando la vide. Le labbra rosse piegate in un dolce sorriso, le gote rosate che risaltavano quelle adorabili lentiggini, i capelli neri che contrastavano con quegli occhi azzurri, lucidi e piedi di gioia.

«scusa il ritardo» disse sporgendosi dal parapetto osservando il suo sguardo colmo di gioia e commozione. Nel momento in cui sollevò lo sguardo vide la paura svanire completamente illuminando quei cristalli verdi di una felicità che non gli aveva mai visto negli occhi. Un attimo dopo Adrien correva su per le scale risalendo sul Pont Royal dove le andò incontro per abbracciarla, stringerla forte e non farsela più scappare.


 

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Finalmente una spiegazione esaustiva di quello che è successo! Yeey!
Contenti? 
Capito cos'è successo e dove è finita Marinette?
(spero di essere stata abbastanza esaustiva, in caso contrario chiedetemi e sarò felice di spiegarmi meglio :) )

Siamo al capitolo 8!

Vi informo che mancano 3 capitoli all'epilogo di tutto e vi consiglio vivamente di fare scorta di fazzoletti per il prossimo capitolo, perchè ci sarà da piangere!

Piaciuto il capitolo? 
Io mi sono divertita tantissimo a scriverlo, specialmente la parte di Adrien che grida contro il maestro Fu, me lo immaginata troppo come quando in Jackady (Simon dice) manda a cagare suo padre. Mentre lo scrivevo ero tutta carica e dicevo "vai Adrien! Spacca" XD 
Sì, ho dato di matto mentre scrivevo quella parte XD

Ditelo, volevate entrare nella storia e uccidere Adrien quando ha chiamato ANCORA  Marinette """"""amica""""""

Forza! non demordiamo che forse i nostri tontoloni preferiti riusciranno anche a dichiararsi tra di loro XD

Per chi avesse dubbi, la Ladybug del ponte non era altro che il subconscio di Marinette che le diceva: " Oh ciccia, sveglia! Datti da fare! "



Mi prendo un attimo per ringraziarvi tutti, quando pubblicai i primi capitoli ebbi l'impressione che questa storie non fosse molto apprezzata, in fondo è la mia prima fan fiction su miraculous, sarebbe stato del tutto normale, ma vedere come la state prendendo a cuore, le recensioni che mi avete lasciato mi ha resa molto felice e per questo ci tengo a ringraziarvi davvero.

Se avete voglia di vedere qualche fanart su questa fanfiction o su miraculous in generale, vi spammo la mia pagina instagram vegaria95, chiaramente se non volete spoiler dovrete aspettare la fine della storia XD
Inoltre, vi informo che ho iscritto "Ho cercato il tuo nome" ai wattys2018 su wattpad e... se avete un account e vi va, potete passare a lasciare qualche commento o stellina anche lì.

Detto questo vi saluto e vi mando un bacione

Al prossimo capitolo!

 

Ps: i fazzoletti mi raccomando! ;)

   
 
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