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Autore: 283    03/06/2018    1 recensioni
essere un semidio è strano, essere Percy Jackson vuol dire buttare la normalità fuori dalla finestra.
perché non bastavano Dei, mostri e demoni, ora anche i maghi sono pronti a tutto per affrontare l'eroe dell'olimpo.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Blackjack, Mrs O'Leary, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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PERCY
La giornata era iniziata bene, prima dell’arrivo dei tizzi mascherati.
Ho scusate non mi sono presentato: sono Perseo Jackson ma chiamatemi Percy. Sono un semidio figlio di Poseidone non che uno dei sette semidei più potenti di questo secolo. Alcuni dicono anche il più potente. La mia giornata stava andando bene. Così le Parche hanno deciso di divertirsi un po'. Ma andiamo con ordine. Quella mattina la giornata di scuola era stata tranquilla. Troppo tranquilla. Niente mostri travestiti da supplenti, niente “studenti di scambio” demoniaci. Semplicemente niente. Così cominciai subito a insospettirmi. Mi aspettavo un mostro dietro ogni angolo, oppure un dio che mi chiamava per farmi recuperare qualche oggetto divino perduto (tosse-Zeus-tosse) ma niente. Così quando suonò l’ultima campanella ero molto nervoso. Mia madre e il mio patrigno Paul erano fuori per un convegno di inseganti di inglese (si esistono) così ero da solo e non sapevo cosa fare. Pensai di chiamare Annabeth la mia ragazza, ma era fuori città per una zia malata che abitava in Texas. Tutti gli altri semidei che conoscevo erano troppo lontani, in missione o da qualche altra parte. Quindi non avevo idea di cosa fare. Fu il mio stomaco a rispondere per me, brontolando così forte che probabilmente lo sentirono anche sull’Olimpo. Così entrai nel Mc Donald più vicino e ordinai l’hamburger più grande che avevano.
Passò un po' di tempo prima che mi accorgessi che cera qualcosa di strano. Quando alzai lo sguardo dal mio terzo hamburger con patatine, vidi che il locale si era svuotato. I clienti erano spariti, alcuni lasciando il cibo sul tavolo, i camerieri non si vedevano da nessuna parte e il cassiere si era volatilizzato.
Mi alzai lentamente infilando una mano in tasca per stringere Vortice la mia mortale penna a sfera. Mi spostai verso il centro del locale. A un certo punto fui circondato. Due uomini avvolti in mantelli neri con maschere di argento bloccarono la porta, altri due sbucarono dal retro e un ultimo comparve dal nulla alla mia destra.
Gli sconosciuti estrassero dei bastoncini dalle vesti e me li puntarono contro. Uno dei due davanti alla porta mi venne incontro e disse in tono drammatico “Perseo Jackson”.
Decisi di infastidire questi tizzi, “PRESENTE!!” e alzai la mano. Il tipo e i suoi compagni sembrarono molto confusi dalla mia reazione. Immagino che la maggior parte della gente che circondavano, fosse più incline a urlare terrorizzata, che a scherzare. Il tipo si riprese in fretta e continuò “giovane Perseo siamo qui per condurti al cospetto del nostro signore che desidera parlarti con urgenza” parlò con un tono molto formale come a un incontro diplomatico. Non mi impressionai “e cosa vorrebbe il tuo signore da me?”. Il tipo esitò. Il che equivaleva a dire che qualunque cosa il suo capo voleva da me non era buona. Vedendo che il suo compagno esitava, l’altra figura mascherata davanti alla porta si fece avanti, “il Signore Oscuro vuole offrirti un posto nel suo esercito ragazzino, dovresti esserne onorato”. Chissà perché non mi sentivo molto onorato. Feci un passo indietro e strinsi la presa su Vortice “mi dispiace che abbiate perso il vostro tempo ragazzi, ma non ho intenzione di unirmi all’esercito di qualcuno che si fa chiamare il Signore Oscuro. Per principio tendo a stare lontano dai pazzi che hanno schiere di scagnozzi mascherati.”
Gli uomini mascherati fecero un passo avanti e mi puntarono i bastoncini al petto. Non capivo che tipo di arma fosse un bastoncino, ma assomigliavano sospettosamente alle bacchette magiche usate da alcuni dei figli di Ecate. L’uomo che aveva parlato per primo si avvicinò ancora “se non verrai di tua spontanea volontà dovremo portarti via con la forza.” Probabilmente avrei dovuto essere spaventato ma sinceramente dopo aver affrontato Tartaro in persona, questi tipi facevano quasi ridere. Gli diedi il sogghigno da combina guai che era diventato la mia firma e dissi “vorrei vedervi provare!”.
Fu a quel punto che si scatenò l’Ade.
Gli uomini mascherati urlarono parole incomprensibili e raggi di luce colorata furono sparati dalle loro bacchette e puntarono a me. Mi abbassai e i raggi di luce volarono sopra la mia testa colpendo tavoli, finestre e pareti. Mi rialzai velocemente e scattai verso il mascherato alla mia destra. Quello mi puntò la bacchetta al petto e cominciò a dire “stupeci….” Non finì mai la frase, afferrai il braccio con cui reggeva la bacchetta e lo tirai verso di me. Poi lo usai come scudo contro gli incantesimi dei suoi compari. Quattro raggi di luce rossa lo colpirono e si accasciò tramortito. Meno uno.
Spinsi il mascherato tramortito addosso a uno dei suoi compagni facendoli cadere in un groviglio di arti. Poi stappai Vortice, che si allungò in una spada di bronzo a doppio taglio. I tre uomini ancora in piedi si stupirono della spada ma si riebbero in fretta e mi scagliarono addosso altri incantesimi. Li deviai con facilità e dopo poco oscillai Vortice come una mazza, e rimandai indietro un incantesimo al mittente. Il mascherato volò all’indietro e si schiantò su un tavolo, svenuto. Gli altri due esitarono un attimo guardando il compagno caduto e io scattai verso di loro. Presi il più vicino per il collo della veste, e lo scagliai oltre il bancone. Il tipo cadde a terra e batté la testa sul banco e svenne. Intanto l’altro mascherato si era voltato. Alzò la bacchetta ma io fui più veloce, lo colpii in testa con il pomo della spada e quello crollo a terra. Arretrai e mi voltai verso l’ultimo mascherato ancora cosciente, che intanto si era districato dal compagno svenuto.
 Non mi attaccò subito ma rimase in piedi a studiarmi, soppesando la bacchetta. Feci lo stesso. Ora che potevo concentrarmi notai che era evidentemente una donna. Molto magra, tanto che le vesti sembravano pendergli addosso. Alla fine la donna parlò “impressionante Perseo, sei molto abile, capisco perché il Signore Oscuro ti vuole con noi”. Quando parlò capii che era lei quella che mi aveva parlato per prima. Evidentemente era il capo della banda. Il che vuol dire che era la più pericolosa. Ma io avevo un vantaggio su di lei. Il suo capo mi voleva vivo quindi lei avrebbe dovuto stare attenta a ciò che faceva. Io invece non avevo limitazioni.
Ci continuammo a misurare per qualche tempo. Mi passai disinvoltamente la spada da una mano all’altra per distrarla. Lei attaccò per prima.
Urlò “PIETRIFICUS TOTALUS” e un raggio di luce grigia volò verso di me. Lo schivai ma lei mi lanciò un altro incantesimo “expeliarmus” provai a deviarlo con la spada, ma Vortice mi volò via dalle mani e cadde sul pavimento tintinnando. Con uno sguardo vittorioso la donna mi puntò la bacchetta al petto. In quel momento mi concentrai sulla fonte d’acqua più vicina. Mentre la donna mascherata lanciava l’incantesimo le condutture dell’acqua nel soffitto esplosero. Allungai la mano e l’acqua formò un muro davanti a me. Il raggio di luce vi si infranse contro. La donna arretrò sgomenta. Poi si riscosse e lanciò altri incantesimi contro di me. Ma il muro d’acqua non cedette. Sogghignai e feci la linguaccia alla donna. Lei ringhiò, poi scomparve nel nulla con un sonoro CRACK. Arretrai abbassando il muro d’acqua. Poi sentii un fruscio dietro di me. Mi abbassai e rotolai via appena in tempo, un incantesimo esplose, dove mi trovavo poco prima. Alzai lo sguardo e vidi un altro incantesimo venire verso di me. Ruotai il quadrante del mio orologio che si trasformò in uno scudo di bronzo inciso. L’incantesimo si frantumò contro il bronzo. Provai a sbirciare da dietro il bordo dello scudo ma subito una raffica di incantesimi mi costrinse ad arretrare lentamente. Arretrai ancora e ancora incalzato dalla donna che a questo punto era palesemente una strega. Fino a quel momento il suo comportamento rispecchiava il modello delle streghe delle storie. Quasi riuscivo a vederla a cavallo di una scopa con un gatto nero e…… scusate mi sono distratto dove eravamo? ah giusto. Alla fine mi stancai di arretrare. Rotolai di lato e con la mano libera feci il gesto di afferrare qualcosa. Subito una mano d’acqua si sollevò dal pavimento allagato e afferrò la strega. Quest’ultima lanciò un urlo di sorpresa e fu schiacciata contro la parete. Mi rialzai, ma non feci in tempo a decidere cosa fare che la strega urlò una parola e la mano d’acqua si dissolse. Odio la magia. La donna mascherata arretrò mentre sollevavo lo scudo pronto per difendermi da un attacco. Invece, la strega mi sorprese, puntò la bacchetta verso il pavimento tra noi due e urlò una parola. Si creò una crepa che crebbe fino a diventare una fenditura. Con un sibilo agghiacciante un serpente mostruoso uscì dalle viscere della terra e mi puntò addosso i suoi occhi rossi. La strega diede un comando e il serpente mi attaccò. Schivai di lato e colpii in testa il serpente con il bordo dello scudo. Mentre era stordito balzai all’indietro e stappai Vortice che in tanto mi era tornata in tasca come sempre. Il serpente mi attaccò di nuovo e io gli mozzai la testa con la spada. Mentre quello si dissolveva in polvere dorata ruotai su me stesso fronteggiando la strega. Lei mi scagliò contro altri incantesimi ma io li bloccai con lo scudo. Risposi lanciandogli contro ondate di acqua ma lei urlò “protego” e uno scudo di luce azzurra le bloccò.
Ad un certo punto si irrigidì e arretrò. Sorpreso abbassai la spada. Non potevo vedere la sua espressione dietro la maschera d’argento, ma era in evidente conflitto. Alla fine sembrò rassegnarsi “ci rivedremo Perseo il Signore Oscuro mi chiama, ma spero che avremo presto l’opportunità di rivederci” l’ultima parte era ovviamente sarcastica evidentemente l’unico modo in cui voleva rivedermi, era da morto. Prima che potessi reagire era sparita.
 Rimasi per un po' a fissare il punto in cui si era trovata cercando di elaborare ciò che era successo. Furono i gemiti dei mascherati svenuti a farmi tornare alla realtà. Mi guardai intorno e vidi che il locale era in condizioni terribili. I tavoli erano rotti o rovesciati, le finestre in frantumi, i tubi dell’acqua pendevano dal soffitto continuando a allagare tutto e come dessert c’erano quattro loschi figuri tramortiti tra le macerie. Cominciai a sentire le sirene della polizia in lontananza e decisi che non volevo scatenare una caccia all’uomo su scala nazionale. Non di nuovo. Mi sbrigai a recuperare il mio zaino, tra le macerie e uscii dal retro. Corsi per i vicoli di New York fino a che non sentii più le sirene, poi mi sedetti per terra.
Avevo tante domande. Chi erano quelle persone? Come potevano usare la magia? Chi era il Signore Oscuro? Cosa voleva da me?
Per ora spinsi le domande in fondo al mio cervello e decisi che era il caso di tornare a casa. Poi avrei contattato qualcuno che mi poteva dare delle risposte. E avevo qualche idea di chi chiamare.     
   
 
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