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Autore: bbhyung    04/06/2018    0 recensioni
ll padre di Baekhyun era uno scienziato, forse il più capace ed eccezionale di tutta la Corea. Il ragazzo non potrà mai più godere della sua presenza, l'unica cosa che gli rimarrà saranno i ricordi. Baekhyun è cresciuto ed è diventato quasi pienamente indipendente, a suo parere ha superato la perdita del padre - tuttavia prova ancora difficoltà a convivere con i suoi sentimenti. Non è interessato a scoprire il perché della sua morte, vuole solo riacquistare la tranquillità. Eppure, un giorno tutto ciò che credeva fosse sparito per sempre ritorna più forte che mai.
O, dove Baekhyun si risveglia più di duemila anni prima.
Genere: Angst, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Baekhyun era uscito a prendere un po' d'aria insieme a suo fratello, erano davanti la loro piccola casa seduti a terra, il maggiore teneva ancora la tazza di tè in mano, dato che si era raffreddato e poteva finalmente berlo - il tè caldo era un grande no per lui, ma la temperatura della bevanda non era il problema principale del momento. "Ti manca?" chiese Baekbeom, il maggiore scosse la testa e guardò a terra, strinse forte la tazzina perché aveva paura che potesse cadergli da un momento all'altro.

"Era un brav'uomo." fu l'unica cosa che disse. Suo padre era un grande scienziato, lo aveva sempre ammirato, fin da piccolo l'unica cosa che avesse sempre desiderato era quella di diventare come lui. Crescendo realizzò di non voler seguire le orme del padre, infatti cominciò a studiare tutt'altro, si chiedeva se fosse ugualmente fiero di lui. Si chiedeva anche perché il bene che suo padre voleva fare all'umanità si fosse rivoltato contro di lui, suo figlio. Il padre di Baekhyun del millenovecentosessanta, invece, era morto in guerra. Non riusciva a crederci, più ci pensava più si sentiva un peso sul petto, perché le cose non erano affatto cambiate.

Lo avevano ucciso nel millenovecentosessanta a causa della guerra, ma lo avevano ucciso nel quattromiladue per lo stesso motivo - non era una guerra tradizionale, come la conosceva lui, quelle combattute con i cannoni e i fucili, era una guerra che non si vedeva e che non lasciava scampo a chiunque volesse battersi per contrastarla. Suo padre ci aveva provato, ma non c'era riuscito. E ancora una volta gli mancava quell'uomo, era certo che se solo lui fosse stato lì, tutti i suoi dubbi sarebbero spariti. "Perché mi hai chiesto di lui?" chiese suo fratello. Come poteva dirgli che non aveva idea di dove si trovasse? Che quella situazione era cominciata da un paio d'ore e che aveva già avuto numerosi attacchi d'ansia? Che stava per perdere il senno della ragione?

Baekhyun alzò le spalle. "Io sono pazzo?" domandò poi. "Perché - perché diavolo tu e mamma - vi eravate accordati? Una madre che fa una cosa del genere a suo figlio... non è concepibile. E poi tu che -."

"Idiota, stavamo solo cercando di aiutarti e lo sai anche tu, è difficile anche per noi, cosa credi?" domandò, alzandosi. "Devo andare al campo a sistemare delle cose, te la senti di venire con me? Così ti distrai."

Baekhyun non capiva niente, ma voleva saperne di più e suo fratello aveva ragione - aveva bisogno di smettere di pensare - così accettò. Chiusero cautamente la porta a chiave e uscirono dal retro, c'era una distesa immensa di grano coltivato, alberi da frutto, ulivi e altre piante del genere. Baekbeom camminava verso un ripostiglio e Baekhyun lo seguiva, era così strano camminare nell'erba alta, con i fili verdi che gli solleticavano le gambe. Guardava il cielo... ed era sgombro. Nessuna macchina, aereo, fili dell'alta tensione, era incontaminato, bello, limpido e azzurro. Si sentiva male, solo lui sapeva quanto, ne aveva capito poco di quella faccenda ma non poteva mettersi a fare la figura dello psicopatico: non sapeva cosa avrebbero potuto fargli, quelle persone erano la sua famiglia ma non le conosceva per niente.

"Perché devi restare a casa con me stasera?" domandò, non voleva risultare troppo esplicito e sembrava aver funzionato, Baekbeom rispose normalmente.

"Mamma è preoccupata, ma secondo me ti farebbe bene distrarti. Pensi di riuscire a venire?" chiese, sorridendo e passandogli uno strano oggetto. "Per favore, tienilo." disse, lui annuì. Baekhyun nel frattempo osservò quell'oggetto misterioso, sembrava quasi un'arma. Comprendeva una mazza di legno e un triangolo di ferro all'estremità, non aveva idea di cosa fosse. Il punto era: oltre a non sapere dove si trovava, non sapeva come vivere lì. Era tutto così strano e diverso dalla realtà che aveva sempre conosciuto. Suo fratello prese una carriola - Baekhyun questa la conosceva - e si diresse verso un piccolo appezzamento di terreno, il maggiore notò delle zucche che erano state distrutte.

"Cosa è successo?" chiese, il fratello posò la carriola e guardò il ragazzo.

"Degli animali le hanno mangiate. Passami la zappa, devo sistemare." disse, Baekhyun gli passò la zappa e lo guardò lavorare. Nella sua mente era da tutt'altra parte, sapeva di essere tornato indietro nel tempo per colpa di quell'orologio e lo sapeva, lo sapeva perché suo padre gliene aveva parlato, sapeva che suo padre aveva inventato quella macchina e sapeva che tutti volevano ucciderlo per quel motivo, perché c'era riuscito. Una macchina del tempo non è un elettrodomestico, non è una pistola giocattolo, è un'arma vera e propria e viaggiare nel tempo è pericoloso. Può alterare la realtà che si conosce... per sempre. Se solo Baekhyun avesse avuto una macchina del tempo in quel momento l'avrebbe usata, voleva tornare alla sera precedente e voleva lasciare stare quell'orologio, farsi i fatti suoi, era stato così stupido. "Baek? Andiamo."

Baekhyun scattò in piedi e seguì in maniera silenziosa suo fratello, ritornarono nella loro abitazione e il minore andò a fare un pisolino, l'altro ne approfittò per esaminare la casa. Nella sua stanza trovò vari oggetti strani, si concentrò sul visionare i vestiti che erano orribili per lui, sembravano tutti dei sacchi di iuta. Smise di rovistare nell'armadio e si gettò sul letto, un oggetto sulla scrivania attirò la sua attenzione. Un diario, il suo diario, o meglio - il diario del Baekhyun del millenovecentosessanta. Le date non c'erano, ma i fogli non erano stropicciati, non sembrava in cattive condizioni, anzi, era ben mantenuto, forse lì avrebbe trovato delle informazioni interessanti.

oggi è iniziata la fiera, il nostro banco ha riscosso un successo niente male, ho lavorato tutto il tempo ma mamma sembrava felice. io e sehun, dopo la chiusura dei banchi, siamo stati in giro e abbiamo bevuto qualcosa, poi mi ha accompagnato a casa dato che non stavo molto bene.
la sera successiva è stato noioso, sehun era ammalato e non c'era, come se non bastasse ho dovuto lavorare più del solito. spero di divertirmi di più domani.

Tornò indietro e lesse la prima pagina in assoluto.

il medico mi ha suggerito di tenere un diario, mi ha regalato questo, quindi sono costretto a scrivere. oggi è stata una brutta giornata, sono stato male e per poco non mi mandavano nelle cliniche in città, alla fine ho chiesto a mamma di non farlo e ho fatto finta di sentirmi meglio, ma non mi sento meglio.

Non capiva granché, ma era certo del fatto che la sua persona non stesse bene, dati i medicinali che la madre custodiva e quelle parole. Si alzò e andò nella camera del fratello, lo trovò disteso sul letto a leggere un libro. "Hey." attirò la sua attenzione, muovendo la mano. "Voglio esserci stasera."

  
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