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Autore: Milady Silvia    04/06/2018    3 recensioni
Seguito di 'Welcome to my life'.
Un momento difficile della vita di Chris e Marin.
Partecipa alla challenge del gruppo: Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart.
Link del gruppo: https://www.facebook.com/groups/534054389951425/
"26 prompts challenge: 6/26: RESPIRARE: 1. Processo mediante il quale si realizza lo scambio gassoso fra l'organismo e l'ambiente; compiere il processo della respirazione; inspirare ed espirare l’aria; vivere.
Parole: 590.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'L’amante del malvivente '
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RESPIRA

 

Chris appoggiò le mani sul vetro e guardò all’interno, socchiuse gli occhi e avvertì una fitta sentendo il rumore dei macchinari.

“Non dovresti preoccuparti. L’Esecutore è sopravvissuto a di peggio, non sarà un po’ di piombo a ucciderlo”. Si voltò sentendo una voce femminile e si trovò davanti una donna, aveva un occhio coperto da una benda e masticava rumorosamente una gomma.

Chris deglutì, vedendo che la donna indossava un semplice top.

“T-tu… sei…” biascicò.

“Io mi chiamo Minerva e sono una degli uomini del futuro boss” disse la donna. Gli sfilò di mano la ventiquattrore di pelle nera. “Da come sei vestito, bell’avvocato, direi che sei venuto qui senza neanche andare a casa a cambiarti” sussurrò.

Chris si massaggiò la spalla, notò che un paio di dottori e diverse infermiere lo fissavano. Arrossì e incassò il capo tra le spalle, avvertendo il battito cardiaco.

“Lui è il mio ragazzo” biascicò.

Minerva lo afferrò malamente per un braccio e lo allontanò dal vetro, percorrendo il corridoio bianco dell’ospedale.

“Sì, ho sentito parlare di te. Non capisco perché si ostina a trovarsi amanti e proprietà non consone. L’ultimo è finito ammazzato, lo sapevi?” domandò.

Chris notò il rigonfiamento che la donna aveva sotto il giacchetto, aperto in modo che si vedesse il suo addome piatto, e deglutì.

“N-non sono uno sbarbatello. Sono…” ribatté.

“La mera ‘femmina’ del boss, se così vogliamo dire. Cazzo, cosa darei per farmi una sigaretta” borbottò Minerva.

Chris serrò i pugni.

“Voglio entrare! Voglio stare con lui!” strepitò.

Minerva inarcò un sopracciglio.

“Fa pure, ma sappi che potrebbero venire dei killer a finire il lavoro. Ho il compito di proteggere il futuro Boss, non le tue chiappe. Per quanto possa tenere al tuo bel culetto, non ho intenzione di perdere tempo a salvarlo quando è lui a rischiare” disse gelida.

Chris scosse vigorosamente il capo.

“Non lo lascerò per paura in questo momento, lui c’è sempre stato per me” disse. Corse dentro la stanza di Marin e si chiuse la porta alle spalle, le gambe gli tremarono e si avvicinò lentamente al lettino.

Impallidì, vedendo il malavitoso con una mascherina sul volto, il viso grigio.

< I dottori mi hanno detto che non riesce neanche a respirare da solo… se non ci dovesse riuscire nelle prossime ore… non si sveglierà più > pensò.

I bip dei macchinari risuonavano ritmici, l’ambiente era illuminato dalla luce dei loro schermi verdi.

Chris serrò i pugni.

“Respira, Marin, ti prego… Respira” esalò. Deglutì rumorosamente ed incassò il capo tra le spalle. “Vivi! Torna da me… Non solo per continuare a proteggermi, ma perché ho bisogno di te” biascicò.

Raggiunse una sedia e ci si accomodò. “Dovranno buttarmi fuori per separarmi da te, ma tornerò, sempre. Ti resterò accanto finché non ti sveglierai, finché non tornerai a respirare da solo.

Questa volta sarò io a vegliare su di te. Hai giurato che sarei sempre stato tuo, ora devi mantenere la promessa” disse con tono deciso. Avvertì gli occhi pizzicare, mentre gli diventavano rossi, ma puntò lo sguardo sull’altro. Si piegò in avanti e gli posò un bacio sulla fronte, il battito cardiaco di Marin aumentò.

Minerva sbuffò, osservandolo dall’esterno.

< Però, decisa la puttanella > rifletté.

La luce del sole andò calando fuori dalle finestre dell’ospedale, le lancette degli orologi si spostarono in ora in ora.

Minerva si alzò in piedi e raggiunse Chris all’interno della stanza, poggiandogli una mano sulla spalla.

“Si risveglierà” lo rassicurò.

Chris la guardò in viso, con espressione grata.

“Lo credi davvero?” domandò.

Minerva annuì.

“Lo credo, pivello”.

   
 
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