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Autore: Dean W    05/07/2009    5 recensioni
E' una Cedric/Ginny, spero vi piaccia! Erano passati tanti anni, eppure il suo ricordo tormentava ancora il mio cuore. Ancora popolava i miei sogni, i miei incubi, le mie fantasie. Tu che forse non ti sei mai accorto di me. Tu che non sapevi forse nemmeno che esistessi.
Genere: Malinconico, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cedric Diggory, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Dreamer

Dedico questo questa Fan Fiction come regalo di compleanno ritardato a sorè amò Summer, la mia veela ispiratrice.

 

Erano passati tanti anni, eppure il suo ricordo tormentava ancora il mio cuore. Ancora popolava i miei sogni, i miei incubi, le mie fantasie. Tu che forse non ti sei mai accorto di me. Tu che non sapevi forse nemmeno che esistessi. Tu che mi hai spezzato il cuore riducendolo a della materia dolorosa. Perché te ne sei andato? Era troppo presto ancora. Ricordo quando Harry ritornò dal labirinto con la coppa e il tuo corpo. Solo il tuo corpo. Tu non c’eri più. Ricordo la sensazione di vuoto, come se tutto ciò attorno a me, stesse per crollarmi addosso. Ricordo come rimasi impietrita e sconvolta. Non urlai ne piansi. Ti odiai con tutta me stessa. Perché te ne sei andato Cedric? Perché dovevo soffrire così tanto se nemmeno ci eravamo mai rivolti la parola? Anzi… a dire il vero una volta si.

Ero su una vecchia Tornado appartenuta a Charlie. Svolazzavo libera sul campo di Quidditch. Libera. Mi sarebbe davvero piaciuto entrare nella squadra di Grifondoro, ma era ancora troppo presto, e nessuno sembrava notasse la mia passione. Eccetto uno.

<< Ciao Ginny! >> esclamò qualcuno mentre atterravo in picchiata sul campo. Mi voltai per vedere a chi appartenesse la voce e rimasi senza fiato in gola.

<< Ciao Digg… Cedr… Diggory >> bofonchiai diventando più rossa dei miei capelli.

<< Per favore chiamami Cedric >> rise beato montando sulla sua scopa.

<< Ti va bene se ti chiamo Ced? >> chiesi io sorprendendo me stessa per la sfacciataggine.

<< Si >> rispose lui sorridendo. << Ti va se mi alleno un po’ qui con te? >>

Feci cenno di si persa nei suoi occhi grigi-azzurri.

<< Ti ho vista, devo dire che sei molto brava >> si complimentò.

Provai a dire qualcosa, ma l’unica cosa che riuscii a fare fu girare sui tacchi e andare via.

Fifona, fifona, fifona. Mi ripetei per tutto il tragitto.

 

Da quel giorno non parlai più con Cedric. Ced. Probabilmente lui dimenticò perfino il mio nome. Nei migliori dei casi invece probabilmente ricordava me come una pazza.

La verità era che odiavo me stessa e la mia timidezza. Da quando non c’era più non passava giorno senza che mi chiedessi cosa sarebbe stato diverso, cosa sarebbe cambiato se lei avesse volato con lui quel giorno. Niente mi rispondeva una voce nella mia testa. Un’altra invece era più sognatrice. Forse sarebbe stato l’inizio di una bella amicizia. Magari perfino l’inizio di qualcos’altro. Ma forse era meglio così. Quanto avrei sofferto se fra me e Ced ci fosse stato qualcosa? Fosse stata amicizia o… qualcos’altro. Avrei sofferto di più di adesso? Sembrava quasi impossibile. La morte di Ced fu una svolta radicale per me. Avevo perso troppo per colpa della mia timidezza. Ero stufa di essere presa in giro o essere ignorata. Avevo molto da tirar fuori. Così iniziai a frequentare un ragazzo dopo l’altro. Quasi come per innervosire Cedric. Che sciocca, che stupida, che sognatrice.

Nessuno dei ragazzi con cui stavo riuscivo ad amare. Non era possibile amare più di una persona contemporaneamente, e il mio cuore apparteneva già a qualcun altro. Solo durante il quinto anno successe qualcosa che fece battere nuovamente il mio cuore. Harry Potter, il ragazzo sopravvissuto, che ho amato fin da prima che amassi Cedric, stava pian piano iniziando ad accorgersi di me. Avevo messo da parte da tempo ciò che provavo per Harry, eppure mi accorsi che pian piano stava tornando fuori tutto quanto. Ero felice. Ma mi sentivo completamente in colpa. Come potevo innamorarmi di qualcun altro che non fosse Cedric? Ma perché dovevo crearmi tutti quegli stupidi problemi? Fra me e Cedric non c’era mai stato niente. Era un semplice amore non corrisposto. Un amore che mi divorava da dentro. Ma amavo anche Harry. Ed Harry, sentivo, amava me.

Il cielo era limpido quella sera quando mi addormentai nel mio letto a baldacchino.

Il sogno che ne seguì fu limpido come il cielo.

Ero nel campo di Quidditch, stavo volando, libera, come non lo ero da tempo. Perché sapevo che quando avrei smesso di volare e fossi atterrata c’era qualcuno ad aspettarmi. Scesi in picchiata sul campo come quel giorno. Ced mi aspettava. A differenza però di quel giorno, non indossava gli abiti di Hogwarts. Indossava abiti molto chiari, che con il contrasto del suo volto da diciassettenne, lo rendevano simile ad un angelo.

<< Ciao Ginny! >> mi salutò pieno di euforia.

<< Ced >> mormorai io finalmente felice correndo fra le sue braccia. Scoppiando a piangere finalmente. Piangevo il lutto di Ced insieme a lui.

Quando la mia voce si sentì pronta a parlare lo fissai negli occhi e chiesi: << Perché? >>

Lui mi accarezzò i capelli prima di rispondere. << Dovevo andare Ginny, il mio tempo era finito. Non potevo restare >> mi sussurrò triste.

<< Ma adesso sei triste… >> dissi io come una bambina.

 << Sono triste perché tu sei triste. Non devi esserlo Ginny. Devi essere felice, e vivere. Devi vivere anche per me >> mormorò dolcemente lui fissandola intensamente.

<< Non posso! Non posso!  >> esclamai fra i singhiozzi.

<< Si che puoi. Tu sei forte Ginny. Lo so da quando ti ho vista per la prima volta. E ho continuato ad osservarti affascinato. Tu puoi farcela Ginny. Devi andare avanti. >>

<< Cosa… >> feci scuotendo la testa. << Tu mi osservavi? >> chiesi.

<< Si, non eri l’unica ad essere rimasta colpita dal nostro incontro. >> sorrise malinconico. << E anche dopo, quando me ne sono andato, ho continuato a vegliare su di te. >> aggiunse.

<< Oh Ced! >> continuai ad abbracciarlo desiderando che quei momenti non passassero più.

<< Ti amo >> sussurrai infine incapace di tenermelo dentro. Non volevo tenermi nulla dentro. Era sicura che quella non fosse un semplice sogno. Lui era veramente con lei.

<< Ti amo anche io Ginny >> rispose Cedric sfiorandomi le labbra con le sue lasciandomi senza fiato. Un bacio, solo un bacio. Il dono più grande che potesse farmi.

<< Con Harry sarai felice, io lo so >> disse Ced baciandomi la fronte.

<< E con te non posso esserlo? >> domandai stupidamente.

Non rispose. Sapeva che conoscevo la risposta. All’improvviso fui presa dal panico. Sapevo che il sogno stava per concludersi. Lo sapevo. E non lo avrei mai più rivisto.

<< Ced non abbandonarmi >> lo pregai con la voce spezzata.

<< Non ti abbandonerò mai, sarò sempre a vegliare su di te >> mi disse con tono dolce.

<< Ma non è giusto… Non è la stessa cosa! >> urlai.

<< E’ il massimo che possiamo permetterci >> mi sorrise di incoraggiamento.

Quello era il massimo. Non potevo chiedere di più. Dovevo farmene una ragione.

<< Non verrai più? >> chiesi sconfitta.

<< Non ne avrai più bisogno >>

<< Io avrò sempre bisogno di te, campione >> gli dissi io.

<< No, sognatrice. Non ne avrai più bisogno. >> rispose Ced.

Sognatrice, era il miglior aggettivo per descrivermi. Il campione e la sognatrice, due anime che non avrebbero potuto appartenersi, ma che si amavano più di quanto avessero mai amato qualcun altro.

<< Ti amo >> mormorammo insieme tenendoci le mani a vicenda.

 

Mi svegliai, non di soprassalto come al solito, ma aprendo gli occhi pian piano, cullata dalla luce del sole che traspirava dalle finestre. Era l’inizio di una nuova giornata. L’inizio di una nuova vita.

 

Ced aveva ragione, con Harry ero felice. In fondo non era difficile amare due persone, specie se un amore fosse impossibile e irraggiungibile. Ma erano due amori diversi. Harry era la mia salvezza. Il mio amore per lui era incondizionato. Sentivo Cedric accanto a me, non potevo vederlo, parlargli, sentirlo, toccarlo, ma sapevo che era sempre con me. Quel pensiero mi tranquillizzava. Sebbene il nostro amore fosse impossibile,  mi bastava saperlo vicino. Specie in quei tempi con la guerra che si avvicinava. Ma non ero mai da sola. E non avevo paura. Ero circondata dall’amore.

 

   
 
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