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Autore: Ciceronix    06/06/2018    0 recensioni
Cosa succede se una squadra di cacciatrici mezze vampiro si imbatte in sei vampiri e una ragazza da proteggere? Idea mia molto folle per stravolgere la serie, spero vi piaccia!
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yui Komori
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Erano passati tre mesi dal giorno in cui la vita dei Sakamaki venne “sconvolta” dall'arrivo delle cinque “salvatrici” mezzevampiro,rimaste fedeli alla loro protetta Yui Komori, rischiando morsi (a cui a volte cedevano, sempre però dopo aver tentato di reagire), molestie sessuali (maggiormente quelle le rischiava Akira), minacce di morte (da Kanato, per la sua bipolarità; da Subaru, per il suo essere Tsundere e spaccone di muri) e severe dritte da parte di Reiji, il quale era rimastro tra tutti i fratelli il più “marcato” dalla situazione.
 


Quella sera in particolare stava finendo di appuntare una lista, dove aveva inserito i nomi delle cinque, con foto e didascalie delle loro caratteristiche fisiche e caratteriali. All'apparenza un lavoro degno di uno stalker perverso, ma non era il caso del secondogenito in carica. Dopotutto voleva soltanto arrivare ad un “compromesso”: aveva fermamente proibito il soggiorno delle cacciatrici alla villa, per ragioni più che specifiche, riguardanti non solo la stabilità e la salvaguardia dell'abitazione, bensì anche per i disagi che avrebbero tenuto luogo nel “gestire” l'esigenze d'ognuna di loro, aggiungendo il fatto che possedessero tratti simili ai suoi fratelli, e per i suoi gusti (e per le sue tasche) essi già bastavano e avanzavano.
 


Per acquietare le insistenti proteste che erano state previste, accettò
 
di negoziare con Sui Ichigo un “progetto” di cui egli potesse esserne liberamente il supervisore: poteva scegliere una delle ragazze da far rimanere durante il giorno insieme a Yui, e le altre quattro sarebbero ritornate nella dimora della rossa; in questo modo, la bionda non sarebbe più rimasta sola e indifesa durante la scuola e il riposo.


Sui e Yuki, a seconda del moro, erano le più gradite da ricevere: due signorine a modo, con la dedizione massima a studio e cultura e un profondo senso d'igiene, dimostrato nei loro turni di disponibilità ad aiutarlo con la manutenzione della villa.


La presenza di Nyoko, al contrario, non lo faceva particolaremente entusiasmare, benchè egli non la trovasse neanche completamente un “disastro”: nelle giornate dove cibo o pulizie non erano necessarie, era disposto a fare un'eccezione, in fondo la rosa rappresentava il detto di “cogliere due piccioni con una fava”, e il secondo piccione in questione, al seguito di Yui, era il secondo violetto dei trigemini, Kanato Sakamaki, esigente non più solo di semplici dolci da negozio, ma da leccornie sfornate dalla sua professionalissima “bambola maid”.

 
Minako e Akira finirono nell'angolo delle “sgradite presenze da evitare come la malaria”: entrambe, petulanti nel voler far divertire la bionda, finivano, stufe di ricevere divieti dal secondogenito, di trascinarla segretamente in qualche club di loro conoscenza (Minako in un club punk, Akira in varie discoteche), o di esortarla a ballare come non ci fosse un domani al volume spaccatimpani della radio da loro portata, diventata talmente odiata dai fratelli, che Shu Sakamaki, cui si pensava che niente potesse smuoverlo dalle braccia di Morfeo, fu diverse volte costretto a rifugiarsi sotto il gazebo all'esterno. Subaru si prese autonomamente l'incarico di farle ragionare, a modo suo, lanciando la fragile radio verso il vetro delle finestre antiche, spaccando entrambe le cose: fu ringraziato da un “amorevole” morso di belva sulla gamba destra ( da Minako) e da dei lividi lunghi dalle tempie fino agli angoli della bocca ( dai pugni di Akira). 


Nel compenso, salvo dinamiche stravaganti, la vita scolastica trascorreva tranquillamente...
 



<< Squilla, Yui-senpai? >>
 

<< Hm, no, sembra di no... >>

Yui chiuse le palpebre, abbattuta: da quando Subaru le aveva distrutto il cellulare aveva perso ogni forma di contatto con suo padre: aveva cercato di chiamarlo svariate volte dai telefoni pubblici che riusciva a incontrare, ma il suono della segreteria rimaneva insistente. 
 


Nyoko emanò un “Oh...” di delusione sincera, poiché ci teneva davvero tanto anche lei. Dopo tutte le domande che aveva posto a Yui sull'aspetto fisico e il carattere, la parte infantile e curiosa della rosa era determinata a voler incontrare il signor Komori.

La bionda riattaccò la cornetta, sospirando, non accorgendosi che  qualcuno le si era fermato accanto ad osservarla, cosa che invece fu subito notata da Nyoko, che si sporse in alto dalla sedia a rotelle, alzando e scuotendo forte la mano, salutando l'arrivato a voce un po' troppo alta:
 
<< Ciao, Kanato-senpai!!! >>

Yui si girò verso il violetto, facendo cadere la cornetta, colta di sorpresa.
 

<< K-kanato-kun? >>
 

Il vampiro aveva un broncio da pelle d'oca, e tutto ciò che aveva da dire fu abbastanza da far irrigidire confusa la povera umana:
 

<< Tu non capisci esattamente il perchè sei qui, non è vero? >>
 

<< Eh? >>
 
Cosa intendeva? Forse Kanato sapeva qualcosa che né lui, né il resto dei fratelli volesse dirle? Per quale ragione??
 

<< Tutto a posto, Kanato-senpai? >>


Chiese invece la dolce quindicenne, rimasta indifferente a quella domanda, covinta che egli stesse avendo bisogno di attenzioni. 

<< Ho sete. Sono arrabbiato per colpa della tua insensibilità, Yui-san. >> 
 

Attaccò così la bionda, utilizzando un tono di chiara insolenza.
 

<< E credo che mi meriti delle scuse anche, sooprattutto da te, Nyoko-chan, non pensavo che potessi essere così insensibile anche tu...Ehi...ma...MI STAI ASCOLTANDO?!! >>
 

<< Oops, scusami! Si, ti ho sentito, ed ecco qua! >>
 
Kanato non riuscì più a spiccicare parola dall'improvviso gesto della rosa: mentre si stava lamentando, lei si era voltava per estrarre dalla cesta di vimini attaccata allo schienale della sieda dei bicchieri da frullato decorati di pizzo bianco, riempiti con diverse bevande dolci, di cioccolata e creme o di frutta, e le aveva esposte ai suoi occhi scavati, sorridendogli e elencandogli dettagliatamente gli ingredienti che c'erano, in modo che lui potesse decidere quale prendere.
 
<< ...Prenderò questo alla fragola e marshmallow...E Teddy ne vuole uno al biscotto e banana... >>
 

<< Certo! Ecco a te, Teddy! >>

Gli stava porgendo il bicchiere alla zampetta, prima che Kanato glielo strappasse di mano, girandosi per andarsene:
 
<< Non hai il permesso di rivolgerti a lui come se lo conoscessi. Nee Teddy? >>
 
Stranamente, almeno a Yui, il modo in cui lo disse sembrò più...calmo.


<< Oh, è vero Teddy, me ne stavo quasi dimenticando... >>


Si fermò, rivolgendosi ancora all'orsacchiotto, ma parlando abbastanza forte da farsi capire bene:
 
<< Quel telefono è ormai rotto da due settimane. >>
 

E scomparì dal corridoio.

<< Davvero è rotto? Oh! E' vero, Yui-senpai, i fili sono staccati! Allora questo vuol dire che... >>

Le si illuminarono gli occhi verdi, e prese le mani di Yui tra le sue, esclamando emozionata:
 

<< C'è ancora speranza, possiamo chiamare il signor Komori da una cabina telefonica! Ne conosco una vicina! Coraggio, Yui-senpai, seguimi! >>


Partì in carica per il corridoio, e Yui le corse dietro, gridandole di fare attenzione.
 
<< Non andare troppo veloce, Nyoko-chan, rischi di farti male! >>
 
Ma la rosa era troppo euforica e lontana per darle ascolto, così non si accorse di stare andando incontro ad un uomo fermo e girato di spalle.
 
<< F-faccia attenzione! >>


Gli gridò Yui disperatamente, riuscendo ad attirare la sua attenzione: lo sforzo di Nyoko di bloccare le ruote per evitare l'impatto non si rilevò necessario, infatti fu quasi come se l'uomo in camice avesse già previsto tutto: in due secondi aveva impedito il possibile incidente che avrebbe causato danni a entrambi, e reggeva un' immobile Nyoko tra le braccia, mentre la sedia giaceva rivoltata sul pavimento, con le rotelline ancora in movimento all'aria.
 

<< Sta bene, signorina? Nulla di rotto? >>
 

Si guardarono negli occhi e Nyoko fu sollevata di non aver fatto arrabbiare il signore: aveva al contrario un sorriso sereno e gli occhi dorati trasmettevano un'intrigante simpatia.


<< No, sto bene! Grazie mille per avermi fermata, signore...E mi dispiace...Rischiavo di farle male... >>
 

Lui scosse il capo, accarezzandole la testa e sistemandosi gli occhiali sul naso.
 

<< Non si preoccupi. L'importante è che nessuno di noi due si sia fatto niente. Ricordi solo che deve mantenere il controllo in luoghi pubblici. Detto questo, mie care ragazze... >>
 

Fece scorrere lo sguardo da Nyoko a Yui, assumendo un tono autoritario:
 

<< Andavate così di fretta per andare a lezione, vero? Non vorrei sembrare un invadente, ma dal suono della campana sono passati esattamente...11 minuti. Mi auguro che voi non abbiate avuto l'idea di...marinare l'ultima ora per andare a divertirvi da qualche altra parte? >>
 
Le due si scambiarono un'occhiata imbarazzata, sentendosi colpevoli: in effetti la cabina telefonica più vicina si trovava al centro della città, e per andare là e tornare indietro avrebbero dovuto impiegarci almeno tutti i sessanta minuti della lezione. 
 

<< Signore, le assicuro che siamo due studentesse modello. Mai e poi mai ci verrebbe in mente di saltare ore preziose per andare a fare baldoria. Non siamo quel genere di persone... >>


Disse in difesa Yui, mostrando il suo lato valente nascosto, che fece rimanere Nyoko di stucco.
 
L'uomo parve convincersi, annuendo e tirando su la sedia della rosa, facendola sedere e trainandola verso le sezioni del primo anno.
 

<< Le consiglio allora di sbrigarsi, signorina Komori, se vuole mantenere il suo onore di “studentessa modello”. Penserò io ad accompagnare la signorina Nakamura in classe, così non perderà altro tempo. >>
 

Entrambe rimasero interdette quando lui aveva pronunciato il loro cognome, come se le avesse conosciute da sempre, o per meglio dire, osservate. Nyoko lanciò un'occhiata a Yui, e quest'ultima capì il messaggio senza che le parlasse: 

“Ci vediamo alla fine delle lezioni!”


La bionda assentì, correndo al piano di sopra.
 
 


ALLA FINE DELL'ULTIMA ORA...


Yui correva per le scale a chiocciola, respirando forte per recuperare l'ossigeno che aveva rischiato di perdere

qualche minuto
fa. Si era reata sul tetto per osservare le stelle (ed anche per sfuggire alle solite occhiatacce delle

compagne gelose) e aveva scoperto, per
sua sfortuna, di non essere sola: Laito si comportava quasi come un folle,

mentre rivolgeva una stucchevole confessione d'amore al
vento. Diceva di ricordare il suo odore...La sua voce...Che

l'avrebbe
amata per l'eternità. Poi gli occhi sereni e chiusi si riaprirono in due fessure minacciose, puntando l'angolo

dove lei era nascosta. Se non
avesse ficcato il naso in quella situazione, si sarebbe potuta salvare dal tentato

strangolamento subito, e dall'ennesimo morso vistoso sul
collo. Si massaggiò i buchi doloranti, sedendosi su una

panchina nel
cortile, illuminata dalla forte luce dorata del lampione. I boccioli di rosa venivano scossi dalla leggera

brezza del vento, e petali di
diverse tonalità cadevano davanti i mocassini di Yui. Ci giocò spostandoli con la punta per

formare immagini, per lo più cuori. 
 

Alzò la testa quando fu chiamata per nome da Nyoko, che la raggiunse e alzò la zampetta di Bunny per salutarla. La coniglietta di pezza rosa indossava un vestitino verde con trine e merletti gialli, abbinati a guanti e fiocchetti per ogni orecchio giallini. 
 

<< Oggi a economia domestica abbiamo imparato nuove tecniche di cucitura. Il professore aveva chiesto di creare qualunque cosa che ci piacesse. Quindi ho fatto un vestito nuovo per Bunny! Ti piace, Yui-senpai? >>
 

La bionda si sforzò di fare un sorriso convincente, e mantenne la testa bassa, osservando i bottoni neri scintillare sotto la luce che li investiva:

 
<< Bunny somiglia ad una principessa. Hai fatto un ottimo lavoro, Nyoko. >>
 

I suoi occhi mesti non furono ignorati dalla rosa, che toccò delicatamente la guancia della più grande, annusando sgomenta un odore forte, proveniente dal suo collo.
 

<< Yui-senpai... Ti hanno morso? >>
 

La diciassettenne fece cenno di si con la testa, senza dire una parola. Una goccia trasparente cadde dal suo viso su un petalo rosso per terra. Nyoko riuscì a vedere le strisce di sangue che macchiavano il colletto della camicia.
 

<< Non ce la faccio più...Voglio parlare con papà...Mi manca papà... >> Singhiozzò Yui.
 

Nyoko si lanciò commossa addosso a Yui, abbracciandola forte, e finì per sbilanciarsi troppo dalla sedia, che si ribaltò per la seconda volta. Dopo un minuto di shock, scoppiarono entrambe a ridere, e si ricomposero.


<< E' proprio per questo che dobbiamo andare in città Yui-senpai! Sicuramente anche tuo padre sarà in ansia per te, e starà cercando in tutti i modi di contattarti! Forza, cerchiamo la cabina! >>
<

Yui si asciugò le lacrime con il dorso, animata dalle parole incoraggianti di Nyoko:
 

<< Ok! Andiamo! >>
 
 


CITTA' DI ***** ( 3:00 a.m.)
 


<< Riesco a vederla Yui-senpai! Ci siamo quasi! >>
 

Gridò eccitata la rosa, avanzando veloce con Yui sul marciapiede deserto di tarda notte, fermandosi contemporaneamente con il fiatone per lo sforzo e le mani poggiate sulla porta della cabina telefonica.
 


<< Meglio se vai solo tu, Yui-senpai. Ho paura di essere un po' ingombrante per entrare dentro... >>
 

La bionda lanciò un'occhiata al sorriso mesto della più piccola, e provando tenerezza, decise di lasciare aperto, in modo di permettere alla rosa di assistere. Nyoko riacquistò il sorriso smagliante, stringendo forte Bunny.
 

Yui digitò il numero e attese, in ansia. Quando fu certa che il segnale fosse libero, parlò subito, non dando tempo all'utente di dire alcunchè:
 

<< Pronto, papà? Sono Yui, ti chiamo da qui perchè ho avuto problemi con il cellulare... Ecco... Non so come spiegartelo, ma... Sono successe cose talmente assurde... >>
 

La voce calda di un padre, che avrebbe dovuto rassicurarla o dargli informazioni precise da seguire, era stata sostituita dal sussurro familiare e provocatorio di un ragazzo poco affidabile. 
 

<< Assurde, dici? Dovresti fare attenzione a ciò che dici, Bitch-chan! >>
 

Yui si voltò, e con lei Nyoko, che aveva già fiutato l'odore dolciastro di purosangue: Laito Sakamaki era sul ciglio opposto della strada, sogghignando all'espressione incredula delle due ragazze, reggendo vicino all'orecchio il cellulare su cui lo avevano chiamato.
 

<< Avevo già la sensazione che avresti provato a fuggire. Mia povera, piccola e stupida Bitch-chan! >>
 

La tirò a sé, cingendole il busto con un braccio e afferrandole l'altro polso, rendendola incapace di ribellarsi.
 

<< Ehi! Lasciala andare, Laito-senpai! Yui-senpai non stava cercando di fuggire, voleva solo parlare con suo padre! Ti prego, non farle del male, come hai fatto prima! >>
 

Laito la guardò inizialmente sorpreso, poi increspò le labbra in un sorriso sensuale, accarezzandole la guancia con la punta delle dita:
 

<< Oh, ma quanto sei brava, Candy-chan! Hai subito capito che ero stato io a bere il sangue di Bitch-chan! Sei proprio una brava bambina intelligente. >>
 
Spostò l'attenzione sulla sua bocca, smuovendo il labbro inferiore con il pollice e affondando lievemente l'unghia nella carne rosata, formando un piccolo solco.
 

<< Peccato che le bambine prima o poi devono imparare. Ad ubbidire alle regole che una persona potente gli impone. Così si affronta il gioco, mia principessa innocente. Infrangi le regole, e finisci di essere macellata. >>
 

Yui ascoltava il discorso in ginocchio, riposando i muscoli intorpiditi. Fece per alzarsi e di andare a proteggere la minore, quando quest'ultima l'anticipò, stringendo dolcemente la mano di Laito e allontanandola dal suo viso:
 


<< Non vorrei mai infragere le regole, Laito-senpai. Però si tratta del padre di Yui-senpai. A lei manca tanto, perchè gli vuole bene. Penso che se ad un figlio o ad una figlia chiedessero di scegliere tra seguire le regole e perdere notizie dei propri cari e infrangerle per restargli accanto, sceglierebbero la seconda opzione. Non pensi lo stesso, riguardo a tuo padre? Non ti farebbe stare male, la sua lontananza da te? >>
 


Laito si fece scuro in volto, facendo intendere a Yui che Nyoko aveva appena premuto un tasto dolente.


<< ...Hai proprio tanto da imparare da questa vita, Nyoko-chan. >>

Mormorò, alzando la testa verso lo schermo luminoso dove veniva trasmesso un dibattito politico in diretta.
 

Le due ragazze seguirono la scena attentamente, notando il digrignamento dei denti del rosso all'inquadratura di un uomo vestito formale entrare nella sala conferenze, presentandosi con il nome di Togo Sakamaki.
 

<< “Sakamaki??” Laito-senpai, questo vuol dire che... >>
 
Ragionò stupita Nyoko, interrotta subito dalla risposta fredda del rosso:
 

<< Lui è mio padre. >>
 

Yui restò ammaliata dall'immagine di quell'uomo pressappoco sulla trentina d'anni, dai capelli corvini e corti, e dai magnetici occhi... Quegli occhi...
 
<< Yui-senpai, va tutto bene? Sei pallidissima! >>

La richiamò la rosa, spaventata dal suo momentaneo silenziò.

Pronunciò un solo nome, prima di cadere tra le braccia di Laito. Un nome sconosciuto alle sue stesse orecchie e quelle di Nyoko, ma non al pervertito di casa:
 

<< Karl...Heinz >>


Laito fissava il suo volto dormiente con puro stupore, mentre la rosa scuoteva forte la sua senpai, cercando disperatamente di svegliarla:
 

<< Ti prego, apri gli occhi, Yui-senpai! Dimmi qualcosa! >>

 
<< ...Chi sei tu? >>
 

La domanda di Laito riecheggiò tra gli edifici illuminati dal neon, rompendo il silenzio glaciale della notte profonda.
 




CONTINUA...
 
  
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