Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Ricorda la storia  |       
Autore: Fenice_Bea_2004    06/06/2018    1 recensioni
Kayla Brooks è un cadetto appena dilpomato e un membro del Corpo di Ricerca.
Deve molto alla sua maestra di vita, Annie Leonhart, che le chiede in cambio della sua amicizia di uccidere un certo Levi Ackerman, una "brutta persona", come lo definisce Annie.
Ma Kayla proprio non se la sente.
Dal primo capitolo:
"Quando vidi Christa corrermi incontro ansimante, il cavallo lanciato al galoppo con la schiuma alla bocca, capii subito che qualcosa non andava secondo i piani del Comandante.
Rallentai il passo del mio destriero, trattenendo le redini con forza, e aspettai che la ragazza mi raggiungesse.
Lei mi si affiancò.
- Tutto bene, Christa? - chiesi preoccupata. Avevo sentito che nell'aria c'era qualcosa di innaturale, di non umano, provenire dalla stessa direzione della ragazza.
Christa riprese fiato con un sospiro tremante e disse – Un Gigante… enorme… sta arrivando. É un anomalo, e vuole Eren. Si sta dirigendo… qui - "
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Leonhardt, Levi Ackerman, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1 – Il Gigante femmina

Quando vidi Christa corrermi incontro ansimante, il cavallo lanciato al galoppo con la schiuma alla bocca, capii subito che qualcosa non andava secondo i piani del Comandante.

Rallentai il passo del mio destriero, trattenendo le redini con forza, e aspettai che la ragazza mi raggiungesse.

Lei mi si affiancò.

- Tutto bene, Christa? - chiesi preoccupata. Avevo sentito che nell'aria c'era qualcosa di innaturale, di non umano, provenire dalla stessa direzione della ragazza.

Christa riprese fiato con un sospiro tremante e disse – Un Gigante… enorme… sta arrivando. É un anomalo, e vuole Eren. Si sta dirigendo… qui -

Come a conferma di ciò che stava dicendo un fumogeno nero salì in cielo da dove era arrivata , scurendo il bianco delle nuvole.

Il mio volto si rabbuiò come un cielo in tempesta, raggiungendo quella freddezza che mi invadeva quando c'era un pericolo nelle vicinanze.

Riprendemmo a cavalcare.

Stringevo le redini in modo compulsivo, e mi rendevo conto che Christa lo stava notando, ma in quel momento il mio cervello si era chiuso in quella morsa calcolatrice che mi era tanto familiare.

- Cosa è successo precisamente? - chiesi duramente.

Lei deglutì e rispose, parlando senza fermarsi – Stavo proseguendo sul mio percorso, e c'erano Armin, Jean e Reiner feriti e bloccati senza destrieri, ed erano stati attaccati da questo enorme Gigante intelligente e velocissimo, dall'aspetto femminile, che aveva fatto scappare i cavalli e se ne era andato verso il centro della formazione – mi guardò stralunata e aggiunse in un sussurro, come se qualcun altro potesse sentirla – Armin dice che secondo lui è una persona nel corpo di un Gigante, proprio come Eren -

Dietro di noi, da un piccolo boschetto, sbucò l'essere di cui stavamo parlando, lanciato in una corsa: un enorme Gigante, un classe 14 metri, con i capelli corti biondi e gli occhi azzurri, il corpo da donna.

Era inseguito da un paio di Ricognitori, che cercavano di bloccargli i movimenti. Uno di loro si lanciò verso la sua nuca, ma quella lo afferrò, lo sbatté a terra e si coprì il punto debole con una mano, senza esitare o rallentare.

Con mio sommo orrore mi resi conto che Armin aveva perfettamente ragione.

- Christa! Quel coso è davvero diretto verso Eren? -

Lo sguardo che mi rivolse confermò ogni mio dubbio.

Quell'essere cercava Eren e se lo avesse trovato non lo avrebbe risparmiato.

E se lei cercava Eren, ed Eren era insieme alla Squadra di Levi, voleva dire che anche tutti loro erano in pericolo.

Non potevo permettere che quella maledetta lo raggiungesse.

Non potevo.

- Christa – il mio tono di voce era calmo, piatto come il mare in una giornata senza vento. Una volta il Capitano aveva chiamato quella calma “spaventocalma”. Era la sensazione degli assassini professionisti.

- Avverti immediatamente Levi di cavalcare il più velocemente possibile lontano da qui -

- E tu? -

- Io – risposi, estraendo le lame dai foderi e esponendole alla luce del sole, che riempì di riflessi il metallo di cui erano fatte – Intratterrò la cosa finché non saranno al sicuro. -

Lei ribatté – Ma non hai visto come ha trattato quei soldati, più esperti di te? -

Lo sguardo che le rivolsi la fece zittire.

Aveva capito anche lei che ero “spaventocalma”.

Annuì leggermente e si staccò da me.

Mentre lei raggiungeva la Squadra di Levi, che si ingrandiva sempre di più, io mi spostai di lato, le lame appoggiate sulle gambe, avvicinandomi al percorso del Gigante, che continuava ad ignorarmi.

Non appena vidi la figura di Christa affiancarsi al Capitano, e poi lanciarsi verso sinistra, mentre la Squadra aumentava il passo, cominciando a distanziarci, presi un respiro profondo.

Rischiavo seriamente di morire.

Ma quando la persona a cui tieni di più è in pericolo, tutto perde valore.

Agganciai i rampini alla schiena del Gigante femmina e, con un unico movimento fluido, mi lanciai sulla sua caviglia, le lame che rilucevano diaboliche, in attesa del sangue.

 

- Kayla! Kayla! - Annie mi stava chiamando.

- Che succede? - le chiesi curiosa, mollando le ginocchia, che tenevo strette al petto.

Lei mi sorrise e si sedette di fianco a me.

- Quando dovremo scegliere in quale Corpo andare, tu cosa sceglierai piccolina? -

Io ci pensai un po' su, facendo una smorfia al mio appellativo. Non ero molto più piccola di Annie.

Osservai le bianche nuvole che viaggiavano sopra alla città di Trost. Il mio sogno era sempre stato quello di unirmi al Corpo di Ricerca, proprio come la mia mamma e il mio papà.

Dalle storie che mi raccontavano quando venivano a casa il Comandante Erwin sembrava davvero una brava persona e il lavoro una cosa pericolosa, ma che ti rendeva libero. Libero dalle mura.

- Annie, redo che entrerò nel Corpo di Ricerca. Proprio come mà e pà -

Lei mi guardò di sottecchi, poi tornò ad osservare il cielo di mezzogiorno.

- Allora ci faresti un favore? -

- Certo! - risposi sorpresa – Tutto per te, Reiner e Bertholdt! Siete stati così gentili con me! -

- Vedi, devi sapere che nel Corpo di Ricerca c'è una brutta persona – disse Annie.

- Davvero? Mà e pà non me ne avevano mai parlato… -

- Si è unito dopo che i tuoi genitori sono morti -

Una fitta, come sempre. Mamma… papà…

- Chi è? -

- Un certo Ackerman, Levi Ackerman. È diventato recentemente Capitano, forse lo conosci. -

La mia mente volò all'uomo imbronciato che ci guardava correre a cavallo, di fianco a Erwin.

- Sai, Kayla, lui è molto cattivo perché vuole farci del male. Quindi devi fare una cosa per proteggerci -

Il mondo si bloccò su quella farse, e io rimasi interdetta. Perché quell'uomo voleva uccidere Annie? Lei non era malvagia, era solo un po' solitaria. Come me, del resto.

- Cosa? - chiesi. Tutto per la ragazza che, anni indietro, dopo che i miei genitori erano morti in una spedizione e la casa di mia zia a Shiganshina era stata distrutta, mi aveva insegnato a sopravvivere.

- Devi avvicinarti a lui, in modo che si fidi di te, e poi ucciderlo. -

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: Fenice_Bea_2004