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Autore: 283    08/06/2018    1 recensioni
essere un semidio è strano, essere Percy Jackson vuol dire buttare la normalità fuori dalla finestra.
perché non bastavano Dei, mostri e demoni, ora anche i maghi sono pronti a tutto per affrontare l'eroe dell'olimpo.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Blackjack, Mrs O'Leary, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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PERCY

Proprio quando avevo deciso che la vita aveva raggiunto il culmine della stranezza, le Parche mi hanno riportato sulla terra. Quindi Boom ho un altro nonno malvagio.

La cosa non mi sconvolgeva più di tanto. Ormai ero abituato ai parenti folli e/o omicidi. Ciò che mi infastidiva era l’atteggiamento del trio ficcanaso. Hermione non era male, mi ricordava molto Annabeth. Era paziente e cercava sempre di risolvere le cose con la ragione. Harry e Ronald erano un'altra storia. Entrambi sembravano convinti che ero l’incarnazione del male. Cosa ironica visto che avevo combattuto Tartaro stesso. L’essere più vicino al male assoluto in tutto il cosmo.

Harry era un concentrato di rabbia e frustrazione che cercava solo un nemico su cui sfogarsi. Ronald invece sembrava nutrire per me un’ostilità illogica e radicata.

Avrei potuto batterli facilmente tutti e tre. Ma così loro mi avrebbero odiato ancora di più. Da ciò che avevo capito, loro appartenevano a un gruppo che si opponeva a questo Voldemort. Quindi gli uomini mascherati e la strega che avevo incontrato questa mattina erano i servitori di Voldemort.

La mia situazione stava peggiorando sempre di più. Mi trovavo nel fuoco incrociato tra queste due fazioni di maghi e ora entrambe erano arrabbiate con me. il mio nuovo nonnino non doveva essere felice che avevo messo fuori uso i suoi scagnozzi. E chiunque fossero gli amici del trio ficcanaso dovevano essere già sulle mie tracce.

Ricomparvi sul tetto di un edificio poco distante dal mio condominio. Barcollai un po' esausto per aver usato tanta energia. Il viaggio del vapore era un trucco che avevo imparato da poco. Era molto utile, mi permetteva di trasformarmi in vapore acqueo e di riformarmi in un luogo con sufficiente umidità nell’aria. Purtroppo era anche molto faticoso. Dopo tutte le energie che avevo usato oggi, prima combattendo contro i mascherati e poi imprigionando i tre maghi. il viaggio del vapore mi aveva prosciugato.

Mi sedetti sul bordo del tetto mangiando un quadratino di ambrosia che avevo trovato in tasca.

Feci il punto della situazione. Avevo perso lo zaino nella fuga. Quindi mi rimanevano soltanto pochi soldi mortali che avevo in tasca e qualche dracma. Avevo un altro quadratino di ambrosia, nella tasca posteriore dei jeans, ma non sarebbe bastato per darmi la forza di viaggiare di nuovo nel vapore.

Quindi dovevo andare a piedi.

Oppure avrei potuto andare a dorso di pegaso.

Sorrisi e mi portai due dita alle labbra. Poi lanciai il mio migliore fischio da taxi newyorchese. Aspettai per qualche tempo finché non sentii una voce familiare nella testa “come butta capo?” sorrisi ancora di più “Blackjack sono così felice di sentirti!! non hai idea della giornata pazzesca che ho avuto!!” il pegaso rimase in silenzio per un po' poi parlò “capo la parte pazzesca della tua giornata a per caso a che fare con degli uomini mascherati vestiti di nero?” mi sentii gelare il sangue “sì perché?” avevo paura della risposta. Blackjack esitò un attimo poi disse “bè una ventina di loro sta setacciando la città per trovarti, accompagnati da strane e agghiaccianti creature fluttuanti oltre a un piccolo contingente di mostri.”

Imprecai furiosamente in greco antico. Quando mi fui calmato Blackjack commentò “baci tua madre con quella bocca capo?” roteai gli occhi “Blackjack ora non è il momento, piuttosto riesci a raggiungere il mio appartamento? Mi trovo l’à vicino”. Il pegaso sembrò rifletterci “non penso capo, i tizi mascherati stanno mandando i mostri a pattugliare il cielo e i tetti, non riuscirei a raggiungerti senza attirare l’attenzione.” Gemetti sconfortato. Le cose erano sempre più difficili. Mi rivolsi di nuovo a Blackjack “vedi un punto in cui prelevarmi senza rischi?”. Ci fu un'altra pausa poi “sì vedo un vecchio magazzino abbandonato sul fiume Hudson, i mostri e i tizi in nero non si sono ancora avvicinati lì” tirai un sospiro di sollievo. C’era ancora speranza “bene Blackjack ci vediamo lì cerca di non attirare l’attenzione”. Blackjack nitrì e rispose “ok capo ma cerca di rilassarti. Sei più teso dei rapporti tra Dionisio e gli alcolisti anonimi!!” mi indignai “hei!!” ma il pegaso se n’era già andato.

Con un sospiro mi rialzai. Guardai in direzione del fiume Hudson, Blackjack non mi aveva descritto il magazzino ma sicuramente lo avrei riconosciuto a prima vista.

Presi la rincorsa e saltai sul tetto dell’edificio adiacente. Poi con un altro balzo atterrai sul cornicione dell’palazzo di uffici vicino e così via. Continuai a saltare tra i tetti avvicinandomi al fiume Hudson. Fui costretto a fare qualche deviazione per evitare gli scagnozzi di Voldemort, ma riuscii ad arrivare su un palazzo da cui avevo una buona visuale della zona. Sotto di me vedevo le acque torbide del fiume, alle mie spalle si trovavano altri edifici a perdita d’occhio. Scrutai il paesaggio urbano alla ricerca del magazzino abbandonato.

Dopo qualche tempo lo individuai. Era a circa duecento metri alla mia sinistra sul lungofiume. Mi sgranchii pronto per un altro viaggio tra i tetti, quando sentii un sibilo dietro di me.

Ruotai su me stesso per fronteggiare la minaccia. Di fronte a me c’era un’idra.

Il mostro era arrotolato intorno a un’antenna parabolica. Le sue spire facevano gemere il metallo stritolandolo. Le sue nove teste di drago scattavano in tutte le direzioni saggiando l’aria con le lingue biforcute. Rimasi immobile per un momento incerto se mi aveva visto o no. Poi in maniera fulminea tutte le teste si voltarono verso di me. L’idra sibilò e sputo un getto di fuoco nella mia direzione. Ruotai il quadrante dell’orologio e il mio scudo si allargò. Sollevai il braccio e le fiamme si divisero ai lati dello scudo. Dopo qualche attimo le fiamme si dissolsero e io indietreggiai verso il bordo dell’edificio. Con un ruggito il mostro mi caricò. Rotolai di lato schivando all’ultimo secondo. L’idra cercò di fermarsi ma non fece in tempo e volo giù dall’edificio.

Sentii un enorme tonfo mentre cadeva nel fiume. Mi sporsi per controllare se era morta. Fu un grosso errore. L’idra riemerse dal fiume ruggendo e sibilando. Con la coda afferrò un’auto parcheggiata sul lungofiume e me la scagliò contro. L’automobile roteo in aria e si schiantò sulla facciata del palazzo su cui mi trovavo che crollò. Precipitai nel vuoto circondato da vetri e cemento. Poi colpii l’acqua.

una persona normale sarebbe morta. Probabilmente anche un semidio normale sarebbe morto. Ma io non sono un semidio come gli altri.

Quando toccai l’acqua mi sentii subito fresco e riposato. Le energie mi tornarono. Toccai il letto del fiume con i piedi e mi diedi una spinta. Schizzai in superfice con un urlo. Ora ero in piedi sulla cresta di un’onda.

 Stappai Vortice e la puntai contro l’idra, che stava voltando le sue numerose teste nella mia direzione. Sollevai lo scudo per proteggermi il busto e attaccai.

L’onda si trasformò in un geyser che mi sparò addosso al mostro. Roteai Vortice e la calai di piatto su una delle teste di drago. Poi ruotai il busto colpendone un'altra con il bordo dello scudo. Le altre teste scattarono per mordermi ma i loro denti si spezzarono sulla pelliccia del leone Nemeo. Superai l’idra con una capriola e atterrai qualche metro più avanti camminando sul pelo dell’acqua. Il mostro si contorse cercando di voltarsi. Allungai la mano con cui reggevo lo scudo e un pugno d’acqua si formò sulla superficie del fiume e colpì l’idra. Quest’ultima lanciò un sibilo penetrante mentre volava all’indietro schiantandosi su un camion abbandonato sul lungofiume, che crollo sotto il suo peso.

Evocai un'altra onda e la cavalcai, muovendomi in direzione del magazzino.

Magazzino era un termine generoso. Una parte della facciata era crollata facendo intravedere gli interni. File e file di casse di tutte le dimensioni con passerelle metalliche che correvano lungo le pareti. L’esterno invece era composto da un parcheggio invaso di rovi e dei moli in rovina a picco sul fiume.

L’onda mi depositò sui moli e si ritirò nel Hudson.

Mi guardai intorno con circospezione. Dopo essermi assicurato che non c’erano minacce imminenti entrai nel parcheggio.

Mi appoggiai a un furgoncino arrugginito e scrutai il cielo in attesa di Blackjack.

Attesi per un po' di tempo ma ancora non arrivava.

Poi sentii le urla. Tesi l’orecchio in lontananza si sentivano strilli e esplosioni? Non feci in tempo a decidere cosa fare che tre figure entrarono nel parcheggio.

Il trio ficcanaso era tornato.

Ci fissammo per un momento e non so dire chi era più sorpreso se io o loro. Poi sentii una voce. “bene bene guarda due piccioni con una fava” mi voltai in direzione della voce e sollevai la spada.

In piedi sul tetto del magazzino c’era la strega mascherata che avevo incontrato questa mattina. Si era tolta la maschera mostrando un volto scarno con occhi iniettati di follia. I suoi capelli erano un cespuglio nero striato di grigio e bianco. Era in piedi sul bordo del tetto, battendo con noncuranza la bacchetta sulla coscia. A fianco a lei c’erano una dozzina di uomini e donne mascherati e avvolti in vesti nere. Ma a preoccuparmi non erano loro. Ma i mostri. una mezza dozzina di dracene della scizia erano emerse dalla strada e ora bloccavano l’uscita del parcheggio. Da lontano Sembravano delle donne, ma se le guardavi più da vicino potevi vedere che la loro pelle era verde e ricoperta di squame, i loro capelli erano un groviglio di vipere vive, i loro occhi erano gialli con le pupille verticali da serpente e al posto delle gambe avevano due code da rettile. Stavano tutte ghignando mettendo in mostra le lingue biforcute. Impugnavano lance e scudi dipinti di verde e giallo.

Il trio si dispose schiena contro schiena. Ronald e Harry verso i maghi mascherati e Hermione verso le dracene. io tenni la spada puntata verso la strega e sollevai lo scudo per proteggermi il busto da eventuali incantesimi a sorpresa.

Per esperienza personale quando sei circondato, messo all’angolo e in inferiorità numerica la cosa migliore da fare è parlare per prendere tempo. sperando che uno dei tuoi alleati abbia un piano per risolvere la situazione.

Mi rivolsi alla strega “così ci ai preso niente male. Il tuo capo sarà contento”. La strega sogghignò “il Signore Oscuro sarà molto contento quando gli avremo portato il suo nipote perduto. Ma quando saprà che abbiamo catturato anche Harry Potter e i suoi amici ficcanaso ci sarà eternamente grato e ci farà entrare nella cerchia dei suoi servi più fidati!!”.

I suoi subalterni esultarono e risero puntandoci addosso le bacchette.        

                              

  

 

   
 
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