Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: Laly of the Moonlight    09/06/2018    1 recensioni
Il Portale dell'Eclissi è stato infine aperto, e una moltitudine di draghi è fuoriuscita da esso. I nostri eroi, provati dagli scontri dei giorni precedenti, sono allo stremo delle forze, ma cercano di contrastare al meglio delle loro possibilità quelle enormi bestie che solcano i cieli.
Come si dice, la Speranza è l'ultima a morire... ma in questo caso la Speranza avrà una veste alquanto particolare ed insolita. Che cosa accadrà dunque ai nostri eroi?
Tra missioni, feste, guerre, magia, amori e dolori, ecco come la sottoscritta ha immaginato il seguito della storia!
Ho mantenuto inalterati gli eventi fino alla conclusione del Palio della Magia, il resto è tutto di mia esclusiva invenzione; in caso venga menzionato materiale successivo dell'opera originale, verrà segnalato.
Ringrazio in anticipo tutti coloro che decideranno di seguirmi in questa mia prima e strampalata avventura!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Intanto, in una foresta nel cuore dei monti, gli “scalmanati più attaccabrighe della Gilda” si stavano concedendo un po’ di sano e meritato riposo.
Circa.
 
Natsu, Gray ed Elfman, convinti che la vacanza programmata da Elsa e le altre fosse solo una copertura per allenarsi in segreto, avevano deciso di organizzare una loro personale sessione estiva di allenamento intensivo, ovviamente tutta al maschile.
Inizialmente la scelta del campo di addestramento era ricaduta sul prato situato nel retro della Gilda, ma dopo pochi giorni fu chiaro che sarebbe stato troppo limitato come terreno per le loro sfide e le scazzottate – perché in questo si trasformavano sempre i loro esercizi – arrivarono ben presto a svolgersi direttamente all’interno della Gilda, con conseguenti e onerose spese in arredamento e stoviglie.
 
Makarov, stanco di ritrovarseli in mezzo ai piedi ogni giorno, aveva deciso di allontanarli da Fairy Tail pianificando le ferie estive anche per loro, sperando così di godere lui stesso di una buona dose di pace e tranquillità, durante la loro assenza.
Conosceva un uomo, un certo Billy, che era stato un mago piuttosto mediocre parecchio tempo addietro. Una volta abbandonata la poco promettente strada della magia, aveva comprato un bell’appezzamento di terra sui monti a Nord-Ovest di Magnolia, poco distante dal Monte Hakobe, e lì aveva fatto costruire diversi chalet in pietra e legno, uno per sé e la sua famiglia, gli altri da affittare ai turisti. In inverno i monti innevati erano una rinomata meta sciistica, mentre d’estate la bellezza dei panorami e i percorsi attraverso le foreste attiravano un numero impressionante di escursionisti.
 
Il Terzo Master si ero quindi messo in contatto con lui, prenotando alcuni cottage e spronando i suoi ragazzi a partire al più presto per quel luogo salubre e pacifico, in modo da poter sfruttare il più possibile il tempo a disposizione per allenarsi e diventare più forti.
Wakaba e Makao, che sapevano quanto questa sollecitudine paterna fosse dovuta non tanto al desiderio di miglioramento dei propri figli, ma piuttosto all’acquietamento dell’aria alla Gilda, furono ben felici di dargli man forte perorando la sua causa. Tanto dissero e tanto fecero che Natsu, Happy, Gray, Elfman, Jet e Droy, accompagnati da Gildarts in qualità di maestro e tutore, partirono il giorno successivo, rigorosamente a piedi. Il Dragon Slayer del fuoco si era rifiutato di utilizzare un qualsiasi mezzo di trasporto e i suoi compagni furono costretti ad accompagnarlo a piedi per espresso ordine di Makarov, anche se avrebbero di gran lunga preferito un viaggio ben più comodo.
 
Erano partiti una bella mattina di fine Luglio, il Sole splendeva alto nel cielo e le nuvole giocavano a rincorrersi sulle ali di una brezza leggera. Siccome il tragitto sarebbe stato piuttosto lungo, i ragazzi decisero che ne avrebbero approfittato per allenarsi anche mentre erano in cammino per non perdere nemmeno un prezioso minuto. La prima tappa di diversi chilometri venne percorsa in poco tempo, allenando la loro resistenza fisica e chiacchierando per aumentare anche le loro capacità polmonari. La sera si accamparono in un piccolo spiazzo erboso circondato da alberi, preparandosi un bivacco e continuando a fare esercizi per irrobustire la muscolatura.
Natsu, Gray, Gildarts ed Elfman non ebbero particolari problemi a mantenere lo stesso ritmo per svariati giorni, i più svantaggiati furono i due componenti maschili del Team Shadow Gear, che dato il loro fisico non esattamente atletico, ebbero non poche difficoltà a tenere il ritmo dei loro compagni. Ma il pensiero di Levy e della sua sorpresa al vedere i loro nuovi corpi temprati dalle fatiche li fece continuare ad avanzare con caparbietà, sorreggendoli nei momenti in cui sentivano le forze venire meno.
 
Continuando a percorrere a ritmo sostenuto la strada che portava al Monte Hakobe, i ragazzi arrivarono ben presto in vista delle pendici dei monti. Le cime erano ancora spruzzate di bianco, ma il resto dei pendii erano verdeggianti e brulicavano di vita. Mentre percorrevano il sentiero che, secondo la cartina fatta a regola d’arte per loro da Reedus, avrebbe dovuto portarli dritti dritti agli chalet di Billy, i nostri eroi non poterono fare a meno di ammirare la bellezza della natura circostante. La foresta di pini e sempreverdi era impreziosita da felci e fiori spontanei. I tronchi degli alberi adorni di muschio al nord profumavano di resina e legno umido, rendendo l’aria circostante più pesante ma anche più fresca, una vera delizia a confronto della calura estiva che aveva rischiato di sciogliere il povero Gray. Natsu invece sembrava risentire un po’ dell’umidità e della leggera nebbiolina che sembravano regnare nel sottobosco, immerso nell’ombra e nella frescura. Dopo parecchie ore di cammino, la maggior parte delle quali passate ad inerpicarsi su per i pendii e per le strade rese sdrucciolevoli dalla rugiada mattutina, giunsero finalmente in vista dei primi comignoli sbuffanti di fumo grigiastro.
  • Perché i camini sono accesi? – chiese Natsu, guardando le volute scure salire vorticando in cielo e disperdendosi a causa della bava di vento che tirava.
  • Perché siamo in montagna, testa di rapa. Qui c’è decisamente più freddo che in pianura! – rispose bruscamente Gray, guardando male il compagno e incrociando le braccia sul petto nudo, la maglia dimenticata chissà dove.
  • Non patire freddo è una cosa da veri uomini! – si intromise Elfman, beccandosi un’occhiataccia da tutti i suoi compagni. Per lui la cosa più importante era esseri dei veri uomini, poco importava come questo avvenisse.
  • Piuttosto vediamo di muoverci, se ci sbrighiamo potremo gustarci un buon pranzo e riposare un po’. Questa umidità mi sta distruggendo. –
  • Non pensi ad altro che a mangiare e dormire, Droy! Come pensi di conquistarti le attenzioni di Levy in questo modo? –
  • Tsk, ma che vuoi che le importi, lei ha occhi solo per Ga… -
  • Non dirlo nemmeno per scherzo, Gray! Non ricordi quello che le ha fatto quel bastardo? –
  • Smettetela. Gajil non è più quello che era quando stava insieme a Phantom Lord. È cambiato. – ringhiò in risposta Natsu. Per quanto quella ferraglia ambulante non gli andasse molto a genio era comunque un ottimo compagno e si era sempre dimostrato leale nei loro confronti.
  • Aye! – esclamò Happy, concludendo il discorso che stava diventando troppo complicato per lui. Si era perso alla prima frase di Elfman, a dire il vero, ma questa è un’altra storia.
 
Arrivati davanti a quella che sembrava la casa più grande, Gildarts entrò da solo, facendo cenno ai ragazzi di aspettarlo fuori. Makarov si era raccomandato di tenerli sott’occhio perché non combinassero guai e lui era intenzionato a rispettare quell’incarico. Uscì dopo una manciata di minuti, munito di chiavi da distribuire per i vari cottage, ma quello che trovò fu soltanto un groviglio di corpi umani intenti a darsele di santa ragione.
Alla faccia della vacanza piacevole insieme ai suoi ragazzi.
 
Non appena calmata la situazione, a suon di pugni naturalmente, il Mago del Crush divise i ragazzi in coppie: Jet e Droy ebbero una chiave, così come Elfman e Gray. Lui e Natsu invece avrebbero diviso la stessa casetta con Happy. Una volta lasciati i bagagli nelle loro stanze, i compagni di Gilda si divisero, ognuno con l’intento di allenarsi un po’ per conto proprio.
Gildarts, che di fare fatica proprio non ne voleva sapere, si concesse una passeggiata tranquilla nel boschetto circostante, inspirando a pieni polmoni l’aria salutare che vi si respirava. Lo stormire delle foglie al vento leggero era una dolce nenia, fatta apposta per calmare i battiti del cuore e rilassare lo spirito e le membra.
Aveva bisogno di schiarirsi le idee.
Una volta che Fairy Tail era rientrata a Magnolia, anche lui ne aveva approfittato per andare ad abbracciare sua figlia e complimentarsi con lei per lo splendido risultato da lei ottenuto durante il Palio. Non era da tutti essere in grado di utilizzare il Fairy Glitter con una tale naturalezza. Ciò che l’aveva lasciato spiazzato era stata l’apparizione di Mavis e il colloquio da questa tenuto in sua presenza con Makarov.
Il Terzo Master aveva chiesto alcune spiegazioni alla bambina bionda, in merito ai Draghi che avevano attaccato Crocus e soprattutto in merito ad una nuova maga apparsa per la prima volta proprio nella Capitale del Regno, in compagnia di Acnologia. Al ricordo della furia distruttiva di quella bestia, un brivido percorse la spina dorsale del Mago e il suo sguardo si posò istintivamente sull’avambraccio sinistro, polverizzato dal Drago Nero diversi anni prima del suo arrivo a Tenroujima.
Ricordava perfettamente ogni dettaglio di quell’incontro, se chiudeva gli occhi poteva persino sentire la voce del vecchio da dietro la porta del suo studio…
 
Flashback
 
Appena varcata la soglia della Gilda, il suo sguardo l’aveva cercata e trovata subito. La sua Cana.
Era comodamente seduta su uno dei tavoli nuovi, sorseggiando birra direttamente da una botte. Non cambiava mai, quella ragazza. Eppure, per quanto poco l’avesse vista da bambina, non ricordava che fosse così poco femminile.
E sì che basterebbe così poco per renderla una donna stupenda…
Assomigliava in maniera impressionante a sua madre, Cornelia. E ancora una volta si chiese come fosse possibile che non l’avesse riconosciuta subito, alla prima occhiata.
Aveva sorriso e le era andato incontro, spostando il barile e abbracciandola stretta, nonostante il disappunto espresso molto vivacemente dalla Maga delle Carte.
Poi qualcos’altro aveva attirato il suo sguardo, una montagna di capelli biondi al termine della quale spuntavano due gambe piccine e due piedi nudi da bambina.
Mavis, la Prima Master di Fairy Tail, aveva deciso di passare qualche tempo nella sua Gilda, causando un mucchio di problemi a Luxus e al suo Commando del Dio del Fulmine.
L’aveva vista fare un cenno discreto a Makarov, per poi salire nello studio del vecchio, seguita a ruota da lui.
Istintivamente anche lui si era appropinquato verso la stessa stanza. Si era accostato allo stipite, sentendo le voci dei due Master confuse, on parlavano abbastanza forte da permettergli di origliare. Aveva quindi bussato leggermente alla porta di legno scuro.
  • Avanti. – aveva detto Makarov, per nulla stupito di vederlo entrare. Anche Mavis sembrava attenderlo, perché fu lei a rivolgergli per prima la parola.
  • Sapevo che saresti venuto, Gildarts. Accomodati. –
  • Come facevate a sapere… - la bambina ridacchiò.
  • Il mio soprannome era “il Generale delle Fate”, per le mie capacità di calcolo delle probabilità. Diciamo che la tua venuta qui era prevista al 97.8%. –
  • Dunque… di preciso, perché siete venuti qui adesso? –
  • Perché ho delle domande da fare a Mavis. Domande che riguardano la Gilda e la sua salvaguardia. – a quelle parole, Gildarts si fece attento. Chiuse la porta alle sue spalle si accomodò appoggiando la schiena alla parete, stando esattamente a metà tra i due.
  • Cosa vuoi sapere, Terzo? –
  • Innanzitutto cosa sai di questi Draghi che sono usciti dal Portale? – la bambina si morse un labbro e sedette su una delle sedie davanti alla scrivania, sprofondando quasi completamente dato che era davvero troppo grande per lei.
  • Non molto, a dire il vero. Shunghiada era chiamata la Regina del Sangue Nero ed era, anzi, è una dragonessa vissuta molti secoli fa. Di lei si sa poco, se non che è ritenuta la responsabile della caduta del Regno di Pergrande, avvenuta all’incirca Quattrocento anni fa. Di lei e dei suoi Draghi non so altro. – Makarov rimase in silenzio, pensieroso. Evidentemente sperava che Mavis avesse più informazioni da dargli.
  • Per quanto riguarda gli altri Draghi? È vero che tra i Draghi che accompagnavano Acnologia c’era anche Igneel, il padre di Natsu? – Fu Gildarts a fare la domanda successiva, incuriosito dalla storia dei Draghi che aveva sentito accennare ai suoi compagni di Gilda. Natsu era così eccitato per aver rivisto il padre, non l’aveva mai visto così.
  • Sì, tutti i draghi spariti il 7 Luglio dell’anno X777 erano presenti. Oltre ad Acnologia c’erano anche Metallikana e Grandine. Inoltre… - Mavis si fermò un momento, come per soppesare le parole – inoltre so chi è il Drago Bianco che li accompagnava, quello con quegli enormi baffoni da vecchio monaco cinese. – mimò con le mani attorno alla bocca, tracciando il segno di quei baffi immaginari, lasciando alquanto perplessi i suoi interlocutori.
  • Ha detto di essere stato il Re dei Draghi prima di Acnologia e di essere stato lui a lasciargli il titolo. – Makarov cercò di ricordare tutto quello che aveva detto il Drago Bianco, stringendo gli occhi come se stesse facendo uno sforzo.
  • Corretto. Ma quello che non sapete è che lui è il padre di Rya, colui che l’ha allevata durante gli anni della sua infanzia. – continuò Mavis, sorridendo.
  • Rya? Intendi forse… -
  • Sì, la ragazza che accompagnava Acnologia e i suoi. Non sapevo che conoscesse il Drago Nero, lei non me ne aveva mai parlato. Ma sono sicura che Kiranai fosse il nome del Drago che le ha insegnato la magia del Dragon Slayer. –
  • E tu come fai a conoscerla? Insomma, non per mancarti di rispetto, ma tu sei venuta a mancare da qualche anno… - Gildarts diede voce ad un dubbio che condivideva con il Terzo Master.
  • Per di più, chiaramente poteva vederti. Questo è un privilegio concesso solo a chi fa parte della Gilda di Fairy Tail. – concluse lo stesso Master, guardando la bambina dai capelli biondi. Era preoccupato. Un’altra Dragon Slayer, una che, per giunta, sembrava sapere il fatto suo. Aveva bisogno di più informazioni.
  • Semplice. Rya faceva parte della Prima Generazione di Fairy Tail. È stata una mia Maga e c’è mancato poco che divenisse il mio successore al ruolo di Master. – la bionda buttò indietro la testa, sorridendo mentre rievocava i ricordi di come aveva incontrato la Dragon Slayer dagli occhi azzurri, un incontro così strano che sembrava quasi tessuto dal Destino – Vedete, quando la conobbi stava in una Gilda di Assassini. Lei era stata allevata dai Draghi, il peso della vita altrui non aveva alcun significato per lei. Non era cattiva, ma era… come dire, aveva un cuore di Drago, i suoi sentimenti e il suo modo di pensare erano stati plasmati da quegli animali e come pensavano loro pensava anche lei. Come se il suo cuore umano stesse dormendo. –
  • Quindi lei era… -
  • Un’assassina, sì. Almeno all’inizio. Mi raccontò che una volta raggiunta l’età adolescenziale i Draghi la mandarono a vivere in mezzo ai suoi simili. Le dissero che esistevano luoghi di ritrovo per quelli come lei dotati di magia chiamati Gilde e le consigliarono di affiliarsi ad una di queste. Sfortunatamente per lei la prima che le capitò sotto mano fu una Gilda poco raccomandabile. La trovai fuori dalla casa di un nobile che ci aveva chiesto protezione. Lei era lì per uccidere lui e tutta la sua famiglia, ma io e i miei compagni riuscimmo a dissuaderla. Parlandole, capimmo che lei non era cattiva, non uccideva perché era malvagia fino al midollo. Uccideva perché le dicevano di farlo e secondo i suoi insegnamenti non era una cosa sbagliata. Decidemmo di portarla a Fairy Tail per mostrarle cosa fosse davvero una Gilda, spiegandole che si poteva sopravvivere anche senza uccidere gli altri. - Mavis fece una pausa, dondolando le gambe a penzoloni ritmicamente, le braccia morbidamente appoggiate in grembo e l’espressione rilassata.
  • Quando hai scoperto che era una Dragon Slayer? –
  • Per caso. Prendeva le missioni, partiva da sola e ritornava a missione conclusa. Poi ricominciava tutto da capo. Non aveva nemmeno una casa, si era stabilita in una piccola grotta nella foresta che c’è qui vicino a Magnolia. – ridacchiò, ricordando la sorpresa di trovarla in quell’anfratto angusto e umidiccio, un letto di paglia e ben poche comodità a tenerle compagnia – Fu solo dopo che iniziò a stringere amicizia con Altea, una Maga degli Spiriti che apparteneva alla mia Gilda, che riuscimmo a capire qualcosa in più di lei. Era una che difficilmente si sbottonava a proposito di se stessa e del suo passato, ma ogni tanto qualcosa le sfuggiva, come ad esempio il nome del Drago che le aveva donato il Dragon Slayer. Pian piano cominciò a diventare più socievole, tanto che decisi di darle la possibilità di affrontare l’esame per ottenere il Rango S. Inutile dire che superò la prova al primo tentativo. –
  • Doveva essere una ragazza davvero tosta… cosa andò storto? -
  • Poi… arrivò Zeref. O meglio, tornò. Aveva dormito a lungo e all’improvviso decise di mostrarsi nuovamente agli occhi del mondo. – fece una pausa, rattristandosi. Doveva esserci qualcosa che le faceva male, in quella parte del racconto e né Gildarts né Makarov volevano vedere la bimba piangere.
  • Mavis, se per te dovesse risultare troppo doloroso… - lei scosse la testa con vigore, ricacciando indietro una lacrimuccia traditrice.
  • No, no. È giusto che voi sappiate come stanno le cose. Rya e Altea incontrarono il Mago Nero per caso, durante una missione. Nemmeno l’immenso potere magico della mia Dragon Slayer fu sufficiente ad ucciderlo. Era l’unico avversario che fosse rimasto in piedi e a lei questo non andava giù. Divenne quasi un’ossessione, per lei. Lo cercava in continuazione, ogni volta che sentiva di grossi problemi o missioni pericolose ci si buttava a capofitto, sperando di ritrovarlo per battersi nuovamente con lui. Io l’avevo pregata di smetterla, di lasciare perdere la sua brama di rivincita, ma non c’è stato niente da fare. Finché… - inspirò a fondo prima di continuare – finché un giorno non fece più ritorno alla Gilda. La cercammo a lungo, ovunque, ma di lei nessuna traccia. Pensammo tutti che fosse andata a cercare Zeref e che lui, alla fine, l’avesse uccisa. Pochi anni più tardi il mio corpo umano morì, e la Gilda passò in mano a Purehito, in qualità di Secondo Master. – concluso il suo racconto, la bambina sospirò sollevata, come se si fosse tolta un macigno dallo stomaco. Non era mai riuscita ad accettare del tutto la scomparsa di Rya, ma non aveva mai trovato una spiegazione plausibile che non implicasse la morte della Maga.
  • Questo però non spiega come faccia lei ad essere qui ora. – rispose dopo qualche minuto Gildarts, mentre ripensava all’intera faccenda. Com’era possibile che fosse sparita per tutti quegli anni per poi ricomparire dal nulla?
  • No, questo è vero. Ma è lei, ed è viva. Non si tratta certo di un’alleata da poco. – sentenziò Mavis, convinta.
  • Sei sicura che sia proprio lei, Mavis? – si intromise infine Makarov, cercando di non ferire i sentimenti della bambina e tuttavia volendo una conferma di quanto diceva.
  • Assolutamente, Terzo. –
  • E non ti sembra strano che dimostri poco più di diciotto anni, nonostante sia assente da… quanto? Settanta anni? – interloquì di nuovo Gildarts, meno malleabile di Makarov. Se c’era anche solo una possibilità che Fairy Tail fosse in pericolo, lui voleva saperlo.
  • Ottantanove, per l’esattezza. Era l’anno X695, quando scomparve misteriosamente e aveva circa diciotto anni allora. – rispose Mavis, tranquillamente.
  • Andiamo, com’è possibile che sia rimasta esattamente uguale, non una ruga, non un segno di invecchiamento, nulla! – sbottò infine il Mago del Crush.
  • So anche io che la cosa non è normale, ma posso assicurarti che è proprio lei! – anche Mavis era visibilmente alterata ora, dopo le accuse quasi esplicite di Gildarts. Si era irrigidita e aveva spinto il busto in avanti - La sua energia magica è la stessa. – aggiunse poi, sbuffando e incrociando le braccia sul petto, offesa.
  • Va bene, va bene. Basta così. Sai altro che possa aiutarci a districare la questione? – Mavis scosse la testa debolmente.
  • Non so altro, mi spiace. –
 
 
Gildarts tornò al presente, alla sua passeggiata in mezzo ai monti. C’era qualcosa che non gli quadrava, proprio no. Si fidava di Mavis e si fidava anche di Makarov, ma di quella Rya proprio no. O aveva scoperto l’elisir di eterna giovinezza oppure c’era qualche cosa di torbido nel suo passato. Di sicuro una persona normale non poteva passare tutti quegli anni senza invecchiare per nulla!
Gli sfuggiva qualcosa, se lo sentiva. C’era qualcosa che sentiva di dover sapere che però non gli veniva in mente. Come quando hai un nome sulla punta della lingua e proprio non riesci a pronunciarlo.
 
I suoi passi lo riportarono pian piano verso la zona in cui sorgevano gli chalet. Stava già pregustando una bella doccia calda, una cena abbondante e una sessione di ozio post-cibo da manuale.
Sfortunatamente i suoi progetti vennero funestati proprio da coloro a cui avrebbe dovuto badare.
 
Era ancora parecchio lontano quando cominciò a sentire rumori di muri distrutti, mentre un acre odore di bruciato si spandeva nell’aria insieme ad un denso fumo nero. Fu costretto a coprirsi il viso con un lembo del mantello, mentre gli occhi pizzicavano e minacciavano di lacrimare abbondantemente entro breve.
C’era forse un incendio? Forse i suoi ragazzi erano in pericolo!
Si mise immediatamente a correre come un forsennato, pregando che non fosse tropo tardi.
 
La scena che gli si parò davanti aveva un che di apocalittico.
Tutti i cottage, nessuno escluso, erano stati rasi al suolo. I resti anneriti di alcuni di questi svettavano in mezzo all’erba, mentre porzioni di foresta ancora bruciavano vivide nella luce del tramonto.
In mezzo ai ruderi, Billy e la sua famiglia piangevano disperati per tutti gli anni di lavoro e di sacrifici finiti distrutti.
Jet, Droy ed Elfman erano riversi a terra, il corpo coperto di lividi ed escoriazioni, segni di bruciature erano evidenti soprattutto in mezzo ai capelli. Happy svolazzava in circolo sul teatro del disastro, attendendo che anche lo scontro all’ultimo sangue tra Natsu e Gray terminasse.
 
I sei compagni, rimasti soli, si erano dispersi, salvo poi ritrovarsi tutti nello stesso luogo che avevano scelto per allenarsi. La sfida a Morra Cinese che era nata per dirimere la disputa su chi avrebbe potuto allenarsi nella radura poco distante dalle casette in legno e pietra era sfociata in una sonora scazzottata, arrivata a livelli talmente estremi da richiedere l’uso improprio e sconsiderato della magia.
Il risultato era ciò che aveva Gildarts sotto i suoi occhi: tutti gli chalet distrutti, tre dei suoi ragazzi ridotti a stracci e gli altri due che ancora non ne volevano sapere di calmarsi.
 
La bella vacanza che si era prospettato era andata, letteralmente,  in fumo, grazie a quelle due teste calde che non perdevano mai occasione di menarsi.
La sua rabbia esplose in un pugno dato al terreno, che provocò un’onda d’urto che si propagò lungo tutte le vicinanze. I pochi ruderi ancora in piedi crollarono miseramente, molti alberi della foresta finirono abbattuti, riversandosi su Natsu e Gray che non riuscirono a scansarsi in tempo.
Il Mago del Crush si sollevò da terra, abbandonando l’enorme cratere che il suo attacco aveva causato e si mosse per recuperare i suoi ragazzi, sbuffando come una locomotiva.
Volevano un allenamento?
Avrebbero ricostruito da cima a fondo tutti i cottage che loro avevano distrutto.
Ghignando sadicamente prese i suoi compagni uno ad uno, lasciandoli tramortiti sull’erba fresca, andando a scusarsi con i proprietari e assicurandoli di una pronta ricostruzione e del risarcimento dei danni da parte di Fairy Tail.
Per non sbagliare, Billy provvide a spedire un riepilogo dei danni subiti comprensivo di richiesta di risarcimento.
 
In quel preciso istante, nella rinnovata sede di Fairy Tail, il Master Makarov starnutì.
  • Master, non si sente bene? –
  • Eh? Cosa? No, mia cara Mirajane. Solo… ho un brutto presentimento. –
  • Riguardo a che cosa? –
  • A quegli scavezzacollo di primordine. Chissà che danni staranno combinando in questo momento! –
  • Master, dovrebbe stare tranquillo! I ragazzi sono cresciuti e sono sicuramente molto più responsabili di sette anni fa! Inoltre c’è anche Gildarts con loro, vedrà che andrà tutto bene. – sorrise la ragazza albina, annuendo.
  • È proprio questo che mi preoccupa. – borbottò fra sé e sé il Terzo Master, osservando pensieroso il boccale di birra vuoto. Scosse la testa, cercando di non pensare alla spiacevole sensazione negativa che si era impadronita di lui – Meglio non pensarci. Piuttosto, prenderei volentieri un'altra birra se non ti dispiace. – allungò il bicchiere alla bella barista della Gilda, che lo prese delicatamente portandolo dietro al bancone e riempiendolo d’un liquido giallo chiaro, molto schiumoso, continuando a sorridere.
  • Sono sicura che stanno tutti bene. – continuò Mira, stando ben attenta a non rovesciare il contenuto del boccale mentre lo riponeva sul tavolo davanti al Master.
  • Non sono loro che mi preoccupano. È quello che li circonda, il problema. – ribatté lui, serafico.
 
 
 
Angolo dell’autrice
 
E niente, eccoci al settimo capitolo. Come avrete notato, questi sono tutti capitoli di passaggio, pieni di amenità e piuttosto scarsi a livello di azione, ma non disperate, questa è solo la quiete che precede la bufera. Avevo bisogno di un po’ di spazio (e di capitoli) per riassettare un po’ le cose, per dare spazio anche a un po’ di romanticismo che purtroppo manca nell’opera originale e anche per mettere in chiaro alcuni equilibri che si sono andati a modificare con l’arrivo di Rya.
Ne approfitto per aggiungere giusto due parole, rivolgendomi a tutti coloro che leggono e seguono questa storia, ringraziando cordialmente chi usa una parte del proprio prezioso tempo per perdersi tra le mie righe, seguendo i miei contorti e assurdi ragionamenti. Vi ringrazio davvero di cuore, anche se non posso fare a meno di notare che le visualizzazioni in questo fandom siano calate panico e paura. Sono rimasta assente parecchio, devo essere sincera, però non posso fare a meno di dispiacermi di questa situazione che si è venuta a creare. Diversamente da altri fandom che seguo e che a distanza di molti anni continuano ad essere attivi e vitali, questo sembra quasi che stia morendo.
A parte questa piccola nota nostalgica, grazie ancora a chi segue e recensisce la storia, vi assicuro che apprezzo davvero tanto la vostra presenza e il vostro supporto!
Un abbraccio e a presto!
Laly
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Laly of the Moonlight