“Ecco là, Piazza degli Innamorati.”
Si staglia di fronte a noi,
candida e intoccabile,
come un giocattolo dimenticato.
“E tu? Tu come ti chiami?”
Una risata
candida, da bambino.
Oh, tutt’intorno
si dipingono i fiori!
“Al mio nome ti perdi.
Ben presto mi lasceresti abbandonato e solo!”
I piedi nudi miei si sfregano,
il desiderio logora.
L’insicurezza della curiosità scivola via giù,
unge il pavimento petroso.
“Perché?”
“Conosco la gente, bambina.
Si riempiono la bocca di piccole farfalle cristalline.
Fugaci illusioni,
le mordono, le masticano, le vomitano.
Usano, sporcano, dimenticano. Così si vantano gli uomini.”
Il vento sottile e piacevole lambisce la piazza colorata.
Una chitarra singhiozza
morbide note
in un angolo immaginario.
Il mare lontano bagna l’aria
con la più bella colonna sonora
mai concepita.
“Hai paura di me?”
Mi avvicino piano, con i capelli ramati
che arricciano al sole.
“Non quanta tu ne avrai quando capirai:
chi sono? Cosa posso farti?”
Ha negli occhi la nostalgia di un amore vero.
Gli carezzo delicatamente una guancia
con le punte delle dita del colore del tramonto.
“Non temermi. Io ti ho già conosciuto.”
Gli vizio piano le labbra di un bacio impalpabile.
“Non temermi, piccolo angelo.
Io ti ho già conosciuto.
E conosco il tuo nome,
senza averlo imparato mai,
giovane Amore.”
Si staglia di fronte a noi,
candida e intoccabile,
come un giocattolo dimenticato.
“E tu? Tu come ti chiami?”
Una risata
candida, da bambino.
Oh, tutt’intorno
si dipingono i fiori!
“Al mio nome ti perdi.
Ben presto mi lasceresti abbandonato e solo!”
I piedi nudi miei si sfregano,
il desiderio logora.
L’insicurezza della curiosità scivola via giù,
unge il pavimento petroso.
“Perché?”
“Conosco la gente, bambina.
Si riempiono la bocca di piccole farfalle cristalline.
Fugaci illusioni,
le mordono, le masticano, le vomitano.
Usano, sporcano, dimenticano. Così si vantano gli uomini.”
Il vento sottile e piacevole lambisce la piazza colorata.
Una chitarra singhiozza
morbide note
in un angolo immaginario.
Il mare lontano bagna l’aria
con la più bella colonna sonora
mai concepita.
“Hai paura di me?”
Mi avvicino piano, con i capelli ramati
che arricciano al sole.
“Non quanta tu ne avrai quando capirai:
chi sono? Cosa posso farti?”
Ha negli occhi la nostalgia di un amore vero.
Gli carezzo delicatamente una guancia
con le punte delle dita del colore del tramonto.
“Non temermi. Io ti ho già conosciuto.”
Gli vizio piano le labbra di un bacio impalpabile.
“Non temermi, piccolo angelo.
Io ti ho già conosciuto.
E conosco il tuo nome,
senza averlo imparato mai,
giovane Amore.”