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Autore: EuphemiaMorrigan    09/06/2018    1 recensioni
[La storia partecipa all’invasione in massa di EFP in data 9/06/2018 per il compleanno di Rei Murai ♥]
Raccolta di sentences SasuKiba.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Kiba Inuzuka, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Vivere con un Uchiha, manuale d’uso.

Incubo.

Da anni Kiba era venuto a conoscenza dei sogni opprimenti che quasi ogni notte disturbavano il sonno di Sasuke. Per questo motivo tutte le sere, fingendo di stiracchiarsi, finiva per sfiorare innocentemente la schiena rigida del compagno e serrava le dita calde sulla maglia sgualcita del pigiama, tenendolo vicino a sé.

 

Abbraccio.

«Agli Uchiha non piacciono gli abbracci», ripeteva Naruto imbronciato tutte le volte che il migliore amico lo scacciava con irritazione, eppure Kiba non s’era arreso: sin dall’inizio aveva provato a prendere di sorpresa Sasuke, saltandogli sulle spalle quando meno se lo aspettava. Più che un abbraccio, però, pareva un incontro di wrestling.

 

Pomodori.

Inuzuka era certo che il suo fidanzato si sarebbe presto trasformato in un pomodoro gigante se avesse continuato a nutrirsi soltanto di quel frutto; ma quel furbastro di Sasuke, ahilui!, sapeva come fregarlo: gli bastava dimostrarsi più accondiscendente del normale per farlo scodinzolare contento ad acquistarne altri.

 

Cani.

«Litighiamo altri lunghi anni come cani e gatti», Kiba conservava quel foglietto di carta stropicciato nemmeno fosse un tesoro, memore di uno dei pochissimi momenti in cui Sasuke s’era dimostrato quasi un uomo normale.

 

Paperella di gomma.

Fin dalle medie inferiori Kiba possedeva una paperella di gomma, grazie alla quale aveva teoricamente iniziato a istruire il proprio cagnone alla difesa personale. Da quando aveva incontrato Sasuke Uchiha, tronfio compagno di classe con un palo ficcato in culo, gli capitava spesso di lanciare il povero paperotto fra le fauci della bestia urlando: «Azzanna bene Sasuke, Akamaru!».

 

Collare.

«Stai scherzando?»
«Perché dovrei?»
«Ti sembra un regalo da fare al tuo ragazzo, il giorno del suo diciottesimo compleanno?»
«Il collare infatti è per Akamaru, a te ho comprato dei croccantini, cane».

 

Caffè.

Da bambino Kiba s’era dovuto abituare presto a svegliarsi con in sottofondo le urla scontente della madre, abbandonata da un marito irresponsabile e lei stessa incapace e goffa per riuscire a dar affetto ai suoi figli, riempiendo il silenzio stagnante di grida e insulti. Diventato adulto e indipendente, lontano dalla casa natia, ciò che lo ridestava erano ormai il rumore delle stoviglie e l’aroma del caffè preparato da Sasuke.

 

Shampoo anti-pulci.

«Stai fermo, cane!» Sasuke lo aveva ripreso infuriato, mentre le dita ricoperte di sapone affondavano fra gli ispidi capelli castani, sfregandoli quasi con violenza; lo aveva sgridato per ore intere, malgrado Kiba continuasse a definirsi innocente: non era colpa sua se all’asilo nel quale lavorava era scoppiata un’epidemia di pidocchi!

 

Osso.

Rimaneva tutte le volte affascinato di come le mani esperte di Sasuke riuscissero a rilassarlo: le dita callose seguivano sapientemente il profilo della spina dorsale esposta, tracciavano le vertebre, scendendo di nuovo verso il coccige senza mai stancarsi d’adorare la pelle sensibile e, qualche secondo dopo, farlo completamente impazzire di desiderio.

 

Passeggiata.

Il loro primo appuntamento era stato disastroso, tanto che Sasuke gli aveva sbraitato contro, preda dell’isteria, che mai più lo avrebbe assecondato nel portare Akamaru a passeggiare al parco, senza guinzaglio.

 

Dormire assieme.

Agli albori della loro relazione Sasuke si manteneva a distanza anche a letto, gli voltava la schiena rimanendo fermo e silenzioso tutta la notte; dopo anni Kiba non riusciva più a capire dove iniziasse lui e finisse il compagno, avvinghiato a lui come una piovra.

 

Sveglia.

Da quando aveva Akamaru con sé, ogni mattina veniva lavato in viso dalla lingua ruvida e svegliato dall’entusiasmo contagioso del cucciolone; con il passare degli anni, però, anche il vecchio amico s’era fatto più stanco, allora erano diventati lui e Sasuke quelli che ogni giorno gli rendevano più facile il risveglio con affettuose carezze.

 

Calzini sporchi.

I suoi calzettoni antiscivolo non puzzavano! Sasuke doveva smetterla di lasciarli accanto al cuscino tutte le volte, quasi lo stesse accusando dello sgradevole odore che si sentiva.

 

Poncho.

Dalla Luna di miele in Messico non solo Sakura era ritornata con un’abbronzatura da paura, ma anche con regali dal dubbio gusto e utilità, fra cui un logoro poncho color ocra; Inuzuka non aveva mai visto Sasuke così felice di ricevere un souvenir, come lo era stato di quel comodo e caldo capo d’abbigliamento, tanto che aveva il timore cominciasse a indossarlo anche sotto la doccia.

 

Buon compleanno.

«Auguri, Fuffi!»
«Da quando mi chiami Fuffi? E come mai questo entusiasmo? Non ci sarà mica un osso in quel pacchetto?»
«Sarebbe noioso regalarti la stessa cosa ogni anno»
«Allora è un guinzaglio?»
«Riprova, cane»
«Di nuovo lo shampoo anti-pulci?»
«Nemmeno»
«Allora è un collare!»
«Quasi… In fondo, gli anelli sono i collari degli uomini»

 

Angolo autrice:
Ancora tanti tanti tantissimi auguri di buon compleanno, Giada.
Spero che questo piccolo regalo possa piacerti, un bacione <3

   
 
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