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Autore: kibachan    10/06/2018    2 recensioni
Un excursus su vari momenti della vita di Loki, dalla sua nascita in poi, sui legami e le relazioni con la sua famiglia, in particolare con sua madre Frigga, che l'hanno condotto lentamente a diventare il dio degli inganni.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Sif, Thor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAP 8 – 6 MESI DOPO
 
Ennesima battaglia, ennesima vittoria. Loki cominciava a pensare che non esistesse avversario in grado di impensierire Thor, almeno fino a quando avessero continuato a sfidarlo apertamente.
L’ennesima vittoria portava all’ennesima festa.
I giorni scorrevano tutti uguali.
Il giovane si trovava spesso a domandarsi se la sua vita sarebbe stata per sempre così, una battaglia e un banchetto dopo l’altro, vissuta eternamente nell’immotivato astio di suo padre e nell’immensa ombra scusa del suo invincibile fratello.
 
La sala del trono era gremita anche quel giorno. Il banchetto si sarebbe svolto di lì a poco.
Loki entrò alle spalle di Thor accanto a Sif e gli altri. Si domandava se avrebbe assistito per sempre allo spettacolo del mantello rosso di suo fratello davanti a lui, sempre davanti.
Percorsero la navata principale, sua madre gli rivolse un radioso sorriso che lui ricambiò in maniera discreta ma chiara. Era l’unica in grado di scaldare il gelo che sentiva tutte le volte che vedeva suo padre, e percepiva che non lo stava neanche guardando.
Odino si alzò in piedi mentre Thor si inginocchiava baldanzoso, seguito dagli altri. Loki si chiese come riuscisse a sembrare così strafottente anche mentre stava in ginocchio. Thor fece l’occhiolino a suo padre e Loki roteò gli occhi al cielo esasperato.
 
-signori!- esordì il re, raggiante in volto. Tutti tacquero qualsiasi sussurro all’istante –non era facile stavolta, la minaccia veniva direttamente dalle viscere della terra!- celebrò
 
Loki ne convenne dentro di lui. Se non avesse preso le sembianze del principe del sottosuolo, imitandone alla perfezione parlata e movenze, non sarebbero mai riusciti a penetrare nella fortezza di fuoco, sgominare le guardie e recuperare il talismano che permetteva di controllare gli smottamenti del terreno. Erano mesi che il re di sotto li teneva in scacco con quel manufatto terroristico.
 
-ma fortunatamente ancora una volta la minaccia è stata allontanata!- continuava Odino –celebrate, signori, mio figlio! Thor, dio del tuono e del fulmine, che ha sconfitto l’esercito nemico e ha riportato con sé questa preziosa reliquia!- esclamò.
 
Uno scroscio festante esplose nel salone mentre Thor si alzava in piedi ad accogliere quel riconoscimento.
 
-ora è il momento- concluse Odino –di mettere da parte le parole e lasciar esprimere i bicchieri, miei diletti, festeggiamo adeguatamente!-
 
L’ultima parola dello stesso Odino venne inghiottita dal boato delle trombe a festa e dallo scalpiccio di tutti i piedi che iniziavano a disporsi per la festa.
Solo due paia di occhi identicamente sbigottiti guardavano il re: Loki e Frigga. Possibile che non avesse nemmeno nominato il suo importante ruolo nella riuscita della missione? Senza contare che lo stesso piano era stato interamente elaborato da lui!
 
-mio re…- tentò la donna avvicinandosi allo sposo nel trambusto generale –non ti sembra che l’ego di nostro figlio sia abbastanza grande senza che tu lasci intendere all’intera corte che la vittoria sia stata tutto merito suo?- disse in tono di rimprovero
 
-suvvia Frigga. So dove vuoi arrivare- rispose Odino sospirando -l’essenziale è che il popolo si senta protetto da un eroe, non è necessario conosca nel dettaglio gli avvenimenti. Loki è un uomo fatto e finito, non ha certo bisogno di nutrirsi di elogi come un fanciullo-
 
Frigga si morse il labbro, cercando di riportare alla memoria se almeno quando era fanciullo Odino gli avesse riservato qualche elogio. Poi rivolse un’occhiata apprensiva al figlio, che aveva appena lasciato la sala con uno sguardo carico di odio.
 
 
TERRAZZA
 
Loki era immerso nei suoi pensieri, che oscillavano tra il tentativo di fregarsene e il progettare piani di morte molto dolorosi ai danni di suo padre. Per questo sussultò quando una mano poderosa sulla spalla lo fece voltare di scatto
 
-fratello- lo apostrofò Thor corrucciando il viso preoccupato, alla vista della sua espressione –va tutto bene? Sei scappato via-
 
Loki si rassettò la veste a disagio. Se persino Thor, che come sensibilità rasentava una pietra, si era accorto del suo umore, doveva star decisamente dando troppo spettacolo di sé stesso
 
-l’odore di maschio sudato cominciava a darmi allo stomaco- borbottò tra sé e sé. Thor sorrise e gli poggiò una mano dietro al collo in una grossolana carezza
 
-sei stato fondamentale nella missione di oggi fratello, senza di te non saremo mai penetrati lì sotto-
 
Loki gli rivolse uno sguardo stranito. Aveva colto in nocciolo della questione persino Thor, che aveva l’acume di un lavandino, e non suo padre? Non sapeva se essere ammirato dai progressi del fratello o ancor più arrabbiato.
Sganciò un mezzo sorriso nel dubbio.
 
-nostro padre è vecchio, e ormai non più lucido come un tempo- continuò il biondo –ma presto- aggiunse sfoderando ora un sorriso da canaglia –prenderò il suo posto, e dovrai rispondere solo a me fratellino- esclamò assestandogli una pacca sul collo, prima di lasciarlo andare e voltarsi per tornare al banchetto. Loki si rassettò velocemente i capelli scompigliati, con stizza, poi rivolse uno sguardo intenso alla schiena di suo fratello. Era chiaro che le sue volessero essere delle parole di conforto, e per il tentativo gli era grato, eppure al contempo la prospettiva così candidamente palesata di passare l’eternità alle dipendenze di Thor gli procurava un senso di angoscia tale da fargli dolere lo stomaco.
Si sentiva in trappola.
Si rese conto, suo malgrado, che amava Thor… ma allo stesso tempo lo detestava.
 
 
AL BANCHETTO
 
Nel vederlo rientrare sua madre Frigga lo aveva accolto con un sorriso di sollievo e un abbraccio, che lui aveva ricambiato con meno calore di quanto aveva sperato.
La festa per la vittoria era proceduta come da copione: birra a fiumi, risate, aneddoti improbabili suo dieci nemici sgominati con un sol colpo e sonore pacche sulla schiena.
Loki aveva come al solito osservato tutto da una posizione defilata. Come al solito non aveva perso di vista Sif neanche per un secondo.
Fu per questo che notò subito quando Thor le si accostò per parlarle all’orecchio, e notò anche l’ espressione oltraggiata che gli rivolse lei dopo quelle poche parole.
 
Sif si stava abbastanza godendo la serata, tra una pinta e una barzelletta atroce di Hogun.
Fu Thor a spegnere il suo entusiasmo a un certo punto, avvicinandosi a lei barcollando appena, e stringendo la mano di una giovane ancella, dai capelli color della luna, decisamente alticcia
 
-hei Sif- esclamò l’uomo chinandosi su di lei per poggiarle la mano sulla spalle e parlarle in un orecchio –pensa te a tener banco ora- le disse biascicando leggermente –io ho da fare, mi capisci no? Un uomo non può vivere di sola guerra- aggiunse tirando la mano della ragazzetta come per mostrarla a Sif. Quella scoppiò a ridere in modo irritante, schermendo un finto imbarazzo. Come se non bastasse Thor le avvolse un braccio intorno poggiandole una mano su didietro, e prima di defilarsi ammiccò alla giovane amazzone, come ad intendere che aveva fatto una bella presa.
 
Sif boccheggiò di disgusto e rimase immobile per un attimo, come a sincerarsi che era appena successo davvero quello che aveva visto. Poi si guardò attorno percependo repulsione per tutto ciò che accadeva in quella stanza e, come in preda ad un attacco d’ansia, si alzò in fretta e lasciò la sala.
 
Perché Thor aveva dovuto metterla a parte di una cosa così!? Pensava mentre faceva risuonare i tacchi dei suoi stivali a passo di carica nei corridoi. Detestava la sua indifferenza nel trattarla senza un briciolo del riguardo che si dovrebbe avere per una donna, ancora di più detestava quanto tutto questo fosse in grado ancora di sconvolgerla.
Non era più innamorata di Thor, ma sarebbe morta per lui, e apprendere di nuovo come lui non la considerasse degna neanche del più semplice rispetto le faceva male.
 
Persa in questi rabbiosi pensieri la mano che le afferrò il polso, bloccando il suo marciare, la colse del tutto alla sprovvista, e sussultò quando si trovò davanti gli occhi neri pece di Loki
 
-cosa è successo?- le chiese con urgenza mentre lei si strofinava una mano sul viso, per tentare di cancellare le tracce del suo dolore.
Non ebbe la forza per rispondere. Ma tanto Loki lo sapeva già cosa c’era. A lui era impossibile nascondere qualcosa.
Loki la lasciò andare, furioso di qualsiasi cosa la riducesse in quello stato, ancor più se quel qualcosa era suo fratello
 
-la verità è che io non dovrei prendermela, non sono più una bambina- gli stava dicendo lei con poca voce
 
-sai qual è la verità?- la interruppe lui bruscamente –la verità è che mio fratello è un completo idiota- Sif lo fissò sorpresa, Loki non aveva mai esposto un giudizio negativo su Thor ad alta voce –è solo un idiota che non riesce a vedere tutte le cose che ha senza fare il benché minimo sforzo- continuò lui infervorandosi –l’amore di nostro padre, il trono di Asgard…. Te…- aggiunse facendola arrossire di imbarazzo –lui non riesce a vedere che donna straordinaria sei- calcò volutamente sulla parola donna e lei voltò il viso di lato per non mostrargli che aveva centrato il nocciolo della questione.
 
Loki la guardò per un attimo, stufo di continuare a tacere. Così, con delicatezza, prese tra due dita una delle lunghe ciocche di capelli neri che le incorniciavano il viso. Il tocco la spinse a guardarlo di nuovo
 
-invece- disse a bassa voce accarezzando la ciocca tra le dita –io ti vedo, Sif-
 
La ragazza trasalì spalancando gli occhi, al realizzare quanto quelle poche parole celassero dietro. Sulle prime ebbe paura della potenza dei sentimenti che quella rivelazione le aveva suscitato, e d’istinto si sottrasse al suo tocco e scappò via.
 
Loki non ebbe modo di trarre alcuna conclusione dal suo comportamento, perché dopo pochi passi la vide tornare indietro e praticamente volargli tra le braccia e coinvolgerlo in un bacio capace di togliergli il respiro. Sorresse il suo peso per qualche istante mentre la baciava e poi si voltò per farle poggiare la schiena alla parete, per poter approfondire il bacio e lasciare che le mani esplorassero il suo corpo con tutta l’urgenza che l’attesa di quel momento aveva maturato.
Nessuno ebbe più traccia di loro quella notte.
 
Ciò che era iniziato con quel bacio si trasformò con naturalezza in una relazione. Non una relazione ufficiale, nessuno dei due era tipo da sbandierare i propri sentimenti in pubblico, ma qualcosa di intenso e sentito in ogni caso. Anzi quella clandestinità aggiungeva un pizzico di eccitante in più che non dispiaceva ad entrambi.
In privato i due cercavano di passare insieme più tempo possibile, mentre in pubblico si divertivano a lanciarsi sguardi provocatori quando nessuno li vedeva, spesso da una parte all’altra della sala. Loki adorava il modo in cui lei gli sorrideva da lontano, viveva per quei momenti in cui riuscivano ad appartarsi per fare l’amore. Sif da canto suo, sebbene all’inizio aveva pensato di essergli saltata addosso solo per ripicca verso Thor, si era man mano accorta di quanto ciò che provava per lui fosse autentico. Tra loro non c’erano parole sdolcinate, ma lei ne era contenta, e quando lui la faceva accomodare contro la sua spalla, in un angolo appartato del giardino, e le leggeva qualcosa, qualsiasi cosa, la sua voce che si dedicava a lei le sembrava quanto di più romantico potesse desiderare.
Per Loki il periodo passato con Sif fu probabilmente il più felice della sua vita. Quando la guardava, quando le passava le dita sulla pelle, insinuandosi sotto il tessuto sottile delle sue vesti, e la baciava, riusciva a dimenticare il suo livore, persino il trono perdeva importanza davanti alla serenità che gli trasmetteva il suo sorriso.
Non avrebbe mai potuto immaginare che di lì a poco tutto ciò che credeva di sapere gli si sarebbe sgretolato davanti.
  
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