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Autore: sara2000    11/06/2018    15 recensioni
André ha perso i suoi genitori, e dovrà traferirsi a Palazzo Jarjayes.
Il suo incontro con Oscar segnerà le vite di entrambi nella maniera più totale.
Con un epilogo diverso.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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UN ANGELO BIONDO

In questa giornata d’autunno un vento forte e delle nubi cariche di pioggia salutano la mia partenza dal mio paese. Dal luogo in cui sono nato, e in cui ho sempre vissuto.
Papà e mamma non ci sono più.
Un incendio me li ha portati via per sempre.
Ormai qui non ho più nessuno, dovrei andare in un orfanotrofio come tutti i bambini che restano da soli...
Figlio di nessuno...
Così mi ha chiamato quell’antipatico di Jerome ieri, mentre piangevo davanti alle tombe della mia mamma e del mio papà.
Avrei voluto picchiarlo, ma poi mi sono ricordato le ultime parole della mamma
-André, sii sempre buono e gentile. Con la bontà otterrai tutto nella vita, ricordatelo bambino mio. Ti voglio bene-
E poi ha chiuso gli occhi e mi ha lasciato solo.
Ma io, non andrò in orfanotrofio.
La nonna, la mamma del mio papà è venuta a prendermi.
Ha detto che mi porterà con lei a Parigi, e vivrò in un palazzo nobile dove dovrò fare da compagno di giochi al figlio del padrone...
Spero non sia antipatico come Jerome…spero che potremmo diventare amici.
Scappo alla sorveglianza della nonna e corro a salutare un ultima volta le tombe di mamma e papà, e poi ritorno in paese, dove mi sta aspettando preoccupata.
-André bambino, è tardi, dove ti eri cacciato?-
-Dalla mia mamma e dal mio papà...non potrò più tornare qui...volevo salutarli ancora un po’-
-Oh tesoro, vedrai che a Parigi starai bene, e poi la famiglia del Generale ha delle terre e una tenuta qui ad Arras, potrà capitare che tu e Oscar veniate qui in vacanza...-
-Oscar? Si chiama così quel bambino nonna? Quello a cui dovrò fare da compagno di giochi?-
-Beh...ecco...si...ma vedi tesoro, devo spiegarti alcune cose, ma lo faremo durante il viaggio. Ora andiamo. La strada è lunga-
Annuisco, volgo un ultimo sguardo a quella che è stata la mia casa, e poi salgo in carrozza, con le lacrime che, incapace di trattenerle, escono copiose dai miei occhi.
La nonna non dice nulla, mi prende solo tra le sue braccia e mi stringe forte.
-Perché nonna? Perché la mia mamma e il mio papà? Loro erano buoni…perché me li hanno portati via? Mi sento così solo nonna……-
-Vedi André…a volte le cose succedono senza un motivo…e non si può dar la colpa a nessuno…ma anche se non sono più con te fisicamente, la tua mamma e il tuo papà sono sempre con te, qui, nel tuo cuore, e con te resteranno sempre. Non temere bambino mio…
Ora avrai me con te…e a palazzo Jarjayes starai bene, sono sicura che diventerai molto amico di madamigella Oscar…-
Alzo lo sguardo e guardo mia nonna stranito…madamigella??? Ma cosa sta dicendo?
Oscar è un nome da maschio…e poi io devo fare da compagno di giochi a un bambino…non ad una bambina…
-Nonna…ti sei confusa…Oscar è un bambino…vero?-
-Ecco André…no…Oscar è una bambina. Solo che suo padre, il Generale, dopo sei figlie femmine, ha deciso di allevare lei, l’ultima come un maschio, per portare avanti la dinastia dei Jarjayes.
La sta allevando a diventare un soldato…e tu…beh, tu dovresti farle da esempio maschile-
Sono stupito, non ho parole…ma i nobili sono così strani? Una bambina deve essere un maschio?? E io devo essere il suo esempio??
Comincio a rivalutare l’idea del orfanotrofio……
-Senti nonna…ma…lei lo sa?-
-No André…lei è convinta di essere veramente un maschio…e non dovrai mai contraddirla mi raccomando, o il Generale non ci penserà due volte a sbatterti in mezzo ad una strada-
Sono scioccato…non riesco a credere a una cosa del genere…
Come farò? Come dovrò comportarmi? E soprattutto questa strana bambina come sarà??
Immerso nei miei pensieri il viaggio prosegue, e verso sera arriviamo a Parigi.
Una volta giunti al castello della famiglia per cui da ora presterò servizio, la nonna mi aiuta a scendere dalla carrozza, e tenendomi per mano entriamo nell’immenso atrio.
Non ho mai visto nulla di simile, è enorme, e tutto luccica di oro e gioielli.
Resto a bocca aperta ad osservarmi attorno, stupito e meravigliato.
Sono ancora incuriosito da tanta ricchezza che non sento la nonna chiamarmi, fino a che mi da una leggera pacca sulla schiena. Allora volto la sguardo nella sua direzione, e di fronte a noi c’è l’imponente figura di un uomo alto e serio. Indossa una divisa, e legata alla vita regge una spada.
In quel momento la nonna mi spinge, fino a farmi dare un inchino.
-Buonasera Generale, mi scuso per il ritardo-
-Bentornata Marie…allora immagino che tu sia André, vero ragazzo?-
-Su André, rispondi al Generale-
Restando nella mia posizione di riverenza alzo appena lo sguardo, ma quegli occhi di ghiaccio mi spaventano. Sembrano così freddi, e privi di sapere provare affetto…molto diversi da quelli del mio papà.
-Buonasera Generale…si. Sono io…mi chiamo André Grandier-
-Bene…mi dispiace per i tuoi genitori ragazzo. Ma sono sicuro che qui starai bene. E il tempo e la lontananza  allevieranno la ferita-
Le sue parole mi colpiscono come uno stilettata.
Ho perso da pochi giorni entrambi i miei genitori e lui mi parla di dimenticare?? Che la lontananza e il tempo mi faranno dimenticare?
Ma è un uomo così freddo e ostile…se la figlia che deve comportarsi da figlio sarà uguale credo che rimpiangerò i dispetti e le cattiverie di Jerome.
Proprio mentre sono immerso nei miei pensieri una voce dalle scale attira la mia attenzione.
-Padre, è arrivato il nipote di Nanny?-
-Si Oscar, vieni a conoscere André-
Alzo lo sguardo, e resto fulminato. Davanti a me, lungo le scale sta scendendo un piccolo angelo biondo.
Non ho mai visto nessuna creatura di cotanta bellezza.
Un visino aggraziato, due occhi azzurri come zaffiri, e quei riccioli biondi come il grano maturo.
Se non fosse per abbigliamento maschile, non si potrebbe non capire che è una bambina in realtà.
Continuo a fissarla ammaliato, mentre scende le scale.
Lo sguardo è fiero quanto quello del padre, e mi osserva da testa ai piedi, poi sorride sghemba e finalmente mi rivolge la parola.
-Ciao. Tu sei André, vero? Piacere, io sono Oscar François De Jarjayes…mi tu chiamami solo Oscar-
-Piacere di conoscervi……conte…-
-Sei sordo per caso? Ti ho appena detto che puoi chiamarmi solo Oscar…-
-Su Oscar, fai vedere ad André il palazzo, in modo che possa ambientarsi. Abbiamo fatto preparare per te una stanza, Marie porterà lì i tuoi effetti personali-
-Da bravo André, ringrazia il generale…e poi vai con mad…con il Signorino Oscar…-
-Vi ringrazio Generale…di tutto…-
Dopo un breve inchino mi congedo dal mio padrone e mi ritrovo così a seguire Oscar per il palazzo, cammina sempre un passo avanti a me e anche se è solo una bambina, noto che dimostra d’avere un carattere molto forte ed orgoglioso.
-Bene André, e questa è la biblioteca. Qui da domani seguirai le lezioni del precettore insieme con me. Sai leggere e scrivere vero?-
-Si Signorino…cioè…volevo dire, Oscar. La mia mamma e il mio papà me lo hanno insegnato-
-Bene, così potremmo subito studiare insieme. Poi ti allenerai con la spada e imparerai ad andare a cavallo-
-Ma…Oscar…io credevo di dover diventare il tuo compagno di giochi…-
-Non ho bisogno di un compagno di giochi André. Io voglio un compagno di spada. Dirò a mio padre di fartene avere una, e vedrai che imparerai presto. Ti insegnerò io! Sono bravo sai, mio padre è stato il mio maestro.
Sai, da grande diventerò un soldato. E tu potrai farmi da attendente. Così resteremo sempre insieme. Sai finora non ho mai avuto nessun amico. Sono contento che tu sia venuto qui.
Allora che ne dici? Ti piace il palazzo? Sei contento di essere qui??-
Avverto una certa solitudine nel profondo di questa strana bambina che crede di essere un bambino.
Forse dovuta proprio alla sua identità stravolta, o al fatto che veramente è cresciuta in solitudine, nonostante tutti gli agi da cui è circondata.
Il padre non mi sembra un uomo che dimostra affetto, e sua madre?
-E la tua mamma Oscar?-
-Mia madre si trova a Versailles, ci pensi che un giorno ci andremo anche noi?-
-A Versailles? Ma non sta qui con te?-
-Certo che no-
-Ma non ti manca?-
-Ho altro a cui pensare…devo diventare un bravo soldato. Lei vive là con alcune delle mie sorelle, sinceramente non mi dispiace che quelle rompiscatole siano là…almeno così sono più tranquillo, le femmine sono noiose-
Accidenti…non è solo uno scherzo, è proprio convinta di essere un maschio a tutti gli effetti…
Povera Oscar, quanto mi dispiace per te…chissà nel tuo essere cosa accadrà quando scoprirai la verità…perché prima o poi lo scoprirai.
Sei così bella…è impossibile scambiarti per un bambino…e io che so la verità come farò a mantenere un segreto del genere??
Ma devo farlo, e non perché me l’ha detto la nonna…ma per questo bellissimo angioletto biondo…perché so che quando accadrà sarà uno shock per lei.
-Allora, non mi hai ancora risposto André, sei contento di essere qui?-
-Beh…ecco io…sono contento di diventare tuo amico…ma…mi mancano la mamma e il papà…-
Abbasso lo sguardo, e ripensando ai miei genitori sento nuovamente le lacrime pizzicare i miei occhi nel tentativo di uscire, ma cerco di trattenermi, perché i maschi non piangono, e se devo farle da esempio devo essere più forte, ma mi è difficile resistere, il dolore è fresco.
-Scusami André. Sono stato uno sciocco…hai perso i tuoi genitori…non puoi certo essere felice…preferiresti essere la con loro, piuttosto che qui con me…senti…se vuoi puoi piangere…non ti prenderò in giro. Fallo pure.
Io non posso neanche immaginare il tuo dolore…ma…posso dirti una cosa.
Siamo amici da oggi, e se vorrai, da oggi io sarò la tua nuova famiglia. Come se fossi un po’ la tua mamma e il tuo papà…Che ne pensi?-
Resto scioccato dalle sue parole…ha solo 5 anni, ma dimostra di essere adulta fuori dal comune.
Si, forse al primo impatto sembra fredda e glaciale come il padre, ma sono sicuro che sotto sotto in realtà abbia un animo buono ed altruista, mi hanno colpito le sue parole.

“Se vorrai, da oggi io sarò la tua nuova famiglia”

Quale nobile parla così a un suo servo?
No. Non sarò mai un servo per Oscar, sarò un amico, un fratello, un confidente. Lo so, ne sono sicuro.
Da oggi io e lei saremo una famiglia.
Questo angelo biondo di nome Oscar da oggi e per sempre sarà la mia famiglia.
Sento che mai nulla ci dividerà e che saremo sempre insieme.
Non trattengo più le lacrime, e le lascio scendere dai miei occhi. Lei mi guarda e mi sorride, lasciandomi una pacca sulla spalla.
-Quando ti mancano i tuoi genitori e vorrai piangere vieni da me. Ti starò accanto e ti terrò stretta la mano, così-
Prende la mia mano tra la sua e la stringe forte, infondendomi una forza e un calore che non avevo mai sentito.
Mi asciugo gli occhi con il dorso della mano e ricambio il suo sorriso.
-Grazie Oscar…lo farò…siamo amici ora…-
-No, siamo una famiglia. Io con te, e tu con me…e ora andiamo, la nonna ci servirà da mangiare. Chiederò a mio padre il permesso per mangiare con te stasera, andiamo su!-
Corre via, il mio angelo biondo, e io la seguo.
La conosco da poche ore e già so che questa sarà una bella amicizia.
Forse vivremo dei momenti difficili, ma ci supporteremo sempre a vicenda, proprio come due fratelli.
Potremmo sempre contare l’uno sull’altro.
E quando accadrà che scoprirà di essere in realtà una femmina…io sarò con lei.
E le stringerò la mano forte come ha fatto poco fa con me.
La guiderò nel suo cammino e saremo sempre insieme.
-Allora, André, ti muovi??-
-Arrivo!!-

≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈

-Papà!! Papà ti prego…raccontacela ancora!!-
-Ma tesoro…un’altra volta?? Te l’ho già raccontata tante volte…-
-Mi piace sentire di come tu e la mamma vi siete conosciuti! E sono sicura che piace anche al fratellino nella pancia. Vero mamma??-
-Certo tesoro, però papà ha ragione…te l’ha già raccontata tante volte, che ne dici ora di andare a letto?-
-NO! Non voglio! Un’altra papà……-
Sorrido, e guardo la mia Oscar e nostra figlia.
Due gocce d’acqua in tutto e per tutto, se non per gli occhi. Quelli fortunatamente sono miei…almeno qualcosa da me doveva pur prendere questo diavoletto.
Già, diavoletto…come sua madre. Perché il mio angelo biondo, nel giro di pochi giorni dopo il nostro primo incontro, è diventato diavoletto, e così c’è rimasta per tutta la vita.
Vita che ho comunque passato con lei, e in cui mi sono innamorato di lei.
Nonostante lei mi vedesse solo come un fratello.
Quanto si sbagliava…
Eppure l’aveva detto lei.

“Se vorrai, da oggi io sarò la tua nuova famiglia”

Ma per più di vent’anni non ha mai voluto ammetterlo. Anzi, per un certo momento ha pure voluto allontanarmi dalla sua vita.
E ci siamo allontanati.
Ma poi…Saint Antoine, la presa della Bastiglia, la rivoluzione, la sua malattia, la mia imminente cecità…
Siamo sopravvissuti…
Ci siamo curati…
Ci siamo amati…
Ci amiamo…
È nata lei…
A breve nascerà il nostro secondo bambino.
Si, aveva ragione il mio angelo biondo. Saremo stati una famiglia. E lo siamo tutt’ora…
Prendo mia figlia in braccio e la porto nel suo lettino, le do un bacio e le ribocco le coperte.
-Ora dormi. Domani la mamma ti racconterà una storia nuova-
-Davvero?? E quale papà??-
-La storia di come ha scoperto di amare il tuo papà…sai, è la mia preferita…e visto che ci ha messo più di vent’anni…presumo che sarà molto lunga…-
Osservo Oscar guardarmi con il suo sguardo intimidatorio, e mi scappa una risata. Rivedo in lei il comandante.
Poi però osservo il suo pancione prominente, sorrido, e allora vedo la mia donna. Mia moglie.
Tutta la mia famiglia è lì.
Nei suoi occhi.
In quell’angelo biondo che mi accolse a sé anni fa.
E che da allora, è rimasta sempre con me.
La mia famiglia è sempre stata lei. Ora ho la mia famiglia, grazie a lei. Io, lei e i nostri figli.

  
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