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Autore: alessandroago_94    11/06/2018    15 recensioni
Raccontino scritto come se fosse la descrizione di un sogno.
Genere: Azione, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un sogno

UN SOGNO

 

 

 

 

 

 

 

 

Era buio pesto.

Si poteva solo correre.

Il rumore dei passi che inseguivano la vittima era qualcosa di frastornante.

Lo potevo udire anch’io.

Ma chi era la vittima, di preciso? Avrei potuto essere io.

La corsa che proseguiva.

Anche io mi ritrovai a correre, il ritmo incalzante di passi ignoti che pareva sfidarmi.

Oh, Cristo, qualcuno mi salvi, pensai.

Era tutto così spinto che pure il mio cuore sembrava non voler più restare nel petto.

Anche lui correva, al ritmo dei suoi battiti.

Pensai addirittura che potesse esplodermi nel petto.

Ero io la vittima… ormai era chiaro. Proprio io.

Ma cosa avevo fatto, per meritarmi tutto quello che mi stava accadendo?

Diamine, era una lotta contro il tempo.

All’improvviso, finii a sbattere contro un qualcosa di legno… un bel portone antico. Dotato di bellissimi battenti che riflettevano il tenue bagliore della luna.

Bussai, bussai come un forsennato. Beh, era la scelta che al momento mi era parsa più ovvia.

Non avevo pensato all’opportunità di aggirare l’ostacolo; infatti, non c’era alcun limite ad impedirmi la fuga, se non proprio quel portone chiuso.

I passi dietro di me continuavano a perseguitarmi, ed erano sempre più forti e distinti.

Continuai a correre, allora, verso l’ignoto. Dove mi stavo dirigendo, proprio non lo sapevo.

Non riuscivo a parlare, neppure a schiarirmi la voce.

Gridare aiuto, mi veniva in mente. Di tanto in tanto. Ma le corde vocali erano qualcosa d’ignoto, al momento.

Di fronte a me apparve improvvisamente un lago; e poi… una casa. Bellissima. Sulla sua riva, baciata dalle sue acque scure. Fiori di acacia pendevano dagli alberi addormentati.

La raggiunsi e quella volta trovai la porta aperta. Mi intrufolai dentro come un ladro, senza pensarci due volte. Sapevo che quella era la mia ultima occasione per mettere una pietra sopra a quella faccenda che mi stava tormentando da ormai troppo tempo.

Poi, i passi che mi seguivano si attutirono. Sempre più lievi, sparirono.

La porta l’avevo chiusa dietro di me, mi ci appoggiai con le spalle contro.

Ed ecco che la prima spinta mi colse impreparato.

Il nemico non se n’era andato, anzi, mi aveva raggiunto di soppiatto e stava cercando di entrare.

Ma io avevo chiuso a chiave la porta. O forse no?

No, non l’avevo fatto, dovetti riconoscere. Di chiavi neanche l’ombra! Ero stato davvero sciocco a credermi al sicuro.

Mi aggrappai quindi alla maniglia, rialzandomi e facendo leva sulla mia forza al fine di non darla vinta al nemico.

La porta si apriva da entrambi i lati, era una vera trappola.

Quel qualcosa che era dall’altro lato, all’esterno, aveva afferrato la maniglia e la strattonava verso di lui. Io, verso di me.

Una lotta, una prova di forza.

Inutile, ero destinato a cedere.

Lasciai all’improvviso la presa e cominciai di nuovo a darmela a gambe. Sbattei contro una parete ed essa si squarciò come se fosse stata formata da un sottile foglio di carta.

Precipitai.

Gridai, forse, ed allora ritrovai la mia voce.

Sfiorai delicatamente una nuova terra, qualcosa di soffice che mi accolse quasi come fosse stato un abbraccio.

Via, mi dissi.

Ripresi a correre, ma ero troppo in affanno; il cuore non ce la faceva proprio più.

Il nemico? Mi aveva seguito?

Manco a chiederlo, perché ricominciai ad avvertire il rumore dei suoi passi. Anche lui era precipitato assieme a me, ed era giunto lì, infine.

Mi accorsi con sgomento che avevo cominciato a muovermi pianissimo, come al rallentatore. Non riuscii a razionalizzare, giacché il nemico mi fu immediatamente alle spalle.

Il suo respiro caldo sul mio viso.

Mi afflosciai al suolo come se fossi stato centrato da un dardo invisibile.

Sospirai, sibilai, morii. Morii senza neppure accorgermene. Senza sapere chi o cosa mi avesse pedinato in quel modo, fino ad uccidermi senza pietà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

La mia carissima amica Kim mi aveva proposto, qualche settimana fa, di mettermi alla prova scrivendo un raccontino composto da frasi brevi… e con la stessa struttura di un sogno.

Ecco qui il risultato ^^

Non ha molto senso in sé, però è stato un buon esercizio di scrittura.

   
 
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