Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: Sonrisa_    11/06/2018    1 recensioni
[Capitoli dal primo al sesto: revisionati]
[Dal 7 maggio 2018 ripresa aggiornamenti]
La pace, nel regno sottomarino, non è mai destinata a durare a lungo... Dopo un anno dalla vittoria delle sette Principesse su Mikeru, infatti, compare un nuovo e potente nemico dalle intenzioni oscure. Le nostre amate Principesse si riuniscono, pronte e decise a riportare la pace nei loro regni, ma una rivelazione da parte della Regina dei Mari le condurrà verso il Mar Mediterraneo. Così, tra nuove amicizie, baci al chiaro di luna, nuovi amori, potenti nemici, antiche leggende e feste sulla spiaggia, riusciranno le nostre amate Principesse a ripristinare la pace nel loro mondo?
~*~
«Li ho abbandonati. Tutti loro. Oh Sara, come ho potuto?»
In risposta ebbe solo lo stridio di qualche gabbiano che sorvolava l'Oceano, infastidito dalle urla della sirenetta che avevano spaventato i pesci lì intorno.
In quel momento si sentì più sola che mai, lontana da tutti, priva di energie e provata anche emotivamente.
«Aiuto...» sussurrò al vento e alle onde.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovi personaggi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Missione T. I. V. A. P. L. A. D. C. C. R. I. M. F. B.



«Cosa ne pensi della città?» volle sapere Lucia, guardando distrattamente Rina, Hanon, Masahiro e Shirai che passeggiavano poco più avanti.
«Mi sembra davvero accogliente.» disse Kaito, continuando a mangiare il suo gelato «A proposito, sai se c'è un posto per fare surf qui?»
«Possibile che il surf sia il tuo pensiero fisso?» chiese Lucia, levando gli occhi verso il cielo fingendosi esasperata.
«Diciamo che i miei pensieri sono occupati anche da altro...» mormorò allusivo lui, predendole la mano e osservando di sottecchi la fidanzata che, a quelle parole, era arrossita ed aveva iniziato a gongolare «Ehi! Chi ti dice che parlassi di te?»
«Kaito!» esclamò indignata la ragazza, sgranando i suoi occhioni scuri e suscitando l'ilarità del fidanzato.
«È ovvio che parlassi di te, che faccia che hai fatto!» ridacchiò lui, allungandosi per sfiorarle delicatamente le labbra.
Lei oppose una quasi inesistente resistenza, per poi sorridere dolce e felice. Erano ancora insieme e questo bastava.


«Stanno bene insieme, vero?»
Le parole di Masahiro ridestarono Rina che, persa in chissà quali pensieri, stava tacendo troppo persino per un tipo come lei.
«Uh?...oh, sì. Hai ragione.» convenne la ragazza, quando comprese che lui si riferiva a Shirai ed Hanon che camminavano mano nella mano ridacchiando complici.
«A volte li invidio.» le rivelò lui, sedendosi su una panchina libera.
«Non credo di seguirti...» ammise lei, mettendoglisi accanto e guardandolo lievemente corrucciata.
«Invidio il loro essere così semplici e diretti.» spiegò piano lui, puntando gli occhi verso l'orizzonte «Si punzecchiano in continuazione anche per cose futili, ma sono complici. Si cercano sempre... che sia prendendosi per mano o semplicemente con uno sguardo...»
Rina tacque.
«Ti prego, dimmi: c'è qualcosa che non va?»
«...perché me lo chiedi, Masahiro?»
Questa volta toccò a lui rimanere in silenzio per un paio di secondi, prima di mormorare un "mi dispiace" sommesso.
Lei rimase spiazzata da quelle due parole, non capendo dove il ragazzo volesse andare a parare: «Io so di essere contorta certe volte, ma converrai con me che il tuo discorso non sia tanto limpido...»
«Tu non volevi che noi venissimo con voi, vero? Non volevi che io venissi con te.»
Dolore. Nelle parole di Masahiro c'era un grande dolore. Ma lei cosa poteva fare? Aprì la bocca alla disperata ricerca di qualcosa da dirgli, ma non le venne in mente nulla.
«Io... ti amo Rina.» mormorò lui, guardandola negli occhi «Sapere che non ti avrei vista per dei mesi mi ha distrutto. Non riuscivo a immaginare come avrei potuto fare senza di te... e non volevo nemmeno farlo... quindi ho proposto a Shirai di venire con voi e abbiamo chiamato anche Kaito, ovviamente. Chiedere aiuto alle tue amiche ci è sembrata la scelta più ovvia, anche perché voi eravate state alquanto vaghe sul vostro viaggio.» continuò, abbassando lo sguardo sulle proprie mani tremolanti «Ma mi rendo conto di essere stato egoista. Mi sono lasciato contagiare dall'euforia degli altri e non ho pensato a come ti saresti potuta sentire tu. È stato il mio più grande errore. Se tu non vuoi avermi qui, tranquilla, io pos-»
«Non dire più una cosa del genere.» lo zittì.
Fu in quel momento che lui si rese conto che Rina aveva gli occhi lucidi.
«Non dire più una cosa del genere.» ripeté lei, sbattendo le palpebre ripetutamente «Io ti voglio al mio fianco.» disse con fermezza «Posso dire che Nikora, Lucia e le altre siano diventate la mia famiglia, è normale per me vivere con loro e stare con loro. La notizia della partenza mi ha scombussolato, soprattutto scoprire che non avrei messo piede in Giappone per un bel po'. Io voglio stare con te, ma non ti avrei mai chiesto di seguirmi dall'altra parte del mondo e poi i-»
Rina si interruppe quando avvertì il tocco leggero di Masahiro raccogliere una lacrima incastrata tra le proprie ciglia.
«Diciamo che si può ancora lavorare sull'aspetto comunicativo del nostro rapporto, eh?» scherzò, ma non troppo lui.
«Ci lavoreremo insieme.» disse lei, stringendogli la mano.



«Va meglio?»
«Un po'...» disse Noelle, tentando di minimizzare il dolore che avvertiva e continuando a tenere premuto il ghiaccio sulla caviglia, notevolmente meno gonfia.
«Io ancora non ho capito come hai fatto ad inciampare...» sospirò Karen, guardando apprensiva la sorella.
«Te l'ho detto: avevamo così tante buste che non ho visto il gradino del negozio, quindi ho messo male il piede e sono caduta.» spiegò dolcemente la gemella.
Lo sbattere della porta annunciò il ritorno delle altre e un coro di Ma cos'é successo? si levò inevitabilmente.
Noelle sospirò piano e raccontò ciò che, di comune accordo, lei e Coco avevano stabilito: decidendo di omettere la loro disavventura, avevano convenuto che sarebbe stato meglio limitarsi a raccontare che Noelle si era fatta male inciampando all'uscita di un negozio, così da evitare di far preoccupare inutilmente le altre.
«È stata una fortuna che quei due ragazzi vi abbiano riaccompagnato a casa.» mormorò Karen, tamburellando le dita sul bracciolo del divano.
«Ma allora quest'isola è terra di conquiste!» scherzò Hanon, prendendo posto accanto a Noelle.
«Ma magari! Erano così carini!» trillò lei, assumendo un'espressione trasognata.
In risposta ottenne un grugnito poco fine da parte di Coco che catalizzò l'attenzione di tutte su di lei.
«Uh? Perché mi guardate così?»
«Non sei d'accordo con lei?» chiese curiosa Lucia.
«Per niente.» ringhiò Coco, schioccando la lingua «Riconosco che Tommaso era molto carino e gentile, ma quell'altro... era solo un cretino.»
«Non datele retta!» rise Noelle «Riccardo è stato davvero estremamente disponibile, l'unico problema è stato uscirsene con un commento poco carino sul nome di Coco...»
«Hai detto poco!» sbottò l'amica «Stupido biondo...» commentò a denti stretti.
«Credo di aver capito chi avete incontrato!» si intromise Serena, prendendo il suo cellulare dalla tasca ed iniziando a scorrere le immagini della galleria  «Sono questi?» chiese dopo aver trovato la foto che cercava.
«Sì, sono proprio loro!»
«Voglio vedere anch'io!» esclamò Hanon estremamente interessata avvicinandosi al telefonino «Oh..
«Carini, vero?» ridacchiò gioiosa Noelle, soffermandosi a lungo sull'immagine di Tommaso.
Hanon annuì con estrema convinzione, sbuffando nel sentire  Rina tossire un "Shirai" mica tanto velato e Lucia ridersela sotto i baffi.
«Rimanete indifferenti davanti a questa foto, su.» le sfidò la blu, piazzando il cellulare di Serena sotto il naso delle amiche.
«Beh... effettivamente...»
Hanon rivolse alle due amiche una sonora linguaccia, per poi restituire il telefono alla legittima proprietaria e sedersi accanto a Noelle.
«Ora voglio sapere tutto. Perché Coco ce l'ha a morte con quella meraviglia?»
«Riccardo ha definito il suo nome più adatto ad un cagnolina e lei si è offesa. Durante il tragitto, però, lui non le toglieva gli occhi di dosso e, capendo di aver detto una stupidaggine, l'ha invitata a fare colazione domani.»
«Hai un appuntamento con lui domani? I miei complimenti.» disse Rina.
«Tanto non ci vado.» borbottò Coco.
«Oh, sì che ci andrai.» disse decisa Hanon «Certe occasioni vanno colte al volo, amica mia! Su, è ora di decidere l'outfit di domani!» trillò la ragazza, tirando l'amica per un braccio.
«Tanto non ci vado.» ripeté quella, seppur con poca convinzione.
«Se non vuole, che senso ha insistere?» chiese Karen, incrociando le braccia al petto.
«Ma lei vuole andarci.» ribatté Noelle.
«Facciamo così: noi cerchiamo qualcosa che tu possa indossare domani, poi sarai tu a decidere se andare o meno. Se preferirai non presentarti fa niente, vorrà dire che avremmo passato un bel pomeriggio tutte insieme!» si intromise Seira, rimasta in silenzio fino a quel momento.
Coco guardò la ragazzina per un paio di secondi, poi sospirò arrendevole: «E va bene...»
Si levò un applauso nella stanza.
«Diamo inizio alla missione T. I. V. A. P. L. A. D. C. C. R. I. M. F. B!» esultò Noelle.
«Tivapla cosa?» balbettò Lucia, sbattendo le palpebre perplessa.
«Trova Il Vestito Adatto Per L'Appuntamento Di Coco Con Riccardo, Il Mega Fusto Biondo.» spiegò Noelle candidamente «Ovvio, no?»




Tre ore dopo, la stanza condivisa fra Coco, Noelle e Karen era letterarmente a soqquadro. Il pavimento era ricoperto di scarpe di tutti i tipi -avere quasi tutte lo stesso numero di calzature era un gran vantaggio-, mentre i letti erano nascosti da un'enorme quantità di vestiti.
«Non credevo avessimo una tal numero di capi di abbigliamento!»
«Così è più divertente trovare l'abbinamento perfetto, no?»
«Non proprio Seira... così è solo più divertente per Hanon che ci fa sgobbare avanti ed indietro portando vestiti a più non posso.» sospirò Rina.
«Guarda che ti ho sentita.» sibilò la sopracitata che, con occhio critico, scrutava attentamente Coco e, puntualmente, bocciava ogni outfit proposto con i commenti più vari: troppo serio, troppo colorato, troppo largo, troppo stretto, troppo scuro, la ingrassa, la fa sembrare troppo alta, non la valorizza, troppo corto, le sta male...
«Ci sarà per forza qualcosa che le stia bene! Qui dentro ci sono vestiti provenienti da otto guardaroba diversi. Mi rifiuto di credere che non ci stia nulla che possa andare!» sbottò Karen, abbandonandosi sul letto.
«Ho io la soluzione finale!» esclamò improvvisamente Seira, alzando trionfante il pugno verso l'alto, iniziando a scavare nell'enorme mucchio di vestiti abbandonato sul letto vicino la porta.
«Okay. Ora ho paura.» mormorò Hanon.



Caricatosi il borsone sulle spalle, Riccardo uscì a passo spedito dal centro sportivo senza dire una parola. Tommaso lo raggiunse in pochi secondi, parandoglisi di fronte per guardarlo negli occhi, ma Riccardo continuò a non proferir parola.
«Tu non me la racconti giusta.» sentenziò il moro «Sei strano da quando abbiamo lasciato quelle due ragazze a casa. Di' la verità, Coco ti ha colpito quindi ti sei pentito del tuo "complimento" invitandola ad uscire domani, ma temi che lei non si presenti.» disse, incrociando le braccia al petto «E avrebbe tutte le ragioni per farlo, eh.»
«Come se potesse esserci qualcuna capace di resistermi.» ridacchiò Riccardo senza trasporto «Hai visto come mi guardava, no? Ah, giusto, tu eri troppo concentrato sull'altra
«Sei pessimo, sappilo. Mi chiedo come faccio a volerti bene o anche solo sopportarti da... quanto? Dodici anni?»
«Tredici anni e cinque mesi.» lo corresse Riccardo «Eravamo in prima elementare, a metà anno.»
«Oh, ecco che il vero Riccardo fa capolino!» ridacchiò amichevolmente Tommaso, dandogli una pacca sulle spalle «Poi capirò perché con le ragazze ti dimostri in tutt'altro modo.»
Riccardo sbuffò esasperato, stanco di una discussione già sentita molte volte.
«Senza che fai così, eh. In qualità di tuo migliore amico ho l'obbligo morale di cercare di migliorare quel carattere del cavolo che tiri fuori quando si parla di ragazze.»
«D'accordo, papà.» lo schernì Riccardo, sorridendogli angelico.
Tommaso lo spintonò.
«Meriteresti davvero che Coco decida di darti buca.»
«Sappiamo entrambi che non lo farà.» ribatté sicuro il biondo.
«Vedremo. Scommetto che quella ragazza ti darà del filo da torcere.»


«Ah, dolore! Immenso dolore! I miei poveri occhi!»
«Hanon, non essere melodrammatica.»
«Rina, tu non puoi capire la sofferenza che sto provando.»
«...davvero? Mi sembrava un abbinamento bello...»
«Rosa shocking e arancione scuro... Sicura di non essere daltonica, Seira?» chiese Hanon, posando una mano sulla spalla della Principessina per poi sottrarle i due capi e lanciarli sui letti, lontano dai suoi occhi.
«Miss delicatezza, eh.» la rimproverò Rina, colpendola sulla nuca.
«A me piaceva il contrasto che si creava. Erano i colori miei e di Lucia...»


Riccardo calciò lontano un ciottolino trovato sul marciapiede, rimuginando sulle parole di Tommaso: possibile che quella biondina potesse decidere di non presentarsi l'indomani mattina? Inconcepibile.
Eppure...
Riccardo si fermò, caricandosi il borsone sulla spalla opposta e levando gli occhi al cielo. L'idea che una ragazza potesse dargli buca lo allarmò, mettendolo in uno stato di inspiegabile ansia, del tutto nuovo per lui: non provava mai ansia prima di un appuntamento, semmai erano le ragazze ad agitarsi al pensiero di stare con lui.
Si ritrovò a detestare le parole di Tommaso che avevano insediato in lui il timore del rifiuto.


«Mi rifiuto di continuare, Hanon, sono ore che andiamo avanti così e tu non sei mai soddisfatta.»
«Ma ci siamo quasi, me lo sento: l'abbinamento perfetto sta arrivando.»
«Despota. Abbiamo provato tutte le possibili combinazioni, persino quelle più improbabili come una gonna verde lime e una camicetta rosso fragol-»
«Non ricordarmi certe cose, Rina, te ne prego. I miei occhi soffrono ancora per aver visto simili obbrobri.»
«A me sembrava un abbinamento di un certo impatto... non dobbiamo cercare qualcosa che faccia colpo?» mormorò Seira, sentitasi chiamata in causa.
«Ecco, cercare qualcosa che faccia colpo e non che faccia prendere un colpo al quel b-»
Colpo di tosse di Rina.
«...biondo ragazzo. Stavo per dire "biondo ragazzo", non pensare sempre male.» sbottò Hanon, incrociando le braccia al petto.
Le ragazze risero divertite.
«Antipatiche. Guardate che quando toccherà a voi decidere cosa mettere per un appuntamento io non verrò in vostro aiuto.» sentenzò risoluta.
«A me andrebbe più che bene.» la punzecchiò Rina.
«Ah, sì? Quando vedrai il fantastico abbinamento che sto per proporre a Coco, ti rimangerai tutto.» disse Hanon e, ben decisa a trovare il look perfetto una volta per tutte, iniziò a scavare tra i vestiti lasciati disordinatamente sul letto passando al vaglio ogni opzione e studiando per bene Coco, così da capire quali potessero essere i colori che meglio si abbinavano al suo incarnato e ai suoi capelli.
"Evitiamo le gonne perché, essendoci dopo la riunione con gli altri ragazzi, deve poter essere pratica... quindi un paio di shorts di jeans andranno benissimo." ragionò, arraffando il suddetto capo non appena lo vide spuntare in quel tripudio di colori e stoffe "E perché non abbinarci questa bella blusa bianca?" pensò, alzandola per studiarla meglio. Era un modello con le maniche a sbuffo fino al gomito che era solita apprezzare tanto per via dello scollo che lasciava scoperte le spalle, inoltre la sua semplicità le avrebbe permesso di osare di più con degli accessori, rigorosamente rossi per dare un tocco di colore in più al tutto.
Vittoriosa, porse i capi prescelti a Coco per poi andare alla ricerca degli accessori.


Entrato in camera sua, Riccardo si stese sul letto, esausto, ma ben convinto a seguire quell'idea che aveva maturato durante il percorso di ritorno dalla palestra: sarebbe andato a prendere la biondina direttamente a casa. Lei sarebbe caduta ai suoi piedi, come facevano tutte, e il suo ego sarebbe rimasto intatto. Un piano semplice ed efficace. Perfetto.


«Perfetta!» gongolò Hanon, fiera del suo operato «Non era poi così difficile trovare l'abbinamento perfetto, no?»
«Allora la prossima volta potrai fare a meno del nostro aiuto.»
«Ma è stato così divertente, Rina! Erano secoli che non trascorrevo un pomeriggio tanto spensierato!» trillò Seira «Lo rifacciamo anche domani?»
Ad interrompere l'idillio ci pensò un certo pinguino che, insospettito dall'assenza delle ragazze per casa, si decise a scoprire cosa le trattenesse da ore in una delle camere da letto.
«Che cosa succede qui?» chiese, spalancando la porta.
Un paio di infradito volò fino alla sua testa.
«Bisogna bussare prima di entrare nella camera di giovani fanciulle indifese!»
«Indifese non direi proprio.» sbottò il piccoletto, massaggiandosi la parte lesa e rivolgendo un'occhiataccia a Noelle; quando però il suo sguardo vagò sulla stanza nel suo complesso, ad Hippo bastarono pochi secondi per trovare la risposta alla propria domanda.
Il caos di vestiti sui letti e la miriade di scarpe sul pavimento, che si era trasformato in campo minato, gli fecero capire che c'era di mezzo un ragazzo.
Malissimo.
I suoi occhi guizzarono su ogni Principessa, fermandosi sulla ragazza incriminata.
«Eh no! Io credevo che ormai fosse chiaro! Non siete qui per perdere la testa nei confronti di qualche umano. Coco, ti ci metti pure tu, ora? Dovresti essere più responsabile, del resto sei una tra le più an-»
«Stavi per dire "anziana"?» lo interruppe Coco, oltraggiata.
«Oh, beh, io... no, certo che no.»
«Hippo è morto.» sentenziò Karen con semplicità e Hanon convenne con lei.
Coco si levò uno dei sandali, brandendolo minacciosa.
«E allora cosa volevi dire?»
«Io stavo per dire an... an.... a... ampiamente esperta!» tentò di salvarsi in calcio d'angolo il pinguino, fallendo miseramente.
«Hippo, se ti prendo sei finito!» gridò Coco, lanciandosi al suo inseguimento, seppur claudicante indossando solo una scarpa.
Il pinguino prese a saltellare per la camera, cercando di non inciampare tra le scape abbandonate sul pavimento
«Fermati Coco!» gridò Hanon «Rischi di rovinare l'outfit o, peggio ancora, di sudare!» esclamò la blu, correndo dietro all'amica per cercare di fermarla.
Le altre si guardarono per pochi attimi, prima di ridere di cuore per la comicità di quella scena.
"Di certo con loro non ci si annoia mai." pensò Serena contenta e divertita.


Riccardo controllò per l'ennesima volta l'orario sul cellulare. Erano le nove e ventuno e lui era difronte al citofono di quella casa da almeno otto minuti. Aveva pensato di palesare la propria presenza, per poi cambiare idea, colto dal dubbio: e se Coco alla fine avesse davvero deciso di dargli buca e lui l'avesse trovata in pigiama mezza addormentata? O ancora, se lei fosse uscita la mattina presto e lui fosse andato fin lì per niente?
Frustrato, si passò una mano tra i capelli biondi, mal sopportando l'insicurezza che stava manifestando.
 

«Io vado.» annunciò, fingendo di cercare qualcosa nella borsa, così che non si notasse il sorrisetto che le era spuntato sul volto.
Le ragazze la salutarono ridacchiando complici.
Coco si chiuse la porta alle spalle, sentendo dei passi concitati allontanarsi: intuì che le ragazze stavano salendo per le scale e che si sarebbero appostate alle finestre per osservarli. Sospirò, sentendosi nervosa per quel suo primo appuntamento. Imponendosi calma, si ripromise di non far trapelare quanto fosse affascinata dal biondo. Era bello da mozzare il fiato, sì, ma il suo carattere la spiazzava per la sua ambivalenza: un momento prima pareva il principe azzurro, gentile e cavalleresco, un secondo dopo era capace di ferirti con semplici frasi senza il minimo tatto.


Sentendo la porta sbattere, Riccardo si arrischiò a spiare chi fosse appena uscito, ringraziando il nascondiglio che il muretto adiacente al cancello gli aveva offerto. Si sentì più leggero nello scorgere la figura di Coco e  ne approffittò per osservarla senza essere visto.
I suoi occhi azzurri la scrutarono attentamente, soffermandosi dapprima sui lunghi capelli legati verso dietro -probabilmente per far risaltare le spalle chiare lasciate scoperte dalla scollatura della blusa bianca- scendendo poi per tutta la sua sinuosa figura, indugiando forse un po' troppo sulle lunghe gambe che facevano capolino dagli shorts scuri.
Storse le labbra nel vederla indossare un paio di occhiali da sole: gli sarebbe piaciuto poter vedere i suoi occhioni sgranarsi per la sorpresa di trovarselo lì. Anche perché, vista l'ora, era palese che Coco si stesse dirigendo sul bar che lui le aveva indicato. Il suo orgogliò ne uscì rinvigorito a quella costatazione: il suo fascino aveva svolto ancora una volta un ottimo lavoro.
Con un sorrisetto compiaciuto si allontanò dal muretto del cancello, arretrando di qualche passo, decidendo che sarebbe stato meglio non farsi vedere in trepidante attesa di quella ragazza che lo intrigava parecchio.



Eccomi qui, super puntuale! :)
Quando ho deciso di riscrivere la fanfic per caratterizzare meglio i personaggi (certe volte, rileggendo la precedente stesura, mi veniva voglia di mettermi le mani tra i capelli) Riccardo era uno di quelli che sentivo di non aver reso bene. L'ho trovato abbozzato e spesso anche contraddittorio con se stesso. Non avevo una linea ben precisa, scrivevo di getto adattando il personaggio alla situazione che volevo accadesse, senza preoccuparmi se la sua reazione fosse coerente.
Ora lo trovo più definito, ma mi rimando al vostro giudizio: vi piace questo Riccardo più approfondito (nei capitoli successivi andrò più in fondo, don't you worry)?

E poi... vi piacerebbe vedere come me lo sono immaginata io? Se la risposta è "sì", dal prossimo capitolo avrete delle sorpresine :3

Prossimo aggiornamento previsto per lunedì 30 luglio.
Lo so, sarà più di un mese di attesa (ma visti i miei soliti tempi non è nemmeno tantissimo), ma capitemi:
la mia sessione estiva finirà il 23 luglio. 23 luglio. Ventitrè luglio. Sigh.
Quindi, dato che non sono sicura di poter controllare ed aggiustare per bene il capitolo prima di quella data (avrò altri due esami nel mezzo), preferisco darci appuntamento un po' più in là con una data più lontana, che con una più vicina ma che sicuramente non riuscirei a rispettare.
Concludo con un GRAZIE in caratteri cubitali per LadyKaraD che mi ha dedicato parte del suo tempo recensendo lo scorso capitolo. Grazie, grazie, grazie e ancora grazie! Mi riempie di gioia sapere che c'è ancora qualcuno che segue la storia, nonostante io sia stata un disastro con gli aggiornamenti nel corso degli anni.
Per chi ha finito la scuola: godetevi l'estate!
Per chi, come me, è alle prese con gli esami: forza e coraggio!
Vi abbraccio,
Marty
  
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