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Autore: angelo_nero    11/06/2018    8 recensioni
[Attenzione! Possibilità di spoiler per chi non ha seguito/ segue DB Super]
Dal primo capitolo:
"Guerrieri, la maggior parte, con grande forza combattiva e dall’enorme potenziale, amministrati da un Lord potente quanto pazzo, astuto quanto sadico, che desiderava l’intero universo ai propri piedi pur non muovendo un dito. Un tiranno che non si faceva scrupoli ad eliminare chi gli era d’intralcio. Fu egli stesso a sterminare la razza a lui più fedele temendo una loro possibile rivolta, i Saiyan, spazzandola via assieme al pianeta che portava il nome del loro sovrano. Non ne rimaneva che una manciata di questi guerrieri, di cui ancora meno purosangue, e un buco buio lì dove risiedeva il pianeta. "
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Nappa, Radish, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Non seppe dire che ore fossero quando fu svegliato dal rumore di passi pesanti e voci decisamente troppo alte, non adatte alle orecchie di chi vuole continuare a riposare. Strizzò gli occhi senza però aprirli: si era dimenticato della confusione del continuo via vai di persone in quel posto, dormire fino a un’ora decente era pressoché impossibile con tutto quel casino. Nel dormiveglia pensò che avrebbe dovuto far insonorizzare la stanza, così che quei trogloditi dei suoi simili non potessero svegliarlo né con i loro schiamazzi notturni né con il passo da elefante con cui camminavano. Si voltò verso il centro del letto, dando le spalle alla finestra coperta da pesanti tende scure, e abbracciò d’istinto Bulma, profondamente addormentata, prima che Morfeo lo riprendesse tra le sue braccia.
Passò qualche ora, il via vai al di fuori della stanza sembrava essersi quietato e regnava il silenzio per i corridoi di quel piano, prima che il sonno decise di abbandonarlo definitivamente per quel giorno. Aprì lentamente gli occhi, quasi certo che la luce proveniente dall’esterno lo avrebbe colpito in piena faccia, e incrociò due iridi azzurre che lo fissavano. Si strofinò un occhio e interrogativo rimase a fissare gli occhi chiari di sua moglie.
- Buongiorno.- gli disse andandogli a sfiorare il viso con una mano.
Neanche il tempo di fargli formulare nel cervello una frase di senso compiuto che lei catturò le sue labbra, lasciandolo di stucco. Poggiò le mani sui suoi fianchi e rispose al bacio nonostante avesse ancora addosso il torpore del sonno.
Bulma approfittò di quel suo stato di semi veglia e gli salì sopra, premendo il proprio corpo morbido contro quello massiccio di lui. Quel contatto provocò una reazione naturale nel Saiyan che ancora mezzo addormentato si rendeva a malapena conto di averla addosso.
L’azzurra allora iniziò ad accarezzargli il petto, poi l’addome, percorrendo con la punta del dito gli addominali scolpiti e scese più giù andando a sfiorargli con le dita l’inguine. Gli strappò un mugolio di piacere quando andò a toccare con delicatezza quell’organo che si era messo sull’attenti. Bulma sorrise continuando a toccare il suo punto sensibile, non lasciò le sue labbra neanche un attimo, dalle quali uscì più di un gemito estasiato da quel contatto.
Vegeta comprese che la donna si stava approfittando del suo stato di sonnolenza per prendere il comando della situazione. Glielo lasciò fare senza opporsi in alcun modo, sembrava aver voglia di giocare ancora.
Passarono le seguenti due ore a rotolarsi tra le lenzuola per appagare quel desiderio fisico che sembrava non volersi estinguere. Finalmente appagati si concessero di rimanere a letto ancora un po’, in attesa che il respiro e il battito cardiaco tornassero normali.
Bulma alzò la testa dai suoi pettorali e lo guardò studiando il suo viso rilassato.
- Scusa, ho approfittato del fatto che fossi ancora mezzo addormentato.- gli disse senza essere realmente dispiaciuta.
Vegeta alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, poi si alzò dal letto lasciando che la donna potesse ammirare il suo corpo perfetto nella sua nudità integrale.
- Dove vai?-
- A fare una doccia.- le disse voltandosi a guardarla. - Vuoi venire?-
E lei ovviamente non se lo fece ripetere una seconda volta seguendolo, o meglio trascinandolo, all’interno del bagno e poi sotto il getto caldo dell’acqua. Approfittarono di quella doccia per fare l’amore un’altra volta, sembravano non stancarsi mai. Avevano bisogno di un continuo scambio per sapere che l’altro provava la stessa cosa e gli sguardi fugaci durante la giornata bastavano a mala pena fino a sera, quando finalmente potevano lasciarsi andare e dedicarsi l’uno all’altra.
Bulma sospirava aggrappata al suo corpo possente, schiacciata tra esso e il muro di mattonelle della doccia. Lui la sorreggeva mentre affondava con sempre più intensità dentro di lei, le respirava addosso lasciandosi sfuggire ogni tanto qualche mugolio.
Vegeta si lasciò graffiare la schiena, tirare i capelli e mordere le labbra mentre la baciava. Sapeva di mandarla in estasi quando le permetteva di lasciargli qualche segno addosso, che sarebbe scomparso nel giro di qualche ora. Le prese un polso e la costrinse a poggiare la schiena contro il freddo muro dietro di lei, la vide buttare indietro la testa e cercare aria. Catturò le sue labbra in un bacio bagnato prima di cambiare posizione e adagiarla sul pavimento dell’enorme doccia.
Si persero l’uno negli occhi dell’altra mentre il rapporto raggiungeva il suo picco massimo.
- Vegeta.- sospirò la donna quando l’orgasmo la raggiunse.
Lui si limitò a un gemito sommesso e la morse con delicatezza nello stesso punto ove il suo marchio risiedeva su quella pelle candida.
Si presero qualche secondo per riprendere fiato, l’uno sull’altra si beavano di quella piacevole sensazione di contatto diretto. Bulma si alzò sui gomiti e, con ancora il fiato corto, incatenò il proprio sguardo a quello del compagno. Gli sorrise e lo baciò con delicatezza.
- Ti amo.- gli disse prima di abbracciarlo.
Il Saiyan non le rispose ma ricambiò il contatto. Rimasero qualche secondo in quella posizione prima di alzarsi ed uscire finalmente dal bagno.
Bulma si guardò allo specchio alla ricerca di qualche segno rosso che potesse testimoniare la loro foga, non che le importasse che qualcuno potesse vederli. Passò un dito sul segno del morso leggermente arrossato, aveva sentito distintamente Vegeta affondare i denti nello stesso punto anche se con minor foga della prima volta. Sorrise al suo riflesso e lo sguardo le cadde proprio su di lui, che si stava rivestendo calzando un paio di jeans scuri.
- Non metti la battle suit?- gli chiese tamponandosi i corti capelli azzurri.
Vegeta alzò le spalle allacciandosi i jeans e la cintura. Prese una maglietta a caso dal guardaroba, precedentemente riempito da qualcuno con i loro abiti.
- E questo?- chiese Bulma indicando la tasca posteriore dei suoi pantaloni.
Vegeta si fermò dal calzare la maglietta e osservò il suo riflesso nello specchio, trovando sui pantaloni lo stemma reale ricamato su una tasca.
Bulma si avvicinò al guardaroba e prese dei vestiti anche per lei. Si liberò dell’asciugamano che le avvolgeva il corpo, lasciandolo cadere a terra con un gesto veloce. Sotto lo sguardo attento del marito indossò i capi scelti, si riavviò i capelli e tornò a prestargli attenzione.
- Cos’è quella faccia? Non sei contento di avere il tuo stemma stampato sui jeans?- gli chiese notando la sua espressione che parlava da sola.
Vegeta fece una smorfia non troppo convinto osservando le tasche dei propri pantaloni. S’infilò la maglietta precedentemente presa borbottando sottovoce l’inutilità di quel particolare su abiti terrestri.
- C’è già il simbolo della Capsule Corporation sull’altra tasca.- si lamentò indicando la doppia “c”. - Come su ogni altra cosa che indosso.-
Bulma gli sorrise accondiscendente: in effetti forse il secondo simbolo non era necessario, nonostante personalizzassero quei jeans altrimenti anonimi. Con la scusa di osservare meglio i due marchi si mise a fissare con desiderio il suo fondo schiena, apprezzandone la forma. Persino il suo culo era sexy.
Qualcuno bussò alla porta distraendola dai suoi pensieri lussuriosi sul compagno. Guardò proprio lui, alla ricerca di una risposta alla muta domanda su chi si celasse oltre la porta e se fosse il caso di farlo entrare. Non sapeva come si svolgeva la “giornata tipo” di una Regina di quel pianeta, non sapeva se aspettarsi qualcuno che era venuto lì per svegliarli o cosa.
- Kaykoi.- disse il principe.
Bulma non comprendeva molto di quella lingua, anzi non ne sapeva quasi nulla, ma la porta si aprì spingendola a dedurre che quella parola fosse una specie di “avanti”.
Tenne lo sguardo inchiodato all’uscio della stanza curiosa di vedere ci vi si sarebbe palesato.
Una giovane donna dai corti capelli neri si mostrò ai due sovrani sospingendo la porta fino ad aprirla del tutto. Battè le palpebre sorpresa, lasciando perdere ciò che avrebbe voluto dire, quando vide Bulma seduta sul grande letto matrimoniale. Proprio a lei disse qualcosa che, ovviamente, l’azzurra non comprese data la mancanza del proprio rilevatore personale.
Vegeta le lanciò un’occhiata aspettandosi quasi che le rispondesse comunque. Quando ciò non accadde si prese la briga di fungere da traduttore da entrambe le parti, visto che anche la giovane era sprovvista del rilevatore.
- Dice che ti ha cercato nella tua stanza e non ti ha trovato. È venuta qui per chiedere a me se sapessi dove fossi.-
Bulma battè le palpebre confusa guardando ora la donna ora suo marito: la sua stanza? Per quale assurdo motivo lei avrebbe dovuto possedere una stanza solamente sua? Pensava fosse consuetudine anche su quel pianeta che marito e moglie condividessero lo stesso letto. Espose il proprio quesito al marito, il quale le confermò che in genere era così ma non seppe dirle il motivo per il quale lei, in quanto Regina, dovesse avere una stanza per sé. Glielo chiese alla giovane, sempre nella loro lingua.
- Per la vostra sicurezza, mia Signora.-
- Sicurezza?- chiese Bulma quando Vegeta le tradusse le sue parole.
La donna annuì
- Sì, mia Signora, per proteggervi da inconvenienti che potrebbero avvenire in questa stanza.-
Bulma era sempre più confusa davanti alle parole della giovane, non sapeva di quali inconvenienti stesse parlando, non ne aveva la minima idea. Aveva detto per la sua sicurezza, per protezione. Ma proteggerla da cosa?
- Dal Re, mia Regina.- disse la Saiyan leggendo nei suoi occhi una domanda implicita. - Si sono verificati episodi di violenza in questa stanza non sorvegliata, per questo è stato deciso di far riposare la Regina in una stanza separata.-
L’azzurra assunse un’espressione tra il confuso e lo stupito, ascoltando le parole tradotte in lingua terrestre. Non aveva mai potuto immaginare che potesse esistere una possibilità simile: okay, i Saiyan erano una razza di guerrieri con istinti animaleschi ma lei pensava che esistesse una sorta di rispetto tra Re e Regina, un codice di comportamento o qualcosa di simile. Non pensava che il Re potesse arrivare a tali gesti nei confronti della propria moglie.
Guardò Vegeta, confuso quanto lei, che sembrava essere sceso dalle nuvole con quella notizia, non consapevole di tali avvenimenti tra i suoi genitori. Tornò a guardare la giovane donna sull’uscio della porta e accavallò le gambe.
- Mi dispiace che tu abbia fatto un viaggio a vuoto, venendomi a cercare in una stanza di cui non conoscevo neanche l’esistenza. Ti sono grata per avermi informato dei pericoli che corro rimanendo qui ma non hai nulla di che preoccuparti, Vegeta non mi farebbe mai del male.-
La mora aprì la bocca per protestare e cercare di far entrare in testa alla donna che, a maggior ragione che lei fosse una fragile terrestre e si fidasse così ciecamente del compagno, correva maggiori rischi di una donna Saiyan. Però si fermò ad osservare gli occhi di entrambi che emanavano lo stesso sguardo di fiducia reciproca, di sicurezza e qualcosa che non riuscì ad identificare. Chiuse saggiamente la bocca e fece un leggero inchino.
- Come preferisce mia Signora. Vi volevo solamente avvertire che dopo colazione dovrete far visita alla vostra guardia personale.-
- Non ho bisogno di una guardia personale, mio marito basta e avanza per la mia protezione.- protestò la donna dai capelli azzurri.
- Il Re non potrà essere sempre presente al vostro fianco, avrete bisogno di qualcuno che vi protegga.-
Bulma sapeva che, piuttosto che lasciarla da sola in quel pianeta e in quel palazzo pieno di Saiyan poco raccomandabili, Vegeta se la sarebbe portata dietro ovunque andasse. Difatti il Saiyan guardava scettico la ragazza in piedi sull’uscio della propria stanza, che quasi tremava al suo cospetto davanti a quegli occhi così profondi, affatto sicuro nel lasciare la sua donna nelle mani di qualche scimmione con poco cervello. Non si fidava neanche di Napa, figuriamoci di una squadra di cui non sapeva niente.
Vegeta schioccò la lingua sul palato riflettendo sulla risposta da dare alla ragazza ancora sull’uscio che attendeva impaziente di essere congedata.
- Ci farò un salto, ora puoi andare.- lo anticipò Bulma.
Si voltò verso di lei con un’espressione contrariata stampata in faccia ma tradusse ugualmente le sue parole, dando modo alla Saiyan di chiudere la porta e allontanarsi quasi correndo.
Bulma si infilò le scarpe tolte la sera precedente sotto lo sguardo attento del compagno, per poi alzarsi e aprire la porta che collegava la loro stanza con quelle dei figli.
Vegeta la guardò ondeggiare sulle scarpe mentre scompariva oltre la porta, chiedendosi per quale motivo le avesse rimesse se il giorno prima si era lamentata della loro scomodità. Ogni giorno quella donna si dimostrava sempre più vanitosa, dato che nonostante fossero su un pianeta composto da guerrieri, ai quali non fregava nulla delle apparenza, lei si ostinasse a curare il proprio aspetto come se dovessero partecipare a chissà quale evento. Non che a lui dispiacesse la sua voglia di essere sempre presentabile: Bulma era sempre bellissima sia che fosse truccata ad arte sia che si fosse appena svegliata, però vederla calzata in certi tipi di abiti non gli faceva di certo schifo. Nei suoi occhi si accese una luce maliziosa percorrendo con la mente tutte le volte che lei lo aveva trascinato ad eventi eleganti e gli si era presentata davanti con qualche attillatissimo vestito.
- Vegeta?- lo richiamò dall’altra stanza. - Dove sono Bra e Trunks?- gli chiese affacciandosi alla porta.
Il Saiyan alzò un sopracciglio confuso.
- Non sono nelle loro stanze?- chiese retorico
Bulma lo guardò storto facendogli notare che, se glielo aveva chiesto, di sicuro non erano lì.
Vegeta si concentrò qualche secondo per isolare le auree dei proprio figli da tutte quelle presenti in quel posto. Aggrottò le sopracciglia quando le trovò in due ali opposte della struttura. La sua espressione cambiò di nuovo sotto lo sguardo confuso di Bulma, che lo vide poi alzarsi di botto ed uscire dalla porta senza una parola.
L’azzurra lo seguì a ruota, faticando a stare dietro alle sue falcate silenziose. Si chiese cosa gli fosse preso all’improvviso per farlo scattare in quella maniera. Eppure gli aveva solamente chiesto dove fossero finiti Bra e Trunks, lui poteva sapere le loro posizioni in qualunque momento seguendo le loro auree. Probabilmente stavano combinando qualche casino da qualche parte nel palazzo, dopo essere sgattaiolati fuori dalle loro stanze approfittando del fatto che lei e Vegeta ancora dormissero profondamente. Sperò che non distruggessero nulla, non aveva voglia di dover ripagare anche quel posto perché quei due si stavano divertendo da qualche parte all’interno.
Un urletto acuto attirò l’attenzione dei due coniugi che, dopo essersi scambiati uno sguardo, si diressero verso di esso riconoscendo la voce della loro bambina, preoccupati per ciò che potesse star combinando o, peggio, per la sua incolumità.
Alla fine del corridoio davanti a loro si palesava la scena con protagonisti Radish, Napa e Bra, quest’ultima tenuta dalla maglietta dal pelatone che insieme al compare la studiavano quasi fosse una cosa strana. Certo la piccola aveva dei colori diversi da quelli a loro noti ma non era poi così assurda come creatura.
Vegeta davanti a quella scena scattò come una molla e arrivò in mezzo secondo a un tiro di schioppo dai due, seminando Bulma che aveva tentato invano di fermarlo prima che scomparisse dalla propria vista.
- Metti giù all'istante mia figlia.- tuonò il principe dei Saiyan.
Napa e Radish si voltarono, trovando Vegeta alle loro spalle con uno sguardo omicida rivolto maggiormente verso il Saiyan con la testa pelata. Incontrare quello sguardo pieno di risentimento e rabbia provocò ad entrambi un brivido gelido lungo la spina dorsale, mettendo i sensi allerta in vista del pericolo che sostava a pochi centimetri. Rimasero immobili a fissare gli occhi fiammeggianti del recente Re, incapaci di eseguire anche il più semplice movimento.
Vegeta si avvicinò loro di un altro passo, scrutandoli attentamente per cogliere ogni minimo respiro che gli desse un indizio sul motivo per il quale avessero preso in ostaggio sua figlia.
- Mi hai sentito? Mettila giù immediatamente.- sibilò piantando le proprie iridi in quelle dell’ex compagno di squadra.
Napa, finalmente si riscosse e fece come gli era stato ordinato posando delicatamente la bambina a terra. Erano anni che non vedeva negli occhi del principe una tale furia da spaventarlo senza che egli si muovesse. Sulla Terra doveva essergli accaduto qualcosa di assurdo per trasformarlo in quella maniera.
Bulma aveva temuto per un secondo che Vegeta avrebbe fatto una strage alla vista di Bra nelle grinfie dei due Saiyan. Suo marito non conosceva vie di mezzo: o se ne fregava altamente di tutto o reagiva d’impulso alla minima cosa. E Bra faceva parte degli eventi scatenanti la seconda categoria. Il Saiyan vedeva rosso ogni qual volta ci fosse la bambina dai capelli azzurri di mezzo.
Fu proprio Bra a riportare il genitore con i piedi per terra, tirando una gamba dei suoi pantaloni per attirare la sua attenzione. Gli rivolse uno sguardo confuso quando egli si voltò verso di lei, non capendo il perchè si fosse arrabbiato.
La rabbia che lo pervadeva sparì nell’esatto istante in cui incrociò gli occhioni azzurri della sua bambina, sana e salva con i piedini nudi sul pavimento. Si lasciò andare in un sospiro di calma quando il sentimento di collera scemò, anche il suo sguardo si quietò insieme ai muscoli che si rilassarono. Tutto ciò fu impercettibile, tranne agli occhi di Bulma che, dopo anni di convivenza, aveva imparato a cogliere ogni più piccola sfumatura nei comportamenti del suo uomo.
Ella stessa gli si avvicinò cauta poggiando con delicatezza una mano sulla sua spalla. Poi abbassò lo sguardo sulla bambina ancora ancorata ai pantaloni del padre, trovandola ancora in pigiama e a piedi scalzi. La prese in braccio e la bimba le schioccò un sonoro bacio umido sulla guancia. La donna rise a quel dolce gesto attirando l’attenzione del marito che, oramai quieto, le osservava rapito. Le due posarono gli occhi su di lui, poi gli sorrisero facendolo irrigidire leggermente preso alla sprovvista.
- Ci andiamo a cambiare, che ne dici Bra?- le chiese Bulma.
Bra annuì convinta abbracciando la madre che le sfiorò il nasino con il proprio.
Posso pensarci io se volete, la vesto e la porto in salone per la colazione.- mormorò la stessa Saiyan che quella mattina era andata a cercarla, comparsa da chissà dove.
Bulma riconobbe la ragazza ma non ne capì le parole essendo ancora sprovvista di rilevatore.
- Dice che può occuparsi lei della mocciosa. Ve la porta pronta in salone.- spiegò inaspettatamente Napa.
- Oh.- mormorò soltanto l’azzurra, stupita dal fatto che l’uomo le avesse rivolto in un certo senso la parola.
Guardò prima Bra tra le sue braccia e poi la giovane guerriera che si era offerta di prepararla al suo posto. Bulma non amava che qualcun altro si occupasse della propria figlia, era sempre stata molto gelosa di quei momenti condivisi con lei o con Trunks a suo tempo. Lo concedeva solo a pochi eletti e in momenti in cui lei proprio non poteva occuparsene.
Alla fine però cedette e consegnò la piccola tra le braccia della ragazza dai capelli corti, pur a malincuore. Pensò che prendere parte alle tradizioni di quella popolazione l’avrebbe aiutata a sentirsi meno fuori luogo in quel pianeta composto principalmente da guerrieri ben addestrati.
La Saiyan fece un inchino e percorse a ritroso il corridoio fino alle camere reali.
-Io ho fame.- proruppe Radish spezzando il silenzio creatosi.
Vegeta e Bulma guardarono il capellone con una sorta di dejavu, ritrovando in quella frase un altro Saiyan che conoscevano molto bene.
Vegeta continuò a guardare in cagnesco i due Saiyan giganteschi davanti a lui, con ancora la voglia di spaccare il muso ad entrambi come promemoria. I suoi simili erano seriamente duri di comprendonio, doveva forse arrivare ad uccidere qualcuno affinché gli entrasse in testa un semplice concetto? Detestava ripetersi e incazzarsi per cose che non dovrebbero neanche esistere, iniziava a pensare che di quel passo avrebbe mandato tutto a fanculo e se ne sarebbe tornato sulla Terra.
Bulma andò a toccargli il braccio distogliendo la sua attenzione dai due che non avevano ancora capito la gravità della situazione. Prese la sua mano delicatamente stringendola e lo tirò dalla parte opposta del corridoi, invitandolo a lasciar perdere per dedicarsi a qualcos’altro, tipo la colazione. Egli non fece resistenza, abituato a quei semplici gesti che ormai erano diventati una cosa normale per lui. Mentre la donna lo trascinava verso le scale lanciò un’occhiataccia ai due alle sue spalle, che li stavano seguendo manco fossero stati invitati.
Radish e Napa, dal loro canto, non compresero minimamente lo scatto d’ira del principe di poco prima. Non stavano facendo nient’altro che osservare la bambina per cercare di capirne le somiglianze con la loro razza, al di fuori della coda. Eppure anche il solo guardarla aveva scatenato la rabbia del guerriero che, ne erano sicuri, al prossimo sgarro li avrebbe picchiati a sangue.
- Ehm, Vegeta si può sapere perché ti sei arrabbiato?- chiese Napa.
Il Saiyan non li degnò di risposta, continuando a guardare fisso davanti a sé trascinato dalla moglie.
Raggiunsero la sala da pranzo più grande in rigoroso silenzio, ignorando qualsiasi cosa avessero attorno, mentre Radish e Napa borbottavano alle loro spalle sul fatto che Vegeta non avesse perso quel suo odioso vizio di non rispondere quando gli si porgeva una domanda. Rimaneva zitto e nessuno poteva dirgli niente a riguardo, se non voleva ritrovarsi mezzo morto da qualche parte.
La sala adibita ai pasti era immensa, con arredamento spartano ed essenziale. Al centro un lunghissimo tavolo di legno stracolmo di cibarie provenienti da ogni angolo del pianeta, aveva all’incirca una quindicina di posti tutti apparecchiati. I commensali avevano l’imbarazzo della scelta su dove sedersi e su cosa divorare per primo.
Trunks, già seduto a tavola, salutò i genitori con già la bocca sporca di latte e quant'altro non bene identificato. Il ragazzino si era fiondato lì seguendo il profumino che si estendeva per l’intero palazzo, dopo aver vagato per un po’ negli intricati corridoi esplorando l’ambiente nel quale momentaneamente erano bloccati. Aveva trovato un’ala del posto dedicata all’addestramento dei più piccoli, ovviamente tutti figli di prime classi, e si era fermato ad osservare per qualche tempo prima di riprendere l’esplorazione.
Bulma raggiunse il figlio sedendosi alla sua sinistra e scompigliandogli la corta capigliatura lilla. Si misero a chiacchierare iniziando a riempirsi i piatti con tutto ciò che di più delizioso ci fosse sul tavolo.
Vegeta rimase qualche istante ad osservarli interagire, come sempre, senza proferir parola alcuna. Il suo sguardo fu però catturato da un movimento intravisto con la coda dell’occhio: la guerriera con i corti capelli era appena entrata nella stanza con Bra in braccio, vestita con paio di pantaloncini e una magliettina rosa. La vide posarla nel seggiolone rudimentale posto affianco a Bulma, per poi congedarsi con un inchino.
Il principe fece per andarsi a sedere e raggiungere la propria famiglia al tavolo per iniziare a riempirsi lo stomaco ma la voce cavernosa di Napa lo fermò.
- Scusa, Vegeta, non è che potremmo mangiare qualcosa anche noi? Abbiamo parecchia fame.- gli chiese l’energumeno indicando la tavola imbandita.
Vegeta lanciò uno sguardo a lui e al compare che stava sbavando come un cane, fece una smorfia schifata ma annuì ugualmente. C’era cibo in abbondanza per tutti quanti, gli bastava che stessero il più lontano possibile. Si accomodò di fianco al figlio maggiore, che lo guardò con gli occhi scintillanti, scompigliandogli i capelli e iniziò anche lui a riempirsi il piatto.
Per fortuna di tutti, Napa e Radish si erano seduti dalla parte opposta della tavolata. Mangiavano come animali, afferrando tutto con le mani ed emettendo suoni ben poco gradevoli. Attirarono lo sguardo su di loro dell’intera sala, camerieri e guardie compresi, per qualche secondo fin quando non si capì che non avrebbero modificato il loro modo di atteggiarsi perché li si guardava.
A pasto ultimato Trunks fuggì via informando semplicemente i genitori che voleva dare una mano agli allenamenti dei guerrieri di prima classe al di sotto dei diciotto anni, e magari rimediare qualche complimento stupefatto per la propria forza fuori dalla norma.
Vegeta e Bulma invece furono chiamati a risiedere nella sala del trono e ricevere alcuni cittadini che avevano qualche problema che solo loro potevano risolvere. In poche parole sarebbero dovuti rimanere con il culo su quelle sedute sontuose per gran parte della giornata.
Bulma si lasciò scivolare in avanti quando l’ennesimo contadino, che si lamentava di qualche ragazzino che si divertiva a rubargli il raccolto, finì di parlare. Il rilevatore continuava a mandarle la traduzione istantanea delle sue parole ma lei non lo seguiva quasi più, si stava annoiando come non mai.
Vegeta, seduto al suo fianco con le gambe accavallate e la testa sorretta dal braccio poggiato sul bracciolo, alzò gli occhi al cielo ascoltando con ben poca voglia gli sproloqui del Saiyan lì davanti.
- Troveremo il responsabile.- ripetè per la quinta volta quella mattina.
Il Saiyan anzianotto davanti a lui continuò ad agitare le braccia ed a urlare parole ben poco comprensibili mentre Vegeta sbuffando fece gesto alle guardie di accompagnare il vecchietto fuori.
Si massaggiò la base del naso: la giornata era appena iniziata e lui già non ne poteva più. Si chiese per quanto ancora avrebbe dovuto ascoltare gente comune che si lamenta di problemi assurdi.
Dei rumori all’esterno della sala attirarono la sua attenzione spingendolo ad alzare lo sguardo verso l’entrata che s’illuminò quando un raggio d’energia l’attraversò, diretto a lui. Lo spedì altrove senza alcuna fatica tenendo puntati gli occhi davanti a sé e mettendosi sull’attenti.Una figura minuta fece la sua entrata scortata da due
alieni alti quanto Radish.
- I miei omaggi Re Vegeta.- proferì inchinandosi al loro cospetto.
Due guardie scattarono in posizione d’attacco, pronte a difendere con le unghie e con i denti i reali dalla minaccia appena entrata.
Vegeta però fece loro segno di rimanere fermi, se la sarebbe vista lui in caso di attacco. Si appoggiò indolente allo schienale della sontuosa seduta, invitando l’aliena appena entrato a parlare.
- Chi sei?-
L’alieno sollevò il capo rivelando un sorriso apparentemente cordiale, le labbra violacee tirate e strette tra di loro. Il suo sguardo glaciale non traspariva emozioni di alcun genere.
- Mi chiamo Samuke*, Mio signore. Vengo da un pianeta non molto lontano da qui, piuttosto piccolo e insignificante.- disse mantenendo un atteggiamento di rispetto.
Vegeta però non ci cascò, ne aveva viste troppe durante la sua vita di mercenario al soldo di Freezer per farsi fregare così facilmente dal primo idiota che entrava a palazzo. Fece finta di niente, mantenendo una posa rilassata come a fargli credere che non lo reputava una minaccia. Voleva capire fin dove era disposto ad arrivare.
- E per quale motivo sei arrivato fin qui, Samuke?-
Samuke allargò le braccia per indicare l’ambiente e i due tizi ai suoi fianchi si inchinarono. Allargò impercettibilmente il suo sorriso macabro mentre i suoi occhi rimasero immobili.
- Nello spazio le notizie corrono veloci! Sono venuto a sapere che il Re dei valorosi Saiyan è stato incoronato dopo anni di mancanza e volevo porgere i miei ossequi di persona.-
Vegeta osservò con attenzione ogni singolo movimento dell’alieno ascoltando con cura le sue parole, cercando di capire le sue intenzioni al di sotto di quel tono formale. Gli ricordava Freezer come aspetto, quello della prima forma: piccolo, con una lunga coda e delle corna sulla testa. Quello era certamente un motivo in più per non fidarsi.
Lo vide gironzolare per la sala, braccia dietro la schiena e quel fastidiosissimo rumore di passi che tutti i componenti della razza Ice emettevano. Un suono che pensava di aver dimenticato da anni ma che sembrava rimbombargli nel cervello in quel momento. Serrò la mascella infastidito da vecchi ricordi infelici di un’infanzia perduta, non era il momento di farsi prendere dalla rabbia doveva rimanere calmo e lucido.
Samuke si guardò intorno con fare indagatore, scrutando i volti delle guardie davanti all’entrata. Tornò a guardare il Re, spostando poi lo sguardo sulla Regina seduta al suo fianco. Le rivolse un sorriso gelido prima di avvicinarsi a lei di un passo.
- Una Regina aliena! Che strani colori, è la prima volta nella storia dei Saiyan che la vostra Regina non appartenga alla vostra razza, dico bene mio Re?-
Bulma provò all’istante un senso di disagio nei confronti delle viscide parole dell’alieno. Fece una smorfia poco convinta tornando seduta composta per allontanarsi il più possibile da quell’essere, non voleva averci niente a che fare avrebbe volentieri lasciato tutto nelle mani di Vegeta.
Il Saiyan osservò l’intera scena reprimendo l’istinto di saltargli al collo, doveva essere diplomatico, usare il cervello ed indagare più a fondo dietro quella maschera di cordialità. Prese il bicchiere di vino poggiato lì di fianco e fece volteggiare il liquido cremisi all’interno. Si perse qualche istante nell’osservazione del vino, ragionando a mente fredda sul da farsi, poi ne prese un sorso.
- Dici bene. Cosa vuoi?-
L’alieno alzò le mani in una posa difensiva e strabuzzò gli occhi simulando palesemente uno stupore che non provava realmente. Se ne accorsero persino Radish e Napa, in piedi ai fianchi dei reali a loro protezione. Il bluff dell’alieno non reggeva ma Vegeta intendeva fargli credere il contrario fin quando non sarebbe riuscito a ricavare le informazioni che gli servivano.
- Non oserei mai, Sire! Chiedere qualcosa a Voi! Sono solo un umile viaggiatore.- disse inchinandosi nuovamente. - Però ho sentito delle voci riguardo le vostre casse vuote a seguito di un mal governo.-
Sia Vegeta che Bulma capirono che Samuke stava tastando il terreno per capire se gli sarebbe crollato sotto i piedi o poteva attraversarlo in tutta tranquillità per giungere alla sua meta. I reali gli lasciarono credere di averli abbindolati con le sue parole.
- E con ciò?-
- Sicuramente Voi avrete le Vostre risorse per rimediare a questo misfatto, però io potrei darvi una mano.- disse tornando dritto e fissando dritto negli occhi il Re. - Vedete io sono a capo di un’immensa squadra di mercenari provenienti da ogni angolo dell’universo, quindi ho anche molto denaro. E potere. Potremmo trovare un accordo che favorisca entrambe le parti.-
- Che genere di accordo?-
L’alieno ghignò sotto i baffi mostrando però solamente un sorriso su quella faccia che Vegeta avrebbe volentieri preso a pugni. Gli dava sui nervi in primis perché somigliava in una maniera impressionante a Freezer. Però rimase immobile, il Saiyan, continuando a mantenere un’espressione neutrale senza far trapelare alcun che dei pensieri che si stavano formando nella sua testa.
Il Re prese un altro sorso di vino prima di passare il bicchiere alla consorte, con tutta la calma del mondo. Le loro mani si sfiorarono e la fede alla mano di Bulma fece tintinnare il bicchiere quando ne venne a contatto.
- Vediamo, Voi potreste darmi qualcosa di molto caro come pegno di lealtà nei miei confronti e io potrei darvi una mano ad uscire da questo buco nero che sono le vostre casse attualmente.-
- Cosa intendi con “qualcosa di molto caro”?- chiese Vegeta alzando di poco un sopracciglio.
- Beh, ho sentito parlare della grande forza del principe venendo a palazzo. Mi chiedevo se fosse possibile averlo in custodia per un periodo per renderlo un guerriero migliore. Al contempo sarebbe un pegno adeguato al mio aiuto.-
Bulma per poco non si strozzò con il vino all’udire le parole dell’alieno. Fece saettare lo sguardo sul marito che però era tranquillissimo, immobile come una statua di marmo. Pregò che non facesse stronzate di alcun genere.
Vegeta fece schioccare la lingua sul palato, riflettendo sulla maniera più adeguata di concludere quella trattativa che non gli andava affatto a genio.
- E così tu vorresti mio figlio per il tuo denaro?-
- Non solo per il mio denaro! In cambio vi darò guerrieri tanto potenti quanto spietati che condurranno il vostro popolo a regnare su molti pianeti, il libero arbitrio di muovervi come più vi piace all’interno della mia giurisdizione e...-
L’alieno si fermò un secondo trasformando finalmente il falso sorriso in un ghigno malvagio. Creò una sfera di energia poco più grande di un pallone da basket, molto simile a quella generata da Freezer per distruggere Vegeta-sei anni prima. La sala trattenne il fiato spiazzata da quel potere.
- Vi lascerò in vita, non toccando il vostro amato pianeta.-
Le guardie si misero in posizione d’attacco, i pochi civili si strinsero l’uno all’altro contro la parete spoglia e i due Saiyan alle loro spalle digrignarono i denti imprecando in varie lingue mentre Samuke sghignazzava convinto di averli in pugno.
Ma l’espressione di Vegeta non mutò, neanche di un millimetro, stupendo i presenti con tanta calma. Si alzò lentamente dal trono, con passi centellinati scese i pochi gradini che lo separavano dall’alieno che li stava minacciando. Inchiodò il proprio sguardo al suo: occhi neri brucianti di ogni emozione al mondo conosciuta e occhi rossi, gelidi e malvagi.
Vegeta raggiunse Samuke alla base delle scale e ghignò di derisione constatando, oltre alla mancata scaltrezza, la bassa statura dell’alieno. Fece un passo in avanti e l’altro arretrò, senza lasciare andare la sfera creata. L’energia però tremò per un istante e Vegeta se ne accorse.
- Mi chiedo come mai voi della razza Ice vi ostiniate a non farvi entrare in testa che i Saiyan non vanno sfidati. Visto che le notizie corrono veloci dovresti sapere bene che Freezer è morto proprio per mano di uno di noi. Tre volte.- gli disse fissandolo dall’alto in basso.
Samuke mantenne la sua spavalderia davanti al Saiyan, eppure la sua sfera di distruzione si stava affievolendo ad ogni passo indietro che egli compiva.
Il Saiyan incrociò le braccia al petto e lanciò uno sguardo ai due tirapiedi dell’alieno, sembravano statue di cera incapaci di muoversi. Probabilmente avevano l’ordine di restare immobili a meno che non gli venisse impartito un comando diverso. In confronto Zarbon e Dodoria avevano quantomeno un cervello e una volontà propria di agire. Tornò a guardare l’esserino davanti a sé, che sussultò non appena capì di avere la sua attenzione. Lo vide fare altri passi indietro e ridare vigore alla sfera.
- Stai indietro, Saiyan! O altrimenti la lascio cadere!- minacciò.
Vegeta lo guardò scettico.
- Ma se a malapena sai come si utilizza. Smettila di fare il buffone, mi stai stancando.-
Non gli era mai piaciuto giocare al gatto con il topo con i suoi avversari, detestava i codardi che pur di non farsi ammazzare scappavano come conigli facendolo incazzare.
Cambiò perciò espressione, passando dal derisorio al serio in mezzo secondo. I suoi occhi brillavano d’orgoglio e la sua espressione emanava fermezza.
- Non so chi credevi di incontrare per poterlo minacciare in questa maniera squallida, ma io non sono mio padre non ho intenzione di vendere mio figlio per tentare di tenere buono un essere viscido.- disse fissandolo dritto negli occhi. - Stavi tentando di emulare Freezer? Ma bravo! Peccato che tu non sia neanche la metà di ciò che era lui, non incuti neanche timore. Sei ridicolo.-
Samuke capì finalmente che il suo gioco era finito, trovandosi improvvisamente in una situazione piuttosto scomoda. Si guardò attorno alla ricerca di una via di fuga mentre nella sua mano la sfera di energia tremolava sempre più, prossima a spegnersi. Dannazione non si aspettava di dover battere in ritirata! Gli avevano detto che i Saiyan erano un branco di idioti senza cervello, allocchi che abboccavano a ogni genere di proposta se si metteva in ballo la forza. Pensava di poterli abbindolare con una minaccia vana e prendersi il posto al comando lasciato da Freezer alla sua morte. Tornò a incrociare lo sguardo bruciante del Re, capendo di doversela dare a gambe il prima possibile se non voleva essere ridotto a un mucchietto di cenere.
Vegeta lo guardava dall’alto in basso severo e incazzato: quell’essere aveva osato paragonarlo a suo padre e reputarlo uno sprovveduto arrivando a chiederli la vita di suo figlio come pegno. Per cosa poi? Uomini e un fantomatico potere che sicuramente non aveva. Si era addirittura spinto fino a minacciarlo. Gli venne da ridere constatando che, a confronto con la lucertola albina che lo aveva tenuto schiavo per anni, quel tizio era solo parole.
Senza che il Saiyan proferisse parola, Samuke creò una seconda sfera e la lanciò a un palmo dal naso del sovrano fuggendo poi a gambe levate trascinandosi dietro i due tirapiedi, rimasti immobili fino a quel momento.
Le guardie rimasero immobili, con lo sguardo puntato sulla coltre di fumo che impediva loro di vedere lo stato del Re. Quando si diramò si rilassarono.
Vegeta, ovviamente, si era lasciato colpire apposta non subendo alcun tipo di danno da quel colpo energetico. Si voltò e tornò a sedersi accanto alla consorte.
- Perchè lo hai lasciato andare?- gli chiese porgendogli il bicchiere ancora colmo.
- Era tutto un bluff, non ha alcun esercito né alcun potere. Non potrebbe far male neanche a se stesso.- disse prima di afferrare il polso della consorte e bere un sorso dalle sue mani.
Bulma battè le palpebre sorpresa da quel gesto.
Vegeta si appoggiò allo schienale, rimettendosi nella stessa identica posizione di prima, in attesa che lasciassero entrare il prossimo civile. Passarono diversi minuti però e non accadde nulla, lanciò uno sguardo interrogativo alle guardie che, una volta incrociato, smisero di parlottare tra di loro.
- Mio Signore, non c’è più nessuno. Sono tutti andati via.- lo informò.
Bulma alzò le braccia al cielo, lodando tutte le divinità che conosceva per la fine di quella tortura. Si affrettò perciò ad alzarsi dalla sontuosa seduta e stiracchiarsi per bene mentre anche il consorte si alzava e si accingeva a lasciare la sala del trono. I presenti s’inchinarono al loro passaggio e rimasero a capo chino fin quando le porte della sala non si furono chiuse alle spalle dei reali.
Bulma prese per mano il marito, cogliendolo alla sprovvista e lo trascinò lungo lo stranamente buio corridoio. Si fermò poi voltandosi a guardare quelle iridi color della notte che la osservavano confuse. Gli sorrise e prendendo il suo volto tra le mani lo baciò, lì nel bel mezzo del corridoio.
Il Saiyan s’irrigidì in un primo momento, coscio di non essere all’interno della protezione della loro camera da letto ma in punto di consueto passaggio per guardie, servitori e soldati. Però non percepì auree in avvicinamento o negli immediati paraggi, quindi mandò a fanculo tutto e strinse la donna a sé ricambiando quel contatto che tanto gli piaceva.
Rimasero avvinghiati per molti minuti, intrecciando le lingue che giocavano a rincorrersi nelle loro bocche, rendendo quello scambio di saliva ben più di un gesto consueto di una coppia. Nel silenzio soltanto i loro respiri si avvertivano, il buio li avvolgeva nascondendo quel gesto atipico per un guerriero da occhi indiscreti.
Bulma si staccò dalle sue labbra con lentezza, aprendo piano gli occhi come se avesse paura che compiendo quei gesti troppo velocemente si sarebbe potuto spezzare l’incanto del momento. Fece scivolare le braccia sulle sue spalle regalandogli poi un sorriso, che lui ricambiò timidamente. Le venne voglia di baciarlo di nuovo, lo trovava carinissimo quando tentava di sorriderle in quel modo timido quasi non ne fosse capace. E lo fece, incollando nuovamente le proprie labbra a quelle del suo principe che ricambiò di buon grado.
Si staccò nuovamente da quelle labbra che non avrebbe smesso mai di assaporare, preferendo perdersi nei suoi occhi neri che riuscivano a rivelarle tutte quelle parole che dalla sua bocca non sarebbero mai uscite. Gli accarezzò il volto con la mano, sorridendo appena.
- Ti amo.- mormorò.
Gli occhi del Saiyan presero vita, illuminandosi come ogni volta che la sentiva pronunciare quelle due piccole parole. Questa volta fu lui a tirarla a sé dai fianchi generosi per iniziare un nuovo bacio e assaporarla nuovamente. E se quelli precedenti, iniziati e guidati da lei, erano dolci e leggeri, quello che iniziò lui la fece rabbrividire di piacere. Un contatto famelico, passionale, quasi bramoso. La baciava come solo lui sapeva fare, regalandole quelle sensazioni stupende che ogni volta la spingevano a saltagli addosso. Insinuò una mano sotto la maglietta, il Saiyan, accarezzando la sua pelle morbida con delicatezza, se avesse potuto l’avrebbe spogliata lì nel bel mezzo del corridoio. La loro stanza era dall’altra parte della struttura, non che per Vegeta fosse un problema raggiungerla in un battito di ciglia senza che nessuno se ne potesse accorgere, però erano così concentrati su quel contatto che non desideravano altro che continuare a baciarsi all’infinito mentre la carica sessuale tra i due iniziava a farsi sentire.
Si separarono con il fiato corto, l’uomo le regalò un ghigno malizioso e lei non potè fare a meno di ricambiarlo. Lui la lasciò andare, liberandola dalla presa ferrea sui suoi fianchi. Intrecciò però le proprie mani con le sue, godendosi il calore emanato da quel contatto semplice eppure così importante. Rimasero a guardarsi in silenzio, semplicemente specchiandosi negli occhi dell’altro. Non servivano parole tra loro, bastavano gli sguardi.
L’incanto di quel momento fu interrotto dall’arrivo di qualcuno che si schiarì la voce. Una guerriera Saiyan, probabilmente appartenente alla prima classe, aveva pensato bene di segnalare la propria presenza ai due non appena aveva capito che non l’avevano sentita arrivare.
Bulma fece saettare lo sguardo sulla Saiyan e tentò di liberare le mani dalla presa del compagno, per non metterlo in imbarazzo di fronte alla presenza di qualcun altro. Ma l’altro non glielo lasciò fare, stringendo maggiormente la presa sulle sue, tanto da farla voltare stupita.
Vegeta dal canto suo non aveva alcuna intenzione di nascondersi di fronte di suoi simili, tanto non avrebbero capito comunque nulla, non valeva la pena di rinunciare a un contatto desiderato solo per la presenza dell’altra donna. Accigliò lo sguardo, però, infastidito per quell’interruzione.
La Saiyan osservò prima le loro mani intrecciate poi il viso del Re, capendo di aver interrotto qualcosa senza afferrare, però, cosa. Battè le palpebre incuriosita da quell’intreccio e da quella vicinanza che mai avrebbe pensato di vedere tra un guerriero e la sua compagna.
- Cosa vuoi?- proruppe Vegeta.
La Saiyan si riscosse, portando finalmente la propria attenzione sul sovrano che la fissava poco contento della sua presenza. Chinò il capo in segno di rispetto portandosi al contempo una mano sul cuore.
- Mia Signora, la vostra guardia personale Vi attende.- disse.
- Oh. Già, giusto.- disse l’azzurra scendendo dalle nuvole.
Vegeta la squadrò rendendosi conto che era veramente intenzionata ad andare a conoscere la squadra che l’avrebbe scortata nei rari, forse inesistenti, momenti in cui lui non era al suo fianco.
- Arrivo subito.- disse.
Il principe però la fermò trattenendola a sé attraverso le loro mani ancora intrecciate. Lei si voltò interrogativa.
- Vengo con te.-
Bulma lo guardò, poi gli sorrise comprensiva.
- Non c’è bisogno, sarò di nuovo da te presto.- gli disse sfiorandogli il viso con una mano.
Il Saiyan accigliò di più lo sguardo non convinto nel lasciarla andare da sola. Non si fidava dei suoi simili quando li aveva sotto tiro figuriamoci quando non poteva vederli.
- Non preoccuparti, non mi accadrà niente. E anche se fosse tu saresti lì in meno di un secondo.-
Lei gli lasciò le mani, liberandolo da quel dolce contatto. Gli lasciò un bacio leggero come una piuma sulle labbra fine prima di voltarsi e seguire la Saiyan che l’attendeva a pochi passi.
Vegeta non distolse lo sguardo dalle due fin quando non le vide scomparire dalla sua vista, a quel punto si mise a tenere sotto controllo il ki della donna seguendolo per tutto il tragitto.
- Prima o poi dovrai spiegarci cosa ci trovi in quella terrestre.- proruppe una voce alle sua spalle.
Il Saiyan neanche si voltò per accertarsi del proprietario, conoscendo quella voce abbastanza bene da non poterla confondere. E se c’era uno probabilmente c’era anche l’altro.
- A essere bella è bella.- borbottò Radish.
Napa alzò un sopracciglio. - Ci sono miliardi di femmine belle nell’universo, Radish. Questo non spiega perché Vegeta si sia preso proprio lei.-
Il diretto interessato alzò gli occhi al cielo consapevole che ciò che temeva quando aveva incontrato gli ex compagni si stava avverando: lo avrebbero tallonato tutto il tempo tutto il giorno. Si mosse in direzione opposta alle loro voci sperando di allontanarsi abbastanza da non farsi seguire. Speranza vana, ovviamente, dato che i Saiyan gli furono dietro in men che non si dica.
- Ehi Vegeta, ci spieghi questa cosa?- chiese Napa.
- Quale cosa?- gli rispose piatto il principe.
- Questa cosa della terrestre.- disse confusionario.
L’altro alzò un sopracciglio voltandosi leggermente per scrutarli alle sue spalle.
- O ti spieghi meglio o non ti dico un bel niente.-
- Intendo dire perché te la sei portata dietro. Ti ha dato un erede, e ok, però mi sembra che il moccioso sia abbastanza grande da fare a meno della madre.- iniziò.
Vegeta rimase in silenzio, continuando il suo percorso attraverso i corridoi del palazzo.
- Insomma posso capire che è così bella che sia stato impossibile tenerle lontano le mani ma non vedo perché una scopata si sia protratta così nel tempo.- borbottò confuso Radish. - Ti ha dato un figlio, e allora? Sai quanti bastardi avrò sparsi per l’universo!- disse scoppiando a ridere.
Il principe continuò a non parlare, ascoltando i vaneggi dei due alle sue spalle senza veramente sentirli. Non doveva dare spiegazioni a nessuno della sua scelta, tanto meno a quei due che non capivano nulla. Il discorso che avrebbe dovuto affrontare sarebbe stato troppo ampio e complicato da spiegare in semplici parole a Radish e Napa.
- Vegeta? Mi stai ascoltando?- chiese il capellone.
- Sai quanto me ne frega di quello che fai te.- gli rispose scoccandogli un’occhiata
Il Saiyan dai capelli lunghi ci rimase un po’ male ma non perché credesse che al principe fregasse qualcosa della sua vita, quanto per il fatto che si era fermato sul dettaglio invece di comprendere il senso del discorso.
- Credo che Radish voglia dire che avresti potuto benissimo sbattertene della terrestre, figlio o non figlio.- intervenne Napa.
I due Saiyan attesero una risposta che però dal principe non arrivò. Si lanciarono un’occhiata interrogativa, chiedendosi se fosse un bene insistere e rischiare di scatenare l’ira del compagno.
- Quindi, perché te la porti ancora dietro?-
Vegeta si fermò di botto rischiando che i due energumeni gli venissero addosso non essendo preparati a quell’arresto. Si voltò incrociando le braccia al petto nella consueta posizione.
- Ciò che faccio non è affar vostro.- sentenziò.
- Eddai Vegeta! Siamo stati compagni di squadra per anni!- si lamentò Radish.
Il Saiyan privo di coda alzò gli occhi al cielo capendo che non sarebbe scappato facilmente da quella conversazione, quando ci si mettevano erano più testardi di lui. Sbuffò spostando lo sguardo altrove, cercando le parole più consone da usare con i due idioti davanti a lui.
- Bulma è la mia compagna.- disse cambiando lingua per sottolineare il legame.
Napa e Radish lo fissarono straniti, quello lo sapevano erano presenti anche loro alla cerimonia che li aveva legati come marito e moglie e come sovrani del pianeta. Non era quello ciò che avevano chiesto all’amico, eppure Vegeta non era stupido.
- Questo si sapeva.- gli fece notare il pelato.
Vegeta fece roteare lo sguardo su di loro, puntandoglielo addosso manco fosse una pistola carica. Inclinò leggermente la testa di lato mentre nelle sue iridi si accese una luce sconosciuta ai due alieni davanti a sé. Fece nuovamente schioccare la lingua sul palato mentre rifletteva su quanto fossero idioti per pensare che lui non avesse colto il senso della loro domanda.
- Siamo legati, indissolubilmente. Lei è mia e io sono suo.- disse alla fine.
Napa e Radish ci misero qualche secondo a comprendere le sue parole, persi in quella sottolineatura che loro non credevano necessaria. Testa pelata stava per ripetergli, di nuovo, che lo sapevano e che volevano una risposta meno enigmatica per capirci qualcosa anche loro su quanto fosse successo nella sua testa per trascinarsi una donna per mezzo universo. Aprì la bocca per parlare ma si fermò. Nella sua testa scattò qualcosa, come la serratura di una porta. Cambiò espressione strabuzzando gli occhi rimanendo senza parole di fronte a quella consapevolezza. Non credeva possibile che Vegeta potesse arrivare a tanto.
Radish fissò l’amico senza capire il suo cambiamento. Gli schioccò le dita davanti alla faccia perché sembrava essersi pietrificato sul posto, con quell’espressione stupida stampata sul viso.
- Che diavolo ti prende, Napa?- sbottò il capellone.
Napa si riscosse e schiaffeggiò via la mano dell’altro, infastidito per quel gesto volto a catturare la propria attenzione. Gli lanciò un’occhiataccia ringhiando: prima o poi l’avrebbe ammazzato.
- Hai sentito quello che ha detto o sei sordo oltre che stupido!?- sbottò l’altro andando a prenderlo per l’armatura.
- Ho sentito!- gli rispose con lo stesso tono sbattendo la fronte contro la sua. - Ma non ci ho capito niente!-
- Questo perché non fai attenzione!-
Vegeta alzò gli occhi al cielo davanti a quella scenetta patetica dei due Saiyan che litigavano fra loro. Sbuffò girando i tacchi, intenzionato ad ignorarli d’ora in poi. Erano più irritanti di Goku, almeno lui sapeva quando tacere per evitare di farlo incazzare.
- Visto che lo hai capito, perché non lo spieghi anche a me!?- gli urlò addosso Radish spingendo la fronte contro quella dell’amico.
- Non riesci a far funzionare l’unico neurone che hai in quella testa vuota!? Pensa una buona volta!- sbraitò Napa spingendolo allo stesso modo.
- Dimmelo e basta! O non lo hai capito manco tu!?-
- Io l’ho capito! Mica sono idiota come te!- ringhiò.
- Fa capire anche me!- sbottò stringendo i pugni lungo i fianchi.
- L’ha marchiata, razza di decerebrato!-
Radish aprì la bocca per urlare addosso all’altro qualche insulto colorito ma si bloccò. Mise in moto l’unico neurone che aveva nel cervello, che a detta di Napa funzionava una volta su cento, cercando di comprendere la cosa: Vegeta aveva marchiato la terrestre. Marchiato. Come facevano i Saiyan. Come facevano quei pochi stolti che decidevano di dare tutto a un’altra persona. Quei pochi stolti che metteva da parte orgoglio e fierezza per legarsi a una donna.
Strabuzzò gli occhi e comprese. Si voltò di scatto verso Vegeta ma il Saiyan non era più lì. Lo cercò con lo sguardo e lo trovò poco lontano, che si accingeva ad entrare in una delle tante stanze con le porte di metallo. Si liberò dalla presa di Napa e lo seguì.
- Vegeta!- urlò quando lo vide. - È vero ciò che dice Napa? Hai marchiato la terrestre!?-
- Già.- disse senza espressione nella voce.
- E perché?-
- Non sono affari tuoi.- gli rispose rigirandosi tra le mani un rilevatore.
Il Saiyan reale era occupato a confrontarsi su alcune cose riguardati il primo viaggio volto a stringere qualche alleanza con dei guerrieri di classi diverse.
Radish, che non gliene fregava niente del fatto che l’altro fosse intento a fare altro per dedicargli attenzione, e non l’avrebbe fatto comunque, continuò ad insistere sull’argomento.
- Prima mi metti il tarlo nella testa e poi non mi rispondi?- gli disse.
- Il tarlo nella testa te lo sei messo da solo. La mia risposta ve l’ho data.- gli rispose con voce piatta.
Napa, nel frattempo, li aveva raggiunti. Se ne stava appoggiato alla parete accanto alla porta preferendo evitare di assillare il Re, conoscendo il suo caratterino volubile. Rise godendosi la scena di Radish che quasi pregava Vegeta di dargli una risposta su un argomento di cui, era palese, non aveva intenzione di dire altro. Non seppe dire se perché non reputava che loro dovessero saperlo o per una questione personale. Vegeta era sempre stato parecchio criptico in tutto ciò che lo riguardava, non parlava mai di sé non gli piaceva.
Il fratello di Goku continuava imperterrito a tampinare l’altro, che lo ignorava preferendo rivolgere la propria attenzione ai progetti di viaggio.
- Andiamo! Dimmi almeno perché di quel gesto avventato.- disse alla fine.
Vegeta s’irriggidì appena all’udire quella parola. Lasciò i fogli che teneva in mano sulla scrivania davanti a sé e si girò lentamente verso l’altro Saiyan, di parecchi centimetri più alto. Incatenò i loro sguardi provocando in Radish la voglia di fuggire via, dannata la sua lingua e quando non la teneva ferma! Vegeta sembrava sul punto di volerlo incenerire con lo sguardo.
Deglutì a fatica il capellone assumendo una posa rigida davanti al sovrano, pregando che non avesse intenzione di ucciderlo.
- La tua insolenza è avventata. La tua faccia tosta è avventata. La tua insistenza è avventata. Disobbedire agli ordini è avventato. Sfidarmi è avventato. Soffiarmi il trono è avventato. Farmi perdere la pazienza è avventato. Parlarmi con quel tono è avventato.- sibilò scandendo ogni parola. - Ciò che ho fatto io è legittimo.-
Radish deglutì a vuoto mentre gli occhi fiammeggianti del sovrano lo inchiodavano sul posto. Ricordava perfettamente che il principe, ora Re, non aveva mai alzato le mani su di loro, nonostante fosse infinitamente più forte, ma si era sempre limitato a piantargli quelle iridi scure addosso e sibilargli a un centimetro dalla faccia. I suoi occhi erano sempre stati freddi e all’interno non vi era altro che smania di uccidere. Ma quella volta Radish potè vedere qualcosa di diverso, la fiamma che li alimentava non era più fredda come il ghiaccio piuttosto bollente come la lava che ribolliva nel sottosuolo. Ed erano ancor più spaventosi da fissare quando era arrabbiato. Poteva immaginare tranquillamente la bestia legata dentro di lui, pronta a scattare in qualunque momento con la leva giusta. E né Radish né Napa avevano intenzione di scatenarla per trovarla, quella leva.
Quando il principe si voltò tornando ai suoi affari, Radish potè finalmente tornare a respirare mentre alle sue spalle Napa sogghignava divertito. Radish era così coglione da continuare a provocare il principe nonostante sapesse che lui si sarebbe alterato.
- Ehi, Vegeta! Non so cosa ti sia successo sulla Terra ma su certi aspetti non sei cambiato di una virgola.- proferì il Saiyan dal fondo della stanza.
Vegeta non gli rispose continuando a prestare attenzione a uno dei guerrieri che gli stava di fronte. Non aveva tempo per stare appresso a quei due, ora, tanto meno voleva farlo. Li ignorò cercando di isolarsi nella sua bolla, ma le loro voci erano così potenti da penetrarla fino a farla scoppiare.
- Dovremmo farci un giro, chissà com’è cambiata dall’ultima volta che ci sono stato. È stato duro completare il lavoro da solo?-
Vegeta alzò un sopracciglio afferrando al volo ciò a cui il pelato si riferiva. Sapeva di non aver specificato il suo status sul pianeta azzurro ma non lo riteneva necessario, visto il fatto che era tornato portandosi appresso una terrestre. Eppure quei due sembravano non aver capito che la situazione non stava esattamente come credevano di averla lasciata. Anzi era totalmente l’opposto.
- Avrei potuto aiutarti a far fuori Kakaroth se non mi avessi ucciso.- continuò Napa sempre appoggiato al muro.
- Ma se sei stato sconfitto in mezzo secondo!- intervenì Radish.
Il pelato gli fece gesto di tacere e tornò a rivolgersi al principe.
- Non è stato facile conquistare un intero pianeta dopo aver affrontato uno scontro del genere.- disse corrugando le sopracciglia. - Quella terza classe si è rivelata più forte del previsto.-
Dall’altro parte ancora silenzio, così Napa si staccò dal muro e si avvicinò a lui di qualche passo, pur rimanendogli a distanza di sicurezza. Vegeta non amava che il suo spazio vitale fosse invaso, c’era più o meno una zona di almeno due metri attorno a lui che non doveva essere superata per nessun motivo al di fuori di uno scontro. Toccarlo poi era fuori questione.
- Però a quanto pare sei riuscito nel nostro intento.- terminò ghignando.
Vegeta, che gli dava le spalle, gli lanciò uno sguardo con la coda dell’occhio. Era indeciso se lasciarli nelle loro convinzioni o rivelargli l’amara verità. D’altronde a lui che importava se credevano di avere la Terra nelle loro mani? Niente, assolutamente.
- Non ho conquistato la Terra.-
Però sbattergli in faccia le cose come stavano godendosi delle loro espressioni sbigottite era uno spettacolo troppo bello per privarsene. Si voltò osservando senza espressione le facce sconvolte dei due Saiyan. Lo fissavano con gli occhi spalancati e la mascella che avrebbe potuto toccar terra, talmente tanto erano aperte le loro bocche.
- Co-cosa? Che significa che non hai conquistato la Terra!?- sbottò poi il più vecchio dei tre.
Vegeta fece roteare gli occhi sul soffitto perdendosi in ricordi lontani nel tempo.
- Kakaroth mi ha sconfitto e il mio piano è andato in fumo.- disse con ancora il ricordo bruciante impresso nella mente.
- Ma allora tutta la storia sulla Terra e la terrestre…?- chiese sconvolto Napa.
Vegeta alzò un sopracciglio fissando entrambi senza cambiare però espressione. Solamente il sopracciglio alzato tradiva la sua perplessità di fronte alle parole di quello che un tempo era stato un compagno fidato.
- Quale storia? Io non ho mai detto di aver preso il pianeta.-
- Scusa non sei stato sulla Terra per tutti questi anni?- indagò Radish.
- Sì, e allora?- disse appoggiandosi alla scrivania alle sue spalle e incrociando le braccia la petto.
Napa e Radish continuarono a fissare stupefatti il Saiyan di fronte a loro, come se avesse detto chissà cosa di strano. Che diavolo ci era rimasto a fare sulla Terra per quasi vent’anni se non l’aveva conquistata!?
Non avevano idea di cosa passasse per la testa di Vegeta la maggior parte delle volte ma non gli era mai sembrato un tipo sedentario o da mettere radici, per qualsiasi motivo. Generalmente anche quando un posto era di suo gradimento, durante le spedizioni a caccia di nuovi pianeti da rivendere, si limitava ad apprezzarlo verbalmente ma a compito finito era sempre stato il primo a girare i tacchi per tornare alla base. Okay che i pianeti decenti dopo il loro passaggio diventavano un cumulo di macerie fumanti ricoperto di cadaveri, però egli era sempre stato restio ad indugiare sul suolo straniero per più del tempo necessario alla missione.
Il Saiyan reale stufo di aspettare una risposta di senso compiuto dagli energumeni davanti fece per voltargli le spalle di nuovo, tanto quel discorso non avrebbe portato da nessuna parte.
- Cosa cazzo sei rimasto a fare lì allora? Avresti potuto conquistare l’intero universo con la dipartita di Freezer! Per quale stracazzo di motivo non l’hai fatto?- sbottò il Saiyan dai capelli lunghi.
Vegeta alzò impercettibilmente le sopracciglia, stupito non tanto dal linguaggio usato dal Saiyan ma dal tono con il quale gli si era rivolto. Era duro di comprendonio se, nonostante la lavata di capo che gli aveva fatto appena pochi minuti prima, si ostinava a rivolgersi a lui in quella maniera. Decise di ignorare, però, quel dettaglio. Incrociò le caviglie rimanendo nella stessa posa di prima fissandoli.
- C’è bisogno di un motivo?- disse scrollando le spalle. - Non avevo altro posto dove andare, mi sono fermato lì.-
- Ma tu…!-
- Io cosa? Avrei potuto prendere il posto di Freezer e diventare il padrone dell’universo a suon di omicidi e stermini.- lo interruppe spostando lo sguardo altrove, specchiandosi nel vetro della finestra. - Ma a che pro? Non ho mai avuto alcun interesse a diventare come Freezer.-
Vegeta si perse a fissare il proprio riflesso su quella superficie da cui si vedeva uno scorcio di quel pianeta rosso che pensava non avrebbe più rivisto. Fisicamente non era cambiato dai tempi di Freezer, era diventato più alto e più muscoloso, quello sì, a fronte degli allenamenti intensi a cui si sottoponeva. Però dell’esterno a una prima occhiata non si sarebbe mai detto che in realtà era avvenuto uno stravolgimento della sua persona che lo aveva portato a gesti che, anni prima, avrebbe definito da idioti. Tipo quello di scagliarsi contro l’ Hakaishin dopo che egli aveva schiaffeggiato la sua donna. O sacrificare la propria vita per quella di chi ama.
- Vegeta, scusa, allora cosa è successo in tutti questi anni?- chiese pacatamente Napa.
Il Saiyan continuava a specchiarsi nonostante la voce del compare lo avesse trascinato giù dai suoi pensieri. Chiuse gli occhi voltando la testa verso il soffitto e li riaprì fissando il tetto. Come poteva spiegare a Napa e Radish, che conoscevano solo sangue e guerra, tutto ciò che era avvenuto in quegli anni? E non si riferiva solo alle battaglie affrontate contro nemici più forti di lui, ma anche a tutto ciò che gli era accaduto vicino, accanto, ad un palmo dal naso e dentro di sé. Come spiegare che non era più quello di un tempo, che ora avrebbe protetto la sua famiglia a qualsiasi costo? Come raccontare ciò che era avvenuto nel profondo di sé se neanche lui sapeva spiegarselo?
- Tante cose, Napa. Sono successe tante cose.- disse criptico andando a fissarsi la punta delle scarpe sovrappensiero.
Radish, che quasi fumava di rabbia, e Napa, che invece osservava stranito il principe, rimasero in silenzio di fronte a quelle parole che dicevano tutto e niente allo stesso tempo. Erano stati compagni per anni, Napa ricordava il mantello cremisi volteggiare dietro le spalle di un Vegeta di pochi anni. I suoi occhi scuri e troppo seri per un bambino di quell’età, il suo sguardo farsi sempre più cupo mano a mano che passavano gli anni fino a diventare una maschera di ghiaccio e orgoglio, che nemmeno l’enfasi della battagli riusciva più ad accendere. Il Saiyan a quel tempo si chiedeva cosa sarebbe successo se invece quel bambino fosse cresciuto affianco ai suoi genitori, se fosse cambiato allo stesso modo o sarebbe rimasto un ragazzo spensierato che amava menar le mani seguendo il suo sangue.
Guardava quell’uomo calzato in abiti terrestri che si fissava le scarpe nuove senza vederle realmente, probabilmente ciò che era accaduto sul pianeta azzurro lo aveva scalfito. Si chiese se quella terrestre avesse qualche ruolo in quella faccenda.
- Sei cambiato, Vegeta. Quasi non ti riconosco.- disse Napa quasi con malinconia.
Vegeta rise un poco, continuando a non voler guardare gli altri due che gli sostavano davanti. Come dargli torto?
- Già.- disse solamente. Poi sciolse la braccia dalla consueta posa e uscì dalla sala, in silenzio.
Radish, che ci aveva capito praticamente nulla di tutta quella storia, fissò il Saiyan sorpassarli senza rivolgere loro parola. Per quale motivo Napa aveva detto che il principe fosse cambiato se si comportava esattamente come trent’anni fa?
Vegeta lasciò la stanza senza aggiungere altro, aveva detto fin troppo a qualcuno che probabilmente non l’avrebbe mai capito neanche se glielo avesse spiegato. In quel momento si sentì tremendamente fuori luogo su quel pianeta, in mezzo ai suoi simili. Eppure con quella gente condivideva tradizioni, pianeta, smania di combattere, la coda e tanto altro. Ma delle tradizioni non gli era mai fregato, il suo pianeta ora era la Terra, la smania di combattere si era quietata, la coda era stata recisa anni fa e tutto il resto non era altro che contorno. Era davvero legittimo sentirsi così estraneo a quel posto a cui erano rilegate le proprie origini e più a casa tra i terrestri?
Con la testa tra le nuvole percorse meccanicamente gli intrigati corridoi di quell’enorme palazzo, non si rese neanche di star seguendo l’aura della moglie e di averla raggiunta tra gli appartamenti dei guerrieri di prima classe. Se ne accorse soltanto quando, sollevando la testa dai propri piedi, cosa rara per lui camminare a testa bassa, la vide in piedi che gli dava le spalle. Le sue interlocutrici, però, si accorsero quasi immediatamente della presenza del Re a pochi passi da loro.
Vegeta indurì velocemente lo sguardo, la sua espressione cambiò tornando seria. La sua fragilità era una cosa privata, che solo in pochi avevano il privilegio di vedere. Si avvicinò a Bulma, che si voltò verso di lui soltanto quando le fu a un passo di distanza.
- Oh, Vegeta, ciao.-
L’uomo rimase in silenzio guardando ora la donna dai capelli azzurri ora il gruppo di guerriere.
Bulma si fermò a guardare qualche secondo il suo uomo, cercando di scorgere oltre quella corazza che usava alzare di fronte ad altre persone. C’era qualcosa che non le quadrava ma rimase zitta, avrebbe tirato fuori l’argomento in un altro momento. Rivolse piuttosto la sua attenzione sulle guerriere.
- Questa è la squadra che mi seguirà come un’ombra in tua assenza.- disse indicando con un gesto della mano le ragazze davanti a lei. - Sono tutte donne.-
Vegeta studiò con fredda serietà la squadra che si sarebbero presa cura dell’incolumità della moglie. Alzò un sopracciglio quando la donna specificò che era composta da guerrieri di sesso femminile, e non lo aveva di certo fatto per sottolineare la possibilità di donne di essere brave quanto gli uomini. Nei suoi occhi guizzò la consapevolezza che lei lo stava prendendo in giro, a proposito della sua gelosia.
- Vostra Maestrà, giuriamo solennemente di prenderci la responsabilità della vita della Regina a costo della nostra.- disse inchinandosi quella che doveva essere il capitano.
- Vorrei vedere. In caso contrario sarò io a prendermi le vostre vite.- minacciò il sovrano ricevendo in compenso una gomitata contrariata dalla donna al suo fianco. - Andate ora, verrete chiamate a tempo debito.-
Le guerriere chinarono la testa ancora un po’ poi si dileguarono.
- Ma che ti è preso? Perchè le hai minacciate in quella maniera?- disse lei voltandosi a guardarlo.
Vegeta però non le rispose, fece un gesto che la stupì: l’abbracciò. Di sua spontanea volontà, senza alcun motivo apparente, la strinse tra le sue braccia affondando il naso tra i suoi capelli. Profumavano di shampoo e di lei. Profumavano di casa.
Bulma ricambiò il contatto con l’espressione più interrogativa che poteva stamparsi in faccia, perché non si sarebbe mai aspettata che il guerriero potesse abbracciarla all’improvviso, in un luogo che non fosse appartato abbastanza da non permettere a nessuno di scorgerli neanche per sbaglio. Stupita avvertì la sua stretta serrarsi un poco e allora si ricordò del guizzo strano avvertito al di sotto della sua corazza, qualcosa aveva smosso il suo cuore non più macchiato e l’aveva scosso. Tanto da farlo quasi correre da lei alla ricerca di un contatto.
Vegeta non era mai stato il tipo da farsi scalfire dalle parole di qualcuno, gli erano sempre scivolate addosso. Non che quella volta fu diverso, poco gli importava dell’opinione dei Saiyan, di Napa o di Radish. Ma ripensare a quanto gli era successo in quegli anni lo aveva frastornato, soprattutto perché si rendeva conto che a confronto di ciò che gli altri vedevano, lui era esattamente l’opposto. Durante quegli anni sulla Terra, al fianco di Goku in mille battaglie, tra i terrestri a vivere come loro, accanto a Bulma per costruire qualcosa insieme aveva scavato dentro di sè così tante volte che pensava di conoscersi ormai più che bene. Eppure confrontarsi con i due ex compagni di squadra, sotto i loro sguardi stupiti e confusi, specchiandosi sul vetro di quella finestra, lo aveva portato a una nuova consapevolezza. Lui non apparteneva più a quel luogo, dove tutto era vivere o morire. Non si se ne sentiva più parte da anni ormai però soltanto rimettendoci piede come persona e guerriero cresciuto, maturato e diverso aveva acceso in lui la cognizione che per quanto nelle sue vene potesse scorrere sangue Saiyan e per quanto lui si dichiarasse principe di quella razza, ormai tutto quello non gli apparteneva più. E ciò lo aveva colpito come un pugno allo stomaco, svegliandolo quasi di botto.
- Vegeta?- lo richiamò la voce dolce di lei. - Tutto ok?-
Il Saiyan sospirò nella penombra delle poche luci accese in quell’ala del palazzo stringendo a sé quella donna che lo aveva cambiato nel profondo. Inspirò il suo profumo che ebbe immediatamente un effetto calmante su di lui.
- Niente.- mormorò sui suoi capelli.
Però la sua stretta non accennò ad allentarsi.


*lettura "sam'ke" 寒気 parola giapponese che significa "freddo"












Angolo autrice:

Buonsalve miei amati lettori! Ecco qui il capitolo numero 4! Siamo su toni un po' differenti rispetto al solito, c'è un'introspezione maggiore.
Okay, penso che ci sia bisogno di qualche spiegazione in merito ad alcune parti *si schiarisce la voce*
Bene, a parte l'inizio (che se continuo così mi toccherà alzare il rating, che ci posso fare quei due mi ispirano sesso) concentriamoci sul discorso, o meglio, sulle quattro parole che Vegeta butta lì a Napa e Radish in merito a tutto ciò che gli è successo. 
Diciamo che non si limita a poche frasi perchè Napa e Radish siano stupidi, anche se lo sono, avrebbe potuto parlare anche con il Saiyan più intelligente del pianeta ma non l'avrebbe capito ugualmente. Vegeta reputa che ciò che prova lui per sua donna sia qualcosa di impossibile da spiegare, devi viverlo e basta. Come mai potrebbero dei guerrieri dediti solo alla lotta comprendere qualcosa come l'amore? Quando quella parola non esiste nel loro vocabolario. Con ciò non voglio dire che i Saiyan non possano provare amore, assolutamente, soltanto che non ne sono consapevoli come invece lo sono i terrestri. 
E no, Vegeta non sta rinnegando le sue origini o chissà che altro, giammai Vegeta è un Saiyan fiero di esserlo, però con il passare del tempo si è reso conto di essere diverso, in senso buono, dai suoi simili. Lui ha un lato umano al contrario di tutti gli altri Saiyan, e quel lato spriggiona in lui sensazioni che, come detto prima, bisogna sperimentare per comprendere. Quindi l'introspezione del principe è dovuta al semplice fatto che lui si senta fuori luogo in mezzo ai suoi simili e a casa tra i terrestri. Ma tutto ciò perchè in lui è avvenuto un cambiamento lento ed inesorabile nel corso degli anni. 
Bene, spero di essere stata abbastanza chiara, in caso contrario fatemelo notare nelle recensione :3 
A presto,
angelo_nero

 


 

  
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