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Autore: MaryFangirl    12/06/2018    1 recensioni
Sei mesi dopo la vicenda di Sonia Field, Ryo ha cominciato a comportarsi diversamente, tanto da far preoccupare chi gli è più vicino. Il timore nei confronti del partner porta Kaori a fare ciò che ritiene necessario per aiutare Ryo a ritornare in sé. [Storia leggermente AU].
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Poco dopo, Ryo e Kaori erano sul tetto di un grattacielo ad osservare la città sotto di loro.
"Ryo...è ancora più bella da qui" esalò Kaori. Ryo le mise un braccio intorno alle spalle.
"Ho portato soltanto una persona qui" disse. Kaori sentì il proprio cuore caderle, ma riuscì a non mostrare la delusione. Avrebbe voluto essere la prima, ma poi si sentì sciocca a nutrire un simile desiderio.
"Chi era lei?" chiese.
"Sei veloce a pensare che fosse una donna" scherzò Ryo.
"Intendi dirmi che fosse un uomo?" Kaori gli rivolse un sorrisetto. Ryo rise, e Kaori assaporò il modo in cui i suoi occhi si illuminarono per il divertimento.
"No, mi arrendo" ridacchiò lui. "Sì, era una donna. Anzi, una principessa"
"Una principessa? Davvero?" disse Kaori.
"Sì, davvero" disse Ryo, il tono serio. "Fui abbastanza fortunato da incontrarla quando visitò il Giappone. Si stava preparando a una vita di obblighi e dedizione per gli altri. Mi chiese di concederle un giorno di libertà, quindi venimmo qui a osservare la città...come stiamo facendo ora tu ed io. Fece del suo meglio per nascondere chi era in realtà, ma alla fine non riuscì a mascherare la sua aura nobile"
Kaori batté le palpebre, sorpresa. Ascoltando la storia, era riuscita a capire che stava parlando della principessa Alma, una delle vecchie clienti.
-Quindi Ryo sapeva che era una principessa, dopotutto...mi domando se le abbia detto che sapeva la verità...-
"Ora, sono fortunato abbastanza da aver portato qui un'altra principessa" le mormorò all'orecchio. Kaori arrossì e girò il capo, lontano da lui.
"No, non sono..." balbettò. "Sono solo una donna comune che..."
Ryo posò una mano sul suo braccio.
"Non c'è nulla di comune in te" disse. "Nulla"
Kaori arrossì ulteriormente e rimase senza parole. Per diversi minuti i due osservarono le luci della città baluginare e luccicare, e le automobili creavano un brillante mare rosso e bianco.
"Ryo" disse lei infine. "Prima mi hai chiesto se stavo cercando qualcosa stasera"
"Mmh?" replicò lui.
"Penso che si possa dire che sto cercando il mio sogno" disse lei. Kaori si appoggiò alla ringhiera, e Ryo le mise un braccio intorno, condividendo il suo lungo cappotto per tenerla al caldo.
"Fin da quando ero bambina, sognavo di trovare un cavaliere dall'armatura splendente" continuò. "Penso sia il sogno di molte ragazzine. Volevo un bellissimo cavaliere che fosse anche forte, coraggioso e gentile. Lo immaginavo arrivare alla mia porta un giorno per poi offrirmi di rimanere al mio fianco, sempre"
"Oh? E stai ancora cercando quel cavaliere?" chiese Ryo.
"Sì...e no" replicò lei.
"Sì e no?" ripeté lui.
"Crescendo, ho conosciuto cose importanti" aggiunse Kaori. "Mi sono resa conto che il tipo di cavaliere che sognavo era solo una favola, non una persona in carne e ossa. Rimasi delusi, ma poi scoprii che ci sono dei veri cavalieri al mondo, ma hanno imperfezioni e difetti. E a volte, invece di agire alla luce del sole, un cavaliere può vivere nell'ombra. Non perché meriti di starci, ma perché è lì che è necessario"
"Quindi cosa stai cercando di trovare?" chiese Ryo. "Un cavaliere imperfetto e ombroso? Perché accontentarsi di uno così? Perché non aspettare che arrivi un uomo migliore?"
"Non si tratterebbe di accontentarsi" insistette Kaori. Si girò per guardarlo negli occhi, i propri erano fieri ma gentili.
"Difetti e imperfezioni sono ciò che ci rende umani." continuò, la voce che tremava leggermente. "Voglio amare una persona reale, non un guscio finto. E...ed è facile rimanere puri e giusti quando si rimane al sicuro, lontani dai mali del mondo. Ci vuole molto più coraggio e molta più forza a vivere nell'oscurità e lavorare per proteggere gli altri, mantenendo un buon cuore"
Kaori tolse la mano di Ryo dal proprio braccio, prendendola fra entrambe le mani.
"Se lo trovassi" disse, "se trovassi un cavaliere così, farei qualsiasi cosa per rimanere con lui, per supportarlo e aiutarlo...e non lo lascerei mai andare"
Ryo rimase in silenzio e Kaori pensò di aver notato un lampo di sorpresa nei suoi occhi che subito lasciarono posto a un'espressione più austera. Lei gli lasciò la mano e tornò a osservare la città al di sotto.
"Mi dispiace, mi sono lasciata trasportare" disse. Una forte folata di vento soffiò e Kaori rabbrividì. Ryo tornò a condividere il suo cappotto con lei.
"Dai" disse lui. "Se rimaniamo qui, potresti prenderti un raffreddore"
"Ok" annuì lei.
"Ora, lascia che ti porti in un altro dei miei posti preferiti" disse lui mentre tornavano dentro l'edificio.
 
 
Presto, Kaori si ritrovò di fronte a una serie di edifici con sgargianti insegne al neon, e scosse il capo. Dopo aver lasciato il grattacielo, Ryo l'aveva portata in un distretto di alberghi a Shinjuku e ora stava guardando le insegne che lo circondavano, con un ghigno enorme in faccia.
"Ah ah ah, ce ne sono così tanti tra cui scegliere" ridacchiò lui. "Ma quale sarà il migliore per una serata come questa?"
Kaori emise un lungo sospiro, stampandosi il viso contro il palmo.
-Avrei dovuto sapere che saremmo finiti qui- pensò. -Per Ryo, il tempo trascorso con una donna non è completo senza l'opportunità di un mokkori-.
Più ci pensava, più si sentiva confusa. Da una parte era furiosa che Ryo stesse puntando al mokkori con un'altra donna...ma non poteva fare a meno di sentire una strana sorta di orgoglio perché, questa volta, era lei a farglielo desiderare.
-Che idiota. Ora mi sta trascinando nel suo mondo da pervertito. Perché dovrei essere orgogliosa di essere un obiettivo mokkori?-
Mentre Ryo continuava a guardare gli alberghi intorno a lui, un martello dietro l'altro appariva nelle mani di Kaori, e continuava a nasconderli e gettarli via.
"Allora Cenerentola, quale dovremmo scegliere come nostro castello d'amore?" disse Ryo, afferrandola e attirandola a sé. Kaori si divincolò, ridendo nervosamente.
"Ah, andiamo da un'altra parte" disse. "Ehi, hai di nuovo fame? Perché ho visto dei ristoranti da quella parte..."
Ryo l'afferrò di nuovo, stringendola maggiormente.
"Ho fame, ma non di cibo" disse, con un sorriso predatorio. "Vorrei che sapessi da quanto attendo un momento come questo"
Il viso di Kaori si tinse di una sfumatura ancora più brillante di rosso, le guance sembravano andare a fuoco. Il modo in cui lui la fissava le creava un flusso di emozioni attorcigliate. A quel punto, riusciva a fatica a distinguere la rabbia dal proprio crescente desiderio.
-Desidera fare...con me? Da tanto tempo?-
Deglutì e stava per parlare quando Ryo premette il petto contro il suo.
"Che bello..." mormorò, gli occhi velati e un filo di bava all'angolo della bocca. Si strofinò contro di lei e gli occhi di Kaori istantaneamente infervorati per la furia.
-Un attimo...non è me che vuole portare in uno di questi alberghi. È Cenerentola- pensò, la rabbia che prendeva il sopravvento su tutte le altre emozioni. -Ha passato tutto questo tempo a fantasticare di andare in un posto del genere con lei anche se ci è uscito soltanto una sera? Io sto con lui tutto il tempo, e ottengo solo commenti sul fatto che sembro un travestito.-
Un altro martello apparve nella sua mano e questa volta Kaori non lo gettò via.
-Idiota! Non gli importa di me. Gli importa solo della mascherata che Eriko ha creato per me.-
Kaori si tolse dalle sue braccia e lanciò il martello esattamente sulla testa di Ryo.
"Pervertito!" gridò, colpendolo. "Come ti permetti di trascinarmi in un posto come questo?"
"Questo...questo è davvero familiare" mormorò Ryo mentre si liberava del martello. Non appena lo disse, un'enorme goccia di sudore rotolò lungo la fronte di Kaori.
-No...cos'ho fatto? Lo avevo fatto l'altra volta e sono stata fortunata che lui non abbia capito...ma ora, l'ho rifatto...potrei aver fatto capire chi sono. Potrei aver rovinato tutto.-
Kaori si allontanò da Ryo e si mise a correre ciecamente lungo la strada.
-Perché?- si chiese, le lacrime che le pungevano gli occhi. -Perché dev'essere così? Perché non mi vede così come vede Cenerentola?-
Kaori era così persa nei suoi pensieri che non vide che stava per urtare un uomo che camminava sul marciapiede, finché non gli si schiantò addosso. L'uomo si voltò verso di lei e Kaori fece un passo indietro.
"Mi dispiace davvero" disse. "Non guardavo dove andavo. Mi scusi" Kaori tentò di sorpassarlo, ma l'uomo le afferrò il braccio.
"Cosa pensi di fare?" le gridò. "Come osi urtarmi così? Pensi che una patetica scusa sia sufficiente?"
"Mi lasci andare" disse Kaori tentando di togliere il braccio dalla sua presa.
"Non finché ti scusi come si conviene" disse lui lascivamente. "Se capisci cosa intendo", l'uomo posò una mano sulla coscia di Kaori e iniziò a sollevarle il vestito. Lei rispose tirandogli un forte calcio sullo stinco e strattonando il braccio. L'uomo si aggrappò alla propria gamba, sussultando per il dolore.
"Le ho detto di lasciarmi andare" gridò lei. Si voltò per andarsene, ma venne fermata da altri due uomini che apparvero di fronte a lei.
"Ehi Minagawa, questa donna ti sta dando dei problemi?" chiese uno di quelli. Il primo uomo, Minagawa, si rimise in piedi e rise.
"Ha solo bisogno di imparare una lezione" disse. "E saremo noi a insegnargliela. Giusto ragazzi?"
Gli altri due annuirono. Kaori cercò di scappare, ma fu fermata quando i due uomini l'afferrarono per le braccia.
"Basta" gridò. "Lasciatemi"
La trascinarono verso un vicolo.
"Ci divertiremo stasera" disse Minagawa. "Farai meglio ad accettarlo. Ehi, magari piacerà anche a te"
Kaori continuò a lottare, ma i suoi sforzi erano futili contro la forza combinata degli uomini. Minagawa le afferrò il mento e la costrinse a guardarlo. Kaori serrò gli occhi. A prescindere da tutto, non avrebbe dato loro la soddisfazione di vederla piangere.
-Per favore...qualcuno mi aiuti. Ryo!-
Tentò di nuovo di liberarsi e fu sorpresa quando all'improvviso fu in grado di allontanarsi. Aprì gli occhi e vide che tutti e tre i tizi avevano la bocca aperta, le facce immobili per il terrore. Kaori si guardò intorno e vide Ryo all'entrata del vicolo.
"Ryo" gridò. Corse dietro di lui.
"Cosa pensate di fare?" disse Ryo, la voce fredda e velenosa. "Esseri sudici come voi non hanno il diritto di toccare con un dito una donna come lei"
"City...City Hunter" ansimò Minagawa, grosse gocce di sudore sul viso. Tutti e tre si misero in ginocchio e abbassarono la testa.
"Ci dispiace" supplicarono tutti all'unisono. "Ti prego, lasciaci andare"
Ryo si avvicinò e afferrò Minagawa per il colletto.
"Vi lascio andare, ma solo perché non voglio che lei veda qualcosa di spiacevole" disse. "Ora, sparite da qui. Se vi vedo di nuovo...la mia faccia sarà l'ultima cosa che vedrete"
"Non ci rivedrai mai più, lo giuro" disse Minagawa mettendosi in piedi. I tre tizi corsero via gridando.
"Ryo" esalò Kaori. Ryo fece un profondo respiro e si voltò verso di lei con un'espressione preoccupata.
"Stai bene? Mi dispiace di non essere arrivato prima"
"Sto bene" disse lei. "È tutto a posto...e mi dispiace...per prima. Io..."
Ryo si tolse il cappotto e lo mise su di lei.
"Non c'è bisogno di scusarsi. Ora, andiamo a prendere un caffè, ti scalderà. Dopotutto, abbiamo un appuntamento da portare a termine, giusto Cenerentola?"
 
 
Si diressero verso un piccolo bar a poca distanza da lì e Ryo ordinò due caffè. I due si spostarono in un angolo isolato del locale per bere.
"Grazie, Ryo" disse lei sorseggiando la sua bevanda. "Per questo e per prima"
"È pericoloso per una donna camminare in questa zona della città di notte, da sola" sospirò Ryo. "Spero tu abbia imparato qualcosa stasera"
Kaori si stizzì per il suo tono paternalistico, ma riuscì a evitare di rispondere. Mentre camminavano verso il locale, aveva promesso silenziosamente a se stessa di non permettere alla frustrazione e al rimpianto di avere di nuovo la meglio su di lei.
"Quegli uomini...sembravano terrorizzati da te" disse con disinvoltura. "Mi domando perché"
Il sorriso di Ryo sparì per lasciare spazio a un ghigno sardonico.
"Forse perché mi conoscono meglio di te"
"Che intendi?" chiese Kaori, confusa. Ryo si abbassò verso di lei, lo sguardo intenso.
"Conosci il mio nome, ma cos'altro sai davvero di me?" chiese. "Forse non sono l'uomo che tu pensi. Forse invece di un cavaliere, sei finita ad avere un appuntamento con un assassino. Un mostro che uccide senza rimorso. È del tutto possibile, sai. Rimarresti sconvolta?"
Kaori si reclinò sulla sedia, esterrefatta. Aveva parlato con aria indifferente e sprezzante e la cosa la disturbava. Non riusciva a capire perché le stesse dicendo quelle cose, e la sua mente lavorò disperatamente per trovare un senso alle sue azioni.
"Forse dovresti stare attenta in più di un senso" aggiunse lui. "Dopotutto, come fai a essere sicura di essere salva con me? Come sai che sono il tipo di persona di cui puoi fidarti? Per quanto ne sai, io sono molto peggiore degli uomini che ti hanno aggredita stasera"
Ryo stava per dire altro, ma Kaori lo schiaffeggiò sonoramente in viso. Si portò una mano sulla guancia e guardò a bocca aperta le lacrime nei suoi occhi.
"Ti sbagli" disse lei, la voce ferma nonostante le lacrime. "Non sei un mostro. Non sei affatto come loro. Ne sono sicura"
"Oh? E come fai esattamente a saperlo?" chiese lui tranquillo. "Considerata la quantità di tempo da cui ci conosciamo?"
Kaori deglutì a fatica, timorosa di compiere un altro errore che potesse svelare la sua identità, ma non esitò a rispondere.
"La prima volta che ci siamo incontrati mi hai salvato da quell'uomo che stava tentando di mettermi un sonnifero nel drink" disse. "E stasera mi hai salvato da quei criminali. Non conosci il mio nome, sai molto poco di me, e sei uscito solo un paio di volte con me...eppure mi proteggi costantemente"
Due lacrime rigarono il suo volto, ma lei non distolse lo sguardo da lui, il mento alto e determinato.
"Non sono le azioni di un mostro. Magari non so tutto ciò che hai fatto in passato o ciò che fai adesso, ma ti conosco. Sei lontano dall'essere perfetto, ma sei una brava persona. Quindi non dire mai più certe cose su te stesso. Mi hai capito, Ryo Saeba?"
Ryo la fissò sconvolto mentre parlava, la bocca leggermente aperta e la mano ancora vicino alla guancia. Kaori vide il segno rosso sul suo viso e si sentì in colpa perché ne era stata la causa. Allungò la mano e la posò delicatamente sul punto in cui lo aveva schiaffeggiato.
"Mi dispiace" sussurrò. "Devo continuare a ripeterlo e me ne dispiaccio. Ma ti prego di ricordare una cosa: ogni parola che dico è sincera, vale per adesso e per il resto dell'appuntamento" e sottolineò la sua affermazione posando l'altra mano sull'altra guancia di Ryo.
Fu il turno di Kaori di rimanere sconvolta, quando Ryo chiuse gli occhi e si lasciò andare al suo tocco, appoggiando la guancia al suo palmo. Lei fece poi scorrere una mano tra i suoi capelli e lui sospirò piano. Kaori sorrise mentre le lacrime si seccavano.
-Non sapevo che gli piacessero cose del genere. Da come si comporta...mi domando se qualcun altro si sia mai preso la briga di fare una cosa così. Se qualcun altro abbia mai provato a essere gentile con lui.-
Continuò ad accarezzargli la guancia con le dita e a giocare con alcuni ciuffi dei suoi capelli. Il suo cuore si gonfiò di felicità per come lui sorrideva, godendosi quei semplici gesti di affetto.
-È come se lo volesse...no, più come se bramasse una cosa così...da tanto tempo. Vorrei poterlo rifare...dopo stasera...-
Quel singolo pensiero la destò dal suo sogno romantico. Tutto ciò riguardava solo quella sera. Il giorno dopo, le cose sarebbero tornate alla normalità. Avrebbe smesso di essere la sua Cenerentola tornando ad essere solo Kaori Makimura, la sua partner in City Hunter, null'altro.
Soprattutto, non ci sarebbero stati altri momenti come quello che stavano condividendo il quel momento.
Kaori tolse le mani e Ryo aprì lentamente gli occhi. I due finirono i caffè in silenzio. Di tanto in tanto, lei guardava Ryo, ma il viso di lui era chiuso in un'espressione illeggibile.
Quando finirono, Ryo si alzò e le porse una mano.
"Dovremmo andare" disse. "La mezzanotte si sta avvicinando e dovremmo fare buon uso del resto dell'appuntamento".

 

  
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