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Autore: Spensieratezza    12/06/2018    5 recensioni
Sam Winchester è adorabile, sveglio e magico. è il fratellino minore di Dean, che il maggiore non sapeva di avere. Capirà ben presto che il suo fratellino è speciale, è magico e deve essere protetto da forze oscure che vogliono fargli del male.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sam, Dean e gli Dei '
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“È  quella bambina dai capelli rossi. È proprio lei…e c’è anche il ragazzo biondo e quello moro.” Disse Marika, schiacciando la faccia contro il vetro del finestrino.

“Cosa? Conosci quelle persone che hanno bloccato la strada?” chiese Ruben, stupito.

“Io….non proprio. Li ho visti solo una volta, quest’estate. Castiel, dove stai andando?” strepitò Marika, rincorrendolo subito.

“Aspettate! Non potete scendere dal pullman, aspettate!” ma la ragazza stava già rincorrendo il fratellino, che aveva chiesto a velocità fulminea, all’autista, di aprire il pullman.

Ruben notò con imbarazzo, che gli altri ragazzi e l’autista, lo guardavano con un sorriso malizioso, per vedere se avrebbe rincorso i due fratelli.

Oh al diavolo, tanto fare queste scene teatrali, viene scambiato per fascino, no? e scese giù anche lui.
 
 



*

Mary aveva frenato bruscamente, dopo l’urlo di Sam, che l’aveva spaventata a morte, gridando “FRENAAA.” Sia lei, sia il figlio maggiore, erano convinti che Sam avesse gridato per la comparsa di un’inquietante ragazzina dai capelli rossi che sventolavano al vento, ma Sam non guardava lei, ma il punto dove stava lei guardando. In basso.

E poi Sam si era precipitato fuori.
E il fratello maggiore lo aveva rincorso.

Quello che successe negli istanti dopo, era come un incubo per Mary.

Suo figlio insieme ad un ragazzo più piccolo, il suo fratellastro, in mezzo alla strada, accovacciati per terra, intorno a tre cagnolini. Uno di essi, sembrava morto.

“Ragazzi..vi prego, venite via..” disse lei, cercando di farli spostare dalla strada, dove già si stava per formare una fila.

“Sam..dobbiamo spostarci dalla strada..” cercava di dire il maggiore, che come lui, era sconvolto dalla scena.

“No, non possiamo lasciarli..” singhiozzò Sam. “Dobbiamo portarli via.” Continuava a dire il minore.

Ormai gli altri autisti avevano preso a suonare con il clacson, apparentemente ignari di cosa avesse scaturito il blocco della strada.

Mary  si mise le mani ai bordi della faccia e tornò alla macchina, per cercare di spostarla.
 
“Sam..ascolta..magari per il cucciolo c’è ancora una possibilità..dobbiamo portarli dal veterinario..” cercava di scuoterlo Dean, ma non era convinto neanche lui.

“No..morto..” diceva Sam, poi volse finalmente lo sguardo alla strada e si accorse di tutto il casino che c’era intorno a lui, sembrò riprendersi, ma aveva uno strano sguardo addosso. Un’ira crescente lo stava invadendo.

“Sam, cosa stai guardando?” chiese Dean preoccupato.

Sam fece un urlo disumano e all’istante sembrò scatenarsi una tempesta di vento, che minacciava di spazzare alberi e macchine, talmente era forte.

Davanti a loro, Mary si coprì le mani con la testa, perché si era appena infranto il vetro della macchina.

SAM, TI PREGO, SMETTILA. TI PREGO!” Gridò Dean, supplichevole, poggiando il viso contro la sua spalla e tenendogli la mano.

La calma di Sam arrivò poco a poco, non si sa se per le parole o per il tocco di Dean, ma entrambi i fratelli avvertirono un tepore caldo scaturire dalle loro mani unite.
 
Poco dopo, il vento cessò  e il cagnolino che Sam teneva in grembo, sembrò dare segni di vita.

“Oiiinnn..” si lamentò.

Sam lo guardò a bocca aperta, come se non osasse credere ai propri occhi. Dean era sgomento allo stesso modo.
 
 



Per fortuna nessuno fece domande sulla strana tempesta di vento che sembrava essersi alzata e che tanto in fretta se n’era andata.

Marika, che aveva seguito il fratello giù dal pullman, aveva qualche graffio, perché aveva cercato di proteggere il fratello più piccolo, facendogli da scudo e Ruben di riflesso aveva cercato di proteggere entrambi, ma nell’insieme stavano bene. Nel frattempo si era sollevata una piccola folla tutt’intorno e Clère era arrivata da loro con il motorino.

Sam e Dean erano sorpresi di rivedere Marika e Clère. Alisea sembrava sparita nel nulla.

Okay….” Disse Dean arricciando il labbro. “Lo spazio qui si sta facendo sempre più affollato. C’è ancora qualcun altro che deve arrivare?” chiese sarcastico.
 
“Da dove arrivate voi?” chiese Sam ai tre ragazzi.
 
“ Beh, mi sono ricordata di avervi già visti quest’estate e siamo scesi dal pullman” disse Marika.

“Ma certo. La ragazza che correva come una matta.” Disse Dean.

“Il ragazzo che attira le farfalle.” Disse Marika di rimando a Sam.

“Marika, conosci queste persone?” chiese Ruben di rimando.
 


Nel frattempo, finalmente si erano tolti tutti dalla strada. Dean suggerì di prendere i cuccioli, che sembravano non voler lasciare il fratellino ferito e metterli almeno in macchina. Clère si offrì di farli posare sopra la sua sciarpa, ma arrivò l’arrivo di un altro problema. Sam e Dean dissero che erano disposti ad andare a scuola in pullman e avrebbero voluto che la madre portasse il cucciolo ferito da un veterinario almeno. Purtroppo la macchina di Mary, non partiva. Sam stava per cominciare ad agitarsi di nuovo per la rabbia, ma in quel momento arrivò di corsa una donna.

Aveva dei capelli biondissimi e lunghissimi e sembrava interessatissima alla sorte dei cuccioli. Aveva un vestito rosa scintillante come se stesse andando ad un Gala e si disse disponibile per portare via gli animali e il cucciolo ferito all’ospedale. Lei, inoltre, avrebbe avuto il posto e lo spazio per tenerli, diceva. “Mi chiamo Ariel” disse radiosa la donna. Rimasero tutti un po’ abbagliati dalla sua bellezza e dai suoi incredibili occhi azzurri in cui sembrava rifletterci un lago. “Inoltre, mi è parso di capire che la sua macchina non va, posso accompagnarla io a casa, signora.” Disse ancora, scuotendosi i capelli.

Mary, ancora intontita, accettò. Dean comprese il suo stordimento. La madre era una donna abbastanza ritirata e probabilmente era la prima volta che doveva dare retta a così tante persone.

“Ci sono anche i miei figli..che non possono perdere il primo giorno di scuola..” disse Mary angosciata. Al rimando della scuola, la donna sembrò impallidire e divenne stranamente imbarazzata, ma nessuno ci fece caso più di tanto, perché Clère si offrì di portare lei Sam e Dean a scuola.

“Cosa? Sulla moto? In tre su una moto? Senza casco??” sembrava che Mary stesse per avere un collasso e Sam e Dean trovarono ammirevole la calma con cui la donna bionda, Ariel, riuscì a convincere la madre a salire in macchina.

“Abbi pazienza, potrà strillare dopo. Adesso ci sono dei cuccioli che hanno bisogno di noi. non offriamo ancora più spettacolo. Voi cosa volete? Andate via, non c’è niente da vedere.” Disse la donna e con una sgommata e Mary che cercava ancora di strillare fuori dal finestrino, lasciarono la strada.
 


“Allora, volete correre questo rischio? La scuola non è lontana.” Disse Clère facendo loro l’occhiolino. La prospettiva di andare a scuola con una moto, sembrò piacere a Dean e Sam, che dopo quella brutta parentesi, sembrarono aver riacquistato il buonumore. Alle loro spalle, Marika fece uno strillo. Aveva appena scoperto che il pullman se n’era andato senza di loro.

“Mi sta bene, così imparo a voler fare il figo.” Disse Ruben al nulla.

Marika non lo ascoltò, protese le braccia davanti alla moto di Clère che aveva già fatto salire Sam e Dean. Clère fece loro un sorriso di scuse.

“Mi dispiace, ma in tre possiamo sperare di non finire ammazzati e rischiare solo una bella multa, in sei potremmo morire tutti. Dovrebbe passare un altro pullman tra poco, comunque.” Disse, sgommando a sua volta, lasciandoli basiti.
 
 
La corsa a perdifiato verso la scuola durò quindici minuti.  Si fermarono davanti ad essa con un fischio acuto.  Sam e Dean avevano i capelli gonfi e scarmigliati e la faccia scioccata.  Clère Diede loro un’affettuosa sistemata.
 
“Sembrate stravolti, è la prima volta che viaggiate su una moto?” chiese con un tono affettuoso.

 “Sì, è la prima volta che viaggiamo in "tre" disse Dean. "Sam?" lo chiamò poi.
 
Sam si era fermato davanti alla grande scuola ad osservare le mura bianche e l’imponente entrata, poi la sua occhiata si soffermò  sul grande giardino della scuola che sembrava un parco, circondato da un piccolo cancelletto, notò delle rose all’interno e cercò di raggiungerle, ma il cancelletto era chiuso a chiave.
 
“Sam, che cosa stai facendo? Non lo capisci che siamo in ritardo?” chiese Dean avvicinandosi.
 
“è affascinante, non trovi?…” mormorò Sam, tentando, senza successo, di guardare all’interno.
  
Siamo in ritardo! Avrai tutto il tempo per esplorarlo tutto, ora però dobbiamo proprio andare, prima che….” Disse Dean, ma si bloccò a metà frase, appena vide una figura vestita di nera che scendeva gli scalini dell’entrata….
 
“OH MERDA” esclamò Dean.
 
“lo sapevo io che finiva cosi” borbottò Clère scoraggiata.

 
La figura si avvicinò lentamente ai tre, come se stesse ondeggiando. Ora potevano vederlo da vicino. Era un uomo con una massa di capelli neri, folti, ricci e scarmigliati, con un po’ di gel. Occhi neri profondi come la notte. Non si capiva bene la sua età dal viso. Aveva l’espressione da uomo vissuto e anche un po’ oscuro, ma gli occhi impenetrabili come quelli di un ragazzino triste o insolente. Poteva avere venti anni e allo stesso tempo trentacinque. Aveva una lunga casacca nera tutta abbottonata. Assomigliava a un pipistrello gigante. Si avvicinò e si fermò davanti a loro.
 
“Bella giornata eh, ragazzi?” chiese l’uomo.
I ragazzi guardarono in su, dove fino a poco prima c’era un bel sole e ora le nuvole lo stavano oscurando.
 
“Perfetta per un picnic, almeno fino a quando non arriva la pioggia.”
Le prime gocce cominciarono a cadere giù.
 
“Ma guarda…sono proprio un mago…” disse sorridendo sarcasticamente.
 
“Signore, ci dispiace di essere…” cominciò Clère
 
“E voi mi sa che siete proprio in punizione, si, il mio istinto mi dice questo…chissà se ancora una volta ha visto giusto.”
 
“Punizione?” esclamò Dean orripilato.
 “è un po’ ingiusto, non abbiamo fatto niente.” disse Sam. Forse avvicinarsi al giardino era considerato reato. Forse li ci avevano rinchiuso qualche bestia feroce o custodito qualche gioiello particolare.
 
“Quello vi dice niente, ragazzino insolente?” indicò l’uomo.
 
In alto, sulla facciata della scuola, campeggiava un grosso e pesante orologio: segnava le…8: 47????
 
“Abbiamo...abbiamo avuto un imprevisto sulla strada…degli animali hanno bloccato il traffico per qualche minuto più del previsto, è per questo che….” Cominciò Clère.
 
“Basta cosi. Non vi ho chiesto di giustificare il ritardo. seguitemi.” Disse sgarbatamente il professore.
 
 
   
 
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