Film > Batman
Segui la storia  |       
Autore: x_X_Rapunzel    12/06/2018    1 recensioni
[Ispirato a "Suicide Squad"] La storia di come l'ingenua dottoressa Harleen Quinzel diventò la famigerata Harley Quinn.
***
Harleen guardò la pistola per un secondo e poi alzò lo sguardo, incontrando gli occhi azzurri del Joker.
«Sparami, fallo.» disse, nel suo tono non c’era paura solo disperazione «Non voglio vivere senza di te.»
Il clown alzò gli occhi al cielo, infastidito da tutta questa sua devozione per lui. “Stupida ragazzina!” pensò “Mi stai mettendo i bastoni tra le ruote!”. Avrebbe potuto spararle un colpo, dritto alla testa, e se la sarebbe levata di torno per sempre. Ma lei non aveva paura di morire, no. E che gusto c’era nell’uccidere se la tua vittima non ha paura? Dove sta il divertimento?
«Attenta a quello che dici.» l’avvertì
«Sono disposta a morire per te, perché non lo capisci!» urlò Harleen esasperata «Farei qualsiasi cosa per restare al tuo fianco»
Quelle parole risuonarono nella mente del Joker. “Farei qualsiasi cosa per restare al tuo fianco”. Era veramente disposta a tutto per lui? L’avrebbe scoperto, allora. E forse sarebbe anche riuscito a togliersela dai piedi nel frattempo. “La tua assoluta devozione sarà la tua rovina, Harleen Quinzel.”
Genere: Angst, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Harley Quinn aka Harleen Quinzel, Joker aka Jack Napier
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Method to the Madness


Image and video hosting by TinyPic



Erano passati diversi giorni dalla prima seduta con il Joker e Harleen era più convinta che mai che sarebbe riuscita ad ottenere dei progressi, se avesse continuato così. Certo, anche solo pensare ad una cura adesso era da pazzi ma Harleen era fiduciosa. Ce l’avrebbe fatta, questo era quello che si ripeteva ogni giorno. La sua carriera da psichiatra dipendeva da questo.

«Buongiorno, dottoressa Quinzel» esordì la dottoressa Leland, aprendo la porta del suo ufficio «Sono veramente grata che lei sia riuscita a trovare qualche minuto per parlare»
Harleen le sorrise timidamente, entrando nell’ufficio «Nessun disturbo, dottoressa Leland. Perché sono qui?»

«Ho bisogno di parlarti per quanto riguarda il Joker.» rispose la donna «Siediti pure»
Harleen si mise a sedere e solo in quel momento, quando voltò lo sguardo verso l’angolo sinistro della stanza, si accorse anche della presenza del dottor Arkham impegnato a leggere alcuni appunti su dei fogli di carta.
«Salve, dottor Arkham» lo salutò la ragazza. L’uomo alzò finalmente lo sguardo dalle carte che stava leggendo per farle un cenno di saluto con il capo e borbottare un “buongiorno”.

«Harleen…» la voce della dottoressa Leland attirò la sua attenzione «Mi sono permessa di dare un’occhiata ai tuoi appunti sul Joker e devo dire che sono molto…sorpresa»

Harleen sgranò gli occhi: aveva guardato i suoi appunti? La cosa la infastidiva leggermente, le cose che aveva appuntato su quei fogli erano ciò che il Joker le aveva detto personalmente in quei momenti in cui poteva restare da sola con lui. Non le andava che altri mettessero il naso, anche se si trattava di lavoro.

«Sì» intervenne il dottor Arkham, appoggiando i fogli che aveva in mano sul tavolo, proprio di fronte ad Harleen «Il Joker sembra gradire la sua presenza dottoressa, il che è alquanto sorprendente considerando i suoi comportamenti con i precedenti psichiatri che gli sono stati affidati.»

Harleen sorrise soddisfatta. Ciò significava che tra lei e il Joker c’era davvero un legame speciale. Non era la sua immaginazione a giocarle brutti scherzi.
«Tuttavia» continuò il dottor Arkham «Penso sia ancora necessario mantenere il livello di sicurezza, quindi la camicia di forza rimarrà.»
Harleen sbuffò «Ma dottor Arkham, non pensa che il paziente potrebbe sentirsi più a suo agio senza la camicia?»

Dopo il secondo incontro che aveva avuto con il Joker, Harleen aveva fatto di tutto per convincere entrambi i dottori a togliere la camicia di forza. Ma nessuno aveva mai acconsentito. L’avevano semplicemente liquidata con la solita scusa che usavano sempre: “è troppo pericoloso” o “la sua sicurezza potrebbe essere a rischio”. Ma la ragazza non ci credeva: lui non sarebbe mai arrivato a tanto. Aveva visto l’espressione nei suoi occhi quand’era con lei, come la guardava quando parlava. Non le  avrebbe fatto nulla, o comunque, non l’avrebbe mai uccisa. Di questo Harleen ne era sicura.

«Dottoressa Quinzel, la questione qui è seria» ora a parlare era la dottoressa Leland «Ha una vaga idea di quello che è successo a chi prima di lei ha avuto il Joker in cura?»

Harleen scosse la testa. Aveva sentito molte voci sulla questione per i corridoi di Arkham, tra gli infermieri e le guardie, ma nulla poteva essere considerato come fonte affidabile. In fondo, erano solo voci o almeno, questo era quello che pensava lei.
«Le basta sapere che l’ultimo dottore che ha curato il Joker, si è suicidato.» spiegò la dottoressa «Gli altri li ha uccisi lui personalmente, molti sono diventati pazzi e uno si è trasferito molto lontano da qui e ora non si sa più niente di lui. Non voglio che nulla di tutto ciò succeda a lei. Sono stata chiara?»

La giovane ragazza annuii e poi fece un timido sorriso «Sono certa che nulla di tutto ciò potrà accadermi. Sono al corrente di quello che è in grado di fare e mi creda dottoressa Leland, non mi spaventa affatto.»

 
***
 
«Perché non mi parla un po’ della sua infanzia Mr. Joker, ha qualche ricordo felice?» chiese Harleen mentre batteva la penna ritmicamente sul blocco delle note. Il Joker oggi era stranamente mansueto.

«Oh, insomma dottoressa Quinzel! Ci conosciamo da un po’ ormai, non sarà il caso di abbandonare queste noiose formalità?» le domandò il clown sorridendo.

Harleen gli sorrise, un sorriso sincero «E come dovrei chiamarla allora? Mr. J?» chiese la ragazza

«Mr. J…» ripeté il clown « Mi piace come suona»

«D’accordo, se questo la fa sentire più a suo agio non vedo dove stia il problema» concluse, appoggiandosi allo schienale della sedia. Il sorriso era ancora sul suo volto mentre pronunciava quelle parole.

«Brava la mia dottoressa!» Il Joker si sporse verso di lei «E mi lasci dire che non c’è nulla di più attraente di una donna che sorride, soprattutto se è bella quanto lei.»

Il clown le strizzò un occhio e Harleen non poté fare a meno di arrossire. Questa era già la seconda volta che arrossiva per un suo commento e per quanto non volesse farlo, non poteva evitarlo. Lui le faceva quell’effetto e più tempo passava con lui e più la situazione peggiorava.

«Risponderà mai alla mia domanda, Mr. J?» chiese la ragazza, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio

«Che domanda mi aveva fatto?» chiese il clown, più a se stesso che a lei «Ah sì! La mia infanzia, giusto! Sa dottoressa, non è una cosa di cui parlo molto volentieri…»

Il suo tono si era fatto più grave ed aveva abbassato la testa. Ed aveva fatto centro perché ora Harleen si era incuriosita.
«Come mai?» domandò dolcemente «Io sono qui per lei, Mr. J. Mi può raccontare tutto quello che vuole»

«Beh, vede dottoressa…quand’ero un bambino nessuno rideva alle mie battute e la cosa mi rendeva tanto, tanto triste» Il Joker sospirò in modo teatrale «Mio padre era un tipo violento dottoressa, ogni volta che sbagliavo qualcosa…Pam! Al paparino piaceva molto il vino, capisce?*»

Harleen sgranò gli occhi e annuì, incapace di proferire parola. Non era la prima volta che le capitava di sentire questo genere di cose e nella sua carriera aveva sentito anche di peggio, ma l’idea che tutto questo fosse successo a lui, al suo Joker le spezzava il cuore in mille pezzi.

«Ma io, io cercavo di farlo ridere, di farlo divertire!» continuò il Joker, alzando la voce «Dottoressa, volevo che mi volesse bene… ma questo è il brutto della comicità, vieni malmenato da chi non la capisce! Come mio padre, o Batman!*»

Harleen rivolse lo sguardo verso gli appunti che aveva appena preso, rileggendoli. Solo l’idea di tutto quello che il suo povero clown avesse potuto passare le faceva quasi venire da piangere. Nessuno si meritava questo, neanche un super-criminale come il Joker.

«Che dice dottoressa, sono molto grave?» chiese il clown con finta preoccupazione, l’ombra di un sorriso alleggiava sul suo volto. L’unico momento in cui era restato serio era durante il racconto della sua difficile infanzia e Harleen presto arrivò a capire quanto questo potesse averlo segnato. Ma era sicura che questo fosse solo l’inizio: c’era ancora molto da scavare prima di scoprire chi fosse veramente il Joker.






Note dell'Autrice:
Ciao a tutti ed eccomi con un nuovo capitolo! Chiedo scuse se è troppo corto ma questo è un cosiddetto capitolo "di passaggio".
Dal prossimo capitolo le cose inizieranno a diventare movimentate e non poco!
Se il capitolo e la storia vi piacciono e volete che continui, allora lasciatemi qualche recensione. Mi farebbe davvero molto piacere.
Grazie a tutti quelli che hanno letto e sono arrivati fino a qui.
Ci vediamo al prossimo capitolo :)

*(primo e secondo asterisco) le frasi sono tratte dai cartoni animati di Batman: "The New Batman Adventures", episodio Mad Love

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Batman / Vai alla pagina dell'autore: x_X_Rapunzel