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Autore: LilyGreenEyes93    13/06/2018    0 recensioni
Voi credete nell'amicizia tra uomo e donna? Io ne sono una sostenitrice convinta e mi ritengo fortunata ad averla nella mia vita. Non c'è cosa più genuina e vera a mio parere, ma so che, come in tutte le cose, ci sono dei limiti che vanno rispettati, dei confini che se costretti a superare, potrebbero cambiare tutto. Il cambiamento è cambiamento, non è positivo e neanche negativo: è qualcosa che stravolge e che semplicemente, necessita di tempi di assimilazione e accettazione. Da qui parte la mia storia, che prende in prestito dei volti e delle storie che adoro. Spero di avervi incuriosito... vi lascio con una citazione dalla canzone che presta il titolo a questa avventura:
"Let's waste time
Chasing cars
Around our heads.
I need your grace
To remind me
To find my own.
If I lay here
If I just lay here
Would you lie with me and just forget the world?"
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Evans, Jeremy Renner, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 1. Ritrovi. 
«Oh cazzo…come glielo diciamo adesso?» Robert si lasciò andare ad una grassa risata, mentre Chris cercava di mantenere un contegno, cosa che non gli stava riuscendo per niente. Da un lato avrebbe voluto ridere insieme a Rob, ma la parte più buona di lui era davvero preoccupata per come avrebbero potuto reagire gli amici. 
Erano nella villa di L.A messa a disposizione per tutto il cast del nuovo film degli Avengers: avevano insistito con la produzione per ottenerla, adducendo la scusa che una convivenza tra gli attori prima e durante le riprese, era assolutamente funzionale per creare quella chimica e sintonia necessarie per un film di tale portata e che prevedeva la presenza di tutti gli eroi che formavano l’universo cinematografico della Marvel. Ovviamente, la ragione più spicciola ed egoistica, era che dopo il primo film erano nate delle amicizie fortissime tra gli attori ed erano tutti troppo entusiasti per non provarci. Senza considerare poi, la sintonia che già era nata con i “nuovi” personaggi.
Contro le aspettative più rosee e il cinismo sempre dietro l’angolo di Robert Downey Jr, che non era poi tanto diverso dal suo Tony Stark, la produzione aveva accettato di buon grado la proposta, pensando che effettivamente averli tutti insieme nello stesso luogo, non poteva che essere un vantaggio. Chris non potette evitare di chiedersi se quella fosse stata effettivamente una grande idea o una grandissima cazzata. 
«Ciccio, a che stai pensando con quel sorrisino maligno su quel bel faccino da Dio norreno?» Chris si voltò verso l’amico stravaccato sul divano ad isola che dava sulla spiaggia e un tramonto mozzafiato. 
«Che la produzione deve essere impazzita… già avevo i miei dubbi dopo che ha accettato la proposta della villa in comune, ma questa… andiamo non è mica necessario? Ti pare?» Chris agitava il suo copione, appena portato lì insieme a tutti gli altri da un membro della troupe. 
«Prima di tutto, non farli tanto ingenui… l’idea della villa, per quanto folle, è geniale! Andiamo: saremo tutti insieme e per loro sarà più semplice tenerci aggiornati e reperibili in qualsiasi ora del giorno e della notte. Inoltre, ti sei chiesto perché abbiano mandato Dave qui, la domenica pomeriggio, con una valigetta in metallo, dall’aria particolarmente inviolabile, con dentro i nostri copioni stampati e rilegati, quando avrebbero potuto tranquillamente e molto più economicamente, inviarceli tramite e-mail?» Robert lo guardò con un’espressione che diceva qualcosa del tipo “andiamo, è facile, puoi arrivarci!”
«Ma che significa? Boh… magari era di strada…» biascicò l’altro.
«Chris… ti prego. Questa villa è uno spettacolo, uno spettacolo dell’edilizia moderna circondato dal nulla cosmico! Devo sempre spiegarmi con te: hanno paura di qualche hackeraggio, invasione giornalistica, aliena e forse pure barbarica! Dai, è palese! Davvero pensavi che ci avessero dato questo posto per i tuoi occhioni color del mare e il mio innegabile fascino? Mi sembra una scelta molto calcolata e pensata… sapevo che c’era qualcosa sotto il loro entusiasmo… come ho fatto a non pensarci prima dell’arrivo di Dave, non saprei! Mi ripeto: è un’idea geniale!».
Chris aveva spalancato gli occhi, tanto che sembravano due palline da ping pong... certo tutto tornava!
«Mi stai dicendo… che abbiamo praticamente dato loro la possibilità di confinarci e usarci per i loro loschi comodi, facendola passare come una nostra idea?»
«Bingo!»
«La cosa è vagamente inquietante…»
«Ehi, non è lo S.H.I.E.L.D, rilassati… ma sai com’è… i soldi sono soldi, ti pare? E comunque, a me va più che bene…»
«Va bene, va bene… ritornando al copione: non credi che potevano risparmiarsi quella scena? Oggettivamente… è irrilevante!» Robert si tolse gli occhiali da sole che aveva ancora sul viso, si mise a sedere compostamente e guardò dritto negli occhi Chris.
«Ti prego, non fai sul serio…vero?» dopo un attimo di pausa in cui sperò vivamente che l’amico fosse più sveglio di quanto si stava dimostrando quel giorno, sospirò rumorosamente e capì di dover fare ancora una volta “Capitan Ovvio”.
«Ma cosa vi danno da mangiare giù in Australia? Pane, ormoni della crescita e idiozia? Chris, hai idea di quante donne e uomini sbavino sui nostri muscoli pompati e ritoccati dagli effetti?»
«Ehi, vacci piano… i tuoi saranno ritoccati!»
«Cazzate! Tornando a noi, hai idea di quanti si fanno viaggi mentali sugli addominali di Thor, le chiappe del Capitano, i bicipiti di Occhio di Falco e il pacco di Iron Man? Non fare quella faccia sconvolta, sai che è così… ora, aggiungici il boom che ha avuto quella trilogia di sesso esplicito: sai quanto si impennerebbero gli incassi se ci fosse una scena del genere tra quei due?! Porca miseria, non vedo l’ora di vederla anche io su grande schermo!» Chris dovette ammettere che, al di là della sconcezza dei concetti, Rob non aveva tutti i torti, ma neanche lui se diceva che quella scena non era assolutamente funzionale alla storia… soprattutto pensata come era pensata. Si passò una mano sul viso, immaginando le espressioni di quei due quando avrebbero ricevuto la notizia. 
 
 
•••
 
 
Dio se non era stanco… ci aveva messo un’eternità per arrivare a L.A e un’altra ora per trovare quella stramaledetta villa, persa nel nulla cosmico. Finalmente era arrivato, dopo aver passato i controlli di sicurezza che erano posizioni in diversi punti per tutto il perimetro della proprietà (gli sembrava di essere già finito nell’universo Marvel) e stava parcheggiando lungo il vialetto riservato alle auto. Uscì con un movimento fluido, si tolse gli occhiali da sole e cacciò fuori il cellulare dalla tasca interna della sua giacca, compose un numero e accostò l’apparecchio al viso. Uno, due, tre squilli.
«Ehi mamma! Come promesso, ti telefono dalla villa… sì, sì tranquilla sto bene, era solo stanchezza prima, non preoccuparti. Certo, ti saluto tutti… ci sentiamo con calma tra qualche giorno, va bene? Il tempo di sistemarmi… ti voglio bene anche io, ciao». Sorrise, sua madre era incredibile…neanche avesse ancora otto anni, voleva essere aggiornata su tutto e pretendeva di essere chiamata il più possibile quando era in viaggio. Capiva la sua apprensione: la loro fuga non la ricordava granché, ma per lei doveva essere un ricordo indelebile. 
Si riscosse dai quei pensieri torbidi, prese le valigie dall’auto, si caricò due borsoni sulle spalle e con le mani libere prese il trolley gigante e la sua borsa da viaggio… già immaginava le battutine di…
«EEEEHI TESOROOOOO, SERVE UNA MANO?! MA CHI SEI, MIA MADRE CON TUTTA QUELLA ROBA?»
...Robert. 
«E ciao anche a te, Rob! Dai, portiamole dentro, idiota» tra risate e pacche sulla spalla, riuscirono a sistemare le borse nell’atrio e a salutarsi con un caldo abbraccio. 
«Tutto bene il viaggio? Sei venuto da solo in macchina!»
«Sì, mi andava di essere indipendente…» Rob lo guardò aggrottando le sopracciglia e per la prima volta in quel pomeriggio mise il suo umorismo da parte. 
«Sbaglio o non sei granché felice della convivenza…?»
«Cosa? Ma certo che sono felice, scherzi? Solo… mi conosci, ogni tanto ho bisogno dei miei spazi, stare per conto mio…» lo guardò con insistenza, cercando di fargli capire senza dover parlarne oltre, non voleva guastarsi quella giornata. 
«Ancora problemi d’amore? Quale occasione migliore che una serata tra amici, a leggere la sceneggiatura del film e bere fino a dimenticarsi il proprio nome?» Robert diede una sonora pacca sulla spalla a quel ragazzone, trascinandolo fino al soggiorno dove c’era ad aspettarlo Chris, che subito si precipitò su di loro per salutare il nuovo arrivato e chiedergli di sua madre e se avesse portato qualche dolce fatto da lei. Mentre i ragazzi si dirigevano verso l’angolo bar per preparare dei drink, Robert restò qualche attimo in disparte, guardando Sebastian e sentendo verso quel giovane un trasporto quasi paterno. Non era di certo grande abbastanza da potersi effettivamente considerare padre di quel ragazzo, forse più lo zio simpatico, ma comunque si inteneriva guardando quegli occhioni sempre un po’ malinconici, come se portasse impresso nelle iridi il terrore di una nazione. Si riprese da quei pensieri sentendosi chiamare da Chris, con in mano il suo whiskey preferito, e decise di lasciar perdere, di concentrarsi piuttosto su quella che era ormai diventata la sua missione: rendere la vita infernale a quelli a cui era toccata la scena da bollino rosso… “toh, guarda un po’, uno dei due è di ritorno dal mare”  gli occhi gli si illuminarono. 
«Grazie ciccio! Senti Sebastian… tu non hai idea di cosa abbiamo trovato nel copione recapitatoci oggi da Dave!» Sebastian alzò gli occhi verso di lui, sul viso un’espressione eccitata.
«Cavolo, è arrivato? Ho passato il giorno ad aggiornare la posta elettronica!»
«Questa è un’altra storia… ma la cosa interessante è una scena in particolare!»
«Aspetta un attimo, ma gli altri? Non avevamo detto che lo avremmo letto tutti insieme? Ma siete degli infami, non mi avete aspettato!»
«No, in realtà lo abbiamo letto solo io e Rob, gli altri erano indaffarati e così…»
«Sono tutti qui?» Sebastian prese a guardarsi intorno, come se si aspettasse di vederli spuntare come funghi da sotto ai divani. Pensandoci, non aveva neanche avuto modo di domandare di loro, tante le chiacchiere prima di Rob e poi di Chris. 
«Sono tutti qui, quelli che hanno potuto lasciare casa, ovviamente. Chris numero 2  sta sistemando le sue cose di sopra, è arrivato poco prima dei copione, un’oretta fa circa; Jeremy è in palestra con Tom (sì, abbiamo una palestra davvero figa); Michael ha dovuto rinunciare all’ultimo minuto per un altro lavoro che gli hanno anticipato, per cui dovrà fare aventi e indietro, Eliz sarà qui tra qualche giorno e Scar…eccola» disse Rob indicando con un gesto plateale le vetrate del salone. 
La ragazza era ormai arrivata in prossimità della porta e appena percepì con la coda dell’occhio, attraverso le vetrate, l’ampio movimento di braccia compiuto da Robert, aveva alzato lo sguardo e lanciato un gridolino eccitato alla vista di Seb. La videro correre verso la porta d’ingresso e sentirono un tonfo che doveva essere di sicuro la borsa lasciata cadere malamente per terra. Apparve sulla soglia del salone con i capelli bagnati e gocciolanti e i piedi pieni di sabbia, il viso pulito e senza trucco, con un sorriso enorme a illuminarla. 
«Finalmente sei arrivato!» urlò, saltando al collo di Sebastian, inondandolo di acqua salata e baci sulle guance. 
«Yo, bitch!» Si voltarono tutti verso le scale che davano al piano di sopra, trovando Chris Evans in cima alla rampa, con le braccia aperte e un’espressione buffa oltre ogni dire. Seb e Scar scoppiarono a ridere, quello era il loro saluto obbligato dopo aver guardato insieme tutte le stagioni di Breaking Bad. 
«EVANS! Ma come, sei qui e non vieni a salutarmi di corsa?!» Scar lo guardò imbronciata, con le braccia incrociate e lo sguardo severo, mentre lui saltellava scendendo le scale come un bambino.
«Ma smettila e abbracciami, scema!» Scarlett, se prima si era attaccata come una cozza a Seb, ora era letteralmente saltata in braccio a Chris e lo abbracciava come fosse un coala. 
Ridevano, tutti non facevano che ridere. Non era per niente una situazione anormale per i presenti vedere scene di quel tipo: il sogno erotico di tre quarti della popolazione mondiale (maschile e femminile) nella vita quotidiana era quello che più si discostava dalla super Diva, controllata e sempre perfetta. Era un tipo esuberate, che non si prendeva mai troppo sul serio, sempre brutalmente sincera e la sua autoironia era probabilmente la cosa che più la rendeva amabile agli occhi di quanti la conoscevano. Tutti in quella stanza avevano almeno una volta fatto dei pensieri che di amichevole avevano ben poco, lo sapeva lei e lo sapevano loro e nessuno dava più importanza alla cosa di quella che effettivamente aveva. Non era successo mai nulla dal punto di vista sentimentale o anche puramente fisico, tutti erano concordi nel mantenere il più possibile la sfera lavorativa lontana da quella professionale e poi erano entrati in sintonia da subito: mai erano sorte situazioni imbarazzanti o ambigue e così quella che avrebbe potuto essere una cotta con i fiocchi, era diventata una sincera amicizia e tutti i maschioni del gruppo avevano sviluppato un senso di protezione nei confronti della ragazza, che dal primo film era praticamente l’unica donna dei Vendicatori. Certo, col tempo i rapporti si erano definiti, tutti avevano un’amicizia diversa e speciale l’uno con l’altro, per cui vedere Scarlett abbarbicata su Captain America, era normale amministrazione.  
«Ok, va bene che è un sacco di tempo che non vi vedete, ma posso salutare il Capitano anche io, Scar?» la ragazzi si voltò verso di lui e lo fulminò con lo sguardo.
«Appunto! Sono due mesi che non vedo il mio migliore amico, permetti?» 
«Ok, l’hai voluto tu!» il tempo di dire quelle poche parole, che Sebastian si era avventato sui fianchi della ragazza facendole il solletico e lasciandola scivolare a terra con l’aiuto di Chris, il tutto sotto gli sguardi allibiti di Hemsworth e Robert.
«Ehi, ma che modi, siete delle bestie!» riuscì a dire tra le risate, mentre Seb la scavalcava e andava ad abbracciare l’amico.
«Dai Scar, lasciali stare… ho sempre pensato che tra quei due ci fosse del tenero… tutte la fanfic che abbiamo trovato sui loro personaggi devono pur avere un fondamento di verità!» Chris scoppiò a ridere, seguito da Scarlett e Rob, mentre i due interessanti li guardavano con espressioni inorridite e scambiandosi un’occhiata si allontanavano subito, in modo talmente comico, che non potettero evitare di ridere anche loro. 
«Lo sapevo: se non erano quei tre, nessuno avrebbe potuto fare un casino del genere!» Jeremy fece capolino dal corridoio accanto alle scale, con un telo di spugna sul collo, insieme al giovane Tom, sudati da capo a piedi. 
«Vorrei abbracciarvi tutti, ma fate un tantino schifo al momento».
«Vedremo chi fa schifo quando avrete le tutine aderenti addosso e sembrerete dei vermetti mollicci» disse Tom ridendo e dandosi il cinque con Jeremy.
«Molliccio? Molliccio a chi, eh? Ricordati che sono il tuo Capitano, ragazzo!» 
«Va bene, abbiamo capito…c’è troppo testosterone in questa stanza per i miei gusti, vado a farmi una doccia e voi due dovreste seguire il mio esempio…» desse Scarlett alzandosi dal pavimento e andando a raccogliere le sue cose in corridoio. 
«A proposito di molliccio… ragazzi, sapete a detta del copione chi di noi non sarà per niente molliccio?» intervenne Robert, battendo le mani e calamitando l’attenzione di tutti su di lui. 
«Ma dai, avevamo detto di leggerlo insieme il copione!» disse Chris con la faccia delusa.
«Infatti, sei un infame Robert!» Jeremy gli lanciò la sua asciugamano che l’altro schivò prontamente, lasciando che colpisse un impreparato Hemsworth in pieno.
«Giustizia divina: il copione lo hanno letto insieme!» disse Seb battendo le mani mentre se la rideva con gli altri. 
«Va bene, abbiamo capito… ma è arrivato Dave e non abbiamo resistito! Ora, se mi ascoltate, stavo dicendo che uno di noi non sarà assolutamente molliccio…»
«Dai, ti ho detto di non essere così schifoso… Chris, amico, giuro che io ho reagito come un amico dovrebbe fare!»
«Ma si può sapere di che state parlando?» tutti si voltarono verso Scarmett di ritorno dal corridoio.
«Sì, piacerebbe saperlo anche a me… di che parlate?» le diede man forte Chris.
«Sapete una cosa… avete rovinato il momento, avevo una battuta fantastica da sganciare e l’ho persa, maledizione! Ora, per punizione, filate tutti a sistemarvi che tra poco mangiamo e poi ci mettiamo a leggerlo insieme il copione e l’effetto sorpresa sarà indimenticabile…già vedo le vostre facce!» così dicendo, Robert si voltò e preso Chris a braccetto, dirigendosi con l’involontario complice verso la cucina. 
«Tranquilli, non lascerò cucinare l’australiano… Qui tra un’ora.» 
«Di che parlavano? Quale scena? A me non è stato detto nulla di strano.» disse Scarlett a Seb, mentre raccoglieva la sua roba aiutata da Chris. 
«Beh, forse non ti riguarda… non saprei. Nessuno ha saputo nulla dalla produzione?»
«No Seb, forse avranno aggiunto qualcosa di figo all’ultimo» disse Tom, salendo le scale che davano a tutte le camere degli ospiti della villa.
«Ok, allora tra un’ora giù… Chris abbiamo le camere comunicanti, ti prego non farmi scherzi idioti, va bene?» disse Scar, sorridendo verso l’amico con aria minacciosa. 
«Ma se sono Capitan Innocenza?»
«Vai a cagare, Capitan Innocenza!» rispose Jeremy, che ogni volta rischiava l’esaurimento nervoso per i mille scherzi che quello scemo gli rifilava. 
 
 
•••
 
 
Dopo una bella doccia rinfrescante, Scarlett stava finendo di vestirsi, quando sentì bussare alla sua porta. 
«Avanti!»
«Ehi, posso?» dall’uscio fece capolino la faccia di Chris.
«Scusa, non sei ancora pronta…» disse quando, entrando, vide intenta ad allacciarsi i bottoni di una camicia. Imbarazzato, abbassò lo sguardo sulle sue scarpe.
«Tranquillo, non fare quella faccia… quante volte ci siamo spogliati davanti agli altri? Ecco, puoi guardare, scemo» disse lei ridacchiando. 
«Sono pur sempre un uomo d’altri tempi, no?»  cercò di dissimulare l’imbarazzo che aveva sentito salirgli al volto con quella stupida battuta… fuori dal set era sempre strano vedersi in atteggiamenti così intimi.
«Certo, certo…» si sedette sulla panca che era ai piedi del letto, infilando dei sandali bassi e comodi, guardandolo con sguardo indagatore. 
«Ehi, che hai? Tutto bene? Devi dirmi qualcosa?»
Lui la guardò e un sorriso malinconico gli spuntò involontario ad arricciargli gli angoli delle labbra. 
«È finita… con Jenny, è finita» si cacciò le mani nelle tasche dei jeans, incassò la testa tra le spalle, ritornando a guardarsi i piedi. Scarlett lo guardò intensamente, era orribile per lei vederlo in quello stato.
«Vieni qui» gli disse, allungando la mano verso di lui: come lei, nei momenti di fragilità, il contatto bisognava chiederglielo gentilmente e non imporglielo: si irrigidiva altrimenti, come se già dire che qualcosa non andava significasse scoprire il fianco, e venire toccato e abbracciato, quando non era stato lui a “concederlo”, era come un’ ammissione ancora più grande di debolezza. Da quel punto di vista, erano identici e per questo si capivano con una semplice occhiata. Dopo qualche tentennamento infatti, Chris si avvicino all’amica, sedendosi accanto a lei che lo circondò subito con le braccia e gli face poggiare la testa nell’incavo del collo. 
«Cosa è successo?» disse lei dopo un po’. 
«Non lo so Scar… Ero stanco dei litigi, lei non la smetteva di lamentarsi del tempo che passiamo lontani. So che ha ragione, lo so questo, pesa anche a me… ma io cosa posso farci? È il nostro lavoro e sai quanto lo amo. Insomma… siamo arrivati ad un punto in cui lei mi ha praticamente chiesto di venire qui con noi»
«Chris, non sarebbe stato un problema e lo sai…»
«Certo che lo so! Ma… lei doveva partire per delle riprese a San Francisco e praticamente ha detto che era pronta a rinunciare, pur di non stare separati per altri mesi. Quella è stata la goccia».
Scarlett rimase in silenzio per un po’. Aveva capito la situazione, stava cercando qualcosa da dire per provare a far cambiare idea a lui, o comunque cercare di trovare un compromesso a quella situazione: sapeva quanto Chris amasse Jenny, così come sapeva quanto travagliato e folle fosse stato il loro rapporto. Era la cosa giusta quella separazione? Non fece in tempo a dire niente che Chris riprese a parlare discostandosi da lei e iniziando a camminare per tutta la camera.
«Capisci, Scar? Lasciare il lavoro, per venire con me? In una casa vuota quasi tutto il giorno… lasciare il lavoro! Ero senza parole! Quanto si fatica per ottenere quello che abbiamo noi? Eh? Davvero credeva che potessi permettere una cosa simile? Che fossi così egoista? Incredibile… e poi non è la donna che voglio accanto questa! Non una che rinuncia a tutto per seguire il suo uomo in capo al mondo! La conosco… quanto potrebbe durare? Arriverebbe a rinfacciarmi questa cosa dopo i primi due mesi!» Scar lo guardava intenerita, ammirata per quelle parole… ma anche un po’dubbiosa: era davvero quello il motivo principale per cui non aveva voluto che facesse una cosa simile? Per come conosceva Chris, sapeva che c’era qualcos’altro sotto, di cui forse non andava particolarmente fiero, ma che sentiva in ogni caso e non avrebbe mai confessato troppo facilmente. Decise però di tacere anche lei: quello era un punto delicato, quello che nella sua testa aveva preso a chiamare “Il Punto”, che avrebbe aperto le porte a una discussione importante e difficile, ma che presto o tardi avrebbe dovuto affrontare con l’amico.
«Ho fatto bene, vero Scar? Non ho fatto una cazzata?» disse guardandola dritto negli occhi. 
«No Chris, assolutamente no. Probabilmente ora ti vede come un ingrato figlio di puttana, ma capirà che l’hai fatto per lei… magari rinsavirà e potrete avere una seconda possibilità…» lui la guardò con sguardo scettico.
«Ti prego, so che ti piace Jenny, ma non dirmi cazzate…» Scar sospirò pesantemente. 
«Va bene, per quanto Jenny mi stia simpatica, quello che ha tentato di fare non è da persona sana e dopo le varie scenate fuori dal lecito, credo che sia il momento di fermarsi e pensare seriamente a quello che entrambi volete. Dato che ci siamo, credo che da un po’abbia delle fisse per Liz… non mi è piaciuto come le ha parlato l’ultima volta…»
«Liz? La nostra Liz Olsen? Ecco perché mi ha chiesto con insistenza se ci fosse stata anche lei qui…»
«Credo che Jen non regga tutto questo… insomma, credo che abbia bisogno di una persona che non faccia il nostro mestiere, che possa darle tutta la sicurezza e le attenzioni di cui sente bisogno... e anche tu Chris, sei div… mi sembri in difficoltà, ecco… mi dispiace» si morse la lingua, non era quello il momento per “Il Punto”, per dirgli che era “diverso”, non ne avevano il tempo.
«Sto bene, davvero… forse devo ancora realizzare la cosa, ma per ora non è così male. La verità? Mi sento più leggero… abbiamo detto delle cose anche pesanti, ma tutte reali ed era ora che uscissero fuori…» la sua stessa voce però lo tradiva… non stava bene per niente. Scarlett si alzò e cercò i suoi occhi che non avevano voglia di farsi leggere.
«Chris, va bene… ce la faremo, ok?» gli fece una carezza e lui la circondò con le braccia possenti. 
«Grazie…» sussurrò tra i suoi capelli.
«Non credo di aver fatto nulla per cui debba essere ringraziata…» disse lei, sentendosi anche un po’ in colpa per aver rimandato ancora “Il Punto”. 
«Ringrazio che tu sia qui». 
Restarono così per qualche minuto, finché sentirono la voce di Robert gridare i loro nomi e annunciare che la cena era pronta. Svelti si sistemarono e uscirono dalla camera, raggiungendo gli altri in sala da pranzo. 



•••Spazio Autrice•••
Ciao, sono ritornata dopo molto tempo dalla prima e ultima FanFic che ho scritto e lasciata incompiuta... non è un ottimo modo per farsi pubblicità e ispirare fiducia, lo so... ma quella storia si fondava su un capitolo della mia vita che pensavo di aver in qualche modo superato, cosa che ho realizzato non essere vera. Semplicemente, non ce l'ho fatta a continuare. Magari un giorno ce la farò, ma ora è momento di dedicarsi a qualcosa di più frizzante e meno "drammatico".
Da questo capitolo iniziamo già a capire di cosa andremo a parlare, chi saranno i personaggi e, in anticipo, vi chiedo di scusare le mille cose che inventerò su di loro: sono una fan, ma non così tanto da andarmi a spulciare tutto delle vite di queste persone per creare una qualche plausibilità o realtà. Tutto è inventato di sana pianta, semplicemente mi piacciono loro e la mia mente perversa ha partorito questa storia. Non ho idea di come funzioni quel mondo, quindi non mi ci sono soffermata poi così tanto e, soprattutto, non mi sono informata sulle mille dinamiche che, probabilmente, dovrei conoscere. A mi interessa raccontarvi qualcosa che, per me, è più concreto: il cuore, le persone che sento e ho visto, il resto...non è così importante. Non ci sono dentro, non potrei descrivere quel mondo neanche tra un milione di anni, quindi perchè angustiarsi e togliere spazio a quello che davvero voglio dire? 
Spero di avervi incuriositi e di ricevere delle recensioni, positive o negative che siano.
Sono pronti i primi 10 capitoli, cercherò di pubblicare con regolarità, promesso!
Buona lettura :)

LilyGreenEyes93
   
 
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