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Autore: LilyGreenEyes93    15/06/2018    0 recensioni
Voi credete nell'amicizia tra uomo e donna? Io ne sono una sostenitrice convinta e mi ritengo fortunata ad averla nella mia vita. Non c'è cosa più genuina e vera a mio parere, ma so che, come in tutte le cose, ci sono dei limiti che vanno rispettati, dei confini che se costretti a superare, potrebbero cambiare tutto. Il cambiamento è cambiamento, non è positivo e neanche negativo: è qualcosa che stravolge e che semplicemente, necessita di tempi di assimilazione e accettazione. Da qui parte la mia storia, che prende in prestito dei volti e delle storie che adoro. Spero di avervi incuriosito... vi lascio con una citazione dalla canzone che presta il titolo a questa avventura:
"Let's waste time
Chasing cars
Around our heads.
I need your grace
To remind me
To find my own.
If I lay here
If I just lay here
Would you lie with me and just forget the world?"
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Evans, Jeremy Renner, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CHAPTER 2.
UN PICCOLO ASSAGGIO
.

La cena si svolse in allegria, raccontando i nuovi progetti, le idee per il futuro e le situazioni private. Quando ebbero finito di mangiare la fantastica pasta con le vongole preparata ad arte da Robert, Sebastian e Tom si offrirono per lavare i piatti, mentre Scarlett liberava la tavola e aiutava a sistemare la cucina. Nel frattempo, gli altri si diressero nel soggiorno: Hemswoth preparava da bere per tutti, mentre Robert e l’altro Chris uscivano dalla porta finestra per fumare una sigaretta in pace.
«Tutto bene, Capitano?» 
«Non la smetterete mai di chiamarmi così, vero?» rispose lui con un mezzo sorriso.
«Non perché tu sia il mio Capitano, Tony non conosce Capitani, ma è un modo semplice per non far voltare Chris ogni volta, quando in realtà stiamo chiamando te… quel ragazzo è tanto alto quanto tonto, a volte» venne da ridere ad entrambi.
«è un uomo buono… tanto alto quanto buono»
«Sì, vero… allora Cap? Ti sento strano…» Chris aspirò una bella boccata di fumo e cercò di tenere a bada il magone che sentiva dentro.
«Jenny… credo che questa volta sia finita davvero»
«Ahia, lo sapevo che si trattava di lei…» Chris si voltò verso l’amico, aveva la sensazione che si fosse trattenuto dal dire qualcosa.
«Dillo Rob, avanti…» 
«No davvero, lascia perdere, non volevo dire nulla»
«Rob, andiamo, dillo»
«Ti ho detto che non è nulla»
«Robert, dillo e falla finita!»
«Ma porca miseria… va bene! Poi non dire che è stata una mia idea!» rispose spazientito, sbuffando come un toro e riprendendo subito dopo.
«Si tratta SEMPRE di Jenny quando sei in questo stato… e non guardarmi con quella faccia, lo hai chiesto tu!» 
«È così evidente?» chiese Chris dopo qualche attimo.
«Non hai capito Cap: tu sei diverso quando si tratta di lei, sempre. Non adesso che avete rotto o quando litigate. SEMPRE. Anche quando va tutto alla grande e siete insieme, tu sei un Chris che non riconosco» Rob parlava e gesticolava nel suo solito modo, mentre Chris non riusciva a capire a cosa si riferisse… insomma, non era lui? Quando?
«Non capisco a cosa tu faccia riferimento…» e onestamente, si stava anche alterando un po’.
«Ehi biondo, me l’hai chiesto tu, io volevo farmi i fatti miei! Se ti va di sentire solo quello che ti piace, allora hai scelto la persona sbagliata. Io non parlo senza argomentare e soprattutto, se il mio parere non è richiesto. Lungi da me giudicare qualcuno, sono la persona meno indicata per spargere perle sulla morale e il saper vivere… ma se me lo chiedi, allora ascolta. Quando sei con Jenny, io non riconosco la persona che ho incontrato anni fa… credi davvero che lei sia una matta che vede pericoli per la vostra relazione dove non ci sono? Avanti! Sarà un po’ esagerata, ma pazza non lo è di sicuro. Una persone si rende conto quando con lei sei in un modo e con altri in un altro, e non serve essere presenti per vederlo, basta guardare le reazioni sconcertate degli amici quando siete insieme, amici che ti vedono in modo differente quando sei in sua compagnia e di conseguenza si comportano in modo strano, perché non sanno come porsi. Lei si accorge di questa doppiezza e da lì nascono le sue paure e i suoi dubbi. Mi dispiace dirtelo, ma è colpa tua: lei vede quello che tu crei intorno a te e non è importante il perché tu lo faccia, quali timori hai, quali precauzioni pensi di prendere per evitare di farla preoccupare perché la ami, il tuo atteggiamento è proprio la causa scatenante!» Robert spense con gesto stizzito la sua sigaretta, accendendosene subito un’altra, mentre Chris lo guardava immobile, sommerso da quel mare di parole, allucinato come se stesse assistendo alla discesa in terra di Loki, Thor e tutti gli asgardiani. 
«Non sto dicendo cazzate, sai perché ne sono sicuro? Perché il mio primo matrimonio è finito esattamente per questi motivi… io ero come te, con lei. Ci siamo amati, tanto, ma avevamo sbagliato tutto fin dall’inizio: piccole cose non dette, atteggiamenti ambigui, tutto per cercare di far combaciare i nostri caratteri, per far funzionare le cose… come è finita? È finita! Io sono scoppiato, lei mi ha accusato di essere uno stronzo, bugiardo, figlio di puttana che la stava facendo finire al manicomio. Game over. Quindi Chris, sì… quando si tratta di lei tu non sei la persona che ho conosciuto. Sei mio amico, me lo hai chiesto, ti dico quello che vedo. Gli altri non te lo diranno mai… Scar? Scar per quanto sincera, è una donna, quella che tu consideri la tua migliore amica, quella che a tutti presenti come tale… credo che abbia paura di esporsi in questi termini con te, di passare per l’amica che tanto amica non è… capito?»
Dopo quelli che gli sembrarono anni, Chris si allontanò un poco, avvicinandosi ad una delle sedia in vimini che erano fuori sotto il portico, lasciandovisi cadere sopra e allungano la mano come un automa verso Robert, il quale accese una sigaretta e gliela passò senza aggiungere nulla. 
«Dio… che sto combinando, Rob?» lui si sedette accanto all’amico, continuando a tirare boccate dalla sua sigaretta.
«Niente di troppo strano o fuori dal comune… solo, non fare i miei stessi errori. Odio vederti così e Jenny… ha i suoi difetti, come tutti, ma è una brava ragazza, non si merita di impazzire cercando di capire qualcuno che non esiste nella realtà».
Restarono fermi a guardare l'orizzonte per qualche momento ancora, non rendendosi conto che gli altri avevano finito di sistemare ed erano schierati dall’altra parte del vetro, alle loro spalle. Nel silenzio totale della sera, interrotto solo dalla risacca delle onde in lontananza, un forte colpo al vetro fece sobbalzare Robert e Chris come due gatti all’abbaiare di un cane. 
«Stronzi, avete finito di confessarvi i segreti come due amabili scolarette alle prese con il primo mestruo?!» urlò Jeremy, seguito dalle risate di tutti.
«E poi ti domandi perché tu sia il mio bersaglio preferito?! Mi hai fatto prendere un colpo, Jim! Me la paghi! Arriviamo…» buttarono le cicce nel posacenere e rientrano dentro, Rob con un braccio intorno alle spalle dell’altro. 
 
 
 
•••
 

 
«Amico, tutto bene?» Seb guardò Chris, che era rientrato con la faccia più scura di quando era uscito.
«Ok, basta, va bene? Non chiedete come sto! Sto alla grande!» urlò lui a tutti, che presero a guardarsi con aria interrogativa.
«Leggiamo questo copione, sono stanco… scusatemi» Seb cercò Scarlett e le chiese con lo sguardo cosa prendesse al ragazzo, ma lei scosse leggermente la testa e con gli occhi puntò Rob, che continuava a sorseggiare il suo drink indisturbato, come se Evans non avesse appena dato di matto senza alcuna apparente ragione. Scrollarono le spalle e si sedettero insieme, Scar fece posto tra lei e Jeremy per Chris, lui la guardò e preferì sedersi su di un pouf più distante. “Ok, questo è decisamente strano”, c’era qualcosa di importante sotto. Rob, che aveva di nascosto assistito alla scena, andò ad occupare il vuoto accanto alla ragazza, prendendole una mano.
«Tranquilla, gli passa» sussurrò al suo orecchio.
Tutti si accomodarono e a Tom fu assegnato l’incarico di distribuire in modo solenne i copioni a quanti non lo avevano ancora ricevuto. Iniziarono a leggere lentamente la sceneggiatura, ognuno la sua parte e quella degli assenti a turno. Anche letto così, non facevano che ridere per le battute di Tony, così tanto simili alle parole quotidiane di Robert, a quelle di Thor, così strampalato. Chris parve riprendersi nel mentre e pian piano era sempre più coinvolto e sciolto nel dare voce al suo Capitano. Si fermavano ogni tanto per fare commenti su qualche scena in particolare: ovviamente Seb e Chris erano particolarmente eccitati per quelle di combattimento tra loro, scene per le quali non avevano mai voluto delle controfigure e per cui già stavano parlando di iniziare ad allenarsi insieme sul ring. C’erano stati degli urletti da stadio quando giunsero in un punto in cui la Vedova nera e il Capitano avrebbero dovuto scambiarsi un bacio: entrambi gli attori avevano riso alle reazioni dei compagni, ma non erano affatto preoccupati o tanto sorpresi, immaginavano ci sarebbe stato un bacio serio tra i loro personaggi in questo film, un po’ perché nel “Soldato d’inverno” avevano già dovuto scambiarsene uno (certo, per niente sensuale o con particolari emozioni, essendo da copione una semplice mossa per mimetizzarsi tra la folla), un po’ perché il loro rapporto era stato da sempre ambiguo. Sapevano che qualcosa sarebbe successo, in un senso o in un altro: evidentemente gli autori avevano voluto provare a far pendere l’ago della bilancia su un sentimento più forte della semplice amicizia e fratellanza. Ma quei due non brillavano di certo per la loro lungimiranza, al contrario di Sebastian che, dopo quella parte, aveva alzato gli occhi prima su Chris e dopo su Robert, i quali stavano cercavano di nascondere i sorrisini malefici che si scambiavano, come se volessero dire “Oh poveri ingenui, non hanno idea di ciò che li aspetta”. Quello scambio di sguardi gli aveva dato la conferma di cui necessitava e non seppe più se era il caso di trovare un modo per evitare che quella parte fosse letta in quel preciso momento (soprattutto dopo l’atteggiamento di Chris), in modo che i ragazzi avrebbero potuto metabolizzare da soli la cosa, prima di trovarsi gli occhi di tutti puntati addosso, o lasciare che le cose semplicemente accadessero e prepararsi a qualsiasi reazione avrebbero potuto avere.
Si stava per giungere al termine del film, quando Robert, ormai già al terzo giro, sollevò il suo bicchiere e con una penna lo fece tintinnare per calamitare l’attenzione su di lui.
«Bene ragazzi, ci siamo… sta per arrivare la fantomatica scena. Se permettete, credo sia il caso che la legga una sola persona…io mi propongo!» urlò, alzando il braccio come se si trovasse a scuola. In quel momento Sebastian scattò in piedi, e praticamente placcò Robert, strappandogli il copione di mano e facendolo sedere con la forza, mentre gli altri li guardavano allibiti e Chris si portava una mano sul viso, imbarazzato ed esasperato.
«Ragazzi, giuro che io non c’entro niente con questa storia… »
«Dai basta, leggiamole e facciamola finita, quanto può essere sconvolgente?!» intervenne Tom.
«La leggo io!» disse prontamente Sebastian e lanciò un’occhiata di sottecchi ad Evans che ingenuamente, se la rideva per il teatrino che gli altri avevano messo su… “Maledetto idiota!” pensò, prima di girare la pagina del copione ed iniziare a leggere. 
«Scena 69…»
«Il che mi sembra appropriato…» sghignazzò Robert come una iena, guadagnandosi un’occhiataccia da Chris e Seb, che riprese a leggere più impostato di prima. 
«Scena 69: dopo il messaggio di “arrivederci” di Stive a Tony, siamo in un’altra sala del nuovo centro operativo degli Avengers: è una camera privata, spartana, senza foto o oggetti personali. Seduta sul bordo del letto c’è…» Seb prese una pausa, c’erano quasi.
«…c’è l’agente Romanoff, ancora con la sua divisa. Ha un auricolare all’orecchio, sembra che stia parlando con qualcuno: Tony le ha inviato il messaggio del Capitano. Ad un certo punto interrompe la comunicazione e toglie l’auricolare, lanciandolo dall’altra parte della camera: la sua faccia è di marmo. Subito dopo, ci sono dei colpi alla porta del suo alloggio, si alza stizzita, come pronta a stendere chiunque stia cercando di disturbarla, apre la porta premendo un pulsante e si ritrova davanti la persona che meno si sarebbe aspettata di vedere così presto. Steve Rogers in uniforme, con lo scudo agganciato sulla schiena è fermo sull’uscio. Si guardano qualche attimo, entrambi hanno sul volto delle espressioni dure, lui sta per voltarsi ed andare via, ma lei fa un passo di lato, lasciandogli libera l’entrata e richiudendo la porta subito dopo il suo passaggio. Nel frattempo il Capitavo si libera dell’elmetto e dello scudo, poggiandoli sul tavolino accanto alla porta del bagno.
-“Cosa ci fa qui, Capitano? Ha tre minuti prima che io decida di far scattare l’allarme, lei non è più autorizzato.”
- “Nat…davvero?”
-“Sta perdendo tempo, Capitano… non mi costringa a farlo.”
-“Volevo solo salutarti… e ringraziarti.”
-“Come ha fatto ad arrivare fin qui? A superare tutti i controlli…e JARVIS?” 
-“Non è stato così complicato, credo che Tony abbia chiuso un occhio... credo che volesse darmi la possibilità di salutarvi…”
-“Bene, non avrà molto tempo ancora Capitano, vada dove deve…“
A questo punto Steve fa un passo verso di lei, che prontamente indietreggia come se fosse spaventata da quella vicinanza. 
-“Nat, ti prego, smettila…!”
-“Cosa, esattamente, dovrei smettere, Capitano?”
-“Tanto per iniziare, dire il mio nome come se lo stessi sputando e mi piacerebbe che la smettessi di trattarmi come se… come…”
-“Come… Capitano?”
-“Come se non fossi niente per cui valga la pena smetterla di essere l’agente Romanoff, per cinque minuti!”
-“Dimentica Capitano, io l’ho fatto.”
Steve la afferra per un braccio, tirandola a se con forza e facendola scontrare contro il suo petto.
-“Non voglio…e neanche tu.”
Natasha lo guarda dritto negli occhi, sono leggermente umidi, ma non è una donna che lascia vedere una sola lacrima solcare il ciglio dei suoi occhi.
-“Hai scelto la tua strada, va e percorrila… Addio, Capitano.”
Come scottato, Steve la lascia andare, la guarda come se la vedesse per la prima volta. Lentamente riprendere le sue cose e si appresta ad uscire dall’alloggio. Natasha guarda la finestra davanti a sè, sulla quale è riflessa la loro immagine: Steve è di spalle, non può vederla, cosa che la fa sentire al sicuro e sul volto la sua espressione cambia drasticamente: non piange, non può, ma i suoi occhi parlano. In quel momento lui si volta verso di lei e incrocia i suo sguardo, riflesso nel vetro della finestra. È un attimo: lascia cadere lo scudo a terra, due passi è accanto a lei, la volta bruscamente e la bacia, come non ha mai fatto prima di allora. Non è un bacio sereno, ma pieno di urgenza e irrazionalità"…»
Seb si sentiva andare a fuoco, nella stanza era calato un silenzio tombale, aveva continuato a leggere in mente, e non riusciva ad andare avanti… Robert e Chris non stavano esagerando, era parecchio spinta ed esplicita. Pensare a Scar così, leggere nei dettagli cosa avrebbe dovuto fare con Chris, era imbarazzante. Sapeva che non era di certo la prima scena di sesso alla quale entrambi avrebbero approcciato… ma gli sceneggiatori ci erano andati giù pesante: per ottenere quello che volevano i produttori, gli attori avrebbero dovuto essere sul set quasi nudi, l’unica copertura decente sarebbe stato il corpo dell’altro, la camera e il montaggio avrebbero fatto il resto. Immaginava quanto sarebbe stato difficile per loro muoversi in quel modo, guardarsi negli occhi e toccarsi, quando c’era una conoscenza così forte. Poteva sembrare il contrario per chi non facesse quel mestiere, ma la verità era che andare oltre i limiti con un amico/a era molto più complicato di quanto potesse esserlo con un partner appena conosciuto sul set, o comunque con il quale non vi fosse un’amicizia che andasse oltre l’ambito lavorativo. 
Tutti erano silenziosi, stavano continuando a leggere tra loro, evidentemente troppo in imbarazzo per dire qualsiasi cosa.
Lentamente, i presenti iniziarono a lanciare sguardi di sottecchi ai due protagonisti di quella scena: Chris aveva gli occhi incollati all’ultima pagina, troppo impegnato a digerire quello che aveva evidentemente appena finito di leggere; Scarlett invece teneva le pagine con forza, come se stesse per accartocciarle, le labbra le tremavano. Jeremy la guardava preoccupato, come se si aspettasse di vederla scoppiare in un pianto isterico. L’aria era come rappresa, la tensione si poteva tagliare con un coltello… finché un singhiozzo ruppe il silenzio e tutti si voltarono a guardare Scarlett: la testa bassa e il corpo scosso da tremiti. Robert parve andare nel panico e si alzò di scatto per prenderle qualcosa da bere, mentre Chris gli lanciava occhiate furiose, come se la scena l’avesse scritta lui; Tom cacciò fuori un pacchetto di fazzoletti dalla tasca posteriore dei jeans e lo lanciò a Jeremy che, afferratolo, si apprestava di corsa a prenderne uno per porgerlo alla ragazza; Sebastian la circondò con le braccia, dandole delle leggere pacche sulla schiena, gli occhi azzurri spalancati rivolti a Chris, in una tacita richiesta di aiuto, il quale nel frattempo guardava il tutto inebetito, come se fosse davanti ad uno schermo. Quando Robert ritornò in sala con un bicchiere colmo di vino rosso, il preferito della ragazza, si inginocchiò ai suoi piedi porgendole il calice.
«Scarlett… » sussurrò apprensivo. La ragazza alzò il volto arrossato, gli occhi lucidi, le labbra serrate… quello che accadde successivamente, nessuno se lo sarebbe di certo aspettato. Scarlett scoppiò a ridere, come se avesse visto la cosa più divertente del mondo. Rideva forte, le lacrime agli occhi e non riusciva a smettere per riprendere la parola. Tutti erano rimasti immobili nelle loro posizioni, guardando la ragazza piegata in due dalle risate, mentre si chiedevano se fosse una reazione isterica la sua, oppure se l’alcool non stesse iniziando a tirare loro brutti scherzi. 
«Oh mio Dio… se poteste vedere le vostre facce in questo momento!» cercò di dire tra le risate «Oddio, datemi un cellulare, devo farvi un video per forza! Ma siete matti per caso? Tutto questo teatrino per una scena di sesso con Chris? Andiamo, finalmente potrò constatare se i racconti sulla sua forza bruta, siano effettivamente meritevoli di considerazione o no! Sarà uno spasso!» e riprese a ridere, afferrando il bicchiere di vino e spingendo Robert che stava ancora accovacciato ai suoi piedi, facendolo cadere a chiappe per terra come un bambino. Dopo qualche attimo di sconcerto, gli altri si rilassarono, iniziando a ridere e dando man forte a Scarlett, mentre Robert si alzava e batteva le mani verso l’amica, urlando come un matto.
«Questa sì che è la mia ragazzona! Sapevo che l’avresti presa con stile! Vieni qui!» e così dicendo, dal divano se la caricò sulla spalla, rischiando di farle versare il vino ovunque e sollevandola come fosse una piuma. In quel momento, mentre Robert portava in giro Scarlett come fosse una specie di gatto, tre le ovazioni e le battute di tutti, lei incrociò lo sguardo di Chris, che se ne stava ancora in silenzio, sorridendo, ma senza proferire parola. Non era bravo quanto lei a dissimulare. Si dissero tutto e niente in quella frazione di secondo: lui si alzò, stampandosi un sorriso enorme sul viso, raggiunse Robert e praticamente strappò la ragazze dalle sue grinfie.
«Lascia stare la mia donna, Stark! E tu, saresti la mia migliore amica? Rimpiangerai il giorno in cui hai messo in dubbio la mia prestanza, brutta traditrice che non sei altro!» 
«Vedremo, Capitano!».
Continuarono a scherzare su quella scena per un po’ e finirono di leggere la sceneggiatura del film che era da poco passata la mezzanotte. Pian piano tutti iniziarono a darsi la buonanotte e a risalire nelle proprie stanze. Scarlett uscì da sola per fumare una sigaretta, Robert fece per raggiungerla, ma Chris lo fermò.
«Meglio che la lasci sola, se avesse voluto compagnia l’avrebbe chiesta…» Robert lo guardò con un sorriso mesto.
«Va bene Cap, saliamo su?»
«Sì, andiamo a dormire… che giornata» così dicendo, salirono nelle loro camere, spegnendo le luci nel salone.
Scarlett si voltò a guardare l’interno della villa… erano andati via tutti, pensò che forse doveva ringraziare Chris per quel momento di pace. Prese un sorso di vino dal calice ancora pieno, accese un’altra sigaretta e si concesse un momento per pensare davvero a quello che aveva appena letto. Sarebbe stato difficile. Non ricordava precisamente le scene di sesso che aveva già girato per altri film, le aveva fatte senza troppi problemi, dicendo a se stessa che prima si fosse buttata, prima sarebbe arrivata alla fine della caduta. “Via il cerotto, via il dolore”. 
Questa volta però, sapeva sarebbe stato diverso… Chris era il suo migliore amico, gli voleva bene, lo conosceva, si capivano con uno sguardo. Pensarsi nuda, a contatto con la sua pelle, occhi negli occhi, cercando di riprodurre un amplesso tra un super eroe e un’assassina super addestrata, che avrebbe quindi comportato una certa forza, oltre che un trasporto emotivo, la faceva rabbrividire. Quante volte si era sentita dire che l’amicizia tra uomo o donna non poteva esistere, che prima o poi l’amicizia sarebbe sfociata in altro? Non sapeva neanche dirlo. La verità era che lei ci credeva davvero, e Chris ne era la conferma. Non era stupida e un’idealista con i prosciutti davanti agli occhi, sapeva che era inevitabile guardare un così bel ragazzo e non pensare per un attimo: “Dio, questo qui è un figo magistrale, me lo porterei a letto adesso!”, ma quelli erano pensieri che lasciavano il tempo che trovavano, soprattutto quando per il lavoro che facevano loro, essere circondati da donne e uomini bellissimi, era quotidianità. Si imparava in fretta a scindere i campi nel modo dello spettacolo e Scarlett, quando aveva conosciuto Chris lo aveva fatto. Aveva scoperto che oltre al faccino niente male, era una brava persona, quel tipo di persona che vorresti come amico. E quello era per lei. Ma superare la soglia era rischioso: cosa distingue il rapporto con un amico da quello con un fidanzato? Il sesso. Questa era la sua risposta. Si sarebbe buttata da un palazzo per i suoi amici: la facevano impazzire, arrabbiare, ma li amava, come avrebbe amato un compagno. Provare un affetto così forte, guardare gli occhi di una di quelle persone, mentre si è nudi, baciarsi, accarezzarsi, simulare un amplesso, con tutti i sospiri e i gemiti del caso… no, era davvero un rischio entrare in contatto in quel modo con qualcuno che le piaceva. Ne aveva paura. Credeva nella forza della loro amicizia, ma sapeva che i risvolti sarebbero potuti essere solo tre: 1. avrebbero portato a termine il compito, senza problemi e scivoloni di alcun genere, consolidando ancora di più la loro amicizia; 2. avrebbero portato a termine il compito e poi non si sarebbero mai più rivolti la parola; 3. avrebbero portato a termine il compito e poi avrebbero fatto sesso per una volta e basta, rovinando per sempre la loro amicizia, tramutandola in un freddo e distaccato rapporto di reciproca cortesia, in memoria dei tempi andati.
Scarlett gettò con stizza il mozzicone di sigaretta, si alzò e si diresse come una furia nella sua camera, sperando vivamente che delle tre, si avverasse la prima ipotesi.



•••Spazio Autrice•••
Eccomi, non volevo pubblicare oggi, ma ero impaziente di farvi avere il secondo capitolo... sono tanto curiosa di sapere se vi sta interessando o meno questo mio viaggio mentale, ma avrò pazienza e aspetterò l'arrivo di una recensione... ma magari :) 
Credo che sia tutto abbastanza chiaro per il momento, l'unico dubbio è che possiate aver frainteso quale "Tom" sia presente nella storia: mi riferisco a Tom Holland, il nostro amichevole Spider-Man di quartiere che, personalmente, adoro! In ogni caso, se siete fan dell'altro, sappiate che arriverà... in quale forma, non l'ho ancora deciso: nei primi dieci capitoli che ho scritto spunterà il suo nome, ma non so se sia il caso di buttare anche lui nel vivo del racconto... vedremo!
Altra precisazione: di quale film stiamo parlando? Bene, più che "The Avengers", sarebbe "Captain America: Civil War", ma non mi andava di rinunciare a Chris Hemsworth (buon Dio, come potrei?) o a Tom Holland (mi sta troppo simpatico!), così... ci sta pure Thor e basta. Magari nei fumetti effettivamente fa la sua comparsa, non lo so, ma mi andava di scriverla così questa storia e amen (ritorno al discorso che ho già fatto nel primo capitolo: dico quello che mi serve, sticazzi).

Vi ringrazio ancora, spero di potervi leggere e di ricevere critiche, che sicuramente sono ben accette! 

LylyGreenEyes93


 
   
 
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