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Autore: LadyMintLeaf    14/06/2018    1 recensioni
"Lei era bella e gentile a tal punto che nessun'altro fuorché un folle avrebbe potuto desiderare di farle del male.
Ma Loki le aveva fatto del male, molto male; troppo forse, ed in un istante ad esso tornarono in mente un antico poema runico norvegese che aveva letto una volta in un libro proveniente da Midgard.
"Þurs vældr kvinna kvillu, kátr værðr fár af illu", diceva e tradotto, significava "Il gigante causa dolore alle donne, pochi uomini gioiscono della sfortuna.".
E forse lui non era figlio di uno di quei giganti che tanto facevano tremare la gente al solo sentirli nominare?
Ma no.
Lui non voleva essere considerato un mostro..... Non voleva fare del male a nessuna donna.
Eppure a Sigyn aveva già fatto del male."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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<< Un gesto davvero cavalleresco da parte sua, non c'è che dire. >> commentò Loki, rimasto nuovamente solo con Sigyn.
Aveva finalmente allontanato le mani da lei e si era scostato, andando a sistemarsi in un angolo del lungo corridoio.
Adesso guardava Sigyn con un intensità disarmante, quasi avesse tutta l'intenzione di leggerle nella mente con la sola forza del proprio sguardo.
<< Prima si mostra disposto ad aiutare la dama in pericolo e poi, la abbandona nella tana del drago. >>, fece un vago gesto con le mani come ad indicare se stesso: << Insieme al drago, per giunta. >>.
S'interruppe un attimo, poi scosse il capo, commentando: << Mio fratello non è mai stato un perfetto galantuomo. >>.
<< Tu si, invece? >> domandò Sigyn, quasi senza pensare a chi stava rivolgendo quella domanda: << Drago?! >>. 
Loki sorrise, all'apparenza divertito dall'improvviso sprazzo di audacia che lei stava mostrando, mentre rispondeva ambiguamente: << Lascio che sia tu a decidere. >>.
Sigyn volse lo sguardo altrove e non rispose.
Non riusciva proprio a scorgere in Loki un suo possibile lato galante e non riusciva neppure ad immaginarlo mentre parlava gentilmente con qualcuno; magari con una donna.
No; non Loki, non il principe oscuro di Asgard. 
Lui riusciva solo a portare il caos ovunque andasse e a scatenare il terrore in tutte le persone che erano tanto incaute da provare ad instaurare con lui una qualsiasi conversazione.
Il Dio degli Inganni era così: glaciale, crudele o, alcune volte, ironico, ma sempre in modo confusionario; folle; difficile da comprendere.
Sigyn scosse il capo.
Non voleva nemmeno provare a immaginare che cosa stesse passando in quel momento nella mente del fratello di Thor. 
<< Il tuo silenzio mi fa dedurre che non mi vedi di buon occhio. >> osservò Loki ad un tratto, passandole accanto per avvicinarsi alla parete in fondo al corridoio, dove Thor aveva scagliato gli Einherjar poco prima. 
Guardò quasi con noncuranza i corpi ammassati dei soldati privi di sensi.
Poi si chinò vicino a quello che doveva essere il comandante di quel gruppo ed iniziò a scrutarlo con attenzione, scuotendolo e stuzzicandolo come per accertarsi che fosse veramente svenuto e non stesse solamente recitando. 
<< Fino ad ora non ti sei comportato molto bene con me. >> gli fece notare Sigyn, sistemandosi meglio il cappuccio sul capo e cercando di ignorare quello che l'altro stava facendo al povero Einherjar addormentato. 
Loki le rivolse uno sguardo severo, tornando ad alzarsi da terra per borbottare con una serietà spiazzante: << Io sono ancora qui, o sbaglio. >>.
<< Thor se ne è andato per aiutarci a fuggire. >> disse Sigyn in risposta, con la medesima serietà con cui aveva parlato Loki: << è andato a distrarre gli Einherjar, per proteggere te... e me. >>.
<< Per proteggere te? >> domandò Loki sollevando un sopracciglio. 
<< Dalle guardie, forse. >> ammise poi, tornando ad indicare i corpi degli Einherjar svenuti.
Poi il suo volto affilato si tese in un sorriso, mentre aggiungeva con fare esplicito: << Ma non da me. >>.
Nel vedere l'espressione allarmata che di colpo, nell'udire quelle ultime parole, era apparsa sul viso della giovane donna, Loki non riuscì ad evitare di ridere apertamente.
Sembrava davvero divertito nel notare quanto Sigyn avesse ancora timore di lui.
Ma lei questa volta non era stata spiazzata solamente dalle parole di Loki, bensì dal modo in cui lui le aveva pronunciate; come per gioco.
Inoltre Sigyn era certa di non aver mai sentito il Dio degli Inganni ridere come stava facendo in quel preciso momento e si sorprese nel trovare la ristata dell'uomo inquietante ed al contempo stranamente ammaliante.
Era la ristata di un uomo, ma anche quella di un bambino dispettoso che ha appena fatto uno scherzo ben riuscito. 
<< Oh, non fraintendere le mie parole. >> mormorò poi, senza smettere di sorridere: << Non ho davvero alcuna intenzione di farti del male. Volevo solo vedere la tua reazione. >>.
Sigyn lo guardò imbronciata, domandando seccamente: << Sei soddisfatto, ora? >>.
Non le piaceva essere presa in giro da quell'uomo, anche se la sua risata di poco prima le aveva fatto uno strano effetto. 
Forse perché era la prima volta che i demoni oscuri che ella aveva sempre l'impressione di vedere negli occhi del Dio degli Inganni, parevano averlo per un momento abbandonato, lasciandolo quasi tranquillo, rilassato, per un breve, fuggevole momento. 
Comunque non le andava a genio che lui si divertisse, prendendosi gioco del suo timore. 
Loki scosse il capo, in risposta alla domanda che lei gli aveva appena posto.
Poi le si avvicinò con quel suo passo svelto e silenzioso, sfiorandole appena la spalla destra con la mano, mentre le sussurrava all'orecchio: << Ci vuole ben altro per soddisfarmi, credimi. Non mi accontento di poco. >>.
Rimase per un attimo così, tanto vicino a lei che Sigyn aveva quasi l'impressione che lui potesse sforarle il lobo dell'orecchio con le labbra; poi le volse le spalle, allontanandosi da lei con tale brutalità da lasciarla quasi smarrita.
Quindi, con estrema noncuranza, come se già si fosse scordato della presenza della donna alle sue spalle, Loki si accostò una volta ancora all' Einherjar in cima alla fila di corpi ammassati in disordine l'uno sopra l'altro e si chinò per accertarsi che esso non stesse ancora riprendendo conoscenza.
Il soldato non si muoveva.
Allora, apparentemente soddisfatto, afferrò il malcapitato per le braccia, trascinandolo lontano dagli altri.
Quindi, sotto lo sguardo smarrito di Sigyn, lo volse sulla schiena con un grugnito di protesta, iniziando a sfilargli l'armatura di dosso, senza troppe cerimonie. 
<< Che... Che cosa stai facendo? >> balbettò Sigyn all'improvviso, imbarazzata.
<< Lo spoglio, non si vede? >> replicò semplicemente Loki, sorridendole ancora.
Sembrava improvvisamente diventato di buon umore. 
Sigyn, nell'udire quella risposta arrossì violentemente, sentendosi quasi scandalizzata dalla rivelazione dell'altro.
Loki continuò a sorridere, ancor più marcatamente, senza tuttavia assumere quell'aria da lupo famelico di sempre.
Era davvero divertito da quello che stava per fare e dall'espressione turbata che stava passando sul volto della donna a pochi passi da lui.
Il suo sorriso ancora una volta, sembrava quello di un folletto dispettoso. 
<< Non dirai sul serio? >> volle sapere Sigyn, scuotendo in fretta il capo. 
<< Oh, si, invece. >> rispose il Dio degli Inganni, guardandola adesso con aria complice: << Sta a vedere! >>.
<< .... Io.... Io preferirei di no.... >> mormorò Sigyn, sempre più agitata e, mentre bofonchiava quelle parole, si affrettò a dare le spalle all'altro, fissando impacciatamene il pavimento sotto ai suoi piedi. 
Forse non era una delle mosse più sagge da fare in presenza di Loki, visto che lui avrebbe potuto cogliere l'occasione per colpirla alla sprovvista, ma Sigyn in quel momento non riusciva a pensare ad altro che al suo completo imbarazzo per la situazione nella quale si trovava immischiata.
Non aveva alcuna intenzione di vedere Loki mentre spogliava un Einherjar privo di sensi davanti ai suoi occhi, e men che meno desiderava vedere il Dio degli Inganni a sua volta denudato, visto che era ovvio che lui avrebbe indossato i vestiti della guardia come protezione in più, per ingannare le altre sentinelle, anche senza l'uso della magia che, adesso lui sembrava avere veramente perso. 
Stranamente nell'immaginare di trovarsi ad osservare Loki nudo, il viso di Sigyn si fece ancora più rosso di prima ed ella sentì il proprio cuore che iniziava a batterle freneticamente in petto.
Che sciocchezza, si rimproverò.
Come poteva vergognarsi di quell'uomo violento e poco affidabile?
Come poteva..... se nemmeno provava qualcosa per lui?
<< Ti imbarazzi per poco. >> sentì la voce di Loki alle sue spalle, ma lei evitò di voltarsi, temendo che l'altro le stesse giocando uno strano scherzo. 
Loki continuò a sorridere ancora per un attimo, guardando le spalle che la giovane gli teneva adesso ostinatamente voltate, sentendosi stranamente sorpreso dal pudore che ella stava dimostrando nei suoi confronti ed in quelli degli altri uomini.
Era evidente che lei, voleva restare il più fedele possibile al suo adorato Theoric, anche se lui era lontano; disperso su un pianeta a lei sconosciuto, forse addirittura morto. 
Loki scosse il capo, leggermente irritato da quella constatazione.
Poi, smettendo di colpo di pensare alla donna, tornò a fissare il suo sguardo sull' Einherjar disteso a terra.
Non che spogliare un uomo potesse definirsi una cosa piacevole, ma Loki sapeva che quella era l'unica maniera per potersi camuffare in qualche modo.
Ora che era stato privato dei suoi poteri, doveva arrangiarsi a creare illusioni senza l'utilizzo della magia e questo implicava il fatto che avrebbe dovuto spogliare quella guardia per impadronirsi dei suoi vestiti ed indossarli come una sorta di copertura. 
Senza pensare a ciò che stava per fare, si chinò sull' Einherjar ed iniziò frettolosamente a spogliarlo. 
Loki si accorse con irritazione che le sue mani tremavano per la tensione e la fretta, mentre svestiva il soldato.
Comunque impiegò poco tempo e, quando l'ebbe spogliato completamente, quasi automaticamente si tolse i propri vestiti di dosso, gettandoli in fretta sul soldato nudo a terra. 
Quel gesto non sarebbe stato necessario; con tutto quel buio a celare ogni cosa lì sotto.
Una stupida forma di rispetto che gli era venuta spontanea, chissà come, si disse.
Poi si alzò e si volse verso la donna che, a pochi passi da lui, gli dava le spalle con estremo pudore. 
Sigyn, che fino ad allora era rimasta voltata per evitare di scorgere Loki mentre questo denudava prima il soldato e poi se stesso, per rimpiazzare i propri vestiti sgualciti con l'armatura ordinata e sfavillante dell'altro, sentì all'improvviso il contatto di una mano gelida sulla sua spalla, e sussultò violentemente.
<< Muoviamoci! Dobbiamo andare, ora! >> la spronò il Dio degli Inganni, con voce adesso di nuovo decisa e quasi tagliente.
Cautamente, Sigyn tornò a voltarsi verso di lui, quasi timorosa di potersi trovare davanti il Dio degli Inganni ancora mezzo nudo.
Grazie al cielo questo non avvenne ed ella si ritrovò a guardare Loki completamente bardato nell'armatura dorata degli Einherjar.
Per un istante quella vista la fece stare male, mentre, in uno strano flash, vedeva per un attimo il volto di Theoric e non quello del Dio degli Inganni davanti a sé.
Poi si riscosse e, per evitare di pensare al suo disperso promesso sposo, domandò indicando vagamente l’ Einherjar a terra, adesso coperto dagli stracci che Loki aveva indossato durante la sua prigionia: << Era proprio necessario, sottrarre gli abiti a quel poveretto? >>.
<< Ho solo preso le mie precauzioni. >> Loki posò per un attimo lo sguardo sull' Einherjar a terra, poi tornò a rivolgersi a Sigyn: << Per adesso qui attorno sembra tutto tranquillo, ma non sono così sciocco da pensare che il pericolo sia passato. Perdona il mio scetticismo, ma.... Non mi fido particolarmente delle capacità di Thor. >> 
<< Ho imparato per esperienza che è meglio non basarsi troppo sugli altri, se si vuole restare vivi. Soprattutto non bisogna fidarsi mai di chi ti è più vicino…>>.
Sigyn, sempre immobile a pochi passi da lui, non lo contraddisse, nonostante dentro se stessa ella pensasse del principe Thor l’esatto opposto di quello che il Dio degli Inganni aveva appena affermato. 
Il possente Dio del Tuono per lei era uno degli uomini che, dopo Theoric, la faceva sentire sempre protetta ed al sicuro. 
Lei si fidava completamente del figlio primogenito di Odino.
Thor era forte, leale e sincero e Sigyn non riusciva davvero a capire come Loki potesse dire di lui cose tanto irragionevoli. 
Come poteva non avere fiducia nelle capacità del fratello maggiore?
Proprio lui che era da tutti chiamato con l’appellativo di Dio degli Inganni?
Se c’era qualcuno in tutta Asgard di cui diffidare, quello era solo ed unicamente il principe Loki. 
E poi c’erano state quelle ultime parole pronunciate dal Dio degli Inganni in modo tanto cupo.
Cosa intendeva dire con quel “non bisogna fidarsi mai di chi ti è più vicino”?
Lui per caso si era fidato di qualcuno e poi era stato tradito? 
Ingannato?...
Sigyn era quasi tentata di domandare a Loki di che cosa stesse parlando, sempre più certa del fatto che quella frase non riguardasse solo il Dio del Tuono e quello che stava accadendo in quei giorni, ma qualcosa di ben più distante.
Tuttavia, ella si trattenne e non parlò.
Non era certa di aver capito cosa il Dio degli Inganni volesse intendere con quelle sue ultime parole e non poteva permettersi di porre una domanda che avrebbe magari irritato il principe traditore del Regno di Odino. 
Stava ancora riflettendo su questo, quando Loki riprese improvvisamente parola,domandandole praticamente alla sprovvista: << A che stai pensando? >>.
Nell'udire la voce tagliente del principe traditore, che la osservava ad occhi socchiusi, poco distante da lei, Sigyn non poté evitare di sobbalzare involontariamente. 
Da quanto tempo lui la stava guardando a quel modo?
<< Io… Io stavo pensando…. Niente… Non stavo pensando a niente. >> riuscì a farfugliare ella, sentendosi una perfetta sciocca. 
<< A niente? Davvero? >> Loki sollevò le sopracciglia quasi divertito dalla sua risposta. 
Sigyn non rispose e chinò appena il capo. 
Gli occhi verdi di Loki brillarono per un istante sotto all'elmo dorato che lui aveva appena sottratto all'Einherjar svenuto mentre con un vago sogghigno beffardo, esclamava: << Sai, non immaginavo davvero che fossi capace di fare questo. >>. 
<< Cosa? >>Sigyn tornò a sollevare lo sguardo sul Dio degli Inganni, smarrita. 
<< Non pensavo fossi capace di mentire. >> le spiegò Loki con una semplicità disarmate, senza mai allontanare dal volto affilato quel suo sorriso provocatorio: << E non pensavo avessi il coraggio di farlo proprio con me. >>.
<< Io… Io… >> stava iniziando confusamente a replicare lei, incerta su cosa avrebbe potuto dire per togliersi da quell'impiccio, ancora più confusa da quel sorriso divertito e impertinente che Loki le stava rivolgendo, quando all'improvviso nel corridoio risuonò il rumore di passi pesanti sulla pietra ed il tintinnare di spade e lance che riecheggiava sulle pareti delle antiche prigioni del regno. 
Era ben evidente che altri Einherjar stavano sopraggiungendo alla caccia dei due fuggitivi. 
Incupendosi di colpo in volto, Loki volse in fretta le spalle alla giovane donna dai capelli biondi, facendo fluttuare nell'aria l’ampia cappa dorata degli Einherjar per indirizzare le proprie attenzioni verso la direzione da cui sembravano provenire i suoni dei soldati in corsa. 
Per un istante, il tempo parve cristallizzarsi, mentre il Dio degli Inganni tratteneva quasi il fiato nel tentativo di percepire quanta distanza separasse ancora loro dagli uomini alla loro ricerca. 
Poi, tornando a volgersi verso Sigyn che, sempre più allarmata e tesa era rimasta immobile come una statua alle sue spalle, le sibilò: << Non c’è più tempo per restare qui. Dobbiamo muoverci, subito, se non vogliamo che gli Einherjar ci finiscano letteralmente addosso. >>. 
Sigyn allora annuì in fretta, ritrovando all'improvviso un po’ di coraggio, sollevata dal fatto di non dover spiegare al principe dai capelli scuri cosa stesse realmente pensando di lui solo pochi attimi prima, e senza farselo ripetere due volte, si avviò di qualche passo, nella direzione dove era sparito Thor.
Ma Loki, fu ancora una volta più rapido di lei e, afferrandole un braccio, la trattenne, incitandola: << Non così. Avvicinati a me, forza! >>.
Sigyn irrigidendosi di botto, abbassò per un breve attimo lo sguardo sulla mano grande e sottile che Loki aveva stretto quasi bruscamente sul suo polso, poi guardò il volto del principe dai capelli neri senza capire cosa volesse effettivamente da lei. 
Voleva che lei gli si avvicinasse? 
Per quale motivo?
Che cosa aveva in mente questa volta il Dio degli Inganni? 
Non era del tutto certa di volerlo sapere…
<< Fa come ti dico. >> continuò lui, strattonandola leggermente per il braccio e alzando la voce di qualche tono, innervosito dalla reticenza che la donna dimostrava sempre nei suoi confronti. 
Esitando ancora solo per un istante, Sigyn si decise alla fine a muovere un cauto passo verso di lui, tuttavia continuò a restare tesa e vigile.
E la sua ritrosia doveva essere davvero molto evidente, visto che Loki alzò lo sguardo al cielo, esclamando aspramente: << Non ti faccio nulla se ti dai una mossa, donna! >>.
Sigyn mosse un'altro passo verso Loki, senza mai staccare lo sguardo da lui.
Poteva vedere gli occhi verdi del principe traditore che la seguivano, mentre lei gli si avvicinava.
E lei, quasi inconsapevolmente stava ricominciando ad avere una paura folle di lui.
<< Ed ora, infilati sotto al mantello! >> concluse il principe traditore, afferrando con una mano l'ampio manto giallo che fluttuava alle sue spalle, allargandolo come una sorta di tenda sotto alla quale la stava incitando a nascondersi. 
<< Co... Cosa? >> Sigyn lo guardò, incredula, sicura di aver capito male le parole appena pronunciate dall'uomo alto dinnanzi a lei.
<< Vuoi uscire da questa dannata prigione, oppure vuoi restare qui da sola? >> scattò Loki, quasi aggredendola con la forza delle sue parole.
<< Voglio... Voglio uscire, certo. >> bofonchiò lei, ritraendosi un poco, confusa. 
<< Allora fa come ti dico! Io ho un travestimento, ma tu no. Se le guardie ti scorgessero al mio fianco, sarebbero guai. Questo non deve avvenire, e l'unico modo per passare inosservati è quello di.... >> Loki si concesse un ampio sorriso astuto, prima di concludere: << Farti sparire. >>.
Sembrava compiaciuto dalla nuova idea che aveva concepito dal nulla e perciò nuovamente di buon umore. 
Sigyn era troppo stupita e sconvolta per fare altri commenti, ed inoltre non desiderava far irritare di nuovo Loki con un suo diniego.
Fu forse proprio per questo che fece esattamente come il Dio degli Inganni le diceva, senza protestare.
Vincendo la propria timidezza e la ritrosia a stare troppo vicino al principe dai capelli corvini, la giovane donna s’infilò in fretta sotto al mantello giallo indossato da Loki che, inaspettatamente, con un rapido sogghigno, tornò a voltare il capo verso di lei, esclamando: << Fortuna che non sei né troppo alta né troppo larga, sennò non avremmo potuto mettere in atto questo piccolo inganno! >>. 
Sigyn non rispose, ma Loki non parve farvi caso e, iniziando a camminare, le ordinò, parlando adesso con voce più autoritaria e decisa: << Stammi dietro e tieni il passo. Se mi stai vicina e se la fortuna ci assiste, nessuno si accorgerà di te. >>. 
<< D’accordo… >> si limitò a rispondere lei, con voce flebile, restando vicina a Loki come lui le diceva, ma cercando tuttavia di non toccare o sfiorare nemmeno fuggevolmente la schiena del principe traditore. 
Il Dio degli Inganni e la donna che lo aveva liberato dalla prigione continuarono a muoversi insieme, quasi simultaneamente, senza fare rumore, senza compiere azioni brusche e senza più parlare, respirando appena per un periodo di tempo imprecisato. 
Sigyn era ancora tesa e mentre camminava docilmente dietro Loki , seguiva attentamente i suoi passi, facendo continuamente attenzione a non urtare il corpo dell’uomo alto che la precedeva, tenendo sempre lo sguardo basso per misurare la distanza che separava i loro passi.
Non poteva permettersi di compiere neppure un singolo errore, e non voleva nemmeno immaginare cosa avrebbe potuto succedere se per caso fosse finita contro al principe dai capelli neri. 
Lui si sarebbe di certo infuriato, dandole della sciocca o peggio; e Sigyn non aveva davvero la benché minima intenzione di incorrere nella sua collera. 
Solo di tanto in tanto, sollevava la testa per sbirciare i corridoi che stavano percorrendo, guardandosi vagamente attorno attraverso uno spiraglio del mantello che lei teneva leggermente sollevato con una mano, e allora vedeva un susseguirsi sempre identico di corridoi bui e spogli. 
Le faceva uno stano effetto stare così vicina al principe dagli occhi versi ed i capelli neri ed il cuore aveva ripreso a batterle furiosamente in petto.
Sapeva che quelle emozioni erano totalmente sbagliate in un momento come quello, ma ella non riusciva a fare nulla per evitarle. 
Esattamente come Loki le aveva detto poco tempo prima, lei era troppo timida. 
Loki, davanti a lei, camminava sempre più rapidamente, ostentando una sicurezza che Sigyn in quel momento non possedeva minimamente e alla fine ella si ritrovò quasi a correre per stargli dietro, faticando a tenere il passo del principe traditore. 
Non era certa se il Dio degli Inganni sapesse dove stessero dirigendo i loro passi, ma non disse una parola a riguardo. 
Non poteva mostrarsi scettica nei suoi confronti, anche se lei continuava a non fidarsi completamente di quello che Loki le diceva. 
Era difficile se non quasi impossibile orientarsi in quei cunicoli sotterranei tutti egualmente simili.
Ella ebbe l’impressione di superare decine di porte tutte somiglianti fra loro, identiche in tutto e per tutto a quella della cella dalla quale lei aveva fatto evadere il Dio degli Inganni che ora la stava guidando verso una possibile via d’uscita. 
Per qualche tempo continuarono ad avanzare così, in silenzio, l’una dietro all'altro, poi all'improvviso, il rumore degli Einherjar in avvicinamento si fece di colpo più intenso.
Loki allora s’immobilizzò al centro del corridoio, mosse il suo sguardo tutt'attorno quindi, sibilò: << Maledizione! Non ci voleva. >>.
<< Che cosa succede? >> domandò Sigyn immediatamente allarmata dalla tonalità tagliente che aveva assunto la voce del principe traditore: << Sono gli Einherjar?! >>.
<< Sembrano diretti esattamente nella nostra direzione. >> assentì in fretta Loki senza troppi giri di parole: << Questo è un bene, perché significa che stiamo percorrendo il corridoio giusto; quello che ci condurrà fuori dalle prigioni, ma è anche una pessima cosa, visto che potremmo scontrarci con un plotone armato da un momento all'altro. >>. 
<< Che… Che facciamo allora?! >> volle sapere lei, sbirciando preoccupata oltre il mantello dorato che la ricopriva completamente. 
Loki questa volta non le rispose immediatamente. 
Anche lui era tornato ad essere teso e vigile e Sigyn quasi riusciva a percepire la rigidità del corpo dell’uomo alto, a poca distanza da lei. 
Poi, però ella sentì che il Dio degli inganni riprendeva parola, mormorandole con maggior sicurezza nella voce : << Continuiamo a camminare. Non fermarti e non esitare nemmeno se vedi un Einherjar davanti a noi. Segui solo le mie mosse. E resta ben nascosta. >>.
Tacque un istante, soggiungendo poi: << Può anche darsi che non incontreremo nessuno e che…. >>.
Loki non fece però neppure in tempo a concludere quell'ultima frase, quando come dal nulla, emerse un intero plotone di Einherjar armati di spade e lance, che scorsero subito l'alta figura del Dio degli Inganni, celata al di sotto dell'armatura che aveva sottratto alla sentinella che li aveva scoperti per prima.
<< Come non detto… >> mugugnò il Dio degli Inganni e Sigyn sentì che, nonostante lui volesse sempre mostrarsi sicuro e deciso, il suo corpo aveva iniziato a fremere intensamente.
 
  
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