LO STRAZIO
Stanco
di tutto questo
rivivo
nei ricordi
nei momenti
morti
l’insonnia
delle mie notti
le paure
di ogni giorno
che diventano
furie pure
e flagellano
il mio Io,
la particella di Dio
che è in me,
che è in te
tu non l’avverti
ma io so che c’è.
Guarda,
quanto sto male,
osserva le mie mani
piagate,
le mie braccia
spalancate
verso l’eterno inferno
che mi impongo
ogni giorno.
Il mio non è
uno strazio fisico,
bensì interiore,
faccio la conta delle ore
che scorrono
che se ne vanno
e io resto immobile
schiavo
del tempo
della mia dimensione
della mia illusione
della mia quotidiana tensione
delle sbarre che mi trattengono
e delle bugie
che mi raccontano.
Non basta
questo cielo azzurrino
a farmi sentire meglio,
perché io muoio
dentro e continuamente,
penso troppo
con la mente
rifletto e mi ammalo
virtualmente
coi virus che mi attaccano
che mi sfidano
in ambiti più o meno
reali.
È che manca un tassello
al mio animo
il che alleggerirebbe
il mio quotidiano fardello
ma non lo trovo
è un mosaico
rimasto incompleto
è qualcosa
che non è mai stato detto
che mi fa pensare
che non ce la faccio più,
vado giù
nel mio mare in tempesta
nel turbinio
di un dolore passeggero
su un veliero
che affonda
inghiottito dai flutti
di una rabbia ignota.
Al pianoforte
la mia ultima nota
poi la fine
la fine
che vorrei
che a volte desidererei;
essa è la fine,
la fine,
la fine verrà
ed io non me ne accorgerò;
affogherò nel male
che ho lasciato germinare
in un cuore
che un tempo era un parco,
ed ora io me ne sbatto
perché non mi riconosco più
nei riflessi prodotti
dagli specchi rotti
che in frantumi colgono
le mie poesie
e con me si dolgono.
NOTA DELL’AUTORE
A rileggerla, è una poesia da brivido.
L’ho scritta durante un breve momento di sconforto. Spero non
sia troppo triste ^^
Vi ringrazio per aver letto anche questo piccolo testo senza
pretese.
Grazie per essere qui ^^