Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: Sistxh    15/06/2018    1 recensioni
Sequel "Invader of the light."
Quando si pensa al diamante il primo colore che viene in mente sicuramente non è il nero, ma il bianco.
Eppure, i diamanti neri sono tra le pietre più preziose per la loro particolarità che li rende unici.
Loro sono due diamanti, attratti dal Lato Oscuro della Forza. L'Oscurità è generosa, paziente e vince sempre. Ma nel cuore della sua forza sta la sua debolezza: una sola scintilla è sufficiente per sconfiggerla.
L'Amore è più di una scintilla... l'amore da fuoco alle stelle.
Genere: Romantico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Leader Supremo Snoke, Luke Skywalker, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Klelia and Kylo Trilogy.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: Salve, volevo precisare che gli eventi di questo capitolo sono scopiazziati dalla serie televisiva animata: "Star Wars: The Clone Wars". Dato che non avevo la minima idea di come si compiessero il rituale del Gathering e la costruzione delle spade (spoiler) Ultima cosa, il prossimo capitolo uscirà la settimana prossima e sarà l'ultimo di questa seconda parte. Vi ringrazio per avermi seguita fino a questo punto.
Ora godetevi queste 3000 parole e passa.  
Un bacio,
Sistxh                                                                          


                                                                               IX.

                                                    
In quella landa desolata di bianco terso ed incontaminato non c'era nulla a cui la sua vista potesse aggrapparsi. Non vi era nessun suono oltre all'irregolare ululare del vento e all'assordante battito del suo cuore, che pompava sangue nelle vene impedendogli di congelare come il paesaggio; quello era un mondo artico, inospitale per qualsiasi tipo di vita.
L'intera superficie era ricoperta dalla neve e da stalagmiti colossali, a prima vista Ben avrebbe giurato fossero pezzi di vetro trasparente. Aveva allungato la mano per toccarli, ma quando si era chinato per raccoglierne uno, per poco non aveva urlato al contatto; era tagliente, umido ed innaturalmente freddo al tatto. Un paio di secondi dopo il ghiaccio aveva cominciato a sciogliersi appena, abbastanza da far bagnare le sue dita ed il palmo della mano, la quale si era intorpidita. Così l'aveva aperta e chiusa ripetutamente per far scorrere di nuovo il sangue, in seguito l'aveva rimessa nella tasca del suo giaccone per scaldarla, riprendendo a camminare.

Quando Ben si girò per vedere almeno le tracce della strada che avevano percorso, si stupì nel notare che erano già state spazzate via dalla neve; gli intricati disegni di ghiaccio fluttuavano senza peso verso il basso dal cielo puro e cristallino, ogni fiocco turbinava e danzava, mentre forti raffiche di vento accompagnavano l'intrepido gruppo di viaggiatori alla scoperta del pianeta Ilum, situato in un sistema stellare che si trovava in una parte delle regioni sconosciute, noto come settore 7G. Cosa li aveva spinti a recarsi lì?
Dopo cinque anni passati ad allenarsi con droidi remoti d'addestramento, Luke aveva detto loro che avevano dimostrato di essere i migliori e che era giunta l'ora di costruire le proprie spade laser; per farlo necessitavano dei cristalli kyber, e si dava il caso che nascosta sotto la gelida superficie del pianeta vi era la Caverna di Cristallo, dove all'interno delle sue grotte labirintiche i cristalli crescevano in abbondanza. Erano stati portati lì così che ognuno di loro potesse raccogliere il proprio cristallo, nel rito di passaggio noto come il Gathering.       
                                         
All'improvviso un'altra raffica di vento soffiò feroce, decisamente più tagliente delle precedenti. Ben sollevò una mano guantata per proteggersi gli occhi, quasi si sentì annegare dentro l'aria. Erano stati muniti di vestiti pesanti, tuttavia i suoi piedi, avvolti da caldi stivali di pelle, avevano cominciato a congelarsi da un pezzo, ma Ben sapeva che ogni passo lo avrebbe portato più vicino alla Caverna.
Mentre avanzavano udì Shila lamentarsi “Non è il posto più ospitale di sempre.”  
“Penso sia proprio quello il punto.” controbatté Jai al suo fianco.
Ben non riusciva a capire come individui del genere fossero stati reputati degni di brandire una spada laser. Rivolgendo lo sguardo alla sua destra, vide Klelia intenta a sbattere le palpebre pensierosa, affascinata dalle morbide, polverose illusioni di luce, mentre il gelo le baciava pazientemente il viso.
"Stai tremando," mormorò allungando il braccio e prendendole la mano "e hai le dita congelate."
"Tranquillo, ci sono abituata." 
Ben si premette il palmo sulle labbra, tenendolo lì per diversi secondi, sulla sua bocca calda.
"Ora va meglio." affermò soddisfatto facendola sorridere.
Eppure non poté fare a meno di notare che vi era un so che di nostalgico nel suo sguardo; probabilmente il clima rigido, somigliante a quello del suo pianeta natale, Mygeeto, aveva fatto risalire a galla tutti i ricordi della sua infanzia, in contrasto con quelli del periodo di schiavitù. Lei era abituata a questo tipo di tempo ed aveva raccontato a Ben di quando da bambina, dopo una pesante nevicata, la mattina si svegliava ed usciva fuori a giocare con il fratello, intraprendendo lunghe battaglie di palle di neve, alle quali qualche volta si aggiungevano anche i genitori. Ne aveva passate tante ma il momento della rivalsa era vicino, solo un ultimo sforzo e poi avrebbero avuto i mezzi necessari per adempiere il loro destino.

Finalmente giunsero di fronte all'entrata della caverna, un imponente facciata costituita da rocce e macigni abnormi che sembravano curvarsi quasi a volerli inglobare. 
"Maestro, come facciamo?" domandò Kato, vi era un velo di agitazione nella sua voce "L'entrata è ghiacciata!"
“Allungate le vostre mani, concentratevi e solo assieme riusciremo ad entrare.” istruì Luke.
Appena videro il loro Maestro sollevare il braccio lo imitarono, espansero il loro campo sensoriale, focalizzarono la loro energia fino a quando i pezzi di ghiaccio non cominciarono a crollare, liberando man mano l'entrata. 
“Ora sbrigatevi, il sole è sorto e dobbiamo cominciare.” li avvertì Luke con una certa urgenza prima di dare loro le spalle ed entrare nel tempio.
L'aria principale era dominata da due gigantesche sculture di ghiaccio, raffiguranti dei cavalieri Jedi che impugnavano la propria spada laser in una posa solenne che emanava fermezza e decisione. Ben si sentì estremamente piccolo ed insignificante in quell'ambiente immenso; dal soffitto pendevano delle lunghe stalattiti affilate, le pareti invece erano solcate da motivi antichi che non riusciva a comprendere, mentre massi congelati a forma triangolare fuoriuscivano dal pavimento in modo da creare una sorta di percorso. 
“Dalla Forza viene una grande responsabilità... come fa un Jedi a proteggere gli altri?" chiese Luke sedendosi sopra un macigno "Dovrete costruire le vostre spade laser ma prima dovete raccogliere i vostri cristalli. Il cristallo è il cuore della spada focalizzato dalla Forza dello Jedi. Entrate nella cava, abbiate fiducia in voi stessi, fidatevi degli altri ed avrete successo."
"Come facciamo a sapere quale cristallo prendere?" domandò Kai.
"Solo voi saprete qual è il vostro." 
Tutti rimasero fermi a guardarsi scoraggiati per un paio di secondi... beh, quasi tutti.
Ben fu il primo a muoversi e ad entrare nella cava, seguito dal resto del gruppo.
   

"Come si aspetta che troviamo il nostro cristallo, quando l'intero posto è fatto di ghiaccio?” chiese Shila, chiaramente sull'orlo di una crisi di nervi.
“Non vedo quale sia il problema," replicò Jai "sarò il primo a trovare il cristallo e ad uscire da qui."
"Attento a non perderti," lo avvisò Ben "se resti bloccato non potremo ritrovarti fin quando il sole non sorgerà."
"Ce la farò da solo." confermò Jai prima di girarsi sui talloni.
"Jai, aspetta," lo fermò Klelia, lei e la sua maledetta coscienza "il sole sorge su Ilum ogni diciannove giorni."
"Forse dovremmo restare uniti..." suggerì Kato.
"No, grazie, ci vediamo!" 
"Lasciamolo perdere, andiamo, dobbiamo fare in fretta." disse Ben.  Continuarono ad esplorare la cava fino a quando si trovarono di fronte a tre tunnel.
"Dove andiamo ora?" chiese Kai "Non abbiamo né tempo né la minima idea di dove siano i cristalli."
"Dovremmo dividerci." suggerì Ben.
"Cosa? No!" urlò Shila.
"Siamo Jedi o codardi?" le domandò Klelia "Chiudiamo gli occhi ed al mio tre indichiamo una direzione."
Tutti furono d'accordo, di conseguenza chiusero gli occhi contemporaneamente.
"Uno... due... tre!" 
Quando li riaprirono la scelta era stata fatta; Klelia e Shila, Kato e Kai, e per ultimo Ben.
"Ben, sembra che tu sia da solo." fece notare Kato.
"No, io vado con lui." replicò Klelia.
"Klelia, il mio istinto mi ha detto di andare da quella parte da solo, quindi devo."
Ben la vide annuire comprensiva, poi ognuno prese la propria direzione.

Ben si mise subito a cercare il cristallo attraverso la Forza, percepì qualcosa attrarlo a sé, quasi fosse un magnete. Seguì la fonte d'energia che lo condusse verso un lungo tunnel in fondo del quale vide una labile luminescenza...
"Quello deve essere il cristallo." mormorò prima di cominciare a correre. Raggiunse un'ampia cava dove regnavano imponenti stalattiti che si diramavano su tutto il soffitto; verso la fine della parete rocciosa, attaccato ad uno dei minerali vi era il cristallo. Emanava luce propria ad intervalli di tempo regolari, sembrava stesse cercando di comunicare con lui.
Ben presto comprese che l'unico modo per raggiungerlo era strisciare al di sotto delle maestose lame di ghiaccio. Nel mentre inarcò lievemente la schiena, ma fu sufficiente affinché una cuspide gli lacerasse la pelle. Strinse i denti e continuò a spostarsi rasoterra giungendo all'estremità della sporgenza; si allungò col busto cercando di ignorare il dolore lancinante che stava provando. Il cristallo era più importante ed in quel momento era di fronte a lui, non se lo sarebbe lasciato scappare per nessun motivo al mondo.
Estese il braccio con cautela, aveva un leggero tremolio alle dita, tuttavia riuscì a staccare il cristallo dal ghiaccio e subito se lo portò al petto come se dovesse proteggerlo. Lo osservò con attenzione, abbastanza a lungo da vederlo mutare colore; da una sfumatura vitrea, quasi trasparente ad una azzurra chiara, mentre veniva inebriato da una moltitudine di emozioni. 
Tutto era così intenso... la passione, la felicità, l'euforia.
Ben aveva il fiato pesante, era stremato.
Ciò nonostante trovò la forza di sorridere; ce l'aveva fatta.
                                                                                                       
A Klelia le sembrava di star camminando in tondo da un bel po' ed i commenti scoraggianti di Shila non la stavano aiutando di certo a rilassarsi ed a concentrarsi nella ricerca del cristallo.  
"Lia, non penso che questa sia la strada giusta, forse dovremmo tornare indietro."
"Aspetta," la fermò Klelia indicando in alto "Guarda, qualcosa sta luccicando."
"Io non vedo nulla." rivelò Shila.
Klelia la guardò stranita.
"Io non riesco a vederlo perché è il tuo cristallo, non il mio; dovrai arrampicarti lassù."
"È troppo alto, non ci riesco."
"Io credo in te." la rassicurò Shila poggiandole una mano sulla spalla.
"Ma cosa succede se arrivo là sopra e non c'è niente?"
"È un rischio che devi correre. Sei fortunata, io non ho ancora visto nulla," borbottò girandosi di spalle "Buona fortuna!" urlò poi prima di allontanarsi.
Klelia avanzò a passi lenti avvicinandosi alla parete rocciosa da scalare. Si aggrappò con le mani alla superficie ed iniziò a salire, a poco a poco si rese conto di quanto fosse difficile; era stancante, tutto le faceva male, ma il cristallo aveva scelto lei ed era suo dovere andare a raccoglierlo. A metà arrampicata estese il braccio per tenersi ad una sporgenza, ma perse il sostegno che aveva col piede sinistro. Oscillò, quasi cadde, ma fortunatamente riuscì a sorreggersi subito. 
Espirò intensamente "Forza, Klelia, ce la puoi fare." proprio come le diceva sempre il fratello.
Quando finalmente giunse in cima, lentamente si rimise in piedi; i muscoli del suo corpo erano doloranti, quindi fece fatica a stare in equilibrio su una gamba per cercare di raggiungere il cristallo, il quale era attaccato alla punta di una stalattite molto ampia. Si sporse ancora un po' e stranamente con il minimo sforzo riuscì a staccarlo; sorrise mentre lo guardava, rigirandoselo fra l'indice e il pollice. Lentamente cambiò colore, divenendo blu scuro, attraverso la Forza percepì l'energia e l'intensità di quel piccolo minerale. Ascoltò l'armonia che produceva unicamente per lei, fu testimone della sua gloria e lasciò fluire la naturale energia del cristallo attraverso il suo essere e la sua anima, divenendo consapevole della sua importanza. Poi si spense ritornando al suo colore originale, abbandonando la magnificenza apparente. Lo ripose nella tasca del giaccone e dopo aver ripreso fiato, si affacciò alla sporgenza per vedere quanto avesse scalato. 
"Perderei troppo tempo a scendere," mormorò guardando in basso, poi si voltò e scorse un tunnel scavato nella cava "Forse potrei raggiungere l'area principale per di qua." ipotizzò prima di inoltrarsi.
Cercò di raggiungere gli altri correndo il più in fretta possibile, ma si ritrovò di fronte ad una spessa lastra di ghiaccio che bloccava l'uscita.
"Oh, no, non posso passare." commentò avvicinandosi.
Era sola, con unicamente l'eco della sua voce a farle compagnia.
"Fantastico!" esclamò prendendo a pugni la lastra "Ho il mio dannato cristallo, ma non riuscirò ad uscire da qui."
In un primo momento, presa dall'agitazione, si mise a cercare qualcosa, qualsiasi cosa, una fessura, una crepa, ma la lastra di ghiaccio era una superficie lucida ed immacolata con zero indizi su come fuggire da lì. Era in trappola, senza nessuna via d'uscita. Il suo stomaco era attanagliato dalla paura, temeva di essere dimenticata lì per sempre, voleva gridare per far uscire tutta l'angoscia che le cresceva dentro; stava per farlo quando percepì qualcuno approssimarsi. 
Il volto di Shila entrò nel suo campo visivo "Shila, sono intrappolata, aiutami ad uscire!"
La vide studiare la lastra poi muovere il capo scoraggiata "Non c’è modo... non posso, io non ho ancora trovato il cristallo." 
"Non puoi lasciarmi qui!" 
"Scusami, Lia io... io devo andare."
"Shila!" urlò Klelia disperata.
Continuò a colpire la superficie ghiacciata mentre guardava quella che per lei era stata un'amica andare via a passo svelto.
"Andiamo!" diede un pugno così forte da sentire il cupo rumore delle ossa della sua mano rompersi, lo stesso suono di un guscio di noce che si spacca. Il panico prevalse su ogni sensazione di dolore, così gridò e si agitò finché non fu troppo stanca per muoversi. Si portò le gambe al petto e chinò la testa su di esse; gli occhi si macchiarono di pianto a causa della frustrazione.
D'un tratto udì Ben chiamarla, lo osservò fuoriuscire dall'oscurità, e la disperazione sul suo viso si tramutò in esultanza.
"Ben!" 
Se non ci fosse stata quella lastra, a quel punto sarebbe saltata in avanti, gettandosi fra le sue braccia, ma non poteva.
"Klelia! Dobbiamo sbrigarci." enunciò Ben inginocchiandosi.
Il respiro di Klelia divenne stabile, la sua mente concentrata. Se vi era un modo per uscire, lo avrebbero trovato assieme. 
"Metti la tua mano sul ghiaccio, possiamo romperlo."
Klelia annuì freneticamente mentre poggiava la mano sulla lastra, sopra quella di Ben. Chiusero gli occhi cercando di concentrarsi, percepirono uno la presenza dell'altra e lo spesso strato di ghiaccio che li separava. La freddezza dell'elemento sotto i loro polpastrelli era estremamente tangibile, pian piano ogni particella cominciò a tremare, la lastra a vibrare fino a frantumarsi. Ben si alzò e la strinse fra le braccia, le carezzò la schiena premendola contro il suo petto, cercando di rassicurarla.
“È ora di andare..." sussurrò nei suoi capelli, inalando il suo odore.
Cibandosene.
                                                                                                    
Avevano raggiunto l'area principale arrancando. Klelia aveva allacciato il braccio intorno alle spalle di Ben per un po' di supporto. Appena Luke aveva notato le nocche di Klelia sporche di sangue, le era corso incontro chiedendo cosa fosse successo. Lei gli aveva raccontato tutto tralasciando ovviamente il fatto che Shila l'avesse abbandonata, anche Ben era inconsapevole di quel particolare. Da lontano aveva intravisto Shila sussurrare qualcosa all'orecchio di Jai. 
Lui sapeva.
Klelia si era promessa di affrontarli al più presto per chiarire la faccenda. Avevano aspettato l'arrivo di Kato e Kai, ancora in cerca del loro cristallo, quando poi erano arrivati, Luke aveva spiegato loro che dovevano sbrigarsi perché il sole era sorto e presto il ghiaccio avrebbe cominciato a sciogliersi, facendo crollare l'entrata della Caverna.
Così erano ritornati sull'astronave e si erano disfatti dei giacconi pesanti; in seguito Ben le aveva medicato la mano con cura, lasciandole, a lavoro finito, un bacio su ogni nocca malridotta.
Invece ora stavano pranzando con della zuppa calda per riscaldarsi, anche se Klelia si era ripresa da un pezzo, grazie a Ben, il quale l'aveva tenuta stretta a sé tutto il tempo cercando di donarle calore col suo corpo per farla smettere di rabbrividire. 
Shila la stava squadrando, aveva tenuto lo sguardo basso per tutto il tempo fino a quando l'interesse non l'aveva tradita facendole alzare il capo. Nei suoi occhi Klelia non trovò nemmeno una traccia di risentimento, non si era pentita di quello che aveva fatto. L'opinione che Klelia aveva di lei era cambiata radicalmente: la sua amica si era comportata da egoista scegliendo un dannato oggetto e la gloria che le avrebbe portato, invece di salvarle la vita. Durante gli anni aveva scoperto molto su di lei, attraverso lunghe e profonde conversazioni, esplorando le sue cicatrici, condividevano quasi tutto.
In particolare Klelia si era confidata con lei, rivelandole della relazione che aveva con Ben; ma sapeva che non sarebbe rimasta segreta ancora a lungo. Si sentì ribollire di rabbia e di frustrazione nel vederla conversare con gli altri come se nulla fosse successo, come se il fatto che l'avesse lasciata in quel tunnel a morire non l'avesse toccata affatto.

Stava fremendo, voleva alzarsi e affrontarla, per fortuna arrivò il Maestro Skywalker a distrarla da pensieri violenti.
"Potete radunarvi?" 
A quella richiesta tutti lasciarono stare la zuppa e si avvicinarono al loro Maestro. "Avete superato il Gathering e raccolto i vostri cristalli."
"Quando costruiremo le spade?" domandò Ben.
Luke in risposta sorrise "Posate i vostri cristalli sul tavolo, la vostra lezione comincia ora. Vi presento l'architetto e designer di spade Huyang."
Un droide dalle sembianze umane fece la sua entrata producendo suoni meccanici. Era abbastanza alto, con i componenti metallici slanciati e la cromatura scura un po' arrugginita in alcune parti. 
"Questi sono loro?" chiese osservandoli attraverso i suoi sensori gialli "Giuro, diventano sempre più giovani ad ogni spedizione."
"Ma è un droide!" esclamò Jai "Ti aspetti che impariamo da lui?" 
"Attento, ragazzino, ho insegnato a molti Jedi prima di te, nella memoria ho il ricordo di ogni spada laser mai fatta e dei Jedi che l'hanno modellata."
Il droide camminò verso uno scanner, Klelia lo vide premere qualche tasto; sullo schermo apparirono gli ologrammi di numerose spade laser. 
"Quale scegliete? Avete i cristalli ma sono inutili se non gli date vita. La spada laser è l'unica vera alleata di un Jedi." 
Lentamente si avvicinò a lei "Dammi le tue mani," istruì prendendo le mani di Klelia fra le sue "Descrivimi come vedi che la tua spada sarà, non quello che immagini ma quello che senti nella tua mano..."
Klelia chiuse gli occhi concentrandosi.
"Cosa ti renderebbe forte in battaglia ed umile nella ritirata?"
Rimase stupita nel vedere nella sua mente l'immagine chiara e solida di una spada già costruita.
"Una doppia lama, con un'impugnatura in diamante nero." rispose riaprendo gli occhi. Il droide cercò di ricreare quello che avrebbe dovuto essere un sorriso "Non una scelta comune." commentò prima di girarsi e camminare verso dei cassettoni.
Klelia si voltò a guardare Ben incredula, lui le recò un largo sorriso, alzando i pollici in segno di approvazione.
Come diavolo aveva fatto a vedere la sua spada prima ancora di costruirla?
"Ecco qua," enunciò Huyang gettando alcuni componenti sul tavolo "Questi sono i pezzi che vi serviranno. Se avete bisogno di altro, non esitate a chiedere."
Klelia raccolse il minerale di cui necessitava ed il cristallo assieme a varie parti metalliche, poi le portò alla sua postazione.
"Dovrete studiare questo diagramma," spiegò il droide indicando l'ologramma che esponeva la struttura interna del tubo della spada, contenente tutte le componenti base dell'arma.
"Tranquillizzate la vostra mente, ed il tutto vi verrà automatico." suggerì Luke.

Klelia fece un respiro profondo, abbassò le palpebre ed usufruendo della telecinesi fece levitare i pezzi. Muovendo le mani cominciò a trasportarli e a posizionarli dove voleva; fluttuavano nell'aria mentre il cristallo restava sempre fermo al centro, dato che costituiva il cuore pulsante dell'arma. Stava creando una cosa così grande, che avrebbe potuto essere usata a buon fine, partendo da un qualcosa di completamente insignificante. Ripose la sua fiducia nella Forza, entrando in sintonia con i bulloni, i circuiti ed i conduttori, i quali delicatamente si unirono formando la struttura della spada.  
Quando non vi fu più il rumore dell'assemblaggio, capì che il suo lavoro era terminato. Così riaprì gli occhi; la spada che aveva precedentemente visualizzato nella sua mente ora era lì di fronte a lei. Temporeggiò a toccarla, aveva paura che si sarebbe smontata all'improvviso, ma qualcosa le disse che non sarebbe successo. Quindi l'afferrò ed il suo corpo venne pervaso da una forte scarica d'adrenalina. Voltò il capo alla sua sinistra, Ben la stava guardando con la propria spada fra le mani; avevano finito contemporaneamente. Klelia si mise in piedi, premette il pulsante d'attivazione e dall'elsa emersero due fasci di plasma blu scuro, lunghi circa un metro. 
"Cosa ne pensi?" 
"È bellissima, ti sfiderò a duello appena tornati all'Accademia." replicò Ben attivando anche la sua. Entrambi si misero in posizione di combattimento, erano in armonia con i propri cristalli.
"Non riusciresti a battermi."
"Vedremo."



 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: Sistxh