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Autore: Enid    15/06/2018    2 recensioni
Storia scritta per la Challenge di Natale 2017 del gruppo Aspettando Sherlock 5 - Spoiler ed Eventi
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Promt di Aurora Bernardi: Sherlock e John sono sposati, vivono una vita felice e hanno finalmente trovato la serenità. Durante un caso Sherlock ha un incidente e si risveglia in ospedale, scoprendo di aver perso la memoria. A quel punto John dovrà aiutarlo a ricordare e soprattutto, dovrà riconquistare il suo amore.
Dedica:
Questo è uno dei miei trope preferiti di sempre: l’amnesia! Ho saltellato quando ho visto questo prompt e l’ho scelto subito!
Nota: ci ho messo 6 mesi MA LA FIC E' COMPLETA! Metterò un capitolo a settimana ^^
Curiosità: Il titolo della storia è il titolo di una famosa canzone folkloristica inglese che si canta a natale, e i capitoli... sono il testo della canzone, ovviamente adattati!!
Genere: Azione, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Molly Hooper, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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On the second day of Christmas, ironic fate sent to me two Holmeses and a retrograde amnesia!
 
Non succedeva più tanto spesso che Mycroft le chiedesse di viaggiare in limousine con lui, ma Anthea sapeva che quella situazione era ben lontana dalla normalità.
Con il solito telefono (non più un Blackberry, questo era un prototipo molto più figo) piantato di fronte al volto, attese che il signor Holmes recuperasse Sherlock. Aveva accompagnato lei John a casa il giorno prima e aveva visto coi propri occhi quanto il medico fosse scosso. Distolse lo sguardo dalla sequela di e-mail che continuavano ad arrivare con gli aggiornamenti giusto in tempo per vedere Sherlock, seduto con aria contrariata su una sedia a rotelle, spinta da un infermiere sull’orlo di una crisi di nervi, con un compiaciuto signor Holmes al suo fianco. Il suo principale fu il primo a salire in auto, mettendosi accanto a lei, seguito dal fratello, che si sedette dal lato opposto al loro. Sherlock iniziò a giocare con la fede che, evidentemente, aveva deciso di non togliere.

“Sherlock, ho espressamente richiesto di accompagnarti io, lasciando John a casa, perché volevo parlarti.”

“E di cosa? Ti stai godendo il fatto di sapere più cose di me?”

“Non quanto vorrei, ahimè. Il tuo ritorno ai ricordi di sette anni fa mi fa solo apprezzare quanto l’influenza di John ti abbia migliorato in questi anni. No, visto che non ti ricordi nulla di quello che è successo negli ultimi anni, è necessario che tu sappia alcune cose riguardo il tuo buon dottore. La prima cosa è che non sono mai riuscito a comprare la sua alleanza, e credimi se ti dico che gli ho offerto un ottimo compenso. La seconda, è che in questi anni hai fatto qualcosa che non avrei mai pensato possibile. Anthea, cara.”
Anthea normalmente cercava di prestare meno attenzione possibile alle conversazioni private del suo datore di lavoro, ma in questo caso, sapeva che quello era il suo segnale. Posò il telefono per un momento e prese dalla borsa una spessa cartella di documenti, porgendola al signor Holmes.

“Questa ti chiarirà almeno gli eventi che sono successi, se non la tua relazione col buon dottore. Però, Sherlock...” Anthea osservò lo sguardo del più giovane degli Holmes spostarsi dalla cartellina al fratello, all’inusuale cambio di tono. “Cerca di non essere troppo brusco con John. Sta tenendo un fronte stoico, ma ti accorgerai che è solo questo, una facciata.” Anthea faticò a trattenere una risatina quando vide l’espressione che si stava dipingendo in viso a Sherlock.

“Chi sei tu, e che fine ha fatto mio fratello? Chi è questo tuo marito, evidentemente ti droga!”
Anthea strizzò le labbra assieme, assaporandosi il tono incredulo di Sherlock, e cercando di ricordare che scoppiare a ridere in una situazione del genere avrebbe incrinato il suo record di impassibilità.

“Gregory è alla centrale di New Scotland Yard, ovviamente, e anche nel tuo stato di memoria alterata dovresti sapere come la pensa sulle droghe. Oh, guarda, sei arrivato. Anthea, cara, ti prego di accompagnare Sherlock di sopra, devo assolutamente proseguire per l’ufficio, avrai un’auto a prenderti a minuti.” Mycroft le porse la cartella, facendole cenno di portarla di sopra.

“D’accordo signor Holmes. Signor Sherlock, mi segua.” Gli disse.
Mrs. Hudson era dalla sorella per natale, e Anthea fu un po’ triste al pensiero di non poter mangiare nessuno dei suoi biscotti, anche se la signora era stata così gentile da mandargliene una scatola per le feste. Anthea precedette Sherlock di sopra, lasciandogli un po’ di spazio per dedurre quanto poteva dall’atrio e dalle scale. In cima alle scale sulla soglia, John li attendeva impaziente.

“Buongiorno John, Sherlock sta salendo. Ho da lasciarvi questa cartella e un messaggio di Mycroft per entrambi.”

“Perfetto Anthea. Posso offrirti un the?”
“Sì, grazie. Credo che Sherlock si prenderà il suo tempo per le scale. Ha ricevuto delle notizie quantomeno sorprendenti per lui.”

“Tipo?”

“Che suo fratello è sposato con Gregory Lestrade. Sempre se si ricorda il nome del D.I.” John fece un mezzo sorriso, e Anthea sapeva che si stava sforzando.

“Mycroft gli ha spiegato dell’incidente?” le chiese il dottore.

“No. Il signor Holmes aveva poco tempo e ha preferito parlare di altri aspetti. Ho qua un fascicolo preparato per aggiornare Sherlock su quello che è successo negli ultimi sette anni. Tranne la vostra relazione, ovviamente.” John non sembrò nemmeno sorpreso. Questa passiva accettazione era del tutto simile a quella che aveva tirato fuori dopo il Bart’s. Non era stato un bel vedere allora e Anthea si augurava che non si arrivasse agli stessi livelli. La zoppia era già abbastanza brutta da veder tornare di suo.
Qualsiasi cosa stesse per dire per spezzare la tensione, fu interrotta dall’arrivo di Sherlock, che guardò Anthea, poi guardò John, poi guardò il plico nelle mani di Anthea e si diresse in quella che aveva già dedotto essere la camera. E ci si chiuse dentro.

Certe volte Sherlock faceva sembrare il lavoro di star dietro a Mycroft “governo inglese” Holmes un gioco da ragazzi.

Anthea finì il suo the in silenzio e poi salutò John, decidendo che aveva visto a sufficienza di quel teatrino.
‘Povero dottore’ pensò la donna, mentre estraeva di nuovo il telefono dalla tasca e si metteva comoda nella limousine che l’aveva aspettata davanti al portone del 221b.
   
 
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