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Autore: edoardo811    15/06/2018    2 recensioni
Come un orso che si sveglia dal letargo, Chris McLean è tornato a fare danni dopo anni di silenzio, e questa volta, vuole farlo per davvero.
Una nuova location, sedici nuovissimi concorrenti, il burbero Chef ed alcune vecchie glorie che, malgrado il loro continuo negare, sono sempre pronte a tutto per mettersi in tasca qualche centesimo in più.
Una nuovissima edizione di A Tutto Reality sta per cominciare, mi raccomando gente, non cambiate canale!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Blaineley, Chef Hatchet, Chris McLean, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Sfida a coppie (pt3)

 

 

ASOCIALI

All’ennesimo vicolo cieco, Edward incrociò le braccia, sbuffando. «Dannazione…»

Sunry, rimasta dietro di lui, deglutì. Erano minuti interi che andavano avanti in quel modo, forse addirittura mezz’ora. Di quel passo non avrebbero mai trovato l’uscita.

L’Apatico si voltò e ritornò sui suoi passi, passandole accanto ed ignorandola per l’ennesima volta. Sunry lo vide proseguire e smarrirsi tra la miriade dei suoi riflessi. La ragazza chinò il capo, sospirando. La luce lì dentro era accecante e stava cominciando a morire di caldo in quell’ambiente così stretto ed angusto.

«E-Edward…» lo chiamò, con un filo di voce, quando lo raggiunse nuovamente.

«Mh?» Il castano si voltò appena. «Che vuoi?»

«Non pensi che dovremmo… usare le scorciatoie, ora?»

Edward sospirò. «Ho già detto che non ho alcuna intenzione di farlo. Non farò…»

«Perché no?!» sbottò Sunry, perdendo la pazienza. «Io non voglio rimanere bloccata qui dentro per colpa tua!»

Il ragazzo la guardò basito. E non appena anche lei si rese conto di come avesse appena sbottato, la Timidona sgranò gli occhi. Distolse immediatamente lo sguardo da lui, intimorita. «Cioè, voglio dire… ecco, io…»

«Ma allora un po’ di fegato ce l’hai» la interruppe Edward, abbozzando un sorriso. «Stavo quasi per rinunciare, sai?»

«C… Cosa?» domandò Sunry, confusa. «Che vuol dire che… stavi per rinunciare?»

«Volevo farti perdere la pazienza» spiegò il capitano. «Vedere quanto ci avresti messo per mandarmi a quel paese. Mi aspettavo di peggio, sinceramente.»

Sunry abbassò leggermente la testa, per poi appoggiarsi una mano sulla tempia, riflettendo sul significato di quelle parole. «Mi stavi… mi stavi mettendo alla prova?»

«Più o meno» annuì l’Apatico. «Insomma, nella nostra squadra, l’incognita più grande sei sempre stata tu. Non parli mai, non fai mai nulla di… fuori dall’ordinario, e sinceramente non capisco perché. Hai un bel caratterino, quando vuoi.»

«Beh… io…» Sunry si massaggiò dietro la testa, imbarazzata. «Non sono brava, a parlare... fin da bambina sono sempre rimasta sola.»

«Che c’è di male in questo? Anch’io non sono mai stato uno di molte parole.»

«Ma è diverso.» Sunry sospirò. «Anche se non parli mai, tutti quanti ti rispettano, o ti temono. Io invece… vengo ignorata e basta.»

«Io non parlo perché non me ne importa nulla di farlo» spiegò il castano, appoggiandosi contro uno specchio. «E gli altri, questo lo hanno capito. Tu invece non parli perché hai paura di cosa potrebbero pensare di te. Ho ragione?»

La Timidona annuì appena, sempre con il capo abbassato. «Lo so, ti sembrerò una stupida per questo…»

«Ed è qui che ti sbagli.» Edward le posò una mano sulla spalla, facendola sussultare. Sunry drizzò la testa, guardandolo in faccia, sorpresa. L’Apatico sorrise, volgendole un cenno del capo. «Qual è il più grosso errore che si possa fare durante una competizione?»

«Non… non saprei…»

«Sottovalutare l’avversario» disse lui. «E che cosa pensi che abbiano fatto tutti quanti, dal primo momento che ti hanno vista?»

Sunry cominciò a capire dove Edward stesse andando a parare. «Sottovalutarmi.»

«Esattamente.» L’Apatico annuì. «A furia di essere sottovalutata, tu stessa hai iniziato a sottovalutarti, e secondo me questo è un errore. È vero, nessuno punterebbe mai un centesimo su di te, ma è proprio per questo motivo che tu avrai sempre un vantaggio su chiunque affronterai durante questo reality. Pensa solo a quando tu e Tonya vi siete affrontate sulla Giostrapulta. Lei credeva di avere la vittoria in tasca, e invece ha avuto un’amara sorpresa. Tu non ti dai sufficiente credito per le tue capacita. Se solo sapessi giocare meglio le tue carte, credimi, saresti un’avversaria molto più pericolosa. E comunque…» Edward sorrise nuovamente, dandole di gomito. «… non mi pare che tutti ti stiano ignorando, in questo reality…»

Intuendo di cosa stesse parlando il capitano, Sunry avvampò lievemente. È vero, non tutti l’avevano ignorata, in quei giorni. Un piccolo sorriso illuminò anche il volto della rossa, che rivolse un cenno del capo al compagno di squadra. Quelle, erano esattamente le parole di cui aveva sempre avuto bisogno. Confidenza, fiducia in lei, ed Edward gliene aveva date a pacchi. «Grazie, Edward.»

«Figurati, sono il capitano, dopotutto.»

«E meno male che non volevi nemmeno farlo…» borbottò Sunry.

Edward ridacchiò. «Alla fine ho deciso di accettare questo fardello.» Accennò con il capo al corridoio. «Forza, torniamo alla stanza e prendiamo la scorciatoia. Non ne posso più di questo posto.»

«Siamo in due.»

E senza perdere altro tempo, i due Asociali ritornarono sui loro passi, verso la stanza che avevano trovato al loro ingresso nel labirinto. Una volta che si trovarono di nuovo al suo interno, si guardarono tra loro.

«Chi comincia?» domandò Sunry.

Edward scrollò le spalle, sospirando. «Beh… suppongo che l’onore vada al capitano…» Il castano drizzò il capo, per poi esordire: «Una volta, da bambino, ho visto la scena iniziale di un film dell’orrore… e non ho più dormito con la luce spenta per anni…»

«Anni?» domandò Sunry, sbigottita. «Quanti?»

«Troppi» sbottò Edward. «Ma ero solo un bambino!» protestò subito dopo. «Insomma… non c’è niente di male in questo…»

«Tranquillo, io non ti giudico» lo rassicurò la Timidona, per poi ridacchiare. «Ci penseranno già i milioni di telespettatori che ci stanno osservando a farlo…»

«Haha» mugugnò l’Apatico, per poi incrociare le braccia. «Tocca a te ora.»

La rossa si massaggiò dietro il capo, avvampando leggermente. «Allora… un paio di anni fa, al ballo della mia scuola… un ragazzo mi si è avvicinato e mi ha chiesto di ballare ed io… gli ho vomitato addosso e sono scappata…»

«Beh, non era mica un "no", quello…» commentò Edward, ridacchiando. «Almeno qualcuno ti ha chiesto di ballare…»

«Dopo quell’incidente, non mi si è più avvicinato nessuno per mesi…»

«Ouch.»

«Già.»

Le luci del labirinto si spensero nuovamente, ma questa volta non tutte. Un paio rimasero accese, illuminando un corridoio in particolare del labirinto.

I due compagni si scambiarono un cenno, poi attraversarono il percorso, arrivando poco dopo alla stanza nascosta successiva.

«Questa volta tocca a te iniziare» esordì Edward.

«Mh… non saprei…» mormorò Sunry, stringendosi un braccio. «Il… il primo giorno di scuola elementare non conoscevo nessuno, ed una bambina si è avvicinata a me per fare conversazione. Non appena mi ha rivolto la parola io… sono andata in crisi e… le ho vomitato addosso.»

«Tutte le tue disavventure hanno a che fare con il vomito?» domandò Edward, sollevando un sopracciglio.

La Timidona scosse la testa, con un sorriso imbarazzato. «No… solamente quelle meno imbarazzanti…»

«Oh...» l’Apatico sollevò le spalle. «Beh, una volta, a nove anni, durante la recita scolastica, ho… ho dimenticato la mia battuta, e il pubblico, vedendomi smarrito in mezzo al palco, è scoppiato a ridere… e di conseguenza io mi sono messo a piangere davanti a tutti…»

«Tutte le tue disavventure hanno a che fare con te da bambino?» Ora toccò a Sunry sollevare un sopracciglio, al che Edward scappò una risatina.

«Solo quelle meno imbarazzanti.»

Le luci si spensero di nuovo, rivelando un nuovo sentiero.

«State andando bene, Asociali! Sono certo che mi farò un sacco di grasse risate quando mi ascolterò le vostre mirabolanti storie in differita!»

Gli Asociali ignorarono la provocazione, per proseguire con la sfida. Tuttavia, man mano che avanzavano, un sorriso nasceva sul volto della Timidona, che mai come in quel momento, malgrado l’imbarazzo provocato dalle storie che stava raccontando, si era sentita più meglio e sicura di sé.

 

_

 

Confessionale Sunry:

La Timidona sorrise alla telecamera: «Edward ha ragione, forse mi sottovaluto troppo… sono grata delle sue parole, e felice di essere in squadra con lui. Se fossi stata tra i Boxer, probabilmente sarei stata spacciata fin dall’inizio. E poi…» La rossa avvampò leggermente. «… non ci sarebbe stato Paul…»

 

_

 

Otto storie di vomito più tardi, e otto disavventure di Edward da bambino, i due concorrenti si trovarono fuori dal labirinto, con i biglietti tra le mani.

«Non sei preoccupato che qualche concorrente possa scoprire quello che stiamo confessando?» domandò Sunry, mentre si allontanavano dall’attrazione, in cerca dei loro compagni.

Edward scosse il capo. «Nah… mi preoccupano di più gli spettatori a casa. I miei due fratelli, i miei amici, la mia ex fidanzata… che però sicuramente vorrà tornare con me quando vincerò il reality… e insomma, eccetera eccetera.»

«Parli come se già avessi la vittoria in tasca…» mugugnò Sunry.

Edward le lanciò un’occhiata di sufficienza. «Infatti è così.»

«Non credo proprio» ribatté la Timidona, sorridendo fieramente, puntandosi il pollice al petto. «Sarò io a vincere. Ma ti comprerò comunque un bel trofeo per aver partecipato.»

L’Apatico si voltò sorpreso verso di lei, dopo quell’affermazione, per poi ridacchiare. Annuì lentamente, per poi riportare la sua attenzione di fronte a sé. «Questo è lo spirito. Vedo che impari in fretta.»

«Merito dei tuoi insegnamenti.»

Gli Asociali si scambiarono un altro sorriso, dopodiché proseguirono nei meandri del Blizzard Park.

 

 

***

 

PESTACARNE

L’assassino sollevò le braccia per poi urlare a sua volta, minaccioso. Tonya abbracciò Seth, che dal canto suo era rimasto pietrificato. L’uomo si rimise l’uncino e cercò di infilzare i due compagni di squadra, ma la Serpe si riscosse giusto in tempo e spinse Tonya di lato, facendo sì che l’affondo andasse a vuoto. Si inginocchiò a terra e diede un calcio allo stinco dell’uomo, facendolo grugnire di dolore. Mentre l’assassino si accasciava per massaggiarsi il punto colpito, Seth cominciò a correre. «Muoviti!» urlò a Tonya, intimandole di fare lo stesso.

L’afroamericana non se lo fece ripetere due volte: partì a razzo, urtando l’assassino e mandandolo al tappeto senza nemmeno rendersene conto, continuando a sbraitare a squarciagola.  

Girarono diversi angoli, convinti di averlo seminato, ma il suo urlo di frustrazione non ci mise molto a farsi sentire in lontananza.

«CI STA INSEGUENDO!» urlò Tonya. «AAAHHHHH!!!»

«Se urli capirà dove siamo, idiota!» esclamò Seth. «Tappati la bocca!»

«NON DARMI DELL’IDIOTA, MOZZARELLA!»

«AHHH! FAI COME VUOI!» ululò Seth, perdendo la pazienza. «GIURO CHE SE PERDIAMO IL PROSSIMO ELIMINATO SARAI… AAAAHHHHH!»

La sua frase si interruppe con un urlo, accompagnato da quello di Tonya, quando una botola si aprì sotto ai loro piedi facendoli precipitare nell’oscurità. Non fu un atterraggio morbido, ma avrebbe potuto anche essere peggio. Seth si massaggiò la testa, stordito, mentre l’altra sua mano si appoggiò sopra qualcosa di duro e spigoloso. Il castano abbassò lo sguardo, per poi accorgersi della miriade di ragni, serpenti ed insetti di plastica di cui la fossa era stipata.

Una smorfia nacque sul suo volto. «Per favore, McLean, come se qualcuno possa cascare a…»

«SERPENTI!» urlò Tonya, alzandosi in piedi di scatto e cominciando a gridare come una disperata. «UCCIDILI! UCCIDILI!!»

«Sono finti!» esclamò Seth, dando un calcio ad uno di loro e facendolo sbattere contro la parete con un rumore sordo. «Datti una calmata!»

«A… Ah…» mormorò Tonya, tranquillizzandosi. «I-Io… l’avevo capito…»

«Sì, come no» sbottò Seth, per poi mettersi le mani sui fianchi ed osservare la botola. «Forza, fammi da scaletta e aiutami a salire.»

«Perché dovresti proprio essere tu a salire per primo?» domandò Tonya, incrociando le braccia.

Seth sospirò. Dirle che era larga il doppio di lui probabilmente non l’avrebbe mai convinta a fargli da scaletta. «Perché… tu sei più forte di me. Io sono troppo… debole, per riuscire a sollevarti.»

«Oh… beh, va bene. Tsk. Cosa farebbe una mozzarellina come te senza il mio aiuto?» La Schiaccianoci sollevò le braccia, flettendo i muscoli compiaciuta. La Serpe roteò gli occhi senza farsi vedere, mordendosi la lingua per non rispondere.

L’afroamericana si accovacciò di fronte a lui, congiungendo entrambe le mani. Seth posò un piede sopra di esse e la compagna diede uno slancio, aiutandolo ad arrivare al bordo della botola. Il castano si arrampicò facendo leva con i piedi sulla parete e si spinse fuori dalla fossa, ritrovandosi nel corridoio.

«Ora tira fuori anche me!» esclamò Tonya.

Seth si sporse verso la compagna, che lo osservava spazientita dal basso. Un sorrisetto scappò dalle sue labbra. «Mi spiace capitano, ma ho già detto che non sono abbastanza forte. Non preoccuparti, però, ora vado a cercare aiuto. Tu aspetta qui. Non andare da nessuna parte, mi raccomando!»

«Che cosa?! Non puoi lasciami qui! Ehi! Mozzarella! EHI!»

La Serpe ignorò le proteste della ragazza e riprese a correre, sghignazzando.

 

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Confessionale Seth:

Il castano sollevò le spalle, con falsa aria incurante. «Scusa tanto, Tonya, ma mi stavi facendo letteralmente impazzire. Spero solo che l’assassino non senta le tue urla e venga a conciarti per le feste…»

 

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La scritta "EXIT" finalmente apparve alla sua visuale. Seth sogghignò, grato che quell’agonia fosse finalmente finita. Uscì dal Doom Trap, accolto dall’accecante luce del sole e dall’afa di quella giornata. La Serpe socchiuse le palpebre, continuando a sorridere, fino a quando non scorse i biglietti destinati a lui e Tonya sopra un piedistallo, a qualche metro di distanza dall’uscita. Li prese entrambi, mentre una risatina scappava dalla sua gola. «Non preoccuparti Tonya, mi prenderò io cura del tuo biglietto. Tu prenditi pure una pausa. Te la meriti, dopotutto.»

E con un’altra risata, Seth si allontanò dal Doom Trap.

Nel frattempo, al di fuori della botola, la voce di Tonya continuava a riecheggiare nel corridoio. «Ehi? Ehiii? Mozzarella? Sei ancora lì? Mozzarella?»

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Confessionale Tonya:

Rimasta dentro la botola, la Schiaccianoci si guardò attorno, nervosa. «Sono certa che quella mozzarella tornerà presto…» mugugnò, stringendosi nelle spalle. «Tornerà presto…»

 

***

 

ROMPISCATOLE

Cominciò Rosa, mettendosi una mano sul petto. «Ho una sorella più grande, che è sempre stata una specie di dittatrice con me, e un fratello più piccolo, con il quale ho sempre fatto squadra contro mia sorella.» L’Iperattiva ridacchiò. «Da bambini eravamo instancabili. Mentre mia sorella chiacchierava al telefono o monopolizzava il bagno per truccarsi, io e mio fratello giocavamo a calcio in casa, o guardavamo la WWE e la UFC e dopo imitavamo ciò che vedevamo in camera dei miei genitori, sul lettone. Ho perso il conto di quanti vasi e mobili abbiamo rotto… tu, invece? Hai fratelli o sorelle?»

«No.» Travis scosse la testa. «Sono figlio unico.»

«Oh…» Chissà perché, la cosa non sorprendeva Rosa. «Beh… mio padre lavora in fabbrica, mentre mia madre fa la cameriera. Mi piacerebbe vincere anche per dare un piccolo contributo a loro, per ringraziarli per aver sopportato le pazzie mie e di mio fratello per tutto questo tempo.»

Il Logorroico annuì. «A me piacerebbe vincere per comprarmi una moto d’acqua.»

«Una… moto d’acqua?» domandò Rosa. «Ehm… perché?»

«Perché no?» Travis sorrise. «Hai mai visto una persona triste su una moto d’acqua? Io no.»

L’iperattiva decise di lasciar perdere l’argomento. Distolse lo sguardo da lui, appoggiandosi meglio contro la sua seggiola. «E che mi dici dei tuoi genitori?»

«Loro… beh…» Il ragazzo parve esitare. Il suo sorriso scomparve, mentre osservava con sguardo smarrito il canale d’acqua di fronte a sé. Accorgendosi di questo suo cambiamento repentino, Rosa tornò a guardarlo.

«E-Ehi? Tutto ok?» domandò, perplessa.

«Sì…» Travis annuì lentamente, per poi abbassare lo sguardo. «Mio padre lavora in banca…»

«Davvero? Forte!» esclamò Rosa. «E tua madre?»

«Lei se n’è andata quando ero bambino» mormorò il Logorroico, con un sospiro. «Non l’ho mai conosciuta.»

«Oh…» mormorò Rosa, genuinamente sorpresa e senza parole. Tutto si sarebbe potuta aspettare, meno che quello. «Mi dispiace» disse poi, non trovando altre parole adatte. Era strano, per lei, vedere Travis così abbattuto. Era un lato di lui che cozzava così tanto con quello che mostrava di solito che era quasi impossibile per lei, o anche per gli altri, immaginare che addirittura lo possedesse.

Travis scrollò le spalle. «Beh, se non altro non ha visto che razza di svitato sono diventato.» Il Logorroico abbozzò un sorrisetto amaro. «Meglio così, no?»

Rosa schiuse le labbra, per poi corrucciarsi. «Non sei uno svitato. Sei solo un po’… beh… particolare. Non c’è niente di male in questo.»

Il ragazzo si voltò verso di lei, sorpreso, per poi sorridere più sinceramente. «Grazie.»

«Preg…» La gondola andò a sbattere contro qualcosa all’improvviso, interrompendo la ragazza, che fu sbalzata in avanti. «Ah!»

«Ehi, ma che cosa…» mormorò Travis, per poi osservare di fronte a sé. Sollevò un sopracciglio, perplesso alla vista della saracinesca che bloccava il passaggio dell’imbarcazione.

La voce preregistrata di Chris esplose dagli altoparlanti. «Splendido, Piagnucoloni, siete arrivati alla fine del percorso!»

Rosa sollevò un sopracciglio. «Davvero? Di già?»

«O meglio, questa potrebbe essere la fine, se voi lo vorrete.» L’uomo ridacchiò, gesto che non tranquillizzò affatto l’Iperattiva. «Se volete azzerare il tempo che vi resta qui dentro ed ottenere subito i vostri biglietti, dovrete fare una semplicissima cosa, ossia ciò per cui il Tunnel degli Innamorati è stato costruito…»

«Oh… no…» mormorò la ragazza, mentre cominciava lentamente a capire cosa stesse succedendo.

«Eh? Cosa fa la gente nel Tunnel degli Innamorati?» domandò Travis nel frattempo.

«… spero che vi siate lavati i denti questa mattina, concorrenti, perché dovrete stamparvi il più grosso, bello ed appassionato bacio della vostra vita!»

La mascella di Rosa non si staccò per un millimetro.

«Ohh… questo fanno…» mormorò Travis, per poi voltarsi verso la compagna di squadra.

I due rimasero in silenzio per un istante, scrutandosi negli occhi a vicenda.

«Beh… ehm…» cominciò il Logorroico, per poi voltarsi lentamente. «Ehm… ahm…»

L’Iperattiva di mordicchiò il labbro inferiore, pensierosa.

«Avete trenta secondi per decidervi. Se non lo farete, vi toccherà rimanere dentro al tunnel per ancora un beeeeel po’ di tempo» canzonò Chris, fastidioso come non mai.

Rosa spostò lo sguardo verso il soffitto da cui la voce del conduttore proveniva, sbuffando. Dopodiché si concentrò nuovamente su Travis, il quale pareva dieci volte più imbarazzato di lei.

«Insomma…» stava borbottando più a sé stesso che a lei. «… non è che mi dispiaccia un bacio, però sta succedendo tutto troppo in fretta, io non credevo che questo primo appuntamento sarebbe finito in questo modo, non mi sono preparato psicologicamente, insomma, pensavo che prima di tutto avremmo dovuto conoscerci meglio e poi magari…»

Un sorriso scappò dalle labbra di Rosa, osservandolo. Forse non era molto sveglio, o particolarmente affascinante, ma durante la loro breve conversazione, aveva comunque dimostrato di avere un cuore, di essere una persona sensibile, di provare veri sentimenti. E poi, era innegabile, quando si cimentava in scene come quella sapeva anche essere molto divertente, anche se contro la sua volontà, probabilmente.

E comunque, era solo un bacio. Che cosa sarebbe potuto succedere di storto?

«E poi c’è Kristy, che cosa le dirò? Non posso spezzarle il cuore in questo modo, io…»

«Travis…»

«C-Che c…»

Rosa chiuse gli occhi e si fiondò con le labbra sulle sue, zittendolo. Gli occhi del Logorroico per poco non schizzarono fuori dalle orbite quando la ragazza compì quel gesto, anche se non ci mise molto ad abbassare le palpebre a sua volta e a lasciarsi trasportare dal momento.

 

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Confessionale Rosa:

«Beh…» l’Iperattiva si massaggiò dietro la testa, leggermente imbarazzata. «Non è stato poi così male, alla fine… si era perfino lavato i denti…»

 

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Confessionale Travis:

Il Logorroico si abbandonò contro lo schienale della sedia, con lo sguardo smarrito. «Woooow…»

 

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I due Rompiscatole si separarono, entrambi leggermente rossi in volto. Travis osservò Rosa quasi scioccato, mentre lei sorrise imbarazzata, massaggiandosi dietro al collo. «Beh…»

«SPLENDIDO!» la voce di Chris tuonò nuovamente, mentre la saracinesca si rialzava lentamente. «Cosa c’è di meglio di un bacio per placare le vostre futili lamentele? George e Kristy, seduti sul muretto, mano nella mano…»

«Ma sta zitto…» mugugnò Rosa, sospirando, per poi rendersi conto di come Travis la stesse guardando. Sollevò un sopracciglio. «Ehm… Travis? Va tutto bene?»

«Ah-ah…» mugugnò lui, annuendo quasi meccanicamente, continuando ad osservarla quasi ammaliato. «… una meraviglia…»

«O-Ok…»

La gondola si diresse verso l’uscita del tunnel, attraversando un passaggio che prima era rimasto bloccato per la sfida, e nel giro di poco tempo i due Boxer si ritrovarono al di fuori dell’attrazione, lontani da quei maledetti cuoricini e angioletti armati di frecce. I loro biglietti li attendevano dentro la macchinetta per le foto ricordo, dove trovarono anche due copie della fotografia in primo piano del loro bacio.

Rosa fece una smorfia quando le notò, ma Travis, rapido come una scheggia, ne afferrò una e se la nascose nella maglietta, ridacchiando come uno stupido. La ragazza lo osservò quasi impaurita.

 

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Confessionale Rosa:

«Finalmente è finita…» mormorò l’Iperattiva, esausta, per poi guardarsi attorno quasi furtiva. «… anche se… ho paura che, con quel bacio, io abbia scatenato qualcosa di ben peggiore del Tunnel degli Innamorati…»

 

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Confessioanle Travis:

Il logorroico sospirò estasiato, mentre strofinava la fotografia che aveva arraffato contro la guancia. «Oh, Rosa… non avrei mai pensato che avrei potuto innamorarmi anche di te…»

 

***

 

INEBETITI

Il gruppo di ragazzi raggiunse il dormitorio dei Taco, da dove provenivano urla e rumori assordanti, quasi come se l’edificio stesse venendo demolito dall’interno.

«Mi sa che avevi ragione, Paul…» mormorò Anna, riuscendo a percepire perfettamente la voce di Jericho come l’origine di quelle grida furibonde.

«Vuoi che io e Xander proviamo a farlo ragionare?» domandò l’Amicone, incrociando le braccia.

«Mi fareste un favore enorme…» mormorò ancora la Gentile, sconsolata. «Io non so più che pesci pigliare…»

«Ci pensiamo noi, non preoccuparti. Andiamo, Xander.» Paul si avviò verso la porta, mentre Xander lo seguiva, appoggiandosi le mani dietro il capo. «Ma chi me lo fa fare…?» mugugnò, con un sospiro.

Paul entrò nel dormitorio, non sapendo bene cosa aspettarsi e preparandosi al peggio. Trovò la stanza completamente a soqquadro, con i materassi dei letti ribaltati, i comodini aperti, molti privi dei cassetti, che erano stati tolti e rovesciati sul suolo, assieme a quasi tutte le valige e borsoni dei ragazzi. Il pavimento era disseminato di vestiti e scarpe, ed in mezzo a tutto questo sfacelo, Jericho scavava con le mani come un cane da tartufi, grugnendo e gridando. «DOV’È?! DOV’È?!?!»

«Ehm… Jericho?» domandò Paul, incerto. «Cosa… cosa stai…»

Lo Hippie si voltò verso di lui di scatto, zittendolo istantaneamente. Non appena l’Amicone vide i suoi occhi iniettati di sangue, le parole gli morirono in gola.

«Wow, amico, che cavolo ti prende?» sbottò Xander, nel frattempo. «Finiscila di fare lo stupido e rimetti a posto questo casino, hai una sfida da…»

«AHHHHHHH!!» ululò Jericho, alzandosi in piedi e fiondandosi su di loro a velocità stratosferica. L’Amicone e il Lunatico gridarono per la sorpresa, ma non poterono fare altro. In un secondo, lo Hippie raggiunse i ragazzi, placcandoli entrambi e spedendoli a terra come sacchi di patate. Il biondo sbatté la testa sul pavimento e gemette, accasciandosi sul suolo, mentre Xander rimase vigile, con un gran dolore dietro al cranio.

«Ah!» esclamò il Lunatico, massaggiandosi il punto ferito, per poi ringhiare di rabbia. «Razza di…»

Lo Hippie lo interruppe, attorcigliando le mani attorno al suo collo e cominciando a scuoterlo. «L’HAI PRESA TU?! PARLA!»

Xander non riuscì a rispondere, trovandosi a corto di fiato a causa della stretta molto più forte di quanto avrebbe potuto immaginare.

«NON VUOI PARLARE, EH?!» Jericho lo sollevò in piedi come se fosse stato un pupazzo. Il Lunatico emise un rantolio, cercando di dimenarsi, tuttavia senza successo.

Paul riaprì lentamente gli occhi, gemendo nuovamente. Non appena si rese conto di cosa diamine stesse succedendo, schiuse le labbra. Si rimise faticosamente in piedi, per poi correre verso i suoi due compagni. «Ehi, lascialo andare!»

Accorgendosi del nuovo impiccione, Jericho ululò di rabbia, per poi scaraventargli addosso il Lunatico. I due Taco gridarono e ruzzolarono di nuovo sul pavimento, mentre l’afroamericano si scagliava contro di loro. Le urla dei tre ragazzi si confusero tra loro, mentre Paul e Xander cercavano di sfuggire dall’ira dello Hippie, che stava mettendo a ferro e fuoco il dormitorio pur di mettere le sue mani su di loro.

«RESTITUITEMELA! RESTITUITEMELA SUBITO!» continuava ad urlare, mentre gli altri due continuavano a correre per la loro vita. 

«COSA DOBBIAMO RIDARTI?!» ululò Xander, disperato, un attimo prima che Jericho lo spedisse al tappeto per l’ennesima volta. «AAAAAAHHHHHH!!!!»

Nel frattempo, fuori dal dormitorio, le tre ragazze sentendo quel baccano infernale si guardarono tra loro. «Ma cosa caspita sta succedendo la dentro?» domandò Anna, quasi intimorita.

Lucy scosse la testa. «Non ne ho idea, ma non sembra che se la stiano spassando…»

«Dovremmo… dovremmo intervenire?» chiese Stephanie, la quale, per prima, non sembrava essere molto entusiasta all’idea di farlo.

La Provocatrice fece per rispondere, ma un’altra voce, proveniente dalle loro spalle, la anticipò: «Si può sapere cosa diamine succede qui?!»

Le tre ragazze si voltarono, per poi trovarsi di fronte il duo dei Rompiscatole. Kristy, colei che aveva parlato, teneva le mani sui fianchi ed osservava il trio quasi disgustata, mentre George, quasi nascosto dietro la schiena della Sgarbata, salutò le Taco con un sorrisetto imbarazzato.

«Jericho è impazzito…» mormorò Anna, prima che Lucy potesse mandare a quel paese la Boxer. «Xander e Paul sono andati a controllare cosa stesse facendo nel dormitorio, e dopo si sono messi tutti ad urlare come disperati…»

Un sorrisetto nacque sul volto di Kristy. «Oh, ma davvero?»

«Già che ci sei raccontale perfino del tuo primo ragazzo!» sbottò Lucy, afferrando Anna per una spalla e costringendola a voltarsi verso di lei. «Loro sono il nemico, l’hai dimenticato? Non devi parlarci!»

«Uh, siamo permalosetti, eh?» incalzò ancora la Provocatrice, sollevando le mani e ridacchiando, mentre si avvicinava ancora.

«Se non siete qui per aiutare, allora potete anche andarvene!» esclamò anche Stephanie, puntando il dito contro i Rompiscatole, rincarando la dose.

«Aiutare, eh?» domandò Kristy, prendendosi per il mento, riflettendo. Il suo sguardò si mosse lentamente, in automatico, verso il suo collega Rompiscatole. Le altre tre ragazze la imitarono quasi istantaneamente, senza neanche farlo apposta. George si ritrovò gli sguardi di tutte e quattro le ragazze puntati su di lui. Il Perdente deglutì. «E-Ehm…»

George fu spedito con una pedata dentro al dormitorio. Inciampò sull’ingresso, mugugnando infastidito: «Ah! Che modi!»

Il Perdente si rialzò in piedi, massaggiandosi la testa, per poi sgranare gli occhi quando vide Jericho, seduto a cavalcioni sopra Xander, intento a tenerlo sollevato per il colletto della maglietta. Il Lunatico aveva una lente dell’occhiale rotta e diversi lividi sulla faccia, mentre lo Hippie sembrava indemoniato. Smarrito tra la marea di vestiti, invece, Paul giaceva supino, immobile come un morto, un solo sporadico fremito delle dita lasciava intuire che fosse ancora nel mondo dei vivi.

Non appena Xander si accorse di lui, sollevò un dito verso la sua direzione. «E-Eccolo! È stato lui a prendere la tua roba!»

«CHE COSA?!» Jericho si voltò di scatto verso il nuovo arrivato, facendolo sussultare.

«E-Ehi, aspettate, quale roba?» domandò George, sollevando le mani. «Io non ho…»

Lo Hippie sbraitò nuovamente, lasciando la presa su Xander ed avventandosi verso il Perdente, che gridò terrorizzato.

Un secondo dopo, George era stato neutralizzato e legato ad una sedia, per la sua disperazione. «AH! AIUTO! QUALCUNO MI…»

«SILENZIO!» esclamò lo Hippie, mettendogli un calzino sporco in bocca. «PUOI PARLARE SOLO SE INTERPELLATO!»

Il cuore di George quasi si fermò quando quell’affare disgustoso gli fu cacciato in gola.

Anna, ancora in attesa fuori dal dormitorio, continuando a sentire le urla incessanti, si spazientì. «Ok, ora basta. Vado io a parlare con lui.»

«Ehm… ne sei sicura?» domandò Stephanie, osservando intimorita l’edificio.

La Rilassata non rispose nemmeno, si avviò direttamente verso i suoi compagni, e George.

«Questa non me la perdo!» asserì Kristy, seguendola.  

Le quattro ragazze entrarono nel dormitorio, trovandosi di fronte un desolante spettacolo: George legato, con Jericho che gli sbraitava in faccia, la stanza completamente messa a soqquadro, Xander con la testa piena di lividi stravaccato sul suolo e Paul, poco distante da lui, sepolto tra i vestiti sparsi ovunque.

«Oh, mamma…» mormorò Stephanie, posandosi una mano sulla fronte, mentre Kristy scoppiava a ridere.

«I vostri compagni sono patetici!» esclamò la Sgarbata, piegandosi in due.

«Perché il tuo è tanto meglio…» mugugnò Lucy, indicando il Perdente con ancora il calzino sporco in bocca.

«Dovremmo… dovremmo andare a cercare Edward?» mormorò la Gentile. «Magari lui riuscirebbe a far ragionare Jericho…»

Anna scosse la testa. «No, non c’è più tempo. Ci penso io.» La Rilassata si avvicinò allo Hippie, sotto gli sguardi atterriti delle sue compagne, e quello divertito di Kristy.

«J-Jericho?» domandò, incerta, quando fu alle sue spalle. Lo Hippie si voltò, squadrandola dalla testa ai piedi con i suoi occhi spiritati.

«Hai tu la mia roba?!» domandò, quasi sibilando.

«N-No, non ce l’ho io…» mormorò la Rilassata.

«E ALLORA LASCIAMI IN PACE!» esclamò l’afroamericano, dando un calcio alla sedia su cui George era legato e rovesciandolo sul fianco. «SMETTILA DI SEGUIRMI O IO…»

«Però…» Anna sollevò la mano, interrompendolo. «… ho… qualcosa di meglio…»

«Ah sì? E che cosa?»

«Beh…» La ragazza avvampò, per poi sorridere. «Questo.»

Anna azzerò la distanza tra loro due. Jericho spalancò gli occhi quando le labbra della Rilassata si posarono sulle sue.

Kristy, Lucy, Stephanie, perfino George osservarono la scena a metà tra i meravigliati e gli inorriditi. Sconvolti, quello era il termine più esatto. Quando i due ragazzi si separarono, Jericho barcollò per un istante, stordito, mentre Anna arrossì ulteriormente.

«Ora… ora verresti con me, per piacere?» domandò. «Possiamo concludere la nostra sfida?»

Dopo diversi istanti, lo Hippie riuscì ad annuire. «O-Ok…»

«Bene!» Anna prese Jericho per mano e lo trascinò fuori dal dormitorio di corsa, sempre sotto gli sguardi atterriti di tutti.

«Ma che…»

«… cosa…»

«… è successo?» domandarono Stephanie, Lucy e Kristy in seguito.

«MH! MH! MHHMHMHMH!» protestò George, ancora legato alla sedia.

Notandolo, Lucy sghignazzò, per poi indicarlo con un pollice a Kristy. «Quello credo sia tuo…»

La Sgarbata spostò lo sguardo sul Perdente, per poi fare una smorfia.

«Ok, abbiamo ancora tempo!» esclamò Anna, di nuovo fuori, per poi guardarsi attorno. «Dunque, il laghetto delle canoe era…»

«CONCORRENTI!» La voce di Chris esplose dagli altoparlanti all’improvviso, ammutolendola. «SIAMO ARRIVATI AL TERMINE DELLA SFIDA!» Il baccano frastornante di una trombetta accompagnò le sue parole, costringendo Anna a tapparsi le orecchie.

«Che… che cosa?!» domandò la Rilassata, scioccata. «Ma...»

«So bene che la sfida sarebbe dovuta finire più tardi, ma abbiamo girato abbastanza materiale per la puntata, se continuiamo di questo passo, rischiamo di non finire più. Mi dispiace per quelli che ancora non hanno finito – no, non è vero – ma ora siete pregati di raggiungermi al salone multimediale entro dieci minuti, o verrete tutti squalificati.»

George rotolò per terra fuori dal dormitorio, per poi mettersi a cavalcioni, con la lingua a penzoloni. «AH! AHHHHH!!! Oddio! ODDIO! Non respiro! Non respiro!!» Il Perdente cominciò a strofinarsi le mani sulla lingua, nel disperato tentativo di scacciare via il sapore nauseabondo di quel calzino.

«Ahia…» mugugnò Paul, seguendolo mentre si massaggiava un bernoccolo. «Ma che cavolo è successo?»

«Che ha detto Chris?» aggiunse Xander, affiancando il compagno di squadra.

«La sfida è finita.» Kristy uscì dal dormitorio a sua volta, assieme alle altre due ragazze. Incrociò le braccia, sorridendo. «E a quanto pare avete fallito la vostra prova.»

«E-Eh? C-Che… che cosa è successo?» domandò in quel momento Jericho, apparentemente ritornato normale. «Cosa mi sono perso?»

Nessuno rispose a lui. Xander si grattò la tempia, confuso, mentre Paul si guardò attorno in cerca di spiegazioni.

Infine, Anna abbassò il capo, sconsolata. Non tanto per aver perso la sfida, quanto più, perché, temeva per il destino della persona ancora confusa che si trovava accanto a lei.

 

***

 

Di fronte al salone multimediale, Chris accolse le coppie di concorrenti, con il suo classico sorrisone stampato in faccia.

«Bene, concorrenti, mi sono molto divertito ad osservare le vostre prove, soprattutto quelle di due coppie in particolare…» Il conduttore lanciò uno sguardo eloquente ai Rompiscatole e i Piagnucoloni. «… ma ora è giunto il momento di tirare le somme!» L’uomo congiunse le mani, per poi esordire: «Dalla parte dei Boxer, i Rompiscatole e i Piagnucoloni hanno completato la loro sfida con successo! E che successo…» McLean sghignazzò, per poi mostrare su un monitor il primo piano del bacio tra Rosa e Travis. «Guardate che roba! Non vi sembrano adorabili?»

Accorgendosi di quell’immagine, Rosa divenne più rossa dei capelli di Sunry, convenientemente situata accanto a lei, mentre Travis saltellò sul posto, indicando lo schermo. «Uh, guarda, sono in tv!»

I concorrenti lanciarono occhiate confuse alla coppia dei Rompiscatole. Xander e Lucy scoppiarono a ridere, ed anche Seth osservò l’alleata con un sorrisetto divertito, mentre Kristy parve più infastidita che altro.

La bionda, con ancora di fronte l’immagine sul monitor di quel bacio, osservando l’espressione rilassata di Rosa e quella sbalordita di Travis, distolse lo sguardo con una smorfia.

 

_

 

Confessionale Kristy:

«Se penso che la loro sfida sarebbe dovuta toccare a me e George, mi si accappona la pelle…» mugugnò la Sgarbata, stringendosi nelle spalle. «… posso solo immaginare l’orrore al quale Rosa sia andata incontro. Io non sarei mai riuscita a baciare quel roito di Travis. Probabilmente non si era nemmeno lavato i denti. Bleah. Quel tipo è veramente, veramente, veramente disgustoso. Sì, assolutamente ripugnante. Non invidio Rosa per niente, assolutamente.» Kristy scosse freneticamente la testa. «Assolutamente per niente. Ho già detto che Travis è disgustoso? Come mai potrebbe una ragazza baciare di propria volontà uno così? Non potrebbe, ecco. Ripugnante, davvero, davvero, davvero…»

 

_

 

«Mentre dalla parte dei Taco…»

«Ehi, un momento.» Seth interruppe Chris, accigliato. «Ed io e Tonya? Anche noi abbiamo i biglietti.»

«No, Seth. Tu, hai i biglietti.» McLean lo indicò, con un sorriso. «Sareste dovuti uscire insieme dal Doom Trap, invece qui vedo solamente te. Per quel che mi riguarda, la vostra prova è nulla, e siete entrambi squalificati.»

La Serpe sgranò gli occhi a quelle parole. I suoi compagni lo osservarono sbalorditi, accorgendosi solamente in quel momento di quanto, effettivamente, il gruppo fosse silenzioso senza la chiassosa Tonya.

 

_

 

Confessionale Tonya:

«Ehi? Ehi? C’è nessuno? Ehi?» stava chiamando la Schiaccianoci, ancora rinchiusa nella botola semibuia. «Seth? Mozzarella? Ehiiii»

 

_

 

«Beh, voi avreste fatto lo stesso se vi foste trovati nei miei panni…» sbottò Seth, cercando di liquidare la faccenda, anche se George non era affatto intenzionato a lasciar perdere.

«Beh, grazie tante amico!» esclamò il Perdente, puntando a sua volta l’indice contro di lui. «Per colpa tua rischiamo di perdere di nuovo!»

«Chiudi la bocca, prima che te la strappi» lo freddò la Serpe, osservandolo glaciale.

George deglutì, e si riguardò bene dall’aggiungere altro.

«Dalla parte dei Taco, invece, gli Asociali e i Garbati hanno completato la loro sfida con successo. A proposito, Edward, spero proprio per te che il tuo letto non si bagni come un paio di anni fa…»

«E io spero che una folata di vento non scopra il tuo bellissimo cranio lucente» replicò l’Apatico, incrociando le braccia.

Chris ammutolì, mentre alcune risate scappavano dai concorrenti.

«M… M-beh… andiamo avanti…» borbottò il conduttore.

«E io e Lucy?» domandò Xander, inarcando un sopracciglio. «Noi siamo entrambi qui! Anche noi abbiamo completato la…»

«Ci stavo arrivando!» protestò Chris. «Voi due non avete superato la prova, avete distrutto una proprietà del parco! Certo, ho riso un sacco guardandovi, ma temo che dovrò squalificare anche voi. E con la vostra squalifica, e il fallimento degli Inebetiti, la vostra squadra ha fallito due prove su quattro, pertanto, la vittoria va ai Boxer.»

A quelle parole, urla di giubilo nacquero tra i Boxer, con George, Travis, Rosa e Kristy che esultavano, mentre un sorriso beffardo comparve sul volto di Seth.

I Taco, invece, puntarono gli sguardi sul duo degli Psicopatici, che sorrisero con colpevolezza.

_

 

Confessionale Xander e Lucy:

«Beh…» esordì il Lunatico, seduto accanto alla Provocatrice sulla stretta sedia. «… io mi sono divertito.»

«Quoto» annuì la ragazza, con un sorrisetto.

 

_

 

Confessionale Jericho:

Lo Hippie, con di nuovo gli occhiali addosso, si massaggiò le tempie, mugugnando infastidito. «Non so perché… ma ho una strana impressione…»

 

_

 

«Ci vediamo questa sera al Tunnel della Vergogna, cari Taco!» esclamò Chris. «Mi raccomando, siate puntua…»

Un urlo si sollevò in aria all’improvviso, quando un’imponente figura raggiunse il gruppo di persone, sollevando le braccia al cielo. Non appena lo vide, Seth sbiancò. Si era perfino dimenticato di quel tipo. «L’assassino!» esclamò, sollevando il dito verso di lui.

Il resto dei concorrenti osservarono l’uomo, alcuni perplessi, altri più intimoriti, ma nessuno perse la calma.

«Oh, eccoti!» lo salutò Chris, l’unico che continuò a sorridere incurante, avvicinandosi all’assassino. «Hai fatto un ottimo lavoro, prima. Ben fatto!»

L’uomo si tolse la maschera, grugnendo. Allungò la mano verso il conduttore, che vi posò sopra alcune banconote. «Ecco la tua parte. È stato un piacere collaborare con te, la dirigenza ti ringrazia. Spero che i tuoi guai con le autorità siano finiti…»

«Più o meno…» borbottò l’uomo con la sua voce bassa e roca, allontanandosi da tutti loro e svanendo nel parco. Seth lo seguì con lo sguardo, atterrito.

«Aspetta un secondo…» cominciò la Serpe, voltandosi lentamente verso il conduttore. «… vuoi dirmi che vi eravate messi d’accordo? Hai stretto un patto con un omicida?!»

Chris liquidò la faccenda con un gesto della mano. «Non ci sono prove che lui abbia davvero fatto a pezzi quelle persone… e comunque non è la cosa peggiore che io abbia mai fatto…»

Per la prima volta da quando lo avevano conosciuto, Seth parve davvero senza parole. McLean si allontanò, mentre i concorrenti rimasero fermi, a scambiarsi sguardi perplessi, in particolare i Boxer, che si soffermarono sopratutto su Jericho. Osservandoli, Anna sospirò profondamente.

 

_

 

Confessionale Anna:

«Mi dispiace, Jericho…» mormorò la Rilassata, non riuscendo a guardare nell’obiettivo.

 

***

 

«Siccome è la prima volta per voi, qui, lasciate che vi spieghi come funzionano le cose.» Chris sollevò il plico di biglietti che stringeva in mano. «Questi sono i biglietti della salvezza. Chi li riceverà, avrà il diritto a rimanere qui al Blizzard Park. Chi invece riceverà questo…» McLean sollevò un altro biglietto, questo di colore nero. «… dovrà lasciare il parco, per poi non farvi mai più ritorno. Tutto chiaro? Ottimo! Il primo biglietto va a… Edward.»

Il capitano dei Taco si alzò dagli spalti e andò a prendere il biglietto.

«Sunry. Paul. Stephanie. Lucy e… Xander.»

A turno, tutti i concorrenti chiamati andarono a recuperare i loro biglietti. Come previsto, gli ultimi due rimasti furono Anna e Jericho.

«E l’ultimo biglietto va a…»

Anna chinò il capo, per non mostrare la lacrima che le rigava la guancia. «Mi dispiace Jericho…» sussurrò ancora.

«Anna!»

La Rilassata si alzò in piedi, trattenendo a stento un singhiozzo, mentre andava a recuperare il proprio biglietto.

Chris sollevò le spalle, voltandosi verso lo Hippie. «Mi spiace Jericho, hai scelto di impazzire nel momento meno opportuno.»

L’afroamericano si guardò attorno confuso, probabilmente con le idee ancora poco chiare, ma si alzò in piedi ugualmente, per poi rivolgersi ai propri compagni: «Non ho ben capito cosa sia successo in queste ore, ma credo… credo di dovere a tutti voi delle scuse. Non avrei dovuto… ehm… credo di aver torturato qualcuno, ora che ci penso…»

«Ah, nessun problema.» Xander, con un nuovo paio di occhiali, liquidò la faccenda con un gesto della mano. «Quello era George. A nessuno importa di lui.»

Jericho annuì. «Sì, beh… mi dispiace. È solo che… era da un po’ che… insomma… credo di essere andato in astinenza…»

Lucy grugnì. «Esistono alcuni centri, per persone che hanno di questi problemi. Forse dovresti visitarne uno…»

Lo Hippie si grattò la testa, imbarazzato. «Ehm… beh… forse hai ragione…» Lo sguardo dell’afroamericano cadde poi su Anna, che, malgrado tutto, era ancora piuttosto vicina a lui nonostante stesse facendo di tutto per non guardarlo. «A… Anna…» mormorò lui.

La ragazza si voltò, puntando gli occhi lucidi sui suoi. Jericho schiuse le labbra per parlare, ma lei fu più veloce e lo abbracciò con forza, strappandogli un verso sorpreso.

«Mi mancherai…» mormorò lei, con un singhiozzo.

Lo Hippie annuì lentamente, per poi ricambiare la stretta. «Anche tu…»

Si separarono e lui cercò di sorridere, dandole un colpetto alla spalla. «Fatti valere, sorella.»

Anna si asciugò le lacrime ed annuì, accennando un sorriso. «Lo farò.»

«Bene. Buona fortuna, compagni!» esclamò, separandosi dalla Rilassata, dirigendosi verso la barchetta a mollo nel canale. Si sedette e Chef sciolse gli ormeggi. Jericho salutò con un cenno della mano i Taco per l’ultima volta e questi ricambiarono, poco prima che lo Hippie venisse inghiottito dal Tunnel della Vergogna.

La Rilassata si strinse nelle spalle ed abbassò nuovamente la testa, sospirando pesantemente.

Sunry le posò una mano sulla spalla, facendola drizzare. La Timidona cercò di rassicurarla con un sorriso, mentre anche Stephanie e Paul le si avvicinavano per rincuorarla. Anna riuscì poco per volta a tranquillizzarsi, confortata dalla presenza di tutti loro.

Xander e Lucy rimasero distanti, ad osservarli, mentre qualcosa dietro agli spalti catturò l’attenzione di Edward, facendogli sollevare un sopracciglio.

Il capitano si allontanò dalla propria squadra, abbozzando un sorriso.

 

***

 

I Boxer, stipati sulle seggiole della sala multimediale, sembravano trovarsi in stato comatoso, mentre gli altoparlanti continuavano a vomitare parole su quanto fantastico Chris fosse stato nel corso della sua vita.

Travis si era addormentato, stringendo la fotografia del bacio con Rosa contro la guancia, George e Tonya – gentilmente recuperata da alcuni assistenti – erano accasciati sulle loro sedie, con occhi e bocche socchiusi, mentre Kristy e Seth faticavano a tenere la testa dritta. Quest’ultimo in particolare non ci mise molto ad accorgersi di una seggiola vuota. L’assenza di Rosa irritò la Serpe, e non di poco, soprattutto perché non ci mise molto a realizzare dove sarebbe potuta andare.

 

***

 

Dietro gli spalti, Edward esordì: «Non dovresti goderti un documentario, in questo momento?»

Rimasta nascosta nella penombra, Rosa sbucò fuori, con un sorrisetto di colpevolezza. «In teoria sì, ma… stavo letteralmente morendo dalla noia…»

L’Apatico ridacchiò, incrociando le braccia ed appoggiandosi contro le panche dietro di lui. «E a cosa devo questa visita? Credevo che oramai tu e Travis fosse convolati a nozze…»

«Non sei simpatico…» mugugnò l’Iperattiva, per poi puntellare il suolo con la punta del piede. «… comunque… volevo assicurarmi che fossi ancora in gara…»

«Davvero? Perché?»

«Beh…» Rosa si massaggiò il braccio, imbarazzata. «Tu mi dissi di essere felice del fatto che non fossi stata eliminata, ed io volevo solamente ricambiare il favore.» L’Iperattiva sorrise genuinamente. «Mi spiacerebbe vederti partire così presto. Anch’io voglio gareggiare con te, in futuro.»

Edward annuì lentamente, ricambiando il sorriso. «Non preoccuparti, io rimarrò qua ancora per un bel po’.»

«Lo spero bene, altrimenti chi mi porto in finale?»

Il ragazzo ridacchiò una seconda volta. «Sei confidente.»

Rosa non rispose, limitandosi a strizzargli l’occhio. Si voltò, accennando un saluto con la mano, per poi correre via. Edward la seguì con lo sguardo, distendendo il sorriso, per poi voltarsi con un sospiro e tornare dalla propria squadra.

«E con Jericho, siamo arrivati a tre concorrenti eliminati!» esclamò Chris, occupando il suo classico posto di fronte alla telecamera.

«Sono ancora tredici i concorrenti rimanenti! Chi sarà il prossimo eliminato? Quali sfide attendono ancora i nostri eroi? Chi sarà colui che arriverà fino alla fine per sollevare vittorioso la mitica valigetta piena zeppa di soldi? Chi salirà la scala del successo e chi, invece, rotolerà miseramente sopra i suoi scalini? Ormai lo sapete gente, avete un solo modo per scoprirlo: restate qui, con noi, su A Tutto Reality…»

La telecamera salì all’improvviso e lo schermo fu coperto dalla classica visuale del parco dall’alto: «… Blizzard Park!»

   
 
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