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Autore: Elena 1990    16/06/2018    2 recensioni
La storia mai narrata del terribile imperatore dello spazio.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Sapevo di non poter evitare lo spargimento di sangue ma neanche volevo mandare allo sbaraglio un sacco di popolani con vanghe e forconi.
Avevo un piano. E se fosse andato tutto liscio, forse avrebbe funzionato.
L'esperienza mi ha insegnato che un grande risultato non si identifica con l'annientamento dell'avversario. Un grande risultato è annientare l'avversario, senza spargere una goccia di sangue.
Avevo scelto un momento adatto quanto significativo: la cerimonia di incoronazione ufficiale di mio fratello.
Si sarebbe svolta sulla balconata principale del palazzo, di fronte agli occhi di tutto il popolo.
Avevo chiesto alla vecchia di spargere la voce fra tutti. Se avessero agito secondo le mie istruzioni, con un po' di fortuna nessuno sarebbe stato ferito.
Quanto a me, mi portai dietro i miei fidati, Zarbon e Dodoria, e la Squadra Ginew.
Dopo lo scontro all'arena dei re, l'ingresso al palazzo mi era stato precluso, ma io sapevo bene da dove entrare. Dallo stesso posto in cui mi rifugiavo da piccolo: la cloaca.
Raggiungerla dall'esterno era facile, il nostro palazzo era pieno di cascate che si gettavano nel lago sottostante. L'acqua fuoriusciva da condutture collegate tutte alla cloaca.
Ci avvicinammo in volo, attenti a non farci vedere dalle guardie sul ponte. In quel caso, ci avrebbe pensato Guldo, bloccando il tempo ed occupandosi degli occhi indiscreti. Era debole come un bambino e mi ero ripromesso di levarmelo dai piedi una volta concluso tutto. Ma loro erano uniti e il potere di Guldo si dimostrò molto utile.
Giunti al condotto, lo trovammo chiuso da una grata metallica.
-- E adesso?-- fece Jeeth.
Usai il raggio letale sulle sbarre fissate al condotto. -- Zarbon reggi la grata. Non dobbiamo fare casino.-- dissi. Continuai fino a staccarla e Zarbon la prese.
Entrammo tutti e poi incastrammo la grata di nuovo al suo posto.
Mi inoltrai nel condotto con il mio seguito, camminando nell'acqua gelida che scorreva fino al lago.
Giocavo spesso in quel luogo da cucciolo e di solito tornavo su puzzando come una capra, facendo infuriare mio padre.
Dietro di me, gli altri procedevano in silenzio.
Jeeth coprendosi il volto con il fazzoletto rosa guardò Butter. -- Secondo te conosce la strada?
L'alieno blu fece spallucce.
-- Certo che la conosco.-- dissi e quello rabbrividì. -- Non sono così stupido da infilarmi qui senza sapere la strada. Specialmente oggi.
-- Le chiedo perdono Lord Freezer.
Feci un gesto di non curanza. -- Ah smettila di leccarmi i piedi. Siamo arrivati.
Era molto più piccola di come la ricordavo, la verità è che ero io ad essere cresciuto.
Era una sala circolare dove da vari cunicoli diversi scarichi convogliavano tutti in una cisterna comune che ripuliva l'acqua e la immetteva nei condotti che scaricavano nel lago. Sopra ciascun cunicolo c'erano dei disegni che avevo fatto da bambino, incidendo il ghiaccio e la pietra, per orientarmi.
Scelsi subito uno di quelli e senza esitare presi quella direzione ma sulla soglia del cunicolo mi fermai. -- Da qui in poi potremmo incontrare delle guardie. State attenti.-- dissi. Proseguii ancora per qualche metro, poi incontrai una scala a pioli ed iniziai a salire.
La spessa lastra in pietra in mezzo al corridoio si mosse.
Sbirciai, reggendola con la coda. -- Via libera.-- la smossi e mi issai sbucando nel corridoio. Tirai fuori l'omino verde per primo. -- Se arriva qualcuno ferma il tempo e occupatene.-- dissi.
Usciti tutti ci inoltrammo nel corridoio. -- La sala da ballo non è lontana. La balconata è lì.-- sussurrai mentre fluttuavo in aria.
Di fronte alla porta, mi fermai. Udivo mio padre pronunciare quel discorso solenne che aveva pronunciato suo padre prima di lui, e prima ancora tutti gli altri padri incoronando i loro figli. Strinsi i pugni e mi concentrai sul da farsi.
-- Guldo, tieni d'occhio i corridoi. Rekoom, Butter e Jeeth respingete le guardie. Dodoria sulla soglia. Zarbon, Ginew, con me.-- sussurrai ed aprii la porta, lentamente. -- Liberatevi delle guardie. Ma fatelo in silenzio.-- Ginew e Zarbon presero le guardie alla porta tramortendole. Altre quattro erano agli angoli e due affiancavano mio padre e mio fratello.
Feci un passo avanti, mi voltai e sparai un raggio letale per mano alle due guardie. Zarbon e Ginew si mossero veloci verso le altre mentre io mi voltavo e avanzavo tranquillamente.
-- Padre. Fratello.
Loro si voltarono. Cooler sgranò gli occhi, nostro padre mi trafisse con lo sguardo. -- Cosa fai qui? Guardie!
Sorrisi e sollevai le mani.
-- Suvvia non posso presenziare all'incoronazione del mio caro fratello?-- avanzai. -- Voglio essere al suo fianco in questo importante momento.
Cooler assottigliò lo sguardo e fece cenno alle due guardie. -- Arrestatelo!
Ma Cold le fermò con un gesto della mano. -- Vieni figlio. Il tuo è un desiderio più che lecito.
Sorrisi. Mio padre nonostante gli anni, non aveva perso la voglia di giocare con noi, di metterci in situazioni spiacevoli e vedere come ne uscivamo, o cosa combinavamo.
Ma quel giorno, avrei giocato io con lui.
Mi affacciai alla balconata e non appena il popolo mi vide, esplose in un grido di giubilo.
-- Evviva Lord Freezer! Evviva l'Imperatore!
-- Evviva il vero re!
-- Viva il grande re Freezer!
Mio padre aveva in mano la corona. Di fronte a lui, noi due. Cooler attendeva che la posasse sul suo capo, io gli davo le spalle, affacciandomi alla balconata.
-- Lord Freezer è il vero re!
-- Vogliamo Lord Freezer!
Sorrisi. Mi voltai e mi mossi, affiancando mio fratello. -- Beh padre? Mio fratello aspetta. Rendete ufficiale il tutto e diamo inizio ai festeggiamenti.-- esortai, sorridente.
Re Cold osservava il popolo riunito, che aspettava il nuovo re. Ma questa volta, reclamava un re diverso da quello che l'arena aveva decretato. Il re che li aveva protetti dal Levyathan.
Acclamavano il mio nome a gran voce e vedevano Cooler come un usurpatore.
Nostro padre mi guardò, ed io gli rivolsi un sorriso inequivocabile.
Lo tenevo in scacco.
Al contrario di Cooler, mio padre aveva sempre tenuto in considerazione il popolo. Sapeva come la vecchia, che a volte il numero vale più della forza.
Incoronare un usurpatore agli occhi del popolo, significava autoproclamarsi suo nemico.
Significava guerra.
Contro di me e tutta la gente del pianeta.
Iniziare una guerra civile significava rendere instabile tutto l'impero. Altri avrebbero potuto unirsi alla rivolta, interi territori sarebbero andati persi.
Osservavo nostro padre e lui guardava me, tenendo la corona con le mani. Sapevo cosa gli passava per la testa. Aveva la possibilità di evitare il tracollo di un impero con un solo gesto. La sua decisione avrebbe determinato il futuro di tutta la stirpe reale.
Così scelse.
Scelse come avevo previsto, perché in fondo lo conoscevo bene, come conoscevo bene i nobili di ogni rango. I nobili di ogni rango salvaguardano sé stessi e la loro stirpe. Come i molluschi, alla fine si attaccano allo scoglio più resistente, per non farsi trascinare via dalla tempesta.
Sorrisi, mentre posava la corona sul mio capo, sotto lo sguardo stravolto di Cooler.
-- Ma ma-- balbettò -- ma cosa?
Lo guardai con un lieve sorriso. -- Un giorno ti dissi di non sottovalutare il popolo ricordi?-- gli dissi. -- Un giorno o l'altro si sarebbero alleati con qualcuno potente, che avrebbe sostenuto la loro ribellione.-- sorrisi. -- Quel giorno è arrivato. E tu non puoi farci niente.
Cooler strinse i pugni. -- Sei un cane bastardo!
-- Sono l'imperatore. E mi bastano due parole per metterti a morte. Ricordalo la prossima volta che apri bocca.
Mi avvicinai affacciandomi alla balconata e mi sollevai con la telecinesi perché tutti mi vedessero.
Il popolo esultò ed io protesi le braccia per chiedere silenzio.
-- Oggi sorge una nuova alba per questo popolo.-- esordii.
-- Da oggi, in qualità di imperatore, proclamo la nascita di un triumvirato che gestirà l'impero. Divideremo i territori in parti uguali. Io governerò su una, mio fratello sull'altra. Nostro padre il grande Re Cold rimarrà in veste di consigliere e si occuperà di risolvere i diverbi fra noi. Io in quanto imperatore legittimo, mi riservo l'ultima parola su ogni questione. Da oggi in avanti, l'impero verrà diviso in parti uguali quanti sono i membri della famiglia reale, per costruire un regno stabile e un'era di gloria e ricchezza!
La folla gridò all'unisono.
Era un grido di gioia. Ed aveva un bel suono.
Il suono della vittoria.
  
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