E nella notte una preghiera
{Stava male solo quando lui non c'era}
Gocce di pioggia s’infrangevano sul vetro della finestra, picchiettandolo dolcemente e scandendo il tempo come un metronomo, mentre fuori l’aria invernale diventava più umida e fredda. Midoriya amava la pioggia e l’atmosfera che creava, specialmente di notte, perché il suo suono ammaliante sapeva calmare il suo animo e la sua mente troppo spesso agitati e pieni di pensieri; in quel momento, però, l'unica cosa a cui riusciva a porre attenzione erano le mani grandi e forti di Bakugou che gli lambivano ogni porzione di pelle scoperta, facendolo sospirare dal piacere e dal desiderio. Quelle stesse mani che una volta lo colpivano e gli bruciavano i quaderni, ma che ora carezzavano la sua pelle pallida e glabra con tocchi delicati e leggeri, pieni di amore e venerazione, passando su ogni punto, su ogni cicatrice, come a voler modellare la sua carne ed imprimersi nella mente e negli occhi ogni più piccolo particolare, con una devozione tale da essere paragonata solo a quella che dimostrava un’artista davanti alla sua opera più riuscita. E insieme alla loro presenza rassicurante, a distrarlo dal dolce tumulto che imperversava fuori dalla sua stanza, dalla loro personale bolla di piacere, c'era anche la sensazione morbida e bagnata delle sue labbra adagiate sulla pelle. Ed ogni bacio che Bakugou posava sul suo petto equivaleva ad uno scusa che non riusciva ad esternare a parole, e questo Midoriya lo sapeva, lo intuiva senza bisogno di conferme, ed era più che felice di accogliere ognuno di essi senza il minimo risentimento, di sentirli umidi e bollenti sulla sua pelle glabra e pallida come la stessa Luna che li osservava e custodiva da quel cielo infinito. Ed era una gioia per lui rispondere loro con dei ti perdono dati da carezze delicate come petali di margherite sui capelli biondi e disordinati dell'altro, mentre i ricordi infelici della sua infanzia si dissolvevano facendo spazio a tutti gli altri momenti che aveva e che avrebbe passato con il nuovo Bakugou, il Bakugou che ora lo amava, lo rispettava e lo faceva sentire in pace con l'intero universo.
Quando, mezz’ora prima, se lo era ritrovato davanti alla soglia del suo appartamento nel pieno della notte, con il gelo della stagione invernale e la pioggia che cadeva, aveva pensato che si trattasse quasi di un'allucinazione...
Era
una notte silenziosa, quella. Gli unici rumori che aleggiavano
nell'aria erano scaturiti dallo sfrecciare di alcune automobili sulla
strada principale adiacente al suo palazzo e Midoriya, affacciato
alla finestra della sua stanza con gli occhi puntati verso il nero
del cielo, veniva cullato dolcemente da essi, mentre osservava nuvole
grigio fuliggine avvicinarsi a passo d'uomo alla sua città.
E
scrutando quelle nubi imponenti non poteva fare a meno di chiedersi
se insieme alla pioggia avrebbero portato a lui anche un po' di
serenità. Dopotutto si era stancato di rimuginare, di essere
insicuro, di non riuscire a dormire a causa della sua testa che non
faceva altro che frullare e frullare senza lasciargli un attimo di
respiro, senza smettere neanche per un singolo istante di pensare a
Bakugou e a quello che gli aveva rivelato quella stessa mattina, in
una spinta di coraggio che forse avrebbe fatto meglio a reprimere.
Quella
sera sua madre era uscita e non c'era neanche la sua rassicurante e
dolce presenza a spezzare l'ostile scialbore avvilente di quella
notte e Midoriya, per questo, ne sentiva ancora di più il
peso
addosso. Si sentiva anche un po' in colpa, però, a pensare
che
avrebbe voluto averla al suo fianco, perché anche se lei
aveva detto
che sarebbe andata ad una semplice cena con un suo collega, Midoriya
sapeva che c'era dell'altro, forse qualcosa che avrebbe potuto far
tornare il sorriso, dopo la morte di suo padre, a quella che sarebbe
rimasta per sempre l'unica donna della sua vita. E se a
mezzanotte e mezza passata non era ancora tornata, allora
un
fondo di verità in quello che pensava c'era. Sperava solo
che
quell'uomo sarebbe riuscito a renderla felice e a non farla sentire
sola o trascurata quando lui avrebbe lasciato quella casa, una volta
ricevuta la licenza da eroe definitiva.
La
prima goccia di pioggia colpì dolcemente il vetro e Midoriya
lasciò
cadere il suo sguardo su di essa, rimanendo quasi incantato nel
vederla scivolare su quella superficie liscia e trasparente per poi
finire il suo breve viaggio sul bianco del muro. E quando ne
seguirono delle altre pensò che sarebbe rimasto volentieri
immobile
ad osservarle fino a che l'alba non avesse rischiarito il cielo, ma
il suo piano venne mandato in fumo dal suono improvviso del
campanello.
Andò
ad aprire pensando che sua madre avesse scordato le chiavi e fosse
rimasta chiusa fuori, ma davanti alla porta non aveva trovato i suoi
tondi occhi dolci, ma due rubini sfolgoranti di emozioni e una
matassa di capelli biondo cenere.
-Kacchan?
Che ci fai qui? E' quasi l'una- gli chiese guardandolo con gli occhi
spalancati, quasi non riuscendo a credere che fosse veramente
lì
davanti a lui.
-Mi
fai entrare o preferisci farmi congelare il culo in mezzo al
corridoio? Fa un freddo cane, cazzo- gi rispose Bakugou con il suo
solito tono strafottente, spostandolo poi di lato senza lasciargli
neanche il tempo di invitarlo dentro. Midoriya, osservandolo
togliersi le scarpe, pensò di aver scorto in quella sua voce
rude e
graffiante qualcosa di diverso, qualcosa di triste, e ne rimase
totalmente destabilizzato.
-Allora-
tentò di riprendere la domanda mentre lui si guardava
intorno con le
mani affondate ancora nelle tasche -perché sei venuto?-.
Bakugou si
girò verso di lui, che se ne stava ancora impalato davanti
alla
porta chiusa con gli occhi verdi immersi in un mare di malinconia,
sorpresa e confusione, e lo perforò con il suo sguardo serio
e
pesante come piombo.
-Perché
sei un'idiota, ecco perché- sbottò, digrignando i
denti e tornando
sui suoi passi con una falcata. -Sei uno stupido, irritante nerd che
non mi lascia un attimo in pace e mi sta sempre tra i piedi anche
quando non c'è. E piuttosto sono io a doverti chiedere il
perché
della tua uscita di questa mattina-. A Midoriya tremò
l'anima
sentendo quell'ultima frase.
-Potevi
aspettare domani per chiedere spiegazioni- mormorò con un
filo di
voce, abbassando gli occhi sui calzini grigi che indossava, non
riuscendo più a reggere il suo sguardo accusatore. Nella sua
testa,
intanto, le sue insicurezze ed i suoi ripensamenti iniziarono a
vorticare come un tornado, devastando ogni singolo barlume di
felicità che aveva provato nel trovare davanti alla soglia
di casa
sua la figura austera di Bakugou. Gli veniva da piangere,
perché era
stato stupido e avrebbe dovuto rimare zitto, tenersi per sé
i propri
sentimenti, invece con la sua dichiarazione aveva rovinato ogni
singolo progresso che aveva fatto con Bakugou, aveva rovinato ogni
cosa.
-No,
non potevo perché la tua stupida faccia non mi lasciava
dormire in
pace- fu la risposta acida dell'altro, irruenta e sprezzante come
qualsiasi frase che gli aveva sentito pronunciare in quegli anni,
eppure contenente ancora quell'alone di tristezza, forse di rimorso,
che Midoriya aveva già notato in precedenza e che ancora non
riusciva a spiegarsi.
-Ci
deve per forza essere un perché, Kacchan? Non c'è
un perché...è
così e basta...- disse, la voce ancora impostata in flebili
sussurri.
-Sì
che deve esserci!- lo attaccò Bakugou che, al contrario,
manteneva
il tono alto e perforante di sempre. Midoriya pensò che,
dopo tre
anni che non lo aveva più fatto, avrebbe di nuovo cercato di
alzare
le mani su di lui, ma non lo fece, non lo avrebbe fatto, e Midoriya
si sentì in colpa per averlo anche solo lontanamente
pensato. -Ti ho
trattato di merda per anni, ho tentato di allontanarti e di tenerti
lontano da me con ogni mezzo, non ho fatto altro che venirti contro e
combatterti... Quindi perché?! Come- fece una pausa, la voce
incrinata come se stesse per scoppiare in lacrime, -Come puoi dire di
amarmi dopo tutto questo?-. Midoriya sentì chiaramente tutto
il
dolore ed il pentimento che quelle parole gridate con apparente
rabbia celavano e provò la sensazione che la sua anima
venisse
lacerata a causa del pensiero di non essere riuscito a capire quanto
anche Bakugou stesse male per tutto quello che era accaduto tra loro
in passato, quanto, probabilmente grazie alla maturità
acquisita, si
sentisse incazzato con se stesso per essersi comportato in maniera
sbagliata e per averlo ferito. Midoriya strinse i pugni e
trovò il
coraggio di alzare gli occhi e di affrontarlo e quando si
trovò
davanti lo sguardo umido e sofferente di Bakugou le parole iniziarono
a fuoriuscire automaticamente dalle sue labbra. Con voce ferma e
decisa, non più sottile come in precedenza, Midoriya
esternò tutto
quello che sentiva nel suo animo e nel suo cuore ormai da tanto,
forse da sempre, e dopo averlo fatto fu sicuro di aver tolto un peso
sia dal suo petto sia da quello del suo Kacchan. -Perché so
che non
mi odi, Kacchan. So che nascondi molto più di quello che
vuoi
mostrare. So che le cattiverie che dici e il modo in cui ti comporti
sono solo una maschera per proteggere la parte più fragile
che c'è
in te e che ormai sei abituato ad usare per tutto- -e anche se una
volta, magari, mi odiavi davvero e pensavi che io fossi inutile, so
che ora non è più così, so che ora mi
vedi come tuo pari, come
qualcuno degno di essere un eroe... E so che sei cambiato in questi
anni. Sei...sei diverso dal Kacchan che mi prendeva in giro e non
credeva in me. Sei sempre tu, con i tuoi modi scontrosi, la tua
voglia di primeggiare e la tua arroganza, ma non calpesti
più gli
altri, non ti comporti più con quell'aggressività
e quell'aria di
superiorità che prima ti caratterizzava e se prima ti
ammiravo per
la tua forza, la tua intelligenza e le tue abilità,
ora...ora ti amo
per tutto il resto- fece una breve pausa, mordendosi il labbro
inferiore, poi si avvicinò di un passo al corpo di Bakugou,
arrivandogli talmente vicino da riuscire a sentire il suo respiro
caldo soffiarli sulla fronte e, con la testa piegata leggermente
verso l'alto per via della loro differenza di altezza, non smise di
guardarlo negli occhi neanche per un istante, leggendoci dentro gli
stessi sentimenti che imperversavano furiosi nel suo cuore. -Mi sento
legato irrimediabilmente a te, Kacchan, sei sempre stato un punto di
riferimento, qualcuno che ammiravo ed amavo perfino più di
All Might
stesso e con il tempo, nonostante le nostre differenze ed i nostri
litigi, questo sentimento dentro di me si è amplificato.
Sopratutto
in questo ultimo periodo dove siamo tornanti a poterci considerare
amici oltre che rivali. Questo ti basta come "perché"?-
Bakugou a quella domanda non rispose, non a parole per lo meno, ma
digrignò i denti e gli afferrò le braccia con
entrambe le mani,
baciandolo poi con ardore. Fu un bacio irruento e coinvolgente, pieno
di rabbia, malinconia, felicità, amore; pieno di tutto
quello che
per anni l'uno aveva nascosto agli occhi dell'altro. E quando si
staccarono, i polmoni che bruciavano per la mancanza di ossigeno e le
labbra rosse e gonfie per non essersi staccate neanche per un
istante, tornarono immediatamente a baciarsi di nuovo,
perché non ne
avevano avuto abbastanza, non ne avrebbero mai avuto abbastanza, e
solo incollati in quel modo, senza orgoglio o paura a dividerli, si
sentivano veramente bene.
Da lì a passare alla camera di Midoriya, spargendo i vestiti nel corridoio senza curarsi di dove lanciarli e senza smettere di toccarsi e baciarsi, fu un attimo, e, anche se gli sembrava ancora tutto un sogno troppo bello per essere vero, Midoriya non poteva non pensare che il suo Kacchan era l'unico capace di farlo struggere e beare allo stesso tempo, facendolo soffrire con la sua lontananza e rendendolo il ragazzo più felice della terra con la sua presenza.
...Ora,
però, mentre Bakugou si muoveva sopra di lui, il corpo nudo
a
contatto con il suo con ogni lembo di pelle, Midoriya sapeva che era
reale, che non era solo una delle sue solite fantasie. E quando lui
raggiunse la sua bocca con quelle labbra mordaci che lo stavano
facendo impazzire, rubandone il respiro ed i movimenti, reclamandone
l'appartenenza e donandosi ad esse al tempo stesso, in una danza
lenta e piena di quei sentimenti che erano rimasti repressi in loro
fino a quel momento, Midoriya ne fu completamente catturato ed
inebriato, sentendosi pervadere da un calore e un'emozione talmente
forte da fargli girare la testa e scoppiare il cuore di
felicità
tanto che, quando Bakugou si staccò per osservarlo dall'alto
della
sua posizione, si sentì quasi mancare l'aria per la distanza
creatasi tra di loro.
-Kacchan,
baciami ancora. Sei troppo lontano così- lo
pregò, aggrappandosi
con le mani sulla sua schiena, premendo i polpastrelli così
forte
sulla sua pelle da lasciarci sopra segni rossastri. Ora che
finalmente era riuscito ad averlo, a donargli il suo amore e a
ricevere in cambio quello dell'altro, Midoriya non voleva neanche per
un istante sentirlo lontano da sé.
-Ti
sto praticamente addosso, stupido nerd- ribattè Bakugou, ma
premette
il corpo di più sopra al suo, schiacciandolo contro il
materasso e
facendogli sentire ancora più prepotentemente l'erezione che
ormai
svettava turgida tra i loro corpi.
-Ma
io ti voglio più vicino, più vicino. Non voglio
più sentirti
lontano da me- gli disse Midoriya, cercando ancora le sue labbra, e
muovendo il bacino per far sentire a sua volta la presenza della sua,
di erezione.
-La
cosa è reciproca, Izuku-
sussurrò allora Bakugou, facendo
scorrere ancora le sue mani sul corpo di Midoriya, afferrandogli i
fianchi e accontentando la sua richiesta di essere baciato di nuovo.
Midoriya si perse completamente nella sensazione della lingua di
Bakugou che toccava la sua e sperò che quel momento non
finisse mai,
che durasse in eterno, che da lì in poi non si sarebbero mai
più
sentiti divisi o in competizione e quando Bakugou, dopo averlo
preparato, entrò in lui ed iniziò a spingere,
pensò che il
paradiso, forse, esisteva veramente e che lui ci era appena entrato.
ක
Quella
mattina Uraraka sentiva che c'era qualcosa di diverso nell'aria e
quando notò Iida seduto in silenzio sul suo banco con uno
sguardo
tempestoso e afflitto, pensò che lui c'entrasse qualcosa con
quella
sua strana sensazione.
-Tenya?
Che cos’hai?- gli chiese avvicinandoglisi, puntando i suoi
occhi
color nocciola nei suoi. Lui sospirò e si tirò su
gli occhiali con
l'indice, guardando la sua ragazza con estrema serietà.
-Ho
visto Bakugou e Midoriya che si baciavano in corridoio- rispose,
tenendo un tono molto più basso e meno espansivo di quello
che usava
di solito quando rimproverava qualcuno che non aveva rispettato le
regole. Uraraka però non sebrò avere la reazione
che lui si
aspettava.
-Davvero!?
Aah sono così felice per loro! Finalmente ce l'hanno fatta a
dichiararsi!- si illuminò infatti lei, sorridendo felice e
con gli
occhi luminosi.
-Ochako!
Stiamo parlando di Bakugou, lui--
-Deku
starà bene, non preoccuparti, Tenya- lo interruppe, capendo
il
perché del suo malumore.
-Midoriya
ci ha raccontato cos’è successo quando era alle
medie e abbiamo
visto tutti come era il loro rapporto appena entrati alla Yueei, non
so se riesco a fidarmi-
-Sono
cambiati, Tenya. Deku è forte, sa cavarsela da solo e
Bakugou-kun
non è così pessimo come appare. Insieme saranno
felici, ne sono
sicura-
-Se
lo dici tu-
Uraraka
sorrise dolcemente e gli prese delicatamente una mano, facendo
attenzione a non afferrarla con tutte e cinque le dita per non farlo
fluttuare, e con il pollice iniziò a disegnargli cerchi
concentrici
sulla pelle, per tranquillizzarlo come meglio poteva.
Iida
a quel punto emise un sospiro di resa ed abbassò lo sguardo
su di
lei, sorridendole poi a sua volta e stringendo le sue morbide dita un
po’ più forte.
Intanto, nel corridoio, pure le mani di Midoriya e Bakugou si strinsero tra di loro, con la promessa di non lasciarsi mai.
Angolo Autrice:
Ehi! Sono tornata di nuovo con una BakuDeku, eh!
Questa shot nasce principalmente per due motivi: il primo è il mio bisogno compulsivo di questi due messi insieme, perché mi piacciono un sacco, li amo, mi danno così tante emozioni positive e aah non posso non scrivere di loro due, ecco!
Il secondo è, invece, il fatto che ci sono ancora persone in giro che dicono che la BakuDeku è una ship abusiva... Io rispetto le opinioni altrui e se una coppia non piace non dico che debba piacere per forza (io per esempio, pur essendo una multishipper bella e dichiarata, non riesco a sopportare la KiriBaku e non mi piace un granché neanche la Kacchako), però non sopporto quelli che usano come scusa il fatto che Katsuki, dato che si è comportato da bullo con Midoriya, non possa starci insieme perché continuerebbe a trattarlo male e da subordinato. Questa secondo me è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Il Katsuki delle medie probabilmente avrebbe fatto così, ma dobbiamo ricordarci che sia Katsuki sia Midoriya sono cambiati, sono maturati. Katsuki sta incominciando a capire i suoi sbagli, a riflettere sui suoi difetti e le sue debolezze e a rispettare anche le altre persone non pensando solo a sminuire chi gli sta intorno. Midoriya sta piano piano diventando più forte, sta diventando più sicuro e meno chiuso in se stesso, sta credendo di più in sé e nelle sue capacità e sta lavorando sodo per essere un eroe degno del ruolo che ricopriva All Might. Quindi dire che la loro è una ship abusiva significa non dare alcun peso alla loro crescita, pensare che Katsuki sia rimasto una persona di merda e Midoriya un povero ragazzino dai sogni irraggiungibili ed incapace di difendersi da solo e NON È COSÌ. Inoltre, mano a mano che l’opera originale sta andando avanti, si sta facendo vedere quanto il loro rapporto stia migliorando, quanto Midoriya tenga ancora a Katsuki nonostante tutto, quanto sia importante per lui averlo al proprio fianco e quanto Katsuki stia iniziando a rivalutarlo e a considerarlo come suo pari, come un amico/rivale e non più solo come un sassolino sul ciglio della strada. Le persone ed i rapporti cambiano, si evolvono e possono migliorare, in più al mondo esiste anche il perdono e la redenzione, quindi no, la BakuDeku non è una ship abusiva e ha tutte le fondamenta per essere una coppia fanon di tutto rispetto (come tante altre, d’altronde). Oltretutto per me il loro rapporto è bellissimo proprio per i motivi elencati sopra, per tutte le difficoltà ed i cambiamenti affrontati e per tutta la profondità e le riflessioni che contiene, perciò niente, voi che li shippate diffondete la BakuDeku insieme a me!
Questa oneshot, oltretutto, può considerarsi un continuo della mia shot "Ode alla gelosia", sempre BakuDeku ovviamente u.u
Poi non ho potuto fare a meno di inserire alla fine un accenno alla IidaOcha che è una delle mie ship etero preferite e che mi sta facendo innamorare piano piano aaah *-*
Detto questo, tornando alla shot vera e propria, se avete trovato cose che non avete gradito, errori oppure volete semplicemente farmi sapere il vostro parere, positivo o negativo che sia, e magari sclerare anche un po’ con me sulla magnificenza della BakuDeku, mi renderete davvero felice! ^.^ Scambiarsi opinioni è una cosa per me meravigliosa, inoltre, dato che non sono mai sicura della scorrevolezza del mio stile, delle descrizioni che faccio e di come caratterizzo i personaggi, vorrei sapere se sono riuscita a tirar fuori qualcosa di bello, o quantomeno decente, o se avrei fatto meglio a dormire invece di tirar fuori degli obrobri sigh >.<
Ringrazio comunque anche solo coloro che hanno deciso di leggere questa cosetta e spero che vi sia piaciuta! ^.^
Un ringraziamento speciale va, come sempre, a Fiore6, mia beta e compagna di scleri che mi sopporta con infinita pazienza anche quando le invio dodici fanart al minuti di Katsuki ed i suoi muscoli (e della BakuDeku che fa cose poco caste emh) XD
Un ultimo piccolo annuncio per coloro che seguono la mia raccolta sulla 30 days OTP challenge: non la sto abbandonando, semplicemente nelle ultime due settimane di liceo ho avuto un sacco da studiare, inoltre non riesco a scrivere qualcosa di accettabile con il quarto prompt quindi ho deciso di aspettare fino a che non mi cada addosso una qualche specie di ispirazione fulminea, spero di non farvi aspettare fino all'anno prossimo sigh!
Detto questo io vi saluto!
A presto ^.^
EngelDreamer