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Autore: Kristen92    16/06/2018    4 recensioni
"Mai avrei creduto, invece, di vedere con i miei occhi la morte prendere forma. Di poterla sentire e toccare. La morte che terrorizza anche il più crudele e vile degli uomini. Lei.
Non è niente, non è nessuno. È morte. Lei è Wanheda. Colei che comanda la morte. Colei che ha la forza di distruggere ogni cosa e ogni persona, colei che vede i morti".
Clarke e Lexa sono due anime diverse ma, forse, destinate ad un futuro condiviso. Dove odio, vendetta,lealtà, fiducia, coraggio, amicizia e amore si incontrano e si scontrano.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Titus, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 




Vivere.





Quando la tempesta si placa, c’è un momento di assoluta calma. Il vento vorticoso e impetuoso, diventa flebile e calmo. La pioggia fitta e costante, diventa qualche piccola goccia, sparsa qua e là. Il sole, prima nascosto,  crea un varco attraverso le nuvole scure…
E il cielo, prima cupo e nero, si schiarisce, diventando di un azzurro limpido.

Lexa guardava la bionda che sistemava il pesce appena pescato. La canottiera nera bagnata e i pantaloncini corti, che lasciavano scoperte le gambe lunghe e muscolose. Le cicatrici sembravano splendere come cristalli, a causa delle gocce d’acqua illuminate dal sole. I capelli sciolti e bagnati.

L’odore del mare, portato dalla leggera brezza, rendeva, quel momento, semplicemente perfetto.
Era passato un mese da quel giorno e tutto sembrava essere piombato in uno stato di profonda calma. Le cose non erano, di certo, perfette, ma le due ragazze affrontavano tutto giorno per giorno.

Lexa, con l’aiuto di Clarke, aveva iniziato ad alzarsi. Ogni giorno per almeno due ore, provavano a camminare. La bionda le massaggiava sempre le gambe e l’aiutava con i movimenti, riabituando il suo corpo.
Provava dolore, ma non si lamentava mai. Era impossibile con la bionda che la spronava sempre con parole d’incoraggiamento. Sempre accanto a lei, pronta ad afferrarla se dovesse vacillare.

La bionda, intuendo di essere osservata, si voltò verso la bruna. Subito, sul volto di Clarke, apparve uno splendido sorriso. Si avvicinò, lentamente all’ingresso e disse:

<< Vuoi venire a vedere il pesce che sono riuscita a pescare? >> chiese, tendendole la mano.

Lexa, aveva capito perfettamente, l’intenzione della bionda. La bruna stava comodamente seduta fuori il piccolo portico, che Clarke aveva costruito tempo prima.
Non era ancora riuscita a fare quei due scalini. Lexa guardò negli occhi la bionda, che la ricambiava speranzosa.
Si alzò lentamente, iniziò a scendere il primo gradino, poi al secondo, la gamba cedette. Subito due braccia forti la presero, impedendole di cadere a terra.

<< Ciao >> le disse Clarke, sempre con il sorriso.

<< Non è andata tanto bene >> disse Lexa, frustrata.

<< Sei riuscita a venire fin qui, con le tue gambe, è fantastico! >> rispose, invece entusiasta, la bionda.

Lexa rise leggermente, all’entusiasmo della bionda.

<< Non sono arrivata fin qui per vedere il pesce >> affermò la bruna, mettendo le sue braccia intorno al collo di Clarke.

<< Ah no? E per cosa allora? >> chiese, curiosa, non riuscendo a capire.

<< Per questo >> disse Lexa, trascinando la bionda a sé e baciandola dolcemente.

Clarke rimase, per un attimo, sorpresa. In tutto quel tempo, infatti, la bruna non era stata molto propensa al contatto, la bionda aveva compreso che lo stato sia fisico che mentale di Lexa era fragile.
Dopo l’iniziale sorpresa, la bionda ricambiò il bacio, sempre dolcemente.
Lexa la guardò negli occhi e le scostò una ciocca bagnata dal viso.

<< È stato più interessante del pesce >> confessò Clarke, facendo sorridere la bruna.

<< Ti va di andare in un posto? >> chiese, subito dopo, la bionda.

<< Andare? >>

<< Ti porto io, non ti preoccupare >> disse la bionda, girandosi e inchinandosi, invitando così la bruna a salire sulla sua schiena.

Lexa rimase ferma un attimo, poi si aggrappò alle ampie spalle della bionda, che subito si alzò.

<< Tieniti forte, ok? Se senti dolore da qualche parte mi fermo subito >> le disse Clarke, afferrandola bene.

<< Ok >> rispose la bruna, stringendo forte le braccia attorno al collo della bionda.

Sentiva il profumo dei suoi boccoli bagnati, il calore del suo corpo nonostante fosse umido.
Mentre Clarke camminava, Lexa ne approfittò per ammirare il bellissimo paesaggio dell’isola. Il verde dei boschi contrastava il deserto della vasta spiaggia bianca.
Il rumore delle onde del mare si mischiava con quello flebile del vento, in una musica lenta e rilassante.
Ascoltava la bionda descrivere alcuni posti particolari che aveva scoperto nelle sue escursioni. Lexa posò il capo sulla spalla della bionda e chiuse gli occhi. Percepiva il battito regolare della bionda e, quella, pensò, era l’unica melodia che valesse la pena ascoltare, per il resto della vita.

<< Eccoci, siamo arrivate >> le parole della bionda la ridestarono.

Lexa aprì gli occhi, alzando la testa vide il mare azzurro che si estendeva per chilometri. Erano su una piccola scogliera, circondata da palme e sabbia. Piccole piante spuntavano attorno alle pietre.
Clarke si avvicinò e la fece sedere su di una roccia. Il sole alto, illuminava l’acqua, creando dei piccoli cristalli che brillavano, luminosi.

<< È bellissimo qui >> sussurrò Lexa, estasiata da quella vista.

<< Ti piace? Ho scoperto questo posto un paio di giorni fa…ti fa sentire in pace, vero? >> chiese la bionda, sedendosi a terra.

Lexa osservava quel panorama così bello, il cuore le si strinse nel petto. Si voltò ad osservare la bionda, che con gli occhi chiusi, si godeva il sole e la leggera brezza marina. I capelli biondi, ormai quasi asciutti, incominciarono ad arricciarsi, formando delle onde delicate che danzavano lentamente al vento.
Che creatura magnifica, pensò.
Ritornò a guardare il panorama e il volto le si riempì di lacrime, che silenziose le scendevano sulle guance.

  << È ingiusto, vero? >> disse all’improvviso la bionda, continuando ad osservare il mare.

Lexa a quelle parole si voltò verso di lei.

<< Che noi siamo qui, a poter godere di questa splendida vista, ed altri, invece, no. A Sha-ri sarebbe sicuramente piaciuta… >> disse sorridendo leggermente.

<< Il senso di colpa non passerà mai…sia per Gustus, i Natblida,  Aden... Penserai sempre a cosa avresti potuto fare di diverso, che non sei stata all’altezza, ti colpevolizzerai…ti odierai…ma loro, comunque, non torneranno >> continuò, tristemente.

<< L’unica cosa che puoi fare e onorarli, affrontando giorno per giorno…vivendo  >> si voltò verso la bruna che la guardava piangendo.

<< Sono morti per colpa mia, sono debole… >> disse Lexa.

<< Sono morti per amore…amavano sia te, sia il loro popolo. Morire per difendere ciò che si ama…c’è bellezza in questo >> disse ritornando a guardare il mare.

<< Clarke >> chiamò Lexa.

La bionda si voltò, capendo la muta richiesta della bruna.
Si alzò e si posizionò di fronte a lei.

 << Siamo un completo disastro >> disse, ironica, poi con il dorso della mano, asciugò le lacrime della bruna.

<< Loro non vorrebbero che tu ti senta in colpa, onoriamoli insieme >> disse baciandole dolcemente la guancia.

Si guardarono negli occhi, blu e verde, poi Lexa sorrise tristemente:

<< Cosa ho fatto per meritarti? >> chiese più a sé stessa che alla bionda.

A quelle parole, lo sguardo di Clarke, divenne triste, una tristezza, pensò, che non aveva mai visto prima.








Una sera, Lexa chiese a Clarke di portarla al lago, aveva voglia di immergersi nell’acqua e di sentirsi leggera.
Appena arrivate, come tutte le volte, Clarke l’aiutò a svestirsi, sempre con la solita delicatezza. Le ferite ormai divennero sottili cicatrici, nulla paragonate a quelle della bionda, ma sempre visibili a chi prestava attenzione.
Appena la bionda tentò di sollevarla, Lexa la fermò, afferrandole il braccio.

<< Anche tu >> disse, semplicemente.

Clarke la guardò curiosa, di solito la bionda rimaneva vestita.
Si scostò e si tolse i vestiti, sotto gli occhi attenti di Lexa. Poi la prese in braccio e entrarono in acqua.
Lexa con le braccia aggrappate al collo di Clarke, si voltò verso di lei, guardandola negli occhi. Con la mano le portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, poi lentamente scese, accarezzandole la guancia, la mascella, il collo, poi le sue dita iniziarono a tracciare la cicatrice del marchio di Heda.

Il respiro di Clarke divenne irregolare, a causa delle carezze della bruna, la sua pelle tremava e bruciava.

<< Non voglio trascinarti nell’oscurità assieme a me >> sussurrò la bruna.

Clarke la fissò per un momento, ammirando i lineamenti delicati del suo viso.

<< Sono già lì >> a quella risposta, la bruna sollevò il viso, incontrando quei profondi occhi blu.

<< In ogni momento, ovunque… >> continuò, con quello sguardo che alla bruna pareva stesse leggendo il suo spirito.

<< Per sempre con te >>

Una lacrima le bagnò la guancia e con tutta la passione che potesse avere, Lexa, la baciò. Le sue mani si strinsero, ancora più forte, al collo della bionda. Pelle contro pelle, nonostante l’acqua che le circondava, il calore esplose violento, pronto a bruciare ogni cosa.
Lì, in quel lago illuminato dalla luna piena, continuarono a baciarsi e a legare, inesorabilmente, le loro fragili anime.











Con il passare del tempo, tutto divenne più semplice. Lexa aveva ripreso a camminare, non era stato facile, ma alla fine, si stava riprendendo.
Lexa aprì gli occhi, si voltò dall’altra parte del letto, trovandolo vuoto. Clarke spesso si alzava prima, per preparare l’attrezzattura per la pesca. Si alzò, sistemò il letto e andò nel piccolo soggiorno. Le pareti metà in legno e metà in pietra, conferivano alla casa un aspetto particolare e accogliente.

Sul tavolo, come tutte le mattine, trovò un mazzo di fiori colorati. La bionda ogni giorno gli coglieva per lei, sempre di colore diverso.
Lexa sorrise dolcemente, alle attenzioni della bionda.
Quando Clarke faceva ritorno, l’accoglieva sempre con un sorriso caldo e raggiante, dandole sempre un leggero bacio sulle labbra.

Passeggiavano sulla spiaggia bianca, abbracciandosi e baciandosi. Nulla contava, solamente loro due. Lexa immergeva i piedi in riva e, approfittando della distrazione della bionda, la schizzava, per poi ridere alla sua espressione sorpresa.  Clarke, di rimando, la prendeva in braccio e, giocando, fingeva di buttarla in acqua. Risate, gridi di gioia echeggiavano intorno a loro, rendendo le giornate spensierate.

Non indossavano più i vestiti della Kru. Lexa indossava sempre dei vestiti leggeri fino al ginocchio. Clarke ne aveva fatti fare diversi dalla sarta del villaggio. La prima volta che si era presentata con due di loro, la bruna non poté che sorridere, osservando la faccia imbarazzata della bionda.

Di notte, dopo aver cenato, guardavano le stelle, accanto al fuoco. Le braccia di Clarke la circondavano, facendola sentire al sicuro. Il suo viso era  posato sulla sua spalla, sentiva il suo respiro solleticarle il collo, accompagnato da dolci baci.
Ogni giorno, si raccontavano un pezzo della loro storia, di solito Clarke le raccontava dei mille posti che aveva visto e Lexa della sua infanzia assieme ai suoi genitori. Aneddoti, momenti ormai passati, il cui ricordo riaffiorava all’improvviso.
Quella sera, Lexa pronunciò le parole che per molto tempo aveva trattenuto.

<< Ti ricordi qualcosa di prima che diventassi Wanheda? >> chiese, incerta.

I baci s’interruppero, ma la bionda rimase al suo posto, senza sciogliere l’abbraccio.

<< Vuoi dire…di quando si è piccoli? >> chiese per capire la bionda.

<< Si…non ti ricordi i tuoi genitori o com’eri prima? >> chiese, voltandosi verso la bionda.

Clarke ci pensò un attimo e poi disse:

<< Da che ho memoria sono sempre stata così…non sono mai cambiata >> spiegò.

<< Le leggende dicono che Wanheda sia sorta dalle ceneri >> si lasciò scappare Lexa.

<< Beh…non ricordo ceneri ma… >> disse ironica la bionda.

<< Qual è la prima cosa che ricordi? >> chiese allora, la bruna.

Clarke rimase un attimo in silenzio.

<< Macerie, detriti e un grande albero >> confessò.

Lexa la guardava sorpresa.

<< E poi, ricordo lei… >> continuò la bionda, incrociando i suoi occhi verdi.

<< Becca Pramheda >> disse la bruna.

Clarke annuì col capo.

<< Com’era? >> chiese curiosa Lexa.

Clarke prese un grande respiro, prima di rispondere:

<< Era coraggiosa, forte, intelligente, determinata e… >>


Becca le sorrideva dolcemente, accarezzandole il viso.


<< Gentile >> finì, ricordandosi della donna.

Lexa rimase ad osservare la sua reazione e poi chiese curiosa:

<< È morta in battaglia come dicono i testi? >>

<< L’ho uccisa io >> disse all’improvviso, Clarke.

Lexa si voltò completamente verso di lei, impietrita.

<< Mi ha chiesto di farlo…e io l’ho fatto >> disse, abbassando il capo.

Lexa le accarezzò il viso, sollevandolo.

<< Questo è molto triste… >> disse, accarezzando la guancia della bionda.

<< È da allora che li vedo >> confessò Clarke.

<< Quelli che hai ucciso? >>

Clarke annuì. In quel momento, Lexa capì quanta sofferenza aveva dovuto procurarle quell’azione. Clarke aveva trasformato il suo senso di colpa e il suo dolore, in una punizione personale.

<< Vedi sempre anche Tristan? >> chiese, conoscendo già la risposta.

Gli occhi di Clarke si fecero più freddi e annuì di nuovo.

<< Gli volevi bene, vero? >> chiese Lexa.

Clarke sciolse l’abbraccio e si mise affianco a lei, toccandosi i capelli.

<< Incontrai Tristan quando era piccolo…vinse il Conclave molto presto. Era intelligente, sveglio e testardo. Pensai che potesse diventare un grande Heda ma… >> s’interruppe, ripensando a quegli occhi verde/grigio, così vuoti e spenti.

<< Il suo Spirito era, come spezzato…la sua mente era fragile, troppo fragile…non è riuscito a controllare tutto quel potere >> spiegò Clarke.

Lexa le strinse, forte, la mano.

<< Ma un attimo prima di morire, ho visto sollievo nei suoi occhi. Credo che alla fine, volesse, solamente, essere fermato >> confessò, facendo un triste sorriso.

<< Era lo stesso sguardo che aveva lei… >> continuò, riferendosi a Becca.

Lexa rimase ad osservarla in silenzio per un momento, poi distolse lo sguardo e disse:

<< Abbiamo perso così tanto… >> sussurrò, la bruna.

<< Lexa >> disse Clarke, riportando l’attenzione su di se.

<< Sono stanca di uccidere…stanca della morte >> confessò, esausta.

Si coricò, appoggiando la testa sulle cosce della bruna.

<< Tanto stanca… >> lamentò, chiudendo gli occhi.

<< Lo so, amore mio…anche io >> sussurrò Lexa, accarezzando i boccoli biondi.









Non era la prima volta che Clarke la portava al villaggio. Era, un luogo, secondo Lexa, così tranquillo, semplice e pieno di vita allo stesso tempo. Gli uomini erano altissimi e muscolosi, le donne, avevano la pelle dipinta, con dei bellissimi bracciali decorati sulle braccia.
I bambini correvano allegri e spensierati, giocando insieme.

Quel villaggio le ricordava tantissimo la sua amata Polis, la sua bellissima città, il suo affollato mercato.
Clarke aveva evitato, all’inizio, ma un giorno Lexa le chiese semplicemente se volesse compagnia, così andò assieme a lei. S’innamorò di quel luogo.

Vedeva Clarke imbarazzata, parlare con Talah, una signora in carne, con degli occhi dolcissimi. Vendeva la verdura e, dalla prima volta che l’aveva vista, Lexa pensò che non conoscesse, affatto, il significato di “ spazio personale “.
 Clarke si grattava la testa, cercando di placare l’entusiasmo della donna, che cercava di venderle ogni tipo di verdura.
Aveva notato che Clarke, invece dei quattro pesci concordati, ne portava sempre qualcuno in più, la sua generosità aveva conquistato tutti.
La bruna, guardandosi intorno, non scorgeva più visi spaventati e timorosi, ma solo sorrisi e sguardi gentili, rivolti verso la bionda.

Qui Wanheda non esisteva, nessuno era a conoscenza dell’identità della bruna. In questo luogo, erano, semplicemente, Clarke e Lexa.
Lexa si inebriava di quei momenti, seduta sul bordo di un piccolo pozzo, continuava ad osservare Talah che stringeva Clarke in un abbraccio stritolante.

Delle ragazzine si avvicinarono a lei.

<< Galloh sim on ka? >> le chiese una ragazza dai lunghissimi capelli neri, sorridendole.

Lexa non riusciva ancora a capire bene la loro lingua, aveva chiesto a Clarke di insegnarle, ma non aveva fatto molti progressi.

<< Ahm…mi dispiace ma non capisco >> si scusò.

<< Trip kon camup >> disse sogghignando maliziosa, voltandosi verso la bionda.

<< Mi dispiace, ma… >>

<< Ti ha chiesto se sei legata a quella donna >> disse, all’improvviso, una vecchietta con un bastone.

Si avvicinò alla bruna, facendo fuggire le ragazze.
Lexa si girò a guardarla, curiosa. Notò i suoi occhi quasi del tutto bianchi. Clarke le aveva parlato dell’anziana del villaggio, colei che aveva dato il permesso per restare sull’Isola.

Lexa inclinò subito il capo, in segno di rispetto. La vecchietta rise lievemente e lentamente si sedette affianco alla bruna.

<< Ha detto che hai fatto un' ottima scelta >> continuò, con lo sguardo rivolto verso la bionda.

Lexa continuò ad osservarla.

<< Si, è vero >> rispose, voltandosi anche lei verso Clarke.

<< La tua ninfa rischia di bruciarsi, se vola troppo vicino al sole >> disse poi, criptica.

Lexa si voltò a guardarla curiosa e stranita da quelle parole.

<< Davvero i suoi occhi non vedono? >> chiese subito.

La vecchia rise, sonoramente.

<< I miei occhi riescono a vedere il colore delle persone…quando la persona è nel pieno della sua vita, l’intensità di quel colore è al massimo >> spiegò, tranquillamente.

<< Il loro colore? >> chiese la bruna, non riuscendo a capire.

<< Tutti hanno un loro colore, per esempio, il tuo è un verde intenso e brillante, come quello della foresta…è il colore di un capo >> disse la vecchia, spostando il suo sguardo sulla bruna.

<< Verde… >> sussurrò Lexa.

<< Il colore brilla come il proprio spirito >> continuò la donna.

Poi il suo sguardo si posò su Clarke.

<< Gli opposti, si cercano, si attraggono e alla fine si scontrano… >> disse seria.

Lexa fissò un attimo Clarke.

<< Quel’è il colore della mia Ninfa? >> chiese Lexa, curiosa.

Il viso della vecchia si fece cupo e serio.

<< Lei non ha un colore >>

Il sorriso di Lexa svanì, aggrottò la fronte e disse:

<< Non vede nulla? >>

La vecchia sospirò.

<< Più il tempo passa e più il colore, dopo un po’, inizia a sbiadire, quando gli inverni si susseguono…e alla fine, quando sopraggiunge la morte…sparisce >> spiegò.

A quelle parole il sangue le si gelò e si voltò subito verso la bionda, che continuava a sorridere a Talah.

<< Ma lì…è come se non esistesse nulla, come se non ci fosse mai stato nulla >> disse la vecchia.

<< Sa chi siamo, vero? >> chiese Lexa, con voce ferma e autoritaria.

La vecchietta sorrise.

<< Solamente il Comandante del Sangue si legherebbe ad un Seishin… >> rispose.

Lexa la guardò sconcertata.

<< Oh, stai tranquilla, stiamo solo parlando >> disse poi voltandosi verso Clarke, che ora era in piedi, di fronte a loro.

Clarke le tese la mano ed aiutò la vecchia ad alzarsi.

<< Stai giocando ad un gioco pericoloso, Seishin >> sussurrò la vecchia alla bionda.

Lo sguardo di Clarke divenne triste e inchinò il capo, con rispetto.

Appena se ne andò via, Clarke prese la mano di Lexa.

<< Torniamo a casa >> disse, sorridendole dolcemente.





 Arrivate a casa, mangiarono e Lexa continuava ad osservare la schiena della bionda, ripensando alle parole dell’anziana.
Lexa si alzò dalla sedia e con passi incerti, si avvicinò lentamente alla bionda, abbracciandola da dietro. Posò la testa di lato, sulla sua schiena ampia e prese un bel respiro profondo, percependo il suo dolce profumo.

<< Stai facendo progressi, forse dovrei cambiare tattica >> disse, ridendo la bionda.

Le braccia della bruna si strinsero più forte.
Clarke si voltò, notando il suo strano comportamento. Le accarezzò la guancia e le sorrise, dolcemente.

<< Cosa ti turba? >> chiese, guardandola negli occhi.

<< Andiamo in camera >> disse, semplicemente la bruna.

Clarke aggrottò un attimo la fronte, ma subito si inchinò per prenderla in braccio, ma la bruna la fermò.
Le prese la mano e lentamente, camminarono insieme, verso la camera.
Appena la porta si chiuse, Lexa andò verso Clarke, che, non aspettandosi che la bruna riuscisse a camminare così in fretta, indietreggiò e cadde seduta sopra il grande letto.
Clarke notò che gli occhi della bruna, erano di un verde così inteso, che sembrava fosse ritornata nel cuore della foresta più profonda.

<< Lexa, cosa… >> cercò di domandare, ma venne interrotta dal dito della bruna, posato subito, sulle sue labbra.

<< Non dire nulla, voglio solo che mi guardi >> disse, la bruna, con voce profonda.

Clarke fece come richiesto, continuò a guardare la bruna, che piano piano, si allontanava dal letto.

<< Guardami, voglio sentire i tuoi occhi su di me… >> disse, mentre sensualmente, si abbassava le sottili spalline del vestito nero.

Gli occhi di Clarke si allargarono e poi iniziarono a farsi più scuri.

<< Continua a guardarmi >> ordinò, facendo scivolare l’indumento lungo le sue forme, sul pavimento.

Il respiro di Clarke si fece più intenso e veloce. Lexa, osservava quelle pozze blu che la divoravano, ogni centimetro del suo corpo, lungo in collo, sui suoi seni…

<< Quello sguardo…mi fa impazzire >> disse, accarezzandosi con una mano, lungo l’incavo dei seni.

Clarke continuava ad ammirarla, deglutendo. Il suo sguardo, pensò Lexa, era famelico.

<< So che ti stai trattenendo, perché hai paura di farmi male… >> disse, ricordando il comportamento sempre rispettoso della bionda.

<< Non devi più trattenerti, non voglio più che ti trattieni… >> confessò.

<< Voglio i tuoi occhi e le tue mani…su di me >> dichiarò Lexa.

Clarke aveva le mani strette al bordo del letto, si sporse un po’ in avanti.
Fissò Lexa negli occhi, poi si alzò lentamente e fece qualche passo in avanti.
Sembrava un leone, che sta per azzannare la sua preda. Ora, una di fronte all’altra, così vicine da potersi toccare, continuavano a fissarsi.
Nella piccola stanza, si udivano solamente i loro respiri. Clarke alzò, lentamente,  la mano con una dolcezza disarmante, le accarezzò la guancia. I suoi occhi fissarono un attimo quelli di Lexa, poi l’attirò a sé e la baciò. Le loro lingue iniziarono una danza sensuale.

La bionda la prese in braccio, le due continuarono a baciarsi, senza smettere un secondo. Clarke si girò e, con foga, la fece cadere sul letto. Lexa le strappò, letteralmente, i vestiti di dosso, le sue mani graffiavano quelle spalle larghe e possenti. Clarke le baciò il collo, accarezzando poi, con la lingua,  tutti e due i suoi seni.
Sedute sul letto, una di fronte all’altra, si amavano. La testa della bruna era inchinata all’indietro, il piacere che le stava procurando la bionda era tale, che le sembrò di perdersi.
Ritornò a guardare la bionda, le prese il viso arrossato tra le mani e la fissò.

<< Tu sei qui >> disse ansimando.

<< Sei reale >> affermò con decisione, poi l’attirò a sé e continuarono quella danza sensuale.

Le loro mani intrecciate, mentre i loro corpi si legavano, ancore e ancora.




Quando Lexa aprì gli occhi, la mattina seguente, si voltò trovando al suo fianco il viso ancora addormentato della bionda. Sembrava così fragile e innocente, mentre dormiva. I suoi occhi si fermarono sulle sue cicatrici, quanto dolore doveva celarsi dietro a quel viso etereo.
Quando vide quelle pozze blu guardarla a sua volta, sorrise.

<< Buongiorno >>

Clarke si stiracchiò e si avvicinò al suo viso, dandole un dolce bacio sulla fronte.

<< Buongiorno >>









La loro vita trascorreva tranquilla nel loro piccolo e semplice nido d’amore. Sulle pareti della casa, Clarke aveva appeso i ritratti di Gustus, Aden, Costia, Sha-ri e degli altri Natblida. Per non dimenticare, aveva detto.
Sopra il tavolo di legno, il mazzo di fiori appena raccolti.

Quella sera, Lexa stava osservando Clarke intagliare dei giocattoli per i bambini del villaggio e all’improvviso disse:

<< Ti legheresti a me, Clarke? >>

La bionda la guardò, sorpresa.

<< Noi siamo già legate…più di una volta direi >> rispose, confusa.

<< Intendevo come Lincoln e Octavia >> chiarì, guardandola seriamente.

<< Mi sposeresti? >>

Clarke s’impietrì a quelle parole.

<< Vorrei legarmi a te, in ogni modo possibile >> spiegò.

Clarke continuò a guardarla senza parole.

<< Non vuoi? >> chiese, un po’ incerta, la bruna, vedendo la reazione della bionda.

Il viso di Clarke divenne, improvvisamente, rosso.

<< Ah…io, ecco…tu >> iniziò balbettando.

Lexa rise, osservando la reazione della bionda.

<< Non sapevo che per mettere in crisi la grande Wanheda bastava chiederle di sposarla >> scherzò.

Clarke si grattò la testa, poi il suo sguardo divenne curioso.

<< Perché me? >> chiese, non riuscendo a capire.

Il viso di Lexa, si fece nuovamente serio.

<< Perché non posso farne a meno >> disse sinceramente.

A quella risposta, il viso di Clarke divenne triste, spostò il suo sguardo di lato.
Notando quel cambiamento nella bionda, Lexa si avvicinò, inginocchiandosi di fronte a lei.
Le prese il viso tra le mani.

<< Sei molto di più di quel che credi…se potessi vederti con i miei occhi Clarke… >> disse, accarezzandole una guancia.

<< Se potessi vedere,  davvero, quanto io ti ami >> confessò, sorridendole.

Da quei profondi occhi blu, cadde una lacrima.

<< Sarebbe un onore per me, sposarti…mio splendido e prezioso smeraldo >> disse, prima di baciarla con passione.










<< Sei sicura di quello che fai, Seishin? >> disse la vecchia del villaggio, mentre Clarke aspettava l’arrivo della bruna.

<< Non sapevo cosa fosse essere egoista, non ho mai voluto nulla per me…ma questo, questo è quello che voglio >> rispose, guardando un attimo la vecchia.

<< Consideralo il mio ultimo desiderio >> disse, sorridendole tristemente.

La vecchia sospirò, poi il suo sguardo si spostò.
Quando Clarke si voltò a guardare nella stessa direzione, pensò che il cuore potesse scoppiarle nel petto.
Lexa aveva un vestito verde, semplice. I capelli sciolti in delicate onde, sul capo una corona di fiori.
Clarke aveva un vestito blu, che le fasciava il corpo alla perfezione.
Si trovavano ai piedi del lago, di fronte ad un grande albero.

Lo sguardo di Clarke si perse, nella bellezza della bruna. Arrivata affianco alla bionda, Lexa sorrise e le prese la mano.

<< Bene, ora possiamo procedere >> disse la vecchia, iniziando il rituale.

Ad un certo punto prese le loro mani, le unì con una stoffa. Poi osservò Lexa e le fece un cenno col capo.

<< Lego il mio corpo, il mio spirito e la mia vita alla tua…da adesso in poi, non una ma un tutto, con te >> la vecchia le porse un coltello e si tagliò il palmo della mano.

<< Lego il mio corpo, il mio spirito e la mia vita alla tua…da adesso in poi, non una ma un tutto, con te >> ripeté Clarke, aggiunse prima di tagliarsi il palmo:

<< Per sempre >>

Lexa la guardò negli occhi.

<< Per sempre >>

La vecchia unì le loro mani e il loro sangue.

<< Unite, d’innanzi agli Spiriti >> proclamò.

Detto ciò, le due si baciarono, sancendo così la loro unione.








Le due erano abbracciate nude nel grande letto. Clarke accarezzava delicatamente i capelli di Lexa, che si godeva quel momento.

<< Ho una cosa per te >> disse Clarke, all’improvviso, alzandosi e prendendo qualcosa dall’armadio.

Lexa si sollevò e osservò, curiosa, la bionda.

<< Mi hai fatto un regalo? >> chiese, sorridendo.

Clarke si sedette sul letto, affianco a lei e le porse una piccola scatolina.

<< Octavia il giorno delle sue nozze, mi disse che è tradizione degli Skaikru donare alla propria sposa un anello. Non ho trovato anelli qui, ma ho fatto fare questa >> disse, mentre Lexa aprì la scatola.

Al suo interno trovò un piccolo ciondolo blu, era delicato e bellissimo allo stesso tempo.

<< È bellissimo >> disse Lexa, prendendolo tra le mani, esaminandolo.

<< Talah ha detto che ha il colore dei miei occhi >> confessò Clarke.

Lexa accarezzò il ciondolo delicatamente, sorridendo.

<< Così mi avrai sempre con te, anche quando non ci sarò >> le disse seria.

Lexa si voltò verso di lei, le sorrise dolcemente.

<< Non c’era bisogno di questo…ora io e te siamo legate per sempre, non ti libererai così facilmente di me >> scherzò la bruna, non riuscendo a capire, in realtà, la terribile verità, di quelle parole.

<< Grazie mia dolce sposa >> disse Lexa, baciandola con passione.





Era notte fonda, Clarke si svegliò all’improvviso, il fiato corto, fradicia di sudore. Si voltò trovando la schiena nuda della bruna, ancora addormentata.
Scese dal letto e uscì dalla stanza, le gambe le tramavano e la vista era sfocata.
Uscì di casa e si allontanò per un tratto, arrivando sfinita a poggiarsi su una quercia vicino.
Con affanno, si portò una mano al viso, ma rimase impietrita. La sua mano, non riusciva più a vedere la sua mano. Sgranò gli occhi e dopo un po’, riapparve, per poi riapparire sgranata. Come quei monitor che aveva visto nella navicella degli Skaikru.
Si afferrò il braccio, ansimando.

<< È già cominciata >> disse Becca.

<< Non hai più molto tempo ora, amica mia >>

Clarke crollò a terra, in ginocchio, vide la sua mano tornare normale.
Calde lacrime le bagnarono il viso.

<< Perdonami…. >> singhiozzò.

<< Perdonami Lexa >> ripeté, chinandosi su sé stessa, in una marea di lacrime.










Lexa camminava tranquilla per le vie del piccolo villaggio, salutando, sorridente, i suoi abitanti.

<< Clarke Amore, non sai quante cose buone aveva oggi Talah…credo che siamo le sue più fidate clie- … >> disse, mentre entrò a casa, ma le parole le morirono in gola, quando incrociò lo sguardo serio e preoccupato della bionda, seduta sulla sedia davanti ad altre due figure.

<< Heda >> dissero contemporaneamente, Titus e Anya.














Note dell'Autrice:  Salve a tutti carissimi lettori e lettrici!! Ancora una volta mi devo scusare per il terribile ritardo! Ho cambiato lavoro e in pratica non ho molto tempo libero a mia disposizione! Chiedo ancora scusa!! Voglio davvero sapere cosa ne pensate di questo capitolo! Che dire, l'amore che sentono le nostre protagoniste è sfociato in un matrimonio...atteso o inatteso?? Ma sembra che la loro pace sia minacciata ancora una volta, cosa accadrà alla nostra bionda preferita? Come reagirà Lexa all'improvvisa comparsa di Titus e Anya?? Nel prossimo capitolo avremo più risposte e avremo una conversazione importantissima!! Grazie mille per continuare,nonostante i miei super ritardi a seguire questa storia! Vi adoro!!
Spero alla prossima!!!
  
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