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Autore: N a r a y    17/06/2018    1 recensioni
«Perché hai dimenticato ...»
Il diavolo parve riflettere e con un sorriso amaro ondeggiò la testa: «Raf ... lascia perdere»
«Ma eravamo finalmente legati! Avevamo qualcosa che ci rendeva vicini, non solo noi due, ma anche gli altri! Me lo avevi detto anche tu! Me lo ricordo! Avevamo detto che nulla sarebbe cambiato da quel giorno, perché invece tu ti comporti così ora!»
Raf pronunciò ogni singola frase che fin dall'inizio di quel giorno si era tenuta dentro. Le aveva ripensate e ripensate cercando il giusto approccio per porsi a lui, ma Sulfus era così sfuggente e non appena ne ebbe l’opportunità, Raf dette vita a tutti quei pensieri.
Sulfus non si scompose. Con sguardo neutro cercò di non mostrare a Raf la sua irrequietezza: «No ...» si limitò a rispondere. «Un giorno mi ringrazierai, e così anche gli altri».
Raf scosse la testa. Non ci voleva credere, le sembrava tutto così assurdo!
Assurdo che Sulfus si fosse imposto di tornare suo nemico come in principio e dimenticare tutto quello che avevano passato insieme!
Un senso di malessere pervase l'angioletta non appena gli occhi si posarono sul viso di Sulfus.
Girato di profilo il diavolo sembrava avere un’aria sofferente.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Raf, Sulfus
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buona domenica!
Mi scuso per non aver caricato lo scorso fine settimana il capitolo, ma gli esami universitari hanno dovuto prendere la precedenza su tutto ^^’
Potrebbe capitare così anche per la prossima, quindi non confermo di riuscire a postare come previsto.

Detto ciò, vi lascio a questo capitolo; lo ammetto, un po’ cortino, ma comunque essenziale per capire qualcosa in più delle relazioni tra i personaggi e Michea, che fino ad ora non sembra avere un ruolo molto attivo XD
Come al solito se avete osservazioni o solamente domande sul fumetto scrivetemi e mi farebbe davvero molto piacere leggere dei vostri commenti. Ricordate che non mordo ;P
 
 
 


Qualcosa di nuovo
 
 
 
 

 
«Non puoi immaginare cosa stia succedendo qui Cabiria! È pazzesco!»
«Taci! Non dirmi nulla Ang-lì!»
«Gli umani dicono non “spoilerarmi nulla”, sinceramente non so nemmeno se sia corretto grammaticalmente».
Cabiria si girò verso l’angioletto seduto non troppo distante da lei: «Comunque sia, ancora non sono arrivata fino a quel numero e non mi tentare nel darci una sbirciatina!’ lo minacciò».
Ang-lì alzò la mano sinistra sorridente: «Strano un angelo che tenta un diavolo …»
«A me non sembra così strano …»
L’angioletto distolse lo sguardo dal fumetto che stava leggendo: «Che intendi?»
Cabiria sospirò per poi accennare un sorriso: «Siamo due entità alquanto lontane, ma se ci pensi, non lo siamo poi così tanto. In fondo dipendiamo un po’ l’uno dall’altro: cerchiamo di evitarci, ma questo non fa altro tenerci più vicini e sentirci attratti come due calamite …»
«Parli di tutti gli angeli e diavoli, o del nostro gruppo?»
Cabiria rivolse i suoi occhi a Ang-lì: «La mia è solo un’ipotesi …»
«Anche io la penso così …»
Cabiria continuò a guardarlo mentre Ang-lì sposta i suoi occhi sulla sua mano e quella della diavoletta.
«Noi ne siamo la prova: non credo sia solo questione di Riviventi … penso che tra di noi ci sia qualcosa per cui valga la pena custodire».
«Credi che i Riviventi siano stati solo la scintilla che ha fatto divampare il fuoco?»
Ang-lì annuì deciso.
«Capisco che voi diavoli non siete molto tolleranti su certe cose, come l’amicizia con degli angeli, ma credo che tutto questo sia più grande anche di voi … non si può controllare».
«Oppure siamo noi al novantanove per cento che non siamo in grado di controllarlo …»
Ang-lì si sistemò gli occhiali sul viso: «Può essere …»
Il sospiro della diavoletta scivolò tra il silenzio che riposava nella scuola oramai deserta. La giornata era volta al termine e la sera era ormai calata …
«Certe volte invidio gli umani Ang-lì …» disse Cabiria mentre guardava giù da una grande finestra dove erano seduti: «Vivono praticamente nell’ignoranza e spensieratezza, possono decidere di essere qualcuno, oppure di scegliere con chi condividere le proprie passioni e amicizie».
Ang-lì sorrise, non aveva mai parlato con la Cabiria che aveva di fronte. Sapeva che si celava dentro di lei questo viso, questa voce che la rendeva diversa, come magica.
«Possono anche comprare fumetti e libri …» aggiunse Ang-lì.
Cabiria rise: «Un altro punto a loro favore.»
«Tornando al discorso, penso che comunque non sia affatto facile vivere senza sentire la vera essenza delle cose, perché gli umani non sempre si rendono conto delle proprie azioni o scelte …» continuò Ang-lì per poi alzare nuovamente lo sguardo dal fumetto.
Sul viso di Cabiria si dipinse un amaro sorriso: «Già, su questo noi diavoli siamo molto simili a loro, molti di noi però hanno smesso di trovare l’equilibrio e la ragione; loro possono ancora farcela …»
Ang-lì si avvicinò a Cabiria e l’abbracciò.
Si rese subito conto della sua azione impulsiva e si ritrasse in un lampo con il viso paonazzo: «S-scusami … è stato …» balbettò: «… lascia stare!» e rifugiò il viso dietro al fumetto.»
Cabiria rimase immobile per qualche istante, come se stesse cercando di realizzare cosa fosse accaduto e stranamente sentì qualcosa mutare dentro di lei: «Tranquillo …» riuscì solamente a rispondere mentre le sue ali iniziarono a vibrare.
 
Gabi volava per le scale del sognatorio alla ricerca di Miki. Aveva bisogno di chiederle alcune informazioni riguardanti l’incontro con Arkan e Temptel di domani sera.
Con il suo Celeston in mano, Gabi si diresse verso la stanza delle sue amiche con la speranza di trovarla proprio là, visto che a cena era stata una delle prime a finire e ad andare via.
Proprio in quel momento, girando l’angolo, Gabi – con la sua solita goffaggine – sbatté contro qualcuno.
Si ritrovò quasi a perdere l’equilibrio e per un pelo - anzi per una piuma - qualcuno ebbe buoni riflessi nel prenderlo per una manica e evitargli di cadere come un sacco di patate a terra.
«Gabi!»
L’angioletto dalle ali verdi aprì gli occhi un poco frastornato: «Ang-lì? Che ci fai qui?»
«Potrei farti la stessa domanda» rise un poco divertito l’angelo con gli occhiali.
«Stavo cercando Miki …» si giustificò subito Gabi: «Grazie per aver evitato che mi sfracellassi a terra.»
Ang-lì si sistemò gli occhiali sul naso: «Questo e altro per un amico!»
Gabi rise mentre risistemò il Celeston in una delle tasche dei suoi pantaloni, poi vide i fumetti che l’amico si portava dietro e chiese: «Vi siete visti anche stasera tu e Cabiria?»
«SSSSHHHH!» e gli tappò la bocca.
«So che ormai voi vi siete abituati all’idea dei miei incontri con Cabiria, ma vorrei che nessun altro ne venisse a conoscenza!» gli disse sottovoce un poco preoccupato.
«L’idea di questa riunione con Arkan e Temptel mi mette già i brividi … ho come la sensazione che non riuscirò più a vedere quella Cabiria amichevole e sincera di adesso, mai più».
Gabi ascoltava in silenzio: Ang-lì doveva averci rimuginato sopra parecchio per rivelargli tutto ora.
«Nemmeno io sono molto sereno per questa riunione Ang-lì, lo ammetto …»
Ci fu un attimo di silenzio e solo un dialogo fatto di sguardi.
«Ma è meglio non fasciarsi la testa prima del tempo…no?»
Non sembrava molto sicuro nemmeno lui di ciò che aveva appena detto, ma sembrò abbastanza per far calmare Ang-lì, che annuì e rilassò le spalle.
«Certe volte vorrei essere proprio come te, sicuro e determinato! Io non riesco bene, quando c’è qualcosa che mi preoccupa divento l’ansia in persona!» rise tirando su gli occhiali.
Gabi si grattò la testa preso alla sprovvista: «Nah non sono poi così fantastico infondo! Sono ancora un angelo al novantanove percento alla fine … la mia goffaggine poi mi fa sembrare davvero stupido!»
Risero entrambi, attirando l’attenzione di una terza figura.
Questa si girò ma furono Gabi e Ang-lì a riconoscerla ed andargli incontro.
«Ehy, Michea!»
L’angioletto sorrise di rimando: «Ehy!» e li salutò con una mano.
Quando lo raggiunsero con pochi battiti d’ali Gabi rise per la situazione: «Se ci beccano a gironzolare per il sognatorio delle femmine tutti e tre, sono sicuro che ci manderanno a dormire e suon di sberle!»
«I professori o le ragazze?» chiese Ang-lì.
«Le ragazze sicuramente!» rispose Michea sistemandosi l’aureola rossa sulla testa.
«L’idea di farmi picchiare da Miki non mi piace per niente …» rise Ang-lì un poco preoccupato all’idea.
«A proposito, voi due avete per caso visto Miki nei paraggi?» chiese a un tratto Gabi.
I due angioletti scossero la testa in diniego.
Michea inaspettatamente poggiò le sue mani sulle spalle di entrambi in modo amichevole e sorrise: «Voi che ci fate qui?»
Ci misero un attimo a rispondere alla domanda, con quel contatto percepirono qualcosa di strano che nessuno dei due riuscì a capire.
«Non preoccupatevi non dirò nulla a nessuno …»
Appena le tolse, Gabi si massaggiò la testa e Ang-lì si strofinò gli occhi.
«Cercavamo Miki … tutto qui» rispose poco dopo Gabi, come se nulla fosse successo.
Ang-lì annuì.
«Io stavo facendo un giro in realtà, faccio fatica a prendere sonno», raccontò Michea alzando gli occhi verso una finestra del corridoio.
«È sempre così il primo giorno, anche io ero nella tua stessa situazione!» rispose Ang-lì.
«Dovevi vedere Gabi! Sembrava avere un diavolo per capello la prima notte qui! Non faceva che parlare e parlare di tutti quegli strani calcoli matematici e del possibile impatto di un asteroide sulla terra! Era diventato uno scienziato pazzo, come nei fumetti!»
Gabi lo guardò in cagnesco: «Ti risparmio gli insulti in trombonico* Ang-lì, stasera sono troppo stanco per stare dietro alle tue battute!»
L’angioletto occhialuto poi si riscosse: «Ehy Gabi, perché non lo portiamo a fare un giro in mensa? Gli facciamo provare quel budino fantastico che prepara ogni giorno la mensa dei diavoli?»
«Un budino della mensa dei diavoli?»
Gabi diede una gomitata a Ang-lì, per rimproverarlo della sua vivace loquacità. Ang-lì si strofinò la testa un poco imbarazzato: «Sì, abbiamo scoperto che è davvero molto buono, ma non bisogna mangiarne troppo, altrimenti farai la stessa fine di Mefisto!»
Un'altra gomitata gli arrivò dritta al fianco.
Michea rise di gusto per la scena.
«Anche io in realtà ho mangiato alcuni dolci della mensa dei diavoli nella vecchia scuola …» disse mettendo una mano in tasca.
Ne tirò fuori delle sfere scure e le porse davanti agli sguardi di Ang-lì e Gabi: «Questi sono dei cioccolatini che ho trovato nella cucina. Anche nella mia vecchia scuola i diavoli le mangiavano e vi assicuro che sono buonissime!»
Ang-lì, sempre pronto ad assaggiare nuove ‘schifezze’, portò avanti una mano per prenderne una, ma Michea chiuse il pugno: «Vi avverto però: il mio stomaco digerisce anche i sassi, ma se siete molto sensibili …» e riaprì il pugno.
«Tranquillo! Ormai il mio stomaco è più che temprato per queste cose» e Ang-lì ne prese una.
Gabi le guardava incerto: «Hanno un nome?»
«Le chiamano Dolci Dinamiti, un nome più che azzeccato direi …»
L’angioletto dalle ali verdi sembrò ritirarsi, ma poi ci ripensò e ne prese su una.
Ad un tratto un piccolo Fennec si aggrappò alla mano di Michea, muovendo il nasino lungo il suo palmo.
«No, meglio di no! Lo sai che poi tu stai male …»
«E’ la tua mascotte?» chiese Ang-lì con ancora in bocca una di quelle Dolci Dinamiti.
Michea annuì: «Si chiama Vega*».
Questa girò il musino verso i due angeli e rizzò le grandi orecchie quando vide comparire le due mascotte di Ang-lì e Gabi.
«Questo è Zeppo*!»
«Ginger*».
I due insetti ronzarono intorno a Vega per un po’, come se si stessero presentando tra mascotte, poi si posarono sulla testa del piccolo Fennec.
«Allora andiamo a fare una passeggiata?»
«Ti ha dato di volta il cervello Ang-lì? Se ci beccano a gironzolare per la scuola siamo nei guai!» lo rimproverò Gabi.
«Oh su andiamo! Solo per questa volta! Portiamo Michea a fare quattro passi poi tutti a nanna …»
«Quello è un Celeston?» chiese a un tratto Michea osservando il dispositivo nella tasca di Gabi.
«Celeston CANT Z 506 per essere precisi» rispose entusiasta l’angioletto prendendo subito tra le mani il palmare.
«Dispositivo di calcolo approfondito di algoritmi e percentuali di probabilità se non erro …» continuò Michea.
«Non solo, conoscenza approfondita di informazioni terrene e ultraterrene …» puntualizzò: «Quest’ultima applicazione l’ho aggiunta io!» rispose, fiero di sé stesso.
«Quindi può anche collegarsi alla rete internet terrena e viaggiare attraverso i browser per ricercare informazioni?»
«Quello che non immagazzino io nella mente, lo fa lui!» e tamburellò con le tre dita sullo schermo del palmare.
«Davvero fenomenale!» rispose Michea, quasi gli brillavano gli occhi.
«Non pensavo di incontrare un altro angelo interessato … insomma a queste cose», rispose Gabi, positivamente sorpreso: «Di solito, sono l’unico che ci capisce qualcosa.»
«Già!» confermò Ang-lì che in quel momento non aveva fatto altro che ascoltare quello scambio di battute tra i due esperti informatici.
A un certo punto sentirono dei passi lungo il corridoio e i loro occhi saettarono dalla sorgente del suono alle loro facce spaventate.
«Allora, facciamo questo giro?» propose Michea all’ultimo.
I due angioletti annuirono e lo seguirono a ruota, dimenticandosi cosa fossero venuti a fare in quella parte di sognatorio.


 
*§*§*§*§*§*
 
 
 
Andrea rigirava e rigirava il suo telefonino tra le mani indeciso sul da farsi.
Aveva visto andar via Michele con le lacrime agli occhi e aveva iniziato a temere che qualcosa di grave fosse successo.
Certo, era ancora arrabbiato per come lo aveva abbandonato davanti alla scuola senza una parola, ma se Michele fosse riuscito a dargli una ragionevole spiegazione sarebbe potuto passare sopra a tutto.
Con fermezza digito il messaggio al numero di Michele, che gli aveva dato lo stesso giorno.
- Ciao Michele, stai bene? -
Cancellò il messaggio. Sembrava stupido: era ovvio che qualcosa di brutto era successo da quella mattina e chiederglielo pareva davvero da sfacciato.
- Michele, ti ho visto andare via di corsa questa mattina, cosa è successo? - forse magari partire così diretti poteva apparire una mossa vincente, ma decise comunque di cancellarlo.
Iniziò a domandarsi da quando avesse iniziato a farsi tutti questi problemi nel mandare un semplicissimo messaggio!
Tamburellò le dita sul libro di storia che non aveva ancora aperto per studiare: aveva già trovato una valida scusa per domani.
Decise di partire con un semplice - Ciao Michele -
Inviò il messaggio e attese.
Passarono ben dieci minuti prima che il cellulare squillò.
Andrea saltò letteralmente sul letto dove si era steso aspettando la risposta di Michele.
- Ciao -
Andrea sorrise. Era contento che l’amico non avesse ignorato il suo messaggio.
- Cosa è successo questa mattina, te ne sei andato sconvolto da scuola? –
Ci volle qualche minuto prima che ricevesse risposta.
- Ti spiegherò tutto quando ci vedremo a scuola. -
- Sicurò di non voler parlarne adesso? –
Cancellò il messaggio. Voleva dargli fiducia, incontrarlo domani e sentire le sue ragioni.
- Ok, allora a domani! –
- A domani! –
E così terminarono lo scambio di messaggio fino a quando ad Andrea non gli tornarono in mente i compiti di matematica che lui ovviamente non aveva segnato sul diario.
Girò gli occhi verso il telefono, indeciso se chiederli a Michele.
Non credo di avere una scusa buona per quel t-rex! La professoressa mi scuoierà vivo!
Iniziò a digitare il messaggio sul telefono diretto a Michele.
Dopo qualche minuto, arrivò la risposta: - Te li mando, non preoccuparti ;) –
Andrea sorrise di nuovo.
 
 


Note
 
VEGA: Stella alfa della costellazione della Lira, in termini di luminosità è la quinta di tutto il cielo (dopo Sirio, Canopo, Alfa Centauri e Arturo) e la seconda del cielo boreale dopo Arturo.
ZEPPO: la timidona mascotte insetto stecco di Ang-lì che spesso si nasconde nei suoi libri.
GINGER: l’efficiente mascotte di Gabi, una fedele apina tutta d’un pezzo.
   
 
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