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Autore: Lady Lara    17/06/2018    4 recensioni
Tratto dall'incipit.
“Mi dispiace … mi dispiace veramente … ma il mio cuore deve restare di ghiaccio!”
La sua mente se ne stava facendo una convinzione e stava alzando dei muri spessi intorno a quel cuore. Ne aveva bisogno perché … perché quegli occhi verdi e quelle labbra di ciliegia, erano riusciti a scalfire quel ghiaccio irrimediabilmente!
Una giovanissima Emma Swan, studentessa universitaria, incontra "casualmente" un giovane che sconvolgerà la sua vita e la condizionerà nelle sue scelte professionali e sentimentali. Il destino è spesso crudele e la vita lascia traumi difficili da superare. L'amore a volte può essere un trauma, specialmente quando ti viene strappato agli albori, quando le speranze sono tante e i sentimenti sono potenti ma, una nuova possibilità fa risorgere la fenice dalle sue ceneri. Emma si chiederà come si è potuta ingannare e innamorare in breve così profondamente. Dovrà lavorare duramente su se stessa per erigere i muri che la proteggeranno, ma se la fenice risorgerà dalle sue ceneri? Sboccerà ancora l'amore? Sarà Emma la fenice? O sarà il bellissimo uomo misterioso che, da un quadro visto in un museo, tormenta i suoi sogni con i suoi magnetici occhi azzurri?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 23

Dalle ceneri la vita

 
 
“ Avvenuto questa mattina alle 11.30 il funerale del piccolo Henry Swan. Purtroppo il neonato, figlio di Miss Emma Swan, la coraggiosissima ragazza che, come i più ricorderanno, alcuni mesi fa salvò se stessa e la Signora Milah Gold da un terribile destino, non ce l’ha fatta! Il piccino era nato prematuramente inseguito all’attentato accaduto alla madre il 3 novembre, giorno dell’udienza per il processo al famigerato boss della mafia Tony Manguso. La nascita prematura e una grave insufficienza cardiaca, sono state le cause del suo decesso. La giovane “Salvatrice”, come era stata soprannominata Miss Swan, si è chiusa nel suo lutto, protetta dall’affetto dei suo familiari. Non ha voluto rilasciare interviste e i numerosi reporter che hanno tentato di scattarle delle foto o video, durante la cerimonia funebre, sono stati debitamente allontanati dalla Polizia. Qualche rara immagine è stata catturata con il teleobiettivo. Il funerale si è concluso presso lo splendido Mount Auburn Cemetery,    in forma strettamente privata. Un pensiero affettuoso di cordoglio anche da questa Redazione! Passiamo ora alla prossima notizia … “

 
Sebastian Jefferson entrò nella stanza in religioso silenzio. La porta dello studio del suo Capitano era aperta e aveva sentito chiaramente cosa  egli stesse ascoltando. Non osava nemmeno immaginare come quel giovane avesse potuto sentirsi. Il suo figlioletto, nato dalla donna che amava, non ce l’aveva fatta a sopravvivere. Jefferson sentiva un misto di pena e rabbia nel petto. Avrebbe voluto far qualcosa per Killian, ma sapeva che non poteva nulla.
 
– Killian …
 
Captain Hook aveva appena tolto il programma sul monitor, riaprendolo su un’altra schermata. Si voltò verso di lui con espressione glaciale.
 
– Volevo farti le mie condoglianze …
 
Il Capitano rispose con un cenno della testa, mantenendo l’espressione facciale impassibile.
 
– Come stai?
 
A quella domanda lo vide sollevare un sopracciglio, la fronte aggrottata.
 
– Sto bene!
 
Seb notò il guizzo del muscolo mascellare sul suo volto. No! Decisamente non stava bene.
 
– Vorrei che fosse vero Killian!
 
Non ebbe risposta. Lo osservò prestare nuovamente attenzione al monitor. Capì che non voleva parlare di quell’argomento e attese che fosse lui ad aprirne un altro. Passarono un paio di minuti, mentre Killian digitava velocemente sulla tastiera, poi improvvisamente lo vide togliere le mani dai tasti e ruotare con la sedia ergonomica verso di sé.
 
– Tra un paio di giorni ripartirò nuovamente per la Colombia.
– Hai scoperto qualcosa su Gold?
– I contatti che ho preso durante il mese passato mi porteranno presto da lui! Emma e Milah non saranno mai del tutto al sicuro con quell’uomo a piede libero!
– Sono ambedue sotto protezione!
– E ci resteranno! Hai visto il 3 novembre no?!
 
Seb abbassò il viso rammaricato. Nonostante la protezione, Emma aveva subito un attentato e di seguito era successo il fattaccio per il piccino che aveva in grembo.
 
– Già, l’attentato ad Emma!
– Non era per Emma l’attentato!
– Cosa?
– L’attentato era per  gli agenti! Li volevano eliminare per rapire Emma!
– A che pro, in fin dei conti aveva già testimoniato!
– Gold è un uomo diabolico! Non era Emma il suo interesse principale, bensì nostro figlio!
– Il bambino?!
– Non hai seguito tutti i dettagli dell’Operazione Talpa Seb!
– No, infatti quello è stato compito tuo e degli agenti che hai mandato dietro a Brocowsky! Io sono il tuo intermediario!
– Sei il mio braccio destro e il mio braccio sinistro Seb, le mie gambe e i miei occhi quando io non posso comparire!
 
Seb sorrise, orgoglioso della stima e della grande fiducia che il suo giovane Capitano riponeva in lui.
 
– Manguso aveva rivelato a Brocowsky dell’intento di rapire mio figlio alla nascita e gli aveva detto di tenerlo informato sulla gravidanza. Emma stava vivendo una gravidanza difficile e si prospettava un cesareo …
- Ma le cose sono andate diversamente!
– Lo sappiamo ormai! Hanno cercato di rapirla in quel modo per farla partorire e poi chissà che altro le avrebbero fatto a lei e al bambino! Il tizio che Fiore di Loto ha arrestato lo ha detto esplicitamente durante l’interrogatorio. Forse è meglio che le cose siano andate come sono andate non pensi?
 
Seb rimase ammutolito. Non sapeva in effetti molti dettagli. Il piccolo era morto, ma almeno sua madre era salva. Se quei delinquenti l’avessero presa … non osava pensare che fine avrebbero fatto ambedue!
 
– Manguso sapeva che dietro Kim Steward ci fosse Killian Jones e sicuramente lo ha fatto sapere a Gold. Quell’uomo è molto vendicativo, lo abbiamo visto con la povera Milah! Con il rapimento di Emma e nostro figlio avrebbe colpito in modo diretto il suo nemico, me!
– L’hai sentita?
 
Killian aveva capito benissimo a chi si riferisse Sebastian.
 
– No! Le avevo detto che mentre ero in Sudamerica non avrei avuto la possibilità di chiamarla!
– Ma  ora sei qui!
 
Killian non rispose. Si, era lì e avrebbe voluto essere con lei! Aveva un bisogno viscerale di stare con lei! Un bisogno che, più della carne, era un bisogno dell’anima. Ma come poteva?  Doveva starle alla larga. Gold poteva avere spie ovunque! Ancora non era il momento di farsi riconoscere e doveva starle lontano anche telefonicamente. Killian Jones non doveva più mostrare interesse per lei! Emma sicuramente stava soffrendo tantissimo e lui non stava soffrendo di meno!
 
 
– Tra due giorni non sarò più qui e lei potrà pensare ad altro. In questo spero che Lorna l’aiuti. Ora ne ha più bisogno di prima!
– Questa volta la missione sarà più pericolosa per te Capitano!
– Ne sono pienamente consapevole!
– Questa volta vengo con te. Ti servirà qualcuno che ti copra le spalle!
– No! Tu resterai qui! Tu sai tutta la verità su Kim Steward e la missione. Sai di Emma e me … devi continuare ad essere il mio tramite e tutto quanto ti ho detto prima. Sai dove e come cercarmi. Se sarà necessario manderò a chiamare Fiore di Loto.
– Lei è una ragazzina Killian! Meglio tenerla con Emma no?
– Quella “ragazzina”, come la chiami tu, è una vera Tigre cinese Seb! Se dovrò trasferire in Cina l’azione, lei sarà fondamentale!
– Stai pensando al traffico di Oppio che si è incrementato di recente?
– Naturalmente Seb! Ho scoperto che i Leoni Colombiani stanno allargando il loro traffico alleandosi con i cartelli Cinesi in via diretta, senza passare attraverso Chinatown e indovina chi è il loro intermediario?
– Non mi dire! Gold in persona?!
– Hai detto giusto Winter Soldier!
– Ma questo significa che Gold si trova in una zona dove si sente tranquillo e fuori dalla giurisdizione degli Stati Uniti, un posto vicino e sicuro!
– Esatto anche questo! Credo che abbia scelto come base la Repubblica Dominicana, è il punto più strategico!
– Non ti conviene andare direttamente lì?
– Lasciando indietro i pesci più grossi dello spaccio mondiale di Cocaina? No amico! Ho strutturato una bella rete durante il mese passato, il caro Avvocato Robert Rogers, Agente assicurativo di una delle più importanti Agenzie assicurative mondiali, ha saputo allacciare dei ponti saldi. Sai come trovarmi se hai bisogno! Ti lascio gli ordini entro domani mattina!
 
***
 
Quella sera …

Lorna tagliava in piccoli pezzi la bistecca che aveva nel piatto e intanto ascoltava Sebastian. Avevano preso l’abitudine di cenare insieme, o a casa di Lorna o a casa di Seb. Quella sera Lorna era andata da lui e lo aveva trovato intento a cucinare due grosse bistecche alla piastra. Aveva sorriso a vederlo con un grembiule da cucina allacciato in vita, le maniche della camicia bianca arrotolate fino ai gomiti e l’espressione assorta di chi si sta impegnando al meglio in quello che sta facendo. Le aveva chiesto come preferisse la cottura della carne e lei aveva risposto che la voleva media. Anche a lui piaceva in quel modo. Mentre Seb finiva di cucinare la carne, lei aveva preparato un’insalata e dei pomodori. Aveva portato una piccola apple pie, aveva scoperto che il suo uomo ne andasse matto e aveva trascorso le ultime ore del pomeriggio a preparargliela con le sue mani.
 
– Come sta lui?
– Cosa vuoi che ti dica Lorna? Hai presente il vecchio “Cuore di ghiaccio”?
– Capisco!
– Sembra impenetrabile, non gli leggi un’emozione sul viso …
- Quello è il suo modo per difendersi Seb. Ironizza o diventa glaciale!
– Non ho mai avuto figli, ma perderne uno non credo sia facile da sopportare!
 
Lorna non rispose e smise di mangiare.
 
– Che c’è?! Non hai più fame Lorna?
– Seb … io devo dirti una cosa!
– Cosa sarà mai?! Hai una faccia!
– Ecco … io so benissimo come ci si sente a perdere un figlio!
– Vuoi dire … lo sai personalmente?
– Si! Anni fa persi il piccolo che aspettavo da mio marito, in seguito al suo tradimento. Forse non dipese da quello, forse doveva succedere … ma io lo volevo quel bambino!
 
Sebastian era rimasto con il boccone che non gli andava né giù né su. Vide gli occhi di Lorna inumidirsi. Si rese conto che la sua Lorna avesse sofferto molto con Federik Victor. Sapeva che lui fosse un donnaiolo e che lei l’ avesse lasciato per averlo colto in flagrante, ma della perdita di un figlio non ne aveva mai saputo nulla!
 
– Lorna io … non sapevo. Scusami. Mi dispiace!
 
Si era alzato dalla sua sedia e si era posto in ginocchio davanti a lei, prendendole le mani e baciandone prima una e poi l’altra. Lei aveva sfilato la destra e l’aveva portata al suo viso. Seb aveva fatto la barba di fresco, e con quella carezza Lorna sentì la pelle del suo viso liscia. Si radeva sempre alla perfezione prima di stare con lei!
 
– Tutto passato ormai! Ma ho sofferto con Emma questi giorni. Non è stato facile supportarla. Mi sono immedesimata molto in lei, ho capito perfettamente il suo dolore e ho fatto fatica a non piangere insieme a lei. Stava uscendo pian piano dal lutto per Kim ed ora vi è ripiombata per il suo bimbo. Mi consola solo il fatto che potrà averne altri e quando questa storia finirà lei e Killian potranno finalmente riabbracciarsi. La chiamasse almeno! Killian Jones è sparito dalla circolazione per lei!
 – Lorna, Killian non può chiamarla! È una questione di sicurezza! Vedi cosa puoi fare per lei!
– Forse sarà lei a fare qualcosa per se stessa Seb!
– Che vuoi dire?
 
Lei iniziò a sbottonargli la camicia, accarezzandogli il petto atletico.
 
- Smettiamo di pensare ad Emma e a Killian ora! Vuoi?
 
Le mani di Lorna su di sé già gli stavano facendo un certo effetto. Sebastian si alzò tirando su anche lei. La strinse a sé ponendole le mani a coppa sui glutei. Lei indossava una gonna a tubo, con una piega laterale che nascondeva uno spacco. Seb spostò la mano destra verso quell’apertura e vi si intrufolò sensualmente, accarezzandole la parte esterna della coscia. Si accorse della sua mise sotto la stoffa.
 
– Wow! Reggicalze? Lo sai che ti adoro con la guepiere!
 
Lei sorrise maliziosa e lui sentì montare la propria eccitazione e il desiderio di averla.
 
– Credo di avere un altro tipo di fame ora!
 
Con movimenti esperti, in un attimo sbottonò la gonna di Lorna, che cadde intorno alle sue caviglie, lasciandola con la camicetta bianca e le calze tenute dal reggicalze che spariva sotto di essa. Lorna continuava a guardarlo maliziosamente, con i suoi occhi da cerbiatta. Seb le aprì la camicetta e la fece scivolare dalle sue braccia. Si allontanò di un passo per guardarla. Sotto gli abiti lei aveva messo veramente una guepiere  di pizzo bianco che, con le sue trasparenze e il reggiseno a balconcino, ne esaltavano le belle forme, rendendole più sexy. La guepiere non aveva spalline e finiva sui fianchi con il reggicalze. Un piccolo perizoma, dello stesso pizzo bianco, le copriva il pube. Sebastian la fece ruotare, riempiendosi gli occhi della sua avvenenza e sentendo i jeans ancora più stretti sul davanti. Le accarezzò le spalle, seguendo la linea della vita, che si ristringeva piacevolmente per riaprirsi con le morbide rotondità dei glutei armoniosi.
 
– Dio cosa sei Lorna!
 
Le accarezzò le natiche e lei si voltò velocemente verso di lui, mettendogli le braccia intorno al collo e baciandolo con desiderio. Lui la strinse a sé con ardore e ricambiò quel bacio. Le mani di Lorna scesero lungo i suoi pettorali, aprendo gli ultimi bottoni della camicia, fino agli addominali scolpiti dal duro allenamento da Marines. Accarezzò il busto del suo uomo, sentendone i brividi di piacere e desiderio. Lui non resistette oltre. La sollevò e la portò in camera da letto, continuando a baciarla. La depose sul copriletto e con l’indice e il medio delle due mani le sfilò via il perizoma.
 
 – Sei sexy da morire Lorna, lo sai vero?
 
Lei rise divertita. Lo sapeva benissimo. Sapeva come sedurre un uomo, ma con Seb era anche troppo facile, visto che era normalmente attratto da lei.
Si mise seduta sul letto con lui davanti, intenzionata a far sparire quei jeans, ma lui fu di un altro avviso. La reclinò nuovamente sul letto e le accarezzò l’interno delle gambe, facendogliele schiudere per poter giungere alla sua intimità.
 
– Ora voglio sentirti urlare di piacere Lorna!
 
Lei non si aspettava quell’attacco diretto e sussultò quando sentì le sue labbra sulla sua intimità e la sua lingua percorrerla carezzevole per poi affondare dentro di lei. Il gemito di piacere che uscì dalla sua gola fu spontaneo e Seb continuò insistentemente, finché non la sentì fremere incontrollatamente sotto di lui e respirare più velocemente. Fu allora che la prese con tutto il desiderio e la passione che provava per lei. Dimenticarono tutto il resto in quei minuti meravigliosi del loro amore, dandosi l’uno all’altra incondizionatamente.
….
 
Lorna si era alzata dal letto. Rimise il suo succinto perizoma e infilò la camicia di Sebastian, lasciandola aperta. Lui si era già alzato ed era sparito in cucina. Dopo aver fatto l’amore aveva sempre bisogno di cibo. Per Lorna non era così.
Era incredibile come il godimento della loro passione avesse effetti opposti su ognuno dei due. Lorna non sentiva il bisogno di mangiare, era appagata già per quanto Seb le aveva dato. Camminando scalza, si diresse in cucina e si poggio allo stipite della porta, guardandolo con le braccia conserte. Seb stava in piedi, a dorso nudo, con i boxer blu e addentava una abbondante fette di apple pie. Si accorse di lei e si voltò con il boccone in bocca. Lei lo guardava sorridente. Era veramente un bell’uomo il suo Sebastian, così alto, con quella splendida muscolatura tonica, il portamento eretto e il fisico atletico. Il sentimento che nutriva per lui, sempre più profondo, era associato alla forte attrazione fisica e, da come la stava guardando, era evidente che lui provasse lo stesso per lei.
 
– Buona la mia apple pie?
– Se è buona?! Mmm! Divina! Non mi sazierei di mangiarla …
 
Seb le si avvicinò con aria sensuale.
 
– Come te Lorna … non mi sazierei mai di te! Il tuo sapore è anche meglio …
 - Seb …
 
Sorrise schiudendo le labbra e accogliendo quelle di Seb, che sapevano di zucchero, limone e cannella, gli ingredienti della sua apple pie.
 
– Andiamo a dormire ora?
– Che?! Dormire Lorna?! Ora che mi sono rimesso in forze? Non ci penso proprio! E tu non mi lasci nemmeno altra scelta!
 
Le spostò i lembi della camicia e le accarezzò il seno, che sporgeva nudo sotto la sua camicia aperta, si chinò per impossessarsi dei suoi capezzoli, succhiandoli sensualmente. Lei si inarcò verso di lui, accarezzandogli i capelli scuri e lunghi fino al collo.
 
– Ti amo Lorna!
– No!
 
Lei si staccò da lui, quasi spaventata.
 
– Cosa?! Perché no?
– Non dirmelo Seb …
- Ma io …
- Non ora! Ora potrebbe essere solo per questo momento! Dimmelo quando sarai sicuro e lucido!
– Io non credo di essere mai stato più lucido tesoro! Forse sei tu che devi essere sicura. Ma ora non mi importa, vieni qui!
 
La strinse forte al suo petto e si gettò sulle sue labbra nuovamente, poi la  riprese in braccio e il resto della notte fu il loro.
 
 
9 Novembre 2008.
 
Emma era andata via dallo studio da circa un’ora. Mulan Chang l’aveva aspettata in macchina per tutta la durata della seduta. Lorna rifletteva sul decorso di quel colloquio, poi prese il suo cellulare, che era rimasto sulla scrivania dello studiolo, e scorse la rubrica. Doveva chiamare Killian, lui doveva sapere alcune cose …
Rispose al secondo squillo e non le diede il tempo di salutarlo.
 
– Lorna dimmi subito come sta Emma!
– Calmo Capitano! Puoi immaginarlo come sta una ragazza che ha perso gli affetti per lei più importanti!
 
Sentì il silenzio da parte di Killian, poi la sua domanda.
 
– Non riesce proprio a riprendersi?
– Sono pochi giorni che ha perso suo figlio ed era l’ultimo stralcio di ricordo che avrebbe potuto avere del suo grande amore! Direi che tutto sommato sta reagendo molto bene!
– Menomale!
– Vuole entrare nella F.B.I. 
– Che?! È impazzita?! No Lorna! No e poi no! Vedi di farglielo togliere dalla testa! Ho tanti di quei pensieri! Ci manca solo il pensiero di saperla in pericolo peggio di quanto non sia?!
– Cosa direbbe lei se sapesse di quello che fai tu?
– Non fare polemiche Lorna! Io sono io e so quello che faccio! Lei è la mia donna e deve stare a casa!
– Se non conoscessi i tuoi motivi, direi che sei un maschilista incallito, lo sai? Non le hai detto di perseguire i suoi sogni?
– Certo che gliel’ho detto! Lo penso veramente! Ma quelli che riguardano i suoi studi! Deve diventare Psicologa. Le piace la Psicologia dell’età evolutiva, si potrà occupare di bambini no? Vuole correre dietro ai criminali adesso?!
– Ti stai scaldando troppo Killian! Lei vuole diventare Profiler, vuole seguire le mie orme e questo mi inorgoglisce! Dovrà superare dei test di accesso lo sai, non si entra facendo una semplice richiesta!
– Tu sei nella commissione mi pare! Fai in modo di bloccarla!
– Non ci penso proprio! Se lei ha capacità non vedo perché l’ Agenzia dovrebbe privarsi di un bel cervello! Con te è stato così no?!
– La tua mania di collezionare cervelli?
– Rifletti Killian! Se lei avrà le capacità per essere selezionata, e credo che le abbia, entrerà a Quantico, completerà gli ultimi due anni che le restano di studi e seguirà i corsi interni. Sarà protetta abbastanza all’interno di Quantico non credi? Mulan l’affiancherà ancora e visto che, se non ricordo male, è istruttrice di arti marziali, le darà lezioni sulla difesa personale. Ricordati che da sola ha salvato se stessa e la Gold, stendendo con un pugno e disarmando il tizio che le minacciava. Di stoffa ne ha da vendere mi sembra!
 
Killian dall’altro capo taceva. Lorna sapeva che stava riflettendo.
 
– Lorna, lo so che Emma ci sa fare! Ha una buona muscolatura e si allena con il kick boxing da un pezzo! Forse tutto sommato, facendo la Profiler non sarà coinvolta direttamente in azioni pericolose, ma i rischi mi preoccupano. Già le ho fatto tanto del male io! Non voglio che abbia altre sofferenze! L’avrei voluta madre serena con il nostro piccolo  da allevare …
Lorna sentì che Killian si era interrotto per l’emozione. Anche “Cuore di ghiaccio” non poteva negare i propri sentimenti.
 
- … è andata diversamente … ma avrebbe potuto lavorare con i bambini … mi avrebbe dato più tranquillità …
- Killian … mi dispiace immensamente per tuo figlio! So che significa! Riguardo ad Emma, temendo che si irrigidisca troppo, le ho dato un suggerimento …
- Quale?
– Le ho detto che l’aiuterebbe svolgere un tirocinio basilare e le ho suggerito di farlo nell’ambito dell’età evolutiva. Il giorno della morte di Kim fu soccorsa da una coppia di coniugi che gestiscono una casa famiglia …
- I Nolan, lo so!
– Ovvio che tu lo sappia! Hai sempre tutto sotto controllo! Ha pensato a loro quando poco fa ne abbiamo parlato. Credo che possa contattarli.
– Sono brave persone da quanto controllammo quella sera!
– Io li vidi di sfuggita, ma furono molto accorti e accudienti con lei, non credo si faranno problemi a prenderla per il tirocinio. Da quanto mi ha detto, le lasciarono un loro biglietto da visita, in caso avesse avuto bisogno.
– L’idea mi sembra buona … Ti chiedo di starle vicino Lorna, io … io sarò lontano per un po’, non so quanto …
- Immagino! Fai il tuo dovere e cerca di tornare prima che puoi. Ritrovare il suo Kim sarebbe fantastico, non solo per lei, ma anche per te!
– Già … purtroppo non dipende solo dalla mia volontà ma da come andranno le cose.
 
Si salutarono e chiusero la chiamata.
 
Killian rimase assorto qualche secondo. Immaginava perfettamente come potesse stare la sua Emma! La ricordò nel momento del parto, ricordò il suo respiro prima affannato e poi più regolare, quando l’aveva tenuta tra le braccia per aiutarla a gestire le contrazioni …
 
Lei non lo sapeva, non poteva nemmeno aver immaginato che dietro la mascherina chirurgica, dell’infermiere seduto dietro la sua schiena, si celasse proprio lui, il padre del suo bambino!
Aveva giurato a se stesso di esserci nel momento della sua nascita! Aveva preso contatti con Federik Victor. Si erano accordati per quando Emma avrebbe avuto il cesareo. Le cose erano andate diversamente. Se non avesse dato il suo numero diretto a Fiore di Loto, non avrebbe saputo il momento preciso del parto!
 
Pochi giorni prima aveva fatto chiamare l’Agente Chang alla centrale dell’ Agenzia. Non si era fatto vedere in viso, le aveva parlato da dietro uno schermo, lei lo aveva visto, o meglio sentito, dal monitor. Si era congratulato con lei per l’ottimo curriculum e per come stava gestendo la sua “protetta”. Le aveva annunciato che era stata reclutata nella sua Squadra Speciale e aveva visto la gioia dipingersi sul viso della giovane orientale nel sapere che Captain Hook in persona le stesse dando il ben venuto. Le aveva detto che per motivi di sicurezza reciproca, non lo avrebbe mai visto in viso e lo avrebbe conosciuto solo con quel nickname, mentre lei stessa avrebbe preso il nomignolo che le era stato attribuito: Fiore di Loto. Dalla sua espressione aveva avuto conferma che non fosse entusiasta di quel nickname e aveva sorriso tra sé e sé, avendolo intuito fin dal primo momento. La giovane agente non aveva comunque recriminato, la disciplina ferrea e il rispetto glielo impedivano. Le aveva chiesto se era disponibile a missioni all’estero e la ragazza aveva risposto affermativamente, se era disponibile a partire immediatamente, secondo la chiamata, e lei aveva risposto di si.
Le caratteristiche di Mulang Chang erano perfette per la Squadra Speciale, ma al momento il suo compito restava quello di proteggere Emma Swan e il bambino che aveva in grembo. In tal proposito le aveva dato il suo numero diretto e le aveva detto di informarlo su ogni situazione, anche di salute della protetta.
Quando quel maledetto 3 di novembre, erano state attaccate da quei criminali, Fiore di Loto lo aveva informato immediatamente dell’accaduto e che Emma stesse per partorire. Aveva avuto il tempo di precipitarsi in ospedale e organizzarsi con Federik Victor per accogliere Emma. Aveva vissuto con lei il travaglio delle doglie e finalmente la nascita del piccolo.
Era stato meraviglioso sentire ancora Emma tra le sue braccia, sentirla rilassarsi al suo contatto, tenerle le mani, anche se lei le aveva strette quasi a spezzargliele. Dalla sua stretta si era reso conto del dolore che sentisse nelle contrazioni. Aveva tirato un sospiro di sollievo insieme a lei quando il piccino era nato e quando finalmente aveva pianto, gridando al mondo di esserci …
 
Era durato così poco! Giusto il tempo di tenerlo in braccio, sentire quell’emozione fortissima di avere suo figlio tra le braccia, il suo odore particolare, l’odore di Emma! L’emozione che gli aveva aperto il cuore in due quando lei aveva detto di voler chiamare il loro bambino Henry!
 
Ancora gli si inumidivano gli occhi al ricordo.
Non era giusto quello che era accaduto … no, non era giusto …
Cercò di ricacciare indietro le lacrime che rischiavano di superare il bordo delle palpebre inferiori.
Abbassò lo sguardo e osservò il piccolo foglietto di carta che aveva davanti, lì sulla scrivania.
Prese la matita che stava usando prima della chiamata di Lorna e completò il disegno, ricalcando le piume ondulate e arricciate. Finì lo schizzo e lo guardò soddisfatto. Era un simbolo, un simbolo che lei avrebbe capito? Avrebbe letto tra le righe come avrebbe dovuto fare con il biglietto inviato con le rose rosse? Si augurò di si.
 
Si alzò velocemente dalla sedia. Si infilò il giubbino di pelle nera e, salutando gli agenti che monitoravano gli schermi, lì nella base segreta, uscì per una piccola missione personale.
 
Aveva scovato il posto giusto che faceva per lui. Aveva poco tempo prima di partire nuovamente per la Colombia e doveva concludere quanto si era prefissato! Strinse il foglietto piegato nella mano e lo mise in tasca.
 
 
10 novembre 2008
 
Ingrid uscì dalla villetta e si diresse alla staccionata in legno dipinto di bianco, che fungeva da recinzione. Aprì la cassetta della posta, vicino al cancello, e quando si abbassò per guardarvi dentro, con la posta trovò un pacchetto cuboidale.
Incuriosita allungò la mano e lo prese. Era un pacchetto incartato con una carta argentea che faceva i riflessi arcobaleno. Era indirizzato ad Emma Swan.
Chi poteva mandarlo? Non c’era un biglietto aggiunto, forse era all’interno! Preso il resto della posta, Ingrid rientrò in casa.
 
Mulan girovagava in cucina, mentre Emma stava studiando un manuale che l’agente le aveva prestato.
Ingrid aveva ascoltato Emma quando le aveva detto della sua intenzione di entrare nella F.B.I., non ne era stata particolarmente entusiasta, ma la stessa Mulan l’aveva tranquillizzata, dicendole che Emma non avrebbe partecipato ad azioni pericolose, in quanto il ruolo di Profiler non lo prevedesse.
 
– Emma! C’è un pacchetto per te!
– Un pacchetto?
 
Mulan era intervenuta allarmata.
 
– Mi faccia vedere Ingrid!
– Mulan non penserai che sia un ordigno vero?!
 
Emma ridacchiò ironica nel vedere tanta solerzia da parte della giovane Agente.
 
– Tu scherza! Ma io devo accertare che sia innocuo per te!
– Se non lo fosse per me non lo sarebbe nemmeno per te no? Vogliamo chiamare gli artificieri?
– Spiritosa! Ora tolgo la carta!
– Non la strappare è così carina!
 
Era intervenuta anche Anna, con la sua solita allegria e una curiosità maggiore di quella di Emma.
 
– Oh! C’è un biglietto sotto la carta! Beh! Questo credo lo debba leggere tu Emma! Credo di aver esagerato nel pensar male … è proprio un regalo per te direi!
 
Emma prese il biglietto e la scatola dalle mani di Mulan. Aprì il biglietto e lo lesse con gli occhi. Le altre videro il suo volto illuminarsi.
 
– Chi lo invia?
– Mamma … scusami! Ho bisogno di restare da sola un attimo!
 
Veloce e con il sorriso sulle labbra, Emma corse su per le scale, infilandosi nella sua stanza e lasciando le tre donne al piano di sotto perplesse a scambiarsi sguardi.
 
– Tranquille! Credo sia quel suo “amico speciale” delle rose!
– Chi?! Che rose?!
– Dai mamma! Se Emma ha un amico speciale è anche un bene no? Con tutto quello che sta passando! Magari è una piccola consolazione!
 
 
Emma si era buttata a pancia in sotto sul suo letto. Non aveva aperto il pacchetto, ma rileggeva le poche righe che portavano al di sotto la sigla K.J.
 
“Killian! Killian Jones! Sei tornato finalmente!”
 
Il biglietto diceva soltanto:
 
“Alla mia rosa, un piccolo promemoria e un augurio.”
 
Guardò il pacchetto sul suo cuscino. Era impaziente di aprirlo, ma voleva ritardare la gioia del momento, pregustandola con l’attesa. Poi si decise. Si mise seduta con le gambe vestite dai jeans incrociate.
 
– Dio mio! È bellissimo!
 
Nella scatola c‘era una piccola pergamena che descriveva l’oggetto.
 
“Pezzo unico. Realizzato in oro con la tecnica della cera persa, su disegno originale.”
 
Emma prese in mano il bracciale, fatto con una striscia di cuoio marrone. La striscia era infilata nei passanti di una medaglia in oro che riproduceva un bassorilievo rappresentante un bellissimo uccello, simile ad un Pavone, ma con la coda fatta di piume che si arricciavano.
 
“È una Fenice! Si, sicuramente è una Fenice! L’uccello mitologico che rinasce dalle sue stesse ceneri! Oh Killian! Hai saputo del mio bambino?! È il tuo modo per incoraggiarmi ad andare avanti e a vivere? Devo chiamarti!”
 
Prese il cellulare e compose a memoria il numero di Killian. Il cuore le batteva impazzito. Temeva che lui non avrebbe risposto, come le volte che l’aveva chiamato durante il mese precedente.
 
– Emma!
– Killian … Killian! Avevo paura che non mi avresti risposto! Sei qui a Boston?
– Sto ripartendo Emma! Sono arrivato l’altra sera e ho saputo dalla televisione … mi dispiace!
– Ho perso il mio piccino …
- Lo so tesoro … lo so! Ne parlavano anche i giornali!
– Volevo ringraziarti per il regalo … è molto bello, dice che è un disegno originale …
- L’ho disegnato per te Emma …
- Tu?! Lo hai disegnato per me?!
– Si … è una Fenice .. sai cosa significa?
– Si lo so, ma l’hai messa tu nella cassetta della posta?
-  Si, sono passato a casa tua …
- Killian potevi suonare al campanello! Potevamo vederci!
– Era notte fonda! Il gioielliere me l’ha potuta dare tardi, l’ha fatta in giornata, il tempo di far raffreddare l’oro!
– Un pensiero bellissimo Killian! Stai ripartendo per l’Irlanda?
– No. Torno in Sudamerica e temo che sarà per diversi mesi …
- Ti ho chiamato durante il mese scorso  …
- Mi dispiace tesoro, ma lì ci sono problemi di campo e non sarò raggiungibile purtroppo e non potrò telefonarti, ma ricordati quello che ti ho scritto nel biglietto delle rose. Leggi tra le righe Emma! Vai sempre oltre l’apparenza!
 
Emma non rispose, non riusciva a capire cosa volesse dire.
 
– Devo andare “mia rosa”! Non mi dimenticare, anche se passerà del tempo!
 
Era stata troppo veloce quella telefonata. Emma avrebbe voluto parlargli ancora, avrebbe voluto raccontargli dell’esame che avrebbe sostenuto di lì a breve per la selezione a Quantico … Niente! Era andata così! Killian era diventato così sfuggente, ma era stato un tesoro a pensarla in quel momento triste e a farle un regalo di quel genere!
 
Posò il cellulare e prese il braccialetto. Lo allacciò al polso sinistro. Era perfetto per il suo braccio. Lo avrebbe tenuto con sé, sarebbe stato il suo portafortuna. Le avrebbe ricordato di non gettare la spugna, nemmeno nei momenti peggiori!
 
Doveva fare come la Fenice: Rinascere dalle proprie ceneri!

 
 
 
Angolo dell’autrice
 
 Buona domenica a tutti! Mi avete un po’ perdonata con questo capitolo? Lo so, lo so! Con il precedente vi ho distrutto! Cercate di fare come suggerisce Killian ad Emma: “leggete tra le righe”!
Come vi ho annunciato cercherò di concludere questa FF, non vi voglio tener troppo appesi con l’ansia ( mi intendi Alex?) e poi riprenderò con l’altra, io stessa non vedo l’ora di far ritrovare i nostri dolcissimi innamorati. Killian sta cercando di dare degli indizi ad Emma, anche lui non vede l’ora di poterla rivedere e dirle la verità. Certo che la mia amica di penna Arya ha ragione! Se Emma vorrà prenderlo a pugni e calci, saranno parecchi i lettori che le daranno una mano ;)))
Bene! Aspettando i vostri commenti ( più o meno minatori) ringrazio tutti coloro che seguono, che considerano tra le preferite questa storia e chi mi fa sapere il suo parere!
Buona settimana!
Lara

 
   
 
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